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La guerra di Scientology contro i giudici americani

Di James B. Stewart, Jr.

Tratto da The American Lawyer, rivista legale, dicembre 1980. Si ringrazia Entheta.net per aver archiviato l'articolo.

Traduzione e note a cura di Martini

 

Il 5 dicembre 1980, mentre il giudice della Corte Distrettuale degli Stati Uniti Charles Richey si stava riprendendo da due embolie polmonari e da un forte esaurimento, i legali della Chiesa di Scientology e del Dipartimento di Giustizia si incontravano dinanzi al Giudice Aubrey Robinson, successore di Richey nel caso di cospirazione durato due anni contro 11 membri della Chiesa di Scientology.

Il Giudice Richey aveva già condannato nove degli 11 imputati originali, ma i restanti due, recentemente estradati dall'Inghilterra, stavano per affrontare il processo. «In modo particolare dal punto di vista di Vostro Onore in relazione a questi imputati, che sono membri della Chiesa di Scientology…» esordiva John Shorter, Jr., legale di uno degli imputati, subito interrotto dal Giudice Robinson: «Vuole sollevare una mozione di ricusazione?». Il Giudice già sapeva che cosa presagiva il commento di Shorter, essendo stato testimone della campagna degli scientologisti per far estromettere dal caso il Giudice Richey. «È una battuta di pesca?».

Robinson è il quarto giudice del distretto di Washington DC a presiedere il caso Scientology, e il target più recente della strategia di litigiosità legale di "attacco" inventata dagli scientologisti. La strategia consiste in una guerra a tutto campo contro i giudici distrettuali di DC, una guerra molto più sofisticata, meglio finanziata e riuscita delle bizzarre tattiche usate da qualche altro gruppo contro gli avversari in aula, come ad esempio il tentativo di Synanon di assassinare un avvocato della controparte facendogli trovare un serpente a sonagli nella cassetta delle lettere [1].

A differenza di Synanon, da lungo tempo la Chiesa di Scientology cerca di distinguersi come religione legittima. Fondata nel 1954 da L. Ron Hubbard, scrittore di fantascienza, filosofo e autore del best seller Dianetics: La Forza del Pensiero sul Corpo, la chiesa sostiene di avere cinque milioni di aderenti alla propria filosofia di auto-aiuto. La Chiesa di Scientology si è definita l'erede spirituale del Buddismo nel mondo occidentale, e si incentra su ciò che definisce "assistenza pastorale" per accrescere capacità e consapevolezza dei propri membri. Ma negli ultimi anni è stata accusata di "lavaggio del cervello" e molestie contro i suoi membri, ed è rimasta coinvolta in decine di cause legali tra cui le accuse penali del 1978 per cospirazione contro 11 dei suoi membri. Questi contrattempi hanno scatenato crescenti reazioni militanti che si sono incentrate, per quanto riguarda il caso di cospirazione, sul sistema giudiziario federale. La strategia legale degli scientologisti è stata quella di forzare la ricusazione dei giudici incaricati di valutare le accuse penali pendenti contro altri scientologisti.

Nel 1976 il giudice della Corte distrettuale di DC [District Columbia], George Hart, Jr., propose informalmente la deposizione di Hubbard in una delle numerose cause presentate dalla chiesa in base al Freedom Of Information Act. L'osservazione di Heart (nessuna deposizione si dimostrò necessaria) portò i rappresentanti di Scientology a ritenere che il governo fosse a conoscenza di qualcosa di incriminante per Hubbard. Come conseguenza la chiesa intensificò i suoi sforzi per sapere che tipo di informazioni il governo potesse avere.

Nello stesso periodo la chiesa stava emettendo dei "Guardian Programme Orders" (direttive indirizzate ai membri della chiesa) che ordinavano loro di usare «fonti nascoste standard» e «ogni possibile colloquio sotto copertura» per tenere controllate le attività di tutti i giudici delle corti distrettuali che presiedevano le cause FOIA. Nel 1977 la direttiva venne estesa a tutti e 15 i giudici attivi nella corte distrettuale federale di DC.

