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Il Volto Nudo del Messia - Capitolo 21: Facciamo Cinema

© 1988 Di Russell Miller

© Traduzione in italiano a cura di Simonetta Po, 2001

 
 

I reati commessi da questi imputati sono di una specie e portata mai visti prima. Non c'è stato edificio, ufficio, scrivania o fascicolo che non potesse essere forzato e aperto, che potesse dirsi al sicuro dai loro occhi, dal loro spiare. Nessun individuo o organizzazione poteva dirsi al sicuro dalle loro menti cospirative e spregevoli. Gli strumenti dei loro traffici erano trasmittenti miniaturizzate, grimaldelli, codici segreti, false credenziali e qualsiasi altro dispositivo ritenessero necessario per portare a termine i loro progetti di complotto.

È interessante notare come il fondatore della loro organizzazione, il co-cospiratore non imputato L. Ron Hubbard, nel suo dizionario intitolato Definizioni della Tecnologia di Management Moderno, abbia scritto che "la verità è ciò che è vero per te". Perciò, con la benedizione del fondatore, gli imputati hanno potuto arbitrariamente commettere spergiuro finché rientrava nell'interesse di Scientology.

Memorandum di condanna di Mary Sue Hubbard et al, Ottobre 1978.

(Il racconto di Scientology degli anni 1980-81)

Dopo la morte di Quentin, a Olive Tree Ranch cambiò tutto. Il breve periodo di bonomia del Commodoro svanì ed egli tornò il tiranno volgare e rabbioso che era stato, tormentato da fobie, circondato da stupidi e assediato da nemici.

Quando era in preda ai suoi attacchi d'ira sembrava spesso uno squilibrato, con i suoi lunghi capelli trasandati, gli occhi spiritati e chiazze di saliva intorno alla bocca. Ma nessuno avrebbe osato anche solo pensare una cosa del genere, men che meno lasciarla trasparire durante l'auditing. C'era un fenomeno dell'E-Meter particolarmente temuto, chiamato "Rock slam": la lancetta oscillava con violenza indicando evidentemente un pensiero riprovevole. Quasi inevitabilmente i "Rock slam" portavano a lunghi periodi di incarcerazione in un RPF, all'epoca presenti in gran parte delle org più importanti.

Per gli scientologisti che avevano visto soltanto la decina di foto ufficiali di L. Ron Hubbard, incontrarlo personalmente a La Quinta fu un discreto shock, come scoprì Anne Rosenblum quando vi giunse per iniziare il suo addestramento da messaggera: «La prima sera non parlai a LRH perché era impegnato, ma lo vidi. Aveva questi lunghi capelli rossastri che gli scendevano sulle spalle, denti guasti e un ventre davvero prominente. Non assomigliava di certo alle foto che avevo visto. Lo incontra il giorno successivo. Stava facendo ginnastica nel suo cortile privato e mi chiamò. Ero nervosa. Fui davvero sorpresa di non provare quella "specie di corrente elettrica" che mi avevano detto si avvertiva quando gli eri vicino.»

I compagni avevano raccontato ad Anne che entrambi i cagnolini di Mary Sue erano "clear", e che abbaiavano contro chiunque avesse commesso "overts" (crimini) contro gli Hubbard. Rimase sgomenta quando, recandosi al Rifle per la prima volta, uno dei cani uscì di corsa dalla stanza di Mary Sue abbaiando furiosamente contro di lei. «Iniziai a chiedermi quali terribili, oscuri e profondi overts avessi commesso contro LRH o Mary Sue, in questa vita o nella precedente.» [1]

Poiché la lealtà delle messaggere era fuori discussione, più di chiunque altro erano al corrente di quanto stesse accadendo in Scientology, salvo Ron e Mary Sue. Ad esempio sapevano tutto della Operazione Snow White poiché spesso durante la cena gli Hubbard discutevano di tutti i suoi macchiavellici risvolti. Erano anche al corrente dei segreti più intimi della famiglia. Un pomeriggio in cui Hubbard non era nel suo ufficio Doreen Smith trovò un fascicolo di lettere che Quentin aveva scritto al padre. Ne fu sorpresa: sapeva che il Commodoro non aveva risposto a nessuna di esse poiché tutta la sua corrispondenza in uscita passava per le mani delle messaggere.

«Non seppi resistere alla curiosità: presi le lettere e ne lessi un paio» ha confessato. «Quentin sembrava come impazzito. Scriveva di questa gente che veniva dallo spazio profondo e cosa potevamo fare al riguardo; diceva di sapere che i Marcabiani venivano sulla terra ogni cinquemila anni per controllare il nostro progresso. Era come se avesse fatto sua l'odissea spaziale del padre, e l'avesse incorporata nella sua realtà. Era veramente una cosa da manicomio.» Non raccontò il fatto a nessuno salvo, naturalmente, alle altre messaggere.

Doreen voleva bene ai ragazzi Hubbard più giovani e le lettere di Quentin la sconvolsero. Rimase ancora più turbata da ciò che accadde quando il Commodoro si infuriò con Suzette, la figlia più giovane. «Usciva con un altro scientologista, ma per qualche ragione il Commodoro non approvava il ragazzo, così diede 5.000 dollari ad una messaggera dicendole di andarlo a corrompere. Le disse di minacciare il tizio, di dirgli che se non avesse preso i soldi e firmato un accordo di non vedere più Suzette sarebbe stato dichiarato SP [*].

«Ma quell'accordo faceva apparire la cosa come se il tizio stesse ricattando Hubbard, e minacciando di portare via la ragazza. Ed è quanto Hubbard raccontò a Suzette. Ero nel suo ufficio quando la chiamò per mostrarle l'accordo, urlando cose del tipo "te l'avevo detto!". Suzette forse capì, ma era una dura. Iniziò a frequentare ragazzi wog e poi, quando veniva audita - l'auditing è una specie di confessione - descriveva nel più piccolo dettaglio tutto ciò che aveva fatto con il ragazzo di turno, sapendo che il padre avrebbe letto il resoconto della seduta. Era il suo modo di vendicarsi. La sola forma di comunicazione che riusciva ad avere con il padre era attraverso il suo auditor.

«Quando LRH lesse il folder di Suzette con tutte quelle cose, ed altre del tipo "non me ne frega niente se a mio padre non piace ciò che faccio" diventò paonazzo di rabbia. Finita la lettura scagliò il folder contro la parete e lanciò a me un block notes dicendomi di scrivere una lettera. Cominciò a dettare: stava diseredando Suzette, ed io iniziai a piangere. Alla fine dissi "non posso farlo". Gli resi il block notes. "Quentin è morto" gli dissi, "ed ora sta facendo a pezzi la sua famiglia. Non può fare questo alla sua famiglia e a Mary Sue. Se vuole spedire questa lettera, la scriva da solo." Poi abbandonai il mio turno di guardia e me ne andai. In seguito scoprii che aveva stracciato la lettera. Non diseredò mai Suzette.» Doreen era la preferita del Commodoro ed una delle poche persone a Olive Tree Ranch che osasse suggerirgli la possibilità di aver commesso un errore. Lui la chiamava "Do" e le aveva disegnato personalmente il cartellino identificativo. Nei rari momenti di amabilità le scompigliava affettuosamente i capelli dicendo «Ecco la mia piccola Do.»

 

Arthur, il minore dei ragazzi Hubbard, era in rapporti molto migliori col padre, anche se importunava tutti gli altri abitanti di Olive Tree Ranch scorrazzando in moto per la proprietà a velocità spaventosa. «Era sempre stato un monello» ha raccontato Jim Dincalci. Il suo talento d'artista veniva impiegato per disegnare una serie di acquerelli che illustravano gli episodi della vita del padre, e che sarebbero stati usati in un voluminoso tomo patinato pubblicato dalla chiesa, dal titolo Cos'è Scientology?

