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Valeska e Melissa Paris, Ramana Dienes-Browning e la "loro" Scientology

La storia di Valeska, che dice di essere stata tenuta prigioniera sulla "nave sacra" di Scientology per 12 anni, sta facendo il giro del mondo. Alla sua voce si uniscono quelle della sorella Melissa e di Ramana, tutte reclutate in Sea Org, l'élite ecclesiastica della Chiesa di Scientology, appena adolescenti. Tutte con le loro storie di abusi e soprusi da raccontare. Serie di articoli di Tony Ortega, redattore del Village Voice, dicembre 2011.

© Traduzione a cura di Simonetta Po, dicembre 2011

 



20 giugno 2010: Valeska parla per la prima volta

Tratto dal blog di Marty Rathbun. È un resoconto scritto di getto e ricco di gergo scientologico. Si veda qui per un utile glossario.
© Traduzione di Simonetta Po, dicembre 2011.

C'è un limite a tutto. Mi sono stancata di ascoltare le bugie dei funzionari di Scientology che rinnegano continuamente la disconnessione.

Mi chiamo Valeska Guider (nata Paris). Recentemente mia sorella Melissa ha pubblicato una dichiarazione sul sito Scientology-cult in cui racconta le sue esperienze di disconnessione nella nostra famiglia. Ho condiviso parecchio di ciò che ha scritto, ma ho anche avuto esperienze personali e sono al corrente di altre informazioni che dovrebbero essere rese note.

I miei genitori divorziarono quando avevo 6 anni. Io e i miei fratelli minori Melissa e Raphael vivevamo in Svizzera. Mio padre riuscì a ottenere la custodia unica di noi figli ed entrò in Sea Org a Saint Hill. Ci trasferimmo in Inghilterra nel 1984. Mia madre venne con noi, poi ci abbandonò. Eravamo saliti su un minibus blu tutto scassato per andare ai dormitori. Lei ci disse che andava alla mensa a prendere un caffè. Ma non tornò mai, se ne era andata.

Arrivammo agli alloggi Stonelands della Sea Org. Noi bambini non parlavamo inglese e quello di mio padre era pessimo. Riuscimmo a trovare la mensa, che aveva buchi nel soffitto. Mi presi un'intossicazione alimentare e vomitai tutta la notte. Ci assegnarono un solo letto in cui ci infilammo tutti: io, mio padre, mia sorella e il mio fratellino. Ci mancava mamma e morivamo di nostalgia. Il giorno dopo mio padre iniziò l'EPF e noi fummo mandati alla Cadet Org, messi a fare lavoro MEST assieme agli altri bambini (questo mio scritto vuole concentrarsi sulla disconnessione per cui non entrerò negli squallidi dettagli della Cadet Org, alcuni li ha già raccontati Melissa).

Nei primi due anni Scientology concedeva ancora il "tempo familiare" e vedevamo nostro padre circa due ore al giorno (nel tempo familiare regolare e a cena). Nel 1986 però il tempo familiare fu cancellato, gli adulti non venivano più a cena a Stonelands così da quel momento in poi, non riuscimmo praticamente più a vedere nostro padre. Quando tornava ai dormitori alla sera noi dormivamo già, e quando ci alzavamo per andare a scuola lui dormiva ancora.

Dopo circa un anno a Stonelands ci venne a trovare nostra madre. Vide in che condizioni orribili vivevamo e ne rimase inorridita. Cercò di prenderci con sé e di portarci negli Stati Uniti, vicino a Flag. Le dissero però che noi eravamo dei futuri membri della Sea Org, il suo cercare di portarci via era "fuori etica" e se avesse insistito sarebbe stata "dichiarata SP". Ciononostante, ci provò diverse volte e fu mandata in etica, minacciata nuovamente di "dichiarazione" e alla fine rinunciò. La andavamo a trovare durante le vacanze estive, cosa che adoravamo fare. Il suo era un mondo completamente diverso: cibo adeguato, stanze riscaldate e senza spifferi. L'idea di tornare in Inghilterra era atroce, ma volevamo bene a nostro padre.

A 14 anni, nel 1992, andammo tutti negli Stati Uniti da mamma per le vacanze e decisi di entrare in Sea Org a Flag. Era davvero bello. Flag era decisamente migliore di Stonelands e trascorrevo ogni domenica con mamma, che è una OT VIII e auditor di Classe XII.

Ma tutto cambiò l'11 dicembre 1994.

Fu il giorno in cui Albert, il mio patrigno, si suicidò dopo una serie di situazioni totalmente mal gestite dalla chiesa. A trovarlo morto nel letto fu mio fratello (figlio di Albert e di mia madre) che aveva sei anni. Albert aveva chiesto a mamma di rendere nota la sua storia, così che non dovesse mai più succedere a nessuno. Le aveva dato il suo diario con i dettagli di ciò che aveva vissuto e con le sue ultime volontà.

Mia madre era distrutta.

Seguendo il desiderio di Albert, andò alla sua org locale in Svizzera per chiedere il rimborso delle somme da lui pagate, e anche la restituzione dei soldi che Albert aveva prestato a degli scientologist. È una procedura del tutto normale, prevista da LRH nelle direttive della Corte del Cappellano.

Al contrario, la chiesa querelò mia madre accusandola di ricatto e cercò di mandarla in galera. Tutto inutile, perché mia madre non aveva fatto nulla di male. La chiesa perseguì tutti i gradi fino in Cassazione, ma alla fine perse.

Mia madre allora andò alla TV per raccontare l'accaduto. Adesso la chiesa la etichettò "Persona Soppressiva" e gli scientologist non avevano ancora saldato i loro debiti. [*] In quel periodo io ero a Flag; OSA Flag cercò di usarmi per "maneggiare" mia madre. Naturalmente non mi dissero la verità su ciò che era realmente successo, mi dissero soltanto che mamma era una "SP" che stava attaccando la chiesa senza alcun motivo. E mi ordinarono di disconnettere da lei.

Avevo 17 anni e fu un momento veramente difficile. Le volevo molto bene, ma disconnessi perché era "la cosa eticamente giusta da fare". OSA Flag fece anche di tutto per far passare mia mamma come la cattiva della situazione, la chiesa lo fa con chiunque decida di uscire dal seminato: improvvisamente quella persona viene presentata come la malvagità fatta a persona, e "lo è sempre stata". Basta guardare cosa succede adesso a chi osa parlar chiaro.

Quando nel 1996 mamma tornò dalla Svizzera, David Miscavige ordinò il mio trasferimento sulla Freewinds per allontanarmi da mamma. Non ebbi alcun preavviso: mi svegliarono un'ora prima della partenza del volo, non riuscii nemmeno a portarmi dietro le mie cose, salvo una piccola borsa. Mi dissero che sarei rimasta via per un paio di settimane, ma alla fine rimasi sulla nave per 12 anni. Odiavo quel posto, volevo tornare a Flag. Per questo motivo ebbi dei guai e mi mandarono a lavorare in sala macchine fino a che non avessi "avuto una cognition" [realizzazione - N.d.T.].

Dovevo fare rapporto nell'ufficio dei Capitani, dove Mike Napier mi urlava addosso che non avevo scelta, salvo restare a bordo. Ero veramente infelice.

Per i primi sei mesi non mi lasciarono mai scendere a terra, temevano che mia mamma fosse su qualche isola per portarmi via! Non potevo nemmeno andare in vacanza fuori dalla nave. Avevo una nostalgia terribile della mia famiglia, ma il Security Chief International mi disse che l'unica possibilità che avevo era far sì che i miei tornassero in "buone condizioni" con la chiesa, così da potermi venire a trovare a bordo.

Nel 1997 mia sorella venne sulla nave in luna di miele. Il giorno prima della sua partenza feci mezz'ora di ritardo al lavoro. Mi spedirono nell'ufficio di Mike Napier che mi ricoprì di insulti, mi declassò e mi mise "sui ponti" [lavoro manuale - N.d.T.] per sei mesi, confinata sulla nave.

Durante i primi otto anni di permanenza potevo scendere a terra soltanto se accompagnata, nel caso mia mamma fosse su una delle isole d'attracco. Alla fine, nel 2004 riuscii a far revocare questa consegna.

Nel 2002 mia sorella fu dichiarata "Persona Soppressiva" perché aveva contatti con mamma. Mi trascinarono in HCO, mi mostrarono la sua "dichiarazione" e mi ordinarono di disconnettere da lei. Stupidamente lo feci, perché non si poteva non disconnettere, sarei stata anche io "dichiarata soppressiva".

Nel 2007 un uomo il cui matrimonio era traballante da sette anni si interessò a me, e fece di tutto affinché lo ricambiassi. Otto mesi più tardi lo feci, cominciai ad avere dei cicli di comunicazione [**] con lui circa il nostro futuro. Lui stava per ottenere il divorzio. Le nostre azioni furono scorrette e come conseguenza fui nuovamente consegnata in sala macchine. Avevo visto il tizio un paio di volte e avevamo parlato quando non avremmo dovuto, anche se non ci eravamo mai toccati e se non c'era mai stato alcun contatto fisico. Sue Prince (CO CMO) e Lurie Belotti (RTC Rep) mi accusarono di avergli "distrutto il matrimonio", nonostante quando avessi conosciuto quell'uomo il suo matrimonio fosse traballante già da 7 anni e io fossi la seconda donna con cui lui aveva creato qualcosa.

In quel periodo erano usciti i Fondamenti e potevamo andare a dormire solo se raggiungevamo le quote di vendita. Il mio lavoro era Auditor dello Staff e assieme a tutti gli altri staff dovevamo vendere libri, a volte per tutta la notte.

Una sera Lurie Belotti mi chiese se fossi io il motivo per cui il tizio aveva lasciato la sua stanza per trasferirsi al dormitorio. Non avevo idea di dove volesse andare a parare e le risposi di sì, non ero minimamente interessata a parlarle. Lei mi spedì immediatamente in sala macchine per 48 ore filate. E tutto questo dopo settimane in cui non dormivo più di tre ore a notte per raggiungere quelle folli quote dei libri. Verso le 4 del mattino persi i sensi contro una macchina e fu lì che, quattro ore e mezza dopo, mi trovò un macchinista, che mi scosse fino a che non tornai in me. A quel punto mi rimisero al lavoro in sala macchine per un giorno e una notte interi senza mai dormire, e poi di nuovo sul mio lavoro normale, cioè dare auditing.

Parlai di nuovo con il tizio e a quel punto mi declassarono e mi mandarono in sala macchine a tempo pieno. Lavoravo da sola in una stanza piccolissima con una telecamera sempre accesa che controllava i miei movimenti. Ovunque andassi ero accompagnata da una guardia della sicurezza, dovevo mangiare in sala macchine e non mi permettevano di farlo in plancia, perché lì c'era l'aria condizionata. Non potevo lavorare con nessuno, perciò ero sempre da sola. Tutto questo per ordine di Sue Prince e di Lurie Belotti, quelle due [omissis]. Stavo malissimo, volevo uscire da quella situazione.

Cominciai a fare verifiche di sicurezza con un auditor carente di sonno che si appisolava in seduta.

Lavorai a tempo pieno in sala macchine per tre mesi. Odiavo quel lavoro, volevo soltanto andarmene dalla nave e naturalmente mi era assolutamente vietato telefonare alla mia famiglia o parlare con qualcuno. Verso la fine cominciai a inventarmi overt solo per potermene andare. Un giorno ai primi di dicembre indossai un anello e non lo tolsi dal dito perché volevo simulare un rock slam, convinta che mi avrebbe fatto uscire di lì più in fretta.

A dicembre 2007 telefonai a mio fratello usando la tessera telefonica di un altro staff. Per telefonare fuori dalla nave devi avere una tessera speciale. La mia era stata disattivata. Parlai con lui per mezz'ora. Gli dissi di richiamarmi, così scoprirono che gli avevo parlato. Il capo della sicurezza e l'allora Dir I&R me ne dissero di tutti i colori, che ero una soppressiva, una 1.1 e andarono avanti così per un pezzo. Poi dovetti mettere per iscritto tutto ciò che mi ero detta con mio fratello. Venni assegnata al RPF e mi dissero che se mi fossi rifiutata sarei stata dichiarata.

Volevano mandarmi in un RPF europeo, ma rifiutai. Mi dissero che non avevo scelta e che mi avrebbero dichiarata SP. Non mi importava nulla, ne avevo avuto abbastanza. Volevo solo andarmene subito ma non era possibile così andai in seduta e mentii. Dissi che avevo pensieri suicidi, avevo visto molta gente che era stata sbattuta fuori per questo.

Quella stessa sera, Sue Price mi trascinò in sala mensa. Mi disse che avevo un aspetto orribile e che sapeva che stavo mentendo circa il suicidio, cercava di farmi introvertire. Alla fine disse che avrebbe cercato di mandarmi al RPF in Australia, cosa che a me andava bene. Il giorno dopo mi informarono che sarei partita per l'Australia e fui veramente sollevata al pensiero di lasciare la nave. Decisi che non ci sarei tornata MAI PIU'.

Me ne andai il 25 dicembre, uno dei giorni più belli della mia vita. Arrivai in Australia e, credeteci o no, l'RPF mi piacque moltissimo. Nonostante tutte le restrizioni, il salario sospeso e il fatto che i miei folder arrivarono dalla nave soltanto dopo sei mesi, quando avevo finito tutto l'auditing, era pur sempre un paradiso se paragonato a ciò che avevo vissuto sulla nave negli ultimi sei mesi.

Finii l'RPF nel novembre del 2009. A quel punto, mi assegnarono un incarico in Australia, cosa che fece imbestialire Sue Price e Lurie Belotti. Dopo avermi cacciata dalla Freewinds e non avermi pagata, adesso volevano un "sostituto"! [***] Dissero che mi avrebbero mandata in Inghilterra, poi a Los Angeles, poi minacciarono di riportarmi sulla nave sotto scorta e di sbattermi in sala macchine fino a che non avessero avuto "un sostituto". CLO ANZO aveva dato alla Freewinds tre staff, ma non erano sufficienti. «Gli auditor non crescono sugli alberi», dissero. Volevano un Auditor Clear di Classe V.

