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Scientology e il dibattito europeo sui Diritti Umani: Una replica a Leisa Goodman, J. Gordon Melton, e allo studio europeo sul Rehabilitation Project Force

Di Stephen A. Kent, Department of Sociology, University of Alberta, Edmonton, Alberta, Canada.
Tratto da Marburg Journal of Religion
In riferimento a Replica della Chiesa di Scientology Internazionale .

Traduzione di Martini, luglio 2006

 

Sommario:

  1. Introduzione
  2. Nuove informazioni sul RPF
  3. Il Rehabilitation Project Force e le violazioni dei Diritti Umani
  4. Gordon Melton sulla Sea Organization
  5. Lo studio europeo sul Rehabilitation Project Force
  6. Goodman manca di proteggere i bambini di Scientology
  7. Calunnie
  8. Non l'ho detto, non l'ho fatto, non sono colpevole
  9. Correzione dei fatti
  10. Il ritratto che la Goodman fa dei critici
  11. L'accordo segreto di Scientology con l'Internal Revenue Service
  12. Prove, documentazione ed evidenza
  13. I problemi di Scientology in Germania
  14. Conclusioni

Bibliografia


1) Introduzione

Nel dibattito europeo sui diritti umani in relazione a Scientology vi è in gioco la legittimità di diverse reazioni governative contro l'organizzazione che limitano, e potenzialmente prevengono, le sue attività e quelle dei suoi membri. Scientology, con tutti i mezzi e ad ogni costo, deve ritrarre se stessa come una parte lesa i cui diritti vengono calpestati da funzionari che incoraggiano fanatismo, discriminazione, feroce laicismo e protezionismo denominazionale delle fedi storiche. Viste in questo contesto, l'organizzazione e i suoi difensori non si posso astenere dal contestare le mie lunghe e dettagliate pubblicazioni sulle quasi certe violazioni dei diritti umani di Scientology. Le mie conclusioni mi spingono seriamente a ritenere che Scientology gestisca un programma di lavoro forzato e di rieducazione ai danni di membri della sua elitaria Sea Org(anization) ritenuti delinquenti - programma che ha riguardato anche adolescenti e bambini con non più di dodici anni (Kent 1999c: 9). Chiamato Rehabilitation Project Force (RPF - Squadra del Progetto di Riabilitazione) tale programma rientra a mio avviso nelle definizioni scientifico-sociali di tentativo di plagio (Kent 2000, 2001a;b). Il programma dovrebbe essere (ed è) di particolare interesse per gli europei in quanto la sua natura totalitaria rievoca altre ideologie antidemocratiche di cui essi sono stati testimoni diretti.

La replica di Leisa Goodman (Goodman, 2001) al mio precedente articolo pubblicato da questa rivista (Kent 2001c) sui diritti umani in Europa è la sede ideale per presentare la prospettiva di Scientology sul dibattito in merito ai diritti umani, poiché un'arena pubblica è di gran lunga preferibile alle "operazioni" dietro le quinte di cui sono stato vittima in passato per mano di Scientology (discuterò alcune di esse tra un momento, poiché tali attacchi hanno rivelato molto sul carattere dell'organizzazione e sui suoi leader). Parte della strategia reattiva di Scientology contro le questioni che ho sollevato sembrano essere attacchi alla mia reputazione professionale, con modalità che potrebbero sminuire la mia reputazione (e, per estensione, la mia credibilità accademica).

Collegata alla critica di Goodman al mio lavoro vi è una presentazione (dello studioso indipendente J. Gordon Melton) sulla presunta natura religiosa della fortemente dedicata Sea Org(anization) di Scientology, nel cui ambito opera l'RPF (Melton 2001). Se l'RPF non è molto diverso dai programmi di culto o di recupero operanti in organizzazioni religiose normative, allora i governi non hanno basi legittime per intervenire contro Scientology affermando che i suoi membri sono vittime di abusi. La strategia di Melton sembra essere quella di dibattere aspramente sull'accuratezza della mia cultura, offrendo contemporaneamente in sua vece una interpretazione religiosa di eventi e strutture sociali che io ho (o meglio avrei) considerato essere fondamentalmente secolari. Le critiche di Goodman e di Melton sono complementari, perciò mi indirizzerò a punti che entrambi sollevano. Devo anche riferirmi a uno studio condotto da Juha Pentikainen (della Università di Helsinki, Finlandia), Jugen F. K. Redhardt, e Michael York (del Bath Spa University College, Inghilterra) sul RPF (Pentikainen, Redhardt e York 2002) [1], poiché le loro conclusioni positive sul RPF sorvolano su questioni significative, sia metodologiche che etiche, a cui ci si deve invece indirizzare in qualsiasi studio sul RPF (per questioni di comodità mi riferirò a questo studio come allo "studio europeo"). Nell'analizzare tali questioni non vorrei però che i lettori perdessero di vista le problematiche fondamentali sui diritti umani implicite nel vasto e importante contesto in cui questo dibattito si sta svolgendo.


2) Nuove informazioni sul RPF

Per il gusto della discussione poniamo (per un momento) che la mia erudizione sia così non professionale e faziosa come sostengono Goodman e Melton. Poniamo che il mio lavoro in merito a diritti umani e Scientology sia profondamente carente e che i miei lunghi e dettagliati studi sul RPF, che si sono avvalsi di diverse fonti, abbiano concluso che il programma «costringe i partecipanti a un regime di dura punizione fisica, confessioni forzate, isolamento sociale, duro lavoro fisico e intenso studio dottrinale, il tutto parte di uno sforzo della leadership studiato per conquistare la dedizione ideologica dei soggetti» (Kent 2000: 9), ma lasciamo per un momento a parte tale conclusione. Per il momento, prendiamo tutta la mia ricerca sul RPF e mettiamola sullo scaffale in modo da poter analizzare le informazioni sul RPF che più recentemente sono arrivate agli occhi del pubblico.

Evidentemente incuriosito dal mio studio sul RPF pubblicato ad Amburgo, a metà gennaio 2001, il giornalista Pierre Collignon [2] di un quotidiano danese scrisse quattro articoli sul RPF di Copenhagen. Non avendo ottenuto l'autorizzazione (che spetterebbe agli accademici) di avvicinare seguaci attivi, Collignon intervistò uno scientologist che aveva trascorso diciotto mesi sul programma. Forse, cosa più importante, Collignon ebbe un accesso senza precedenti alle cosiddette sacre scritture che sottolineano le restrizioni secondo cui devono operare gli ospiti del RPF. Anche se non riporterò tutti i suoi accertamenti, molto di ciò che egli scoprì sarà utile per verificare l'accuratezza di alcune parti della mia ricerca.

Collignon ha riassunto i documenti più recenti del RPF - documenti che non ho mai visto - e tale riassunto dimostra che l'organizzazione di Scientology pone a chi sta svolgendo il programma le seguenti condizioni:

Non si possono incontrare i propri familiari;
Non ci si può rivolgere agli altri;
Non si possono lasciare gli edifici di Scientology da soli;
Non si può guidare la macchina;
Si deve indossare al braccio una banda nera e si vive segregati dagli altri scientologist;
Si deve correre, non camminare (Collignon, 2001a).

Negli interi diciotto mesi che lo scientologist tedesco intervistato da Collignon aveva trascorso sul programma non aveva mai potuto incontrare la moglie, e aveva trascorso tredici di quei diciotto mesi a Los Angeles (con circa altre 150 persone) impegnato in lavori di giardinaggio, studiando e facendo auditing (Collignon 2001b). Tutti i suoi studi e letture dovevano riguardare unicamente materiale Scientology, poiché a chi è sul programma RPF è fatto divieto di leggere romanzi «o qualsiasi altra forma di intrattenimento...» (Collignon 2001a). Per il lavoro fisico svolto in quel periodo aveva ricevuto soltanto un quarto del suo normale salario, e per tutto il periodo gli era stato fatto divieto di «iniziare comunicazioni scritte o verbali con persone al di fuori del RPF». (Collignon 2001a).

Dal riassunto degli accertamenti di Collignon possiamo vedere le deficienze della mia precedente cultura in materia. Quando ho dissertato di RPF negli articoli a cui hanno poi replicato Goodman e Melton avevo sottostimato la durezza delle attuali attività. Ora gli elementi del programma sono ancora più ingiuriosi di quelli di cui avevo parlato nella mia ricerca. Se è vero che molto di ciò che avevo scritto collima con gli accertamenti di Collignon (ed altri aspetti del mio lavoro si spingono oltre la sua ricerca), avevo però parlato di salari in salita da un quarto alla metà della paga normale man mano che il membro progrediva sul programma. Collignon invece ha scritto che gli RPFiani ricevono solo un quarto della loro normale retribuzione. Chi si trova sul nuovo programma RPF ha il divieto di avere contatti con la propria famiglia, il che è una escalation drammatica rispetto alle regole precedenti. Lo scientologist tedesco che trascorse diciotto mesi sul RPF aveva accettato la proibizione ad avere contatti con la famiglia in quanto semplicemente "parte del gioco" (citato in Collignon, 2001b). Il punto su cui si concentra Collignon è l'impatto che queste proibizioni ai contatti familiari possono avere sui figli degli RPFiani. Come egli ha indicato, «di recente le regole si sono irrigidite con una clausola che proibisce qualsiasi rapporto con la famiglia. In precedenza gli scientologist sul RPF potevano vedere coniuge e figli una volta a settimana».


3) Il Rehabilitation Project Force e le violazioni dei Diritti Umani

La restrizione sui contatti con i familiari (compresi i bambini) che Scientology applica agli RPFiani sembra essere una flagrante violazione all'Articolo 8 della Convenzione Europea per la Protezione dei Diritti Umani e delle Libertà Fondamentali del 1950. Il primo paragrafo di quell'articolo stabilisce che "Tutti hanno il diritto al rispetto della vita privata e familiare, della dimora e della corrispondenza" (in Janis, Kay, and Bradley 1995: 471). Similmente, l'Articolo 12 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani dice che "Nessuno deve essere sottoposto a interferenza arbitraria sulla sua privacy, famiglia, casa o corrispondenza, né ad attacchi al suo onore o alla sua reputazione. Chiunque ha diritto alla protezione della legge contro tali interferenze o attacchi" (in Janis, Kay, and Bradley 1995: 507; si veda Kent, 1999c: 11). E ancora, la dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dell'Infanzia (proclamata dalla risoluzione dell'Assemblea Generale il 20 novembre 1959) stabilisce che:

Il fanciullo, per il pieno e armonioso sviluppo della sua personalità, ha bisogno di amore e comprensione. Deve, quando possibile, crescere nella cura e sotto la responsabilità dei genitori e, in ogni caso, in un'atmosfera di affetto e di sicurezza morale; un bambino di tenera età non deve, salvo circostanze eccezionali, essere separato dalla madre (Assemblea Generale delle Nazioni Unite 1959, Principio 6).
Vista perciò nel contesto di diverse risoluzioni internazionali la proibizione di Scientology ai contatti familiari tra i membri del RPF sembra essere una seria violazione ai diritti umani, punto che ho sollevato nel mio lungo studio sul RPF (Kent 2000: 51). Ho sollevato anche un punto simile circa le violazioni dei diritti umani inerenti al calo drammatico di remunerazione e proibizione al tempo libero e alle vacanze che (arbitrariamente) i membri del RPF devono affrontare, ed ho sollevato un ulteriore numero di punti relativi ai diritti umani che sono in linea con le nuove prove di Collignon (Kent 1999c: 11; 2000: 51).

