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Going Clear: Scientology, Hollywood and the Prison of Belief

Alcune pagine dell'ultimo libro di Lawrence Wright sulla chiesa inventata dallo scrittore di fantascienza L. Ron Hubbard. Marzo 2013.

© Traduzione a cura di Simonetta Po, marzo 2013.

 
Nel gennaio del 2013 Lawrence Wright, già acclamato autore di Remembering Satan e di The Looming Tower, con cui ha vinto il Premio Pulitzer nel 2007, ha dato alle stampe Going Clear: Scientology, Hollywood and the Prison of Belief. Il libro ripercorre e amplia il lungo articolo che Wright scrisse nel 2011 per il New Yorker. Prendendo come spunto e filo narrativo l'esperienza in Scientology del regista premio Oscar Paul Haggis, membro della chiesa per 35 anni, l'autore ripercorre le tappe fondamentali del movimento fondato nel 1950 dallo scrittore di fantascienza L. Ron Hubbard, la vita e la personalità del fondatore e del suo successore David Miscavige, da quasi 30 anni leader incontrastato della Chiesa di Scientology, e il fascino che le teorie psicologiche e spirituali di Hubbard e della sua chiesa esercitano su Hollywood, da sempre preda ambita in quanto potente mezzo pubblicitario e di proselitismo.

Nelle pagine a seguire, l'epilogo dell'illuminante opera di Lawrence Wright, una lettura equilibrata e obiettiva che consiglio vivamente.
[Nel 2015 il libro è uscito anche in edizione italiana per Adelphi con il titolo La prigione della fede]

Simonetta Po



Epilogo


(pagg. 354-372)

Se Scientology è basata su una bugia, come la formulazione di Tommy Davis durante l'incontro al New Yorker suggerirebbe, che cosa dobbiamo pensare delle molte persone che credono alla sua dottrina o - come Davis e la Feschbach - difendono pubblicamente l'organizzazione e promuovono e le sue pratiche?

Naturalmente, nessuna religione può dimostrare di essere "vera". Al centro stesso di ogni grande sistema di credenza ci sono miti e miracoli che, se osservati con la lente impietosa di uno studioso o di un reporter investigativo, potrebbero essere facilmente liquidati come bugie. Maometto è veramente asceso al Paradiso in groppa al suo leggendario destriero Buraq? E i discepoli di Gesù hanno realmente incontrato il loro capo crocifisso, dopo la sua sepoltura? Si tratta di visioni, di miracoli o di bugie? La religione sopravvivrebbe senza di esse?

È indubbio che un sistema di credenza può avere effetti trasformativi positivi sulla vita delle persone. Molti scientologist attuali ed ex hanno testimoniato il valore della loro formazione e l'illuminazione derivata dallo studio della religione. Essi hanno il diritto di credere a qualsiasi cosa desiderino. Ma usare le protezioni concesse alla religione dal Primo Emendamento per falsificare la storia, diffondere documenti contraffatti, insabbiare abusi dei diritti umani è una questione diversa.

Hubbard una volta scrisse che «la vecchia religione» - il Cristianesimo - era basata su «una bugia molto dolorosa», cioè sull'idea di Paradiso. «Sì, sono stato in Paradiso. E anche voi ci siete stati», enunciò. «C'erano i cancelli, gli angeli e i santi di gesso - e attrezzature per inculcare elettronicamente delle suggestioni ipnotiche [implant]». Il Paradiso, disse Hubbard, fu costruito 4 trilioni di anni fa come stazione implant. «Così, dopo tutto, c'era un Paradiso - e questo è il motivo per cui voi siete su questo pianeta e foste condannati a non essere mai più liberi - fino all'avvento di Scientology.» Proseguiva: «Questo che cosa fa alla natura religiosa di Scientology? La rafforza. Le nuove religioni sovvertono sempre i falsi dei delle vecchie religioni, fanno qualcosa per migliorare l'uomo. Noi possiamo migliorare l'uomo. Noi possiamo mostrare la falsità dei vecchi dei. E possiamo aprire l'universo come un luogo più felice in cui lo spirito possa dimorare.»

