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Tutti a bordo

Decimo capitolo di Fair Game - The Incredible Untold Story of Scientology in Australia, volume del 2016 di Steve Cannane, giornalista investigativo della ABC.

© Traduzione di Simonetta Po, novembre 2018

 

Introduzione

Il giornalista e autore australiano Steve Cannane
Il secondo volume della trilogia di Janis Gillham Grady

Il libro racconta la storia di Scientology in Australia e di quanto essa abbia inciso sulla storia globale del movimento sia per gli eventi accaduti, sia per alcune importanti famiglie locali che hanno poi avuto un grosso impatto a livello mondiale. Per esempio, lo stato di Victoria, con capitale Melbourne, fu il primo a chiedere che fosse redatto un rapporto sulle attività dell'Organizzazione di Hubbard; in seguito ad esso Scientology venne messa al bando. Il divieto spinse molte famiglie di praticanti a trasferirsi a St. Hill, Inghilterra, decretando così il grande successo della prima sede del movimento. I nomi di quelle famiglie sono noti agli appassionati della Storia di Scientology e a volte ancora ricorrono. Per esempio i Pouw, la cui rampolla Karin è tutt'ora portavoce della Chiesa di Scientology e Direttrice internazionale del suo ufficio di Pubbliche Relazioni. I Rinder, da cui proviene quel Mike che per tanti anni è stato a capo dell'Ufficio Internazionale degli Affari Speciali (OSA) per poi diventarne un critico severo, capace e ascoltato.

I Gillham.

Sono proprio i Gillham (anzi... le Gillham) il filo conduttore della storia narrata dall'ottimo Cannane. Yvonne, la mamma, su cui L. Ron Hubbard mise occhi e mani, che ideò e creò il primo Celebrity Centre di Los Angeles, che vide la sua famiglia sgretolarsi a causa delle direttive hubbardiane e del rancore del Commodoro per le avance respinte, e che alla fine sposò in seconde nozze Heber Jentzsch, tutt'ora Presidente (di cui nulla si sa da anni) della Church of Scientology International. Yvonne morì nel 1978, ad appena 50 anni, per una grave malattia non curata.

Le figlie Janis e Terri, che furono tra le prime Messaggere del Commodoro e a fine anni '70 arrivarono a ricoprire le massime cariche dirigenziali della Chiesa di Scientology, poi usurpate e cacciate dall'attuale leader David Miscavige.

Janis (Gillham) Grady ha già scritto due volumi di una trilogia che andrà a comporre la sua personale esperienza in Scientology, da come i genitori iniziarono l'avventura dianeticista a Brisbane ai suoi anni al servizio personale di Hubbard, fino agli eventi che spinsero lei e la sorella a lasciare il movimento e gli anni della rinascita.

Il filo narrativo di Cannane è incalzante e impietoso, sempre affascinante. Ho scelto di tradurre alcuni estratti del suo libro partendo dal Capitolo 10, che racconta dei primi anni della Sea Org (1967) quando Hubbard - che era stato espulso dalla Rhodesia e si era visto negare il visto di reingresso nel Regno Unito - prese il mare con un manipolo di fedelissimi.

Simonetta Po


Capitolo 10 - Tutti a bordo

La mossa successiva di L. Ron Hubbard fu più nel carattere di una rockstar che di un leader religioso. Bighellonò infatti tra Spagna e Marocco e intanto assumeva un sacco di droghe, beveva litri di rum, si dedicava un po' alla scrittura ed ebbe un esaurimento nervoso. [1] La sua prima tappa fu Tangeri, città che attraeva scrittori, artisti, drogati, ragazzi in affitto. Era il luogo in cui erano fuggiti i Rolling Stones dopo la tristemente nota retata antidroga nella villa di Keith Richards in Sussex, dove William S. Burroughs aveva scritto il suo acclamato romanzo Il pasto nudo e dove Hubbard cominciò a lavorare al suo Thetan Operante, Livello III (OT III).

Mentre l'opera di Burroughs si alimentò soprattutto di oppiacei, la storia di Hubbard fu ricca di anfetamine, barbiturici, oppiacei e alcol. [2] In una lettera che lui stesso scrisse a Mary Sue in quel periodo, Hubbard ammise di «bere un sacco di rum e ingoiare quelle rosa e grigie.» [3] "Rosa e grigie" è il modo gergale per definire il Darvon o propossifene, [4] un narcotico usato come antidolorifico [strutturalmente analogo al metadone - NdT]. Ma qualsiasi cosa Hubbard stesse ingoiando, i risultati erano scarsi. Dopo un mese a Tangeri [5] decise quindi di trasferirsi a Las Palmas nelle Canarie. Virginia Downsborough, membro dello staff di St. Hill, fu convocata nella città spagnola dove trovò il fondatore di Scientology in pessima forma:

Quando entrai nella sua stanza trovai ovunque delle droghe di svariati tipi [il termine inglese drug usato nell'originale, indica sia farmaci che droghe illegali - NdT] Sembrava che prendesse sessantamila pillole diverse. Restai sconcertata, in particolare dopo tutte le sue invettive contro droghe, farmaci e professione medica. In lui c'era davvero qualcosa che non andava, ma non sapevo cosa, salvo che si trovava in uno stato di profonda depressione. Mi disse che non stava più ottenendo guadagni e che voleva morire. Ecco che cosa mi disse: «voglio morire». [6]

Dall'abbuffata nordafricana di droghe Hubbard ricavò Thetan Operante, Livello III (OT III). Secondo gli scientologist, un Thetan Operante «può gestire le cose senza il bisogno di un corpo fisico». [7] Gli scientologist credono che i Thetan Operanti abbiano capacità sovrumane tra cui telepatia, il ricordare le vite precedenti e il potere per provocare eventi fisici con la forza di volontà. [8] Una volta diventato "clear", lo scientologist può progredire sul "Ponte della Libertà Totale" fino a Thetan Operante Livello VIII (OT VIII). Per arrivare a questi altissimi livelli OT lo scientologist deve impegnarsi in un periodo di studio intenso e sborsare centinaia di migliaia di dollari.