Non è sufficiente che Scientology richieda ai membri della Sea Org come Franz Stoeckl di «firmare [una dichiarazione] che [ti sottoponi al programma] volontariamente e che te ne puoi andare in qualsiasi momento», come ha insistito il portavoce europeo di Scientology Gaetane Asselin (citato in Collignon, 2001c). All'organizzazione di Scientology deve essere fatto divieto di pretendere l'applicazione di questa e di altre restrizioni, in qualsiasi circostanza e indipendentemente dalla posizione interna (inclusi gli RPFiani) che si riveste. Di nuovo, la Convenzione Europea è chiara: «Il godimento dei diritti e delle libertà presentate nella presente Convenzione deve essere assicurato senza discriminazioni in base a sesso, razza, colore, lingua, religione, inclinazione politica o di opinione, di origine nazionale o sociale, di associazione con una minoranza nazionale, di nascita o status diversi». (in Janis, Kay and Bradley 1995: 472 [Articolo 14]). Anche se fosse vero, come affermano Goodman e Melton, che l'RPF ricorda programmi di "altre" religioni, Scientology non ha comunque il diritto (in base ai punti internazionali appena richiamati) di limitare i contatti dei propri membri con le loro famiglie. Chiaro e sicuro come questo punto legale stabilisce, non si deve dimenticare il costo umano, specialmente per quanto riguarda i bambini, patito da chi si ammazza di fatica (in un caso scoperto da Collignon, per cinque anni) e a cui vengono imposte tali costrizioni.

La realtà in cui questa organizzazione colloca l'adesione dottrinale a discapito dei bisogni individuali è identica a un aspetto dei programmi di riforma del pensiero o "lavaggio del cervello" identificato dallo psichiatra Robert L. Lifton quarant'anni fa nel contesto dei comunisti cinesi. Scrivendo su uno degli aspetti del totalitarismo ideologico o programma di "lavaggio del cervello" (Lifton 1961: 420, 435) che Lifton definì "Dottrina a discapito della persona", l'autore parlò della tendenza, per quanto riguarda i gruppi plagiari, di richiedere «la subordinazione dell'esperienza umana alle affermazioni della dottrina» (Lifton 1961: 430). Tali gruppi «pretendono che carattere e identità vengano rimodellati, non in accordo alla propria natura speciale o alle proprie potenzialità, ma piuttosto per adattarsi ai contorni rigidi del mondo dottrinale. L'umano viene perciò asservito all'inumano» (Lifton 1961: 431), che nelle circostanze del RPF significa l'asservimento del normale contatto coniugale o familiare alla possessività totalitaria di una "istituzione avida" (si veda Coser 1974). Già in base a questo singolo punto non deve meravigliare che governi come quello francese e tedesco stiano scrutinando Scientology così attentamente.

Tuttavia, notevole meraviglia desta il fatto che J. Gordon Melton non si sia reso conto delle implicazioni abusive delle attuali direttive del RPF sui figli di chi è assegnato al programma. Forse non le ha lette o forse ancora non esistevano, poiché Collignon (che ha condotto la sua ricerca dopo Melton) ha indicato che la direttiva che proibisce agli RPFiani di avere contatti con i familiari era un'aggiunta abbastanza recente. Ad ogni modo, Melton non ha fatto alcun cenno a tale direttiva restrittiva affermando invece che - in preparazione del suo studio sul RPF - egli aveva analizzato «la serie di 30 documenti sul RPF scritti da Hubbard come Flag Orders tra il 1974 e il 1985...» (Melton 2001: n. 49). Egli ha tuttavia ammesso che «chi viene maggiormente colpito dal programma sono le coppie sposate, poiché hanno pochi contatti nel periodo in cui uno dei due lo sta facendo. Vengono incoraggiati a scriversi con regolarità, ma hanno contatti personali poco frequenti» (Melton 2001: 15). Per una qualche ragione Melton non ha tenuto in considerazione l'impatto che la privazione dei genitori ha sui figli (per non parlare dei genitori stessi), e non ha indicato quando gli ospiti del RPF avrebbero il tempo materiale per scrivere ai loro familiari, essendo la loro giornata molto impegnata e sempre sotto controllo. Tenete anche a mente che la privazione di contatti con i genitori e/o con i coniugi si protrae per mesi, se non per anni. Come lo stesso Melton ha concluso, «Un anno sembra essere la minima» quantità di tempo di permanenza sul RPF, ma egli ha «intervistato una persona che vi era rimasta per circa tre anni» (Melton 2001: 16). Già solo per questi motivi sono sconcertato di come Melton possa concludere che «Non ho però trovato evidenze di alcun tipo di abuso come elemento comune della vita nel RPF» (Melton 2001: n. 60). Giusto per restare in tema di rapporti familiari, tale evidenza è insita nell'informazione stessa da lui citata.

Il punto della paternità dei documenti RPF riveste qualche importanza, in particolare perché quelli che ho visto io erano stati approvati da Hubbard ma non necessariamente scritti da lui. Se Hubbard scrisse effettivamente i documenti RPF, come ha indicato Melton, allora (in quanto emanazione del fondatore del gruppo) essi appartengono alle auto identificate "sacre" scritture di Scientology. Sono perciò molto sorpreso che Melton si sia servito di tali documenti visto che Scientology ha limitato la loro circolazione solo a membri di alto livello che abbiano i requisiti per leggerli. In un articolo in cui io e il mio co-autore esprimevamo preoccupazione per il sostegno che Melton e altri accademici davano agli sforzi di Scientology di mantenere i segreti dottrinali, limitando l'accesso ai documenti chiave (Kent e Krebs 1998b: 42-43), Melton ha risposto affermando:

Non solo i sociologi, ma tutti i ricercatori - sia che si tratti di antropologi, psicologi o studiosi della religione - devono prendere alcune decisioni personali su come essi, in quanto osservatori esterni e non credenti, si relazioneranno con ciò che il gruppo oggetto di studio considera maggiormente sacro. Questo è un punto su cui ci troviamo in disaccordo. Nel caso della Chiesa di Scientology, la cui vita è strutturata in una serie di gradini ascendenti, gli insegnamenti dei suoi livelli superiori (come in molti gruppi esoterici) vengono ritenuti come i più sacri. Se da una parte vorrei essere a conoscenza di quegli insegnamenti, dall'altra essi non hanno scelto di dividerli con me, e chi attualmente ne possiede copie e/o ha cercato di pubblicarli all'estero ha lavorato, alla fine, su copie portate fuori dalla chiesa senza autorizzazione. Sebbene non ami particolarmente la Chiesa di Scientology, rispetto il suo diritto di stabilire un reame sacro per i suoi membri (Melton 1999: 17).
Forse quando Melton fece questa affermazione aveva in mente la battaglia sui documenti relativi a "Thetan Operante", i livelli superiori di Scientology, ma anche i Flag Order del RPF sono riservati e (se in realtà di tratta di scritti di Hubbard come egli sostiene), si tratta presumibilmente di documenti sacri. Avendo dichiarato, nel 1999, il suo rispetto sia per il diritto di Scientology di fissare un reame sacro per i suoi membri che l'identificazione dello stesso con alcuni documenti riservati solo ai membri di più alto livello, ora Melton sta basando la sua erudizione su di essi. Sembra perciò avere cambiato idea sulla correttezza del lavoro accademico in relazione a questioni riservate come gli Ordini di Flag.


4) Gordon Melton sulla Sea Organization

I commenti di Melton sul RPF sono apparsi nel contesto di un più ampio studio della Sea Organization. Il contesto che egli sperava di creare inquadrava la Sea Organization come una comunità religiosa, rendendo perciò l'RPF un (altro) esempio di un sistema «in cui chi infrange le regole deve fare ammenda ed essere reintegrato nella vita comunitaria» (Melton 2001: 12).Cerca però di esporre i fatti usando un'analogia con i Trappisti, la Legge Canonica del cattolicesimo e con diverse tradizioni monastiche buddiste. È costretto ad usare questa tattica perché i documenti di Scientology della fine degli anni '60/primi anni '70 che istituivano la Sea Org e ne delineavano le attività iniziali ignorano qualsiasi dichiarazione religiosa, ritraendola invece primariamente in termini manageriali.

È la storia (che Melton ignora) a fornire il contesto in cui nel 1967 venne creata la Sea Org (Hubbard 1967). Nel dicembre del 1965 lo Stato di Victoria in Australia «mise Scientology fuori legge e affidò alla Procura Generale il compito di sequestrare e distruggere tutti i suoi documenti e archivi» (Miller 1987: 254). Nel febbraio del 1966 la Commissione di Inchiesta australiana su Scientology (guidata da Kevin A. Anderson, QC), emise il suo mordace rapporto sull'organizzazione (definendo le sue tecniche ed essa stessa come "malvagie", identificandola come una "serie minaccia alla comunità" (citato in Miller 1987: 252).) Quel rapporto sollevò interesse in Inghilterra (dove all'epoca si trovava Hubbard). Nell'aprile del 1966 Hubbard era in Rodesia, paese in cui sperava di trovare un ambiente favorevole alle attività di Scientology. Il governo locale però non gli rinnovò il permesso temporaneo di residenza e alla metà di luglio fu costretto a lasciare il paese (Miller 1987: 257-260). Questi problemi si combinavano con l'ostilità ricevuta da Scientology negli Stati Uniti, riassunti nella massiccia irruzione del gennaio 1963 della Food and Drug Administration contro la struttura Scientology di Washington D.C. (Miller 1987: 247). Perciò una interpretazione molto plausibile per la creazione della Sea Organization e per le sue navi che solcavano i mari è che Hubbard volesse sfuggire allo scrutinio dei governi - interpretazione che acquista credibilità nei commenti che egli fece con un importante scientologist alla fine del 1966 (Miller 1987: 262). Inoltre in quello stesso periodo Hubbard creò anche il Guardian's Office (1 marzo 1966), in parte per dare alla sua organizzazione un'agenzia che potesse combattere i critici.

Come riportato da Roy Wallis, le pubblicazioni Scientology di quel periodo identificavano la Sea Org come «la divisione di ricerca e di management della Chiesa di Scientology», il cui scopo era «mettere IN l'ETICA» della società in generale. (Wallis 1976: 140). L'etica che la Sea Organization avrebbe dovuto portare nella società (attraverso il management e l'espansione dei corsi e della "tecnologia" di Scientology) era una particolare forma di moralità di cui avrebbe beneficiato unicamente l'organizzazione. In uno dei dizionari di Scientology, alla definizione di "etica" troviamo «lo scopo di etica è rimuovere le contro intenzioni dall'ambiente. Ed avendolo ottenuto, il suo scopo diventa rimuovere dall'ambiente le altrui intenzioni» (Hubbard 1976a: 179). In inglese semplice, lo scopo dell'etica di Scientology è eliminare gli oppositori, poi eliminare gli interessi della gente in cose che non siano Scientology. In tale ambiente "etico" Scientology riuscirebbe a imporre alla società i suoi corsi, la sua filosofia e il suo "sistema di giustizia" - cioè la sua cosiddetta tecnologia. Quella stessa definizione di etica contiene l'affermazione che «[tutta] l'etica è quindi, in realtà, semplicemente lo strumento aggiuntivo necessario per rendere possibile portare "in" la tecnologia. Questo è l'intero scopo di etica: mettere "in" la tecnologia» (Hubbard 1976a: 179). In seguito, un articolo pubblicato da una rivista Scientology del 1988 dedicata alla Sea Organization, High Winds, diceva (a lettere maiuscole): «alla fine di dicembre del 1968 LRH [L. Ron Hubbard] ha scritto un Flag Ship Order in cui affermava che "LA SEA ORGANIZATION È PRIMARIAMENTE UNA ORGANIZZAZIONE DI ETICA» (Church of Scientology International [CSI] 1998: 19).