In alcuni casi, fingendosi studenti e giornalisti gli scientologisti intervistarono i giudici, fecero ricerche sulla loro carriera e background, li pedinarono e prepararono dossier. Secondo i documenti di Scientology l'obiettivo era determinare il «livello di tono» e i «bottoni» - cioè, in gergo scientologico, i loro punti vulnerabili. Ma le operazioni della chiesa si spinsero ben oltre la sorveglianza legale. Membri della chiesa furono scoperti a scassinare le porte degli uffici dell'IRS e del Dipartimento di Giustizia, a rubare e copiare documenti ed ad origliare. Il 15 agosto 1978 undici scientologisti vennero accusati di intercettazioni di comunicazioni verbali dell'IRS a mezzo di dispositivi elettronici, di aver falsificato tesserini identificativi del governo, di essersi illegalmente introdotti in edifici governativi, di aver reclutato scientologisti al fine di infiltrare il governo, di aver rubato fascicoli di proprietà dell'IRS, del Dipartimento [Ministero] di Giustizia e della Procura degli Stati Uniti, di aver cospirato per ottenere illegalmente documenti di proprietà degli Stati Uniti, e di aver ostruito la giustizia.

Gli imputati scientologisti assunsero un collegio di difesa molto famoso [2]. Mary Sue Hubbard, moglie del leader della chiesa L. Ron Hubbard, che tra gli imputati ricopriva la carica maggiore nell'organizzazione, si affidò a Leonard Boudin della Rabinowitz, Boudin & Standard e a Michael Hertzberg, professionista in proprio, entrambi avvocati attivisti che ora lavorano a New York City. Gli altri due imputati Henning Heldt e Duke Snider si rivolsero all'avvocato Philip Hirschkop di Alexandia, Virginia, che nel 1970 aveva assistito i protestanti anti-guerra "DC Nine". In totale, per difendere 9 imputati (altri due erano fuggiti in Inghilterra, da dove poi sono stati estradati) furono assunti 12 avvocati. Ben presto Boudin e Hirschkop presero il ruolo dominante nella difesa.

Boudin e Hirschkop hanno rifiutato di discutere i motivi per cui furono scelti, ma la loro identificazione con cause radicali e impopolari deve essere stata indubbiamente attraente per i membri della chiesa. Si è trattato della prima associazione di Bouldin con la chiesa, ma Hirschkop aveva già gestito un caso di perquisizione e sequestro nel 1977.

Un avvocato che rappresenta gli scientologisti e ha lavorato con Boudin e Hirschkop offre questa difesa ideologica per la loro assunzione del caso: «Si tratta di un semplice caso di in cui il governo ha strafatto. Il governo semplicemente non può tollerare un'organizzazione con credenze non convenzionali. Gli scientologisti combattono per i loro diritti - in modo aggressivo». Un altro legale che ha lavorato al caso aggiunge che deve aver influito l'aspetto economico: «Questa gente paga i conti - un sacco di dollari alla volta - che è più di quanto si possa dire per gran parte dei clienti impopolari. Questa causa finanzierà molto lavoro pro bono». Hirschkop non ha rivelato l'importo degli onorari ricevuti dagli scientologisti, ma la chiesa è un cliente facoltoso. In un caso uno dei suoi membri ha pagato 30.000 dollari le sedute di assistenza richieste.

Qualsiasi siano le ragioni per cui hanno accettato il caso, non sono stati principi superiori ad aver caratterizzato la campagna dei legali di Scientology contro i giudici del Distretto di Columbia. Nell'agosto del 1978 il caso venne assegnato al Giudice Hart, lo stesso giudice i cui commenti avevano intensificato le operazioni di intelligence e che, come i suoi colleghi della corte distrettuale di DC, furono sottoposti ad indagine. Divenne la prima vittima della strategia di ricusazione degli scientologisti.

Boudin presentò la prima richiesta di ricusazione nel gennaio del 1979. La sua teoria era nuova: sostenendo che il Giudice Hart era egli stesso obiettivo delle possibili attività illegali degli scientologisti si sarebbe potuto dimostrare prevenuto, o sembrare tale, nei loro confronti. Nella sua mozione Boudin citò un documento di Scientology che ordinava un'operazione di raccolta dati «coperta» e «palese» nei suoi confronti che, nelle parole stesse di Boudin, «[avrebbe forse incluso] l'adozione di metodi che violavano la privacy del giudice e altri diritti, e forse in violazione delle leggi penali». Boudin concluse che «Si fa presente alla giuria che il giudice incaricato di presiedere il caso potrebbe essere vittima di possibili azioni illegali», e «il giudice ha un ovvio interesse che può influenzare l'esito del caso».

Nonostante i documenti a cui governo e collegio difensivo avevano avuto accesso, e che ordinavano operazioni simili su tutti i giudici delle corti distrettuali del District of Columbia, Boudin dichiarò di non essere a conoscenza di ordini per altre campagne simili.