Ormai io avevo iniziato una relazione con il mio attuale marito (Chris Guider, incontrato sul RPF - anche lui era stato mandato a ANZO RPF perché considerato un "rischio per la sicurezza"). Di tornare sulla nave non se ne parlava proprio e non mi sarei lasciata trafficare [traffico di esseri umani - N.d.T.] da qualche altra parte.

In quel periodo accaddero un sacco d'altre cose che però non approfondirò in questa sede. Sposai Chris, anche se avrei dovuto avere prima l'OK da Sue Price, come se avesse dovuto avere voce in capitolo su chi potevo sposare e quando. Così mi ricacciai in un grosso guaio e volevano rispedirmi sul RPF.

Ne avevamo veramente avuto abbastanza e decidemmo di andarcene. A fine agosto 2009 finalmente terminammo la procedura di uscita. Eravamo in "buone condizioni" con la chiesa e ci diedero anche qualche soldo perché «stavo per avere un bambino» (attribuisco questo trattamento a ciò che stava cominciando a succedere in Internet e al fatto che io avevo moltissime informazioni sulla Freewinds e sulla IAS, e Chris sapeva un sacco di cose su David Miscavige, Int e Gold.)

Non avevo ancora cominciato a vedere completamente la luce, volevo risolvere le cose con la dichiarazione di mia sorella e di mia mamma. Così mi misi in contatto con loro. A quel punto mi telefonò Marion [? Karin?] Pouw la quale mi informò che stavo violando la politica della chiesa perché comunicavo con la mia famiglia. Anche mio fratello chiamò mia sorella e mamma, e OSA gli ordinò di disconnettere. Rifiutai di disconnettere da mamma e da mia sorella, così ora nostro padre e mio fratello hanno disconnesso da me, da mio marito e dal mio bambino che nascerà tra meno di un mese, anche se mio padre si è detto molto turbato dal doverlo fare. Conservo le sue comunicazioni.

Ho anche le comunicazioni scritte di Marion Pouw, che lavora direttamente per David Miscavige e che deve ripulire i casini che lui ha creato con tutte le sue bugie. A dispetto di tutto ciò che Tommy Davis continua a dire, o di come la chiesa cerca di distorcere i fatti, la Pouw mi scrive chiaramente che la disconnessione è l'unica strada percorribile.

Ho scritto tutto questo perché sono sonoramente stufa di tutte le plateali bugie che la chiesa continua a raccontare ai media, senza alcuna vergogna o rimorso.

Valeska Guider

Note del traduttore:

Particolarmente interessante è la reazione del blog "Etica e Verità" (e degli scientologist attivi/staff che vi lasciano i propri commenti) alla storia di Valeska Paris.

"Etica e Verità" è un blog anonimo, viola cioè i dettati stessi del maestro dalle cui labbra pendono i suoi curatori/commentatori. L. Ron Hubbard, infatti, dice che bisogna sempre prendersi piena responsabilità delle proprie azioni. A fronte di racconti in cui le persone ci mettono il nome, la faccia e spesso anche l'indirizzo, questi propugnatori dell'"etica" e della "verità" targata Scientology rifiutano di assumersi piena responsabilità dei propri scritti, spesso del tutto offensivi e volgari.

* Quando uno scientologist viene dichiarato "soppressivo", tutti i correligionari hanno l'obbligo di troncare i rapporti con lui. Questo significa che non sentono neppure l'obbligo di saldare i debiti contratti in precedenza.

** Il linguaggio usato per descrivere dei normalissimi rapporti affettivi è agghiacciante. Altri esempi si possono trovare nel racconto dell'italiano Ignazio Tidu. Il senso di "anaffettività" che traspare da questo linguaggio è sconvolgente, ma è il modo usato in Scientology.

*** Gli staff di Scientology non possono lasciare il proprio posto di lavoro fino a che non hanno trovato chi li sostituisca.



Scientology: prigioniera per 12 anni sulla nave Freewinds

© Di Tony Ortega, Village Voice, 28 novembre 2011.
© Traduzione di Simonetta Po, dicembre 2011.

Questa mattina il giornalista australiano Steve Cannane di Lateline della ABC ci ha mandato una mail per informarci delle sbalorditive notizie che aveva trasmesso soltanto poche ore prima nel suo paese.

Cannane aveva intervistato Valeska Paris: entrata nella Sea Org, l'élite di Scientology, quando aveva appena 14 anni e dopo aver firmato un contratto da un miliardo di anni. Tre anni più tardi, dopo il suicidio del patrigno e le rivelazioni su Scientology della madre alla TV francese, la Paris aveva ricevuto l'ordine di "disconnettere" dalla propria famiglia. Secondo il suo racconto, fu proprio il leader della chiesa David Miscavige a rendere operativa quella disconnessione facendo trasferire la ragazza 18enne sulla nave da crociera Freewinds, che fa la spola nei Caraibi ed è frequentata da membri di alto livello della chiesa.

Alla ragazza era stato detto che sarebbe stata via solo due settimane, ma alla fine venne trattenuta contro la sua volontà per 12 anni. Durante i primi sei poteva scendere a terra soltanto se accompagnata. Quando il giornalista le ha chiesto se avesse mai cercato di scappare, ha risposto: «Avevo vissuto per tutta la vita in Scientology. Non sapevo neanche come si fa a scappare.»

Ramana Dienes-Browning, altra ex membro della Sea Org, ha confermato il racconto della Paris. La ABC ha ricevuto una lettera di smentita della Chiesa di Scientology, la quale sostiene che le due donne stanno mentendo.

La Paris ha raccontato di aver trascorso lunghi periodi della sua permanenza a bordo chiusa in sala macchine, impegnata in lavori pesantissimi. A un certo punto la stanchezza si fece tale che perse i sensi per oltre quattro ore. [omessi i riferimenti al post di Valeska sul blog di Marty Rathbun] La ragazza riuscì a lasciare la nave soltanto nel 2007, quando venne mandata per punizione sul Rehabilitation Project Force di Sidney. La chiesa sostiene che il RPF è un ritiro rigenerante in cui i membri della Sea Org entrano del tutto volontariamente, ma gli ex membri lo descrivono più come un campo di prigionia e di rieducazione, che non come una specie di Club Med.

Durante l'RPF Valeska conobbe il marito, l'ex stella del rugby Chris Guider di cui Cannane si era già occupato. In quell'intervista, Guider aveva detto di aver visto con i suoi occhi Miscavige malmenare i suoi sottoposti.

È molto interessante il fatto che la Paris abbia deciso di parlare in pubblico nonostante al momento di lasciare la chiesa avesse firmato un accordo di confidenzialità. Molte persone rifiutano di parlare apertamente della propria esperienza proprio a causa di questo tipo di accordo, sebbene i tribunali abbiano deciso che sono contratti privi di ogni valore legale. La Paris dice di averlo dovuto firmare sotto costrizione. Sarà di grande interesse vedere se la chiesa cercherà di adire le vie legali per violazione dell'accordo - mi vengono in mente diverse altre persone che vorrebbero raccontare le loro esperienze ma che temono ritorsioni di carattere legale.

Nello scrivere questo articolo mi è venuta in mente una cosa. Mentre pensate all'esperienza di Valeska Paris sulla Freewinds, allontanata dalla famiglia e impossibilitata a lasciare la nave che detestava, non perdete di vista quando accadeva nel 2004 in altre parti di quella stessa nave, quelle più piacevoli...

Tony Ortega - Redattore del Village Voice



Il Voice intervista Valeska Paris

© Di Tony Ortega, Village Voice, 29 novembre 2011.
© Traduzione di Simonetta Po, dicembre 2011.

Ieri, un articolo su una donna australiana che sostiene di essere stata trattenuta contro la sua volontà per 12 anni sulla cattedrale galleggiante di Scientology, la nave da crociera Freewinds, ha colpito il mondo degli osservatori di Scientology con la potenza di una carica di profondità.

Ieri sera abbiamo avuto una lunghissima conversazione Skype con Valeska Paris e siamo riusciti a saperne molto di più sulla sua vita, sul periodo a bordo e, in particolare, su che cosa avesse significato per l'equipaggio l'invito di David Miscavige al suo migliore amico Tom Cruise di festeggiare il compleanno del 2004 sulla nave.

Abbiamo anche parlato della decisione della donna di parlare pubblicamente, nonostante la firma di un accordo di confidenzialità con quella chiesa notoriamente attaccabrighe.

«Sono dei vigliacchi. Minacciano in continuazione ma poi non succede nulla», ci ha risposto Valeska, che lasciò la Freewinds nel 2007, e in seguito ha lasciato anche Scientology.

La donna rilasciò la sua prima dichiarazione pubblica nel 2010 sulle pagine del blog dell'ex dirigente di vertice di Scientology Marty Rathbun. Ieri è apparsa al programma Lateline della TV australiana ABC, dove ha rivelato di essere stata trattenuta a bordo contro la sua volontà per oltre dieci anni. Ramana Dienes-Browning, altra ex membro della Sea Org, l'élite ecclesiastica di Scientology, ha confermato la sua versione degli eventi.

La chiesa nega tutte le affermazioni delle due donne e potrete leggere più sotto la dichiarazione integrale della sua portavoce Karin Pouw. Nelle ultime righe, la Pouw scrive al giornalista Cannane: «la sua fonte sta facendo tutto questo perché evidentemente lei e Chris Guider non riescono a mettere ordine nella loro vita e ad andare avanti.»

In realtà, Valeska e il marito Chris - già intervistato a settembre dallo stesso Nightline - si sono rifatti una vita decisamente piacevole e devono anche fare un annuncio di una certa importanza...

«Dicono che non stiamo andando avanti? Abbiamo entrambi un lavoro, e abbiamo un bambino», mi ha detto ieri sera Valeska dall'Australia. «E presto ne avremo un altro! Infatti sono incinta.»

Un bel cambiamento rispetto alla vita in Sea Org, dove avere bambini è vietato e dove appena 14enne Valeska firmò un contratto che la impegnava a servire la chiesa per un miliardo di anni, dove fu allontanata a forza dalla madre e rinchiusa a bordo di ciò che descrive come una prigione galleggiante.

Valeska Paris è nata a Ginevra, Svizzera, nel 1977. Ha due fratelli minori, Melissa (1979) e Raphael (1982). La loro vita cambiò radicalmente quando i genitori, entrambi scientologist, divorziarono e il padre Jean-François Paris decise di entrare nella Sea Org in Inghilterra. A soli 6 anni, Valeska venne messa in un'organizzazione Scientology ora smantellata, la Cadet Org, assieme ai fratellini Melissa di 4 anni e Raphael di neanche due.

Melissa ha scritto che la Cadet Org era una specie di "mini Sea Org" dove anche i bambini piccolissimi venivano trattati come futuri lavoratori della chiesa e a cui veniva «assegnato ogni tipo di lavoro manuale: raschiare pareti e pavimenti, pulire i bagni... cose che di solito i bambini non fanno.» (Intervisteremo presto anche Melissa, che ha la sua storia da raccontare su che cosa significa crescere in Scientology e vivere in una famiglia fatta a pezzi dalla chiesa.)

Scientology crede che nel corso di miliardi di anni tutti noi abbiamo vissuto infinite volte - le nostre anime, che Scientology definisce "thetan", sono antiche perciò anche quando viviamo in un corpo nuovo di una nuova vita, per esempio nel corpo di un bambino, di fatto dentro c'è un'anima adulta.

«Eravamo soltanto dei futuri membri della Sea Org che dovevano essere modellati per diventare "buoni" membri della Sea Org, vale a dire che dovevano trasformarci in robot», ha scritto Melissa.

Valeska entrò in Sea Org a soli 14 anni e firmò il suo contratto da un miliardo di anni, impegnandosi così a tornare vita dopo vita per servire la chiesa e lavorare giorno e notte a 50 dollari la settimana.

Frattanto la madre Ariane Jackson si era risposata con un francese, Albert Jaquier, uomo che si era fatto dal nulla fino a diventare milionario. Ma Jaquier aveva devoluto quasi tutti i suoi averi a Scientology, aveva fatto sostanziosi prestiti a correligionari scientologist e trascorso gli ultimi anni di vita a cercare di riaverli indietro. Scrisse la Jackson del 1996:

I vari metodi usati per persuadere [Jaquier] a elargire denaro sono consistiti in interviste di gruppi di venditori che duravano giorni, "opportunità d'investimento", donazioni per tradurre libri, donazioni per "proteggere Scientology", ecc. Due delle "opportunità d'investimento" in cui nel 1989 ha prestato quasi mezzo milione di dollari a un "socio sostenitore" e a un "socio sostenitore meritorio" della "International Association of Scientologists" (IAS), si sono dimostrati essere dei pessimi "investimenti". [...] La mancata restituzione [dei prestiti], oltre all'aver dato tanto del suo denaro a Scientology, l'aveva rovinato finanziariamente. Lo stress derivato dalla sua cattiva situazione finanziaria ha aggravato la malattia cardiaca di cui soffriva e non si è potuto curare adeguatamente per mancanza di denaro, e perché era stato persuaso che Scientology l'avrebbe guarito. La malattia l'ha ucciso prima di riuscire a recuperare il suo denaro.
(Si veda a questo proposito la recentissima, monumentale inchiesta del St. Petersburg Times su come gli scientologist vengono pressati a donare ingenti somme alla chiesa.)

Jaquier morì nel dicembre del 1994 e l'anno dopo la Jackson cominciò a parlare in pubblico. Apparve anche alla TV francese dove descrisse i suoi problemi con Scientology.

Ma la madre - racconta Valeska - prima di quell'apparizione televisiva si era rivolta direttamente a Scientology per cercare di essere rimborsata per quanto accaduto al marito.

«Andò all'org in Svizzera e chiese i danni per il suicidio del marito. Allora la querelarono per ricatto e cercarono di mandare lei in prigione.» Il tentativo di perseguirla per un reato penale fallì, e fu allora che la Jackson si rivolse ai media.

All'epoca Valeska era un membro della Sea Org al diligente servizio della chiesa, completamente isolata dal mondo esterno. Improvvisamente, nel 1995 le dissero che doveva "disconnettere" da sua madre, senza una parola su quanto fosse accaduto al patrigno o del tentativo della chiesa di fare accusare la madre.

