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Il Volto Nudo del Messia - Capitolo 20: La Nave si Arena

© 1988 Di Russell Miller

© Traduzione in italiano a cura di Simonetta Po, 2001

 
 

Credo che non mi pentirò mai di aver rese pubbliche le mie scoperte. Il mio solo intento era servire l'uomo e dargli la conoscenza che avevo... non ho mai cercato lite con nessuno.

Prima dichiarazione di L. Ron Hubbard alla stampa dopo cinque anni di silenzio, letta da Diana Hubbard ad un ricevimento in Quebec organizzato per il lancio della nuova edizione di Dianetics, 28 aprile 1976.

(Il racconto di Scientology degli anni 1974-75)

Frankie Freedman, ex croupier di un casinò di Las Vegas e scientologista da dieci anni, sapeva che la Sea Org stava per trasferirsi sulla terraferma. Aveva battuto Carolina del Sud, Georgia e Florida alla ricerca di una proprietà, dotata di un perimetro di sicurezza, che potesse essere usata come copertura in attesa di istituire una base terrestre permanente. La sua "shore story" [menzogna] consisteva nel dire di essere un rappresentante di un'impresa inesistente - la Southern Land Sales and Development - che prendeva in affitto proprietà da destinare a ritiri religiosi. «LRH sapeva che se fossimo arrivati in città dicendo di essere scientologisti ci avrebbero cacciati a calci nel sedere.» ha raccontato Freedman [1].

All'inizio di agosto del 1975 Freedman trovò un motel abbandonato sulla spiaggia di Daytona Beach, Florida: il Neptune. Contattò il proprietario, presentò il suo biglietto da visita della Southern Land Development e si offrì di prendere in affitto l'intero edificio per tre mesi. Si accordarono per un importo di 50.000 dollari. Due giorni dopo arrivò Mark Schecter con una valigia piena di soldi.

Frattanto dal suo bungalow dell'Hilton di Curaçao Hubbard convocò il fedele Dincalci, ancora una volta rientrato nelle sue grazie, dicendogli: «Stiamo per lasciare la nave. Procurati un po' di soldi, vai a Daytona Beach e trovami un posto vicino al motel Neptune. Tutta la zona è piena di residence - trovami un posto del genere.» Dincalci ha ricordato come rimase abbastanza turbato dalla cattiva pronuncia con cui Hubbard aveva detto la parola "residence", che sembrava enfatizzare quanto a lungo il Commodoro fosse rimasto assente dal suo paese. [2]

A bordo dell'Apollo, intanto, ormai si sapeva che il Commodoro stava progettando di tornare negli Stati Uniti. Gli ufficiali della Sea Org stavano già facendo progetti per mandare a terra l'equipaggio in piccoli gruppi, utilizzando gli aeroporti internazionali di Miami, Washington DC e New York, in modo da non lasciar capire alle agenzie federali che cosa stesse succedendo. I cittadini non statunitensi ricevettero biglietti di andata e ritorno con la raccomandazione di entrare negli States come turisti. La nave sarebbe stata lasciata a Freeport, nelle Bahamas, con l'equipaggio ridotto all'osso in attesa di essere venduta.

Hubbard lasciò Curaçao su un volo per Orlando, Florida, accompagnato da Mary Sue e Kima Douglas. Vennero portati a Daytona Beach dove Jim Dincalci aveva affittato due suite comunicanti in un moderno hotel in riva al mare, ad appena poche centinaia di metri dal motel Neptune. Nel giro di pochi giorni i primi membri della Sea Org iniziarono a trasferirsi nella proprietà. Si supponeva che non sapessero che il Commodoro viveva in fondo alla strada.

«Tutti noi facevamo finta di non sapere dove si trovasse, anche se naturalmente era ovvio» ha raccontato David Mayo, «dalla terrazza del nostro motel riuscivamo a vedere il suo residence, ma ci era stato detto di tenerci alla larga, di non andare là nemmeno per un drink perché sul posto c'erano degli SP [persone soppressive]. Nessuno ci credeva, era troppo ridicolo. Lui veniva a trovarci ogni giorno, arrivava su una Cadillac color oro che avevamo visto lasciare l'hotel pochi minuti prima. Girava nella direzione opposta, faceva il giro dell'isolato e poi arrivava al nostro hotel come se stesse provenendo da un altro posto.» [3]

A Daytona Beach Hubbard sembrava di ottimo umore e la sua salute era molto migliorata. «Era davvero felice, mangiava di gusto e non imprecava più tanto» ha raccontato Dincalci. «Credo che si fosse rimesso in piedi davvero bene. C'erano un sacco di cose da fare e gente da vedere. Acquistò alcune automobili per l'org - un paio di Matador e una Chevy station wagon - e si divertì molto; gli piaceva intrallazzare. Gli piaceva poter vedere l'org dal punto in cui ci trovavamo, e che nessuno sapesse dove stavamo. A volte i ragazzi della Sea Org venivano a fare il bagno sulla spiaggia davanti al nostro hotel, e allora lui non usciva fino a tarda sera. Quando visitava l'org nella sua fiammante Cadillac tutti uscivano ad accoglierlo. Arrivava sempre da una strada dell'interno dicendo di aver guidato per mezza giornata.»

I vacanzieri di Daytona Beach osservavano senza troppa curiosità l'andirivieni del Neptune, e gli scientologisti non stavano fuori tanto a lungo da fare avvertire la loro presenza; in ottobre venne trovato un luogo perfetto per una base terrestre permanente, giusto sull'altro lato della penisola della Florida.