Si potrebbe comparare Scientology alla Chiesa dei Santi degli Ultimi Giorni, una nuova religione del secolo scorso. Joseph Smith, il fondatore del movimento, sosteneva che nel 1827, nella parte settentrionale dello stato di New York, l'angelo Moroni gli aveva consegnato una coppia di tavole d'oro assieme a una coppia di "pietre per vedere" che gli permettevano di leggerne i contenuti. Tre anni dopo pubblicò Il Libro di Mormon e fondò un movimento che sarebbe stato al centro della peggiore insorgenza di persecuzione religiosa della storia americana. I mormoni vennero perseguiti in tutto il paese per pratica della poligamia e per la loro presunta eresia. Lo stesso Smith fu assassinato da una folla inferocita a Carthage, Illinois. I suoi discepoli fuggirono dagli Stati Uniti e fondarono una teocrazia religiosa nel territorio degli Utah, che ribattezzarono Zion. I mormoni erano così disprezzati che il Congresso promulgò una legge per sterminarli. Ciononostante, il mormonismo si sarebbe evoluto fino a diventare una delle denominazioni a crescita più rapida del XX, e ora del XXI secolo. Oggi i membri di quella fede possono concorrere apertamente alla presidenza degli Stati Uniti. Ora in molte parti del mondo questa religione, un tempo ostracizzata perché i suoi valori venivano percepiti come anti-americani, è considerata la più americana di tutte le religioni; in realtà è così che si pensano anche molti mormoni. Non solo è la misura del successo di quella religione, ma anche della capacità di adattamento e trasformazione di una fede.

Ciononostante, Joseph Smith era chiaramente un bugiardo. Nel rispondere all'accusa di poligamia egli affermò di avere una sola moglie, quando invece aveva già messo assieme un intero harem. Un episodio strano ma rivelatore avvenne nel 1835, quando Smith acquistò diverse mummie egizie da un mercante ambulante che vendeva quel tipo di curiosità. All'interno dei sarcofagi trovò dei rotoli di papiro, ormai ridotti in pezzi; Smith dichiarò che si trattava dei veri scritti dei patriarchi del Vecchio Testamento Abramo e Giuseppe e scrisse ciò che definì una traduzione di quei papiri, intitolata Il Libro di Abramo. Il testo costituisce ancora oggi una parte della dottrina mormone. Nell'America di quel tempo si pensava che i geroglifici fossero ancora indecifrabili, ma la Stele di Rosetta era già stata scoperta e Jean François Champollion aveva tradotto con successo in francese il linguaggio geroglifico. I papiri di Joseph Smith furono rinvenuti nel 1966 in una collezione del Metropolitan Museum of Art. Fu subito possibile dimostrare che quanto Smith aveva "tradotto" erano comuni documenti funerari senza alcun riferimento di sorta a Abramo o Giuseppe. Quella truffa è nota da decenni, ma non ha inciso sulla crescita della religione o sulla devozione dei suoi fedeli. La credenza nell'irrazionale è una delle definizioni di fede, ma è altrettanto vero che aggrapparsi a dottrine assurde o controverse lega assieme una comunità di fede e fissa una barriera tra essa e il mondo esterno.

L'evoluzione di Scientology in una religione ricorda anche la progressione della Scienza Cristiana, la fede in cui è nato Tommy Davis. Come Hubbard, anche Mary Baker Eddy, fondatrice della Scienza Cristiana, sperimentò metodi alternativi di cura. Come Hubbard, anche lei affermava di essere stata un'invalida che si era curata da sola; anche lei scrisse un libro basato sulla sua esperienza: Science and Health with Key to the Scriptures. Su quel volume, nel 1879 la Baker Eddy fondò la Church of Christ, Scientist. la Scienza Cristiana rifiuta le pratiche mediche scientifiche molto più di quanto non faccia Scientology, benché entrambe le organizzazioni sostengano di essere più "scientifiche" che religiose. Molte religioni, tra cui la Scienza Cristiana, i Testimoni di Geova e anche il Cristianesimo, hanno conosciuto scherno e persecuzione. Alcune, come gli Shakers e i Milleriti, sono scomparse; altre, tra cui i Mormoni e i Pentecostali, si sono fatti largo nell'affollato panorama religioso della società americana.