«Non ci raccontarono mai nulla. La sola cosa che ci dissero era che mamma aveva querelato la chiesa. Non sapevo nulla di suo marito, di ciò che aveva passato», racconta la donna.

In base alle procedure standard della chiesa, la Jackson fu dichiarata "Persona Soppressiva" - versione Scientology della scomunica - perciò gli scientologist dedicati dovevano troncare ogni rapporto con lei. Anche i figli.

Valeska racconta che a 17 anni e per tenerla lontana dalla madre, il leader della chiesa David Miscavige la tenne in isolamento alla Flag Land Base di Clearwater. L'anno successivo, nel settembre 1996 appena compiuti 18 anni, la fece trasferire sulla Freewinds, la nave da crociera di Scientology per i ricchi scientologist che pagano per raggiungere il più alto livello spirituale della chiesa, Thetan Operante Livello VIII, o "OT VIII". Valeska entrò a far parte del personale Sea Org di bordo. Le avevano detto che sarebbe rimasta sulla nave soltanto due settimane, ma vi trascorse i successivi dodici anni, impossibilitata ad andarsene. Per diversi mesi - racconta - la fecero lavorare per punizione nella sala macchine del piroscafo dove a un certo punto perse anche i sensi per il rumore e il caldo.

Per i primi sei anni di prigionia poté scendere a terra soltanto se scortata. Ma anche in seguito, stando alle sue parole, il condizionamento ricevuto la convinse che non c'era modo di fuggire dalla Freewinds.

«All'inizio odiavo veramente starci, volevo andarmene», ricorda. «Ma sapevo che non sarebbe mai successo, così accettai il fatto che le cose dovevano andare così.»Valeska paragona la sua esperienza a quella di Jaycee Lee Dugard, la ragazza tenuta prigioniera per 18 anni in un cortile della California e che, nonostante la possibilità di fuga, si era totalmente rassegnata al fatto di essere prigioniera.

«Ti senti del tutto impotente», aggiunge la Paris. «Ero cresciuta in Sea Org. Non avevo mai avuto un conto corrente. Lì ti pagavano 50 dollari a settimana. Non avevi il passaporto. Se vuoi lasciare la nave devi scendere lo scalandrone, che è piantonato 24 ore al giorno.» (Valeska aveva dovuto consegnare il passaporto appena giunta a bordo; la chiesa dice che si tratta di normale procedura marittima.)

«Ci avevano insegnato che Scientology era l'unica risposta. Pensi di stare facendo la cosa giusta» spiega, aggiungendo che i membri della Sea Org venivano fatti sentire continuamente in colpa per non aver fatto a sufficienza per "chiarire il pianeta" e per la diffusione di Scientology. «Ti fanno sentire sempre in debito. Non ho mai avuto dei giorni di vacanza, in pratica quella è tutta la tua vita.»

Valeska venne portata sulla Freewinds nel 1996. Per i primi sei anni fece la cameriera in uno dei ristoranti della nave. Nel 2002 lavorò brevemente come "chiaritore di parole", incarico tecnico che consiste nell'aiutare gli scientologist a comprendere l'arcano linguaggio della "tecnologia" di L. Ron Hubbard. Poi divenne un "supervisore del caso", poi una auditor e una supervisore dei corsi.

Le ho fatto presente che alcuni non ritengono sia poi così brutto fare il cameriere di sala o lavorare con in una classe di studenti mentre navighi nei Caraibi.

«Beh, gli orari della Sea Org sono totalmente diversi da quelli del mondo reale. Ti svegli alle 6 di mattina e vai a lavorare; lavori fino a mezzanotte. Nel 1997 e 1998, dopo l'orario di lavoro normale dovevamo restare in piedi fino alle 4 del mattino per togliere l'amianto», racconta. «Il ponte era pieno di detriti. Dovevamo star dietro agli addetti al restauro e aspirare la polvere fino alle 4 del mattino.»

Verso la fine del suo periodo a bordo, Valeska vendeva i Fondamenti, riedizioni dei vecchi libri di Hubbard che Miscavige mise in commercio nel 2007 obbligando tutto il personale a trasformarsi in piazzista. «Per mesi abbiamo dormito sì e no tre ore. A volte si lavorava tutta la notte. Eravamo degli zombie, ci addormentavamo sul water. Guarda le foto, sono bianca come un cencio. Non riuscivo mai a prendere un po' d'aria», mi dice ridendo.

Spesso, racconta Valeska, la nave era semivuota perché non erano molti gli scientologist che si potevano permettere di salire a bordo per fare i corsi di OT VIII (solo per quel gradino sono 8000 dollari - ma, per arrivarci, il fedele deve aver generalmente speso centinaia di migliaia di dollari).

Tutti i mesi di giugno, però, la nave si riempiva per la festa annuale del Maiden Voyage, celebrazione del primo viaggio inaugurale. I dirigenti della chiesa arrivavano da tutto il mondo e si trattenevano per settimane, fino a luglio inoltrato o addirittura agosto. E il luglio del 2004 fu particolarmente significativo.

«Ci convocarono tutti giù nella sala cinema», racconta Valeska ricordando l'annuncio speciale in cui l'equipaggio venne informato che Tom Cruise avrebbe festeggiato a bordo il suo compleanno, che cade il 3 luglio. «Dissero che nessuno poteva chiedergli un autografo, pena essere sottoposti a CommEv.» (Un CommEv, o Commissione di Inchiesta, è una specie di processo disciplinare interno). «Non potevamo dire a nessuno che stava venendo sulla nave o che ci era stato, ancora pena un CommEv. E dovevamo chiamarlo "Signore". Insomma, avremmo dovuto trattarlo come la fotocopia di Miscavige, o qualcosa del genere.»

Con l'approssimarsi della data, però, Valeska commise un grave errore. Si prese il raffreddore.

«David Miscavige vide che avevo il raffreddore, mi fece assegnare alle condizioni inferiori e mettere in isolamento per quattro giorni», racconta. Spiega poi che la attribuirono la "condizione" di "Tradimento", che sta sotto "Nemico" ma sopra a "Confusione". «Mi misero in "Tradimento" così non potei andare al compleanno di Tom Cruise.»

All'arrivo di Cruise il raffreddore era guarito, ma Valeska non era uscita dai guai. Ricorda che un giorno, prima del suo arrivo, Miscavige stava pranzando e si rivolse a lei e ad altri suoi colleghi: «Ci disse, "Sta venendo Tom Cruise e ho bisogno di un servizio ottimo, quindi chi si occuperà di lui?" Si fece avanti una ragazza ma lui disse "No, no non può essere una donna. Lui è talmente attraente che qualsiasi donna si innamorerebbe di lui. Ci vuole un uomo".»

La prima mattina a bordo dell'attore, però, il cameriere assegnato al servizio di Cruise e della sua ospite, Penelope Cruz, si svegliò tardi e chiamarono Valeska.

Cruise e la Cruz alloggiavano nella cabina migliore della nave il che, spiega Valeska, era una violazione alle regole della Freewinds - i "public" (scientologist non appartenenti alla Sea Org) non regolarmente sposati non possono dormire assieme nella stessa cabina. Ma per il famoso attore la regola non fu applicata.

«Gli avevano anche preparato uno yacht tutto per lui» racconta, riferendosi a una barca più piccola che Miscavige e Cruise usavano per le immersioni. «Per lui era tutto gratis. Andavano a fare immersioni, oppure in moto a Bonaire. Sullo yacht avevano il servizio migliore, il cibo migliore. Tom stava seguendo una dieta speciale e fu fatto venire un cuoco da New York, un cinese che gli preparava i pasti.»

Intanto sulla nave fervevano i preparativi per la grande festa. «C'erano poster di tutti i suoi film, salvo quelli che aveva girato con Nicole Kidman, perché lei era una grossa SP», racconta Valeska.

Ancora assegnata alle condizioni inferiori nonostante il raffreddore fosse passato, la Paris non poté partecipare alla festa ma la seguì da lontano: «L'orchestra fece le musiche dei suoi film, meno quelli con Nicole.» Racconta poi che dopo il party tre ragazze della IASA - l'amministrazione della International Association of Scientologists - furono sottoposte a provvedimenti disciplinari: «Avevano cercato di attirare l'attenzione di Tom e furono mandate in sala macchine.»

La festa fu tutta incentrata sulla profusione di attenzioni di Miscavige per il suo carissimo amico Tom. «David Miscavige organizzò tutto. Tutto a spese della chiesa. E tutto ruotò attorno a Tom Cruise. Fu veramente una stranezza. Voglio dire, chi vorrebbe avere poster di quella roba dappertutto? E la musica dei suoi film...»
[Anche l'italiano Ignazio Tidu, all'epoca auditor di alto livello sulla Freewinds, ha ricordi delle visite a bordo di Tom Cruise - N.d.T.]

Qualche anno fa è trapelato un video di quella serata. Come abbiamo sottolineato diverse volte, Cruise si alzò per intonare "Old Time Rock and Roll" con la scientologist Stacy Francis, che sarebbe poi diventata una concorrente dell'X Factor televisivo...

Un'altra persona a bordo della Freewinds quella sera era il portavoce di Scientology Mike Rinder, il quale dice che non conosceva bene Valeska Paris, ma se la ricorda e non era al corrente della sua situazione sulla nave. Anche lui ha dei ricordi sulla festa di compleanno di Tom Cruise.

«Lavoravo in sentina», racconta.

«Sì, è vero», conferma Valeska. «Stava in sala macchine. Assieme [agli altri alti dirigenti di Scientology] Guillaume Lesevre, Heber Jentzsch, Mark Yager e mi pare anche Jennie Linson.»

Rinder mi racconta che tra il 2004 e il 2006 ogni viaggio sulla Freewinds per il Maiden Voyage lo vedeva al lavoro in sentina, una volta vi rimase per oltre due mesi.

Ma perché?

«Ricordo le urla di Miscavige», racconta Valeska. «Lui sbraitava sempre, di continuo, lo sentivi a due chilometri di distanza... Urlava quanto tutti fossero degli incompetenti, che niente andava nel verso giusto.»

L'anno prima, nel 2003, era successa la stessa cosa con Jentzsch, Yager, Linson, Lesevre e Angie Blankenship, un'altra dirigente.

«Dovevano rivolgersi a noi chiamandoci "Signore". Avevano una pausa pasti di un quarto d'ora. Erano sempre di corsa, sembravano sul RPF», dice Valeska riferendosi al Rehabilitation Project Force, il distaccamento detentivo di Scientology.

«Di notte venivano in classe ad ascoltare nastri. Poi c'erano gli interrogatori all'e-meter, non dormivano a sufficienza, te lo garantisco. Angie era malata, Guillaume era malato. E poi facevano i lavori sul ponte, in bella vista del pubblico. Quell'anno rimasero ben oltre il Maiden Voyage, se ne andarono a fine di agosto», ricorda la Paris. «Di sera ci servivano la cena, dovevano chiamarci "Signore". E quelli erano i massimi dirigenti di Scientology.»

Ancora oggi, quando ci ripensa, resta sbalordita. «Per tutto quel tempo, ogni giorno e senza fallo, Miscavige andava a fare immersioni, oppure a scattare fotografie con un paio di persone della Golden Era Productions. Poi alla sera tornava e andava giù nella sala cinema a guardare film di prima visione che si faceva mandare dagli States. Non oso immaginare il costo. Ogni sera andava giù a guardare film, e tutto questo tra giugno e la fine di agosto.»

Chiedo di nuovo a Valeska che cosa avessero combinato i dirigenti: «Nulla. Era tutto solo nella testa di Miscavige. Il suo problema è che lui deve metter becco dappertutto, tutti gli altri sono degli incompetenti, dei pezzi di merda, e lui deve sempre rimediare a tutto.»

Lavorare in sala macchine era incredibilmente spiacevole, mi dice Rinder. «Valeska ha detto di essere svenuta? Beh, una volta è successo anche a Heber [Jentzsch]

«La nave è un regno a sé», continua Rinder. «Per entrare e uscire c'è un solo passaggio. Non esistono autorità esterne.» L'uomo conferma l'affermazione di Valeska che è virtualmente impossibile andarsene senza autorizzazione: «Mike Napier, il capitano della Freewinds, è uno dei "sicari" preferiti di Miscavige. Si è abituato a controllare e intimidire le persone che Miscavige vuole siano controllate e intimidite. Quell'ambiente è totalmente controllato. È molto difficile andarsene da lì. Don Jason è l'unico caso di cui io sia a conoscenza che sia riuscito a fuggire.»

Nel 2009 il giornalista del St. Petersburg Times Tom Tobin raccontò l'incredibile storia di Jason, uno scientologist mandato sulla nave per assistenza spirituale e disciplinare che alla fine riuscì a fuggire calandosi lungo una gomena con una specie di carrucola. Era il novembre del 1996, poco dopo l'arrivo di Valeska.

«Dopo la sua fuga, il capo della sicurezza venne sottoposto a "Commissione di Inchiesta", destituito e messo su mansioni di basso livello. La guardia di sicurezza che avrebbe dovuto dargli la caccia fu declassato a idraulico. La sua fuga fece rotolare delle teste», conferma la donna.

Le ho chiesto se nei suoi 12 anni a bordo vi fossero stati altri che, come lei, si sentivano prigionieri: «Sì, c'erano persone che non volevano starci, ma per farsi togliere dalla nave occorrono tempi biblici.»

E qualcuno veramente contento della sua situazione?

«Beh, il capitano era contento, ma nessune lo sopportava», e aggiunge: «adesso è tutto incentrato su David Miscavige, non sul prendersi cura delle persone. L'obiettivo è chiarire il pianeta, per cui se ne fregano dell'individuo. Lo scopo è superiore.» Perciò la felicità individuale non ha nessuna importanza.

Verso la fine del periodo sulla Freewinds, Valeska fu declassata di nuovo e finì in cambusa a lavare pentole e padelle. «Sapevo che mi avrebbero mandata sul RPF, ma non me ne importava nulla, volevo solo andarmene da quella nave.» La dirigenza con cui era entrata in conflitto decise di mandarla in una struttura RPF in Australia. Valeska ricorda che prima di partire dovette firmare molti documenti e anche videoregistrare una dichiarazione. «Mi dissero anche di truccarmi, perché avevo un aspetto orribile.»

