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La conferenza stampa di Los Angeles

Sei ex membri della Sea Org, l'élite di Scientology, si sono incontrati a Los Angeles per denunciare la violenza e gli abusi inflitti ai suoi membri più dedicati.

Di Jonny Jacobsen [*], Tratto da Infinite Complacency, 8 marzo 2010.

©Traduzione a cura di Simonetta Po, Allarme Scientology, maggio 2010.

 
Il 12 febbraio [2010] sei ex membri dell'organico di élite di Scientology, la Sea Org, si sono incontrati a Los Angeles per una conferenza stampa in cui hanno denunciato gli abusi a cui sono stati sottoposti. Tutti loro avevano già parlato o scritto delle loro esperienze, ma questa è stata la prima volta in cui così tanti ex membri con grande esperienza si sono riuniti per raccontare le loro storie.

L'unico evento paragonabile potrebbe essere il discorso del novembre scorso del Senatore Nick Xenophon, per il quale ha attinto alle esperienze di otto ex scientologist che gli avevano scritto. [1]

Gli ex membri statunitensi, però, non sono ancora riusciti a trovare un politico che parli per loro, nonostante l'interesse crescente che i media più importanti hanno dedicato ai loro racconti.

L'evento ha festeggiato il secondo anniversario del Progetto Chanology, la campagna Internet per denunciare gli abusi interni al movimento Scientology.

I sei oratori erano:

  • Mark Headley, che nel corso degli anni è stato una delle migliori fonti informative sugli accadimenti di Gold, o Int Base, la sede di 500 acri nei pressi di Hemet, California, dove vivono e lavorano David Miscavige e altri alti dirigenti. Il suo libro Blown for Good racconta nel dettaglio i suoi 15 anni di esperienza sul posto. [2]

  • Nancy Many, che durante l'affiliazione alla Sea Org venne mandata, incinta di cinque mesi, sul programma punitivo di Scientology, il Rehabilitation Project Force (RPF). Anche lei ha raccontato la sua storia in un libro, My Billion Year Contract. [3]

  • Laura DeCrescenzo, reclutata nella Sea Org ad appena 12 anni. Sposa a 16, a 17 rimase incinta ma subì pressioni per abortire. Voleva così disperatamente uscire dall'organizzazione che inghiottì una sorsata di varechina per convincere la dirigenza che era a rischio di suicidio. Come Headley, ha intentato causa a Scientology. [4]

  • Jeff Hawkins, che nei suoi 35 anni in Scientology salì i quadri dirigenziali fino a diventare alto dirigente del marketing del movimento. Come Headley ha trascorso molti anni alla Base Internazionale di Hemet. Alla fine se ne è andato dopo essere stato ripetutamente sottoposto alle percosse di Miscavige. [5]

  • Will Fry, che ha cominciato a parlare delle sue esperienze solo in tempi relativamente recenti. Cresciuto in Scientology, ha lavorato come addetto vendite e ha descritto le tecniche di vendita dura che lui e i suoi colleghi utilizzavano.

  • Maureen Bolstad, che tra i sei fu la prima a parlare contro Scientology. Era stata attirata nel movimento ancora adolescente, e per diversi anni fu trattenuta alla Int Base contro la sua volontà. [6]

Il giornalista Mark Bunker, vincitore di un Emmy Award e che da oltre dieci anni gestisce il sito XenuTV, ha fatto da moderatore.
«I racconti che vi faranno sono veramente stupefacenti, scioccanti, in alcuni casi terrificanti» ha detto Bunker ai giornalisti presenti. «Sono contento che queste persone stiano parlando apertamente - sono sempre più quelli che lo fanno. E siamo grati a voi rappresentanti dei media per la vostra presenza, perché il problema è che il governo non fa nulla contro questi abusi, che sono stati sistematici e che vanno avanti da decenni. Quanta più attenzione viene data a questi abusi, meglio è.»

