La donna, che per 29 anni ha lavorato nella élite di Scientology, racconta per la prima volta in pubblico le sue esperienze alle dirette dipendenze di David Miscavige. Di © Tony Ortega, The Underground Bunker, 17 giugno 2014
© Traduzione di Simonetta Po, aprile 2016
Camilla Anderson ha trascorso 29 anni nella Sea Organization, il corpo di élite di Scientology, molti dei quali alla "Base Internazionale" a est di Los Angeles. Se n'è andata soltanto due anni fa [2012 — NdT]. Ora per la prima volta racconta pubblicamente ciò di cui fu testimone diretta in tutti quegli anni in cui lavorò anche a stretto contatto con David Miscavige, il leader di Scientology. Secondo lei non ne sarà tanto contento.
«Schiumerà di rabbia. Sono sempre stata quella tranquilla. Ma non puoi maltrattarmi in eterno. Ecco perché sono così arrabbiata», ci ha detto al telefono dalla sua casa di Seattle.
Di recente Camilla Andersson è stata nel Sud della California dove ha girato una serie di video con Karen de la Carriere. Più sotto c'è la prima parte.
Camilla è nata e cresciuta in Danimarca, i suoi genitori entrarono in Scientology quando lei aveva tre anni. Iniziò a fare dei corsi a sette, e a otto anni la iscrissero a una scuola Scientology.
«Praticamente ci sono cresciuta in ogni aspetto della mia vita.» Dopo aver terminato l'equivalente della scuola superiore le sarebbe piaciuto diventare una interprete alle Nazioni Unite. Ma all'università ebbe un'esperienza negativa e subito dopo suo fratello le chiese se le sarebbe piaciuto raggiungerlo alla Flag Land Base di Scientology a Clearwater, Florida.
Il fratello era entrato nella Sea Org nel 1969, quando il gruppo di fedeli di Hubbard era ancora davvero in mare ed è per questo che si chiama così. Era stato al servizio del fondatore di Scientology a bordo dell'Apollo, quando L. Ron Hubbard gestiva da quella nave la sua organizzazione internazionale. L'Apollo solcò le acque del Mediterraneo, dell'Atlantico e dei Caraibi prima di far scendere a terra la sua Sea Org e invadere Clearwater nel 1975.
Quando il fratello le chiese di raggiungerlo non ci pensò due volte: arrivò a Clearwater nel giro di 24 ore. Era il 1982, Camilla aveva 17 anni e firmò subito il contratto da un miliardo di anni per entrare nella Sea Org. Un anno e mezzo dopo era già diventata un membro della Commodore's Messanger Organization alla Base di Gold, anche nota come "Int Base", dove i ranghi più alti della dirigenza Scientology lavoravano e vivevano, tagliati fuori dal mondo esterno.
«Non avevo ancora 19 anni», ci racconta. «Ero una di quelle persone tranquille, ligie alle regole. Ma più diventavo grande, più escogitavo espedienti per tenermi lontana dai guai. Capii alla svelta che cosa dovevo dire, quando andare controcorrente e quando no.»
Che cosa succedeva in Scientology all'epoca del suo ingresso nei ranghi di élite della Gold Base? L. Ron Hubbard era entrato in isolamento nel 1980 poco dopo che 11 membri di alto rango della chiesa erano finiti in prigione per avere infiltrato degli uffici federali — il famigerato Programma Biancaneve. L'assenza di Hubbard e la pubblicazione nel 1979 dei documenti Biancaneve dimostrarono al mondo il comportamento scandaloso dello stato maggiore della chiesa, generando una situazione di instabilità. I gestori di missione cominciarono a manifestare la propria indipendenza e nel 1982 furono schiacciati dal giro di vite di David Miscavige e di altri funzionari del CMO e della Sea Org, che in assenza di Hubbard cominciavano a prendere il potere.