Portare l'etica nella società dipendeva dall'uso e dalla gestione corretta della "tecnologia" di Scientology (pensava Hubbard) così nel 1970 egli inviò una nota ai membri della Sea Organization in cui diceva:

Siamo un'azienda (attività) di management e naturalmente trasportiamo persone.

In realtà centinaia di aziende di tipo commerciale usano la nostra tecnologia e riceviamo regolarmente richieste da loro, e abbiamo pacchi di lettere al riguardo...

Per favore credetemi, questo è quanto facciamo, è quanto faremo e non c'è bisogno di ricamarci perché è vero (Hubbard 1970).

Naturalmente nel continuare a sviluppare la sua angolazione religiosa, principalmente per cercare di minimizzare lo scrutinio della società sulle sue attività e avere tregue fiscali, Scientology avvertì il bisogno di ricamare su storia e scopo originale della Sea Organization. La relazione di Melton al riguardo è un esempio drammatico di come commentatori ben disposti possano riscrivere il passato al fine di adattarlo ai bisogni del presente ma, trascurando i documenti chiave della fine degli anni '60 e dei primi anni '70, quello studio fa uno sforzo poco convincente.


5) Lo studio europeo sul Rehabilitation Project Force

Melton, al pari di uno degli autori dello studio europeo sul RPF (Juha Pentikainen), ha appoggiato le affermazioni religiose di Scientology (Pentikainen e Pentikainen 1996), e l'organizzazione utilizza quegli appoggi per cercare di conquistare piena legittimità. Inoltre i tempi di attuazione in cui gli autori hanno condotto i loro studi hanno coinciso, e ci si chiede se questa sovrapposizione nel tempo (e in un luogo) sia stata pura coincidenza. Melton ha condotto le sue interviste RPF «con oltre una decina di» persone sul programma a Los Angeles, Clearwater e Copenhagen nell'estate e nell'autunno del 2000, sebbene nel suo studio non faccia citazioni da esse (Melton 2001: n. 1). Il team europeo ha condotto il suo studio sugli RPF di East Grinstead (nella struttura Scientology di St. Hill) e Copenhagen tra il novembre 2000 e il novembre 2001, intervistando ventiquattro persone e fornendo riassunti delle interviste (Pentikainen, Redhardt e York 2002). Due dei ricercatori europei - Pentikainen e York - sono studiosi famosi, ma non sono stato in grado di trovare informazioni su Redhardt, se non che figurava sul programma di un convegno della fine novembre 1997 sponsorizzato dalla Chiesa dell'Unificazione, intitolato "I Fondatori e i Modellatori delle Religioni Mondiali". Lo studio europeo cita la relazione di Melton e una prima versione del mio lavoro sul RPF.

Nel discutere sia la Sea Organization che l'RPF lo studio europeo e lo studio di Melton hanno un tono molto simile. Essi cercano di ritrarre la Sea Organization in un contesto monastico, mancando contemporaneamente di citare i documenti originali forniti dalla stessa Scientology che potrebbero collocarla sotto una luce diversa, di fatto secolare. Inoltre entrambi gli studi evitano di riportare l'età minima per diventare membri Sea Org a pieno titolo (che negli anni '90 era di 14 anni, se non più giovani), ma Melton doveva essere al corrente di questa giovane età poiché un giornale lo ha citato in un articolo su una ex membro Sea Org che raccontava la sua vita di quattordicenne nell'organizzazione (Lattin 2001). Inoltre, entrambi gli studi non fanno cenno all'assenza di un sistema pensionistico per gli anziani della Sea Organization, o di case di riposo per membri anziani o infermi (cosa che, tra l'altro, le istituzioni monastiche rispettabili hanno). I salari della Sea Organization non vengono mai menzionati, anche se pare si aggirino sui 50 dollari la settimana, ma molto spesso sensibilmente di meno (Kent e Hall 2000: 53 n.8; Malka 2002). L'esatta natura dell'assistenza medica fornita ai membri della Sea Organization non viene chiarita (ed essa deve sicuramente variare da paese a paese), e si tratta di un punto importante nell'ambito di un'organizzazione il cui fondatore aveva ideali bizzarri e potenzialmente pericolosi sulle cause e sulle cure di alcune malattie (Circuit Court of the Sixth Judicial Circuit 2000). Nessuno dei due studi prende in considerazione la legittimità dell'esistenza del RPF sotto il profilo etico, legale o dei diritti umani. Inoltre, gli studi spiegano l'adesione al programma RPF enfatizzando fallimenti o difetti personali o in relazione all'adempimento del proprio ruolo, piuttosto che motivata da direttive non raggiungibili e prodotti criticabili del gruppo stesso (Melton 2001: 13; Pentikainen, Redhardt e York 2002: 11).

Ma cosa ancora più grave, tutti gli autori evitano di informare il lettore sul fatto che Scientology richiede a chi voglia lasciare l'RPF (e che non sembra essere una minaccia importante per l'organizzazione) di farlo unicamente tramite un "routing out" [percorso di uscita]. Per quanto riguarda la fine degli anni '70, tale procedimento prevedeva l'attuazione di una scrematura delle cartelle di auditing (chiamate cartelle del pc o del preclear) alla ricerca di informazioni personali che in seguito sarebbero state riscritte in forma di affidavit che la persona in uscita doveva firmare (Rosenblum n.d.: 7). L'uscita dal RPF veniva anche caricata da ciò che l'organizzazione chiama "freeloader debt" [debito dello scroccone - spesso nell'ordine delle decine di migliaia di dollari] per tutti i corsi gratuiti frequentati mentre si era membri attivi della Sea Organization (Hubbard 1976a: 225). Di recente il probabile impatto di tale debito su un ex membro Sea Org è diventato tragicamente evidente nel caso di Eric Rubio, un francese residente in Danimarca ridotto sul lastrico, e poi morto di fame, che da circa sette anni era impegnato nel rimborso a Scientology del suo debito freeloader (Malka 2002). Negli studi sulla Sea Organization e sul RPF tali omissioni sono gravi, poiché avere omesso informazioni di questo tipo rende più facile sostenere che si tratta di organizzazioni religiose, benevole e volontarie.

In merito allo studio europeo esistono ulteriori problemi per quanto riguarda l'etica della ricerca. È evidente che i ricercatori si sono rivolti ai funzionari di Scientology per poter contattare i membri del RPF, e in seguito si sono rivolti a loro unicamente con il nome di battesimo. Il problema etico dovrebbe essere ovvio: i ricercatori non potevano in alcun modo rendere anonimi i soggetti nei confronti dell'organizzazione a cui appartenevano. Commenti negativi o critici avrebbero spinto di nuovo tali membri del RPF sui livelli "riabilitativi" del programma, il che, comprensibilmente, sarebbe costato loro ulteriori mesi, se non anni, di lavoro. Forse non fa meraviglia che nessuno di loro abbia riferito ai ricercatori niente di più che brevi lodi al programma. Inoltre, come ricercatori, non hanno colto la grande opportunità di acquisire prospettive nuove sul RPF; non hanno infatti cercato di rintracciare e re-intervistare due persone che avevano intervistato all'inizio, ma che in seguito avevano lasciato il programma (Pentikainen, Redhardt e York 2002: 2). Infine, come ricercatori hanno infranto l'etica pubblicando il nome completo di una persona con cui uno degli informatori aveva presumibilmente avuto «contatti sessuali preliminari» (Pentikainen, Redhardt e York 2002).


6) Goodman manca di proteggere i bambini di Scientology

Chiaramente un'area su cui andava fatto un esame minuzioso riguarda la portata del danno provocato (specialmente ai bambini) dalle proibizioni agli RPFiani di avere contatti con la famiglia. Un'altra era la probabilità che adolescenti e bambini venissero essi stessi assegnati al RPF. Su queste questioni la Goodman ha conoscenza diretta, e il non avere agito in base a quella conoscenza è inquietante. Esiste precisa evidenza del fatto che la Goodman è a conoscenza del fatto che bambini sono (o sono stati) assegnati al RPF, ma continua a difendere il programma. Baso le mie conclusioni sulla sua conoscenza sull'evidenza apparsa nel mio opuscolo sul RPF pubblicato dal governo di Amburgo, in cui ho incluso una sezione intitolata "Bambini e adolescenti nel RPF". Nella pubblicazione presentavo la seguente informazione, non sapendo ancora quanto sarebbe stata importante in un futuro dibattito:

Ulteriori prove che un RPF per bambini era operativo a Los Angeles o nelle sue vicinanze arrivò da una fonte improbabile - un servizio televisivo dell'agosto 1989 mandato in onda dalla stazione KOTO di Oklahoma City, Oklahoma. Il servizio (di cui ho una copia video) era il primo di una serie girata sul programma Narconon di Scientology - un presunto programma disintossicante che aveva iniziato ad operare in una Riserva indiana vicino a Newkirk, Oklahoma (la serie andò in onda nell'agosto 1989 ma nemmeno la stazione TV fu in grado di dirmi la data precisa. Tuttavia l'annunciatore faceva riferimento ad alcuni eventi che mi hanno fatto concludere si trattasse del 21 agosto). In uno dei segmenti il giornalista Larry Blunt si trovava su un marciapiede, presumibilmente vicino al complesso principale di Scientology a Los Angeles, dove aveva appena terminato una intervista con la portavoce di Scientology Linda (sic) Goodman. La telecamera si spostò su una scena che stava avvenendo dall'altra parte della strada, a una certa distanza, e Blunt fece il seguente commento a ciò che veniva catturato dalla pellicola: «Poco dopo lo scambio di battute [con la Goodman] è arrivato un autobus pieno di ragazzini vestiti di nero che si sono diretti di corsa verso il complesso Scientology. Un disertore recente di Scientology mi ha detto che il gruppo faceva parte del Rehabilitation Project Force della chiesa. I ragazzini avevano rappresentato un qualche tipo di problema e avevano bisogno di un'aggiustatina» (KOTO,1989).

Lo spezzone è una faccenda di pochi secondi, ma i telespettatori possono contare almeno tredici adolescenti (due o più sembrano essere ragazze), tutti vestiti con una tuta scura (maniche corte e pantaloni corti). Naturalmente le uniformi scure e l'obbligo di correre sono uno standard per chi viene assegnato al RPF. Anche se l'organizzazione di Scientology insiste che chi si trova sul RPF lo fa volontariamente, è difficile immaginare tale giustificazione (o scusa) riferita ad adolescenti la cui età suggerirebbe che dovrebbero trovarsi sotto la custodia dei genitori o di tutori (Kent 2000: 43).

Devo perciò presumere che la Goodman ha personalmente visto ciò che la telecamera stava riprendendo oppure ha guardato il servizio televisivo mentre veniva trasmesso, o subito dopo. Non sorprende che né la Goodman, né Melton, né i tre studiosi europei abbiano discusso l'importante punto relativo ai diritti umani dei bambini e degli adolescenti sottoposti a RPF, e di sicuro la Goodman ne aveva una certa conoscenza.