Clearwater era un tranquillo luogo di ritiro per pensionati appena a nord di St. Petersburg, che amava riferirsi a se stesso come alla "frizzante Clearwater". L'appellativo derivava più dalla sua collocazione, a cavallo di una lingua di terra tra la Baia di Tampa e il Golfo del Messico, che dalla natura della sua vita sociale: più di un terzo dei suoi 100.000 abitanti erano over 65, e il luogo aveva un'aria piacevole, ma abbastanza antiquata. Il gioco alle bocce era l'attività ricreativa più popolare e il pomeriggio, dopo un pisolino ristoratore all'ombra degli alberi muschiosi, era ancora possibile godere di una rara delizia: un malto al cioccolato da Brown Bros.

Il Fort Harrison di Clearwater

I cambiamenti non erano un fenomeno ben accetto in un posto come Clearwater, anche se in certa misura la città aveva sofferto del degrado che aveva afflitto tante città americane negli anni '60 e '70. I residenti del centro si erano spostati nei sobborghi, i negozi si erano trasferiti nei centri commerciali e i turisti preferivano i nuovi hotel nella zona delle spiagge oltre l'autostrada. Il centro di Clearwater stava diventando velocemente un guscio vuoto, declino riassunto dalla scolorita grandeur degli undici piani del Fort Harrison Hotel, punto di riferimento principale della città. Con la sua hall adorna di candelieri, sovrastante la piscina a forma di fagiolo, e piani e piani di stanze vuote e abbandonate, il Fort Harrison segnava il passaggio di un'epoca e nessuno si sorprendeva che fosse stato messo in vendita.

Quando, nell'ottobre del 1975, venne acquistato dalla Southern Land Sales and Development Corporation nessuno se ne interessò più di tanto, anche se il legale dei proprietari confessò che si era trattato di «una delle transazioni più strane» che avesse mai trattato. [4] Non solo la Southern Land aveva pagato in contanti i 2,3 milioni di dollari pattuiti per la compravendita, ma si era mostrata talmente reticente da non aver nemmeno lasciato un numero di telefono. Qualche giorno più tardi la Southern Land acquistò anche l'edificio della vecchia Bank of Clearwater, non lontano dal Fort Harrison, pagando altri 550.000 dollari in contanti.

Naturalmente i cronisti dei due quotidiani locali, il Clearwater Sun e il St Petersburg Times, iniziarono ad interessarsi agli acquirenti, rimanendo sorpresi nello scoprire che non esistevano tracce ufficiali della Southern Land Sales and Development Corporation. Poi arrivò in città una donna di mezz'età vestita, come hanno riferito, con una "tuta verde" che annunciò che un'organizzazione chiamata United Churches of Florida aveva preso in affitto entrambi gli edifici per tenervi seminari ed incontri ecumenici. La notizia non risolse il mistero, poiché non esistevano tracce ufficiali nemmeno della United Churches [*].

Anche se Hubbard non aveva ancora visto le sue più recenti acquisizioni immobiliari, i dettagliati rapporti che riceveva a Daytona Beach non gli lasciavano dubbi sul fatto che Clearwater sarebbe stata una sede ideale per Scientology, e una base da cui la chiesa sarebbe potuta crescere e prosperare. Prese in considerazione l'idea di trasferirsi nell'attico del Fort Harrison - nel seminterrato c'era un garage interno con un ascensore per i piani superiori - ma decise che sarebbe stato più al sicuro fuori città. Frankie Freedman trovò quattro appartamenti vuoti in un residence chiamato King Arthur's Court a Dunedin, cittadina sulla costa a circa cinque miglia a nord di Clearwater. Hubbard e Mary Sue, accompagnati da un discreto entourage di messaggere e assistenti, vi si trasferì il 5 dicembre 1975. Si pensava che anche questa località sarebbe dovuta rimanere segreta.

Esistevano ancora numerose ragioni impellenti per cui Hubbard voleva restare nascosto e continuare, ad uso e consumo della pubblica opinione, la sciarada secondo cui non aveva più influenza o responsabilità in Scientology. Una di esse era che non aveva alcun desiderio, a sessantaquattro anni, di rischiare la prigione.

L'Operazione Snow White [Biancaneve], lo sfrontato progetto per ripulire gli archivi pubblici che aveva sognato tre anni prima, stava progredendo rapidamente e con tanto successo che pochi l'avrebbero ritenuto possibile. All'inizio del 1975 il Guardian's Office aveva ormai infiltrato agenti nell'Internal Revenue Service, nella Guardia Costiera degli Stati Uniti e nella Drug Enforcement Agency. In maggio Gerald Wolfe, scientologista che lavorava come dattilografo all'IRS di Washington, aveva già rubato oltre trentamila pagine di documenti relativi alla Chiesa di Scientology e agli Hubbard. Era conosciuto al Guardian's Office con il nome in codice "Silver" [*].

Nella gerarchia della Chiesa di Scientology la responsabilità ultima per le attività dell'Operazione Snow White spettavano a Mary Sue Hubbard, la Sovrintendente, ma era inconcepibile che potesse agire di sua iniziativa o che non ne discutesse i progressi con il marito. E nonostante gli agenti dilettanti della chiesa avessero scoperto quanto fosse ridicolmente facile infiltrare, mettere microfoni e rubare negli uffici del governo degli Stati Uniti, i rischi rimanevano alti sia per gli agenti stessi che per i loro superiori nella chiesa. Hubbard non si preoccupava molto su chi si sarebbe preso la colpa nel caso l'Operazione Snow White fosse stata smascherata. Sicuramente non sarebbe ricaduta su di lui, che ufficialmente non aveva più responsabilità.