C'erano disegni del piccolo Ron a cavallo nel grande ranch del nonno, seduto attorno ad un fuoco con gli indiani Pikuni, in viaggio "attraverso l'Asia" all'età di quattordici anni, in veste di studente universitario di uno dei primi corsi di fisica nucleare, in grado di mantenersi da solo con i suoi saggi e trattati tecnici (non si sa perché, ma le didascalie non citavano la sua carriera di scrittore di fantascienza).

Due illustrazioni lo mostravano cieco e azzoppato in un ospedale militare del dopoguerra, ed una terza lo dipingeva miracolosamente e perfettamente guarito grazie al potere della mente. I disegni di Arthur erano arte di poco conto, ma affascinanti in quanto illustravano le menzogne più significative che il padre aveva raccontato sulla sua vita prima di Scientology.

Nella prima metà del 1977 Hubbard si entusiasmò ad un progetto chiamato "Purification Rundown" [Programma di Purificazione] che pensava avrebbe liberato il mondo dalla tossicodipendenza. Il suo debutto in veste di esperto in materia fu contrassegnato dall'emissione di un bollettino in cui metteva in guardia contro gli effetti dell'LDS e ne elencava tutte le caratteristiche, quasi che avesse condotto mesi di ricerca. «Tutte le informazioni provenivano da una persona soltanto, che aveva provato l'LSD una sola volta» ha raccontato Jim Dincalci. «Ecco il modo in cui LRH conduceva le sue ricerche.» [2]

Su richiesta di Hubbard Dincalci mise assieme gli elementi del Purification Rundown, un regime composto da esercizio fisico, dieta e vitamine studiato per liberare il corpo dalle sostanze tossiche. Dincalci non lo considerò mai niente di più di un semplice programma per una vita più sana, ma nella grande arena della fantasia del Commodoro venne trasformato in una scoperta sensazionale, la soluzione istantanea alla crisi internazionale della droga, la salvazione dei giovani del mondo, una luce di speranza per i tossicodipendenti del pianeta.

Vennero fatti strenui tentativi per fornire prove scientifiche a sostegno delle clamorose affermazioni del Purification Rundown, ed Hubbard fu talmente preso dal proprio ingegno da iniziare ben presto a sognare un riconoscimento adeguato per il suo dono all'umanità - un Premio Nobel, ad esempio. Emise un ordine scritto per Laurel Sullivan, l'addetto alle pubbliche relazioni personali, con cui assegnava "fondi illimitati" ad un progetto inteso a fargli ottenere il Nobel, e si iniziò immediatamente ad investigare se esistessero collegamenti Scientology o possibilità di influenzare i membri del comitato per la candidatura al prestigioso Premio.

La povera Mary Sue, intanto, si dibatteva tra gli esiti e le conseguenze dell'Operazione Snow White. Il vero problema era cosa fare con Michael Meisner, latitante sempre più irrequieto e deluso dagli sforzi dei superiori per risolvere la sua situazione. Ad un certo punto Mary Sue pensò di farne un capro espiatorio, suggerendo che fosse stato lui ad ordinare i furti in quanto geloso e invidioso del fatto che la moglie stesse riuscendo meglio di lui in Scientology. Un altro responsabile del Guardian's Office suggerì di dire alle autorità che Meisner stava cercando di ricattare la chiesa.

Dopo otto mesi in fuga, spostato continuamente da un rifugio segreto all'altro, Meisner minacciava di "fare blow" [lasciare Scientology]. Venne immediatamente posto sotto sorveglianza. Il latitante era diventato un prigioniero. Il 20 giugno del 1977 riuscì a scappare dall'appartamento di Glendale dove era da tempo trattenuto. Cambiando autobus più volte per evitare di essere inseguito, si rifugiò in una sala da bowling da dove chiamò l'FBI. Disse che voleva consegnarsi. Due giorni più tardi il Guardian's Office ricevette una lettera, con timbro postale di San Francisco, in cui Meisner informava che si sarebbe nascosto per un po' per fare il punto della situazione. L'informazione venne trasmessa a Mary Sue, che rispose: «Francamente non sprecherei le risorse del Bur 1 [Bureau One, la divisione investigativa del GO] per dargli la caccia, le utilizzerei piuttosto per cercare il modo di neutralizzarlo nel caso si rivelasse un traditore.» [3] Ma era troppo tardi. Meisner era già a Washington e stava descrivendo agli sbalorditi agenti del FBI scopi e successi dell'Operazione Snow White. Alle sei del mattino dell'8 luglio 1977 134 agenti armati di mandati di perquisizione e attrezzi da fabbro irruppero simultaneamente negli uffici della Chiesa di Scientology di Washington e Los Angeles, sequestrando 48.149 documenti. Le carte avrebbero rivelato uno sbalorditivo sistema di spionaggio esteso in tutti gli Stati Uniti, che si era introdotto in alcuni degli uffici più importanti del paese.

La reazione di Hubbard alle irruzioni fu quella che ci si sarebbe aspettati: diede immediatamente per scontato che il Guardian's Office fosse stato infiltrato dai soppressivi. Adesso gli era chiaro che non poteva fidarsi di nessuno, se non delle messaggere. Si rese anche conto che i documenti sequestrati dal FBI avrebbero inevitabilmente implicato Mary Sue nell'Operazione Snow White, ed era assolutamente consapevole della necessità di prendere le distanze dalla moglie.

Il 15 luglio, nel mezzo della notte, una Dodge station wagon uscì dagli alti cancelli di Olive Tree Ranch. L'autista, per essere sicuro di non essere seguito, accese i fari soltanto quando raggiunse la Highway 111, la statale che collega Indio a Palm Springs. Hubbard era disteso sul sedile posteriore, si teneva le braccia intorno alla vita lamentandosi di forti dolori di stomaco. Assieme a lui tre messaggeri: Diane Reisdorf, Claire Rousseau e uno dei pochi messaggeri maschi, Pat Broeker. Puntarono a nord verso la Interstate 5, a Sacramento presero a est attraverso la Sierra Nevada e il confine di stato, superarono Reno e arrivarono a Sparks, cittadina sul fiume Truckee fatta di case modeste, casinò e motel. Il sole era appena sorto quando si registrarono sotto falso nome in un motel. Raccontarono che Pat e Claire erano sposati, Diane era una cugina e Hubbard un vecchio zio.

Hubbard rimase tappato nella sua stanza, mentre Pat uscì per cercare un appartamento. Trovò qualcosa di adeguatamente anonimo, pagò in contanti e lo riempì del necessario per un soggiorno di lunghezza indefinita. Qualche giorno dopo i quattro vi si trasferirono.

Hubbard trascorse il resto del 1977 nascosto a Sparks. Troncò tutte le comunicazioni dirette con il Guardian's Office e la sua famiglia, e si affidò ai tre messaggeri per mantenere collegamenti segreti con la gerarchia della Chiesa. Nel giro di breve tempo però il denaro si esaurì, e si fecero elaborati preparativi per il trasferimento di contanti da Clearwater. All'aeroporto di Los Angeles Pat Broeker incontrò il DCO/CMO/CW (Deputy Commanding Officer, Commodore's Messenger Organization, Clearwater) con cui avvenne uno scambio di valigette identiche. Gliene venne consegnata una contenente un milione di dollari in banconote da cento. Nel tornare a Sparks, Broeker si assicurò più volte di non essere seguito, e per ripulire ulteriormente il denaro cambiò le banconote nei casinò locali.