Bunker ha suggerito che Scientology dovrebbe essere vista più come un'azienda che come una religione. Nell'ascoltare i relatori, ha aggiunto, i presenti dovevano tenere a mente una cosa: «Se una normale azienda trattasse i suoi dipendenti come Scientology tratta i membri della Sea Org cesserebbe immediatamente di lavorare. Ma siccome Scientology si è ammantata di religiosità, è riuscita a farla franca per alcuni crimini veramente orrendi, e speriamo che se un numero sufficiente di persone parlerà, allora il governo prenderà misure adeguate.»

I capitoli a seguire sottolineano i punti principali dei loro interventi. [7]

Note dell'autore:

1. Il discorso di Xenophon e le lettere vengono trattati in dettaglio altrove su questo sito. [Per una panoramica in italiano sulle vicende australiane, vedi qui]

2. Mi sono occupato della storia di Mark Headley altrove su questo sito. Per il suo intervento del 2008 in Germania si veda qui; per i dettagli della sua causa contro Scientology, si veda qui. Farò anche una recensione del suo libro, ma si veda qui per un sommario.

3. Per un sommario del libro di Nancy Mani, si veda qui

4. Per i dettagli della causa di Laura DeCrescenzo, si veda qui

5. Jeff Hawkins è stato una delle fonti primarie per l'apertura di questo sito, in particolare il caso contro Miscavige; ho riassunto la sua storia qui, ma potete leggere il suo racconto, molto più dettagliato, qui

6. Nel 2005 Maureen ha collaborato con Claire Hoffman e Kim Christensen del LA Times per l'articolo sui membri della Sea Org fatti lavorare tutta la notte per preparare un campo di fiori per Tom Cruise e Nicole Kidman - racconto poi confermato da altri ex membri. Ho cominciato a raccontare la storia di Maureen qui

7. Mark Bunker ha messo sul suo sito l'intero evento, con gli interventi spezzettati in comodi video. Il pacchetto stampa della giornata è disponibile qui - e tanto di cappello a quegli attivisti che hanno curato le trascrizioni, senza le quali non avrei avuto il tempo di scrivere questo rapporto.


L'intervento di Mark Headley
il quale ha spiegato nel dettaglio il programma punitivo a cui i membri della Sea Org erano sottoposti - e chiarito perché la gente non poteva semplicemente andarsene.
Di Jonny Jacobsen, 8 marzo 2010.

Mark Headley è un veterano della Sea Org: ha lavorato alla sede internazionale di Scientology dal 1990 al 2005 ed era stato reclutato a 16 anni in una scuola Scientology di Los Angeles. Ha riferito che: «Al momento del reclutamento mi avevano promesso un buon salario, vacanze, tempo libero nei fine settimana - ma la mia esperienza di 15 anni di lavoro è stata molto diversa.»

Headley lavorava alla Golden Era Productions, che produce filmati Scientology e conferenze su video poi distribuiti ai centri del movimento di tutto il mondo. Ha sede nei pressi di Hemet, California, nella struttura variamente conosciuta come Gold Base, Int Base o semplicemente Int, ed è dove hanno la base il leader di Scientology David Miscavige e altri alti dirigenti.

La giornata tipo iniziava alle 7,30 del mattino e terminava verso mezzanotte, ha raccontato. «Quello era il nostro orario di lavoro sette giorni la settimana, praticamente ogni settimana dell'anno.»

Se la produzione era soddisfacente, ha proseguito Headley, le tre pause pasto venivano allungate da 15 a 30 minuti. Se verso la fine dell'anno le cose andavano bene, a Natale potevano avere una mezza giornata di riposo. «Se le cose andavano veramente bene, allora come premio le pause pasto del giorno del Ringraziamento venivano allungate da 30 a 45 minuti - giusto per avere l'idea di che tipo di ambiente si tratta...»

Headley ha calcolato che per i suoi 15 anni di lavoro alla Golden Era Productions, con un orario settimanale di 100 ore, tutte le settimane dell'anno, ha guadagnato 29.000 dollari. Il che ammonta a meno di 40 centesimi l'ora. Dopo essersene andato ha fatto una ricerca dei suoi fascicoli della previdenza sociale, i quali elencano anche un rendiconto analitico degli introiti annuali. «Uno di quegli anni - mi pare il 2000 - ho guadagnato 1100 dollari in tutto l'anno... ecco quanto venivo pagato per 100 ore settimanali, ogni settimana dell'anno», ha commentato.