Infine, nel 2007 lasciò la nave e sul RPF conobbe Guider. Dopo essersi "diplomati" dal programma cominciarono a frequentarsi, si sposarono e hanno avuto un bambino, Declan. Era contro le regole della Sea Org, ma non gliene importava. Decisero di lasciare Scientology, ma prima di andarsene la chiesa impose loro di firmare degli impegni al silenzio.

Valeska racconta che già sulla Freewinds aveva firmato un accordo di confidenzialità. Questa volta si assicurò di non farlo con il suo nome legale.

«Naturalmente, non te ne rilasciano una copia. Io quel documento non l'ho nemmeno letto. Era lungo quasi 20 pagine.» Guider, invece, rifiutò di firmare. «Lui era più forte di me. Disse "fottetevi, non andrò in seduta, non farò dei sec check [interrogatori], e non firmerò nulla". Vorrei aver fatto altrettanto», racconta Valeska.

Ma anche così, non dev'essere stato facile decidersi di uscire allo scoperto sul blog di Marty Rathbun. Che cosa la spinse a farlo?

«Ero incinta, avevo ricevuto messaggi poco piacevoli da mio padre e delle mail da mio fratello», ricorda. Una volta lasciata Scientology e ripresi i contatti con la madre, che non vedeva da 15 anni, il padre e il fratello di Valeska, ancora nella chiesa, furono costretti a disconnettere da lei e dalla sorella Melissa, che pure aveva lasciato Scientology.

«Melissa ha una figlia di 10 anni che non ha mai conosciuto il nonno», dice Valeska.

Ma lei non teme che Scientology possa usare quegli accordi di confidenzialità per causarle problemi legali?

«Ho parlato con Mike Rinder. Mi ha detto che se tiri in ballo David Miscavige non ti quereleranno mai. Non vogliono correre il rischio di vederlo convocato in tribunale.»

Sono passati due mesi da quando Lateline ha mandato in onda l'intervista a Chris Guider. Ho chiesto che cosa è successo dopo. «Cose positive. Da quando abbiamo lasciato la chiesa la vita è stupenda, poter parlare è grandioso. Parli fino a che hai fiato in gola. E voglio che spariscano. Voglio che tutta la scenografia della chiesa sia smantellata», commenta Valeska.

La sua storia ha sicuramente avuto un forte impatto. Chiudo questo articolo con un video della versione australiana di Current Affair andato in onda ieri sera. E, a seguire, la replica integrale di Scientology alle affermazioni di Valeska.



Replica della Chiesa di Scientology

Tratto da www.scribd.com.
© Traduzione di Simonetta Po, dicembre 2011.

CHURCH OF SCIENTOLOGY INTERNATIONAL

9 novembre 2011

A: Steve Cannane
Australian Broadcasting Corporation
e-mail Steve.Cannane@[omissis]

Gentile Steve,

Avrà già ricevuto la lettera dei nostri avvocati in merito all'accordo di confidenzialità tra la Chiesa e Valeska Paris.

Senza pregiudizio per i diritti derivati alla Chiesa dall'accordo di confidenzialità, e in previsione della messa in onda programmata, la Chiesa desidera replicare formalmente alle affermazioni della Paris.

Detta senza mezzi termini, la vostra richiesta è ridicola. Valeska Paris era un membro dell'equipaggio della nave. In base ai regolamenti marittimi, tutti i passaporti dei membri dell'equipaggio vengono conservati dal Capitano di Porto affinché siano vistati in ingresso e in uscita dal paese. Valeska è scesa dalla nave centinaia di volte per andare a fare compere e per escursioni con il marito nelle isole di Aruba, St. Barts e Curaçao, oltre che per innumerevoli altri motivi. Nel 2001 la donna ospitò a bordo sei membri della famiglia del marito. Partecipò a progetti della chiesa nel Regno Unito, in USA e in Danimarca. Non è stata sicuramente "costretta" a stare lì. Inoltre, non è mai stata costretta a fare lavori di fatica in sala macchine.

La Freewinds è un luogo meraviglioso, come anche Valeska ha detto in numerose occasioni. La sua affermazione che poteva lasciare la nave solo se accompagnata è totalmente falsa.

Qualunque decisione presa da Valeska in merito al comunicare o meno con sua madre, è stata soltanto la sua decisione. Questo fatto è supportato da documenti.

Valeska era una delle migliaia di membri della Sea Organization, l'ordine religioso della Chiesa, e ha lavorato come cameriera nel nostro hotel di bordo e nel nostro

6331 Hollywood Boulevard, Suite 1200, Los Angeles, CA 90028-6329 USA
Tel. +1(323)960-3500 * Fax +1(323)960-3508/9


ritiro religioso di Clearwater. Ber un breve periodo ha lavorato anche come auditor, ma i suoi diplomi sono stati cancellati per violazioni al Codice dell'Auditor.

In merito alle affermazioni fatte su Mr. Miscavige, è ridicolo suggerire che una persona nella posizione di Valeska avesse rapporti stretti e personali con il leader ecclesiastico della religione. Quelle affermazioni vengono smentite.

Valeska iniziò una relazione con Chris Guider (altra fonte inattendibile), ha scelto di lasciare la Sea Org e di avere un bambino. Ha lasciato la Chiesa in termini amichevoli e la Chiesa l'ha aiutata a iniziare una nuova vita, a prendersi cura del bambino. Le auguriamo ogni bene.

Che ora lei stia attaccando la sua precedente religione e i vecchi amici, e si inventi queste storie è indicativo di ciò che è: una vera apostata.

Perciò, per quanto riguarda la nostra posizione: Valeska vi sta mentendo. È una fonte inattendibile.

Per Lateline sarebbe del tutto irresponsabile mandare in onda affermazioni false e infondate. Lo farà a suo proprio rischio.

La vostra fonte sta facendo questo perché evidentemente lei e Chris Guider non possono mettere ordine nella propria vita e andare avanti. È veramente triste per loro. Per quanto concerne la ABC, è disonesto fingere che si tratti di informazione.

Cordiali Saluti
Karin Pouw



Le traversie di Melissa Paris, sorella di Valeska, nella Cadet e nella Sea Org di Scientology: costretta a sposarsi a 16 anni

© Di Tony Ortega, Village Voice, 1 dicembre 2011.
© Traduzione di Simonetta Po, dicembre 2011.

Nel dicembre 1996 Melissa Paris aveva 16 anni ed era sposata da alcuni mesi con un ragazzo che dice di essere stata costretta a maritare. Coppia male assortita dall'inizio, il matrimonio finì quando Melissa lo lasciò - lasciando anche la Sea Org, l'élite molto controllata di Scientology - due anni dopo.

Ma quello doveva ancora venire. Dopo il matrimonio Melissa si trovava in una posizione unica, e lo sapeva. Suo marito, Cyril Helnwein, anche lui membro poco più che adolescente della Sea Org, proveniva da una famiglia facoltosa. Figlio di un artista famoso a livello internazionale (ne parleremo in seguito), Cyril aveva mezzi economici.

Dopo la cerimonia nuziale i due tornarono al solito lavoro estenuante e sottopagato che lei, membro minorenne della Sea Org, svolgeva già da due anni nella vecchia e leggendaria dimora di L. Ron Hubbard a Saint Hill, in Inghilterra. Fu allora che Melissa chiese al ricco e giovane marito di realizzare un suo desiderio: portarla in luna di miele sulla nave, sulla Freewinds.

Melissa lo chiese non tanto per questioni romantiche, ma perché sapeva che era la sola possibilità di riabbracciare la sorella Valeska, portata a bordo contro la sua volontà. Così nel dicembre 1996 le sorelle Paris si riunirono brevemente dopo due anni di lontananza durante i quali non avevano nemmeno potuto comunicare. Sarebbero trascorsi altri 13 anni prima di potersi rivedere.

Ieri sera ho parlato a lungo al telefono con Melissa Paris. Ora vive a Houston con la figlia di 10 anni e il ragazzo con cui fa coppia da un paio d'anni. Lavora come cameriera e barista e in gennaio riprenderà gli studi. A Natale compirà 32 anni. È riuscita a comprarsi una casa e, dice, «la vita è meravigliosa.»

Negli ultimi tre giorni la sorella Valeska è diventata famosa in tre continenti. Domenica sera il programma Lateline della rete australiana ABC ha mandato un servizio di Steve Cannane sulla vita di Valeska. Nel 1996, appena 18enne, la ragazza fu portata - lei dice contro la sua volontà - a servire il personale della Sea Org sulla nave Freewinds, dove sarebbe rimasta virtualmente prigioniera per i successivi 12 anni. Noi le abbiamo fatto una lunga intervista e ci siamo fatti raccontare la sua storia familiare, il periodo a bordo e come alla fine sia riuscita a lasciare la nave e a formarsi una famiglia con l'ex stella australiana del rugby Chris Guider.

Ma Valeska ha insistito perché sentissi anche Melissa: la sua storia, da sola, non completava il quadro. Se Valeska era trattenuta contro la sua volontà su una nave in servizio nei Caraibi, Melissa era prigioniera a terra. Aveva vissuto quattro anni nella famosa magione inglese di Hubbard, aveva fatto lavori servili e punitivi e per quei quattro anni di lavoro minorile era stata pagata in tutto 40 dollari.

Non 40 dollari la settimana. 40 dollari in quattro anni, minorenne, con orari di lavoro lunghissimi e poco sonno.

Ma nonostante le traversie, mentre il padre e il fratello "disconnettevano" da lei, dopo aver abbandonato la scuola a 12 anni e a 14 essere andata a lavorare come baby sitter a Los Angeles senza conoscere nessuno, manteneva fisso in mente un obiettivo: un giorno avrebbe ritrovato la sorella maggiore.

Ecco la sua storia. Come abbiamo scritto mercoledì, Valeska e la sorella Melissa sono nate a Ginevra, Svizzera, figlie di Jean-François Paris e di Ariane Jackson, entrambi scientologist. Nel 1983 la coppia si separò e Paris portò le bambine e il fratellino più piccolo, Raphael, con sé in Inghilterra dove lui entrò nella Sea Org, l'ascetico gruppo che chiede ai propri membri di firmare un contratto da un miliardo di anni, la promessa cioè di tornare vita dopo vita per lavorare incessantemente per la chiesa a 50 dollari a settimana.

Quando Jean-François indossò la divisa da marinaio della Sea Org, i suoi tre bambini vennero destinati a una cosa chiamata Cadet Org, una specie di mini-Sea Org dove i piccoli venivano forgiati ai lavori servili e a condizioni di vita miserevoli in un maniero fatiscente chiamato Stonelands.

(Janet Reitman ha fatto una breve descrizione dell'esperienza di Claire Headley nella Cadet Org di Stonelands nel suo recente libro Inside Scientology. )

Valeska aveva 6 anni, Melissa 4 e Raphael ne aveva appena compiuti 2. Melissa rimase nella Cadet Org e visse a Stonelands, per otto anni, fino al 12esimo compleanno. Le ho chiesto di descrivermi una giornata estiva tipo dei suoi 7 o 8 anni.

«Ci svegliavamo verso le 7. Poi c'era l'adunata - tutti in piedi in fila secondo la divisione di appartenenza. Poi dovevamo correre a colazione perché se arrivavi tardi non mangiavi», ricorda. «Poi alcuni andavano a lavorare a Saint Hill. Altri restavano a Stonelands e dovevano pulire la casa. Non c'era molto tempo libero, forse un'ora o due. Quando ero più piccola esisteva una cosa chiamata "tempo familiare", un'ora o due alla sera in cui stavi con i tuoi genitori.»

Ma quando aveva 6 o 7 anni la chiesa abolì il "tempo familiare" e la sua giornata non contemplò più le visite del padre.

«Studiavamo. Studiavamo Scientology. E quello era il grosso della nostra giornata. I fine settimana erano uguali agli altri giorni. Sì, noi non vivevamo come gli altri bambini.» Melissa ha scritto un post Internet in cui parla a lungo di governanti che picchiavano regolarmente i bambini, e di come i bimbi si coalizzassero.

«Mia sorella ti ha detto che nella Cadet Org non c'era quasi mai la carta igienica?», mi ha chiesto ieri Valeska dopo la mia lunga chiacchierata con Melissa. «Per pulirci usavamo le pagine dei libri della biblioteca oppure le mani, poi le passavamo sul muro. So che fa schifo, ma è la verità. Le pareti dei gabinetti erano tutte imbrattate di merda.»

«Le governanti erano delle belve», ricorda Melissa. «Forse le sceglievano in base al loro grado di cattiveria.» Melissa mi racconta che anni dopo venne a sapere che le Cadet Org di Scientology erano state smantellate proprio per i rapporti inoltrati sulle condizioni dello Stonelands.

Se lei era coperta di lividi più degli altri, racconta Melissa, è perché rispondeva. «Io non tacevo» e, mentre parli con lei, hai la sensazione che la sua parte battagliera sia sempre a pelo d'acqua.

Il padre era quasi sempre via, prosegue. «Mio padre si lamentò con Dominique [una delle governanti peggiori], ma solo quando lei mi buttò giù dalle scale.»

Lontani dai genitori, per i piccoli era difficile avere un po' di calore umano: «In Scientology si è così, non puoi manifestare contrarietà. Sei un adulto in un corpo piccolo» aggiunge, riferendosi alla credenza Scientology secondo cui tutti abbiamo vissuto innumerevoli vite e se in una di esse "indossiamo" un corpo di bambino il thetan, o anima, è invece antico. In questo scenario, si ritiene che abbia poco senso non trattare un bambino da "adulto di bassa statura".

Durante l'anno scolastico i bambini Paris frequentavano il Greenfields, un istituto privato Scientology. «Ma anche lì eravamo "quelli di Stonelands". Sporchi, con i pidocchi. Ci prendevano continuamente in giro», ricorda Melissa.