Qualche giorno prima di trasferirsi a Dunedin, LRH aveva approvato la proposta del Guardian's Office di infiltrare agenti negli uffici della Procura di Washington DC e di Los Angeles, con lo specifico compito di avvertire in anticipo su eventuali azioni legali contro di lui. Nella sua usuale e rozza prosa, il Guardian's Office definì la priorità numero uno del "Programma Sicurezza di LRH" come: «Mantenere un Sistema di Allerta Preventivo in tutto il GO NAV [Guardian's Office network] in modo che qualsiasi situazione relativa a gov. o tribunali, per quanto riguarda citazioni e cause legali, venga resa con un anticipo sufficiente per intraprendere azioni difensive e aumentare immediatamente a livelli molto alti la sicurezza personale di LRH.» [5]

Fiducioso che il Guardian's Office l'avrebbe protetto, Hubbard progettò l'ingresso nella società di Clearwater: si sarebbe presentato come un fotografo interessato a scattare vedute panoramiche per l'industria turistica. «Fare foto della "meravigliosa CW" sarà il bottone locale» scrisse in una lettera a Henning Heldt, delegato guardiano. «Il ritratto che farò al sindaco verrà appeso in municipio - non temere.»

Gabriel Cazares, sindaco di Clearwater, aveva in mente cose più importanti che farsi fare un ritratto fotografico. Come molti altri bravi cittadini di Clearwater si preoccupava per l'improvvisa affluenza di giovani stranamente poco comunicativi: sfregavano e ripulivano alacremente il Fort Harrison Hotel e l'edificio della vecchia banca, indossavano una specie di uniforme e sembravano essere sempre controllati da qualcuno. «Sono sconcertato» annunciò alla fine il sindaco perplesso, «dalla crescente visibilità di personale della sicurezza armato di bastoni e manganelli impiegato dalla United Churches of Florida. Non riesco a capire i motivi per cui un'organizzazione religiosa debba avere un tale grado di sicurezza.»

Con suo grande sconcerto il sindaco venne immediatamente inserito della "lista dei nemici" di Scientology. Sarebbe rimasto ancora più turbato se avesse visto una sua direttiva emessa a dicembre che schematizzava i piani per assumere il controllo dei «punti chiave dell'area di Clearwater». Lo scopo del "Project Power" era «creare l'indispensabilità della United Churches» all'interno della comunità cittadina, e i mezzi per raggiungere tale obiettivo implicavano tutta la classica strategia hubbardiana.

«Il piano globale consiste nell'individuare gli opinion leaders - poi i loro nemici e lo sporco, lo scandalo, gli interessi particolari, i crimini dei nemici (utilizzando quanto più possibile dati pubblici). Poi passare queste informazioni alla UC [United Churches] che avvicinerà l'opinion leader e otterrà il suo accordo per analizzare un argomento specifico (il che porterà ai crimini dei nemici). La UC poi "scoprirà" gli scandali ecc., e passerà le sue informazioni all'opinion leader che potrà utilizzarle. Le Ops [operazioni] potranno essere condotte come azioni supplementari per eliminare o reprimere il nemico.» [6]

Prima di dare avvio alle attività della United Churches, Hubbard fece un'incursione a Clearwater per dirigere la registrazione di un programma radiofonico a cui erano stati invitati tre ministri delle chiese locali. Il Commodoro aveva abbandonato la sua uniforme bianca con fregi dorati a favore di un basco e di un completo kaki da lavoro molto più informale e, con questo abbigliamento stravagante completo di cuffie audio sulle orecchie, si affaccendava girando manopole, aggiustando microfoni e dando disposizioni a tutti su dove dovevano sistemarsi. «Me lo presentarono come Mr. Hubbard» ha raccontato il Reverendo R. L. Wicker, del Calvary Temple of God di Clearwater. «Ma a me quel nome non diceva nulla. Mi dissero che era un ingegnere.»

In gennaio il Guardian's Office si rese conto che i giornali locali erano prossimi alla scoperta della vera identità della United Churches. Silver riferì che una certa Bette Orsini del St. Petersburg Times stava facendo domande sullo status di esenzione fiscale della Chiesa di Scientology. E June Byrne, una scientologista che si era fatta assumere come impiegata nella redazione del Clearwater Sun, raccontò al GO che il reporter Mark Sableman sembrava stesse facendo collegamenti tra la United Churches e Scientology. Aveva fatto controlli sulle targhe delle automobili usate dai rappresentanti della United Churches scoprendo che una di esse era registrata a nome di "R. Hubbard". [*]

(Il racconto di Scientology degli anni 1976-79)

Il 28 gennaio 1976 il "Reverendo" Arthur J. Maren, singolare figura con una grande barba stile "Vecchio Testamento", arrivò da Los Angeles per annunciare ad una conferenza stampa che la Chiesa di Scientology era la proprietaria del Fort Harrison Hotel e dell'edificio della vecchia Bank of Clearwater. Il suo coinvolgimento non era stato rivelato in precedenza solo per l'altruistico desiderio di non offuscare l'opera della sua organizzazione sussidiaria, la United Churches. Il 5 febbraio cinquecento cittadini presero parte ad un open day tenuto al Fort Harrison Hotel, in cui vennero mostrati i lavori di restauro. Maren rassicurò i presenti dicendo che da Scientology non c'era nulla da temere. «Gli scientologisti sono persone che non bevono e non infrangono la legge», disse. «Sono cordiali e vogliono dare il loro contributo alla città.» Il giorno successivo la Chiesa di Scientology presentò una causa per danni da un milione di dollari contro il sindaco Gabriel Cazares, accusandolo di diffamazione, calunnia e di aver violato i diritti civili della chiesa.