Nonostante le sue attività fossero oggetto di accurate indagini del FBI, Hubbard sembrava veramente spensierato e noncurante. Quasi ogni giorno faceva una lunga passeggiata, poi passava il resto della giornata impegnato a stendere sceneggiature cinematografiche. Gli era venuto in mente di scrivere un film intitolato Revolt in the Stars, una drammatizzazione dei livelli superiori di Scientology in cui si affrontavano episodi accaduti 75 milioni di anni fa, quando un feroce governatore di nome Xenu aveva massacrato i popoli di settantasei pianeti, trasportato sulla terra i loro spiriti congelati facendoli poi esplodere dentro a vulcani. Voleva poi girare dei film che potessero essere usati per il reclutamento nella chiesa, e quanto più rifletteva sulla possibilità di diventare regista, tanto più l'idea gli piaceva. Aveva sessantasei anni e la sua unica esperienza erano le filmine casalinghe, ma non riteneva che questi fossero ostacoli.

Qualche giorno dopo il Natale del 1977 giunse a Sparks la voce che, nonostante le irruzioni del FBI, l'incriminazione del Commodoro sarebbe stata molto improbabile. Hubbard decise di tornare a La Quinta, ma restava un problema: sospettava che Mary Sue fosse ancora sorvegliata dal Bureu, per cui se lui tornava Olive Tree Ranch lei doveva andarsene.

Hubbard arrivò al ranch la mattina del 2 gennaio 1978, accolto dal tripudio dei suoi seguaci. Si chiuse nel suo studio con Mary Sue, con cui trascorse diverse ore. Nessuno seppe mai che cosa si dissero, ma quella sera stessa Mary Sue lasciò il ranch al volante della sua BMW. Il giorno successivo Doreen Smith venne mandata a Los Angeles per aiutarla a cercare casa.

Con il ritorno del Commodoro le misure di sicurezza si fecero più severe. Guardie munite di walkie-talkie pattugliavano la proprietà giorno e notte, e ricevettero istruzioni su come comportarsi con gli ufficiali giudiziari che avrebbero potuto consegnare mandati di comparizione. Se qualcuno chiedeva del Sig. Hubbard bisognava negare di conoscerlo; se qualcuno cercava di mettere in mano dei documenti, bisognava schivarli velocemente. In caso di vera emergenza, un pulsante sul walkie-talkie avrebbe azionato l'allarme in tutta la proprietà. Sul retro del Rifle venne parcheggiata una Dodge Dart con motore truccato e serbatoio pieno, pronta a portare in salvo Hubbard in qualsiasi momento. Protetto dal suo sistema di sicurezza, il Commodoro approntò una unità cinematografica completa. Venne acquistato ulteriore terreno intorno a La Quinta - un ranch di dieci acri, nome in codice Munro, fu trasformato in alloggio per il personale addetto ai film, e il grande fienile del Silver Sand Ranch, proprietà di 140 acri coltivati a pompelmi, fu trasformato in studio cinematografico. I nuovi studi vennero equipaggiati con fari, lampade, manichini, cineprese ed una grande varietà di strumenti tecnici. Hubbard prese ad indossare cappello da cowboy, bretelle e bandana, convinto che questo abbigliamento gli avrebbe dato quell'aria da artista giusta per un regista.

La Cine Org si sarebbe fatta le ossa girando semplici film promozionali che illustravano le varie situazioni in cui Scientology poteva essere utilmente usata. Hubbard scriveva le sceneggiature e sapeva esattamente ciò che voleva, ma trovava molto difficile trasferire su celluloide le sue visioni, cosa che lo faceva infuriare. Circondato da un esercito di dilettanti che si affannavano nel disperato tentativo di compiacerlo, sembrava che nulla andasse per il verso giusto. Se gli attori ricordavano le battute, l'illuminazione era carente; se le luci erano giuste, mancava il suono; se il suono era soddisfacente, lo scenario crollava... l'umore del Commodoro peggiorava di giorno in giorno.

Nelle sedi di Scientology di tutto il mondo era stato diffuso un appello in cui si richiedevano volontari con esperienza di recitazione e cinema desiderosi di collaborare con Ron ad un progetto speciale. Tra i primi ad arrivare vi fu una coppia di mezz'età di Las Vegas, la cui esperienza nel mondo dello spettacolo consisteva in quattro rappresentazioni della loro commedia danzante al Sahara Showcase. Adelle e Ernie Hartwell erano campioni di ballo figurato, avevano frequentato solo qualche corso di Scientology ed erano stati indotti a pensare che la partecipazione alla Cine Org sarebbe stata la loro grande occasione.

Restarono delusi nel momento stesso del loro arrivo. «Rimasi assolutamente scioccato nel vedere tutti in pantaloncini corti, vestiti a brandelli, sporchi e trasandati» ha raccontato Ernie. «Ci alloggiarono in una piccola baracca di tre stanze ai margini della proprietà. Entrammo, e... che schifo! Era piena di insetti e scarafaggi.»

«La cosa che mi disgustò maggiormente» ha raccontato Adelle, «fu che al nostro arrivo venimmo programmati sulle bugie che dovevamo raccontare. Se incontravamo uno dei nostri amici dovevamo mentire, e dire che ci trovavamo lì in vacanza...ci istruirono su come rifuggire gli ufficiali giudiziari, gli agenti del FBI, qualsiasi rappresentante del governo o poliziotto che volesse qualcosa da Hubbard.»

Il modo in cui Adelle conobbe il Commodoro fu indimenticabile. Stava lavorando al guardaroba quando sentì una mitragliata di improperi provenire da dietro un paravento: «Fottuti figli di puttana, siete così dannatamente stupidi. Andate a quel paese, dannati bastardi...» Proseguì su questo tono per diversi minuti. «Per lo stupore, lasciai cadere ciò che avevo in mano» ha ricordato. «Chiesi: "chi è questo grande villano?" mi risposero che era il Boss - non eravamo autorizzati ad usare il nome di Hubbard per questioni di sicurezza. "Vuoi dire che il capo della chiesa parla in questo modo?" domandai. "Oh certo" mi risposero, "è convinto che non si debba trattenere nulla".»

Adelle Hartwell venne assegnata all'incarico di assistente al trucco in un film chiamato The Unfathomable Man (L'Impenetrabile), che raccontava la cronaca della visione hubbardiana dell'umanità, dall'inizio dei tempi ai giorni nostri. Adelle scoprì ben presto che l'Hubbard regista amava le scene truculente, e per le riprese quotidiane si dovevano preparare e tenere pronte taniche e taniche di sangue finto. «Gli piacevano un sacco quei film sanguinolenti» ha raccontato, «ma ce n'era abbastanza per farti star male.

«Mentre giravamo, tutt'un tratto urlava "Stop! Fatelo più truculento!", così dovevamo affannarci a imbrattare gli attori con sciroppo rosso e coloranti per alimenti. Si riprendeva a girare, ma ci interrompeva di nuovo "non è ancora abbastanza truculento", e dovevamo aggiungere altro sangue finto.» [4]

In un'occasione, mentre si stava girando un attacco dinamitardo ad una sede del FBI - una scena che lo fece molto divertire - Hubbard ordinò di imbrattare gli attori al punto che gli abiti dei poveretti si incollarono al corpo, e dovettero essere tagliati dagli assistenti del guardaroba.

Quando la Cine Org girava in interni, e prima dell'arrivo di Hubbard, ogni mattina tutti i set dovevano essere puliti e sfregati con detergenti particolari, e le messaggere facevano un giro di controllo con i guanti bianchi per verificare che tutto fosse pulito. Hubbard aveva una sedia da regista su cui nessun altro poteva sedere, e quando si muoveva sul set una messaggera lo seguiva da vicino portandosela appresso, pronta a mettergliela sotto quando voleva sedersi. Un giorno una delle ragazze sbagliò la posizione di pochi centimetri e quando il Commodoro fece per sedersi la mancò, cadendo lungo disteso sul pavimento. Nessuno rise: non sarebbe stato saggio deridere il Commodoro. La ragazza venne spedita immediatamente sul RPF.