«Il 1983 fu l'anno in cui il management riprese il controllo. E il 1984 fu l'inizio dell'era della disseminazione», ricorda Camilla. Ora ci si doveva concentrare sulla diffusione delle idee Scientology con la produzione di materiali di migliore qualità.
«Prima di tutto ordinarono la costruzione alla Base di uno studio di registrazione. Ma Scientology non nuotava nell'oro e quel progetto comportò molta manodopera a buon mercato.» La forza lavoro, ci racconta, era costituita prevalentemente da operai Sea Org [SO] confinati sul Rehabilitation Project Force, la forma detentiva in uso alla SO. «Li portavano da Los Angeles con degli autobus. Erano sfruttati all'osso, li tenevano svegli per giorni di fila — per due settimane e oltre, e in condizioni pericolose. La costruzione richiese due anni e lo studio fu inaugurato nel 1986. All'inizio degli anni '80 la privazione del sonno era folle.»
Camilla andò a lavorare nella Unità Filmati e Attrezzature. «Mi occupavo delle fotografie personali di LRH, di David Miscavige, delle foto storiche. Nella nostra unità avevamo informazioni privilegiate, ci chiamavano "staff personale" — in origine di Hubbard, poi diventammo lo staff personale di David Miscavige. Non ho mai violato la sicurezza, la mia pubblica presa di posizione gli sembrerà incredibile.
«La mia unità era in addestramento per andare al servizio di Hubbard quando fosse tornato. Eravamo una decina, tutti a vari livelli di addestramento.»
Hubbard non tornò mai dall'esilio e morì il 24 gennaio 1986 in un ranch di proprietà della chiesa vicino a Creston, California. Abbiamo chiesto a Camilla se fosse presente al famoso event in cui venne annunciata la sua dipartita, tenuto tre giorni dopo al Hollywood Palladium.
«Sì, ero tra la folla del Palladium. Ci dissero che ci sarebbe stato un grande annuncio di L. Ron Hubbard. O almeno lo dissero alla mia unità, non so che cosa riferirono agli altri.»
E quando sentì David Miscavige dire che Hubbard «aveva scaricato il corpo»?
«I presenti entrarono in uno stato di shock totale. Non ci sono parole per descriverlo. Nessuno disse una parola. Nessuno sapeva che fare. Della gente scoppiò a piangere, io no. Io pensavo: e adesso che cosa facciamo? Era quello il mio pensiero. E adesso per che cosa ci alzeremo la mattina? Mi sentivo così.»
Ma Scientology andò avanti. Nei quattro anni successivi, ricorda Camilla, la mandarono a lavorare «in una specie di unità delle risorse umane. Destinavamo la gente ai vari incarichi, decidevamo l'addestramento che doveva fare.»
E in quel periodo Camilla fu particolarmente vicina a Ann Tidman. Meglio conosciuta come Annie Broeker, la Tidman era stata una delle aiutanti più fidate di L. Ron Hubbard. Nel 1980 lei e il marito Pat Broeker erano andati in esilio con il Fondatore. Negli ultimi giorni di vita di Hubbard, Ann era stata la sua caretaker [badante] principale. Poco prima di morire, Hubbard aveva designato lei e il marito come "Ufficiali Leali", e sembrava che dovessero succedergli alla guida del movimento. Ma David Miscavige li scavalcò.
Dopo la morte di Hubbard, Annie fu mandata per «due o tre anni» sul RPF di Happy Valley, prosegue Camilla. «Fu quello il suo regalo di bentornata e non sono mai riuscita a capire perché.»
Poi Annie fu trasferita alla Gold Base e cominciò a lavorare come tecnico di camera oscura. Miscavige la faceva tenere costantemente controllata. «Ero una delle sue quattro migliori amiche», racconta Camilla. «Anche lei lavorava nella Unità Filmati e Attrezzature, è così che l'ho conosciuta.»