Mentre scolava rum e ingoiava pillole, Hubbard scoprì ciò che la Chiesa di Scientology descrive come «il risultato di una ricerca di impatto immenso», cioè il mito centrale di OT III. [9] [...] [per il contenuto di questo livello cercare altrove su questo sito - NdT].

[...] Hubbard sosteneva che ottenere quelle informazioni gli era quasi costato la vita. «In gennaio e febbraio di quest'anno», disse ai seguaci in una conferenza registrata a Las Palmas, «mi sono ammalato molto gravemente, ho quasi perso il corpo, ma in un modo o nell'altro l'ho tirato fuori e ho ottenuto il materiale, e sono riuscito a sopravvivere.» [11] Hubbard disse che nel corso di quella ricerca si era rotto la schiena, un ginocchio e un braccio, ma si era rifiutato di mollare. «Sono assolutamente sicuro di essere stato il primo a sopravvivere a qualsiasi tentativo di conseguire quel materiale.» [12]

Nella medesima conferenza Hubbard rivelò che il Guardian's Office, operante sotto la guida di sua moglie Mary Sue, era riuscito a isolare la fonte di tutti gli attacchi contro Scientology. «I nostri nemici su questo pianeta sono meno di dodici uomini», affermò. «Sono membri della Banca d'Inghilterra e di altri altissimi circoli finanziari. Essi possiedono e controllano le catene di quotidiani e, poco stranamente, sono direttori di tutti i gruppi di igiene mentale sorti nel mondo.» [13]

Questo discorso è interessante anche perché Hubbard parlò per la prima volta della Sea Organization, o Sea Org. [14] In novembre 1966 era comparsa sulla bacheca di Saint Hill una nota misteriosa per la ricerca di volontari con esperienza navale o di alto mare. [15] Il biglietto fu eliminato nel giro di un'ora e chi l'aveva visto dovette giurare di restare in silenzio. [16] Yvonne Gillham fu una dei componenti della élite che rispose all'appello ed entrò nel segretissimo "Progetto del Mare" (in seguito ribattezzato Sea Organization) senza nemmeno dirlo alla sua famiglia. [17] A Londra quello stesso mese fu registrata la Hubbard Explorational Company Ltd. [18]

Hubbard cominciò a mettere assieme una flottiglia che andasse a costituire la sua esclusiva unità navale. Acquistò un vecchio peschereccio del Mare del Nord, l'Avon River; poi un ex traghetto bestiame, il Royal Scotsman, infine un ketch di 18 metri, l'Enchanter, che Virginia Downsborough aiutò a trasferire a Las Palmas. In marzo 1967, Yvonne Gillham e altri 18 scientologist furono spediti sulle banchine di Hull, dove la Avon River era ormeggiata. Il gruppo lavorò allo sfinimento per risistemare la nave e poter iniziare la traversata verso Las Palmas.

Yvonne, che si era ricongiunta ai figli da appena otto mesi, dovette lasciarli di nuovo. All'epoca Peter Jr aveva 13 anni, Terri 12 e Janis appena 10. L'ex maestra di asilo di Brisbane disse ai bambini che stava rispondendo a un invito speciale di Hubbard per unirsi al Sea Project, e che li avrebbe mandati presto a chiamare. [19]

[Yvonne e Peter Gillham erano stati tra i primi dianeticisti, e poi scientologist, australiani. Avevano aperto un centro Scientology prima a Brisbane e in seguito a Melbourne. Nel 1965 Yvonne fu dichiarata "persona soppressiva"; per tornare nelle grazie di Hubbard bisognava recarsi a St. Hill, in Inghilterra. E così fece: prima si trasferì, lasciando la casa di famiglia - gli scientologist attivi non possono avere contatti con i "soppressivi" - e appena poté partì per l'Europa senza il marito e i tre bambini. Sei mesi dopo i ragazzi vennero mandati in Inghilterra via mare per riunirsi alla madre, mentre il marito li raggiunse alcuni mesi dopo, una volta venduti la casa e il suo studio da commercialista - NdT]

Yvonne Gillham Jentzsch, nata Harding-Wilson
Yvonne, Peter Sr e i figli nel 1960
Hana Eltringham

Finalmente a fine maggio, dopo una difficile traversata con il mare in tempesta e un equipaggio privo di esperienza, la Avon River giunse alle Canarie. Il Capitano John Jones, uno dei due soli marinai professionisti a bordo, lo descrisse come il viaggio più strano della sua vita:

Il mio equipaggio era composto tutto di scientologist, sedici uomini e quattro donne. Nessuno di loro sapeva distinguere una barca da un tram, ma erano intenzionati a navigare per 4000 miglia su quella vasca da bagno basandosi solo sul loro Org Book. Mi era stato ordinato di non usare alcuna strumentazione elettrica a parte le luci, la radio e il radiogoniometro. Avevamo un radar e altra apparecchiatura all'avanguardia, ma non mi fu consentito usarla. Mi dissero che l'Org Book conteneva tutto quello che c'era da sapere e bisognava prenderlo alla lettera senza sollevare questioni. [20]

Una volta giunti a Las Palmas, Hubbard ordinò che la Avon River fosse completamente ristrutturata e la sua nuova unità di élite cominciò a sabbiare, ridipingere e costruire nuove cuccette. [21] All'epoca la Gillham era Capo Steward della nave e assistente personale di Hubbard. Yvonne era una bella donna dotata di grande personalità. Era piena di energia, entusiasmo ed empatia, e Hubbard la trovava irresistibile.