Ma nonostante il numero incredibile di ore e il salario da fame, Headley ha detto che dopo essersene andato Scientology gli ha fatto avere il cosiddetto "Conto Freeloader". La fattura, di oltre 150.000 dollari, era ciò che il movimento aveva stabilito essere il valore di addestramento e corsi ricevuti nel periodo di appartenenza alla Sea Org. E per quanto riguarda salario e condizioni di lavoro, il suo non era un caso isolato: quasi tutti i membri della Sea Org del mondo venivano pagati al massimo 50 dollari la settimana.

Headley ha citato il caso di un Sea Org member che si trovò a lavorare ai video insieme a un professionista dell'industria cinematografica (a volte quando gli staff di Goden Era non riuscivano a fare un lavoro assumevano personale esterno). Lo scientologist guadagnava «circa 7 dollari al giorno», mentre il suo collega del "mondo reale" per lo stesso lavoro riceveva 1200 dollari al giorno.

Headley si è fatto calcolare a quanto corrispondono, in termini di giornate lavorative di otto ore, quelle da lui lavorate per Golden Era. Considerando le ore settimanali dei suoi 15 anni di attività, «se le traducessimo in un lavoro dalle 9 alle 5 nel mondo reale, avrei lavorato per Golden Era l'equivalente di 40 anni. Io non ho ancora 40 anni, e posso dire che prima dei 35, e iniziando a 16, ho lavorato l'equivalente di 40 anni di un lavoro dalle 9 alle 5.»

Headley ha liquidato ogni possibile idea che Scientology non si potesse permettere di pagare salari decenti. Appena arrivato alla Int Base lavorò nella fabbrica dove si producevano le cassette. Dovevano farne 50.000 alla settimana, che poi venivano vendute alle organizzazioni Scientology di tutto il mondo. «Quelle cassette erano vendute a cifre comprese tra i 20 e i 75 dollari l'una.»

Solo da quella produzione - a cui lavoravano tra le 10 e le 15 persone - Headley ha calcolato che Scientology avesse introiti potenziali di circa quattro milioni di dollari alla settimana. Durante la sua carriera in Scientology, l'uomo ha progettato, costruito e istallato sistemi audiovisivi nei centri di Scientology in giro per il mondo. L'importo addebitato ai centri per quel tipo di sistemi era di 300.000 dollari - ha aggiunto - e ancora quei sistemi vengono venduti e istallati. «Solo dai sistemi che ho istallato o costruito io, hanno probabilmente guadagnato dai 10 ai 15 milioni di dollari. Per cui non è che manchino i fondi per pagare i dipendenti.»

Ma perché semplicemente non te ne sei andato?

Headley ha anche affrontato la domanda che in molti gli hanno fatto: se stare in Scientology era così brutto, perché non te ne sei andato? Ha descritto brevemente la sua fuga da Int Base del gennaio 2005 - i dettagli sono nel suo libro -quando scappò in moto senza autorizzazione. [1]

«Dopo 30 secondi avevo già alle calcagna un SUV del servizio di sicurezza della base», ha raccontato. Lo inseguirono sull'autostrada urlandogli di tornare indietro. Quando ignorò la richiesta lo spinsero fuori strada. Un automobilista di passaggio chiamò il 911, e dopo cinque minuti arrivarono i vice sceriffo (gli inseguitori si erano frattanto dileguati). «Il solo motivo per cui sono riuscito a fuggire è che sono stato aiutato dalla polizia», ha aggiunto. Due agenti insistettero per accompagnarlo in città e rimasero con lui per scongiurare ulteriori tentativi degli staff di Scientology di recuperarlo. [2]

«Per cui», ha spiegato, «quando ti chiedono perché non te ne sei andato - ecco il perché. Perché quando sei lì vedi e senti ciò che succede a chi cerca di andarsene, e quasi sempre riescono a riacciuffarli... per chi lavora lì non è così facile uscire. E anche se riesci a farlo, poi sei fuori e non hai un soldo; da chissà quanto tempo non vivi più nel mondo reale; non sai nemmeno se riuscirai a trovare un lavoro, se domani riuscirai a mangiare.»