Hubbard riteneva improbabile che la sua sicurezza al King Arthur's Court fosse stata compromessa, poiché il luogo in cui risiedeva era noto soltanto a pochissime persone tutte ben addestrate e fedeli sino al fanatismo. Ma esisteva quel tipo di perfida inevitabilità che l'aveva così spesso accompagnato nella sua singolare carriera. Questa volta la colpa non fu di qualcun altro, ma sua. Decise infatti di aver bisogno di un nuovo guardaroba per la vita a terra che stava per cominciare. Solitamente ordinava quanto gli serviva ad un sarto di Savile Road tramite il suo segretario di Saint Hill Manor, ma stavolta era così impaziente che decise di chiamare un sarto locale di Tarport Springs, cittadina sulla Route 19A poche miglia a nord di Dunedin. Il sarto era un appassionato di fantascienza e, mentre prendeva le misure al suo nuovo cliente, iniziò a parlare dell'argomento. Hubbard lasciò trapelare la sua identità e il sarto fu felicissimo di poter stringere la mano del grande L. Ron Hubbard, di cui aveva molto apprezzato racconti e romanzi. Tornato a Tarport Springs disse alla moglie: «Non indovinerai mai a chi ho appena preso le misure per un nuovo vestito...». La notizia si diffuse molto velocemente e il primo reporter non lasciò trascorrere molto tempo prima di andare a bussare alla porta del King Arthur's Court di Dunedin.

Hubbard si barricò in casa. «Ce ne andiamo immediatamente» gridò a Kima Douglas, all'epoca a capo dell'unità domestica. «Che cosa vuole portare con sé, Signore?» gli chiese la donna, abituata a gestire le crisi. Poi suggerì che Mike, suo marito, facesse loro da autista. «Non lo vedevo così agitato da anni» ha ricordato Kima, «ci lasciò appena il tempo di preparare una piccola borsa». Hubbard aveva cinque valigie già caricate nel baule della sua Cadillac color oro e, mentre il sole tramontava sul golfo, l'auto scivolò fuori dai cancelli del King Arthur's Court. Con Mike Douglas al volante, Kima al suo fianco e Hubbard schiacciato sul sedile posteriore per non farsi vedere, si diressero sulla Route 4 in direzione di Orlando, sull'altro lato della penisola della Florida.

Kima non avrebbe più dimenticato quel viaggio. «Ci fermammo in un hotel dalle parti di Orlando, credo fosse un Great Western, registrandoci con nomi falsi. Dicemmo che LRH era mio padre. Prendemmo camere adiacenti, poi LRH mandò Mike ad un telefono pubblico per chiamare Mary Sue e informarla dell'accaduto. Ma non riuscì a contattarla perché aveva trasferito il suo ufficio. Il vecchio cedette e iniziò a piangere, le lacrime gli scorrevano sul volto. Non avevamo idea di che cosa stesse succedendo. Iniziò a gemere, "Ma non capite? Se ha spostato l'ufficio significa che qualcuno è stato là. È andato tutto a rotoli, non capite?" Sembrava che stesse per avere un attacco di cuore, e Mike tornò fuori per riprovare a telefonare e avere altre informazioni. Quando tornò ci disse che era tutto a posto. Mary Sue aveva trasferito il suo ufficio in un altro appartamento perché pensava che sarebbe stata più comoda.»

Il mattino successivo di buon'ora Hubbard informò i suoi compagni di viaggio che si sarebbero diretti 1200 miglia a nord, New York. Si sarebbero sbarazzati della Cadillac perché dava troppo nell'occhio. Diede 5.000 $ a Mike dicendogli di andare a comprare un'automobile; Douglas tornò un'ora più tardi con una Chevrolet station wagon usata, grande a sufficienza per contenere tutte le valigie e sufficientemente anonima. Partirono immediatamente.

«Il viaggio durò tre o quattro giorni e fu tremendo» ha raccontato Kima. «Ron stava seduto dietro fumando come un pazzo ed ogni volta che vedeva un'auto della polizia iniziava ad urlare "Eccoli! Ci danno la caccia!". Lasciammo perdere autostrade e statali e ci fermavamo continuamente per evitare le auto della polizia. Attraversammo località davvero desolate. Una volta Ron scese dalla macchina ed iniziò a picchiare il pugno sul tettuccio, molto frustrato. Gli dissi con molta calma "Torni in macchina, Signore. È tutto a posto".»

«Continuava a dire che doveva arrivare a New York, che dovevamo andare a New York, ma mentre attraversavamo il New Jersey mi accorsi che l'aria inquinata gli dava sempre più fastidio. Stava iperventilando e faticava a respirare. Fu tremendo, davvero tremendo. Ci dirigemmo verso Queens dove aveva soggiornato in precedenza. Ci passò sopra un aereo che scaricò ogni sorta di schifezze. Glielo indicai, dicendo "Signore, non mi può chiedere di farle questo. A nessun costo la farò stare qui". Ormai era come un bambino e borbottò qualcosa tipo "fate quel che volete". Dissi che avremmo fatto meglio a tornare indietro, verso Washington DC, e ripeté "fate quel che volete".» [7]

Mike Douglas girò il volante della Chevrolet e tornarono nella direzione da cui erano venuti. Imboccarono la New Jersey Turnpike, attraversarono il fiume Delaware ed entrarono in Maryland, spingendosi fino alla periferia di Washington DC. Scesero in un hotel sulla Capital Beltway. Il mattino seguente Kima si recò in città per cercare una sistemazione più permanente. Trovò una accogliente casa di pietra su Q Street a Georgetown, ad appena nove isolati dall'org di Washington, e firmò un contratto per 1.300 $ d'affitto mensile.

Una volta sistemati Hubbard ritrovò la calma. Vennero installati i telex e arrivò la solita corte di messaggere e assistenti tra cui Jim Dincalci, giunto dalla Florida su un furgone a noleggio carico degli effetti personali e dei documenti privati del Commodoro. Mary Sue inviava rapporti quotidiani, molti dei quali esponevano nel dettaglio le attività dell'Operazione Snow White. «Era strano pensare che mentre noi mantenevamo un basso profilo, a pochi isolati da dove vivevamo altri scientologisti si stavano introducendo negli edifici del governo per razziare i loro archivi» ha raccontato Kima.