7) Calunnie

Poiché continuo a sollevare questioni relative a diritti umani e programma RPF, sono (secondo la Goodman), un «propagandista che sostiene una causa». Nel farlo manco di attenermi alle aspettative proprie dei professori che devono essere «accurati, giusti, onesti, e liberi da preconcetti offerti come conclusioni». Ahimè, sul punto della (presunta) discriminazione contro gli scientologist tedeschi, mostro «ignoranza consapevole» (Goodman 2001: 2). Ella cita poi due accademici che hanno criticato sia me che il mio lavoro (Goodman 2001: 2, 3), e tali critici diventano parte del tentativo di rappresentare la mia erudizione come «uno sforzo di rivestire le violazioni di diritti umani [degli scientologist] con una patina di legittimità» (Goodman 2001: 4).

Non menzionato nella (brevissima) lista di miei detrattori è il rispettato giornalista Douglas Frantz il quale (per un breve periodo) fece commenti sprezzanti su di me in un discorso tenuto ad altri giornalisti investigativi, poi pubblicato su un sito Web di una rispettabile istituzione giornalistica. Analizzare quegli sprezzanti commenti aiuterà sicuramente la Goodman a collocare quelle dichiarazioni nel giusto contesto.

Ad un pubblico di giornalisti investigativi presenti a un convegno tenuto il 15 maggio 1989 alla Nieman Foundation for Journalism dell'Università di Harvard, Frantz consigliò di indagare sulle organizzazioni no profit. Aveva ottenuto un riconoscimento internazionale per i suoi articoli su Scientology pubblicati dal New York Times, uno dei quali mi vedeva citato (Frantz 1997b: A14). Basandosi su ciò che gli era successo dopo la pubblicazione dell'articolo, il terzo suggerimento di Frantz al suo pubblico fu «Non date consigli alle vostre fonti». Nell'illustrare il perché di tale affermazione, citò un episodio che mi vedeva presumibilmente coinvolto.

Dopo la pubblicazione di un suo secondo, importante articolo su Scientology - a proposito di una ragazza morta in Florida mentre si trovava affidata alle cure di Scientology, e in cui mi citava - una donna gli aveva telefonato per dargli informazioni finanziarie «molto interessanti» sui traffici di suo marito con l'organizzazione. Al termine della storia la donna aveva chiesto a Frantz: « "A chi mi posso rivolgere per avere più informazioni sulla chiesa?" Le diedi un piccolo consiglio e vorrei non averlo fatto. Forse sembra un po' troppo ingenuo, ma vorrei non averlo fatto perché le dissi "parli con questo tizio, con Stephen Kent dell'Università di Alberta".

«Lo avevo citato nell'articolo e lei avrebbe potuto arrivarci da sola, ma ciò che accadde fu che lei telefonò a Kent - e io lo scoprii in seguito nell'ufficio di Scientology di Los Angeles - aveva telefonato a Kent, Kent l'aveva messa in contatto con un deprogrammatore di nome Rick Ross giù in Arizona, e Rick Ross le aveva spiegato come infiltrarsi nella chiesa e scoprire informazioni di prima mano, che poi avrebbe dovuto riferirgli.

«Perciò la donna si avvicinò alla chiesa e vi durò appena tre giorni, le fecero fare tutti quei test e cose del genere e lei confessò tutto al tizio di Scientology. "Ecco come l'abbiamo scoperta", mi dissero gli scientologist di Los Angeles, e la cosa ricadde su di me; Scientology mise in dubbio le mie motivazioni perché a loro sembrava che avessi preso posizione contro di loro, avevo fatto un errore, glielo dissi, raccontai esattamente che cos'era successo, che avevo fatto un errore perché avevo violato le mie stesse regole, ed è una regola su cui ho riflettuto, cioè che non puoi essere troppo puro» (Frantz 1999).

Non so quante persone fossero presenti tra il pubblico, ma dopo la pubblicazione del discorso di Frantz sul sito Web della Fondazione Nieman, qualcuno mi avvisò.

A posteriori il racconto di Frantz mi ha insegnato molto su Scientology, poiché i fatti centrali di quel racconto sono falsi. Evidentemente la presentazione audace e sfacciata di Scientology, che li spacciò per veri, fu così arguta che Frantz non si rese mai conto di essere diventato complice inconsapevole di un'operazione calunniosa ai miei danni. Tutta la storia di un mio consiglio a una donna che presumibilmente mi avrebbe chiamato su sua raccomandazione era inventata. Non è mai successa. Nessuno mi ha mai chiamato su indicazione di Frantz, il che significa che tutto il resto della è inventato. Non ho mai raccomandato nessuno a Rick Ross; Ross non ha consigliato a qualcuno di entrare surrettiziamente in Scientology per acquisire informazioni; e Scientology non ha smascherato tale persona nel giro di tre giorni. In seguito ho intimato sia a Frantz che alla Fondazione Nieman di provare le insinuazioni fatte sul mio conto, oppure di rimuoverle dal sito Web. In risposta, la Fondazione ha tolto da descrizione di questo presunto incidente e Frantz mi ha inviato le sue scuse. Scritte in modo succinto, dicevano:

Al Convegno del 1989 del Watchdog Journalism alla Nieman Foundation for Journalism della Università di Harvard ho fatto dei commenti sul Dott. Stephen A. Kent della University of Alberta che pensavo fossero accurati.

In seguito ho raccolto informazioni che mi hanno portato a concludere che tali commenti sul Dott. Kent non erano accurati; perciò li ho ritirati e mi scuso con il Dott. Kent se ciò gli ha provocato qualche difficoltà. (Frantz 2000).

Legalmente ho considerato chiusa la faccenda. A livello educativo ho imparato molto sull'organizzazione - Scientology - che aveva perpetrato l'inganno.

Usando un termine proprio di Scientology, la calunnia contro di me fu un'azione di "Fair Game". Melton ha fatto allusioni alla direttiva del "Fair Game" per le azioni compiute negli anni '70 ai danni della giornalista Paulette Cooper, ma ha scorrettamente affermato che il progetto occulto contro di lei «non fu mai posto in essere» (Melton 2001: n. 26). In realtà gli operativi di Scientology misero assolutamente in atto il loro piano occulto contro di lei, nome in codice "Operazione Freakout", che arrivò quasi a distruggerla sia finanziariamente che emotivamente. Come riferito dal Neew York Times nel dicembre 1972, qualcuno aveva inviato due lettere minatorie alla Chiesa di Scientology, scritte sulla carta da lettere della Cooper e riportanti le sue impronte digitali (la spiegazione più probabile è che un operativo di Scientology, fingendosi un volontario che raccoglieva donazioni per una causa liberale, avesse avuto accesso al suo appartamento e avesse trafugato dalla scrivania la sua carta da lettere). Il Federal Bureau of Investigation (FBI) interrogò la Cooper e alla fine un Gran Giurì la incriminò per due capi d'accusa in merito alle lettere minatorie. Nel frattempo nel suo condominio prese a circolare una lettera anonima e calunniosa sul suo conto. Le accuse vennero lasciate cadere soltanto dopo che la donna ebbe accettato e superato un test al sodio penthotal degli agenti federali. Durante le irruzioni del FBI negli uffici di Scientology del 1977 vennero scoperti documenti sulla "Operazione Freakout" che rivelavano che gli operativi del gruppo stavano progettando di incastrarla (nuovamente) per minacce minatorie, con l'intento di farla «internare in un istituto mentale, o sbatterla in galera» (New York Times 1979). Per quanto riguarda quindi le molestie di Scientology contro Paulette Cooper, Melton si sbaglia quando dice che Scientology non aveva messo in atto un piano per farla incarcerare.

Melton si sbaglia ancora sui giochi sporchi e i tentativi di calunnia di Scientology, lasciando a intendere che essi cessarono con l'abolizione del Guardian's Office ai primi anni '80. La mia personale esperienza, e quella di molti altri, indica che tali operazioni contro chi si percepisce "nemico" continuano, come ho discusso anche in una recente dichiarazione legale (Kent 2001b: para. 5-32). Infatti Scientology ha manifestato contro di me al mio campus; mi ha paragonato a un negazionista dell'olocausto e ha distribuito tali false affermazioni ai quotidiani di due città canadesi (a seguito della mia relazione sul dibattito Scientology in Germania); ha scritto diverse lettere di protesta contro di me all'amministrazione della mia Università (si veda Rusnell 1998). Più di recente, nel giugno 2002, un avvocato (Elliot Abelson) che rappresenta la Church of Scientology International mi ha fatto avere una lettera in cui mi accusa di essermi:

impegnato in diverse attività congiuntamente a Gerald Armstrong che ricadono nella categoria generale di dichiarazioni pubbliche anti-Scientology. Esse hanno compreso viaggi in Europa in cui Lei e il Sig. Armstrong siete comparsi insieme in diversi incontri pubblici, tutti con la stessa agenda anti-religiosa (Abelson 2002).
Basandosi su tali affermazioni, la lettera mi accusa poi di avere «agito di concerto» con Armstrong per violare un ordine della Corte della California inteso a mettere a tacere la sua capacità di critica di Scientology. Sebbene la lettera non fornisca specifiche sulle mie presunte azioni con Armstrong, è probabilmente stata una reazione al fatto di aver scritto sul caso Armstrong in un mio precedente articolo per questa rivista (Kent 2001c). In esso citavo i discorsi, gli incontri e le interviste con i media di Armstrong in Germania, e sospetto che Abelson e/o la Church of Scientology International abbia presunto che mi trovavo con lui. Non lo ero e non sono mai stato in Europa con Armstrong. La lettera di Abelson, pertanto, è semplicemente un tentativo di collegarmi ad Armstrong con il possibile obiettivo a lungo termine di farmi accusare quale cospiratore che lo assiste nel violare il suo accordo al silenzio.

Non sono il solo sociologo della religione ad avere sperimentato le tattiche di "Fair Game" di Scientology. Anche il defunto Roy Wallis, che alla metà degli anni '70 pubblicò un importante libro sull'organizzazione (Wallis 1976), scrisse su ciò che gli era successo mentre stava conducendo la sua ricerca (Wallis 1973). Una spia di Scientology cercò di convincere Wallis a farlo soggiornare in casa sua; ricevette da lui una telefonata per certi versi minacciosa; e falsificò lettere sia su di lui che presumibilmente scritte da lui nel tentativo di provocargli guai con i colleghi e con l'università. Come Wallis concluse:

È forte l'implicazione che, con o senza connivenze da parte della dirigenza del movimento Scientology, sono stato oggetto di un tentativo concertato di molestia studiato per "terrorizzarmi" al fine di non parlare di Scientology, per minare la mia credibilità di commentatore delle loro attività, o per tenermi talmente impegnato con queste questioni da avere meno tempo per la mia ricerca (Wallis 1973: 547).
Quando osservo ciò che è successo a me mi rendo conto che per quanto riguarda le attività di "Fair Game" di Scientology poco o nulla è cambiato in tre decenni.