Tutti questi fattori spiegano meglio perché tante persone non se ne vanno, ha aggiunto. E tra chi è riuscito a scappare, molti sono troppo intimiditi dalle molestie per parlare pubblicamente. In tempi recenti diversi dei suoi colleghi relatori hanno visto degli investigatori privati che lo seguivano per Los Angeles.

«Un investigatore privato ha frugato tra la mia spazzatura, mi ha seguito mentre portavo i bambini a scuola, mi ha seguito dal fruttivendolo: non è che Scientology è a corto di mezzi per ridurre al silenzio i critici.»

Per questo motivo molti tra coloro che hanno lasciato il movimento non parleranno. Ma negli ultimi mesi sempre più persone raccontano le proprie esperienze. Headley spera che la copertura mediatica di questa conferenza stampa permetterà di far conoscere gli abusi di Scientology.

«Speriamo davvero di porre fine a queste cose, e che altri non debbano patire ciò che ho patito io.» [3]

Note dell'autore:

1. Blown for Good: Behind the Iron Curtain of Scientology

2. A sostegno del suo racconto, Marc ha mostrato i rapporti della polizia; estratti di uno di essi è disponibile sul sito Glosslip, qui

3. Per il video dell'intervento di Marc Headley (e degli altri relatori), si veda la pagina di Mark Bunker


L'intervento di Jeff Hawkins
veterano con 35 anni di esperienza in Scientology, si è concentrato su che cosa attira le persone nel movimento e perché, nonostante gli abusi subiti, sia così difficile andarsene.
Di Jonny Jacobsen, 8 marzo 2010

Jeff Hawkins è stato presentato come un veterano di Scientology che ha lavorato fianco a fianco di David Miscavige, il leader del movimento, divenendo ripetutamente il bersaglio delle sue violenze. Ma quella storia Hawkins l'ha già raccontata altrove. Questa volta si è concentrato su un altro aspetto di Scientology: che cosa attrae e perché è così difficile lasciarla. [1]

Hawkins ha cominciato riassumendo gli ostacoli che ha dovuto superare per essere presente, assieme ai suoi ex colleghi della Sea Org, alla conferenza stampa di LA. Subito dopo aver accettato di presenziare all'evento si è visto infatti recapitare a casa sua a Portland, Oregon, un mandato per comparire e deporre davanti agli avvocati di Scientology. Data e ora della deposizione: 12 Febbraio, ore 10.00 - gli stessi della conferenza stampa.

«"Oh che strana coincidenza!", ho pensato.»

E quando decise di lasciare Scientology seguendo la procedura approvata dal movimento, fu sottoposto a tre mesi di ciò che Scientology chiama "verifiche di sicurezza". Ha spiegato che si tratta di interrogatori all'E-meter, lo strumento usato per l'auditing - o terapia - di Scientology. Salvo che non veniva usato a scopo terapeutico, ma per far confessare tutto e di tutto.

«... Ti chiedono "Quali sono i tuoi crimini? Che cosa hai fatto? Che crimini hai commesso contro David Miscavige?" e così via per ore e ore. E vogliono le tue confessioni. Questa cosa durò per tre mesi, fino a quando non ritennero di avere accumulato sufficiente letame sul mio conto e dimostrarmi che se avessi deciso di parlare pubblicamente sapevano come farmi tacere. E ci hanno provato.»

Dopo aver rilasciato una intervista a Portland, ha raccontato Hawkins, contattarono il giornalista e cercando di screditare la fonte parlarono di "orribili crimini". Il materiale che fecero avere al cronista, ha aggiunto l'uomo, proveniva direttamente dai folder delle confessioni, che si presume siano confidenziali.