Nonostante il disperato desiderio di successo condiviso da tutti gli addetti alla Cine Org, i suoi film non rischiavano certo di vincere l'Oscar. Uno dei problemi fondamentali era la qualità dei copioni: anche se nessuno l'avrebbe mai ammesso, peccavano di dilettantismo come tutto il resto. La narrazione tendeva ad iniziare sempre con: «Fin dall'inizio dei tempi l'Uomo è andato alla ricerca della verità...» e molti dei ruoli erano triti stereotipi o grottesche caricature che riflettevano la gran quantità di pregiudizi di Hubbard. Un film intitolato "I Problemi della Vita" mostrava una giovane coppia perplessa in cerca dei significati della vita. All'inizio si rivolgeva ad uno psichiatra, prevedibilmente ritratto come un pazzo sadico, poi cercava consiglio da uno scienziato, mostrato nell'atto di scarabocchiare furiosamente teoremi su una lavagna, quasi in preda alla follia. Finalmente avvicinavano un raggiante scientologista concludendo di essere giunti nel posto giusto. Delicatezza ed astuzia non erano tra i talenti più ovvi dell'Hubbard sceneggiatore.

«Il guaio era che voleva fare film che avrebbero sbancato Hollywood» ha raccontato Kima Douglas, «ma erano terribili, assolutamente terribili. La troupe doveva girare la stessa scena infinite volte prima che lui fosse soddisfatto. A volte la giornata si chiudeva con un "Bene, well done [ben fatto] a tutti", ma più spesso faceva le bizze e lasciava il set urlando che si sarebbe girato di nuovo il giorno successivo.» [5]

Gerry Armstrong venne incaricato della gestione del set. «Quando giravamo i film diventava più offensivo di quanto l'avessi mai sentito prima, passava tutto il tempo a urlare e imprecare. Noi ci affannavamo terrorizzati. Copriva la sua incompetenza attaccando chiunque avesse intorno. Ci vedeva poco ma voleva usare le macchine da presa, così spesso le riprese erano fuori fuoco e allora se la prendeva con il cameraman, "non riesci nemmeno ad inquadrare qualcosa!". Oppure sentiva un ronzio nel microfono ed iniziava ad imprecare "Suono! Suono! Fottuti idioti! Tutti fuori dal set!" » [6]

Intanto il fedele Jim Dincalci si era ormai convinto che Hubbard fosse squilibrato, e chiese di essere sollevato dal suo incarico nello staff del Commodoro. Venne immediatamente ostracizzato. «Per due mesi Hubbard non riconobbe addirittura la mia esistenza. Non mi salutava, nemmeno un cenno del capo. Al mattino sul set salutava tutti e mi ignorava deliberatamente.» Dincalci era anche meno incline a credere alle storie che il Commodoro raccontava sulla sua vita: «Il mio amico Brian Livingstone una volta mi raccontò che Hubbard gli aveva passato un libro dopo averlo finito di leggere. Brian ne iniziò la lettura quella sera stessa, e il giorno successivo sentì che Hubbard raccontava di aver fatto questo e quello, le stesse cose che il mio amico aveva letto sul libro!»

In quel periodo Hubbard sapeva molto poco di Mary Sue perché le messaggere censuravano le sue lettere per non turbarlo. Se Mary Sue mandava cattive notizie le messaggere ritagliavano i passaggi incriminati con una lametta, convinte che fosse loro compito tenere tali problemi "fuori dalle linee del Commodoro". Naturalmente loro leggevano tutte le sue comunicazioni e non si trattenevano dallo spettegolare. Una volta Mary Sue inviò una lettera molto triste in cui chiedeva al marito perché passasse tanto tempo con "la sua gente", e tanto poco con lei. «Capisco che stai cercando di salvare il mondo» scriveva, «ma anche io ho bisogno di te». Il contenuto di quelle lettere divenne presto di conoscenza comune a Olive Tree Ranch.

In realtà Mary Sue aveva molto di cui lamentarsi, poiché era chiaro che si sarebbe dovuta prendere la colpa dell'Operazione Snow White. «Hubbard l'aveva abbandonata» ha raccontato Ken Urquhart, «e all'interno dell'organizzazione aveva reso molto chiaro il fatto che l'aveva abbandonata. È una cosa che non riesco a perdonargli - che fosse pronto a permettere che sua moglie andasse in prigione per crimini di cui erano ugualmente responsabili. Dopo il raid del FBI venni assegnato alla stesura di rapporti che dimostrassero che LRH non sapeva che cosa stesse succedendo. In altre parole, dovevo parargli il posteriore. Ma lui era al corrente praticamente di ogni cosa, ed era colpevole tanto quanto Mary Sue.» [7]

Il 15 agosto 1978 un gran giurì federale di Washington rinviò a giudizio nove scientologisti per ventotto capi di imputazione: associazione per delinquere al fine di contraffare e rubare documenti del governo, introdursi illecitamente in uffici governativi, intercettare comunicazioni del governo; per aver dato asilo ad un latitante, rilasciato dichiarazioni false davanti ad un gran giurì e complottato per ostruire la giustizia. Mary Sue Hubbard figurava in cima alla lista degli imputati. Se condannata, avrebbe potuto accumulare una pena massima di 175 anni di carcere e una multa di 40.000 $. Il 29 agosto i nove gli imputati vennero chiamati in giudizio davanti al tribunale federale ai piedi di Capitol Hill, dove si dichiararono non colpevoli.

Qualche giorno dopo, mentre stava girando in esterni nel deserto, Hubbard ebbe un collasso. «Faceva un caldo torrido, tra i 45° e i 50° C» ha raccontato Kima Douglas. «Tenevo d'occhio il vecchio, aveva il respiro affannoso e la bava alla bocca. Era una follia, sapevo che non avrebbe potuto sopportarlo a lungo. Alla location avevamo sempre un camper - lo usava per consumare i pasti o per fare un riposino mentre veniva approntato il set. Quel giorno particolare arrivò al camper dicendo di non sentirsi bene. Il polso era molto irregolare e aveva la pressione alta. Pensavo che sarebbe morto e dissi che dovevamo portarlo all'ospedale. Mi afferrò il braccio dicendo "No! questa volta no!".

Mentre lo riportavano a Olive Tree Ranch sembrava cadere ed uscire di continuo dal coma. Ad un certo punto mormorò a Kima: «Se muoio, seppellitemi nel campo dei datteri». Convocarono subito Gene Denk, un medico scientologista, facendolo arrivare da Los Angeles con una benda sugli occhi. Nemmeno lui, però, riuscì a fare una diagnosi. Hubbard aveva sempre detto di ammalarsi unicamente perché i suoi nemici gli scagliavano contro energia negativa; se qualcuno cercava di farlo ragionare rispondeva con un'alzata di spalle. L'auditing era il solo modo per neutralizzare l'energia negativa.