8) Non l'ho detto, non l'ho fatto, non sono colpevole

Forse leggere i commenti di Douglas Frantz su qualcosa di mai avvenuto avrebbe dovuto prepararmi a ciò che sarebbe arrivato in risposta alla mia corrente ricerca su Scientology, ma devo ammettere di essere ancora stupefatto quando vengo criticato per cose che semplicemente non sono vere. Queste critiche ingiustificate sono tentativi di screditarmi in un modo che si rifletterà sulla mia erudizione, ma dicono decisamente molto di più su chi li formula. Ad esempio, Melton insiste che:

Nonostante i suoi studi su Scientology dell'ultimo decennio, Steven [sic] Kent fa continuamente errori fondamentali nel riferire credenze e pratiche del movimento. Ad esempio, la mancanza di conoscenza di Scientology è manifesta nella sua discussione del False Purpose Rundown. Si tratta di una serie di ciò che Scientology chiama "verifiche di sicurezza" o "sec checks". Kent sostiene che i "sec checks" non sono coperti dalle stesse regole di confidenzialità dell'auditing. In realtà le verifiche di sicurezza, di cui il False Purpose Rundown è un esempio, sono una forma di auditing, il tipo usato per trattare overt e withhold, e sono coperte dalle regole di segretezza che governano l'auditing. (Melton 2001: n. 67).
Melton non fornisce citazioni della mia presunta discussione erronea perché, all'epoca in cui egli scrisse la sua analisi, non avevo mai discusso la tecnica di auditing definita False Purpose Rundown. Ho invece discusso le verifiche di sicurezza (non il programma dei falsi scopi) che vengono fatte a chi si trova sul RPF, ed ho anche citato un estratto da un bollettino tecnico (intitolato "La sola, valida verifica di sicurezza") scritto ha Hubbard nel 1961 (e ristampato dall'organizzazione nel 1976) in cui si dice che il membro dello staff che lo amministra non garantisce la segretezza delle risposte (Kent 2000: 38-40, 54).

Mentre sia il False Purpose Rundown che le verifiche di sicurezza prevedono domande invadenti, il primo si incentra primariamente su questioni relative a errori di auditing - errori di procedura. Viceversa, le verifiche di sicurezza si impicciano di questioni estremamente personali, all'evidente scopo di vedere se qualcuna di tali faccende possa rappresentare una minaccia per la persona o per l'organizzazione. Secondo le istruzioni dello stesso Hubbard, i membri dello staff che stanno per somministrare ad altri membri la verifica di sicurezza avvertono che:

«Stiamo per cominciare una verifica di sicurezza. Non siamo moralisti. Siamo in grado di cambiare le persone. Non siamo qui per condannarle. Mentre non possiamo garantirti che le questioni rivelate in questa verifica di sicurezza resteranno segrete per sempre, possiamo prometterti fedelmente che nessuna parte di essa o nessuna risposta che darai sarà fornita alla polizia o allo stato» (Hubbard 1976b: 276).

Il documento è chiaro: il materiale delle verifiche di sicurezza non è confidenziale. Non esiste alcuna garanzia che le risposte «saranno mantenute segrete per sempre», come invece si suppone siano le cartelle di auditing (o almeno così afferma l'organizzazione).

Inoltre, quando già la relazione di Melton era disponibile in Internet è apparso in stampa un altro mio articolo (all'inizio di agosto 2001, nonostante l'articolo pubblicato porti la data del dicembre 1999) in cui citavo specificamente il False Purpose Rundowm. Nel discutere gli attacchi di Scientology contro psichiatria e cristianesimo, dicevo:

In un Bollettino dell'Hubbard Communications Office studiato per riparare problemi associati agli aspetti dell'auditing, agli auditor era richiesto di fare al preclear una serie di 109 domande, compresa la domanda 102: «IN QUESTA VITA HAI SUBITO SUGGESTIONI IPNOTICHE DA UNO PSICHIATRA O DA UN PRETE?» (Kent 1999a: 118 n. 7).

Pertanto, per quanto riguarda almeno l'argomento delle verifiche di sicurezza, non sono io quello che fa errori fondamentali.

Sarebbe invero tedioso replicare a tutte le critiche di Melton e della Goodman quindi mi limiterò alle principali. Se è vero che qualunque erudizione è passibile di modifica e aggiustamento, e di disputa, suggerisco che i lettori vedano le critiche della Goodman a me e al mio lavoro nel contesto di "azioni di Fair Game". Ad esempio, lei afferma che non sono mai stato in una chiesa di Scientology, il che sottintende che il gruppo abbia in effetti chiese da frequentare. Il gruppo non le ha: alcune organizzazioni hanno cappelle che vengono usate per servizi occasionali. Come tuttavia ho indicato in una testimonianza peritale dell'inizio del 1998, ho partecipato a numerosi eventi di Scientology e incontrato scientologist nei loro rispettivi uffici di Montreal, Toronto e Los Angeles. Tali eventi comprendevano un incontro di reclutamento della Sea Org a Edmonton e un esclusivo party di Scientology a Toronto (Kent 1998: 1-2). Ho anche fotografato il presidente della Church of Scientology International, Heber Jentzsch, nel suo impressionante ufficio di Los Angeles. Pertanto le mie preoccupazioni per possibili violazioni dei diritti umani in alcune delle pratiche di Scientology non sono state dissipate dai miei contatti professionali con i suoi praticanti.

Parimenti la Goodman non può liquidare la mia analisi del RPF sostenendo che non l'ho mai visto all'opera. L'ho fatto, ma in circostanze che lei non si aspetterebbe. Grazie a registi tedeschi Peter Reichert e Ina Brockman ho degli spezzoni girati a Clearwater, Florida, che ritraggono l'RPF in azione in due separati ambienti lavorativi Scientology. I filmati sono stati girati da un terreno non di proprietà Scientology, per cui i cineoperatori non hanno violato alcuna legge sulla proprietà privata. L'importanza di questi filmati sta nel fatto che l'organizzazione non era al corrente che i suoi membri venivano osservati, quindi le situazioni e i comportamenti non erano alterati per presentare la vita del RPF in modo diverso.

Sarei certamente lieto di avere l'opportunità di visitare un RPF, ma per prima cosa bisognerebbe esaminare alcune serie questioni etiche. Sarebbe ad esempio impossibile garantire l'anonimato e la confidenzialità degli ospiti del RPF (come la politica etica professionale standard richiederebbe), il che per essi potrebbe avere certe conseguenze. Qualsiasi affermazione meno che positiva sul programma che gli ospiti potessero fare potrebbe avere conseguenze per loro inaccettabili. Soltanto per questi motivi (e ve ne anche sono altri) [Kent 2001a: 406-407]), le condizioni stesse in cui opera l'RPF di Scientology rende eticamente impossibile intervistare i suoi ospiti.


9) Correzione dei fatti

Nulla è più tedioso che leggere autori che litigano su posizioni diverse (e spesso tendenziose). Ciò che per il lettore sono piccoli punti, per chi discute diventano posizioni gonfiate e nel litigio si perdono di vista i punti importanti. Nel dibattito internazionale su Scientology esistono punti di grande importanza, ma non posso esimermi dal correggere alcuni punti minori. Velocemente, per quanto riguarda alcuni di essi:

9.1) Scientology e la fine del Cult Awareness Network

La Goodman spende diverso del suo tempo nel discutere un caso civile che distrusse il vecchio Cult Awareness Network (CAN), e si trattò davvero di una grande vittoria per l'organizzazione. Altrove, io ed altri abbiamo dettagliato l'orchestrazione di Scientology in quella causa, compresa la debilitazione finanziaria provocata dall'assalto legale che Scientology lanciò contro il CAN prima del processo civile finale (CBS 1997; Goodstein 1996; Kent e Krebs 1998b: 40-42). La prova più importante che io e la mia co-autrice scoprimmo sul caso fu che i tribunali furono scorretti nel presumere l'esistenza di un collegamento tra la persona (Shirley Landa) che diede il nome di un deprogrammatore a un genitore preoccupato dell'area di Seattle, Washington, e l'ufficio del CAN, con sede vicino a Chicago (Kent e Krebs 1998a: 48-49 n. 49). Senza quel collegamento il CAN non sarebbe mai stato imputato nella causa civile, ma il fatto che lo fu, e che la sentenza lo mandò in fallimento, è un testamento della strategia efficacemente implacabile della litigiosità di Scientology.

Goodman ha liquidato la mia attribuzione a Scientology della fine del CAN (Goodman 2001: 2), ma la stessa Scientology si assicurò che i suoi membri fossero al corrente che l'avvocato capo dell'accusa era uno dei loro. In un articolo apparso nel 1995 su International Scientology News, la Church of Scientology International incluse un articolo sul verdetto civile contro il suo nemico. L'articolo informava i lettori che «la vittima, Jason Scott, è stata abilmente rappresentata in giudizio da Kendrik Moxon, scientologist» (Church of Scientology International [CSI] 1995). Non solo Moxon era uno scientologist, ma per attaccare il CAN applicò anche le dottrine Scientology. Come un numero di Impact - la rivista della International Association of Scientologists - rivelava,

La vittima ha presentato istanza civile contro [Rick] Ross e il Cult Awareness Network. E a quell'epoca [la vittima] aveva un avvocato che sapeva il fatto suo, stava usando la tech PTS/SP! L'avvocato era uno scientologist e OT [Thetan Operante], Rick Moxon» (Kurt Weiland, citato in International Association of Scientologists Administrations 1995: 12).
La "Tech PTS/SP" si riferisce alle direttive di Hubbard su come attaccare i presunti nemici (chiamati "persone soppressive" o "SP") e chi è in contatto con esse (chiamate "fonti potenziali di guai", o "PTS"). Il CAN naturalmente era il principale gruppo "SP" d'America, e da anni Scientology stava portando avanti operazioni contro di esso, ben prima che Moxon collaborasse alla sua bancarotta.

9.2) I crimini di Scientology

Un'ultima parola sul CAN: la Goodman lo ritrae come un'organizzazione criminale, il che è semplicemente falso. Né l'associazione né il suo direttore, Cynthia Kisser, hanno mai avuto condanne penali. Tuttavia, una branca canadese dell'organizzazione della Goodman, Scientology, ha avuto condanne penali - due condanne per abuso di fiducia inflitte alla Chiesa di Scientology di Toronto nel 1992, confermate in appello nel 1997 (Court of Appeal for Ontario 1997: 1, 143). Tali condanne scaturirono da una vasta operazione di spionaggio che Scientology organizzò (spesso con successo) nel tentativo di rubare documenti correlati a Scientology da diverse agenzie del governo e delle forze dell'ordine dell'Ontario tra il 1974 e il 1976. Tra queste agenzie vi erano la Polizia Provinciale dell'Ontario, il Ministero della Procura Generale e la Polizia Metropolitana di Toronto (Court of Appeal for Ontario 1997: 11). «Gli scientologist trovarono impiego presso agenzie governative che consideravano nemiche della chiesa e firmarono giuramenti di segretezza come ufficiali pubblici», poi si impossessarono di documenti relativi all'organizzazione di Scientology (Court of Appeal for Ontario 1997: 1). La politica di collocare agenti di Scientology in organizzazioni chiave era stata messa a punto dopo che un dirigente di Scientology aveva deciso che la precedente politica di furto con scasso era troppo rischiosa (Court of Appeal for Ontario 1997: 11-12). Vale la pena leggere i commenti del giudice della corte di appello che sentenziò contro il tentativo di Scientology Toronto di ricorrere contro la sentenza di primo grado e la condanna a 250.000 dollari (canadesi) di multa:

Tale condotta ha rappresentato un deliberato tentativo di minare l'efficacia delle agenzie delle forze dell'ordine. Le azioni hanno colpito l'integrità del servizio pubblico. Non si è semplicemente trattato di un esercizio di raccolta di intelligence. L'appellante ha collocato i suoi agenti in tali agenzie affinché potessero anticipare e contrastare gli sforzi di tali agenzie di far rispettare la legge. (Court of Appeal for Ontario 1997: 137).
Come è sempre stato il caso quando si è trattato di spiegare le azioni del Guardian's Office, l'organizzazione di Scientology rifiutò di assumersi la responsabilità di tali azioni illegali:
L'appellante non ha mai ammesso responsabilità di tali reati o espresso rimorso per il suo coinvolgimento... Esistevano chiare prove che l'appellante aveva cessato tale tipo di attività perché il rischio di essere scoperti stava mettendo in pericolo l'appellante Chiesa di Scientology. Negli anni che hanno portato alla commissione di tali reati, la chiesa ha provato diversi mezzi illegali nello sconsiderato tentativo di proteggersi da quelle agenzie, organizzazioni e individui che percepiva come nemici. Quando il rischio di scoperta diventava troppo grande, si abbandonava una particolare tecnica in favore di qualche metodo migliore o diverso. Le varie azioni, come il "programma di ammenda" - che costringeva gli individui ad accettare responsabilità personale - erano meccanismi con i quali l'appellante prendeva le distanze dalle azioni commesse per suo conto (Court of Appeal for Ontario 1997: 139).
In breve, la Goodman ha accusato falsamente il CAN di criminalità mentre un'affiliata della sua organizzazione ha in realtà una fedina penale di tutto rispetto. In questo esempio, anche quando gli oppositori non sono criminali un portavoce di Scientology li etichetterà come tali, nonostante il fatto che l'etichetta "criminale" si adatti molto meglio all'organizzazione Scientology.