Camilla ricorda molto bene quando dal ranch di Creston mandarono alla Gold Base gli effetti personali di Annie. «Mancavano diversi gioielli preziosi, era furente. Ancora oggi non ho idea di che fine abbiano fatto. Potrebbero essere stati Shelly o David Miscavige. Nei 18 anni in cui era stata al suo servizio, Hubbard le aveva regalato molti gioielli, che però sparirono tutti. Ero proprio di fianco a lei quando cominciò ad aprire gli scatoloni della sua roba e a cercare le sue cose. Era davvero molto, molto turbata.»
Ci dice poi che Annie le raccontò tutto lo stress vissuto nel giorno in cui Hubbard morì. «Sapevano già da un paio di giorni che stava morendo. Il giorno prima si erano occupati delle questioni legali. Il mattino in cui morì non ci fu solo lo shock, ma Annie dovette chiamare la polizia.»
A peggiorare le cose, quel mattino accadde un episodio del tutto insolito e non collegato: un paio di grossi cani del ranch si azzuffarono furiosamente. «Uno dei due animali sanguinava copiosamente da un orecchio e, scuotendo la testa, schizzò il sangue in tutta la cucina. Annie era lì da sola e si dovette occupare di tutto. Poi arrivò la polizia... mi spiegò tutto nel dettaglio, fu il giorno più intenso della sua vita.
«Mi disse poi che il giorno prima di morire Hubbard le aveva dettato degli appunti sui livelli OT superiori. Restai senza parole. Lei non era nemmeno OT3, ma aveva scritto i livelli. E come mai una cosa del genere? Le domandai. "Beh, era compito mio perché non c'era nessun altro", mi disse.»
Durante la sua lunga carriera, la stessa Camilla non è mai andata oltre lo stato di Clear e non ha fatto i livelli OT, che costano centinaia di dollari l'ora.
OT8, il livello più alto, fu consegnato nel 1988, due anni dopo la morte di Hubbard. Agli scientologist viene detto che quando le condizioni saranno favorevoli verranno consegnati anche OT9 e 10. Ma Marty Rathbun, ex funzionario di altissimo livello, sostiene che OT9 e 10 non esistono. Abbiamo chiesto a Camilla: in quell'ultimo giorno di dettatura, Hubbard disse cose diverse a Annie? «Francamente non lo so. E Marty era in una posizione migliore di me per conoscere la verità sui livelli OT.»
Nel 1990 arrivò alla Gold Base un ospite molto importante — l'attore Tom Cruise. Nel suo libro Blown for Good Marc Headley racconta che Cruise andò a Gold per imparare ad audire, e che lui fu scelto come suo twin.
Camilla ci dice che un giorno si imbatté in Cruise agli studi di registrazione, dove una sala conferenze era stata trasformata in aula di studio. «Gli passai accanto e lo salutai. Non successe altro.»
Poi nella sua unità la tensione salì alle stelle con il matrimonio di Cruise e Nicole Kidman. Camilla ci racconta che due persone della sua unità andarono a Telluride per le fotografie della cerimonia, mentre lei e i colleghi lavorarono giorno e notte per svilupparle e stamparle.
«Le pellicole arrivarono tutte a Golden Era. Nel giro di una settimana, dieci giorni sviluppammo e stampammo tutto, facemmo gli ingrandimenti e gli album. Per Tom preparammo degli album cuciti a mano. Lui pagò i materiali, ma tutto il resto fu lavoro gratuito dei membri della chiesa. Voleva che fossimo noi a farlo così che non finissero in mano ai media», racconta. «Sono sicura al 99% che i negativi sono ancora là. E' una cosa che pochi sanno, ma il laboratorio fotografico privato di Tom è Golden Era Production.»