Il padre Jean-François Paris percepiva il salario della Sea Org, qualche centesimo l'ora. Così erano la madre Ariane e il suo nuovo marito Albert Jaquier a pagare la scuola privata dei bambini. Jaquier si era fatto da solo, era diventato milionario e devolvette quasi tutto il suo patrimonio a Scientology. E nel 1989, quando il matrimonio tra la madre e Jaquier finì, cessò anche la scuola privata. «Dopo cominciammo a frequentare la scuola pubblica di East Grinstead, ma era uno schifo», racconta Melissa. «In città la chiesa non aveva certo una buona fama. E i bambini ci aspettavano fuori per menarci.»

Ho chiesto a Melissa in che modo nel 1992 uscì dalla Cadet Org, a 12 anni. «Telefonai a mia nonna in Francia e la convinsi a comprarmi un biglietto per la Florida. Chiamai un'amica che mi ero fatta laggiù, Emily Jones, e le chiesi se potevo andare a vivere con loro.» Restò a Clearwater, la sede spirituale di Scientology, per due anni. Poi, ad appena 14 andò a fare la baby sitter a Los Angeles. Nove mesi dopo rinunciò e tornò in Inghilterra. Nel dicembre 1994 Melissa entrò nella Sea Org. Aveva soltanto 15 anni (Valeska, la sorella, ci era entrata ancora più giovane, a 14. Una ragazzina del suo dipartimento, racconta Melissa, era diventata membro della Sea Org a 10 anni.) Nello stesso mese in cui entrava nella Sea Org ,Albert Jaquier, l'ex patrigno, moriva di un attacco cardiaco.

Ho chiesto a Melissa perché, a quel punto, avesse firmato il contratto da un miliardo di anni e promesso di lavorare così duramente per Scientology.

«Mi avevano mostrato una direttiva in cui Hubbard diceva che il mondo sarebbe finito nel 2000. Ci restavano soltanto sei anni per "chiarire il pianeta". E poi non avevo più una famiglia. Mio padre è un idiota, ed era in Florida. Noi non conoscevamo nient'altro, ci eravamo nati dentro. Non avevamo amici fuori Scientology. Gli esterni erano dei "wog"», dice utilizzando il termine gergale dispregiativo inglese per definire i meticci, fatto suo da Hubbard per indicare tutti i non-scientologist. «Non avevamo nessuno.»

Melissa odiò la Sea Org fin dal primo giorno. Così, quando all'inizio sentiva qualche notizia sulla madre la considerava un buon segno.

Dopo la morte dell'ex marito, la madre di Melissa aveva cercato di ottenere un risarcimento dalla chiesa, che poi aveva querelato per essere a sua volta controquerelata. A quel punto Ariane Jackson era andata a smascherare la chiesa alla TV francese.

«Ero eccitata. Pensavo che per me sarebbe stato un modo per uscirne. La Sea Org era orribile.» Ma Melissa non se ne andò, quanto meno non ancora. Le dissero di disconnettere dalla madre, ora considerata una apostata o "persona soppressiva". E continuò a lavorare per la chiesa.

«Restai in Sea Org dal 1994 al 1998. In tutto quel periodo mi diedero circa 40 dollari. E non me lo sto inventando», commenta. Diventò maggiorenne il 25 dicembre 1997 e fino ad allora - in quanto minorenne - non fu mai pagata.

«Ci davano da mangiare riso e fagioli. Dormivamo poco. Quando David Miscavige venne [a St. Hill] per l'event della IAS del 1998, mi misero a fare lavoro MEST e rimasi cinque giorni senza dormire. Riuscivamo a fare un sonnellino sul pullman che ci portava da Walsh Manor a St. Hill», dice riferendosi a un'altra proprietà fatiscente dove i membri della Sea Org venivano alloggiati, una casa di campagna del 18° secolo dove ha sede la Scientology britannica.

Per i preparativi della festa lavorarono come matti. «Ero addetta alle costruzioni. Erigere il palco, piantare i tendoni. Pulire, cose del genere.» (MEST è un acronimo di Hubbard per materia, energia, spazio e tempo e si riferisce al lavoro svolto nell'universo reale e fisico - solitamente lavori manuali pesanti - in contrapposizione al lavoro nel regno spirituale. Melissa fa anche riferimento alla IAS - la International Association of Scientologists, una specie di club ausiliario a cui i membri della chiesa vengono costantemente incoraggiati a donare forti somme.)

Ho chiesto a Melissa come fosse quella festa lussuosa: «Io non potei andarci, ero nei casini.» Come mai? «Perché volevo andarmene.»

«Tutti i superiori di grado ti trattavano come merda totale. Non ti dico quante volte mi hanno urlato sulla faccia, a due centimetri dal naso. E non puoi fare nulla. Ti demoralizzi, non sei più una persona», racconta.

A 16 anni Melissa cominciò a frequentare Cyril Helnwein, di un paio d'anni più grande. Poi si ritrovò sull'EPF e i superiori divennero ancora più pretenziosi. L'Estate Project Force ["Prodotto Zero" nel gergo Scientology italiano - N.d.T.] è una specie di campo di addestramento per i nuovi membri della Sea Org, programma che deve essere rifatto se il lavoratore non mantiene standard elevati. «Era uno schifo. Io non obbedisco a ordini demenziali», commenta.

Ma Melissa aveva poche alternative. Era lontana dalla famiglia, i cui membri avevano i propri compiti Sea Org da svolgere. E i superiori le diedero un ultimatum: o sposava Cyril Helnwein, o sarebbe stata cacciata dalla Sea Org.

«Mi dissero che l'unico modo per restare era sposarlo. A dire il vero lo avevo appena lasciato... ma un alto dirigente mi disse che dovevamo tornare insieme subito. Mi minacciarono di scaricarmi nel mezzo di East Grinstead.»

Perché, le chiedo, ti diedero quell'ultimatum?

«Perché lui voleva sposarmi e suo padre era ricco e famoso.»

Il padre di Cyril è Gottfried Helnwein, noto e bravo artista viennese che oggi si divide tra l'Irlanda e Los Angeles. Conosciuto per i suoi acquerelli giovanili iper-realisti, alcuni dei suoi dipinti sono ben noti agli appassionati di rock, che li riconosceranno sulle copertine di Scorpion e Rammstein, che utilizzano la sua arte.

Helnwein ha sempre evitato di rispondere a domande sul suo status Scientology, ma i database evidenziano che iniziò a fare corsi nel 1978 e, a giudicare dalle onorificenze ricevute, è stato un donatore di rilievo. Nonostante la ricchezza, però, il figlio e la nuora vivevano la vita parecchio spartana dei membri della Sea Org.

«All'inizio abitavamo in una stanza coi letti a castello», ricorda Melissa. Qualche mese dopo il matrimonio, nell'estate del 1996, la ragazza chiese al marito di portarla in luna di miele ai Caraibi.

«Come ho detto prima, la sua famiglia era veramente ricca. Gli chiesi se potevamo andare sulla Freewinds, così che potessi rivedere mia sorella.» Partirono a dicembre e Melissa compì 17 anni a bordo.

«La nave era nelle isole ABC », racconta riferendosi ad Aruba, Bonaire e Curaçao tra cui la Freewinds fa la spola ancora oggi.

Melissa sapeva che per la sorella la loro visita sarebbe stata una sorpresa. Valeska era stata trasferita sulla nave a settembre di quell'anno e, secondo le sue parole, contro la sua volontà. Dice di ritenere che il leader David Miscavige l'avesse mandata a bordo per assicurarsi che disconnettesse dalla madre e non riuscisse a comunicare con lei («Ci presero anche i passaporti», dice Melissa confermando il racconto di Valeska secondo cui all'arrivo tutti gli imbarcati devono consegnare propri documenti.)

Durante i suoi primi sei anni a bordo, Valeska lavorò come cameriera e poteva scendere a terra solo se accompagnata. E anche se la sorella era arrivata così da lontano per rivederla, nella settimana in cui la giovane coppia restò sulla nave riuscirono a vedersi di rado. «Valeska veniva di noi durante la pausa pasti; in quella settimana le diedero solo mezza giornata di libertà.» Soltanto mezza giornata? «Sì, mezza giornata.»

A fine settimana Valeska di 19 anni e Melissa di 17 si salutarono. Si sarebbero riviste solo nel 2009.

Melissa e Cyril tornarono in Inghilterra, ma la ragazza era infelice sia sul lavoro che del matrimonio. Poco più di un anno dopo il viaggio sulla Freewinds, cominciò a pensare di andarsene. Disse ai superiori che voleva uscire e convinse il padre, che viveva a Chicago, a comprarle un biglietto aereo. Nel maggio del 1998 mise la parola fine all'esperienza Sea Org.

«Non informai Cyril della mia decisione», racconta. Lo lasciò senza una parola.

Però odiava Chicago e nel gennaio 1999 si trasferì in Scozia. A marzo ricevette una strana telefonata dal padre, il quale le disse che stava per disconnettere da lei, anche se ancora non aveva lasciato Scientology. «Mi scoppiò qualcosa nella testa, mi dissi "hei, questo è troppo"» , racconta Melissa.

Telefonò alla nonna paterna e andò da lei in Svizzera, in autobus. Dalla casa della nonna chiamò la madre in Florida.

«Non le parlavo da anni. E mio padre stava cercando di terrorizzarmi affinché tornassi sui miei passi. Ma io ne avevo avuto abbastanza. Andai in Florida da mia madre. Mi trovai un lavoro nel telemarketing e un appartamento. Conobbi quello che sarebbe diventato mio marito e rimasi incinta di Jade.»

Le ho chiesto come fu rincontrare la madre, da cui Scientology le aveva imposto di disconnettere tre anni prima.

«Fu incredibile, davvero bellissimo», racconta. «Comprai la mia prima casa a 20 anni. Un giorno dei tizi dell'Ufficio degli Affari Speciali [OSA - la branca Scientology che si occupa di operazioni sotto copertura] suonarono alla porta. Non ero ancora stata dichiarata [persona soppressiva]. Volevano informazioni su mia madre. Tenevano controllata casa mia. Dissi che non ero più una scientologist, ma loro risposero che dovevo ancora rimanere disconnessa da mia padre. Risposi di no. Così nel 2001 dichiararono anche me.»

Il padre e il fratello, entrambi ancora in Scientology, mantengono la disconnessione dalle sorelle Paris. Il padre Jean-François Paris lavora a Chicago nel campo dell'arte. Melissa e Valeska mi dicono che il fratello Raphael gestisce l'ufficio risorse umane di un avvocato Scientology di Los Angeles. Quando ho chiesto se si trattasse di Kendrick Moxon, entrambe hanno risposto affermativamente. Ho mandato un messaggio a Raphael sperando che voglia parlare con me.

«L'ultima volta che ho parlato con mio padre avevo 19 anni», mi dice Melissa. «Mia figlia Jade, che adesso ha 10 anni, non ha mai conosciuto suo nonno.»

Nel 2004 Melissa si trasferì in Texas. Anche se aveva interrotto la scuola a East Grinstead ad appena 12 anni, riesce ancora bene nei test di ammissione e si è iscritta al College of the Mainland. È proprietaria di casa sua e da quando è arrivata in Texas, dice, «ho vissuto la mia vita.»

Poi, nel 2009, lo squillo del telefono.

«Ricevetti una telefonata di mia sorella», ricorda Melissa con la voce di chi ancora stenta a crederci. Valeska era finalmente riuscita a lasciare la Freewinds. «Forse è stato uno dei momenti più belli della mia vita.»

Nel 2007 Valeska era stata trasferita in Australia, sul RPF, una specie di distaccamento di prigionia degli scientologist (la chiesa insiste che è un ritiro volontario a cui i membri accedono per rivitalizzare lo spirito. Tutti gli ex scientologist con cui ho parlato hanno detto che l'RPF non è affatto volontario, ma è una infernale condanna all'umiliazione e ai lavori pesanti.)

Durante l'RPF Valeska conobbe Chris Guider, l'ex giocatore di rugby. Dopo essersi entrambi "diplomati" dal programma, si sposarono e Valeska restò incinta del figlio Declan. La Sea Org non ammette gravidanze e parecchie fuoriuscite dicono che le pressioni ad abortire erano frequenti. Ma Valeska e Guider ne avevano avuto abbastanza di Scientology e decisero di lasciarla definitivamente.

«Avevo sempre saputo che prima o poi mia sorella sarebbe venuta fuori. E' sempre stata una ragazza sveglia. Mio fratello e mio padre, no», commenta Melissa. «Sapevo che Valeska sarebbe rimasta incinta e avrebbe rifiutato l'aborto. Ed è successo proprio così.»

Ripensando al passato, Melissa dice di faticare a credere quanto l'essere cresciuta nella chiesa l'abbia condizionata fino al punto di credere a certe cose. «Ricordo che guardavo quelli che venivano a protestare davanti a Saint Hill e pensavo che fossero dei pazzi. Eravamo così plagiati...»

Ora Melissa ha lasciato Scientology e non le interessa il movimento indipendente di ex membri che ancora trovano utili le idee di L. Ron Hubbard. «Non sono una indi. Penso che sia tutta una stronzata», dice Melissa.

Lei e la sorella si sono riavvicinate, la madre sta bene ed ha aperto un ambulatorio di agopuntura in Florida. Quando le chiedo un ultimo commento o pensiero, Melissa mi dice: «Ho solo questo da dire: sono orgogliosa di mia sorella.»



La nave da crociera di Scientology è un inferno: il racconto di Ramana Dienes-Browning

© Di Tony Ortega, Village Voice, 4 dicembre 2011..
© Traduzione di Simonetta Po, dicembre 2011.

La settimana scorsa Steve Cannane dell'australiana ABC ha dedicato il suo programma Lateline alla storia di Valeska Paris, la donna che dice di essere stata trattenuta contro la sua volontà sulla nave da crociera Freewinds di Scientology dal 1996 al 2007.

In quel servizio Cannane ha parlato anche con Ramana Dienes-Browning, ex dirigente senior della nave, che ha confermato il racconto di Valeska. «Era stata mandata a bordo affinché non avesse contatti con uno dei due genitori, e non era ciò che lei desiderava. Era stressantissima», ha detto Ramana di Valeska.