Il 12 agosto 1967 Hubbard emise il Flag Order #1 con cui istituiva ufficialmente la Sea Organization, si proclamava Commodoro e assegnava a Yvonne il titolo di Assistente del Commodoro. [22] Tra i suoi altri compiti, doveva occuparsi dei pasti, dei vestiti e degli alloggiamenti di Hubbard a bordo della Avon River; quando Hubbard stava a Las Palmas doveva alloggiare a Villa Estrella con lui.

Hana Eltringham si recava tutti i giorni a Villa Estrella per consegnare a Hubbard la corrispondenza e fare eventuali consegne di ritorno alla Avon River. La donna sudafricana era l'ufficiale di bordo responsabile dell'etica e della morale dell'equipaggio. Durante una consegna alla villa, Hana notò che Yvonne sembrava molto infelice. «La presi da parte e le chiesi cos'aveva», racconta. «Lei scoppiò a piangere e mi disse: "ha cercato di mettermi le mani addosso, sono spaventata e non so che fare".» [23]

Hubbard aveva detto a Yvonne che lei era un ufficiale leale di Scientology, la persona chiave che impediva a Xenu di trasformare tutti i terrestri in schiavi totali. [24] Quando Hubbard allungò le mani sulla sua assistente, le disse che persone speciali come loro dovevano stare assieme. La Gillham cercò di tenerlo a distanza e mantenersi composta. Il rifiuto delle avance del Commodoro portò alla sua retrocessione. [25]

Yvonne Gillham si trovava in una posizione difficile e imbarazzante. Se voleva ricongiungersi alla famiglia era necessario che Hubbard fosse dalla sua. «LRH (Hubbard) continuava a prometterle che ci avrebbe mandati a chiamare», racconta la figlia Janis Gillham, lei non avrebbe mai accettato di entrare nel Sea Project senza avere rassicurazione che l'avremmo raggiunta.» [26] Respingere le avance di Hubbard non servì. Le disposizioni affinché la famiglia potesse riunirsi furono date solo nove mesi dopo la partenza di Yvonne da St. Hill. Ma si rivelò solo un'esca. «Volammo a Valencia, dove si trovata la nave», ricorda Peter Gillham Jr. «Lì però ci dissero che nostra madre non c'era. Era salpata il giorno prima con la Avon River. Mi resi conto in quel momento che ero stato soltanto costretto a fare qualcosa.» [27]

Peter Gillham Jr. è certo che dietro la mossa che devastò completamente la sua famiglia ci fosse Hubbard. «Era come un burattinaio a cui piaceva giocare con le persone e in seguito vidi quel comportamento moltissime altre volte, ma a quel punto, che cosa ne potevo sapere? Avevo solo 15 anni, ero andato lì per riunirmi a mia madre, le famiglie devono stare insieme, lo diceva anche Hubbard. Non lo metteva in pratica, ma era certamente ciò che predicava.» [28]

Circa un mese dopo Peter Gillham Jr. fu finalmente trasferito sulla Avon River e poté trascorrere più tempo con la madre, ma non fu lo stesso per le sorelle. Le due ragazze erano bloccate sulla Royal Scotman, nome frutto di un errore di ortografia al momento della registrazione in Sierra Leone. [29] «Noi non incontrammo mamma, la vedemmo solo una volta, ma tre o quattro anni dopo - lui si assicurò che fosse così», dice Terri Gillham. «Era come se la stesse punendo e volesse essere certo che fossimo sue schiave, private del controllo dei nostri genitori.» [30]

I tre ragazzi Gillham firmarono il contratto da un miliardo di anni e si unirono alla Sea Org. Janis aveva appena 11 anni. «Non avevo scelta», ricorda. «Ero sulla nave. I miei genitori non erano con noi e mi dissero che se volevo restare a bordo dovevo firmare il contratto. Dove mai sarei potuta andare se avessi rifiutato?» [31]

Anche se tutti e tre erano ancora in età scolare, i fratelli Gillham furono messi a lavorare a tempo pieno. Quando erano fortunati potevano godere di tre ore al giorno per leggere, scrivere e far di conto, ma in aggiunta al programma di lavoro. [32]

Peter Gillham Jr. andò a lavorare nella sala macchine della Avon River. Nel giro di sei mesi, ad appena 15 anni fu promosso Capo Ingegnere. Le sue sorelle minori furono invece considerate troppo giovani per imbarcarsi sulla Avon River, ma non troppo per incarichi di responsabilità sulla Royal Scotman. Hubbard voleva essere sicuro che i suoi ordini venissero eseguiti, e a questo scopo istituì la Commodore's Messengers Organization [CMO]. I primi due messaggeri furono suo figlio Quentin e Janis Gillham. [33] Poco dopo anche Terri entrò nella CMO. All'età di 11 e 13 anni, Janis e Terri sarebbero presto diventate due delle figure più potenti dell'intera Sea Org.