David Mayo, senior case supervisor [supervisore del caso senior] di Clearwater, partì senza essere al corrente di dove fosse diretto, né che cosa avrebbe dovuto fare. Gli avevano detto soltanto che era arrivato un telex urgente e top-secret da CMO in cui si ordinava di metterlo sul primo volo per Los Angeles. Gli dissero che aveva soltanto venti minuti per prepararsi, e non ebbe nemmeno il tempo per salutare la moglie. Nessuno doveva sapere della sua partenza. Arrivò a Los Angeles al tramonto. All'aeroporto venne accolto da uno scientologista e spinto dentro ad un'auto in attesa. Uscirono immediatamente dal complesso dell'aeroporto dirigendosi verso l'intrico delle autostrade cittadine. I compagni non gli dissero dove stavano andando. Usciti dalla città si fermarono a un parcheggio dove cambiarono macchina. Dopo circa mezz'ora cambiarono una terza macchina e questa volta Mayo venne bendato. Chiese che cosa stesse succedendo e l'uomo alla guida disse: «Ti stiamo portando da LRH. Sta male. Tieni la benda fino a quando non saremo arrivati.»

Una volta introdotto nella stanza del Commodoro, Mayo rimase senza fiato. «Ovviamente stava molto male; era sdraiato sulla schiena, quasi in coma. Parlava molto lentamente, a fatica. Nella stanza c'erano diverse apparecchiature mediche, compreso un elettrostimolatore cardiaco. Denk mi disse che secondo lui LRH era in punto di morte. Avrebbe voluto portarlo all'ospedale, ma pensava che non sarebbe sopravvissuto al viaggio in ambulanza. Mi diedero i suoi PC folder dicendomi di risolvere il problema. Mi misi subito al lavoro, ed iniziai ad audirlo il giorno successivo.» [8]

Lentamente Hubbard iniziò a riprendersi, provando a tutti gli abitanti di Olive Tree Ranch, tranne forse al suo auditor, la portentosa efficacia dell'auditing. Mayo rimase profondamente scosso da ciò che apprese durante le sedute quotidiane con Hubbard: «Rivelò di se stesso e del suo passato cose che contraddicevano in modo assoluto quanto aveva raccontato in precedenza. Non che stesse rischiando molto, ero leale e fidato e in quanto auditor avevo l'obbligo di mantenere il segreto su quanto mi diceva.

«Non fu tanto ciò che scoprii sul suo passato. Non mi interessava dov'era nato, o ciò che aveva fatto durante la guerra, a me non importava davvero nulla. Non ero diventato uno scientologista fedele perché aveva un ruolino di guerra prestigioso. Rimasi invece profondamente scosso quando vidi ciò che aveva fatto, e lo sentii dire cose che dimostravano che le sue intenzioni erano diverse da ciò che sembravano essere. Spesso quando ero con lui arrivavano messaggere con valigie piene di denaro, mazzette di banconote da cento dollari. Ma lui aveva sempre detto e scritto di non aver mai ricevuto un soldo da Scientology. LRH chiedeva alle messaggere di vedere il denaro, gli aprivano la valigia e lui gongolava. Poi rinchiudevano i soldi in una cassaforte nella sua stanza. Lui non spendeva molto, così credo che li tenesse pronti per la fuga. Non mi dava fastidio che avesse tutti quei soldi, o che fosse ricco. Pensavo che avesse fatto cose straordinarie, e meritasse di essere pagato. Ma perché mentire?

«Iniziai lentamente a rendermi conto che non stava agendo per il bene pubblico, o nell'interesse dell'umanità. Forse era stato così all'inizio, ma non lo era più. Un giorno stavamo parlando del prezzo dell'oro, o qualcosa del genere, e mi disse molto enfaticamente di essere ossessionato da una sete insaziabile di potere e denaro. Non lo dimenticherò mai. Usò quelle parole precise, "una sete insaziabile di potere e denaro".».

A metà ottobre il Commodoro era di nuovo in piedi, di nuovo occupato nelle riprese. A Mayo venne ordinato di recitare e rimase sgomento dal comportamento di Hubbard sul set. «Si portava sempre dietro un megafono elettrico e urlava ordini anche se la persona era a un metro di distanza. La troupe era in stato di terrore costante. Diceva di volere il set in un certo modo, e lo descriveva. Tutti iniziavano a lavorare freneticamente per costruirglielo, a volte restando in piedi tutta la notte senza fermarsi nemmeno per mangiare, pregando che andasse tutto bene e che non sarebbero finiti nei guai. Quando arrivava il momento di girare, LRH invariabilmente decideva che non gli piaceva. Era stato modificato, lui aveva detto blu, non verde... Qualcuno veniva spedito al RPF, altri si affannavano per cercare della vernice blu. E allora voleva sapere perché fosse blu, e non giallo.

«Voleva che recitassi e mi impegnai per farlo. Mi faceva ripetere la stessa battuta all'infinito. Non andava mai bene. Era detta a voce troppo alta, oppure troppo bassa, troppo intensa o non sufficientemente intensa. Poi iniziava ad urlare "ma perché non ci metti entusiasmo?" e pestava i piedi, sbraitava che era impossibile lavorare con noi e che nessuno gli dava retta. Credo che uno dei motivi principali per cui si ammalò furono i tanti fallimenti, le grosse frustrazioni e i molti turbamenti provati nell'esperienza cinematografica. Tutti noi giravamo in punta di piedi in attesa delle sue esplosioni di furore.

«Un episodio fu particolarmente drammatico e rivelatore. In un periodo in cui le cose andavano davvero male alcuni della troupe pensarono di alleggerire l'atmosfera girando un piccolo video scherzoso. Era una piccola parodia di un episodio accaduto alcuni giorni prima. Pensavano che l'avrebbe divertito, e gli mandarono il nastro. Quando lo guardò ero fuori dal suo ufficio in attesa di incontrarlo. Ci fu un'esplosione tremenda. Iniziò ad urlare e sbraitare, e le messaggere correvano dentro e fuori. Stava letteralmente urlando contro il televisore - non l'aveva trovato per nulla divertente. Urlava che era stato messo in ridicolo, che ci si stava prendendo gioco di lui, era furioso. Disse alle messaggere di scoprire i nomi di chi aveva collaborato al video, e li mandò tutti sul RPF. Poi pensò che c'erano altri non direttamente coinvolti, ma che erano a conoscenza di quanto stava accadendo e volle sapere i loro nomi. Anch'essi furono mandati sul RPF.»

I membri della Cine Org assegnati al RPF dovevano lavorare ad un quarto del salario - 4 $ la settimana - su una proprietà acquistata di recente a circa 40 miglia da La Quinta, che sarebbe diventata la "sede estiva" del Commodoro. Gilman Hot Springs era una struttura di vacanza immersa nel verde, allungata sulla Route 79 tra Riverside e Palm Springs. I suoi 550 acri vantavano un campo da golf rinsecchito, un motel decrepito - il Massacre Canyon Inn - e una collezione di edifici in vari stadi di abbandono tra cui una casa dal nome satirico di "Bonnie View". L'intera proprietà era stata acquistata per 2,7 milioni di dollari in contanti, e ai locali era stato raccontato che sarebbe stata utilizzata dai membri di un'organizzazione chiamata "Scottish Highland Quietude Club".

Hubbard non aveva ancora visto la nuova proprietà, ma dichiarò la sua intenzione definitiva di trasferirsi a Bonnie View. Le squadre del RPF lavorarono duramente per preparargli la casa: eliminarono tutti gli sfiatatoi, piastrellarono i pavimenti, ridipinsero e decorarono le pareti cercando inutilmente di creare un habitat inodore e privo di polvere. Si trattava di puro lavoro fisico sicuramente preferibile a stress e isteria prevalenti nella Cine Org, che all'epoca impegnava circa 150 persone. Come quasi ogni altro episodio della vita di Hubbard, anche la Cine Org finì improvvisamente nel collasso e nella farsa. Gli Hartwell, i campioni di ballo figurato che pensavano di poter sfondare nel mondo dello spettacolo, alla fine del 1978 riuscirono a districarsi da Scientology e se ne tornarono a Las Vegas, più poveri ma più saggi. Ernie Hartwell non aveva il desidero particolare di sollevare un polverone, ma pensava che la chiesa stesse cercando di indurre Dell a tornare sui suoi passi, mandando a monte il loro matrimonio. Ernie era un veterano della marina senza peli sulla lingua, aveva lavorato in un casinò e non era il tipo da sottomettersi a «ragazzini che se ne andavano in giro vestiti da marinai», la sua descrizione preferita degli scientologisti. Iniziò a minacciare di rivolgersi a giornali e FBI e raccontare quel che sapeva. In realtà non sapeva molto, se non il segreto meglio custodito di Scientology - il nascondiglio di L. Ron Hubbard.