«Ecco che cosa fanno alle persone. Prendono i fascicoli con le loro confessioni private, estraggono le cose che hanno rivelato e le usano per ridurle al silenzio», ha aggiunto, sostenendo che anche altri elementi della procedura di uscita erano stati studiati per assicurarsi che non avrebbe mai parlato pubblicamente. Perché dopo tutto aveva pur sempre trascorso i suoi ultimi 15 anni in Scientology lavorando alla Base Internazionale di Hemet, California, fianco a fianco con Miscavige e altri alti dirigenti.

«... Prima di autorizzarmi a lasciare la chiesa mi sono dovuto sedere a tavolino con un gruppo di avvocati e firmare delle carte, firmare un sacco di documenti in cui dicevo che non avrei mai e poi mai rivelato che cosa succedeva alla Base Internazionale di Scientology.»

Fu tutto videoregistrato e senza alcun dubbio sembrava molto ufficiale, ha aggiunto. Ma: «... ciò che non vi dicono è che non inquadrata dalla telecamera c'era una robusta guardia della sicurezza pronta a riportarmi e a rinchiudermi alla Base Internazionale se non avessi collaborato.»

Così Hawkins collaborò. Pur di andarsene firmò tutto quello che gli misero davanti. E da quando ha lasciato il movimento è stato uno dei critici che hanno parlato più apertamente delle violenze e degli abusi della Base Internazionale.

«La domanda più comune che mi fanno, e a cui Marc [Headley, l'oratore precedente] ha parzialmente risposto è: "perché non te ne sei andato? Perché semplicemente non hai alzato i tacchi?.»

Per Hawkins questa è una domanda cruciale, per rispondere alla quale bisogna arrivare al cuore stesso della filosofia di Scientology. Innanzitutto ha chiarito che non avrebbe mai aderito al movimento se Scientology non avesse avuto nulla da offrire.

«... Ci sono rimasto per 35 anni ed è ovvio che ci trovavo qualcosa di buono per restarci così a lungo. All'inizio ero veramente entusiasta. L'idea di comunicare con gli altri, di aiutare il prossimo e il pianeta, e così via - mi attraeva molto perché ero un ragazzo molto idealista.»

Ma via via che il suo coinvolgimento aumentava venne affascinato dalle credenze che sono alla base di Scientology, e che avevano implicazioni importanti sulla sua visione del mondo.

La promessa dell'immortalità

«...Su tutto c'è l'idea di immortalità. Secondo Scientology, questo è un pianeta prigione e tutti vi sono intrappolati...» ha spiegato Hawkins. «Si è condannati a vivere vita dopo vita dopo vita senza sapere nulla, nella più totale oscurità e ignoranza - ed è questa la trappola in cui presumibilmente siamo.»

Gli scientologist credono che risalendo ciò che il fondatore L. Ron Hubbard ha chiamato Ponte della Libertà Totale si acquisisca maggiore consapevolezza e forza spirituale, ha continuato. «E una volta tornati completamente coscienti e consapevoli, allora sarà possibile vivere vita dopo vita, ricordando tutti gli avvenimenti delle vite precedenti. Ed è questo che intendono quando parlano di "libertà totale", di "vostra eternità" e così via.»

Per uno scientologist, ha proseguito Hawkins, questa faccenda dell'immortalità, di liberarsi da quello stato di ignoranza e conquistare la libertà totale è una cosa dannatamente seria. Ha citato un documento chiave di Hubbard, "Mantenere Scientology in Funzione", per dare un'idea di quanto seriamente gli scientologist prendano la loro missione:

In Scientology, non stiamo giocando qualche giochetto da poco. Non è una cosa carina o una cosa che si fa perché non c'è niente di meglio da fare. L'intero futuro agonizzante di questo pianeta, ogni singolo uomo, donna e bambino su di esso, e il tuo stesso destino, per i prossimi infiniti trilioni di anni dipendono da ciò che fai ora e qui, con e in Scientology.
«Quando ero scientologist», ha detto l'uomo, «beh, ci credevo. Credevo che fosse una cosa seria, che in gioco ci fosse il destino del pianeta e così via.»