Sebbene i legali del governo, coordinati dal procuratore capo Raymond Banoun, avessero protestato vigorosamente, discutendo sul fatto che gli scientologisti stavano usando le loro possibili attività illegali per squalificare il giudice, Hart accettò la mozione di ricusazione e si ritirò. Hart negò di avere pregiudizi, ma convenne che l'apparenza di imparzialità era stata corrotta dalle operazioni di sorveglianza degli scientologisti contro di lui. Recentemente Hart ha detto: «temevo che una giuria avrebbe avuto pregiudizi contro gli imputati a causa delle loro presunte minacce nei miei confronti». Il caso venne assegnato al giudice Louis Oberdorfer che, alla luce della recente esperienza del collega Hart, chiese memorandum e argomentazioni orali ad entrambe le parti sui principi che potevano indicare potenziale terreno di squalifica.

Nelle loro note i legali del governo sottolinearono che Oberdorfer in precedenza era stato assistente procuratore generale addetto alla divisione fiscale del Dipartimento di Giustizia, che nel 1969 aveva perseguito un caso che aveva posto termine allo status di esenzione della Chiesa di Scientology di Los Angeles, la chiesa fondatrice. Oberdorfer concluse di aver avuto «conoscenza personale dei fatti in disputa» ed egli stesso, il 5 febbraio 1979, si ritirò. Poco dopo il caso venne affidato a Richey, 57 anni, designato da Nixon nel 1971, il cui passato liberale - in particolare nell'ambito dei diritti degli imputati - sorprese i primi critici. Inizialmente la designazione colpì positivamente gli imputati. In un opuscolo intitolato " "The Trial of the Scientology Nine," [Il Processo agli Scientologisti Nine, in ricordo dei DC Nine] diffuso dalla chiesa, il giudice Richey venne descritto come una persona «dall'aspetto molto paterno… nonostante sia zoppo per un problema congenito all'anca, non si nota né l'andatura claudicante, né la sua bassa statura. I suoi occhiali che riflettono le luci dell'aula di giustizia aggiungono vigore al quadro di un uomo di profonda intelligenza e solidarietà». Quando lo stesso Richey chiese se esistessero basi per una mozione di ricusazione, Boudin e Hirschkop si dissero soddisfatti della sua assegnazione al caso. Il loro atteggiamento venne ben presto smentito da una campagna di molestie avviata dentro e fuori l'aula di giustizia.

Nell'estate del 1979 le sessioni della corte si trasferirono a Los Angeles per circa tre settimane; Richey aveva programmato di raccogliere in quella città le testimonianze sulla mozione degli scientologisti per annullare le prove sequestrate nel corso delle perquisizioni del 1977 condotte dal FBI nelle sedi della chiesa. Le migliaia di documenti sequestrati in quell'occasione costituivano il nucleo centrale delle prove a carico dei presunti cospiratori. Le udienze erano state trasferite a Los Angeles per andare incontro ai testimoni scientologisti.

Prima della partenza per la California il giudice Richey ricevette diverse minacce di morte. Il giudice non ha mai lasciato a intendere pubblicamente che quelle minacce provenissero dagli scientologisti e disse che non avevano relazione con il caso; ma quando si imbarcò per Los Angeles era scortato da due ufficiali federali e nel tribunale federale della città californiana vennero approntate elaborate misure di sicurezza.

Nel corso delle udienze gli avvocati della difesa interruppero ripetutamente i procedimenti con obiezioni, mozioni e commenti udibili, compresi insulti al giudice. Hirschkop ed altri legali, ad esempio, ordinarono ripetutamente e a voce alta ad un collaboratore di collocare le decisioni avverse in un mitica "cartella degli errori di brutto". In diverse occasioni Hirschkop accusò Richey di mentire. A volte Richey lasciò l'aula piuttosto che accusare il collegio difensivo di disprezzo alla corte. Solo una volta, nel corso di un'udienza, il giudice sembrò esplodere: parlando a Hirschkop gli disse «Voglio dirle ora e qui che sono molto irritato dal suo comportamento, perché non ho fatto nulla per danneggiare i suoi clienti. Questi atti sono pieni di insulti e tutto il resto, io non l'ho insultata e non intendo farlo». Banoun, il pubblico ministero, ha detto che Richey fu troppo accomodante: «Non avrebbe dovuto tollerare quel comportamento».