«Oggi lei lo considererebbe un sequestro?», le ha chiesto Cammane. «Sì, sì lo considererei sicuramente un sequestro perché non c'erano alternative», ha risposto la donna.

La chiesa nega che Valeska fosse tenuta prigioniera e la portavoce di Scientology Karin Pouw, nella sua dichiarazione, non fa alcun accenno alla Dienes-Browning.

Lo scorso fine settimana il Voice ha fatto una lunga intervista a Ramana e ha scoperto che le sue esperienze di giovane membro Sea Org a bordo della Freewinds hanno molte cose in comune con quella, infernale, di Valeska.

E ora, per il semplice fatto di aver parlato del periodo trascorso sulla nave, la donna sta correndo il serio rischio di perdere per sempre i contatti con la madre e il fratello.

«Ho dovuto pensarci bene, soppesare che cosa volevo fare, se cercare o no di aiutare chi sta pensando di lasciare Scientology. Alla fine ho deciso che il mio cuore batte per loro, voglio rendermi utile», dice.

Venerdì sera ho parlato a lungo con Ramana via Skype: oggi vive nelle Blue Mountains vicino a Sidney. Da bambina ha vissuto nei suoi sobborghi, poi in città.

Le ho fatto notare che ha un cognome insolito, e lei mi ha spiegato che si tratta di una combinazione tra il retaggio ungherese della madre e quello inglese del padre. E Ramana? «Quello è indiano. I miei genitori erano hippy.»

La coppia si separò quando lei era piccola. La madre divenne maestra e il padre si gettò nelle terapie "alternative". «Era un seeker [chi è alla continua ricerca spirituale - N.d.T.], ma fu mia madre a entrare in Scientology.»

Ramana aveva 4 anni: «Ci sono praticamente cresciuta dentro», racconta. «Ho frequentato una scuola Scientology. Ho cominciato a fare corsi all'org di Sidney verso i 7 anni.»

Scientology offre l'illuminazione spirituale attraverso una serie di corsi che implicano routine di addestramento ripetitive, una specie di macchina della verità chiamata "E-meter" e sedute di consulenza pastorale a prezzi sempre crescenti, in strutture chiamate "org" [abbreviazione di "organizzazione" - N.d.T.]. Ramana cominciò a fare quel tipo di corsi a un'età in cui gli altri bambini corrono ancora nei campi gioco.

«Siccome ero così piccola, non ho avuto altri punti di riferimento. Mio padre viveva in Tasmania e lo andavo a trovare soltanto durante le vacanze. Ma Scientology era tutto, nulla era paragonabile. Fu un "lavaggio del cervello" lento e inesorabile. Usano delle vere tecniche di controllo», dice riferendosi ai corsi di "comunicazione" con cui gli scientologist iniziano la loro carriera. «Non ti rendi nemmeno conto in dove sei finito, ma è questo che accade non appena metti i piedi lì dentro e cominci i corsi di comunicazione.»

Scientology, però, non era tutta la sua vita.

Ramana era diventata una ballerina, durante l'adolescenza cominciò ad appassionarsi sempre di più alla danza. «Dividevo il tempo tra la scuola, le lezioni di ballo e l'org. Mia madre appoggiava molto la mia decisione di diventare una ballerina professionista», ricorda Ramana, aggiungendo che la madre la voleva anche scientologist dedicata.

A 15 anni, Ramana e la madre fecero un viaggio oltreoceano - alla Flag Land Base di Clearwater, Florida, la sede spirituale mondiale di Scientology. «Feci qualche corso e mia madre si lasciò convincere a comprare un pacchetto per la Freewinds. Era molto eccitante pensare di andare sulla nave dove fanno OT VIII.»

Scientology acquistò il piroscafo nel 1985 per rinverdire la tradizione iniziata dal fondatore L. Ron Hubbard, che aveva trascorso gli anni tra il 1968 e il 1975 a bordo di una piccola flotta di navi, impegnato a sviluppare gli insegnamenti di livello superiore del movimento. Poi il movimento si trasferì a terra e aprì la base di Clearwater (la "Sea Organization", Organizzazione del Mare, nacque così, e oggi opera sia a terra, sia in mare.) Brian Palmer di Slate ha da poco descritto che cosa significa, per i membri della chiesa, recarsi a bordo della nave:

I corsi sulla Freewinds sono una combinazione di studi indipendenti sui manuali, attività cooperative e sedute personali di consulenza... molti ospiti trascorrono a bordo dai due ai tre mesi. Ogni consulenza preparatoria, o fatta a bordo, costa tra i 15.000 e i 30.000 dollari. Una settimana di vitto e alloggio si aggira sui 1000 dollari. Rappresentanti della International Association of Scientologists chiedono incessantemente altre donazioni oltre a quanto già speso.

Ma la nave è famosa anche perché è l'unico luogo in cui gli scientologist di alto rango possono ricevere il livello più elevato di illuminazione spirituale della chiesa, noto come Thetan Operante livello VIII, o "OT VIII". Per arrivare a quel punto possono occorrere diversi anni e centinaia di migliaia di dollari in corsi di studio e consulenza pastorale. Ma per la giovane Ramana di appena 15 anni, nessuno di quei corsi - in particolare il vantato OT VIII - era alla portata.

«Non avevo i pre-requisiti per alcun corso così mentre mamma studiava, io me ne andavo in giro», racconta. La sua presenza non sfuggì ai membri dell'equipaggio della nave, tutti Sea Org, che cominciarono a cercare insistentemente di reclutarla tra i loro ranghi.

«In quella settimana partecipai ad alcune gite a terra, ma trascorsi quasi tutto il tempo chiusa in una stanza con dei Sea Org member che, da uno a tre alla volta, cercavano di convincermi a entrare», ricorda.

Lei rifiutò senza mezzi termini. Stava studiando per diventare ballerina professionista e quella era la sua vera passione. «Ero totalmente assorbita, a entrare in Sea Org non ci pensavo minimamente.»

Continuarono a lavorarsela, accompagnandola addirittura a terra durante le escursioni.

Alla fine, stanca di tutta quella pressione, Ramana fece una concessione. Disse che a fine carriera di ballerina, verso i 30/35 anni, forse sarebbe entrata in Sea Org. Sembrarono felici di quell'offerta, racconta, e le chiesero subito di firmare il contratto, anche se avrebbe atteso una ventina d'anni prima di entrare nei ranghi.

«Insistettero molto per farmi firmare quel contratto. Alla fine accettai perché volevo togliermeli di dosso.»

I membri della Sea Org firmano dei contratti di lavoro da un miliardo di anni e promettono di tornare vita dopo vita al servizio di Scientology. Non appena Ramana mise il suo nome sul contratto, i suoi interlocutori cambiarono tono: «"Adesso devi venire con noi", mi dissero. La pressione era intensissima. E va anche tenuto presente che ero stata cresciuta nel timore reverenziale dei membri della Sea Org. Quasi paura, direi. Loro erano i messaggeri di L. Ron Hubbard.»

Sua madre non aveva idea di quanto stesse succedendo, racconta Ramana, perché era sempre troppo impegnata da qualche altra parte della nave con i suoi corsi. Ma adesso tre membri della Sea Org avevano portato la ragazzina in una stanzetta per cercare di convincerla che la firma di quel contratto significava che doveva unirsi immediatamente al gruppo.

«Quando ci penso rabbrividisco ancora», racconta Ramana. A condurre il gioco era Jennifer Alpers, l'Ufficiale Comandante della Organizzazione dei Messaggeri del Commodoro, dirigente di alto rango nella nave. «Mi disse: "Senti, non so perché tu sia convinta di essere così una brava ballerina da poter fare la differenza nel mondo. Non so che cosa hai in testa". Mi annientò dentro», ricorda Ramana. «Poi iniziò a urlarmi addosso con quanto fiato aveva in gola: "Anche io ero una ballerina e dubito che tu sia brava quanto lo ero io... se non vuoi unirti a noi adesso puoi pure strappare il contratto". E io pensai che farlo, che strappare un contratto della Sea Org, equivalesse ad adorare il diavolo.»

Intanto avevano iniziato a lavorarsela anche su un altro livello. Infatti, un bel giovanotto Sea Org sui 25 anni flirtava con lei che, lusingata da quelle attenzioni, cominciò a confidarsi.

«Un giorno cominciammo a chiacchierare e improvvisamente mi balenò davanti agli occhi l'immagine del mondo avvolto dalle fiamme e io stavo tradendo la Sea Org, perché ci restava pochissimo tempo per salvare il pianeta.» (Erano gli inizi del 1995 e ai neofiti veniva detto che Hubbard aveva previsto la fine del mondo per il 2000 - restava pochissimo tempo per "chiarire il pianeta" e salvare l'umanità.)

«Avevo questa immagine del mondo in fiamme, e io che danzavo incurante. Allora pensai che aveva ragione, capisci? Che dovevo rinunciare alla danza ed entrare in Sea Org. È stato in quel momento che è scattato il "lavaggio del cervello" subìto. A ripensarci mi viene da piangere. Ho gettato alle ortiche una carriera di ballerina veramente promettente.»

Ramana e la madre tornarono in Australia e la ragazza cominciò a fare i preparativi per la partenza. «Impacchettai l'impacchettabile e vendetti tutto il resto. Lasciai la scuola. Riuscii a raggranellare i soldi del biglietto per l'America. E una volta lì, cominciai l'EPF» - il "Prodotto Zero", campo di addestramento per i nuovi membri della Sea Org.

Ramana raccontò alla madre il reclutamento pesante a cui era stata sottoposta sulla nave soltanto molti anni dopo. «Credo che fosse del tutto inconsapevole di ciò che stava succedendo. Quando gliene ho parlato è scoppiata a piangere. Ha detto che se lo avesse saputo non me lo avrebbe mai permesso. Ma io non le avevo detto nulla. Ecco qual è lo strano di Scientology. Alla fine quel tipo di pressione diventa normale, per cui non mi era nemmeno passato per la testa di dirlo a mia madre.»

All'epoca la madre fu contenta della decisione: «Pensava fosse stata una mia idea e mi appoggiò.»

Ramana arrivò alla Flag Land Base il 13 marzo - giorno del compleanno di Hubbard (che nel 1995 avrebbe avuto 84 anni, ma che aveva "abbandonato il corpo" nel gennaio del 1986 per proseguire i suoi studi su un altro piano di esistenza, come annunciò la chiesa all'epoca.)

Ho chiesto a Ramana come fosse l'addestramento EPF: «È come l'addestramento delle reclute nell'esercito, solo che non ti insegnano a usare le armi. Corri dappertutto, devi sempre andare di corsa. Devi fare lavori di fatica, ricordo che dovetti abbattere delle pareti con una mazza da fabbro. E l'incaricato dell'EPF, il capo, è come un sergente dell'esercito.»

«Mi ci vollero tre mesi per completare l'EPF», continua Ramana. «Avevo molta nostalgia di casa, ma ero anche eccitata per l'avventura che stavo vivendo. Terminai il programma poco prima di compiere 16 anni e, una volta finito, mi mandarono sulla nave.»

Ramana venne assegnata alla Commodore's Messengers Organization (CMO) perché era quella la divisione che l'aveva reclutata. La CMO era stata creata nel 1969, quando Hubbard solcava le acque del Mediterraneo e aveva organizzato un gruppo di giovani seguaci che consegnassero i suoi dispacci e sbrigassero commissioni per lui. Oggi, a decenni di distanza, è una delle divisioni più potenti della Sea Org e supervisiona i servizi sulla nave, assicurandosi che i membri della chiesa che hanno pagato quelle cifre elevate siano contenti dell'esperienza.

Ramana, però, capì subito che per lei l'esperienza non sarebbe stata così piacevole.

«Quando arrivi sono tutti carini con te. Sei la nuova recluta. Ma cambiano subito registro. Ricordo che la CO CMO [Ufficiale Comandante dell'Organizzazione dei Messaggeri del Commodoro] mi chiese di farle un caffè, o una minestra o qualcosa del genere. Andai giù in cambusa e glielo portai. Lei si girò e mi urlò addosso in modo molto sgarbato, quella fu la prima avvisaglia di ciò che era veramente la Sea Org. E io risposi "Sissignore, cosa posso fare per rimediare, Signore". Lei mi fece andare su e giù quattro volte per rimediare a qualunque fosse il problema. Era una donna tremenda. Mi disse che doveva farlo per prepararmi a lavorare con i dirigenti di vertice. Mio Dio! Quella fu la prima cosa che mi diede la sveglia su quello che sarebbe stato.»

Prima di poter diventare un'addetta CMO e poter trattare con gli ospiti della nave, Ramana lavorò per sei mesi nella divisione di Tesoreria. Poi la trasferirono e la promossero a Vice Ufficiale Comandante di CMO Interno.

Le ho chiesto quali fossero le sue mansioni: «controllare tutto lo staff. Monitorare il loro addestramento e la loro etica. In pratica si fanno indagini su questioni interne. E si comminano le punizioni a chi non fa quello che dovrebbe fare», risponde. Quando la CO lasciava la nave per brevi periodi, Ramana la sostituiva e gestiva la CMO di tutta la nave.

Aveva 16 anni.

Questa è una cosa che abbiamo sentito dire spesso di Scientology: adolescenti in posizioni di grande autorità, incaricati di investigare e punire il prossimo.

«Ricordo che feci investigazioni su persone di 30 o 40 anni, ordinavo le perquisizioni delle loro cabine e ne ho fatte anche io personalmente.» Aggiunge che doveva essere dura con l'equipaggio per assicurarsi che gli ospiti che avevano pagato decine di migliaia di dollari fossero contenti della permanenza a bordo. Le ho chiesto se si ricorda alcuni ospiti in particolare, per esempio qualche celebrità di Scientology.

Uno che Ramana ricorda bene è Jason Beghe.

Abbiamo scritto spesso di Beghe da quando, nel 2008, fu la prima coccolata celebrità di Scientology a lasciare rumorosamente la chiesa e a denunciare l'organizzazione in modo molto pubblico. Da allora Beghe, famoso caratterista che ha recitato per il cinema (Monkey Shines, Soldato Jane) e per serie televisive (Melrose Place, Californication), ha continuato ad essere una voce forte della critica a Scientology.