La pratica della disconnessione, o dell'estromissione, non è prerogativa unica di Scientology, come non lo è il desiderio di un rifugio religioso. La stessa America fu fondata da veri credenti distaccatisi dalla parentela non-puritana. I Padri Pellegrini misero tra sé e i parenti inglesi un intero oceano. Compaiono di continuo nuovi leader religiosi che danno corpo a bisogni spirituali irrisolti. In tutto il mondo è presente un costante ribollire di denominazioni e movimenti spirituali, ribollire stimolato dalla libertà di espressione. Bisogna proiettare L. Ron Hubbard e l'odissea del suo movimento contro questo fondale storico e la naturale bramosia umana di trascendenza e sottomissione.

Alla fine degli anni '70 vissi parecchi mesi in una comunità Amish e mennonita della Pennsylvania centrale dove condussi ricerche per il mio primo libro [City Children, Country Summer, Scribner's, 1979].

In Europa quel movimento era stato quasi annientato, ma negli anni '20 del '700 trovò rifugio nella colonia di William Penn, il "santo esperimento" della Pennsylvania. Da allora la vita degli amish è rimasta essenzialmente immutata, una specie di museo di vita rurale del XVIII secolo. Gli aderenti vivono esistenze isolate, lontane dal flusso della cultura popolare, in una specie di atollo religioso. Restai colpito dalla bellezza e dalla semplicità di quella vita. Gli amish vedono la Terra come il giardino di Dio e loro compito è prendersene cura. L'ambiente di cui si circondano è denso di senso di pace e di una risoluta regolarità. L'individualità è schiacciata al punto che le opinioni dei membri della comunità sono così simili le une alle altre come lo sono la forma approvata della cuffietta delle donne o la regolazione della barba. Poiché mode e novità sono bandite, ci si sente confortevolmente rinchiusi in un vuoto eterno e immutabile. La conformità imposta attutisce il rumore della diversità e l'ansia dell'incertezza; ci si sente più vicini all'eternità. Si è sempre consapevoli del recinto elettrificato dell'ortodossia che circonda e protegge questo giardino dell'Eden, e dell'espulsione che attende chi manifesta dubbi o critiche. Ma nella cultura amish c'è comunque una specie di tranquilla maestà - non per il rifiuto della modernità, ma per il principio di non-violenza e per l'adesione a un modo di vita che attenua il fanatismo. Gli amish non patiscono nessuna delle ignominie che gli scientologist devono sopportare; in realtà vengono generalmente trattati come una specie protetta e amata, coccolati dai vicini e ben visti dalla società. Ciononostante sono un gruppo fortemente scismatico, disposto a interrompere qualsiasi rapporto con i parenti più cari per ciò che a un estraneo potrebbe sembrare un insensato punto dottrinale, o addirittura per questioni come montare una grondaia o appendere quadri alle pareti.

Ma per quanto all'esterno gli amish possano apparire adorabili, tali comunità religiose isolate e deprivate intellettualmente possono diventare auto-distruttive, in particolare quando ruotano intorno agli umori di un singolo leader tirannico. David Koresh creò quel tipo di comunità nella roccaforte Branch Davidian che aveva fondato nei pressi di Waco, e che giustamente battezzò Ranch Apocalypse. Nel 1993 mi chiesero articoli sull'assedio in corso. Decisi di non accettare, perché sulla scena c'erano ormai più giornalisti che davidiani; tuttavia rimasi turbato alla vista dei ventuno bambini che Koresh mandò fuori dalla proprietà poco prima dell'inferno fatale. Quei bambini si lasciarono dietro i genitori e la sola vita che avessero mai conosciuto. Furono strappati alla loro comunità di fede, caricati sui pulmini del governo, accompagnati attraverso una cortina di agenti federali e di giornalisti e messi sul palcoscenico di un mondo alieno, e chissà qual è stato il loro futuro. Pensai che dovevano esserci altri bambini che avevano vissuto traumi simili; che ne era stato di loro?