Hirschkop ha sostenuto che fu lui ad essere insultato: «Richey mostrò disprezzo per me», ricordando la volta in cui Richey cercò di "costringerlo" a mangiare delle patatine fritte in aula (Secondo Banoun, il giudice semplicemente offrì a tutti i legali alcune patatine che non aveva finito a pranzo). «Dissi che Banoun era un bugiardo» ha continuato Hirschkop «e il giudice mi ammonì. Ma Banoun poteva insultarmi impunemente». Banoun ha negato. Hirschkop ha ammesso che si "scaldava" di frequente quando aveva a che fare con il giudice Richey, ma ha detto che «non mi sono mai rivolto a lui con termini offensivi».

Nel settembre del 1979, dopo le udienze di Los Angeles, Richey rigettò la mozione degli scientologisti per annullare le prove sequestrate dall'FBI. Alla fine gli imputati presentarono un accordo sui fatti che consistette nell'ammissione delle accuse principali nei loro confronti, e rinunciarono ad un processo con la giuria. In cambio il governo accettò di lasciar cadere 23 delle 24 imputazioni.

Il giudice Richey ammonì esplicitamente gli scientologisti che l'accordo sarebbe potuto risultare probabilmente nella loro condanna; successivamente condusse la propria analisi delle prove che, disse, «erano schiaccianti», e il 26 ottobre decretò la colpevolezza di tutti e nove gli imputati. Il 6 dicembre, due giorni prima della condanna, venne presentata una mozione di ricusazione contro Richey. Di nuovo Boudin e Hirschkop mantenevano la straordinaria posizione secondo cui la reazione del giudice alle loro tattiche in aula, e alle minacce, dimostrava che Richey aveva pregiudizi contro gli scientologisti. Ad esempio, senza dire che le minacce di morte erano state fatte dagli scientologisti, Hirschkop affermò che «stando alle informazioni e alla nostra convinzione, il sistema di sicurezza approntato a Los Angeles era in relazione all'apprensione della corte in relazione agli imputati di questo caso, o alla loro chiesa», aggiungendo che «è impossibile immaginare una fonte di pregiudizio maggiore - o più chiaramente "extra giudiziaria" - del timore per la propria vita o il proprio benessere».

Qualsiasi fossero i suoi meriti, la mozione di ricusazione presentava evidenti vizi in almeno due aspetti tecnici. Lo statuto di ricusazione prevede una mozione "tempestiva" sostenuta da una dichiarazione giurata firmata da una "parte". Questa mozione venne presentata quattro mesi dopo gli eventi lamentati - e dopo circa 120 mozioni presentate dalla difesa che si erano risolte contro gli scientologisti - ed era sostenuta dalla dichiarazione giurata di Hirschkop, non di uno degli imputati («avrei dovuto presentarla molto prima» ha sostenuto l'avvocato «Richey fin dall'inizio si era dimostrato prevenuto»). In risposta alla mozione, il giudice Richey difese le precauzioni di sicurezza facendo notare che «la corte può accettare precauzioni ragionevoli senza il rischio di contaminare le sue decisioni nel caso». Rifiutò la mozione e il giorno stesso condannò i nove imputati a pene comprese tra i sei mesi e i cinque anni di carcere. Il medesimo giorno della condanna otto di essi estrassero assegni da 10.000 dollari e tutti e nove, ora, sono in libertà in attesa di appello.

Il rifiuto della prima mozione di ricusazione e le condanne, che gli scientologisti considerarono inconcepibilmente severe, portarono ad un raddoppio dei tentativi della difesa per fare estromettere Richey dal caso. Sei mesi dopo, nel giugno del 1980, il collegio di difesa era pronto con una nuova mozione di ricusazione, per Richey molto più dannosa e minacciosa della prima. Il fondamento per quella mozione era stato gettato circa un anno prima, poco dopo le udienze di Los Angeles.

Quell'estate Thomas Dourian, giornalista ufficiale della corte del giudice Richey, che l'aveva accompagnato a Los Angeles, venne avvicinato da Hirschkop poco dopo il loro ritorno a Washington. In una dichiarazione giurata presentata in risposta alla seconda mozione di ricusazione Dourian dichiarò che Hirschkop voleva sapere se le precauzioni di sicurezza adottate a Los Angeles erano state motivate dalla paura di Richey degli scientologisti. Dourian negò che il giudice avesse paura, ma confermò che prima di lasciare Washington il giudice, sua moglie e i loro due figli avevano ricevuto due minacce di morte.