10) Il ritratto che la Goodman fa dei critici

Lo stesso tono degradante che la Goodman ha usato scorrettamente per ritrarre il CAN appare anche nei suoi commenti sul critico tedesco e funzionario del governo di Amburgo Ursula Caberta. Ad esempio la sua affermazione che la Caberta - che viene etichettata come dedita all'abuso dei diritti umani - non abbia trovato «niente di sbagliato negli scientologist e nella loro chiesa» (Goodman 2001: 2) - può essere stata fatta soltanto da chi non presta attenzione. La Caberta ha infatti al suo arco una lunga litania di argomentazioni che riguardano Scientology: presunta coercizione finanziaria dei propri membri; assegnamento di tedeschi al RPF; condizioni di vita e di lavoro spesso deplorevoli nella Sea Organization; possibile frode imprenditoriale; trattamenti antidroga e anti radiazioni fortemente criticabili; violazioni ai codici dell'edilizia; presunte estorsioni nel mercato immobiliare; ecc. Più di recente, ad esempio, la Caberta ha assistito una donna di 23 anni, Vivien Krogmann Lutz, in una causa legale di successo contro la madre e il padrino scientologist per averla fatta entrare nella Sea Org di Saint Hill quando aveva appena tredici anni. Il duro lavoro fisico a cui i funzionari della Sea Org l'avevano costretta le ha causato danni ortopedici permanenti, e i genitori hanno accettato di pagarle un risarcimento di 35.000 euro dopo un processo in corso da appena tre ore (Gormez, 2002). (http://www.whyaretheydead.net/childabuse/vivien/?FACTNet)

Goodman ha poi insistito che il governo nigeriano ha presentato una denuncia penale contro il critico milionario Robert Minton (Goodman 2001: 2) quando, in realtà, per accuse false molto simili a queste gli scientologist si sono guadagnati una multa in un caso di diffamazione tenutosi a Berlino, e vinto da Minton il 27 marzo 2001 - poco prima che la Goodman pubblicasse la sua replica a me (Berlin State Court 2001). (I rapporti attuali di Minton con Scientology e i suoi critici sono diventati talmente complessi e contorti da non permettermi di districarli in questa sede). Questi attacchi diffamatori deviano l'attenzione dai punti cruciali cercando di dipingere disonorevolmente gli oppositori. Tuttavia, come è successo in questo scambio di battute, Scientology si rende molto spesso colpevole dello stesso comportamento disonorevole di cui accusa gli altri.


11) L'accordo segreto di Scientology con l'Internal Revenue Service

Ancora una volta il punto importante su cui dobbiamo concentrarci è la probabilità che Scientology abbia commesso abusi dei diritti umani sufficientemente gravi da giustificare l'opposizione di vari paesi europei come il Belgio, la Francia e la Germania. Poiché Scientology ha incontrato una resistenza molto minore negli Stati Uniti, la Goodman cerca di ritrarre i successi della sua organizzazione in quel paese sotto una luce favorevole. Centrale allo scopo è l'accordo con l'Internal Revenue Service che ha garantito a Scientology e alle sue numerose affiliate lo status caritatevole, e la Goodman fa sembrare questa decisione come la più rigorosa mai intrapresa da quell'agenzia. I critici sottolineano, però, che le procedure utilizzate dall'agenzia sono state del tutto insolite e che gli agenti negoziatori, nel giungere alle loro conclusioni sullo status dell'organizzazione, hanno avuto istruzioni di non seguire le procedure standard. Di conseguenza l'accordo segreto tra Scientology e l'IRS è probabilmente illegale.

Non mi dilungherò sulla storia complessa delle cause legali di Scientology America nel contesto delle affermazioni religiose del gruppo, basti dire che mentre i funzionari dell'IRS e gli scientologist stavano elaborando un accordo a porte chiuse, una corte di appello statunitense confermò la sentenza di una corte inferiore secondo cui una importante organizzazione Scientology, la Church of Spiritual Technology, «fu fondata allo scopo primario di conquistare lo status di esenzione per servire gli scopi finanziari di altre entità, non esenti...» (United States Claims Court 1992: 1). Nonostante questa sentenza, l'anno successivo l'IRS concesse a Scientology l'esenzione fiscale e un'inchiesta del New York Times [3] sulla decisione «scoprì che l'esenzione seguiva una serie di azioni insolite dell'IRS che arrivavano dopo una straordinaria campagna contro l'agenzia e i suoi dipendenti orchestrata da Scientology » (Frantz 1997a: 1). Infatti la "commissione speciale" istituita all'epoca dai commissari dell'IRS fu «estranea alle normali procedure dell'agenzia. Quando la commissione determinò che tutte le entità Scientology dovevano essere esentasse, agli analisti fiscali dell'IRS vennero ordinate, nel riesame della decisione, le questioni sostantive...» (Frantz 1997a: 30). Restano pertanto molte domande sulle procedure utilizzate dall'IRS per determinare l'esenzione fiscale di Scientology, e i commenti della Goodman non fanno nulla per fornire risposte.

Tali questioni procedurali sono talmente significative che se ne sono occupati i giudici del Nono Circuito delle Corti di Appello degli Stati Uniti; lo hanno fatto nell'emettere sentenza su un caso in cui i querelanti (Michael e Marla Sklar) avevano cercato (vanamente) di usare come precedente lo status caritativo concesso a Scientology per poter usufruire di deduzioni fiscali in merito alla frequenza dei loro figli di una scuola religiosa. La corte di appello ha specificamente discusso il rifiuto dell'IRS di rendere pubbliche le condizioni dell'accordo con Scientology (anche dopo la loro pubblicazione da parte del Wall Street Journal), e ha poi rivolto la propria attenzione alla costituzionalità dell'accordo stesso. Un breve riassunto del caso è apparso sul Los Angeles Times:

Secondo i giudici gli Sklar non hanno le qualifiche per accedere a un rimborso [fiscale] sia in base ai regolamenti dell'IRS che di precedenti applicabili della Corte Suprema.

Il precedente di riferimento, hanno detto i giudici, è una decisione del 1989 dell'alta [Suprema] corte che stabilisce che i pagamenti fatti dagli scientologist per "auditing" non costituivano contribuzioni caritative.

Tale sentenza, Hernandez contro Commissario [dell'IRS] si era basata su una sezione del Codice dell'Internal Revenue Service che stabilisce che donazioni quid pro quo - per cui un contribuente riceve qualcosa in cambio - non sono fiscalmente deducibili. La sentenza Hernandez ha confermato che tale sezione si applica alle donazioni quid pro religiose.

Nella sentenza di martedì la corte di appello ha criticato l'IRS per il suo rifiuto di rivelare i termini di un accordo del 1993 con la Chiesa di Scientology. Secondo il Nono Circuito tale accordo, tra le altre cose, permette agli scientologist di ottenere deduzioni in conflitto con le sentenze della Corte Suprema del 1989. (Weinstein 2002).

La sentenza della corte d'appello contiene alcuni passaggi di rilievo. Nel considerare la segretezza dell'IRS in merito all'accordo finale di Scientology, il giudice scrive:
Ci troviamo di fronte ad un forte interesse pubblico per la rivelazione dei contenuti dell'accordo dell'IRS con la Chiesa di Scientology, o almeno di quella parte che stabilisce regole o direttive applicabili in generale ai membri di Scientology, e che non è soggetta a rivelazione pubblica. L'IRS non è libero di stipulare accordi conclusivi con organizzazioni religiose o altrimenti esenti che governino deduzioni che saranno disponibili ai loro membri, e di mantenere tali accordi segreti alle corti, al Congresso, e al pubblico (United States Court of Appeals for the Ninth Circuit 2002: 5).
In altre parole, tale corte rigetta le motivazioni dell'IRS sul mantenimento del segreto in merito ai contenuti del suo accordo con Scientology, e alla stessa conclusione giunse anche un tribunale di circuito (United States Court of Appeals for the Ninth Circuit 2002: 4).

Ugualmente importanti furono i commenti della corte sulla motivazione impropria che spinse l'IRS a stipulare l'accordo segreto. Quella motivazione, concluse la corte, fu una reazione alla litigiosità di Scientology. In breve, l'IRS fu motivato a firmare l'accordo non per una qualche compulsione legale a correggere un presunto torto a Scientology, ma per il tempo e il denaro che stava perdendo in cause legali con l'organizzazione. Nelle parole della corte:

Benché sembri essere vero che l'IRS si è impegnato in questa particolare preferenza nell'interesse di concludere una lunga e litigiosa disputa fiscale con la Chiesa di Scientology, e per quanto irresistibile questo interesse potrebbe essere, non arriva al punto di superare uno scrutinio severo. Difficilmente i benefici derivanti da un accordo su una controversia con una organizzazione religiosa possono superare in importanza i costi dell'impegno in una preferenza religiosa (United States Court of Appeals for the Ninth Circuit 2002: 5).
In breve, l'IRS fece un errore nel concedere lo status caritativo a Scientology come mezzo primario per mettere fine a una lunghissima e costosa disputa legale.