In un cimitero di Oakland, California, proprio vicino all'ospedale della Marina dove Hubbard trascorse i suoi ultimi mesi in uniforme, c'è un monticello stranamente irregolare. Sotto una lapide anonima riposano i resti di quattrocento degli oltre novecento seguaci di Jim Jones periti a Jonestown nel 1978. Le bare furono impilate l'una sull'altra su un lato di una collina sbancata dai bulldozer, poi ricoperte di terra. Vi fu seminata l'erba e la tragedia di Jonestown venne seppellita nella memoria nazionale come una ulteriore, inspiegabile calamità religiosa. I membri del Tempio dei Popoli, come Jones aveva battezzato il suo movimento, erano stati attratti dai suoi servizi pentecostali di guarigione, dal suo attivismo sociale, dal suo egualitarismo razziale. Carisma e follia erano inestricabilmente intrecciati nel tessuto della personalità di Jones, assieme all'insaziabile appetito sessuale che accompagnava il suo terrore dell'abbandono. Nella costante ricerca di una comunità religiosa sicura, Jones aveva ripetutamente sradicato la sua congregazione. Infine, nel maggio 1977 l'intero movimento scomparve letteralmente dalla sera alla mattina. Senza preavviso e dopo aver lasciato gli impieghi, le case e i familiari non appartenenti al Tempio dei Popoli, i membri del movimento furono portati in gran segreto in un accampamento nella giungla della Guyana, Sud America, che Jones definiva un paradiso socialista. E lì cominciò ad addestrarli al suicidio.

Venni a sapere che a Jonestown non erano morti tutti. Tra i sopravvissuti c'erano i tre figli di Jones: Stephan, Tim e Jim Junior. Al momento della tragedia erano nella capitale Georgetown per una partita di basket contro la nazionale guyanese. Quei giovani traumatizzati non avevano mai raccontato la loro storia. Uno dei privilegi del giornalista è di essere considerato un ascoltatore affidabile di quel tipo di ricordi, in tutta la loro complessità emotiva. Una sera andai a cena con Tim Jones e la moglie Lorna. Tim era fisicamente potente, capace di alzare cinquanta chili con un braccio solo, ma non riusciva a salire su un aereo perché soffriva di attacchi di panico. Voleva essere accompagnato dalla moglie perché non le aveva mai raccontato tutta la storia, e voleva stare in un luogo pubblico così non avrebbe pianto. Era stato Tim a tornare a Jonestown per l'identificazione dei corpi di tutte le persone che conosceva, tra cui i genitori, i fratelli e le sorelle, sua moglie e i suoi figli, tutto il suo mondo. Era convinto che, se fosse stato là, sarebbe riuscito a impedire quei suicidi. Raccontò la sua storia urlando, battendo la mano sul tavolo, il cameriere ci girava alla larga e gli altri avventori tenevano gli occhi fissi sul piatto. Prima di allora non avevo mai avvertito così intensamente il pericolo dei nuovi movimenti religiosi e il danno fatto alle persone attratte in quei gruppi, non per debolezza di carattere ma per il loro desiderio di fare del bene e di vivere una vita densa di significato.

Scientology vuole essere vista e compresa come un approccio scientifico all'illuminazione spirituale. In realtà è assolutamente priva di basi scientifiche. Sarebbe meglio compresa come filosofia della natura umana; visto in quella luce, il pensiero di Hubbard potrebbe essere comparato a quello di altri filosofi morali come Immanuel Kant e Søren Kierkegaard, sebbene nessuno abbia mai approcciato seriamente la vastità dell'opera di Hubbard. Le sue categorie di comportamento, spesso ingenue e osservate minuziosamente, sono state oscurate dagli elementi fittizi della sua personalità e dalle assurdità profondamente intrecciate ai suoi slanci di brillantezza, rendendo molto difficile ai non-scientologist ricavarne un senso. Lo studio serio e accademico dei suoi scritti è stato anche limitato dalla reputazione vendicativa della chiesa.