Ho chiamato Jason per chiedergli quante volte è stato sulla Freewinds. «Tre volte», mi ha risposto. «E ogni volta era dannatamente penoso.»

Mi racconta che lo invitarono per un Maiden Voyage - periodo in giugno e luglio in cui molti dei dirigenti di vertice di Scientology visitano la nave per le celebrazioni annuali. Beghe aveva prestato la sua voce a parecchi filmati interni così gli chiedevano per esempio di leggere brani tratti dai romanzi di Hubbard durante le feste a bordo.

«La narrativa di Hubbard è così banale, ma ancora peggio è stare ai Caraibi in pieno luglio. Fa un caldo tremendo, è umido e dovevi metterti in giacca e cravatta nera », racconta l'attore. «Chiedevo "ma perché non facciamo questa cosa in spiaggia? In calzoncini?" Ma bisognava sempre mettersi quella fottuta cravatta nera. In luglio.»

In più di un'occasione, prosegue, Beghe soffrì di colpi di calore e dovette essere curato con flebo di soluzione salina.

Gli ho chiesto che cosa ricordasse delle giovani Sea Org member che lo servivano. «Erano dolcissime. Facevo domande su di loro. Mi spiace non aver saputo che tipo di vita da cani stavano facendo. Ma non lo sapevo. Di sicuro non ti raccontano cose del genere. L'ho scoperto solo dopo essere uscito.»

Ramana dice di non aver mai avuto rapporti con le celebrità più famose di Scientology ed aveva già lasciato Scientology all'epoca della famosa festa di compleanno di Tom Cruise tenuta a bordo della Freewinds nel 2004.

Le celebrità erano l'ultima delle sue preoccupazioni. Fin dal momento del suo primo imbarco si era occupata soltanto degli altri membri della Sea Org. Dopo il suo arrivo, il giovanotto che aveva flirtato con lei quando era ospite pagante ricominciò a coprirla di attenzioni.

«Era chiaro che gli interessavo. Quando arrivai mi disse "Ok, quand'è che ci sposiamo?" Non mi si era nemmeno dichiarato!», ricorda. Non prese sul serio quelle parole, ma dopo qualche tempo a bordo si rese conto che «era proprio così che facevano.»

Le coppie sposate lasciavano i dormitori e si trasferivano in cabine migliori. Avevano orari di lavoro così lunghi che non c'era alcun tempo libero per frequentare l'altro sesso. «È così che fanno. Entri in Sea Org e trovi qualcuno da sposare.»

Gli altri dirigenti incoraggiarono il matrimonio. «Lui era uno tenuto in alta considerazione. Quando [il leader] David Miscavige veniva a bordo, era uno dei suoi camerieri. Questi membri della Sea Org nelle grazie degli alti dirigenti vengono trattati bene. Lo incoraggiarono a sposarmi e penso che in quanto favorito, volevano che fosse felice. Era in Sea Org da 10 anni, da quando ne aveva 15. Adesso ne aveva 25 ed era ancora vergine», ricorda Ramana. «Accettai di sposarlo, il matrimonio fu celebrato a fine 1995.»

La giovane coppia - lui 25 anni, lei 16 - si sposò a bordo con la cerimonia Scientology. «Penso che legalmente ci sposammo a Bonaire [isola dei Caraibi olandesi]. Poi ci diedero una cabina e potemmo lasciare il dormitorio.»

La madre e una delle sorelle di Ramana (ha due sorellastre e due fratellastri, uno dei quali è scientologist) andarono sulla nave per assistere al matrimonio. «Mio padre non venne. Era sempre stato critico di Scientology, non poteva proprio sopportarla. Firmò i documenti per l'autorizzazione al matrimonio, ma nel cuore non voleva che lo facessi.»

Ramana ammette che non era sicuramente pronta per un passo del genere. «Avevo 16 anni ed ero sempre vissuta nella bambagia. Improvvisamente eccomi lì sposata, con gli obblighi coniugali. Non ero preparata.»

Per comprendere gli eventi successivi è importante tener presente quanto gli scientologist vengano controllati di continuo per accertarsi che si conformino, e quanto vengano sottoposti regolarmente a interrogatori per scoprire i loro "crimini".

Gli scientologist possono entrare in conflitto con l'organizzazione per molti motivi. In particolare, i membri della Sea Org hanno orari di lavoro estenuanti e devono mantenere alte le loro "statistiche" di produzione in diversi modi. Se non ci riescono significa che hanno violato l'"etica" di Scientology e gli "ufficiali di etica" li sottopongono a intensi interrogatori.

Ramana racconta che il marito aveva l'incarico di "Padrone di Casa [host] LRH" della nave, doveva cioè assicurarsi che gli ospiti ricevessero i più elevati standard di servizio. A un certo punto le sue "statistiche" scesero; le cause potevano essere parecchie, forse meno membri della chiesa avevano deciso di comprare i costosi pacchetti della nave e il pubblico di cui occuparsi era calato. Ma qualunque fosse il motivo, le statistiche del marito erano calate e questo significava essere interrogati dagli ufficiali di etica.

Durante quegli interrogatori si parte dal presupposto che il membro della chiesa stia nascondendo a Scientology problemi oscuri e sinistri, per cui l'interrogato deve confessare le sue esperienze più intime. Come mi è stato riferito da parecchi ex membri, gli ufficiali di etica sembrano particolarmente interessati alle pratiche sessuali e il malcapitato, collegato a un E-meter, deve confessare le sue aberrazioni sessuali.

Quando il marito fu interrogato, racconta Ramana, confessò di essersi masturbato. «È dura parlare di queste cose, ma è importante che io le racconti perché è quanto succede in Sea Org.

«Lui disse che si masturbava perché io non lo soddisfacevo. Così venni trascinata davanti a sei o sette membri della Sea Org e umiliata perché non lo soddisfacevo. Quando le tue statistiche sono basse il privato non esiste più. Quando non stai producendo quanto dovresti, l'argomento delle aberrazioni sessuali diventa molto affascinante per gli auditor di Scientology. Così quando vieni investigato vieni attaccato a un E-meter e ti fanno ogni tipo di domanda sulla tua attività sessuale.»

Ramana racconta di quando fu portata in quella stanza con mezza dozzina di membri della Sea Org e che cosa le disse Pilar, suo superiore e Ufficiale Comandante di CMO:

«Mi urlò addosso "Tu, piccola schifosa puttana"! Continuò a dirmi che avevano scoperto che lui si masturbava, che lui mi toccava ma io non toccavo lui, e che lo costringevo a masturbarsi perché mi rifiutavo di farlo io. Che ero malvagia, come potevo fargli una cosa del genere?»

Il marito era nella stanza, presente alla scena. «Era come paralizzato, intontito. Fra di noi non ne avevamo mai parlato. Pilar mi assegnò alle condizioni inferiori e mi mandò via. Non ricordo di preciso se mi mandarono in sala macchine, ma credo di sì.»

Ramana venne messa sulla condizione etica di "Tradimento", che sulla scala di Hubbard sta sotto "Nemico", ma sopra a "Confusione".

Poco tempo dopo, il marito fu allontanato dalla nave per un periodo di addestramento. «Mi pare di ricordare che restammo senza vederci per un anno. Poi la nostra relazione andò in pezzi e divorziammo.» Si erano sposati alla fine del 1995 e divorziarono alla fine del 1998.

In quel periodo vi furono altri due sviluppi significativi: l'arrivo di Valeska Paris e il tentativo di fuga di Ramana.

«Ricordo bene l'arrivo di Valeska», racconta Ramana. «Ero Vice CO CMO Interno. Non ero io a dovermi occupare di lei, ma CMO è un gruppo piccolo e il mio lavoro consisteva anche nel sapere tutto ciò che succedeva sulla nave, ciò di cui si parlava. Sapevo che Valeska era stata mandata lì per proteggerla dalla madre, che era assolutamente infelice, che era stressata e sorvegliata a vista. Che faceva lavori di fatica in sala macchine. Che aveva avuto dei grossi scontri con il capitano perché non voleva restare sulla nave.»

Come abbiamo scritto la settimana scorsa nella lunga intervista a Valeska, la ragazza era stata trasferita a bordo nel settembre del 1996, appena compiuti i 18 anni, perché - ritiene lei - il leader della chiesa David Miscavige voleva allontanarla dalla madre Ariane Jackson, che aveva querelato Scientology e denunciato l'organizzazione alla TV francese. Valeska sarebbe dovuta restare sulla nave per un paio di settimane. Invece riuscì ad andarsene definitivamente solo nel 2007.

Ramana ricorda che sulla nave non si parlava d'altro che di Valeska e di quanto odiasse essere lì. «Uno degli argomenti sulla bocca di tutti erano le sue urla, il suo aver perso il controllo. Ricordo che ero veramente turbata dal suo aspetto stressato. Venne sottoposta a molti "maneggiamenti di etica", come si dice in Scientology. Lavorava in sala macchine, non so quanto la tennero laggiù ma prima di essere considerata un membro normale doveva risalire le "condizioni". Poi la misero a lavorare al ristorante. Ma era sempre sotto sorveglianza. Era un rischio per la sicurezza. Era lì perché volevano tenerla lontana dalla madre, ma erano anche preoccupati che facesse "blow" [gergo Scientology per "fuga"], visto che aveva detto chiaramente che lei lì non ci voleva stare. Per cui la controllavano a vista.

«Temevano che la madre la portasse via o la contattasse - anche solo una parola. Pensavano che sarebbe stato disastroso, perché sua madre era una persona soppressiva. Si pensa che gli SP impediscano agli altri di essere degli scientologist e perciò non permettano loro di raggiungere la libertà spirituale. Gli SP sono considerati il demonio», dice Ramana.

Le ho chiesto se in quel periodo sulla nave vi fossero altri membri trattenuti a forza. Mi dice che c'erano tre persone guardate a vista su un programma RPF sperimentale.

Il Rehabilitation Project Force è un distaccamento punitivo di Scientology per i membri caduti in disgrazia. (La chiesa insiste che l'RPF è volontario e che i membri vi si recano per rinnovarsi spiritualmente. Ma tutti gli ex scientologist con cui ho parlato mi hanno detto che l'RPF non è affatto volontario, è una infernale sentenza ai lavori forzati e all'umiliazione.) Ramana ricorda che due donne erano state assegnate al RPF prima del suo arrivo e una terza donna poco dopo. «Rimasero lì per quasi tutta la mia permanenza sulla nave - cinque anni», riferisce. Dopo un tentativo di suicidio, la terza donna fu trasferita in una struttura RPF più standard a Los Angeles o in California, aggiunge Ramana.

«Venivano controllate a vista. Il fatto che a bordo ci fosse un RPF era strettamente confidenziale. Io non parlai mai con quelle donne - sul RPF non puoi parlare con gli altri - ma mi è difficile pensare che fossero felici di essere sulla nave.»

Ramana ricorda anche Don Jason, uno scientologist di cui Tom Tobin del St. Petersburg Times si occupò nel 2009. Jason era stato mandato sulla Freewinds per punizione e per riabilitarsi. Nel 1996 fuggì rocambolescamente calandosi lungo una gomena della nave.

Poi, ricorda Ramana, anche lei fece il suo tentativo di fuga. Era la fine del 1997 o l'inizio del 1998.

«Sentivo che volevo andarmene. Mi stavano montando dentro delle cose. Mi avevano obbligata a disconnettere da mio padre per un paio di mesi, poi mi autorizzarono a parlargli di nuovo ma ero continuamente sotto pressione affinché riconoscessi che lui era una "persona soppressiva". Io e mio padre ci volevamo un mondo di bene e non potevo farlo. Mi stavano sempre addosso perché disconnettessi e poi c'era la pressione normale della Sea Org. A quella era impossibile sottrarsi.»

Ramana sapeva che se avesse espresso ciò che realmente pensava avrebbe subito pressioni per cambiare idea. «Avevo visto altri che volevano andarsene, erano stati sottoposti a programmi di etica e avevano miracolosamente cambiato idea», continua. «Sapevo che se avessi detto che volevo andarmene avrebbero fatto la stessa cosa con me. Allora decisi di fuggire.»

Poiché era un membro di CMO, Ramana aveva un codice telefonico per chiamare all'esterno. E un giorno telefonò al padre in Australia. «Gli dissi che cosa avevo in mente e gli chiesi di mandarmi un po' di soldi con la Western Union.» Il passo successivo era procurarsi un foglio compilato e firmato dal capitano della nave, Mike Napier, per farsi rilasciare il passaporto.

«Riempii io quel documento e falsificai la firma del capitano. La portai in ufficio e, mentendo, dissi che dovevo andare a Clearwater per una missione.» Ramana aveva calcolato con attenzione i tempi della richiesta, un momento il cui l'Ufficiale Comandante di CMO era in seduta di auditing (consulenza pastorale) e la nave stava per lasciare il porto. Ricorda che il funzionario dovette scendere a terra per andare a prendere il suo passaporto, ma non sa perché. Sa soltanto che dovette tener nascosta al CMO la sua richiesta per alcune ore.

Una volta ottenuto il passaporto, Ramana corse a mettere alcune cose in una borsa e preparò il pasto per la Comandante, così che al termine della sua seduta non l'avesse mandata a chiamare. «Proprio mentre la nave si apprestava a partire afferrai la mia roba e mi diressi allo scalandrone. Ma le guardie della sicurezza mi dissero che non potevo scendere perché ero sull'elenco dei consegnati.»

Durante un interrogatorio erano emersi i suoi dubbi sulla Sea Org e Ramana era stata inserita nell'elenco di chi non poteva lasciare la nave. «Chiamai un'amica nell'ufficio CMO inventandomi che dovevo assolutamente scendere per una commissione. "Che cosa ci faccio sull'elenco?" le chiesi. Lei abboccò e autorizzò l'uscita.»

Ora la libertà era alla fine dello scalandrone. Tremante, cominciò a scendere. «Ero quasi a terra quando improvvisamente arrivarono questi tizi con un grosso tubo da caricare sulla nave. Dovetti mettermi di lato e aspettare che passassero. Eccomi lì con il cuore a mille e un groppo allo stomaco. E proprio mentre i tizi si spostavano, la sentii», ricorda.