Non solo l'accordo dell'IRS con Scientology fu malaccorto, ma fu anche evidentemente incostituzionale. Una volta ancora, su questo punto i giudici della corte di appello furono chiari:

Poiché l'evidente preferenza per la Chiesa di Scientology incarnata nella direttiva dell'IRS in merito ai suoi membri non può essere giustificata da stringente interesse governativo, dovremmo, se richiesto di decidere il caso sulle basi presentate dagli Sklar, innanzitutto determinare che la direttiva dell'IRS costituisce una preferenza denominazionale incostituzionale... (United States Court of Appeals for the Ninth Circuit 2002: 6).
Uno dei giudici a latere del circuito che parteciparono al caso Sklar, il Giudice Barry G. Silverman, fu evidentemente così seccato dall'accordo da «invitare le persone turbate dall'accordo dell'IRS con Scientology di presentare causa per farlo annullare» (Weinstein 2002):
Infatti se l'IRS concede trattamento preferenziale ai membri della Chiesa di Scientology - permettendo loro lo speciale diritto di rivendicare deduzioni contrarie alla legge e giustamente negate a chiunque altro - allora il corso di azione appropriato è una causa per porre fine alla direttiva (United States Court of Appeals for the Ninth Circuit 2002: 9).
L'articolo sul caso Sklar del Los Angeles Times definì questo consiglio del giudice «una mossa assolutamente insolita» (Weinstein 2002). Leisa Goodman, pertanto, non prende in giro nessuno quando dice che negli Stati Uniti la sua organizzazione ha ricevuto lo status di ente caritativo a causa della natura stringente e legalmente giustificata del caso. Probabilmente la sua litigiosità esasperò semplicemente l'IRS (si veda Kumar 1997), i cui funzionari alla fine capitolarono sotto la pressione e divennero parte di un accordo evidentemente incostituzionale che ignorava una sentenza della Corte Suprema [4].


12) Prove, documentazione ed evidenza

Devo infine obiettare all'affermazione della Goodman secondo cui «Kent, a differenza dei tribunali, non chiede alle sue fonti di documentare ciò che dicono...» (Goodman 2001: 2). Tale affermazione è semplicemente scorretta. Nella mia analisi del RPF ho utilizzato almeno due dozzine di documenti Scientology, oltre a quattordici documenti di Susanne Schernekau/Elleby da lei asportati dalla struttura RPF in cui ha svolto lavori di fatica. Ho poi citato due casi legali in cui i giudici menzionarono l'RPF - uno americano e l'altro britannico - entrambi fortemente critici delle azioni di Scientology. Più dettagliato sul RPF fu un caso americano che implicava una sentenza favorevole all'ex scientologist Lawrence Wollersheim, e di cui vale la pena riportare una piccola parte:

È stata anche fornita prova che Wollersheim accettò parte del suo auditing sotto la minaccia di coercizione fisica. Nel 1974, nonostante le sue ripetute obiezioni, Wollersheim fu indotto a partecipare all'auditing a bordo di una nave che Scientology manteneva come parte del suo Rehabilitation Project Force. La chiesa ottenne la partecipazione di Wollersheim usando una tecnica soprannominata "Bait and Badger" [Pungolo e tormento in italiano - NdT]. Come il nome suggerisce, questa tattica impiegava un numero qualsiasi di membri della chiesa contro un membro recalcitrante che opponeva resistenza agli ordini. Essi promettevano alternativamente l'"esca" di un qualche premio, e lo "tormentavano" con tattiche verbali tese a impaurirlo. Nel caso in esame, cinque scientologist "pungolarono e tormentarono" Wollersheim di continuo per tre settimane prima che egli si arrendesse e accettasse di partecipare al Rehabilitation Project Force.

Ma queste minacce verbali e le tattiche di pressione psicologica furono solo l'inizio delle traversie di Wollersheim. Mentre egli si trovava a bordo della nave fu costretto a sottoporsi a uno strenuo regime che iniziava verso le sei del mattino e proseguiva fino all'una di notte. Il regime comprendeva mattinate intere di servili e ripetitive pulizie della nave seguite da pomeriggi di studio e co-auditing. Le serate erano dedicate di nuovo al lavoro e alla partecipazione a incontri e conferenze. Wollersheim e altri furono costretti a dormire nelle sentine della nave. Vi erano ammucchiate un totale di trenta persone, senza idonea ventilazione. Nel corso delle sei settimane che Wollersheim trascorse in quelle condizioni perse quasi otto chili.

Alla fine Wollersheim si rese conto di non potere più tollerare quel regime. Cercò di fuggire dalla nave perché, come testimoniò in seguito, «stavo morendo e perdendo la ragione». Ma il suo tentativo di fuga venne scoperto. Diversi membri di Scientology lo sequestrarono e lo tennero prigioniero. Lo rilasciarono soltanto quando accettò di restare e continuare con l'auditing e le altre "pratiche religiose" che avevano luogo sul vascello. (California Court of Appeal 1989: 9274).

La mia interpretazione del RPF è totalmente coerente con questo breve riassunto fatto dalla corte di appello. Infatti in una conclusione che sostiene direttamente la mia descrizione del RPF, la corte di appello affermò che «questo episodio dimostra che la chiesa si prestava a costringere fisicamente Wollersheim al fine di fargli continuare l'auditing» (California Court of Appeal 1989: 9274).

Ahimè, in base al comportamento di Scientology contro Wollersheim, l'appello della Goodman alla correttezza dell'uso di evidenza legale è disonesto. Nel 1986 Wollersheim vinse la sua prima azione legale contro Scientology proprio a causa del notevole comportamento di quest'ultima nei suoi confronti. Mentre un processo successivo abbassò l'importo dell'indennizzo riconosciutogli, Scientology continuò nel suo rifiuto a risarcirlo, versandogli infine quasi 8,7 milioni di dollari solo nel maggio del 2002 [5], poiché a seguito dei continui rifiuti stava per affrontare conseguenze legali e finanziarie disastrose (Los Angeles Times 2002). Perciò, in risposta all'affermazione della Goodman secondo cui io, a differenza dei tribunali, non sostengo le mie argomentazioni con delle prove, nel caso del RPF sembra che l'organizzazione della Goodman non accetti le decisioni dei tribunali quando esse rivelano il suo lato oscuro.

Un aspetto cruciale del ritratto che la Goodman fa della Scientology americana coinvolge necessariamente i tentativi di screditare la mia ricerca sul RPF, programma operativo sia negli Stati Uniti che altrove. La Goodman ed altri utilizzano due argomentazioni. Primo, secondo lo studioso americano Frank Flinn l'RPF è simile a «pratiche religiose di tutto il mondo» e perciò è legittimo. Secondo, Lorne Dawson ha criticato il mio studio del RPF perché ho usato i racconti di ex membri (Goodman 2001: 2). Bene, per certi versi Flinn ha ragione: l'RPF, così simile a una prigione, trova similitudini in alcuni programmi di religioni diverse, ma quegli stessi programmi sono ingiuriosi. Per esempio, The Family (precedentemente nota come Bambini di Dio), alla fine degli anni '80 e ai primi anni '90 gestiva per i suoi adolescenti dei campi di addestramento che includevano ulteriori programmi punitivi chiamati "Victor Camps", i quali contemplavano incarcerazione e maltrattamenti fisici combinati a «intenso addestramento ideologico consistente in classi di indottrinamento, isolamento sociale e confessioni forzate, spesso combinati con lavoro fisico estremamente duro e umiliazione sociale» (Kent and Hall 2000: 57-58). Similmente, il programma-di-disintossicazione-diventato-religione americano di nome Synanon imponeva sia ai nuovi che ai vecchi membri un campo di addestramento che ha molte somiglianze con l'RPF di Scientology (Gerstel 1982: 160-161; si veda Kent 2001a: 366). Ancora più estremo era il programma di "lavaggio del cervello" inflitto dai funzionari della Colonia Dignitad ai propri membri in Cile, che pare sorpassi in severità (se non brutalità) anche il RPF [Coad 1991; Kent 2001a: 367]). Perciò se l'RPF assomiglia a programmi di altre religioni meglio definite, allora probabilmente quei programmi stanno abusando dei diritti di chi vi viene sottoposto.

Per quanto riguarda gli ex membri è sufficiente dire che è metodologia estremamente scorretta quella che esclude i racconti degli ex membri meramente sull'asserzione ideologica che devono per forza essere faziosi. Gli scienziati sociali devono cercare di verificare le informazioni fornite da tutte le loro fonti, indipendentemente dal rapporto che hanno con l'organizzazione su cui stanno dando informazioni. Spesso gli ex membri sono informatori straordinari semplicemente perché conoscono "dall'interno" la loro materia - avendola vissuta - e non sono più sotto l'immediato controllo del gruppo. Sospetto che la Goodman e altri membri di organizzazioni ideologiche abbiano lavorato così diligentemente per distruggere la credibilità degli ex membri proprio perché hanno verificato l'alta qualità di gran parte delle informazioni che hanno fornito ai media, ai tribunali e a chi, nel mondo accademico, aveva voglia di ascoltarli.


13) I problemi di Scientology in Germania

Dopo aver affrontato le accuse della Goodman sulla qualità della mia documentazione, noto che la stessa mi ha accusato di avere citato una sentenza del 1995 di un tribunale del lavoro tedesco che (presumibilmente) altre corti tedesche hanno ignorato. Ho citato per la prima volta questo caso in un articolo pubblicato nella prestigiosa rivista Religion (Kent 1999b: 158 n. 163), e poi (nell'articolo del Marburg Journal of Religion) ho preso un passaggio di una lettera scritta dall'Ambasciatore tedesco negli Stati Uniti che a sua volta la citava (Kent 2001c: 3). In risposta la Goodman ha affermato che «[mentre] a Kent potrebbe far piacere citare tale sentenza, le corti tedesche la ignorano» (Goodman 2001: 5). Beh no, non lo fanno. Una semplice ricerca in Internet mostra almeno tre sentenze relative a Scientology (che l'organizzazione ha perso in blocco) citano proprio quel particolare caso [*]. Tuttavia la Goodman potrebbe avere difficoltà a reperirle in Rete poiché quei casi sono pubblicati sul sito Web di un critico tedesco di nome Tilman Hausherr, e il suo nome è uno dei tanti che il censore di Scientology, o programma di filtro Web, è studiato per bloccare (Heldal-Lund, 2003; si veda Brown, 1998) [6]. In breve, la Goodman potrebbe non riuscire ad accedere a quel sito.

Molti studiosi tedeschi di Scientology hanno una comprensione dettagliata del sistema legale del loro paese, e alcuni di essi scrivono sullo stato dell'organizzazione in Germania. Una, Brigette Schoen, fornisce ciò che sembra essere un'analisi affidabile della situazione legale di Scientology in Germania, quindi vale la pena citare le sue conclusioni. Innanzitutto, in un recente critico su molte interpretazioni attuali della situazione tedesca di Scientology, la Schoen ha sottolineato che «[a parte] Scientology, nessuna corte tedesca ha negato a nessuna nuova religione il carattere religioso. Anche nel caso di Scientology, le sentenze sono state difformi e la questione è lungi dall'essere definita» (Schoen, 2002: 103). Tutti noi, perciò, trarremo benefici quando (probabilmente il prossimo anno) uscirà un articolo di uno studioso australiano che riassume e analizza i casi legali chiave tedeschi dell'organizzazione (Taylor, a venire).