Ed Walters, l'agente che aveva "maneggiato" il suicidio di Quentin, ricevette l'ordine di "maneggiare" Hartwell. «Non dimenticherò mai quel giorno» ha raccontato. «Avevo portato Ernie all'ufficio locale del Guardian's Office. C'erano questi due ragazzini che non avevano mai visto Hubbard, e naturalmente pensavano che Hartwell fosse un bugiardo. Uno gli dice "non sai che cosa stai dicendo. Dici di aver incontrato Hubbard..." ed Ernie gli fa "sì, ero con lui giù nel deserto". "Bene, se l'hai incontrato" gli dice il tizio del GO, "in che modo lo descriveresti?" sapevo che si riferiva all'aspetto di Hubbard, ma Ernie gli risponde "Come lo descriverei? Lo descriverei come un fottuto pazzo".

Il cuore mi batteva all'impazzata. Nessuno parla di LRH in quel modo. I due del GO erano senza parole. Per loro era la prova che Ernie fosse un bugiardo. Dico "Beh Ernie, non stai dicendo che è pazzo, vero?" e lui fa "proprio così". Allora gli chiesi di farmi un esempio, nella speranza di smorzare un po' i toni. "Stai scherzando?" mi dice. "Un giorno arriviamo lì e lui stava giocando a fare il regista con tutte quelle mocciose che lo seguono ovunque. Inizia a inveire contro una parete. Dice che lì dovevano esserci delle mensole, e perché non ci sono le mensole. Così una delle ragazzine si gira e mi dice di metterci delle mensole. Allora dico OK, mi servono legno, chiodi e martello. E quella dannata ragazzina mi dice di farla andare bene."

Dire a qualcuno "fallo andare bene", "fallo funzionare" è tipico del linguaggio di Scientology. Così seppi che stava dicendo la verità.» [9]

Walters aveva simpatia per Ernie Hartwell e nei due giorni successivi cercò di convincerlo a lasciar perdere le minacce. «Poi» ha raccontato «questi del GO mandarono qualcuno a dirmi di tenermene fuori. Ci avrebbero pensato loro a maneggiare Hartwell. Non avrebbero permesso che Hubbard venisse smascherato, e insinuarono che avrebbero distrutto Ernie se ci avesse provato. Ernie un uomo anziano con dei problemi e non sarebbe mai dovuto entrare in Scientology in primo luogo. Come potevano pensare di distruggere un uomo così? Qualcosa mi scattò dentro.»

Walters iniziò a telefonare ai suoi amici scientologisti più cari, tra cui Art Maren, per dire che stava pensando di lasciare Scientology. Maren si precipitò a Las Vegas pregandolo di ripensarci. Walters si rese conto, con un profondo senso di turbamento, che il suo amico Artie era terrorizzato. Il giorno successivo si rivolse al FBI. A Olive Tree Ranch, dove qualcuno era stato visto fotografare la proprietà, l'allarme era già scattato. Hubbard reagì come aveva sempre reagito nei momenti di crisi: scappò.

Il veicolo scelto per la fuga era un furgone Dodge Ram personalizzato con vetri scuri e, all'interno, un letto, una radio CB e uno stereo ultimo modello. Hubbard se l'era fatto equipaggiare in quel modo per poter dormire durante i trasferimenti più lunghi, ma serviva anche allo scopo di quel momento - farlo uscire non visto da Olive Tree Ranch.

Kima e Mike Douglas vennero di nuovo scelti per accompagnarlo. Partirono al calar della notte, con il Commodoro in preda al suo solito stato di isteria paranoide. «Mentre salivamo verso le San Jacinto Mountains» ha raccontato Kima, «se ne stava disteso sul letto, alternando incoraggiamenti a guidare più velocemente e lamenti per la nausea che lo affliggeva. Stavamo già andando a rotta di collo su per quei tornanti tremendi, ma continuava a ripetere "dobbiamo andarcene di qui, vai più forte, più forte".»

Si registrarono in un motel isolato di montagna; Hubbard rimase nella sua stanza mentre i Douglas uscivano ogni giorno alla ricerca di un luogo dove avrebbero potuto approntare un'ennesima base segreta per il Commodoro. Alla fine trovarono diversi appartamenti adiacenti in un nuovo edificio a ridosso della strada principale di Hemet, una cittadina sul versante occidentale delle montagne. Hubbard vi si trasferì nel marzo del 1979, assieme ad uno sparuto gruppo di messaggere e assistenti.

Hemet, sotto molti punti di vista, era il luogo ideale in cui nascondersi. Era una cittadina agricola piccola e pigra, circondata da aranceti e nel complesso abbastanza insignificante. I cartelli sulla strada principale riflettevano la sua tranquilla rispettabilità, la quintessenza dei valori della provincia americana: Sorridi che Gesù ti Ama; Casa di Riposo di Hemet; Happy Birthday Doug & Laura; Camera Ardente della Vergine; Hotel Hemet - si accettano cani; Sun-up Milk Drive-In; Dollar Saver; Armeria; Chiesa della Bibbia Aperta...

La nuova base del Commodoro si trovava dietro la Clinica di Agopuntura Lee, adiacente ad un supermercato della Pick 'n' Save e a un drive-in di McDonald's. In questo gradevole scenario di provincia venne istituito un cordone di sicurezza straordinario attorno all'uomo il cui nome non era permesso pronunciare. Dentro Scientology il nuovo rifugio di Hubbard era noto soltanto come "X". La sede estiva di Gilman Hot Springs distava appena quattordici miglia, ma nessuno aveva il permesso di spostarsi direttamente tra le due località. Mike Douglas era uno dei pochi con sufficiente autorità per compiere viaggi regolari tra Hemet e Gilman, ma ogni volta doveva sobbarcarsi un giro tortuoso di 120 miglia.

Nell'appartamento dietro la clinica di agopuntura venne messo a punto un elaborato sistema di allarme, con cicalini e luci rosse ovunque. Tutto lo staff si esercitava con regolarità in modo da sapere perfettamente come comportarsi nel caso in cui alla porta si fossero presentati estranei - naturalmente dovevano negare di conoscere L. Ron Hubbard, ma dovevano anche cercare di comportarsi con normalità mentre il Commodoro veniva accompagnato fuori attraverso la porta sul retro, fino ad un'auto tenuta pronta per la fuga in un garage che si apriva su una strada diversa.

Una volta messe a punto tutte le precauzioni di sicurezza, Hubbard si rilassò e si preparò a godersi la vita di Hemet. Anche se occasionalmente lanciava il cibo contro le pareti quando pensava che il cuoco volesse avvelenarlo, in linea di massima era di umore molto migliore di quando cercava di girare film. Di solito si alzava verso mezzogiorno, si audiva per un'oretta poi si occupava della corrispondenza che le messaggere avevano ritenuto potesse vedere. Nel pomeriggio dedicava parecchie ore alla registrazione di lezioni, che montava con musiche di sottofondo che gli sembravano adeguate, mentre la sera guardava la televisione oppure si abbandonava ai ricordi davanti ad un pubblico piccolo ma attento.