Per le affollate strade di Georgetown Hubbard si sentiva al sicuro, anche se si era lasciato crescere la barba ed aveva iniziato a vestirsi con abiti vecchi, fermamente convinto che si sarebbe mescolato meglio alla fauna metropolitana. «Comprava vestiti usati nei negozi dell'Esercito della Salvezza, roba davvero fetente» ha raccontato Alan Vos, uno degli assistenti che si erano trasferiti nella casa di Q Street. «Era strano, perché sulla nave aveva tutte quelle fobie sulla polvere e gli odori, e su come i suoi abiti dovevano essere lavati, ma una volta a Washington cambiò completamente.

«Uscivamo a passeggio e ci fermavamo nei caffè all'aperto di Connecticut Avenue. L'ufficio di Scientology era ad appena due isolati di distanza e lui trovava la cosa particolarmente divertente. Un giorno al ristorante iniziò a parlare di Scientology con una donna, suggerendole di recarsi all'org dietro l'angolo, su S Street. In seguito quelli dell'org mi dissero che quando le avevano chiesto chi l'avesse mandata lì la donna aveva indicato una foto di LRH sulla parete, dicendo "quell'uomo laggiù". Il personale dell'org si era molto insospettivo ed aveva iniziato un'indagine su di lei, convinto che si trattasse di una infiltrata del governo.

«Mi sembrava che LRH a Washington fosse felice, felice di uscire, di mescolarsi alla gente, di andare al cinema. Sulla nave non aveva idea di che cosa stesse succedendo nel mondo. Stava pensando di trasferire il quartier generale a Washington e cercava una proprietà - a Dupont Circle c'era un hotel in vendita - ma Mary Sue lo dissuase. Non le piaceva Washington e lo convinse che era troppo pericoloso. Era nel suo stile - giocava sulle paure di LRH e sulle sue psicosi su violenza e polizia.» [8]

Hubbard trascorreva molto tempo alla biblioteca del Congresso impegnato in ricerche su magia nera e occulto, e quasi tutti i giorni passeggiava a Rock Creek Park, dove pensava che venissero addestrati gli agenti del FBI. Aveva comprato una macchina fotografica truccata con due obiettivi sui lati, e si divertiva a fare fotografie di agenti in addestramento, per riferimenti futuri. Kima Douglas pensava che rischiare a quel modo fosse una pazzia.

Casualmente Rock Creek Park fu anche lo scenario scelto per un episodio di falsa omissione di soccorso che il Guardian's Office inscenò contro Cazares, nel tentativo di metter fine alla carriera politica del fastidioso sindaco di Clearwater. Gabriel Cazares era ormai una figura di spicco nella lista nera della Chiesa di Scientology, e da settimane il Guardian's Office cercava di scoprire qualcosa di scabroso nel suo passato. Gli scientologisti si erano recati nella sua cittadina di origine - Alpine, Texas - passando al setaccio gli archivi pubblici, ficcanasando al tribunale locale, spingendosi addirittura al cimitero locale per controllare le lapidi, ma senza esito. Poi avevano scoperto che Cazares avrebbe partecipato al convegno nazionale dei sindaci che si sarebbe tenuto a Washington dal 13 al 17 marzo, e il Guardian's Office si organizzò velocemente per dargli il benvenuto.

Uno scientologista, presentandosi falsamente come giornalista, chiese a Cazares di intervistarlo e gli presentò un'amica, Sharon Thomas, che si offrì di fargli da autista e guida per un giro turistico della capitale. Naturalmente la Sig.na Thomas lavorava per il Guardian's Office. Mentre stava attraversando il pittoresco Rock Creek Park perse il controllo dell'auto investendo un pedone, che si accasciò drammaticamente a terra. Con grande orrore del sindaco la Sig.na Thomas schizzò via senza fermarsi, lasciando il ferito a terra.

Una nota del Guardian's Office del giorno seguente discuteva le modalità con cui utilizzare l'incidente per screditare Cazares, concludendo che: «oserei dire che le velleità politiche del sindaco sono giunte a termine.» Curiosamente il sindaco Cazares era anche nei pensieri del Commodoro. Quello stesso giorno Hubbard scarabocchiò un appunto per il GO: «Cazares - c'è ancora qualche possibilità che i cubani di Miami possano convincersi che è pro-Castro?».

La "vittima" dell'omissione di soccorso era un giovanotto di nome Michael Meisner, scientologista dal 1970. Meisner era la figura chiave dell'Operazione Snow White: "dirigeva" tutti gli agenti del GO infiltrati nelle agenzie governative di Washington e aveva personalmente partecipato a diversi furti con scasso al Dipartimento della Giustizia, oltre ad aver organizzato la copiatura di decine di migliaia di fascicoli governativi segreti. Per almeno diciotto mesi agenti del GO si erano intrufolati indisturbati negli edifici del governo, fino alla sera dell'11 giugno 1976: quella sera infatti l'FBI scoprì Meisner e Silver alla US Courthouse Library, ai piedi di Capitol Hill. Stavano aspettando che gli addetti alle pulizie terminassero il loro lavoro negli uffici da cui avrebbero dovuto sottrarre documenti, ma dissero agli agenti del FBI che stavano svolgendo una ricerca legale. Presentarono tesserini identificativi falsi, e furono lasciati andare.

Il giorno successivo, nella casa di arenaria rossa di Q Street, un Hubbard agitato mostrò a Kima Douglas un telex di Mary Sue chiedendole: «Che cosa devo farci con questo?». «La sostanza del rapporto» ha raccontato Kima, «era che avevano pizzicato l'uomo che ci stava fornendo tutte queste importanti informazioni prese dagli archivi fiscali». Anche se Meisner non era ancora stato arrestato, Hubbard supponeva giustamente l'arrivo di grossi guai. Ancora una volta il suo istinto non lo ingannò.