Poco dopo questo incontro, nel dicembre del 1979, uno dei legali di Scientology assunse Richard Bast, un investigatore privato che diversi anni prima aveva lavorato per Hirschkop; doveva indagare sulle precauzioni di sicurezza adottate dal giudice Richey. L'onorario di Bast fu di 321.000 dollari più le spese. Uno dei primi passi dell'investigatore consistette nell'infiltrare il circolo ristretto del giudice presso il tribunale. Nella primavera del 1980, pochi mesi dopo la condanna degli scientologisti, Fred Cain, uno dei dipendenti di Bast e poliziotto in pensione, avvicinò James Perry, uno dei due ufficiali federali che avevano accompagnato Richey a Los Angeles. Cain gli spiegò di essere stato assunto da un industriale europeo la cui figlia si era suicidata, presumibilmente come conseguenza della sua affiliazione alla Chiesa di Scientology, e che il suo incarico consisteva nello scoprire informazioni che potessero danneggiare la chiesa. Secondo Bast, Perry disse a Cain che avrebbe voluto scrivere un libro sul caso di Scientology, e Bast gli offrì 2.000 dollari in contanti. Bast ha detto che Perry accettò il denaro e si accordò per lavorare insieme.

La sera del 23 maggio Perry e Cain incontrarono Dourian, il reporter del tribunale, nella sua casa di Washington. Secondo la dichiarazione giurata di Dourian, Cain si presentò come investigatore privato della International Investigations, Inc., l'agenzia di Bast, raccontandogli la medesima storia sull'industriale europeo.

Dourian ha dichiarato anche di aver ritenuto quella storia improbabile, ma visto che la porta di casa sua era stata scassinata ed aveva ricevuto telefonate di minaccia, che lui sospettava provenissero dagli scientologisti, era curioso di sapere che cosa stessero facendo Cain e Perry. Secondo la sua dichiarazione giurata Dourian incontrò Cain in altre tre occasioni, e ogni volta questi gli fece domande sul giudice Richey. Dourian ha dichiarato che durante l'incontro in casa sua del 31 maggio 1980 si era reso conto che la conversazione veniva registrata. Cain aveva bevuto molto, così il reporter riuscì a sfilargli di tasca un piccolo registratore e tre cassette. L'ultimo incontro con Cain avvenne il 19 giugno, quando incontrarono Bast e andarono a cena al Pizza Hut poco distante. Di nuovo gli vennero fatte domande su Richey, e la conversazione venne registrata.

Le registrazioni di Dourian, assieme a dichiarazioni registrate fatte da Hirschkop - e tutte raccolte da Bast - formarono la base per la successiva mozione di ricusazione contro il giudice Richey. La mozione, che incorporava pesantemente la precedente presentata da Hirschkop, è stata presentata il 20 giugno 1980, all'inizio del procedimento contro i due imputati recentemente estradati dall'Inghilterra. Per alcuni dei legali degli scientologisti, tuttavia, la strategia di ricusazione si era spinta troppo oltre. Evidentemente tra le fila della difesa esisteva opposizione alle mozioni e al modo in cui erano state preparate. Uno dei legali, Michael Nassbaum che rappresentava due degli imputati, non ha firmato i documenti e si è ritirato dal collegio difensivo.

La dichiarazione giurata a sostegno di questa mozione è stata firmata da Morris Budlong, uno degli imputati estradati, dopo aver ascoltato i vari nastri e parlato con Hirschkop. Tra i commenti pregiudiziali che Budlong ha attribuito al giudice Richey si riscontrano: che le minacce di morte contro Richey erano state fatte dagli scientologisti; che Jim Jones e gli scientologisti erano "la stessa cosa"; che una condanna agli scientologisti sarebbe stato il suo "fiore all'occhiello"; e che Richey aveva detto ad un altro giudice che gli scientologisti stavano diffondendo chiacchiere su di lui, in un "complotto" teso a screditarlo. Una criptica nota a piè di pagina della dichiarazione giurata rifiutava di fornire dettagli sulle presunte chiacchiere contro Richey, sostenendo «rispetto per la corte in quanto istituzione». Ma Hirschkop ed altri nel collegio difensivo conoscevano i dettagli del complotto a cui Richey alludeva.