I messaggeri erano gli occhi, le orecchie e il megafono di Hubbard. Dovevano consegnare il messaggio con le stesse parole, la stessa enfasi e lo stesso tono usati da Hubbard. Se il messaggio conteneva offese o volgarità, amen. Hubbard usciva spesso dai gangheri e i messaggeri dovevano canalizzare quella furia. Anche se avevano solo 11 e 13 anni, a Janis e Terri - come a tutti gli altri messaggeri - era sempre riservato l'appellativo di "Sir". Tutti i membri della Sea Org li trattavano con il massimo rispetto. I messaggeri avevano turni di lavoro di sei ore, sette giorni la settimana.

Consegnare i messaggi era solo una parte dei loro compiti. Dovevano anche accendere le sigarette di Hubbard, andargli dietro con un posacenere, riempirgli la vasca da bagno, scacciargli le mosche, dire al capitano in che direzione girare il timone, anche infilargli i pantaloni. «Usava sempre queste mutande boxer», ricorda disgustata Terri Gillham. «Le ragazzine non dovrebbero essere esposte a cose del genere. Poteva ben tirarsi su i calzoni da solo. E' semplicemente ridicolo.» [34]

In quanto Messaggera del Commodoro, Terri Gillham entrò in contatto con l'aspetto più abietto di Hubbard. «Una volta cercò di baciarmi», rivela. «Fu disgustoso. Avevo 16 anni, eravamo sul ponte esterno. Ero di turno con Doreen, ma lui la mandò a consegnare un messaggio. Era sera e stava facendo buio. Aveva i denti cariati e un alito terribile. Cristo, fu disgustoso. Era disgustoso da guardare, da toccare, ma pensava di essere un Dono di Dio.» [35]

da sin: Janis, Terri e Peter Jr., ott. 1969.
© Janis Grady
Terri al timone, Annie Tidman al radar e Suzette
Hubbard a sin. che sbircia dal finestrino. © Janis Grady
A sin. Peter Gillham Jr., a destra il famoso Capitano
Bill
. Gli Indipendenti che fanno capo alle Ron's Org
si rifanno agli insegnamenti del Capitano Bill
Robertson. © Janis Grady
Peter Gillham Senior. © Janis Grady

Man mano che acquisivano più esperienza, le messaggere assumevano ulteriori responsabilità e alla fine arrivarono a gestire la squadra di comando, facendo rispettare gli ordini e assicurandosi che i programmi di Hubbard fossero adeguatamente eseguiti. Poiché lavoravano a contatto così stretto con lui e riferivano i suoi messaggi ai diversi altri membri della Sea Org, le messaggere poterono avere una visione e comprensione unica del carattere di Hubbard, e di come trattasse i suoi seguaci. «Era bipolare», dice oggi Janis Gillham. «Poteva essere dolcissimo e carino, amichevole e gradevole, poi si lasciava andare a incredibili scatti di ira e bisognava calmarlo.» [36]

Terri Gillham è d'accordo. «Era sempre arrabbiato, sbraitava di continuo, urlava contro la gente. E dentro mi chiedevo: "perché è così arrabbiato?"» [37] E' una domanda che Terri si è fatta per tutta la vita. Oggi ritiene che parte di quella rabbia derivasse dall'odio che Hubbard provava per se stesso e dal senso di colpa per non essere l'uomo che diceva di essere. «Sapeva di non avere quelle belle intenzioni che sosteneva di avere. Sapeva che eravamo tutti suoi schiavi, sapeva che ci stava manipolando e controllando.» [38]

Non erano semplicemente degli scatti casuali e isolati e d'ira. Attraverso ciò che aveva ironicamente battezzato "etica", Hubbard aveva istituzionalizzato una cultura di controllo e punizione. All'entrata in funzione della Sea Org, Hubbard stava già usando le regole Scientology per controllare i suoi seguaci. Aveva il potere di dichiarare qualcuno "Persona Soppressiva" e costringere gli accoliti a tagliare i ponti con quella persona, fosse essa un amico, un collega, un familiare. Aveva istituito un battaglione di "Ufficiali di Etica" per denunciare e monitorare il comportamento dei suoi seguaci. Se si osservava qualcuno che secondo i canoni Scientology stava facendo la cosa sbagliata, bisognava scrivere un rapporto e inviarlo all'Ufficiale di Etica. Hubbard stava costruendo un sistema di spionaggio e informazione di cui la Stati della Germania Orientale sarebbe andata fiera.