Il che significava che il maggior timore per ogni scientologist non era la perdita di famiglia o amici, ha proseguito, la paura più grande era «perdere ciò che loro chiamano "la mia eternità".» Poi Hawkins ha letto alcune frasi tratte da una "Dichiarazione di Persona Soppressiva", un documento ufficiale con cui Scientology mette al bando un ex membro: «[egli] non riceverà più, mai più ve lo prometto, in una qualsiasi vita futura, mai più riceverà auditing - cioè assistenza - o avrà mai più la possibilità di uscire da questa trappola....»

E questa è una minaccia di morte - all'ennesima potenza, ha spiegato Hawkins. «Se credi nel sistema di fede di Scientology è una minaccia seria. Hanno fatto meglio della mafia. Non si tratta solo di una minaccia di morte. È come morire una volta, e poi un'altra volta ecc. »

L'altra faccia della medaglia della promessa di libertà totale, quindi, era la minaccia di vedersi togliere tutto: l'equivalente Scientology della dannazione eterna.

Hawkins non credeva più che quella minaccia fosse reale, ma per un vero credente non può esistere nulla di peggio che la prospettiva di essere espulso. «Perciò la cosa più importate con cui Scientology mantiene il controllo sulla gente è mantenere intatta quella fede» ha spiegato.

Il potere e la forza di queste credenze aiutano a spiegare perché la gente era pronta a seguire le regole a proposito del "maneggiamento" e della disconnessione dai critici di Scientology, ha continuato, e qualsiasi cosa il movimento dica, questa direttiva veniva imposta ai suoi membri.

Non libertà ma controllo

«La cosa ironica è che la Chiesa di Scientology sostiene di essere tutta proiettata verso la libertà, ma in ultima analisi ha a che fare unicamente con il controllo. E più sali, più sei controllato.»

Avendo lavorato per 15 anni alla Base Internazionale, con colleghi della Sea Org, executive di alto rango e con lo stesso Miscavige, Hawkins ha sperimentato un livello di controllo ancora maggiore.

«La Base è circondata da filo spinato. Ci sono telecamere e sensori di movimento. Non c'è maniera di uscirne... senza toccare i sensori o allertare la sicurezza che pattuglia i terreni, e così via. E se vuoi lasciare la proprietà di Hemet, per uscire devi ottenere l'autorizzazione dal tuo capo, e dal capo del tuo capo ecc. non è che semplicemente prendi ed esci. Devi ottenere l'autorizzazione.

«Tutte le lettere vengono aperte - è contrario alle leggi federali, ma lo fanno lo stesso. Se ricevi una lettera dai tuoi genitori, prima di consegnartela la aprono e se contiene accenni critici a Scientology beh, ti convocano e ti dicono "devi maneggiare i tuoi genitori oppure disconnettere". E se scrivi lettere verso l'esterno succede lo stesso, sei censurato. »

Hawkins poi parla delle punizioni fisiche, persone lanciate nel lago o costrette a correre attorno agli edifici. E delle percosse. [2]

«Personalmente, David Miscavige, il capo di Scientology, quello che dovrebbe essere il leader, mi ha malmenato in cinque diverse occasioni.»

E con questo Hawkins è tornato alla domanda iniziale: perché non se ne è andato?

«Beh, era sempre questione di carota e bastone. Non volevo perdere la mia eternità... avevo ancora la mia fede, anche se venivo abusato mentalmente e fisicamente. Ma alla fine ho detto "Non mi importa! Non mi importa se dannerò la mia anima per l'eternità, qualsiasi cosa significhi. Non mi importa!»

Così se ne andò, e la direttiva della disconnessione di Scientology si assicurò che perdesse la moglie e tutti gli amici e parenti che aveva all'interno.

«Sono uscito a 58 anni, con qualche dollaro in tasta e un'intera esistenza da inventare...