La psicoterapia è la cugina più rispettabile di Scientology, sebbene nemmeno lei possa onestamente affermare di essere una scienza. Il lascito di Freud è un'indagine aperta e libera sulle motivazioni del comportamento. Anch'egli creò dei postulati - come l'ego, il superego, l'es - che potrebbero non sopravvivere a test strettamente scientifici, ma che offrono un approccio alla comprensione dei funzionamenti interiori della personalità. I concetti di mente reattiva e analitica di Hubbard cercano di fare qualcosa di simile. L'esplorazione di Jung degli archetipi, basata sulle sue esplorazioni psicologiche, anticipa l'evoluzione di Dianetics in Scientology - in altre parole, lo spostamento da terapia a spiritualismo.

Non vi è alcuna utilità nel criticare la posizione di Scientology in quanto religione; negli Stati Uniti, l'unica opinione che conta veramente è quella dell'IRS; inoltre, la gente crede ai principi di Scientology e vive all'interno di una comunità di fede - che cos'altro serve per accettarla come tale? I racconti che invitano al ridicolo o all'incredulità, come Xenu e la Confederazione Galattica, possono essere fantasiosi - o, per usare la terminologia di Hubbard, pura "opera spaziale" - ma ogni religione mostra elementi bizzarri e inquietanti. Considerate soltanto alcune delle fonti ovvie dell'eccezionale mistura di Hubbard - buddismo, induismo, magia, Semantica Generale e sciamanesimo - che similmente ricorrono a categorie esoteriche per spiegare gli ineffabili misteri della vita e della coscienza. In molte fedi si possono trovare paralleli con le credenze occulte e le pratiche di Scientology. Il concetto di espellere i body thetans, per esempio, è una specie di cacciata dei demoni della tradizione cristiana. Ma come ogni nuova religione, Scientology vive l'handicap delle fragilità del suo fondatore e dell'assenza di tradizioni venerabili che la incastonino nella cultura.

All'estraneo che si sia sforzato di capire il fascino profondo che Scientology esercita sui suoi aderenti, nonostante i difetti e le contraddizioni della religione che molti di essi ammettono con riluttanza, forse l'elemento mancante è l'arte. Le fedi più antiche posseggono un corpo di letteratura, musica, cerimoniali e un'iconografia che infonde di mistero e importanza gli aspetti dottrinali della religione. L'esperienza sensuale di trovarsi al centro di una grande cattedrale o di una grande moschea può non aver nulla a che fare con la "credenza", ma attira le persone alla religione e le premia emotivamente. Scientology ha costruito molte chiese imponenti, ma non sono palazzi che profumano d'arte. L'elemento estetico di Scientology è la voce suadente dello scrittore Hubbard. Il suo tono autorevole ma popolare e la sua comprensione approssimativa della natura umana hanno gettato l'incantesimo su milioni di lettori. Tuttavia, ancora più importante è la natura del suo progetto: l'autoritratto del funzionamento interno della sua mente. È forse impossibile ridurre la sua mentalità a una diagnosi psichiatrica, in parte perché la sua stessa interpretazione di essa è così complessa, intricata e di vasta portata che non si può fare altro che un passo indietro e apprezzare le qualità che lo spinsero, ora dopo ora, anno dopo anno, a cercare di metterla tutta su carta - le sue intuizioni, la sua audacia, il suo narcisismo, le sue sfide, la sua inesorabilità, la sua immaginazione - questi sono i tratti dell'artista. È uno dei motivi per cui Hubbard si identificava con la comunità dei creativi, e molti di essi con lui.