Poi introdusse le "Condizioni di Etica", valutate in base a delle formule per misurare l'etica di un individuo o di un gruppo. Le definì "Condizioni di Esistenza": in cima alla lista troviamo gli stati di "potere" e "affluenza", sul fondo quelli di "rischio", "nemico" e "tradimento". Il 18 ottobre 1967 Hubbard pubblicò un elenco di punizioni per chi si trovava nelle "condizioni inferiori". Chi fosse stato assegnato nella condizione di "rischio" si sarebbe visto sospendere la paga e si sarebbe dovuto legare al braccio sinistro uno straccio sporco e grigio. Chiunque fosse in condizione di "tradimento" non avrebbe visto un centesimo e gli sarebbe stato disegnato un bollo nero sulla guancia sinistra. [39]

Hubbard definì le sue "Condizioni di Esistenza" in termini di grado di successo o sopravvivenza. [40] "Etica" era la chiave della capacità individuale di migliorare, e della capacità di un'organizzazione di sopravvivere e prosperare. Il concetto hubbardiano di etica non coincideva con il significato tradizionale della parola. «La nostra occupazione non è fare i bravi ragazzi», scrisse in Introduzione all'Etica di Scientology, «La nostra occupazione è diventare liberi e far sì che l'organizzazione abbia una produzione strepitosa.» [41]

Grazie alle sue direttive sull'"Etica", Hubbard introdusse un regime autoritario di misurazione e monitoraggio delle statistiche. Ogni giovedì alle 14,00 il personale di Scientology doveva consegnare i numeri delle vendite e dei risultati settimanali. Hubbard esigeva che queste statistiche migliorassero di continuo, altrimenti venivano imposte condizioni inferiori di etica. Aveva creato un impossibile regime di accelerazione dei risultati in cui il personale e i membri della Sea Org dovevano lavorare sempre più duramente, settimana dopo settimana, oppure affrontare delle punizioni.

Terri Gillham, che vide molto da vicino lo svilupparsi delle direttive, sostiene che Hubbard le creò per schiavizzare i suoi seguaci. «Credo sia stato tutto progettato per insegnarti a sottometterti e ad arrenderti, a essere osservato e controllato. Tutto ruota attorno al controllo della persona, a farla sottomettere, ad avere la meglio su di lei.» [42]

Secondo Terri, Hubbard era sufficientemente sveglio da sapere come controllare i propri seguaci, e sufficientemente sveglio da saperlo fare nel migliore dei modi. «Era intelligente, poteva leggere qualcosa e "duplicarlo" [ripeterlo], comprenderlo, farlo suo e riscriverlo alla sua maniera. Come scrittore era davvero bravo, incredibile nel marketing; ecco come fece esplodere Scientology, era un genio del marketing.» [43]

Nei primi tempi di attuazione delle sue nuove direttive, Hubbard decise che una nave intera fosse in condizione di "rischio". La Royal Scotman era finita contro un molo e tutto l'equipaggio fu costretto a indossare uno straccio grigio al braccio. Fu avvolto un telone grigio attorno al fumaiolo. [44] Stracci sporchi e duro lavoro erano umilianti, ma Hubbard era solo all'inizio.

Sul davanti di navi come la Avon River e la Royal Scotman c'è un piccolo compartimento chiamato gavone dell'ancora. Quando l'ancora non è in uso, la sua catena viene arrotolata e custodita in questo spazio angusto. Nella mente di Hubbard non si trattava soltanto di uno spazio adatto a contenere la catena, ma anche i membri della Sea Org che secondo lui erano in "condizioni di etica" inferiori.

Hana Heltringham, che fu capitano della Avon River, conosceva bene il gavone dell'ancora e lo ha descritto come un «cassone metallico chiuso, umido, pieno d'acqua e alghe, maleodorante.» [45] Terri Gillham ancora fatica a credere che Hubbard lo usasse per punire i suoi seguaci. «Quel gavone era spaventoso», dice. «Era un buco peggiore della prigione. Puzzava, era disgustoso e pericoloso. Se l'ancora fosse stata calata con qualcuno dentro, la catena l'avrebbe ucciso.» [46]

A Peter Gillham Jr. fu assegnata la condizione di "nemico" - e rinchiuso nel gavone dell'ancora - per aver fatto una battuta sull'olio presente sul pavimento della sala macchine della Avon River. [47] Suo padre, che entrò brevemente nella Sea Org in marzo 1968 come incaricato delle finanze della Royal Scotman, finì nel gavone dell'ancora dopo essere stato falsamente accusato di avere rubato dei soldi. [48]

Anche dei bambini piccoli finirono rinchiusi in quello spazio angusto e pericoloso. Poiché Scientology tratta i bambini come se fossero dei piccoli adulti, i minori non erano protetti dalla crescente cultura di punizioni e maltrattamenti che si stava diffondendo sulle navi. Come Hubbard scrisse in Scientology per bambini, «Essi sono (e non trascuriamo il punto) degli uomini e delle donne. Un bambino non è una specie di animale speciale diverso dall'Uomo. Un bambino è un uomo o una donna che non ha ancora raggiunto la crescita piena. Qualsiasi legge si applichi al comportamento di uomini e donne, si applica ai bambini.» [49]

Derek Greene, un bambino di quattro anni che aveva fatto cadere in acqua il Rolex di un membro della Sea Org, fu rinchiuso nel gavone dell'ancora per due giorni e due notti. [50] La madre del ragazzino implorò Hubbard di farlo uscire, ma il fondatore di Scientology non cedette. [51] Solo, al buio e senza coperte e vasino, il bambino continuò a piangere per tutto il tempo. [52]

Peter Gillham Jr. a 17 anni, Ingegnere Capo della
Avon River. © Janis Grady
A bordo anche dei bambini piccoli, qui con la loro
nanny Judy Lewis. © Janis Grady
Janis Gillham e LRH sull'Apollo

Tonja Burden, ex membro della Sea Org, in una dichiarazione giurata testimoniò di aver visto un ragazzo venire rinchiuso nel gavone dell'ancora per 30 notti consecutive. «Poteva uscire soltanto per pulire le sentine dove venivano raccolte le fogne e i rifiuti della nave», ha dichiarato. [53] John McMaster, il "Papa" di Scientology, dichiarò che Hubbard aveva mandato una bambina sordomuta di cinque anni per dieci giorni in quello spazio angusto, assegnandole una "condizione di etica" in cui doveva "scoprire chi sei veramente". [54]