«Ma dentro ho ancora molti amici. Loro sono ancora in Scientology. Sono ancora alla Int Base. E se potessi far loro avere un messaggio, direi questo: lasciare Scientology non significa rinunciare all'eternità. Significa riconquistare la propria libertà.»

Note dell'autore:

1. Per un racconto dettagliato del tempo trascorso in Scientology si veda il suo sito web [qui in italiano]. Mi sono occupato della sua storia anche nei capitoli di apertura della sezione Violenza e abusi nella Sea Org. Si veda in particolare Accuse a Miscavige, Il caso contro Miscavige, e La storia di Jeff Hawkins.
Per il video dell'intervento di Jeff Hawkins (e tutti gli altri della conferenza di LA) si veda il sito di Mark Bunker.

Tutti i punti sollevati da Hawkins sulle condizioni alla Int Base sono stati confermati da altri ex scientologist che vi hanno lavorato: da Marc Headley nei sui interventi su Operation Clambake Message Board, dove si firmava Blownforgood (qui in italiano), e nel suo libro dal medesimo titolo; da John Peeler in interviste a questo sito web (si veda Vita alla Base) e da altri disertori della Base, come Andre Tabayoyon. Tali condizioni sono state in un certo senso riprodotte da altre unità della Sea Org, come quella di Clearwater, Florida (si veda Abusi nella Sea Org).


L'intervento di Laura DeCrescenzo
reclutata in Sea Org a 12 anni, a 17 restò incinta e subì pressioni per abortire.
Di Jonny Jacobsen, 12 marzo 2010.

Laura DeCrescenzo è praticamente nata in Scientology: fece il suo primo corso a sei o sette anni, a nove era già impiegata in uno dei centri del movimento del New Mexico. Dai nove ai dodici anni ha lavorato 40 ore alla settimana - e «mi pagavano una miseria.» Poi a 12 anni entrò nella Sea Org, il gruppo di élite, quello dei suoi membri più dedicati. Aveva già firmato il contratto da un miliardo di anni, la promessa di servire il movimento non solo in questa vita, ma per i milioni di vite future.

In un intervento precedente Marc Headley aveva spiegato ciò che i reclutatori gli avevano promesso se fosse entrato in Sea Org, cose che poi nella sua esperienza non si verificarono mai. Il racconto della DeCrescenzo è molto simile.

«La persona che venne ad Albuquerque per reclutarmi fece un sacco di promesse che ai miei sembrarono grandiose e che li convinsero a farmi partire, il che significò trasferirmi a Los Angeles.»

Le promesse erano:

Avrebbe proseguito gli studi;
L'addestramento di Scientology sarebbe stato gratuito;
Scientology avrebbe pagato le spese mediche e dentali;
In considerazione della sua giovane età, sarebbe potuta tornare a casa in New Mexico una volta al mese, per andare a trovare i genitori;
E - cruciale alla luce di quanto avvenne in seguito - le dissero che quando fosse stata più grande avrebbe potuto avere dei figli, e trasferirsi ad Albuquerque.

«Mi vennero fatte tutte queste promesse e fecero sembrare il tutto come un'esperienza meravigliosa», ha raccontato la donna.

«Sfortunatamente quasi tutto si dimostrò totalmente falso... praticamente tutto quello che mi avevano promesso erano bugie. Non proseguii gli studi. Andavo a scuola forse una volta alla settimana, non c'erano insegnanti diplomati.»

E la prima volta che cercò di prendere un aereo per andare a casa nel fine settimana le dissero che prima doveva superare una "verifica di sicurezza", il tutto a poche ore dalla partenza del suo volo.

«Li informai che mamma aveva comprato un biglietto non rimborsabile. "Come posso farcela? L'aereo parte tra due ore".»

I superiori le dissero chiaramente che, se non avesse obbedito, al suo ritorno sarebbe stata sottoposta al sistema disciplinare di Scientology, a un'azione di giustizia. Quando cercò comunque di partire, il personale di vigilanza di Scientology la intercettò all'aeroporto e le fece perdere l'aereo. Riuscì a prenderne un altro dopo 24 ore.