Scientology si orienta alle celebrità e, nel farlo, la chiesa assegna alla fama un valore spirituale. Chi cerca la fama - in particolare nell'industria dello spettacolo - gravita naturalmente attorno a Hollywood, dove Scientology è in attesa e pronta a convalidare quell'ambizione, a promettere ai neofiti di potervi avere accesso. La chiesa ha perseguito una strategia di marketing che si affida pesantemente all'avallo delle celebrità; esse promuovono attivamente la religione, parlano del ruolo positivo che Scientology ha avuto sulla loro vita. Quando nel 2004 David Miscavige premiò Tom Cruise con la Medaglia della Libertà al Valore, lodò la sua efficacia di portavoce dicendo: «Cinquemila persone in novanta nazioni ascoltano ogni ora le sue parole su Scientology.» È difficile sapere da dove arrivi questa cifra, ma secondo Miscavige, «In ogni minuto di ogni ora, qualcuno si avvicina alla tecnologia di LRH semplicemente perché sa che Tom Cruise è uno scientologist.» Probabilmente nessun altro membro della chiesa trae dalla sua religione altrettanti benefici materiali di Cruise, di conseguenza nessun altro ha maggiore responsabilità morale per le indegnità inflitte ai membri della Sea Org, a volte causate direttamente dalla sua affiliazione. A parte Paul Haggis, nessun altro scientologist importante di Hollywood si è espresso pubblicamente sulle numerose accuse di abusi fisici, segregazione coercitiva e servitù forzata tra il clero della chiesa, sebbene molti di quei personaggi se ne siano silenziosamente andati.

Dopo aver lasciato Scientology, Paul Haggis è stato in terapia, che ha trovato utile. S'è reso conto di quanto incolpasse gli altri dei suoi problemi, in particolare chi gli stava più vicino. «Vorrei veramente aver trovato un bravo terapeuta quando avevo ventuno anni [l'età che aveva Haggis quando entrò in Scientology - N.d.T.]», ha detto. In Scientology ha sempre avvertito una sottile sollecitazione a impressionare il suo auditor e poi a scrivere una gloriosa storia di successo. Ora, dice, «non cerco più di ingannare me stesso ritenendomi migliore di quel che sono.»

Nello stesso mese in cui le dimissioni di Haggis diventarono di dominio pubblico, la United Artists, lo studio cinematografico di Tom Cruise, rescisse il contratto con il regista. Gli ho chiesto se la rottura avesse a che fare con le sue dimissioni. Haggis ci ha pensato un momento e poi mi ha detto: «Non fai una cosa così ovvia - sarebbe una pessima mossa pubblicitaria.» Poi ha aggiunto: «Avevano finito i soldi, perciò tutti sapevamo che ci avrebbero cacciati.»

Recentemente lui e Deborah hanno deciso di divorziare. Si sono trasferiti nello stesso quartiere di New York in modo da condividere l'affido del figlio. Anche Deborah ha lasciato la chiesa. Entrambi dicono che la decisione di porre termine al matrimonio non ha niente a che fare con l'allontanamento da Scientology.

Il 9 novembre 2010 allo Zigfried Theatre di Manhattan c'è stata la prima di The Next Three Days. Le stelle del cinema hanno percorso il tappeto rosso sotto le raffiche dei flash. C'era anche Jason Beghe, che mi ha detto di aver portato con sé Daniel Montalvo, il ragazzo che perse un dito nello stabilimento tipografico della chiesa. Montalvo, 19 anni, aveva da poco lasciato la Sea Org. «Non aveva mai visto la televisione», si è meravigliato l'attore. «Non sa nemmeno chi è Robert Redford.» C'era anche Nazanin Boniadi, che ha un piccolo ruolo nel film; Haggis le ha dato la parte quando ha saputo che cosa le era successo dopo che la chiesa aveva architettato il suo incontro con Tom Cruise.

«La storia di Naz fu una di quelle che mi fecero capire quanto a lungo mi avessero mentito, che dovevo andarmene e dovevo farlo rumorosamente», mi ha confidato in seguito Haggis.