Avevano appreso quei dettagli da Bast, che ha dichiarato di aver setacciato la zona di Los Angeles per raccogliere informazioni sui costumi personali del giudice, intervistando dipendenti di motel e ristoranti, e registrando video ed audio cassette. Bast aveva portato le informazioni non rivelate nella mozione al columnist politico Jack Anderson. La figura centrale della storia di Bast era una sedicente prostituta che lavorava al Brentwood Holiday Inn, l'albergo presso cui il giudice Richey aveva soggiornato durante le udienze di Los Angeles. In una registrazione video mostrata a Gary Cohn, collaboratore di Anderson, la prostituta ricordava con «solleticanti dettagli», nelle parole di Cohn, un incontro avuto al motel con il giudice Richey, e di come questi si fosse procurato i suoi servizi. Cohn ha riferito che Bast gli aveva anche mostrato: i risultati di test alla macchina della verità condotti da Cain, tesi a dimostrare che la prostituta stava dicendo il vero; una registrazione in cui Perry, l'ufficiale federale, affermava che Richey aveva detto «Andiamo a cercarci una donna»; e una registrazione di Dourian, il reporter del tribunale, che diceva che Richey «era sempre a caccia di ragazze».

Cohn ha riferito che all'inizio era stato molto scettico sulla storia, perché sapeva che Bast lavorava per gli scientologisti. Ma ha aggiunto che aveva lavorato spesso con lui, e si fidava. Aveva considerato la possibilità che la prostituta fosse lei stessa una scientologista, usata appositamente per incastrare il giudice, ma poi aveva scartato questa ipotesi. Bast ha dichiarato di aver scoperto "per caso" la prostituta, di averla pagata 1.200 dollari, che non è una scientologista e non batte più.

Cohn scrisse il pezzo, apparso nella rubrica di Anderson, concentrandosi sull'indagine di Bast e sul fatto che Richey si fosse procurato una prostituta. Cohn ha aggiunto di «non essere soddisfatto» del modo in cui fu scritto il pezzo. Nella sua dichiarazione giurata il reporter Dourian, che aveva ascoltato i nastri sottratti dalle tasche di Cain, ha negato i commenti a lui attribuiti.

I quotidiani abbonati alla rubrica di Anderson ricevettero l'articolo sul giudice Richey verso l'11 luglio, una settimana prima della sua pubblicazione, il 18 dello stesso mese. Alcuni di essi erano recalcitranti a pubblicarlo - il New York Daily decise di non farlo - e il Washington Post lo usò soltanto dopo aver avuto lunghe conversazioni con Cohn. Quest'ultimo ha affermato di non aver mai contattato Richey per un commento, e nonostante il redattore del Post Ben Bradlee si sia detto sicuro che «avevamo chiamato [Richey] in relazione all'articolo», nemmeno nella versione pubblicata dal Post apparve un suo commento.

Il 16 luglio Richey emise la sua decisione. Riferendosi chiaramente alla rubrica di Anderson di prossima uscita, di cui era stato forse informato dalle chiamate e dai messaggi dei giornalisti, Richey definì la mozione di ricusazione come «questo più recente tentativo nel crescente attacco alla corte», e trovò che le basi per la mozione erano «insufficienti in termini legali», poggiando unicamente su «sentito dire, chiacchiere e pettegolezzi». Ma il giudice continuò dicendo che «gli imputati e il loro collegio difensivo hanno ingaggiato attacchi infondati e senza posa contro questa corte. Le loro ragioni sono evidenti. È un tentativo di trasformare il processo… in un processo a questo giudice» [3]. Sebbene avesse definito il tentativo di rimuoverlo dall'incarico un «classico esempio» di abuso dello statuto di ricusazione, scrisse che «è venuto il momento in cui il procedimento relativo a questo caso si interessi del merito, con l'attenzione di tutti diretta ai veri argomenti in dibattimento». Secondo i suoi colleghi, le conseguenze per il giudice furono che concluse il caso in stato di esaurimento e prossimo al collasso.

Il 18 luglio la rubrica di Jack Anderson apparve sui quotidiani di tutto il paese. Cinque giorni dopo il giudice Richey venne ricoverato per esaurimento ed embolia polmonare. Da allora ha rifiutato di rilasciare dichiarazioni sul caso, citando il codice di condotta professionale.

Ma per Richey le dure prove potrebbero non essersi concluse. Hirschkop ha solennemente promesso che la sua campagna contro il giudice continuerà, sostenendo che l'affaire della prostituta è solamente «la punta dell'iceberg». Nonostante abbia rifiutando di svelare i dettagli, ha affermato che, in caso di necessità, esporrà ulteriori informazioni dannose scoperte da Bast.

Oltre ai ritardi, l'impatto legale della campagna contro il giudice Richey è stato irrilevante per il procedimento contro gli imputati scientologisti. Sebbene sia pendente un appello per quanto riguarda la perquisizione e il sequestro, le condanne dei primi nove rimangono. Il processo contro i rimanenti due imputati è iniziato lo scorso ottobre con il giudice Robinson, e sta continuando.