Nel 1993 Camilla era ormai una dipendente talmente fidata da lavorare a stretto contatto con Miscavige, che stava preparando il suo momento di gloria: rivelare al resto dell'organizzazione che Scientology aveva finalmente vinto la sua decennale battaglia contro l'IRS. Dopo colloqui con l'agenzia federale durati due anni, nel 1993 le entità Scientology conquistarono l'esenzione fiscale. Miscavige avrebbe annunciato alla folla radunatasi al Los Angeles Sports Arena che «La guerra è finita.»
«Sapevamo da due anni che la parola fine era vicina. Sapevamo che David Miscavige e Marty Rathbun lavoravano con i nostri avvocati per quella vittoria. E nell'estate 1993, tre mesi prima che accadesse, chiesero alla nostra unità di preparare le fotografie, ingrandirle e metterle su pannelli di polistirene come quelli che si usano in tribunale per mostrare le prove. Alcune delle foto riguardavano la camera da letto, il salone e l'ufficio di Miscavige. »
Perché? Camilla ritiene che volessero portarle come prova per convincere l'IRS che Miscavige non aveva uno stile di vita lussuoso (da allora Miscavige ha beneficiato moltissimo della manodopera dei dipendenti della Sea Org e si dice che viva in ambienti super-lussuosi, che gli preparino il cibo ogni due ore, che abbia armadi pieni di vestiti cuciti a mano e stanze con costosi mobili personali).
Furono fatti pannelli fotografici anche di diverse proprietà Scientology. «Credo che fosse stato Marty a venire giù a prenderli», dice Camilla. Poi in ottobre gli accordi con l'IRS furono formalizzati. Scientology aveva ottenuto l'esenzione fiscale. Era giunto il momento del grande annuncio.
«Nel 1993 fui molto coinvolta nell'event La Guerra è Finita », racconta Camilla. «Gli feci provare il discorso per cinque giorni.»
E che esperienza fu?
«Di paura paralizzante.»
«Lavorare direttamente con Miscavige era molto intenso», racconta. «Non si ferma mai. Per quell'uomo la parola "calma" non ha alcun significato. Provava e riprovava il discorso, poi si interrompeva e mi diceva "aggiungi una virgola qui, sposta quel paragrafo più sotto". Intanto io lavoravo in ASCII su un gobbo elettronico e cercavo di star dietro a tutto quel che diceva. Se ero troppo lenta o troppo veloce e lo facevo irritare, apriti cielo. L'inglese era la mia terza lingua e non capivo il legalese? Stupidaggini.»
La sera dell'event il discorso di Miscavige andò via liscio. Ma Camilla ci racconta che fu quasi arrestata.
«Rimasi fino alle 18,00 nel camion della produzione con i professionisti esterni. Il mio lavoro consisteva nell'assicurarmi che le diapositive giuste andassero su al momento giusto.»
Finito con le diapositive, Camilla si trasformò in fotografa. Andò in sala con macchina fotografica e cavalletto per catturare l'evento.
«Avevo perso le prove perciò non sapevo che non potevo stare tra il pubblico con il cavalletto. C'erano vigili del fuoco ovunque perché sul palco avevano messo fiamme vere.» Per tre volte le dissero di smettere di fare foto e di portare fuori il cavalletto. Alla fine un vigile del fuoco la trascinò da un agente di polizia che voleva portarla in prigione. All'interno erano tutti concentrati su Miscavige e non avevano idea che lei stava per essere arrestata.
«Proprio mentre un agente stava per caricarmi in auto arrivò una donna di OSA [l'Ufficio degli Affari Speciali di Scientology, branca che si occupa anche di intelligence e operazioni occulte] e domandò: "Non è che potremmo occuparci noi di questa faccenda ricorrendo al nostro sistema interno di giustizia?". Riuscì a convincere gli agenti a consegnarmi a Scientology.»
Camilla ci racconta che per quel flap sarebbe dovuta finire sotto processo, ma le sue foto erano venute così bene — una fu addirittura usata per un poster dell'evento — che alla fine la fece franca. Ma qualche anno dopo non fu così fortunata.