Quando Terri Gillham ebbe difficoltà nel gestire un bambino disobbediente a bordo, Hubbard si inventò una forma di punizione che non infliggereste nemmeno a un adulto. «Disse di rinchiuderlo per la notte nella credenza», racconta. «Avevo solo 13 o 14 anni, ma sapevo che è una cosa che non si fa. Sapevo che non gli avrei mai detto che non avrei ubbidito al suo ordine - semplicemente non lo feci. Se gli avessi detto "no, non lo farò" sarei stata incarcerata e l'avrebbe fatto qualcun altro, perciò pensai che la cosa migliore fosse fingere di averlo fatto e non dire più una parola sull'accaduto. Ci ho sempre ripensato, ritengo ci sia qualcosa di profondamente sbagliato in un uomo che prende in considerazione l'idea di rinchiudere la gente in quel modo.» [55]

Anche le messaggere speciali di Hubbard erano sottoposte a crudeli punizioni. Quando Janis Gillham finì ultima all'esame sul Dizionario di Scientology, dovette trascorrere 24 ore nella coffa, in cima all'albero maestro. «Avevo 12 anni» racconta «era un grosso albero metallico. Dovevi arrampicarti sulla scala, molto in alto, poi scavalcarne il bordo. Non potevi distenderti, solo restare rannicchiata per 24 ore.» In quanto messaggera più giovane era quasi inevitabile che Janis finisse ultima all'esame. Hubbard punì una ragazzina che non riusciva a tenere il passo con i più grandi. [56]

John McMaster avrebbe sperimentato in prima persona la sempre crescente cultura punitiva dell'unità di élite di Scientology. In maggio 1968 Hubbard cominciò a dare ordini in base ai quali i membri della Sea Org dovevano essere lanciati fuori bordo da un'altezza di sei o sette metri. [57]

Il Commodoro non pensava che il suo "Papa" fosse infallibile. McMaster finì infatti fuori bordo in ben sei diverse occasioni, l'ultima delle quali gli costò una frattura alla spalla. Poco dopo lasciò Scientology e perse ogni rispetto per Hubbard, che nelle interviste pubblicate chiamava il "Ciccione". [57] [58]

Le vittime del fuoribordo venivano lanciate in mare vestite, alcune con mani e piedi legati, altri con una benda sugli occhi. [59] Per chi non sapeva nuotare si trattava di un'esperienza terribile. Non c'era alcuna pietà nemmeno per i membri più anziani. Julia Lewis Salmen aveva quasi 60 anni quando Hubbard ordinò di lanciarla oltre il parapetto della nave. «Urlò per tutta la caduta», ha ricordato Hana Eltringham. [60] «Quando toccò l'acqua, l'urlo cessò. Nessuno fece nulla. Alla fine Hubbard sbraitò: "Perdio, che cosa fa in acqua?" e disse a qualcuno di lanciarsi e recuperarla.» [61] Un membro della Sea Org fu esposto al pubblico ludibrio quando, dopo il volo dal parapetto, perse il parrucchino. [62]

I membri della Sea Org potevano essere lanciati fuoribordo per la più piccola infrazione. A Peter Gillham Jr. toccò per essere arrivato in ritardo di 15 minuti al suo turno in sala macchine. [63] All'epoca aveva solo 15 anni, ma essendo un ottimo nuotatore non ne restò traumatizzato come accadde invece ad altri membri della Sea Org americani o inglesi. Il giornale britannico Sunday Times riferì che fuori bordo finirono anche ragazzini di otto o nove anni. [64]

Fu proprio il giornalista del Sunday Times Alex Mitchell a scrivere per primo dei brutali rituali di Scientology come il lancio fuori bordo, e la sua denuncia trae origine dal Rapporto Anderson australiano. Il cronista, originario di Townsville [Australia], si era già mostrato antagonista a Scientology quando ne scriveva per il Daily Mirror di Sydney. Nel 1967 Mitchell si trasferì a Londra e portò con sé delle copie del Rapporto Anderson [1965] che fu felice di condividere con altri giornalisti.

Le copie di Mitchell di quel prezioso documento si fecero presto largo tra i bar e le redazioni di Fleet Street e il rapporto aiutò parecchi giornalisti britannici a scrivere di Scientology. «Siccome il rapporto era stato discusso in parlamento», spiega Mitchell, «i suoi contenuti erano "privilegiati" e potevano essere utilizzati senza timore di azioni legali da parte dei molesti querelanti di Scientology. In quel periodo il rapporto fu ampiamente usato dai giornali britannici e fornì la base per numerose denunce pubbliche.» [65]

Una volta a Londra, il reporter australiano decise di infiltrarsi nella Chiesa di Scientology di Tottenham Court Road. Evidentemente era stato bravo a ingannare l'E-Meter. Nonostante non credesse a una sola parola della dottrina hubbardiana, riuscì a raggiungere il livello di Thetan Operante I (OT I) prima di mettersi a frutto le sue nuove scoperte. [66]