Le attività in cui gli scientologisti e il loro collegio difensivo si sono impegnati nella gestione di questo caso sembrano destinate unicamente a soddisfare un comandamento scritto da L. Ron Hubbard:

«La DIFESA di qualsiasi cosa è INSOSTENIBILE. Il solo modo per difendere qualcosa è ATTACCARE, e se doveste dimenticarlo allora perderete ogni battaglia che intraprenderete, sia in termini di conversazione personale, pubblico dibattito o in un'aula di giustizia. NON INTERESSATEVI MAI DELLE ACCUSE. FATE voi molte PIU' ACCUSE, e VINCERETE».
Nel numero del luglio 1980 la rivista American Lawyer ha citato il giudice Charles Richey come peggior giudice distrettuale federale del District of Columbia. L'avvocato che con maggior veemenza aveva denunciato Richey apparteneva al collegio difensivo degli scientologisti, e quello stesso avvocato ha indirizzato il nostro reporter ad altri legali che avevano rappresentato imputati appartenenti alla Chiesa di Scientology. Il reporter, che nel frattempo ha lasciato lo staff, ha detto che non era a conoscenza dei tentativi fatti dagli scientologisti per screditare e ricusare il giudice Richey. Senza i commenti così profondamente offensivi di quell'avvocato, e i suoi riferimenti ad altre "fonti", il nostro reporter ha affermato che non avrebbe citato Richey nella sua analisi.
 

Battaglie su altri fronti

Dalla sua fondazione, circa 30 anni fa, la Chiesa di Scientology ha ingaggiato una litigiosità legale quasi continua. Oltre ai periodici scontri con il governo, la chiesa ha presentato montagne di cause contro i media per impedire che riferissero sulle sue attività.

Tra i casi più recenti che coinvolgono la chiesa e i media: Sono state presentate 14 cause contro Paulette Cooper, giornalista freelance di New York, autrice del libro del 1971 "The Scandal of Scientology" [4], e contro il suo editore. I documenti della chiesa sequestrati nel 1977 a Los Angeles, e resi pubblici lo scorso anno, hanno rivelato la cosiddetta "Operazione Freakout" [5], una campagna di molestie contro la Cooper che hanno incluso minacce di morte, telefonate oscene, false lettere sul suo comportamento sessuale e una finta minaccia dinamitarda contro la chiesa, conclusasi con il rinvio a giudizio della giornalista nel 1973. Le accuse contro la Cooper sono cadute nel 1975. Ora la giornalista ha risposto con una causa contro la chiesa da 55 milioni di dollari per risarcimento danni.

Nel 1977 una causa contro il San Diego Union richiedeva 10.000 dollari di danni per invasione della privacy: un suo reporter si era iscritto ad un corso di Scientology per poter scrivere un articolo. La chiesa si offrì di ritirare la causa se fosse stato abbandonato il progetto dell'articolo, ma dopo la sua pubblicazione aumentò la richiesta di danni per [illeggibile] dollari, ed aggiunse contro il giornale una denuncia per truffa e inganno. Il caso venne archiviato con rito abbreviato.

Nel 1976 la chiesa querelò il Clearwater Sun della Florida per 1 milione di dollari, e minacciò di querelare il St. Petersburg Times per una sua serie di articoli. Gli scientologisti diffusero chiacchiere che facevano collegamenti tra i funzionari del quotidiano e la CIA, l'FBI e il Partito Comunista, e molestarono i suoi giornalisti. Il Sun controbatté denunciando la chiesa per abuso di processo, e il Times richiese un'ingiunzione per far cessare le molestie della chiesa contro i suoi giornalisti. In seguito la chiesa ritirò la causa contro il Sun, e le minacce di querelare il Times non ebbero seguito.

Nel marzo del 1979 la chiesa querelò invece gli scrittori di New York Jim Siegelman e Flo Conway, dopo le critiche mosse a Scientology nel corso del "David Suskind Show" in cui discutevano il loro libro, Snapping. Dopo l'archiviazione del caso, la coppia contro querelò accusando la chiesa di averli perseguiti in mala fede.