Ci dice che dopo l'event "La Guerra è Finita" le cose sembrarono cambiare. «Fino ad allora Miscavige aveva perseguito gli obiettivi di Hubbard. Ma ora, che fare? Sopra di lui non c'era più nessuno a dirgli OK, ora facciamo così o colà. A quel punto cominciò a essere lui a dettare legge. Era lui a decidere che cosa fare dopo. E fu un grosso cambiamento.»
Nel 1998 il grosso cambiamento arrivò anche per Camilla. Shelly, la moglie di David Miscavige, le mandò giù un ordine. «Eravamo impegnati nella produzione di una serie di diapositive da proiettare per il reclutamento in Sea Org. Non dormivamo da settimane. Shelly mandò una squadra a prendermi. Mi dissero che i miei fascicoli erano in disordine. E io commentai: «[Shelly] non ha a disposizione tutti i dati.» In altre parole, la tranquilla e obbediente Camilla Andersson aveva contestato un ordine, per giunta della moglie del capo.
«Mi fecero dalle 30 alle 40 ore di verifiche di sicurezza», ci racconta riferendosi ai brutali interrogatori Scientology. «Il meter ha delle letture, tu sei terrorizzato e dici qualsiasi cosa pur di uscirne. Arrivi a un punto in cui non ti importa più di niente. Sei talmente in ansia che dici qualsiasi cosa soddisfi la fame di cose brutte di chi ti sta interrogando», dice mentre ricorda le ore di interrogatori per scoprire i suoi "crimini" contro Scientology.
E la sua infrazione più grande? «Dicevano che avevo distrutto un negativo originale di L. Ron Hubbard. Quello era il mio crimine. Un anno dopo saltò fuori che quel negativo era integro, senza nemmeno un graffio.» Se quella era la sua maggior colpa, durante le molte ore di interrogatorio Camilla aveva comunque ammesso diversi errori.
«Tutti i giorni Jennifer DeVocht leggeva a voce alta all'intera unità in cui lavoravo quello che avevo detto durante la mia confessione. Tutti i giorni. In quell'unità lavorava anche mio marito, Joe Jarchow.
«Avevo detto che volevo lasciare la Sea Org e fu quello a far davvero incavolare tutti quanti», ricorda Camilla, che aveva pensato seriamente di "fare blow", cioè di scappare.
«Per tutto il tempo in cui fui sottoposta a verifiche di sicurezza dovetti vivere alla Old Gilman House», un'area isolata sulla proprietà della Int Base. «Non potevo stare con mio marito. Eravamo stati separati. Prima che mi mandassero a Happy Valley per l'RPF venne a salutarmi. "Non posso più fidarmi di te, sei indegna, spregevole", mi disse. E quella fu l'ultima volta che ci parlammo.»
Camilla fu trasferita a Happy Valley, una proprietà vicino a Hemet dove venivano confinati i dipendenti della chiesa per scontare il periodo di detenzione e studio noto come Relabilitation Project Force (la chiesa ha poi venduto quella proprietà). Camilla alloggiava nel rimorchio riadattato di un camion.
«Fu terribile», racconta. «Era come stare in campeggio con della gente con cui non avresti mai voluto campeggiare. Al centro della proprietà c'era una baracca con il tetto e le finestre di plastica dove mangiavamo. Il cibo arrivava in auto dal Golden Era, su un piccolo rimorchio. E arrivava tiepido. A volte c'era riso e fagioli. Se non mangiavi quella roba restavi a digiuno. Era come un campo di prigionia.»
E voi lì che cosa facevate?
«Gli agricoltori. E quando non eravamo impegnati con le colture, scavavamo fossati. La cosa peggiore che facemmo fu scavare un canale di drenaggio tra le montagne. Spostavamo grosse rocce e massi. Era molto pericoloso.»
Camilla restò sul RPF di Happy Valley per tre anni. Senza TV, telefono, radio, libri, giornali.