«Ramana! Ramana! Che cosa stai facendo?» Era la comandante. «L'amica che mi aveva tolta dall'elenco dei consegnati le aveva detto che stavo scendendo a terra.»

Ora mancava soltanto un passo alla libertà. Ma Ramana non riuscì a farlo.

«Non potevo andarmene così. Il lavaggio del cervello è molto forte. Così tornai su. Fine. Ero di nuovo a bordo. Trascorsi i successivi tre o quattro mesi in sala macchine a "risalire le condizioni".»

La scorsa settimana Valeska Paris ci ha raccontato quanto fosse duro lavorare in sala macchine. All'arrivo sulla nave ci aveva lavorato per un paio di mesi e di nuovo nel 2007, quando era svenuta per il caldo asfissiante.

Anche Ramana ha avuto le sue esperienze in sala macchine. «Era un lavoro tremendo, bisognava pulire l'interno dei motori. Eri coperto di olio e di grasso, che andava rimosso con il gasolio, che andava ripulito con un sapone speciale. Così puzzavi sempre di gasolio. Quando sentivi uno che puzzava di gasolio sapevi che si era cacciato nei guai», ricorda. «Quindi portarsi appresso quella puzza era una specie di stigma.»

«Feci molti lavori in spazi ridottissimi. Ero terrorizzata. Temevo di restare schiacciata sotto le piastre o in una condotta. Era una lotta continua. In più, ero quasi sempre da sola. Lo trovavo del tutto deprimente. Lavori in condizioni veramente dure, confinata in spazi claustrofobici, e non sai quando verrà la fine. Era una punizione "aperta", il solo modo per uscirne era dimostrarti "riformato". Ecco perché dico che sono tecniche di controllo mentale.»

Ho chiesto a Ramana se in quel tipo di ambiente indossasse indumenti o equipaggiamento speciale.

«No, indossavamo normali calzoncini di cotone e una tuta», risponde. «Una volta lavorai dentro una condotta molto stretta, dovevo raschiare via la ruggine interna. Era buio pesto e avevo una piccola torcia. Riuscivo a muovermi a malapena. Quei detriti di vernice industriale mi finivano negli occhi e per uscire dovevo continuare a lavorare in avanti», prima di poterseli sciacquare. Dopo il tentativo di fuga, per tornare in "buone condizioni" Ramana dovette subire numerosi interrogatori e lavorare a lungo in sala macchine. «Poi mi rimisero in CMO, ma la voglia di scappare mi tornò quasi subito.»

Ramana era sempre più delusa e disillusa, non solo dal lavoro a bordo, ma dagli obiettivi stessi della Sea Org. «Le cose per cui ci ero entrata... aiutare l'umanità, beh, non le vedevo fare», racconta. Per esempio, ripensava al viaggio della madre sullaFreewinds. «A mia madre avevano venduto un corso da migliaia di dollari che lei non desiderava realmente fare. E quelle cose continuavano a tornarmi su.»

Ramana spiega che adesso voleva fare la cosa giusta. «Non volevo più finire in sala macchine. Pensai che avrei potuto "maneggiare" i miei dubbi e tornare a essere una brava Sea Org member». E, in quel caso, la cosa che pensava fosse giusto fare era spiegare onestamente i suoi dubbi all'Ufficiale Comandante. «Non appena lo feci, lei mi rimandò in sala macchine.»

Era distrutta. «Quella cosa mi mandò in pezzi. Le dissi per piacere, per piacere non rimandarmi laggiù, non potrei sopportarlo. Ma fui rispedita giù. Mi misero su un programma di etica. Ero guardata a vista. La sola persona con cui potevo parlare era lei, e solo per iscritto. Ogni sera dovevo scrivere un rapporto su ciò che avevo fatto durante il giorno.

«Caddi nella depressione più totale, cominciai a pensare al suicidio», racconta Ramana. «Cominciai a portarmi sempre in tasca un coltello a serramanico, era il solo modo per farmi sentire che avevo il controllo di qualcosa, pensare che se solo ne avessi avuto occasione, mi sarei tolta la vita. È una sensazione terribile. Era come essere prigionieri, incarcerati, ma le sbarre le avevo nella testa.

«Non potevo andarmene via. Allo scalandrone c'era questa guardia della sicurezza grande come un armadio. Sapevo che il solo modo per uscirne era obbedire, conformarmi, riformarmi. Posso solo dire che fu una tortura mentale», spiega.

Dopo alcuni mesi riuscì a lasciare la sala macchine e la misero a lavorare sui ponti. «Mi sforzavo di risalire le condizioni di etica ma, poiché avevo espresso tendenze suicide, decisero che non ero più qualificata per lavorare a bordo.»

Una volta risalite le condizioni, alla fine del 1998 Ramana fu assegnata ai tour promozionali della Freewinds: doveva vendere pacchetti di servizi a bordo ai membri della chiesa in Europa e negli Stati Uniti.

Dal 1999 al 2003, alla fine di ogni tour Ramana tornava per un paio di mesi sulla nave. A ogni ritorno - racconta - finiva di nuovo in sala macchine. «Ormai l'idea della nave mi terrorizzava, ero veramente terrorizzata.»

Ma i tour erano un cambiamento piacevole. Ebbe modo di viaggiare in tutta Europa e negli Stati Uniti, in Giappone, Taiwan e Sud Africa. Andava nelle org e organizzava feste, invitava i "public" (scientologist non staff) a partecipare. «Mostravamo un video e poi parlavamo della nave. Prendevamo appuntamenti con le persone e poi facevamo vendita dura per vendere le crociere.»

Nel 2001 durante uno di quei tour si sposò con Dennis Elstennet, uno scientologist tedesco. La coppia diventò una squadra di vendita. E usavano la mano pesante. Ramana racconta che dicevano ai membri della chiesa che più pacchetti della nave compravano, più avanzamenti spirituali avrebbero avuto e più velocemente le loro org si sarebbero espanse. Questo tipo di espansione era importante perché ogni org aspirava a ciò che gli scientologist chiamano "Dimensioni di Saint Hill". Il riferimento è alla vecchia e leggendaria dimora di Hubbard in Inghilterra, Saint Hill Manor, la sede inglese di Scientology che negli anni '60 faceva affari prodigiosi con gli studenti provenienti da ogni dove. Da allora, le org di tutto il mondo prendono come standard della propria crescita le "Dimensioni di Saint Hill" e Ramana diceva ai potenziali crocieristi che lo scopo ultimo di tutta l'espansione...

Una volta che ogni org importante avesse raggiunto le dimensioni di Saint Hill, il leader della chiesa David Miscavige avrebbe rilasciato OT9 e OT10.

Attualmente il punto più alto del costoso "ponte" di Scientology verso l'illuminazione spirituale è OT8, che i membri possono raggiungere soltanto dopo diversi anni e centinaia di migliaia di dollari di donazioni. Si dice che, prima di morire, Hubbard avesse scritto questi livelli di espansione spirituale ancora superiori a OT8, che però non sono mai stati consegnati.

Per gli scientologist quella era una possibilità magica. Per quanto possa sembrare strano, gli osservatori esterni (tra cui gli ex scientologist) non hanno mai trovato la definizione esatta di "Dimensionedi Saint Hill". A determinarla è il numero di persone che frequentano l'org, l'ammontare delle entrate o la dimensione fisica della struttura?

Ma a preoccupare Ramana era altro. Continuava a dire agli altri che sulla nave avrebbero ottenuto grandi vittorie spirituali, che le loro org sarebbero cresciute. «Ma più viaggiavo e più vedevo che la realtà era diversa», racconta. «E cominciai davvero a farmi delle domande sulla validità di quanto stavamo facendo. Notavo che la chiesa attraversava questi periodi in cui faceva correzioni. Come per esempio quando dissero che avevano trovato un errore in OT7, che lo avevano corretto e adesso tutti quanti dovevano rifare il livello. E per un po' scoppiava la mania. C'erano queste ondate maniacali e mi rendevo conto che sotto c'era un modello preciso, spingere tutti a comprare la successiva "cosa grossa". E cominciai a disilludermi.»

Scrisse ai responsabili della nave che era suo desiderio lasciare la Sea Org e venne richiamata a bordo per iniziare un programma di uscita. «Ecco cosa succede, che con quei programmi ti convincono a restare.»

Poco dopo aver accettato di rimanere, Ramana ricominciò a provare disillusione e a sentirsi sempre più determinata ad andarsene. Ancora una volta lo comunicò al personale della nave. Era il 2003 e in Svezia conobbe uno scientologist non staff. (Era separata da Estennet da circa un anno). Raccontò allo svedese come si sentiva, che voleva andarsene dalla Sea Org e lui le mostrò comprensione. «In pratica ci innamorammo, ma è una cosa proibita», racconta. Le mandarono un biglietto aereo per tornare immediatamente a bordo.

«Arrivai all'aeroporto di Londra... Sapevo che se fossi salita su quell'aereo mi avrebbero fatto di nuovo cambiare idea. Sentivo che la mia testa non era più mia. Ero terrorizzata. E non salii su quell'aereo.»

Telefonò allo svedese dicendogli che cosa aveva fatto. «Pensavo di potermi fidare di lui, ma lui si spaventò e telefonò sulla nave». La nave mandò uno degli amici di Saint Hill di Ramana a cercare di convincerla a prendere l'aereo. Lei rifiutò e riparò da alcuni amici di East Grinstead. Dopo aver rifiutato per diversi giorni altri contatti con la nave, un giorno accettò una telefonata. «Mi minacciarono, mi dissero che se non avessi lasciato la Sea Org secondo le procedure previste, mia madre avrebbe disconnesso da me.» Così Ramana decise di uscire secondo le regole, ma insistette per restare in Inghilterra, senza tornare sulla Freewinds.

«All'inizio accettarono, ma poi mi dissero che David Miscavige stava arrivando a Saint Hill e non volevano che avesse intorno delle "particelle di etica" - è così che chiamano chi si mette nei guai, una "particella di etica".»

Dalla nave mandarono un addetto a prenderla per riaccompagnarla a bordo. Frattanto, Ramana aveva promesso allo svedese che avrebbe lasciato la Sea Org e sarebbe tornata da lui.

La procedure di uscita sarebbe dovuta durare un mese, ma si protrasse per due. «Ogni giorno era una follia. Era come se la tua libertà fosse nelle mani di qualcuno che ti odia e che non vuole che tu te ne vada. È una sensazione terribile», racconta.

Una cosa che le dava la forza per andare avanti era la promessa di tornare dall'uomo di cui si era innamorata. Ma mentre Ramana lavorava per riconquistarsi la libertà, a lui avevano detto che lei aveva cambiato idea, che non avrebbe lasciato la Sea Org e che lo "odiava".

Nel novembre 2003 la ragazza terminò finalmente il programma e lasciò definitivamente la Sea Org. Salì subito su un aereo per Londra da dove telefonò allo svedese.

«Restò letteralmente senza parole», prosegue Ramana. I due si ritrovarono e lei rimase presto incinta. Fu a quel punto che decisero di trasferirsi in Australia, dove nel gennaio 2005 nacque la loro bambina, Iylana. Ma la relazione di coppia si sgretolò rapidamente. «Arrivati in Australia eravamo già pronti per la separazione, ma lui è voluto rimanere qui per stare vicino a nostra figlia. Nel 2007 cominciai a uscire con un non-scientologist.»

Era la prima volta che Ramana frequentava un uomo estraneo alla chiesa. «Cominciò a farmi delle domande e rimase scioccato dai miei racconti sulla Sea Org. Iniziò a fare delle ricerche sul gruppo. Io non ne volevo saperne niente, ma piano piano cominciai a leggere Internet. E poi mi scoppiò dentro un incendio. Non riuscivo più a fermarmi. A fine 2007 smisi di definirmi una scientologist.»

Lasciata la chiesa è stato difficile ricomporre un rapporto normale con sua madre, ancora seguace. «Il 99% delle volte mi ritrovo a parlare con una scientologist. In rarissime occasioni parlo con la mamma che è in lei, mia mamma. È molto turbata che io abbia lasciato Scientology.

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«Circa un anno fa le ho raccontato quanto accaduto in Sea Org. Ne è rimasta scioccata. Il giorno dopo ci siamo riviste ed è scoppiata a piangere. Era assolutamente distrutta. Adesso ciò che più mi ferisce è che se anche è così distrutta, la sua dedizione per l'organizzazione non è assolutamente cambiata. Lei è convinta che i maltrattamenti che ho subito derivino da una cattiva applicazione della "tecnologia", non capisce che sono le direttive stesse che governano Scientology ad aver motivato quelle azioni.»

Ma il rapporto con il padre è ottimo. «Mi ha aiutata moltissimo. Da quando ho lasciato Scientology, mio padre è una delle poche persone con cui riesco a parlare delle mie esperienze. Ho dovuto combattere la depressione e lo stress post-traumatico. Ritrovarlo è stato meraviglioso. Stiamo davvero recuperando il tempo perduto.»

Oggi Ramana lavora come fotografa e cineoperatrice, vive nelle Blue Mountains e cresce la figlia di sei anni.

Nonostante abbia lasciato sia la Sea Org, sia Scientology, la chiesa non ha ancora dichiarato "persona soppressiva" Ramana, che fino alla settimana scorsa non aveva mai parlato pubblicamente della sua uscita.

Ma - le ho detto - adesso che hai parlato alla TV e con il Voice sarai dichiarata.

«Sì, lo so. Ma dovevo abbattere quell'ultimo bastione di controllo che la chiesa aveva su di me», risponde.

E se sarà dichiarata, sua madre sarà obbligata a disconnettere da lei?

«Ci ho riflettuto molto. L'idea di perdere i contatti con mia madre e mio fratello maggiore, anche lui scientologist, mi rattrista moltissimo.»

Ma Ramana conosce il suo cuore. Ne ha avuto abbastanza della chiesa, ne ha avuto abbastanza delle idee di L. Ron Hubbard. Crede che far conoscere la sua storia aiuterà altri ad uscirne. Lo ritiene un obbligo morale, anche a costo di vedersi fatta a pezzi la famiglia dalla chiesa.


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