A fine proiezione sono andati tutti alla Oak Room dell'Hotel Plaza. Quando l'ho scovato, Haggis era in un angolo a ricevere i complimenti degli amici. Gli ho chiesto se pensasse di essersi lasciato Scientology definitivamente alle spalle. «Mi sento molto più me stesso, ma resta un fondo di tristezza», ha ammesso. «Se ti identifichi così a lungo in qualcosa, e improvvisamente pensi a te stesso come qualcosa di diverso, resta uno spazio vuoto. Non si tratta di senso di perdita della comunità», ha proseguito. «Le persone che mi hanno allontanato non erano realmente mie amiche.» Comprendeva cosa potessero pensare di lui, e perché. «Nelle Condizioni di Etica di Scientology scendi da Normale a Dubbio, poi a Nemico e, quasi alla fine, c'è Tradimento. Ciò che ho fatto è stato un atto di tradimento.»

Al botteghino il film ha incassato poco. Ha avuto la sfortuna di essere lanciato la stessa sera della prima dell'ultimo episodio della serie di Harry Potter, con cui ha diviso i critici cinematografici. Haggis ha dovuto chiudere il suo ufficio. Sembrava un altro momento nero della sua carriera, ma s'è messo subito a lavorare alla sceneggiatura di Modern Warfare 3, un videogioco che ha stabilito un nuovo record incassando un miliardo di dollari nei primi sedici giorni.

Una volta ho chiesto a Haggis come immaginasse il futuro del suo rapporto con Scientology. «Quella gente ha la memoria lunga», mi ha risposto. «Ci scommetto che, nel giro di un paio d'anni, leggerai qualcosa di scandaloso su di me che sembrerà non aver nulla a che fare con la chiesa.» Ci ha riflettuto un momento, poi ha aggiunto: «Sono stato in una setta per trentaquattro anni. Tutti gli altri riuscivano a vederlo. Io non ci riuscivo e non so perché.»

Marty Rathbun divide chi lascia Scientology in tre ambiti distinti. C'è chi rifiuta totalmente gli insegnamenti di L. Ron Hubbard, come Paul Haggis; chi ci crede ancora completamente, ma ritiene che sotto David Miscavige la chiesa abbia allontanato Scientology dagli insegnamenti veri e originali del fondatore. E c'è una terza categoria, che anche lui fatica a definire, comprendente tutti quelli che non vogliono accettare acriticamente il dogma, ma nemmeno gettare al vengo le intuizioni acquisite dalla loro esperienza. Vita e insegnamenti di Hubbard restano un punto di riferimento della loro vita. «Non avrebbe attecchito se non avesse fatto loro una tremenda quantità di bene», dice Rathbun, che sta studiando la storia delle altre religioni per tracciare paralleli, e che mi cita un vecchio proverbio Zen: «Quando il maestro indica la Luna, molte persone non la vedono neanche, continuano a guardare il maestro.»

Rathbun dà consulenza pastorale agli scientologist che lasciano la chiesa e per questo motivo è stato oggetto di continua sorveglianza e molestie. I suoi computer hanno subito intrusioni e qualcuno ha rubato i suoi tabulati telefonici. Un gruppo di "Squirrel Buster" si trasferì nella piccola comunità a Ingleside on the Bay, vicino a Corpus Christi, per spiarlo e costringerlo a trasferirsi altrove con molestie costanti. [Gli Squirrel Buster] indossavano mini-camere sul cappellino e pattugliavano il vicinato su un'auto elettrica, a volte anche su una canoa [la casa di Rathbun affacciava su un canale - N.d.T.]. L'assedio durò 199 giorni. La tattica non funzionò perché i vicini fecero quadrato attorno a lui. Molti altri fuoriusciti sono stati molestati e seguiti da investigatori privati.

Nell'afoso fine settimana del Quattro di Luglio 2011, un gruppo di un centinaio di scientologist "indipendenti" si radunò in una villetta su un lago del Texas orientale. Il ritrovo era stato organizzato da Rathbun e Rinder. Alcuni nuotatori coraggiosi si tuffarono dal pontile, ma voci che il lago fosse abitato da alligatori tenne quasi tutti a riva. Un rapido quanto potente temporale si scatenò sulla zona, spingendo tutti al coperto.