Secondariamente la Schoen fornisce una analisi succinta su come e perché il governo tedesco ha messo sotto sorveglianza l'organizzazione. Secondo la Schoen, giunti al 1992 i Ministri dell'Interno avevano accumulato sufficienti preoccupazioni su Scientology da iniziare a esplorare quali opzioni legali avessero nei suoi confronti. Diversi anni più tardi:

Il fattore decisivo dietro la decisione tedesca del 1997 di mettere Scientology sotto sorveglianza fu un'opinione legale di una task force del servizio di intelligence, ordinata al summit dei Ministri dell'Interno dell'anno precedente. Tale rapporto, piuttosto asciutto, si basa principalmente sugli scritti di Hubbard e di Scientology, ed esamina se tali scritti soddisfino le condizioni della legge federale sulla protezione della Costituzione... Il caso in oggetto, però, non riguarda affermazioni come quella secondo cui concedere diritti civili e cittadinanza in futuro ai "non aberrati" dimostrerebbe che Hubbard intendeva che gli scientologist discriminassero individui o gruppi particolari in modo elitario, incompatibile con la democrazia. La discriminazione di parti private contro terze parti non mette in pericolo l'ordine costituzionale. Ciò che è stato ritenuto anticostituzionale della suddetta affermazione è che essa presuppone l'abolizione degli elementi fondamentali dell'attuale ordine costituzionale, oltre che il suo sistema legale e la validità universale dei diritti umani. E ciò fa il paio con i progetti spiegati in documenti interni di Scientology per implementare la giurisdizione di Scientology nella società. In questo modo, il rapporto analizza le potenziali conseguenze politiche nel caso Scientology in cui istituisse la sua società ideale. (Schoen 2002: 107).
Scientology quindi non può che incolpare se stessa per le difficoltà di base che sta incontrando in Germania. Gli scritti del suo fondatore hanno generato preoccupazioni legittime sulla compatibilità dell'organizzazione nell'ambito di una società che cerca di rispettare i diritti umani e mantenere un sistema legale equo.


14) Conclusioni

Dopo la disastrosa apologetica che alcuni studiosi hanno fornito durante i primi tempi dell'inchiesta Aum Shinri Kyo (Reader 2000), gli accademici dovrebbero essere particolarmente accorti nel fornire studi i cui punti ciechi permettano alla condotta disonesta di passare inosservata. Gruppi controversi usano gli studiosi per i loro fini ideologici, e Scientology non fa eccezione [7]. Gli scopi di tali organizzazioni ideologiche implicano "liberare [chiarire] il pianeta" dall'opposizione e dallo scrutinio critico. Fin tanto che i critici si concentreranno sui probabili abusi dei diritti umani dell'organizzazione, i funzionari governativi di diversi paesi in tutto il mondo continueranno a sollevare quesiti difficili sulle condizioni di vita e lavorative dei più dedicati a Scientology, i membri della Sea Org.

Non lasciamoci prendere dal dubbio: Scientology si rende perfettamente conto del ruolo cruciale che gli accademici svolgono e possono svolgere nei suoi sforzi di legittimazione globale. In un discorso del 1995 alla International Association of Scientologists, il vice Comandante dell'Ufficio degli Affari Speciali Kurt Weiland presentò alla platea una dichiarazione succinta sul ruolo degli studiosi nell'aiutare Scientology nei suoi obiettivi mondiali. Come riferito in seguito nella rivista della International Association of Scientologists:

Il Sig. Weiland ha proseguito spiegando che una delle azioni necessarie per assicurare la pace di Scientology con tutti i governi in tutti i paesi della Terra era ottenere dai più importanti studiosi al mondo di religioni e sociologia studi e trattati di vasta portata su Scientology.

Studiosi del Regno Unito, Finlandia, Russia, Giappone, Norvegia, Olanda, Polonia, Belgio e altrove hanno scritto le loro analisi, uniformemente positive.

«I risultati e le conclusioni di tali esperti» ha proseguito il Sig. Weiland, «vanno oltre le nostre aspettative, anche se non pensavo che sarebbe stato così.

«Gli esperti, nell'apprendere sempre di più su Scientology, vengono affascinati dalla nostra religione e dai suoi successi. Infatti cinque degli esperti hanno deciso di scrivere un libro su Scientology e uno di essi ha deciso di fare l'auditing di Book One » [cioè di Dianetics: The Modern Science of Mental Health].

Mr. Weiland ha spiegato come questi documenti stiano ora venendo tradotti affinché possano essere usati in ogni paese per fornire una presentazione favolosa, universale nelle sue conclusioni. Le testimonianze esperte non vengono usate soltanto in tribunale e nelle agenzie fiscali. Esse vengono disseminate alle agenzie e ai funzionari governativi, alle università e alle organizzazioni religiose. È un progetto massiccio ed è stato interamente finanziato dalla IAS (International Association of Scientologists Administrations 1995: 13).

Se di sicuro non vi era intenzione che così fosse, lasciate che questo annuncio su più livelli diventi un avvertimento per gli studiosi che lavorano su Scientology [7].

Sul livello più ovvio la dichiarazione di Weiland indica che il gruppo userà gli scritti degli studiosi in battaglie politiche e sociali intensamente combattute. Gli studiosi che scrivono su Scientology potrebbero considerare le loro azioni oggettivamente neutrali, ma l'organizzazione cercherà di utilizzare i loro prodotti accademici per portare avanti una agenda ideologica che ha implicazioni inquietanti per i diritti umani. Inoltre, nel cumulo crescente di lodi accademiche le voci dei dissenzienti potrebbero affievolirsi. Persone le cui uniche credenziali sono anni di coinvolgimento interno - che hanno visto e vissuto ciò di cui gli accademici stanno scrivendo - potrebbero trovare sempre più difficile raccontare ciò che sanno a persone di potere che hanno bisogno di ascoltare.

Su un livello più profondo, tuttavia, il fatto che Weiland dica che la valutazione accademica su Scientology è «una presentazione favolosa, universale nelle sue conclusioni» è di cattivo auspicio per quei pochi di noi la cui conoscenza dell'organizzazione e delle sue direttive spinge a conclusioni meno che favorevoli a riguardo. In sostanza, l'organizzazione seguirà le direttive contro le "persone soppressive" che il suo fondatore ha stilato, e cercherà di ridurci al silenzio. Sicuramente considero in questa luce l'attacco poco dotto di Leisa Goodman alla mia accademia.

Sono poi preoccupato dalle implicazioni degli studi sulla Sea Organization/RPF prodotti da Gordon Melton e dagli studiosi europei. Sono lavori vaghi (quasi al punto del silenzio) su come si è condotta la loro ricerca; su come l'organizzazione di Scientology rientri nel loro progetto di ricerca; sul costo i tali studi; e se Scientology li abbia assistiti con le spese. Dopo la debacle di Aum Shinri Kyo [8], gli studiosi dovrebbero avere imparato quanto importante sia fornire ai lettori e al pubblico quanta più informazione possibile sugli aspetti pratici degli studi stessi. Adesso la lezione è ancora più importante, poiché Scientology ha detto ai suoi membri in che modo essa stia utilizzando le nostre conclusioni per portare avanti la sua causa (Giusto per la cronaca, ho condotto questa ricerca con nessun altro finanziamento e sostegno che quello che la mia università mette a disposizione ai suoi professori nella condotta quotidiana del loro lavoro).

Sebbene abbia sollevato questioni serie circa due studi sulla Sea Org contemporanea e sul RPF, parte di me spera comunque che le loro relativamente benevole conclusioni siano corrette. Ma il sistema legale privato, la paga ridicola, il minare i rapporti familiari (in particolare genitoriali), gli anni spesi nella "riabilitazione" in un ambiente fortemente restrittivo ed esigente - tali questioni si combinano con altre nella mia conclusione che Scientology resta una minaccia ai diritti umani sia dei suoi membri, che dei suoi oppositori.

Prof. Stephen A. Kent


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(attenzione: i links forniti puntano alla traduzione italiana del testo citato)

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United States Court of Appeals for the Ninth Circuit. 2002. "Michael Sklar; Marla Sklar, Petitioners-Appellants." Opinion. No. 00-70753, Tax Ct. No. 1556-97 (Filed January 29); Disponibile presso http://www.giftlaw.com/code.asp?U=2&W=102.

Wallis, Roy. (1973). "Religious Sects and the Fear of Publicity." New Society: 52-54.

Wallis, Roy. (1976). The Road to Total Freedom: A Sociological Analysis of Scientology. New York, Columbia University Press.

Weinstein, Henry. (2002). "Couple Lose Bid for Tax Refund Tied to Tuition." Los Angeles Times. (January 30): B7.

* Nell'articolo di Religion ho citato il caso del tribunale del lavoro come: AP5 ArbGG 1979 Nr.21 [22.3.1995]. In seguito ho scoperto che la sua citazione più semplice è NJW 1996, 143. Questa seconda, più semplice citazione appare in tre casi che il critico di Scientology Tilman Hausherr ha riprodotto nella sezione "Court Rulings on Scientology in Germany" del suo sito Web: http://home.snafu.de/tilman/krasel/germany/rulings.html. I casi sono: OVG Münster, 5 B 993/95; VGH Baden-Würtemberg 10 S 176/96; e VGH Baden-Württemberg 5S 472/96. Deduco tuttavia dal lavoro di Greg Taylor, studioso australiano del sistema legale tedesco, che la Corte Federale del Lavoro (NJW 2003, 161; giudicato il 26 settembre 2002) «non segue la sua precedente decisione BAGE 79, 319=NJW 1996, 143, e mantiene che uno scientologist che lavora per Scientology NON HA un rapporto di assunzione. La Corte non dice nemmeno che Scientology non è una religione, come invece faceva la precedente sentenza, ma lascia aperta la questione» (Taylor, 2003). Esprimo la mia gratitudine al Dott. Taylor per questa informazione.

Copyright © Stephen A. Kent 2003
Pubblicato originariamente in Marburg Journal of Religion


Note di Martini:

1. Lo studio, a mio avviso assolutamente apologetico e incompleto in quando prende in considerazione unicamente la versione della Chiesa di Scientology e le testimonianze di chi stava attualmente svolgendo il programma - alcuni addirittura da 5/7 anni - e non di chi lo aveva nel frattempo abbandonato (lo studio ha avuto un follow-up a distanza di un anno circa), è reperibile in lingua inglese sul sito del Cesnur (www.cesnur.org). Poiché ritengo che quello studio sia comunque di notevole interesse, avevo dato la mia disponibilità al Cesnur per tradurlo gratuitamente nella nostra lingua - lasciando al Centro Studi la proprietà intellettuale del lavoro. Allarme Scientology si sarebbe limitato a linkarlo. Il Cesnur, però, non ha accettato la mia offerta, e lo studio rimane indisponibile al pubblico italiano.

2. Si veda Un'offerta di Scientology.

3. Si veda: La guerra di Scientology con il Fisco Americano.

4. Si veda anche Come ha ottenuto l'esenzione fiscale negli U.S.A.?.

5. Si veda Risarcimento di 8.674.643 dollari ad un ex membro.

6. Si veda Scientology censura di nuovo Internet e Un Web tutto per loro.

7. A questo proposito, si nota che l'unico sito esterno all'organizzazione linkato dal sito ufficiale di Scientology Italia è quello del Cesnur.

8. Nel 1995 questa setta religiosa giapponese diffuse nella metropolitana di Tokyo una grande quantità di gas Sarin, provocando la morte di 11 persone e l'intossicazione di altre 5500 circa. J. Gordon Melton (Cesnur USA) e altri studiosi si precipitarono in Giappone, a spese del gruppo, per stilare uno studio in cui si sosteneva che il movimento non poteva in alcun modo essere responsabile dell'avvelenamento, in quanto non ne possedeva i mezzi, né la dottrina. Gli studiosi conferirono anche con le autorità inquirenti. In seguito non solo si scoprì che il gruppo era realmente responsabile del massacro, ma che esistevano precedenti minori più volte denunciati da ex membri disillusi, che però non erano stati creduti né dagli studiosi né dalle autorità. In seguito il leader Asahara e altri alti dirigenti del movimento furono trovati colpevoli e condannati a morte.

 
 
 
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