«Credo che ritenesse vere le storie che ci raccontava, vere per lui» ha ricordato Kima Douglas. «Era un buon cantastorie, ed ascoltarlo era sempre piacevole. Una volta ci raccontò di essere stato la moglie di Tamerlano, e di come avesse pianto quando il marito combatté la sua ultima, grande battaglia. Un'altra volta si trovava su un'astronave in avaria atterrata sulla Terra prima dell'inizio della vita, e resosi conto delle sue potenzialità era tornato portandosi dietro semi da un altro pianeta da seminare sulla Terra. Non vedevo motivo per cui non dovesse essere vero.»

David Mayo ha ricordato i momenti in cui se ne stava seduto sul pavimento assieme ad un paio di messaggere, mentre il Commodoro suonava canzoni popolari alla chitarra e raccontava di quando si guadagnava da vivere come trovatore nelle Blue Mountains. «Credo che componesse le canzoni mentre le cantava» ha raccontato Mayo «e alla fine noi tutti applaudivamo.»

Dopo alcune settimane a Hemet Hubbard iniziò ad avventurarsi in città, camuffato con una grande varietà di travestimenti. Aveva un berretto da baseball a cui erano stati incollati dei capelli finti, cuscinetti di plastica per modificare la forma del viso e si truccava per cambiare il colore delle sopracciglia e delle basette. «Pensava sempre di essere molto bello» ha raccontato Kima, «ma di solito era solo un vecchio stravagante. Ho sempre pensato che sarebbe stato più sicuro vestirlo in modo ordinario e insignificante, ma lui non era d'accordo.» Voleva sempre indossare il cappello di sghembo, in modo brioso, e mostrare un certo stile. Era fatto così, molto divertente. Camminava per la strada principale sempre seguito da un paio di messaggere, ragazzine in shorts bianchi o jeans aderentissimi, e pensava di sembrare come uno degli abitanti locali, ma non era così.»

Hubbard sapeva pochissimo dell'America contemporanea, al punto che pensava che i centri commerciali fossero una innovazione meravigliosa e vi passava ore, comprando spesso ninnoli di plastica. Anche se quando usciva per compere non spendeva mai molto, investiva grosse somme di denaro in azioni, pietre preziose e oro. Michael Douglas era stato scelto come "Ufficiale delle Finanze del Commodoro" e gestiva un portafoglio enorme di azioni, nell'ordine di milioni di dollari. Negli appartamenti di Hemet due grosse casseforti custodivano sacchetti di monete d'oro e pietre preziose, ed altri gioielli erano custoditi nelle cassette di sicurezza della banca locale.

Per tutta l'estate del 1979 Hubbard seguì da vicino i progressi del battaglione di avvocati che cercavano di impedire che Mary Sue e i suoi coimputati finissero in prigione. Nell'intimità del nascondiglio di Hemet non faceva segreto della sua intenzione di troncare ogni rapporto con la moglie. Sosteneva spesso di non essere mai stato al corrente di ciò che Mary Sue stava facendo, e si lamentava del fatto che lei lo stava trascinando nei guai. Tutti sapevano che si trattava di una bugia.

David Mayo venne inviato da Mary Sue, che viveva in un appartamento nei pressi di Mulholland Drive a Los Angeles. Doveva parlare con lei e convincerla a prendere in considerazione l'idea di divorziare. «Rimase molto turbata ed offesa» ha raccontato Mayo, «credevo che mi avrebbe sbranato. In seguito tornai da lei diverse volte per assicurarmi che non avrebbe tradito Hubbard. Ecco la cosa di cui LRH si preoccupava molto, che nel corso del processo Mary Sue potesse rivelare che prendeva ordini da lui. L'aveva coperto così a lungo, e aveva avuto tante occasioni per tradirlo che non riusciva davvero a credere che lui potesse pensare una cosa del genere. Continuava a dirmi "Ma di che si preoccupa?" e dentro di me pensavo "Dio, non posso dirglielo".»

Hubbard, ancora non convinto di potersi fidare della moglie, decise di arrischiarsi ad incontrarla a Gilman Hot Springs. Nella sede estiva nessuno doveva sapere dell'imminente visita del Commodoro, ma non era difficile immaginarlo poiché una squadra di lavoro venne inviata a "Bonnie View" per sfregare e lucidare a mano ogni superficie. A Mary Sue venne detto di recarsi in un motel di Riverside ed attendere l'arrivo di Kima Douglas, che per vie tortuose la condusse a Gilman, controllando più volte di non essere seguite. Hubbard arrivò a bordo del furgone Dodge Ram, che attraversò i cancelli della proprietà a forte velocità. Le guardie all'ingresso misero immediatamente la catena. Nessuna messaggera assistette all'incontro e nessuno sa di che cosa discussero i due coniugi, così come nessuno li vide lasciare la proprietà.

Mary Sue non tradì mai il marito, ma non ne aveva mai nemmeno avuto l'intenzione. Il processo era stato fissato a Washington per il 24 settembre, ma in quella data la pubblica accusa e i legali della difesa stavano ancora contrattando e venne concessa una sospensione. L'8 ottobre, con un'insolita manovra legale, venne raggiunto un accordo in cui i nove imputati si sarebbero dichiarati colpevoli di un capo di imputazione se il governo avesse presentato una dichiarazione scritta del suo caso, evitando così un lunghissimo processo.

Il 26 ottobre, quindi, il Giudice Distrettuale Charles R. Richey dichiarò i nove scientologisti colpevoli ognuno di un capo di imputazione del rinvio a giudizio. Mary Sue ed altri due imputati vennero multati per 10.000 dollari e condannati a cinque anni di prigione. Gli altri imputati furono condannati a multe di importo simile e a pene detentive comprese tra l'uno e i cinque anni. Nel condannare Mary Sue il giudice le disse: «Negli Stati Uniti abbiamo un sistema di governo prezioso... chiunque, utilizzando quelle leggi o facendosi scudo di esse, cerchi di distruggere le fondamenta stesse del governo è assolutamente da condannare, e non può essere perdonato da alcun cittadino responsabile.» Tutti gli imputati dichiararono la loro intenzione di ricorrere in appello sulla base che le prove contro di essi erano state ottenute illegalmente.

I legali di Scientology speravano ancora di riuscire a impedire che i documenti sequestrati dal FBI nel corso delle irruzioni, e ancora posti sotto sigillo, venissero resi pubblici. Ma il 23 novembre, il giorno dopo il Ringraziamento, la corte di appello ordinò di rendere pubblico il materiale, per la delizia dei giornali e delle televisioni di tutti gli Stati Uniti che alla fine poterono raccontare gli strabilianti dettagli dell'Operazione Snow White e alzare il velo dallo strano e reticente mondo della Chiesa di Scientology.

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Smascherato e messo alla berlina dai giornali di tutto il paese, Hubbard ancora una volta si incupì, divenne sospettoso e temette per la propria sicurezza. Kima e Mike Douglas alla fine si erano posti serie domande sull'organizzazione e sul loro ruolo, ed avevano "fatto blow" [lasciato Scientology]. La partenza di due assistenti così fidati e di vecchia data aumentò maggiormente la paranoia del Commodoro che arrivò a dubitare della lealtà di chiunque avesse intorno, salvo Pat Broeker, il messaggero che l'aveva accompagnato a Sparks, Nevada, e Annie, la giovane moglie anch'essa messaggera. I Broeker furono lusingati e compiaciuti di assurgere al ruolo di più stretti confidenti del Commodoro.