Uno dei partecipanti era Stephen Pfauth, noto come Sarge, veterano del Vietnam entrato in Scientology nel 1975. È un uomo alto e snello dallo sguardo tormentato. «Fu una di quelle cose che accadono all'improvviso», ha ricordato. «Ero in cerca di qualcosa, soprattutto di qualcosa di spirituale.» Si imbatté casualmente in una pubblicità del libro I fondamenti del pensiero di L. Ron Hubbard. Subito dopo averlo letto, salì su un aereo per Washington, DC dove partecipò a un seminario di tre giorni chiamato "Auditing di Riparazione della Vita".

«Per me fu come un'esplosione.» Lasciò immediatamente il lavoro. «Vendetti casa e acquistai il Ponte.» Un funzionario della chiesa cominciò quasi subito e coltivarselo, dicendogli: «LRH ha bisogno del tuo aiuto.» Quello stesso novembre, Pfauth entrò in Sea Org.

Con il tempo "Sarge" diventò il capo della sicurezza di Hubbard ed era al ranch di Creston negli ultimi giorni di vita del fondatore, assieme a Pat e Annie Broeker. All'inizio del 1985 Hubbard si era ammalato gravemente ed era rimasto una settimana all'ospedale. A Pfauth dissero che si trattava di pancreatite. «Venni a sapere della trombosi solo parecchio dopo», ha detto. Rientrato a Creston, Hubbard restava quasi sempre chiuso nel suo motor-home e ne usciva solo per fare il bucato. A volte Pfauth era nei paraggi e i due cominciavano a parlare.

Sei settimane prima di morire, ha raccontato Pfauth con esitazione, Hubbard lo invitò a entrare nel motor-home. Era seduto a un tavolino d'angolo. «Mi disse che stava per abbandonare il corpo. Citò una stella precisa a cui avrebbe girato intorno. È un esercizio per riabilitare l'essere. Mi disse che aveva fallito, che stava per andarsene. Che non sarebbe tornato sulla Terra. Non sapeva dove sarebbe finito.»

«E tu come reagisti?», gli ho chiesto.

«Mi infradiciai d'alcol», mi ha raccontato. «Annie mi trovò alle cinque del mattino nel mio vecchio furgone, sepolto sotto lattine di birra. Non l'avevo presa bene.»

Gli ho citato la leggenda Scientology secondo cui Hubbard tornerà.

«Sono stronzate», mi ha risposto. «Voleva scaricare il corpo e andarsene. In sostanza, mi disse che aveva fallito. Tutto il lavoro e tutto il resto, aveva fallito.»

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Avevo sentito dire che nell'ultimo mese di vita del fondatore Pfauth aveva costruito per Hubbard una specie di apparecchio per la terapia elettro-convulsivante. Non sapevo che cosa pensare, dato l'orrore di Hubbard per l'elettroshock. Pfauth ha fissato per un po' il soffitto, quasi in cerca di aiuto divino. Poi mi ha spiegato che Hubbard non riusciva a liberarsi di un thetan corporeo [body thetan]. «Voleva che gli costruissi un apparecchio per aumentare il voltaggio dell'E-meter e, in pratica, far uscire quel thetan. Non puoi uccidere un thetan, ma lo puoi far andare via. E puoi uccidere il corpo.»

«Quindi una macchina per suicidarsi?»

«Fondamentalmente, sì.»

Pfauth rimase sconcertato dalla richiesta di Hubbard, ma la sfida lo interessava. «Immaginai che il modo migliore sarebbe stato costruire una bobina Tesla.» Una bobina Tesla è un trasformatore che aumenta il voltaggio senza aumentare la corrente. Pfauth la alimentò con una batteria da macchina da 12 volt e collegò il tutto a un E-meter. «Quindi tieni in mano le lattine, giri l'interruttore e lui fa quel che deve fare. Non volevo ucciderlo, solo spaventarlo.»

«E lui usò l'apparecchio?»

«Sì, fuse il mio E-meter. Annie me lo riportò tutto bruciato.»

Erano i giorni immediatamente precedenti il Natale 1985. Hubbard morì qualche settimana dopo per un colpo apoplettico.

I fedeli sono ancora in attesa del suo ritorno.

 
 
 
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