All'altro capo del paese era già stato approntato un rifugio per questa eventualità. Il mattino seguente Kima Douglas si presentò al National Airport con il suo anziano "padre" e si imbarcò su un volo per Los Angeles. Viaggiarono in prima classe con generalità false. Durante il volo guardarono un film d'avventura che all'anziano passeggero piacque molto: era lo spettacolare salvataggio di un aliante. A Los Angeles li aspettava una limousine che li accompagnò a Overland Avenue di Culver City, dove Gerry Armstrong aveva affittato quattro appartamenti adiacenti. Nella casa di Washington, intanto, gli occupanti arrancavano faticosamente dentro e fuori, caricando scatoloni su due furgoni a noleggio. Sarebbero partiti quella sera stessa per il lungo viaggio attraverso l'intero continente, fino a Los Angeles.

Overland Avenue era una strada alberata su cui si affacciavano bassi condomini da un lato, e sull'altro l'usuale parata di centri commerciali, stazioni di servizio e concessionarie di auto usate che si possono trovare in ogni sobborgo americano. Era un quartiere borghese e anonimo, il tipo di posto in cui si poteva stare per mesi senza essere notati dai vicini. Già prima dell'arrivo del Commodoro Armstrong aveva fatto installare un collegamento telex e una speciale apparecchiatura di decodifica dei messaggi, in modo da fornire comunicazioni dirette e sicure con Clearwater e con il Guardian's Office di Los Angeles, nome in codice, Beta. Il codice di Overland Avenue era Alpha.

Tra i primi telex pervenuti ad Alpha c'erano le notizie riguardanti Gerald Wolfe, l'agente Silver: era stato arrestato alla sua scrivania nell'edificio dell'IRS di Washington, ed era stato emesso un mandato di cattura per Michael Meisner, che però non era stato trovato al suo domicilio. Hubbard non si sorprese della scomparsa di Meisner - alloggiava a Beta, dove gli erano stati forniti un nuovo aspetto e una nuova identità. Il piano di Mary Sue prevedeva che si sarebbe "dovuto perdere" in qualche grande città.

Mary Sue raggiunse ben presto il marito a Overland Avenue per discutere con lui la situazione contingente e alcuni pressanti problemi familiari. Lo convinse che se fossero riusciti a trovare una fattoria in qualche località fuori mano della California meridionale sarebbero riusciti a rimettere insieme la loro vita familiare con la necessaria tranquillità. Ma la realtà era che la famiglia si era già disintegrata a causa della pressione di essere costantemente "in fuga". Diana aveva problemi coniugali, Quentin, che teoricamente lavorava per l'org di Clearwater, era perennemente assente, l'irrequieta Suzette usciva con ragazzi "wog" e Arthur aveva lasciato il California Institute of the Arts dopo che il mite Jim Dincalci s'era fatto in quattro per farlo ammettere. «Avevo presentato il suo portfolio» ha raccontato, «mi ero inventato una storia su di lui e un cognome falso per nascondere la sua identità. Venne ammesso perché il suo portfolio era davvero ammirevole, e i genitori ne furono molto felici. Ma non durò molto.»

Mary Sue, non senza ragione, desiderava un po' di stabilità e vennero inviate missioni per trovare una proprietà per la famiglia, sebbene Hubbard insistesse che doveva avere spazio sufficiente per ospitare le sue messaggere e la sua variata e variabile corte di fedeli assistenti. Il Commodoro non riusciva a concepire la vita senza la schiera di giovani e attraenti messaggere costantemente al suo servizio.

Kima Douglas fece un sopralluogo ad una bella fattoria con spiaggia privata non lontano da Santa Barbara, pregando Hubbard di acquistarla: lui però rispose che 4 milioni di dollari erano troppi. Poi una missione che stava battendo la zona di Palm Springs trovò una proprietà promettente nel deserto di La Quinta sul versante orientale delle San Jacinto Mountains, in vendita per 1,3 milioni di dollari. Hubbard vi si recò a dare un'occhiata al volante della sua nuova Cadillac Eldorado decappottabile rossa: sui lunghi capelli svolazzanti, ormai completamente grigi, si era calcato un berretto sbarazzino. La nuova Cadillac non era certo un'automobile che potesse garantirgli di passare inosservato, ma aveva insistito per comprarla. Attraversò rapidamente gli alti cancelli del Olive Tree Ranch di La Quinta, fece un giro veloce, si disse soddisfatto e tornò immediatamente a Los Angeles.

La Quinta era a circa venticinque minuti di macchina da Palm Springs: si trattava di una piccola e tranquilla comunità di modeste case ad un solo piano adagiate sulla ribollente pianura a ridosso delle montagne. L'Olive Tree Ranch occupava il terreno tra il trasandato La Quinta Country Club e le coltivazioni di datteri e agrumi, senza alcuna traccia degli ulivi che davano il nome alla fattoria. L'edificio principale era costituito da una hacienda cresciuta disordinatamente, muri bianchi e un portico di tegole rosse attorno al cortile. C'era una piscina con un'isoletta nel mezzo su cui cresceva una palma ed altri due edifici minori, uno chiamato Rifle, e l'altro The Palms.

Appena firmato il contratto d'acquisto, Los Angeles inviò sul posto una squadra di lavoro del RPF per iniziare i restauri e le migliorie. Hubbard aveva deciso di vivere nel Rifle e voleva che la casa fosse tutta dipinta di bianco, dentro e fuori, con pavimenti di piastrelle bianche e mobili bianchi. Nell'edificio principale furono installate delle telescriventi, ma era inteso che il ranch sarebbe stato quanto più possibile isolato dalla Chiesa di Scientology. Chiunque lavorasse o vivesse sul posto dovette assumere un nome di copertura, e ricevette l'ordine di non usare parole Scientology o portare libri di Scientology sulla proprietà.