Nell'agosto del 1968 la Sea Org gettò l'ancora nell'isola greca di Corfù. [67] Hubbard fu così entusiasta dell'accoglienza della giunta militare greca da ribattezzare le sue due navi. La Royal Scotman prese il nome di Apollo, mentre la Avon River diventò Athena. L'Home Office britannico aveva chiesto al suo vice-console a Corfù, lo straordinario Maggiore John Forte [autore di The Commodore and the Colonels sulla sua esperienza con Scientology - NdT], di comunicare a Hubbard che non era più gradito nel Regno Unito. [68] Alex Mitchell fu spedito a Corfù per indagare sui progetti di Hubbard nell'isola, che si diceva comprendessero la proposta per una Università di Scientology. [69]

Da sin: Annie Tidman, Janis Gillham, Suzette
Hubbard, Claire. © Janis Grady
Studenti lanciati in mare in un rituale punitivo.
La flotta della Sea Org di cui L. Ron Hubbard era
Commodoro. © Janis Grady
La Royal Scotman/Apollo. © Janis Grady

Mitchell fu in grado di documentare i bizzarri rituali punitivi di Hubbard e di scoprire la storia di una donna con due bambini che era riuscita a fuggire da una delle navi. Pare fosse scesa urlando dallo scalandrone prima di essere catturata e riportata dentro. [70] Il giornalista non fu in grado di formulare alcuna accusa contro Hubbard, che aveva istruito la polizia locale a tenere lontani i media.

Ma il cronista del Sunday Times era cresciuto nella cultura degli allora molto energici tabloid di Sydney e non si faceva intimidire facilmente. Una notte si appostò nel pressi del molo e vide ciò che descrisse come «una figura rotonda abbigliata nell'assurda uniforme bianca da Ammiraglio» [71] salire su una limousine. Seguì allora l'automobile fino al locale casinò. Mitchell cercò di entrare nella sala della roulette, ma il portiere lo fermò perché non era vestito in modo adeguato. Si accomodò pertanto in un bar con vista sull'ingresso della sala e attese. Due ore dopo Hubbard andò al bagno e l'intrepido Mitchell lo seguì.

Mentre Hubbard era all'orinatoio, il giornalista lo affiancò e gli chiese un'intervista. «Alex, sta sprecando il suo tempo», gli disse il Fondatore. «So da dove viene ed è stato un piacere incontrarla. Arrivederci.» Mitchell pubblicò la sua inchiesta da Corfù sulla Sea Org e in seguito fu il primo a parlare dei collegamenti di Hubbard con Aleister Crawley e l'occultismo. [72] Alla fine il suo nome finì nella lista dei nemici di Scientology, che lo pose sotto sorveglianza. [73] «Quando vidi quell'elenco con anche il mio nome», racconta, «ne fui immensamente orgoglioso. Un Distintivo di Onore, pensai.» [74]

Intanto la cultura di maltrattamenti all'interno della Sea Org aveva devastato ulteriormente la famiglia Gillham. Peter Gillham Sr. fece rapporto sulle spese eccessive dei direttori di Scientology e per questo fu accusato di progettare un furto di denaro dalla nave. Era l'addetto bancario a bordo e portava spesso in giro contanti in una valigetta. Quando gli dissero che come punizione per un crimine che non aveva commesso doveva sgorgare manualmente i gabinetti, Peter rifiutò. Fu allora mandato nel gavone dell'ancora e dichiarato "Persona Soppressiva". Le sue figlie Janis e Terri furono convocate con l'ordine di inviargli una lettera di disconnessione. A 11 e 13 anni, le due ragazzine furono costrette tra le lacrime a obbedire. [75]

Una volta terminata la punizione nel gavone dell'ancora, Gillham Sr. scrisse una lettera a Hubbard dicendogli che la Sea Org non faceva per lui. «Era stato messo definitivamente al tappeto», dice Janis Gillham. «Venne a trovare me e Terri e ci disse che se ne andava, che ci saremmo tenuti in contatto. Pensava di essere l'unico nei guai.» [76]

Peter Gillham Sr. volò a Valencia, dove suo figlio era in porto. «Vidi mio padre uscire da un taxi e scesi lo scalandrone per parlargli», ricorda Peter Jr. «Mi disse che se ne andava, tornava in Inghilterra perché doveva occuparsi di alcune cose. Non mi parlò dell'accaduto. Gli dissi: "Beh, se torni in Inghilterra, che ne dici di portarci con te?"» [77] Il ragazzino 15enne voleva semplicemente avere una famiglia unita. Ma non ebbe la risposta che sperava. «Non questa volta», gli rispose il padre. [78] Hubbard e la divisione di intelligence di Scientology avevano altri progetti per lui.


Note:

1. In una intervista rilasciata a Russell Miller per Bare-Faced Messiah [qui in italiano], Virginia Downsborough disse che Hubbard non si alzò dal letto per tre settimane
2. Per una esauriente storia sull'assunzione di droghe di Hubbard, si legga la relazione di Jon Atack Never Believe a Hypnotist, un'indagine sulle affermazioni di L. Ron Hubbard in merito all'ipnosi e al suo legame con Dianetics
3. Lettera a Mary Sue Hubbard del 1967, come citata in Messiah or Madman? (1987) [qui in italiano] di Bent Corydon e L. Ron Hubbard Jr.
4. Jerry Dorsman, How to Quit Drugs for Good, Random House, New York 1998, pag. 37, descrive le "rosa e grigie" come Darvon. Anche Gerry Armstrong, ex archivista della Chiesa di Scientology, ha riferito all'autore di ritenere che "rosa e grigie" si riferisse alle capsule di Darvon
5. Lawrence Wright, Going Clear: Scientology, Hollywood and the Prison of Belief, Alfred A. Knopf, New York, 2013, pag. 93
6. Intervista di Russell Miller a Virginia Downsborough
7.www.scientology.org/faq/operating-thetan/what-is-ot.html
8. Jon Atack, Lets Sell These People a Piece of Blue Sky [qui in italiano] (seconda ed.), Richard Woods, Worthing, 2013, pag. 145
9. Flag Information Letter 67, 31 ottobre 1977
10. Per la versione ufficiale di L. Ron Hubbard del mito di Xenu: http://jeta.home.xs4all.nl/scn/ot3/ot3.html
11. L. Ron Hubbard Journal '67 - registrazione di una conferenza tenuta a Las Palmas il 20 sett. 1967
12. ibid.
13. ibid.
14. Lawrence Wright, op. cit. pag. 96
15. Secondo lo scientologist britannico Neville Chamberlain come riportato in Janet Reitman, Inside Scientology, HoughtonMifflin Harcourt, New York, 2011, pag. 90
16. Janet Reitman, ibid.
17. Biografia di Howard Dickman di Yvonne Gillham, http://scientolipedia.org/info/Yvonne_Gillham_Jentzsch
18. Russell Miller, Bare-Faced Messiah, [qui in italiano] Henry Holt and Company, New York, 1987, pag. 264
19. Biografia di Howard Dickman, link citato
20. Sunday Mirror 24 dic. 1967 come citato in Jon Atack, op, cit. pag. 196
21. Russell Miller, op. cit, pag.269
22. Biografia di Howard Dickman, link cit.
23. Intervista dell'autore a Hana Eltringham
24. Biografia di Howard Dickman, link cit.
25. Ibid.
26. Intervista dell'autore a Janis Grady (nata Gillham)
27. Intervista dell'autore a Peter Gillham Jr.
28. Ibid.
29. Russell Miller, op. cit. pag. 274
30. Intervista dell'autore a Terri Gamboa (nata Gillham)
31. Intervista dell'autore a Janis Grady (nata Gillham)
32. Ibid.
33. Ibid.
34. Intervista dell'autore a Terri Gamboa (nata Gillham)
35. Ibid.
36. Intervista dell'autore a Janis Grady (nata Gillham)
37. Intervista dell'autore a Terri Gamboa (nata Gillham)
38. Ibid.
39. HCO PL, Penalties for Lower Conditions, 18 ottobre 1967
40. www.lronhubbard.org/ron-series/profile/humanitarian/solution-to-administration.html
41. http://tnyortega.org/2013/11/07/statistically-speaking-jefferson-hawkins-takes-us-into-scientologys-numbers-fixation/comment-page-1/
42. Intervista dell'autore a Terri Gamboa (nata Gillham)
43. Ibid.
44. Jon Atack, op. cit. pag. 201, e verbale di interrogatorio dell'FDA a McMaster nel 1970
45. Hana Eltringham, Secret Lives - L. Ron Hubbard, documentario di Channel 4, Regno Unito
46. Intervista dell'autore a Terri Gamboa (nata Gillham)
47. Intervista dell'autore a Peter Gillham Jr.
48. Intervista dell'autore a Janis Grady (nata Gillham)
49. L. Ron Hubbard, "Scientology e i bambini", Communication, settembre 1961
50. Lawrence Wright, op. cit. pag. 111. La storia di Derek Greene è stata anche confermata all'autore da Janis Grady (nata Gillham)

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51. Hana Eltringham, discorso tenuto nel 2010 ad Amburgo, Germania
52. Hana Eltringham, op. cit.
53. Dichiarazione giurata di Tonja Burden, 25 gennaio 1980
54. Jon Atack, op. cit. pag. 202, verbale di interrogatorio di John McMaster della FDA, 23 novembre 1970.
55. Intervista dell'autore a Terri Gamboa (nata Gillham)
56. Intervista dell'autore a Janis Grady (nata Gillham)
57. Lawrence Wright, op. cit. pag. 110 e corrispondenza di Hana Eltringham con l'autore.
58. John McMaster come citato in Bare-Faced Messiah di Russell Miller, pag. 273
59. Lawrence Wright, op. cit. pag. 111
60. Intervista dell'autore a Hana Eltringham
61. Ibid.
62. Come è stato raccontato all'autore da un ex membro della Sea Org che desidera restare anonimo
63. Intervista dell'autore a Peter Gillham Jr.
64. Alexander Mitchell, "Over the Side go the Erring Scientologists", Sunday Times, 17 novembre 1968
65. Corrispondenza dell'autore con Alex Mitchell
66. Alex Mitchell, Come the Revolution, NewSouth Publishing, Kensington, 2011, pag. 143
67. Jon Atack, op. cit. pag. 209
68. Alex Mitchell, op. cit. pag. 144
69. Daily Telegraph, Regno Unito, necrologio del Maggiore John Forte, 14 settembre 2012
70. Alex Mitchell, art. cit.
71. Alex Mitchell, art. cit.
72. Alex Mitchell, "The Odd Beginning of Ron Hubbard's Career", Sunday Times, 5 ottobre 1969
73. Intervista dell'autore a Alex Mitchell
74. Ibid.
75. Intervista dell'autore a Janis Grady (nata Gillham)
76. Ibid.
77. Intervista dell'autore a Peter Gillham Jr.
78. Ibid.

 
 
 
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