In seguito la chiesa si è trovata sulla difensiva a seguito di una raffica di denunce presentate da ex membri e neofiti delusi. Attualmente i casi pendenti contro Scientology sono:

una causa presentata il 21 ottobre da Lawrence Stifler di Boston, maratoneta, che chiede 41,25 milioni di dollari per danni subiti dopo essere stato presumibilmente assalito da un reclutatore di Scientology. Stifler afferma che, a causa dei danni, non può più correre;

una causa da 16 milioni di dollari presentata in aprile da Tonya Burden, ventenne ex membro, che afferma di essere stata ingannata e costretta a restare nella chiesa, sfruttata come schiava e rapita dopo la sua fuga;

una causa da 21 milioni di dollari presentata in febbraio dal chitarrista jazz Gabor Szabo, in cui accusa la chiesa di malversazione, rapimento e di averlo costretto a sottoporti ad un "corso di riparazione alla vita";

Una denuncia presentata lo scorso dicembre dall'ex membro dello staff della chiesa Lavenda Van Schack, che chiede 200 milioni di dollari per conto di ex membri. La denuncia accusa la chiesa di controllo mentale, sorveglianza elettronica illegale e di aver lasciato trapelare ai media dettagli sulla sua vita privata.

Lo scorso anno Julie Titchbourne, ex membro della Chiesa di Scientology, ha ottenuto una sentenza di risarcimento danni per 42 milioni di dollari a Portland, Oregon; la giuria ha deciso che le promesse della chiesa per una vita migliore erano fraudolente. La chiesa ha successivamente fatto causa a quattro "deprogrammatori", per un totale di 2 milioni di dollari, sostenendo che erano stati loro ad indurre la Tichbourne a rivoltarsi contro la chiesa.

 

Note:

1. «Un evento molto noto è quello accaduto ad un avvocato californiano che rinvenne un serpente a sonagli nella cassetta della posta. L'animale era stato collocato da membri di Synanon, il programma di disintossicazione da droga ed alcol divenuto una setta multimilionaria (in dollari) dopo essersi trasformato da ente benefico a religione. Paul Morantz, avvocato di Pacific Palisades, si era opposto a Synanon in tre cause civili, oltre che in un caso di custodia infantile in cui il giudice aveva stabilito che i ragazzini, che vivevano all'interno del gruppo, fossero assegnati alla nonna.
[…] Il pomeriggio del 19 ottobre 1978, rientrando a casa, Morantz aprì la cassetta della posta e venne morso da un serpente a sonagli lungo 1,30 mt che qualcuno vi aveva collocato. I sonagli erano stati tolti perché non facesse rumore. Al personale dell'ambulanza che lo soccorse pare abbia detto "Sono stati quelli di Synanon". Riuscì a cavarsela grazie a undici fiale di siero antiveleno. Non ha più recuperato il completo uso della mano ferita. Testimoni avevano visto due uomini sospetti aggirarsi nei pressi di casa sua e avevano preso il numero di targa, nonostante fosse malamente coperto con del nastro adesivo. L'automobile era intestata a Synanon. Lance Kenton e Joe Musico, due appartenenti agli Imperial Marines, il "braccio forte" del gruppo, vennero arrestati e successivamente non impugnarono l'accusa di associazione a scopo di omicidio.
(Tratto da:
Le sette tra noi: La minaccia dell'intimidazione - Persecuzione di terapeuti e avvocati
di Margaret T. Singer).

2. In Italia si segue la stessa politica. Fanno parte del collegio difensivo di Scientology l'on. Alfredo Biondi, vice presidente della Camera dei Deputati, eletto con Forza Italia; Giuliano Spazzali, famoso per aver difeso Sergio Cusani nel caso Montedison; l'on. Giuliano Pisapia, deputato di Rifondazione Comunista. A quanto pare sembra importante abbracciare l'intero arco costituzionale…

3. A questo proposito vale la pena ricordare la direttiva del 1966 di Hubbard, parte della dottrina religiosa di Scientology, a proposito di chi "attacca" (cioè critica) il gruppo:

«Ecco la procedura corretta:
1. Identificate chi ci sta attaccando.
2. Iniziate ad investigare su di lui in cerca di REATI o peggio, usando i nostri professionisti, non agenzie esterne.
3. Sviate la nostra risposta dicendo che diamo il benvenuto ad ogni indagine su di noi.
4. Iniziate a fornire alla stampa prove di piccanti crimini di sangue e sesso commessi da chi ci attacca.

Non sottomettetevi mai docilmente ad un'inchiesta su di noi. Rendete la vita molto dura a chi ci attacca».

4. Per alcuni estratti del libro della Cooper si veda qui.

5. Per i dettagli della "Operazione Freakout" si veda qui, mentre per il "Diario delle Molestie" della Cooper si veda qui.

 
 
 
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