Nell'ottobre del 1976 gli Hubbard si trasferirono nel ranch in mezzo al deserto, dove iniziarono a godersi una nuova vita tranquilla. Le messaggere notarono un cambiamento nel Commodoro: era molto più rilassato di quanto non fosse stato in precedenza, e generalmente di ottimo umore. Ma la mattina di mercoledì 17 novembre, mentre Doreen Smith si stava recando al Rifle per iniziare il suo turno, lo sentì urlare con quanto fiato aveva in gola: «Quello stupido ragazzino! Quel fottuto stupido ragazzino! Guardate che cosa mi ha fatto! Fottuto e stupido...» Nell'avvicinarsi riuscì a sentire un altro suono agghiacciante e irreale. Il lamento di dolore di Mary Sue che riusciva a stento a respirare tra un singhiozzo e l'altro, in preda ad un dolore intollerabile. Quando entrò nell'edificio venne accolta da una messaggera in lacrime che le sussurrò la terribile notizia: «Quentin si è ucciso.»

Quentin era stato rinvenuto a Las Vegas alle 08,32 del 28 ottobre, reclinato sul volante di una Pontiac bianca parcheggiata sulla Sunset Road, strada perimetrale del McCarran Airport. I finestrini accuratamente chiusi, dal deflettore di destra, sigillato con fazzoletti di carta, usciva un tubo di aspirapolvere collegato allo scarico dell'auto, che al momento del ritrovamento aveva ancora il motore acceso.

L'agente Bruns del Las Vegas Metropolitan Police Department fu il primo a recarsi sulla scena. Aprì entrambe le portiere ed accertò che il giovane era ancora vivo, sebbene in stato di incoscienza, forse perché il tubo si era staccato dallo scappamento. Il ragazzo non aveva documenti di identità e l'auto era priva di targa. Sulla macchina vennero rinvenuti unicamente una radio portatile Grundig, una sacca nera contenente qualche capo di abbigliamento ed una bottiglia di tequila vuota per metà. «Sembrava come se il soggetto avesse dormito nel veicolo» scrisse l'agente sul suo rapporto. «Il soggetto stesso era molto trasandato, i vestiti sporchi, e potrebbe essere descritto come un vagabondo. Maschio di razza bianca di età compresa tra i 25 e i 30 anni. Il soggetto è stato trasportato al Southern Nevada Memorial Hospital con una Ambulanza della Mercy...» [9]

Poiché la sua identità era sconosciuta, Quentin fu ricoverato con il nome di "John Doe". I soli segni identificativi erano capelli e baffi rossi. Non riprese conoscenza e morì alle 21,15 del 12 novembre. I rapporti di polizia lo indicarono come «probabile suicidio».

Lunedì 15 novembre l'ufficio del coroner [**] di Las Vegas iniziò il lavoro per stabilire l'identità di "John Doe". L'automobile, posta sotto sequestro, venne ricontrollata e fu rinvenuto un adesivo della Florida Highway Patrol, ed anche un numero identificativo del veicolo. Un telex della motorizzazione della Florida informò che l'automobile era intestata a Quentin Hubbard, 210 South Fort Harrison Avenue, Clearwater. Si inviarono subito alla polizia di Clearwater le descrizioni del veicolo e dell'uomo, con la richiesta di svolgere indagini.

Alle 20,40 di quello stesso giorno un uomo di nome Dick Weigand telefonò al vice coroner dall'Aeroporto di Los Angeles informandolo che si stava imbarcando per Las Vegas e sperava di poter identificare John Doe. Si accordarono per incontrarsi quella sera stessa alle 22,00 all'Obitorio su Pinto Lane. Weigand era un ufficiale senior del Guardian's Office. Arrivò all'appuntamento con cinque minuti di ritardo, spiegando di essere stato contattato da una certa Kathy O'Gorman di Clearwater, che viveva allo stesso indirizzo di Quentin Hubbard. Disse comunque che aveva visto Quentin soltanto un paio di volte, e non era sicuro di poter fare un'identificazione attendibile. Girò due volte attorno al cadavere, guardò a lungo il volto pallido di Quentin con quei suoi inconfondibili capelli e baffi rossi, poi scosse la testa dicendo di non essere sicuro. Non poteva essere di altro aiuto, e non conosceva nemmeno il numero di telefono di Kathy O'Gorman a Clearwater. Dopo di che Weigand scomparve nella sgargiante notte di Las Vegas, da dove chiamò immediatamente il Guardian's Office per comunicare la cattiva notizia: si trattava senza il minimo dubbio di Quentin.

Quando Mary Sue apprese la notizia urlò per dieci minuti di fila. «Fu tremendo» ha raccontato Kima Douglas. «Non smetteva più. Non riuscivo a credere che avesse tanto fiato nei polmoni. In precedenza la sola volta in cui l'avevo vista piangere era stato quando era morto Mixie, il suo cagnolino corgi, e avevo dovuto fargli la respirazione bocca a bocca per cercare di rianimarlo. Il vecchio non pianse, né si fece prendere dalla commozione. Era furioso - era veramente arrabbiato per il fatto che Quentin gli avesse fatto uno sgarbo del genere.»