Il rapporto di Hubbard con la realtà, da sempre tenue, peggiorò ulteriormente. Emise ordini di progetti per la preparazione di una nuova casa nei pressi di Hemet. Secondo il racconto di un assistente, doveva essere «in una zona abitata da bianchi, priva di polvere, difendibile, non circondata da zone più elevate e costruita sulla roccia.» Doveva inoltre essere circondata da alte mura, con «feritoie per il posizionamento di armi.» [10]

Alla fine di febbraio del 1980, qualche giorno prima del suo sessantanovesimo compleanno, Hubbard scomparve con Annie e Pat Broeker.

Nessuno lo vide più.

 

Note:

1. Deposizione di Anne Rosenblum.

2. Intervista a Dincalci.

3. Religion, Inc., Stewart Lamont, 1986.

4. Deposizioni di Adelle e Ernest Hartwell, St Petersburg Times, 9 gennaio 1980.

5. Intervista a Douglas.

6. Intervista a Armstrong.

7. Intervista a Urquhart.

8. Intervista a Mayo.

9. Intervista a Walters.

10. Archivi di Jon Atack.

 

*: Il ragazzo in questione si chiama Arnaldo Pagliarini Lerma. Quanto segue è la sua testimonianza sulla relazione sentimentale con Suzette Hubbard.

Perché ho deciso di lasciare Scientology
Tratto da L'Arte dell'Inganno

Un tempo ero un vero credente.

Ero convinto che Hubbard avesse tutte le risposte.

Poi incontrai sua figlia, Suzette Hubbard, lei ha cambiato tutto e le sarò grato per sempre.

Ero di stanza a New York City all'unità chiamata FOLO EUS, cioè Flag Operations Liason Office United States [Ufficio di Collegamento con le Operazioni di Flag per gli Stati Uniti] . Flag è il nome del corpo direttivo di Scientology. [...]. Ad esempio, quando si dovevano inviare filet mignon al "vecchio", come chiamavamo Hubbard, e non sapevamo neppure dove si trovasse, imballavamo le bistecche in contenitori di polistirolo riempite con ghiaccio secco e le inviavamo ad una destinazione segreta chiamata RONY [...] acronimo di Relay Office New York [Ufficio Staffetta di New York], che credo si trovasse nel Bronx o a Brooklyn.

Pare che Suzette Hubbard fosse stata trasferita lì.

Era il 1976 o giù di lì, prossimi alla fine della mia carriera in Scientology.

Un giorno uno dei tizi che consegnavano il materiale tornò da RONY dicendo che Suzette Hubbard voleva vedermi.

Alcuni mesi prima avevo scritto una lettera al "vecchio". All'epoca la direttrice dell'unità della corrispondenza era Suzette Hubbard. Nella mia lettera descrivevo un'idea tecnica che pensavo sarebbe stata grande, se solo avessimo avuto i soldi per finanziarla. La lettera venne consegnata a Suzette poiché nessuno riusciva a capire di che cosa stessi parlando. Pare che nemmeno lei avesse capito, e questo era il motivo per cui voleva vedermi. Mi accordai per incontrarci.

Bene, inutile dire che rimasi colpito da quella rampolla del vecchio, così vivace, intelligente, con due meravigliosi occhi verdi. Mentre le parlavo pensai di stare parlando con lo spirito più gentile della terra, avevamo così tante cose in comune.

In breve, ci guardammo e sentimmo suonare i violini. Iniziammo a vederci in segreto.

Qualche tempo dopo la trasferirono dalla località segreta nei pressi di New York alla sede di Flag, a Clearwater, Florida. In quel periodo il cibo che ci davano a FOLO EUS peggiorò notevolmente - spesso ci davano solo riso e fagioli. Risparmiavo i miei 10 dollari di salario settimanale per andarmi a mangiare una bistecca ogni tanto. Una volta me ne servirono una davvero grossa, e buonissima. Però stetti molto male. I dolori di pancia divennero così forti che persi completamente il controllo dell'intestino, facendomela addosso nella mia cuccetta. Mi portarono all'ospedale. Il dolore non mi aveva spaventato, fu la perdita di controllo a farlo.

Il medico mi disse che il mio corpo aveva perso la capacità di digerire il cibo, così pensai di prendermi una licenza per rimettermi in salute. Non riuscivo più a digerire le porzioni abbondanti di cibo. Se non riesci a digerire ciò che mangi, il cibo rimane nell'intestino e ti avvelena. Ancora adesso quando mangio molto devo prendere degli enzimi digestivi.

Comunque, chiesi una licenza alla Sea Org e iniziai a vendere sculture di metallo nel Village. Avevo bisogno di soldi per pagare i conti del medico, e rimettermi in salute.

Suzette era a Flag, iniziammo a scriverci e a progettare una fuga romantica. Usai i soldi che avevo messo insieme con la vendita delle sculture [...] ed acquistai un biglietto aereo per Tampa, dove mi vennero a prendere con uno di quei pulmini bianchi ancora in uso a Clearwater per trasferire gli scientologisti.

Poiché ero un Executive della Sea Org in licenza, mi permisero di alloggiare al Fort Harrison. Un giorno io e Suzette sgattaiolammo al tribunale di Clearwater e ci facemmo rilasciare una licenza matrimoniale. Andammo anche dal medico per gli esami del sangue. La legge della Florida stabilisce che dopo aver ottenuto la licenza matrimoniale si devono attendere 48 ore prima di contrarre matrimonio, consumarlo e registrarlo.

Suzette veniva audita ogni giorno. Una delle domande che ti pongono all'inizio di ogni seduta è la "domanda sui segreti": «qualcuno ha quasi scoperto qualcosa su di te?»

Beh... Suzette parlò. Nel corso della sua seduta "confidenziale" di auditing vuotò il sacco.

Mi ritrovai in camera mia, tenuto fermo da 5 membri della Sea Org. Poco dopo mi condussero in un'altra stanza, con solo una sedia e una lampadina nuda, nient'altro, sembrava una scena nazista. Entrarono due tizi che chiusero a chiave la porta. Mi sottoposero ad un lunghissimo interrogatorio. Non ricordo i dettagli della discussione. Ero veramente frastornato. Ricordo la conclusione, l'offerta, se così volete chiamarla. Se avessi mandato a monte il matrimonio con Suzette mi avrebbero "accompagnato fuori dai confini di stato della Florida con tutte le parti del mio corpo ancora al loro posto".

Fu nel rendermi conto del punto in cui l'organizzazione si sarebbe spinta che presi la decisione di scappare alla prima occasione. Così stetti al gioco, dissi a Suzette che non ci saremmo sposati e la guardai piangere. Non potevo fare altro, viste le circostanze.

Tornai subito a New York e raggranellai il denaro sufficiente per rimettere in strada il mio vecchio furgone Volkswagen, parcheggiato in New Jersey a casa di David Culver, oggi anch'egli ex scientologista. Telefonai a mia madre e le dissi che stavo tornando a casa perché dovevo riflettere un po' sulla mia vita.

Il punto è che, in un certo senso, sono stato fortunato.

Suzette mi chiedeva spesso «non hai paura di mio padre?» e io pensavo «perché dovrei temere l'uomo più etico del pianeta?»

Quello fu lo shock che mi spinse fuori dallo stato di trance indotto dall'elaborato spettacolo messo in scena da L. Ron Hubbard.

A volte penso che quei dieci anni siano stati un terribile spreco. Tuttavia, se non avessi investito tanto tempo alla ricerca delle bugie di cui L. Ron Hubbard ha disseminato quell'incredibile follia che si chiama Scientology, oggi non riuscirei a spiegarvi di che cosa è fatta quella follia. Forse devo ringraziare Suzette Hubbard, che disgustata da quello spreco voleva «scappare da tutto questo», mentre mi salutava con la mano davanti al Fort Harrison di Scientology, a Clearwater. Spero ce l'abbia fatta.

Arnie Lerma

 
 
 
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