«Niente di niente. Per tre anni. A volte qualcuno riceveva una lettera o una cartolina, ma eravamo isolati dal mondo. Era molto, molto peggio del RPF al Big Blue », dice riferendosi a un'altra struttura detentiva presso l'ex ospedale Cedri del Libano di Los Angeles, ora dipinta in azzurro e sede Scientology.
Alla fine del RPF quasi tutti venivano espulsi dalla Sea Org o mandati al Big Blue. Camilla fu una dei pochissimi che tornò alla Int Base. Fu rimandata lì per lavorare con Ann Tidman.
«Tornai a Gold il 6 gennaio 2001.»
Aveva trascorso la fine del millennio nella prigione Scientology nel deserto.
Un anno dopo, nel 2002, Camilla fu trasferita alla PAC Base — il grande complesso azzurro di Los Angeles nelle cui cucine lavorò per i dieci anni successivi.
«Non sapevo nulla del Buco, o della scomparsa di Shelly. Sei dentro una bolla e non sai nulla di quel che succede a Gold. Non ne hai idea. Non sapevo nemmeno che cosa fosse il Buco. Ma sapevo chi era Debbie Cook e la vidi in un video su YouTube. Stava testimoniando in tribunale, ma non avevo idea del perché.»
Abbiamo chiesto a Camilla quando si era resa conto per la prima volta che a Shelly Miscavige era successo qualcosa.
«Verso il 2006 o 2007 ci fu un event allo Shrine Auditorium. A noi toccava sempre preparare il cenone di Capodanno e finito l'evento servivo ai tavoli. Notai che David Miscavige girava per controllare la disposizione della sala e Shelly non era con lui. C'era solo Laurisse, il suo "comunicatore". Pensai che fosse strano.»
Camilla non ha prove di prima mano, ma resta convinta che Shelly sia trattenuta nella sede della Church of Spiritual Technology vicino al Lago Arrowhead, sopra Los Angeles, un sospetto che abbiamo da anni.
E Camilla come ha fatto a lasciare la Sea Org, nel 2012?
«Era già da un po' che volevo andarmene. Non avevo soldi. I miei genitori erano morti. Dove sarei potuta andare? Non ero nemmeno cresciuta in America», ci dice. «Volevo andare via da Scientology, ma ogni volta che dicevo di volermene andare, di voler fare la procedura di uscita mi convincevano a restare.»
Sapeva che l'unico modo per andarsene era fuggire. All'epoca partecipava a dei corsi di alta cucina a Culver City. Progettò la fuga per un mese stando molto attenta a non cacciarsi nei guai, il che avrebbe messo in pericolo la sua partecipazione alle lezioni settimanali. Il giorno prescelto prese la sua carta verde, il passaporto e i pochi risparmi e con l'aiuto di un amico raggiunse la scuola di cucina a Culver City.
«Mi accompagnò in macchina un tizio della mia divisione», ci spiega. Frequentò la lezione, che quel giorno prevedeva la preparazione di otto tipi diversi di insalata. Poi invece di trattenersi un po' a parlare con gli altri studenti del corso, se ne andò. Cominciò a camminare senza nemmeno avere in mente una destinazione.
«La mia teoria era che se non sapevo dove andare non mi avrebbero seguita. So come ragionano le guardie della sicurezza.»
Alla fine andò a casa di sua sorella vicino all'aeroporto di Los Angeles. Il giorno seguente prese un autobus Greyhound per Idaho Falls.
Perché Idaho Falls?
«La scelsi a caso. Non c'era una logica, salvo che era un posto dove si vive con poco. E in Idaho non c'è Scientology. Sapevo che sarei potuta scendere alla svelta sotto i radar e scomparire.»
Ora Camilla vive a Seattle e si è ricongiunta con i vecchi amici che hanno a loro volta lasciato Scientology.
«Non mi hanno dato la caccia. Tutto è andato per il meglio.»
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