Quella stessa mattina un investigatore del dipartimento di polizia di Clearwater telefonò a Las Vegas per comunicare che il 210 di South Fort Harrison Avenue era l'indirizzo della sede statunitense della Chiesa di Scientology, ma che l'addetta alle pubbliche relazioni della chiesa, una certa Kathy O'Gorman, si era rifiutata di dargli informazioni su Quentin Hubbard. Il detective disse che la polizia di Clearwater aveva avuto «molti problemi» con la chiesa: per quanto ne sapeva il suo fondatore, L. Ron Hubbard, viveva a bordo di uno yacht nella baia.

Nel frattempo il Guardian's Office si era messo velocemente in moto per "maneggiare" la situazione. Ed Walters, il suo rappresentante locale a Las Vegas, era un piccolo boss del Sands Hotel. «All'epoca lavoravo da circa otto anni come operatore sotto copertura» ha raccontato. «Avevo registrato di nascosto uno psichiatra e l'avevo spinto a parlare di lobotomia per cercare di screditarlo, e avevo messo microfoni nascosti agli incontri della Clark County Mental Health Association, cose di questo genere. Lavoravo su qualsiasi cosa l'org ritenesse minacciosa per gli Hubbard.

«Quando scoprirono che si trattava di Quentin mi dissero di impossessarmi di tutte le sue cartelle cliniche. Pare che ci fossero le prove che aveva avuto un rapporto omosessuale poco prima di essere rinvenuto, e non volevano che una cosa del genere si sapesse in giro. C'era una ragazza scientologista che lavorava all'ospedale che riuscì a prendere tutte le cartelle e i rapporti su Quentin e me le diede, e io poi le consegnai al Guardian's Office.» [10]

La mattina di giovedì 18 novembre Arthur Maren si recò all'ufficio del coroner di Las Vegas presentandosi come direttore degli affari pubblici della Chiesa di Scientology. Disse di essere in grado di identificare il cadavere, e alle ore 11,25 confermò che John Doe era in realtà Geoffrey Quentin McCaully Hubbard, di 22 anni. Maren affermò che i genitori di Quentin non si trovavano negli Stati Uniti, ma erano in giro per un viaggio intorno al mondo.

Nei giorni successivi Maren si recò più volte nell'ufficio del coroner fornendo informazioni studiate appositamente per scoraggiare ulteriori indagini sulla morte di Quentin. Convinse addirittura il medico legale a definire, in un comunicato stampa, la causa di morte come "indeterminata". Si disse che Quentin era andato a Las Vegas per informarsi sui requisiti richiesti alla locale scuola di volo.

Lunedì 22 novembre una giovane di nome Mary Rezzonico arrivò con un'autorizzazione firmata da L. Ron Hubbard e Mary Sue Hubbard: doveva prendersi cura delle spoglie del figlio e dei suoi effetti personali. La Rezzonico disse di aver ottenuto personalmente l'autorizzazione degli Hubbard il fine settimana precedente, «in una località non specificata dell'Irlanda.»

Quentin venne cremato il giorno successivo al Palm Crematory di Las Vegas. «Sapevo che aveva problemi di omosessualità» ha raccontato Ed Walters, «ma era un bravo ragazzo. Era un tipo delicato, gentile, non un tipo spietato e crudele. Per un certo tempo aveva desiderato lasciare Scientology, ma semplicemente non puoi lasciare una cosa come Scientology. Te ne vai e immediatamente diventi un nemico. Sapeva che il padre attaccava violentemente chiunque lo tradisse, e sapeva che il Guardian's Office gli avrebbe dato la caccia come traditore. Era cresciuto in Scientology e il mondo esterno gli incuteva timore, così pieno di wogs e gente cattiva. Credo che semplicemente non vedesse altre vie d'uscita.»

«Era un ragazzo infelice, tremendamente infelice» ha raccontato Kima Douglas. «Era un ragazzino solo e abbandonato a se stesso che sapeva che non avrebbe mai potuto competere con suo padre.»

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Ma il macabro capitolo finale doveva ancora essere scritto. Quentin aveva scelto di morire vicino ad una pista di decollo di un aeroporto, guardando gli aerei che da sempre aveva sognato di pilotare. Si decise pertanto che le sue ceneri sarebbero state sparse sul Pacifico da un aereo. Frank Gerdobe, scientologista di Palo Alto, possedeva un aereo personale.

«Il Guardian's Office mi telefonò per chiedermi di collaborare a questo progetto speciale» ha raccontato Gerdobe. «Avrei dovuto pilotare il mio aereo sul Pacifico, mentre due agenti del Guardian Office spargevano al vento le ceneri di Quentin. Naturalmente non avrei dovuto parlarne con nessuno. Si dimostrò un compito particolarmente raccapricciante. Non è facile disperdere polveri da un velivolo leggero, e le ceneri vennero risucchiate nell'abitacolo. Dovetti togliere pezzetti di Quentin Hubbard dalla tappezzeria per mesi.» [11]

 

Note:

1. Intervista a Frankie Freedman, Sherman Oaks, CA, agosto 1986.

2. Intervista a Dincalci.

3. Intervista a Mayo.

4. Clearwater Sun, 5 dicembre 1975.

5. GO Order 261175, 26 novembre 1975.

6 St Petersburg Times, 9 gennaio 1980.

7. Intervista a Kima Douglas.

8. Intervista a Alan Vos, Maclean, VA, marzo 1986.

9. Rapporto del Las Vegas Metropolitan Police Department, D.R. No 76-57596.

10. Intervista a Ed Walters, Las Vegas, agosto 1986.

11. Intervista al Dr. Frank Gerbode, Palo Alto, agosto 1986.

 

*. per approfondimenti si veda: Il lato oscuro di Scientology: 1975 - 1979, approfondita inchiesta del St. Petersburg Times, Premio Pulitzer 1980 quale migliore Reportage Nazionale.

**. Coroner: Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, pubblico ufficiale incaricato dell'inchiesta in casi di morte violenta - NdT

 
 
 
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