«Eccomi lì, sola, a 12 anni - ero partita dall'aeroporto di Los Angeles alle 11 di sera... con uno scalo di un'ora a Las Vegas, Nevada», ha ricordato la DeCrescenzo.

«Oggi come madre tremo all'idea, avevo 12 anni, arrivai all'aeroporto di Las Vegas nel mezzo della notte, e infine a Albuquerque alle 3 del mattino.

«Ogni volta che chiedevo un po' di vacanze finiva sempre allo stesso modo, tutte le volte fu un incubo.»

La perdita del bambino

Di lì a pochi anni, all'età di 16, si sposò.

«In Sea Org è molto comune», ha spiegato. «Fino a che non sei sposato, non puoi avere nessun contatto fisico con la persona con cui esci.»

Oltre che sposarsi, la DeCrescenzo voleva anche avere dei bambini. «Lo specificai bene quando entrai in Sea Org. Volevo avere dei figli.»

Come già scritto in altri articoli di questo sito, la politica della Sea Org sui bambini si inasprì nel corso degli anni fino al divieto di avere figli del 1986. [1] Se sulla carta si diceva che chi contravveniva alla regola sarebbe stato espulso dalla Sea Org, negli anni '90 le staff incinta cominciarono a subire enormi pressioni per ricorrere all'aborto. [2]

Il racconto della DeCrescenzo su come lei visse l'esperienza è stata una delle parti più emozionanti della conferenza stampa. Ha scelto di parlare di una cosa profondamente personale e intima, ha detto, «... perché far luce su questi aspetti mostra gli estremi a cui possono arrivare per trattenere le persone e controllarle - e riguarda anche l'avere figli.»

Nel febbraio del 1996, all'età di 17 anni, rimase incinta. Disse chiaramente che aveva intenzione di tenere il bambino. Ma non appena lo comunicò ai suoi superiori iniziarono le pressioni.

«L'ufficiale comandante della mia organizzazione mi disse che... in quel momento il bambino non era un bambino, solo dei tessuti...» La CO proseguì raccontandole come lei stessa fosse rimasta incinta alcuni mesi prima e avesse abortito «perché era il "maggior bene" - chiuse le virgolette. Cominciò a fare pressioni dicendomi quanto importante fosse il mio lavoro, il danno che sarebbe stato per l'organizzazione se me ne fossi andata, che io e mio marito non avevamo soldi e neanche ne avremmo avute se ce ne fossimo andati e avessimo avuto dei bambini...»

Dopo giorni di pressioni, Laura cedette.

Circa una settimana prima della conferenza stampa, ha aggiunto, gli avvocati di Scientology l'hanno convocata per una deposizione (lei è una delle persone che hanno fatto causa al movimento). [3] Uno degli avvocati ha cercato di farle dire che aveva accettato di abortire.

«No, non sono mai stata d'accordo su quell'aborto» ha raccontato la donna alla conferenza stampa. «Ho ceduto? Sì, l'ho fatto. La cosa ancora mi tormenta ogni giorno? Sì.»

Fu il suo desiderio di avere bambini che alla fine portò ai problemi di "etica" che sperimentò nella Sea Org. Il conflitto crebbe fino al punto che, nel 2001, venne assegnata al programma punitivo del movimento, il Rehabilitation Project Force (RPF).

La donna ha descritto l'RPF come un programma in cui dovette assoggettarsi a duro lavoro fisico e al totale isolamento dal mondo esterno.

«Sono stata divisa da mio marito. Sono stata divisa da chiunque per me fosse importante. Non potevo parlare con la mia famiglia.

«Non ti permettono mai di avere più di venti dollari alla volta. Devi sempre spostarti con qualcuno, mai da solo.

«Vieni controllato 24 ore al giorno, sette giorni su sette. C'è sempre qualcuno sveglio nel corridoio dei dormitori, e io sull'RPF ci sono rimasta per quasi tre anni.»

Sapeva che se avesse detto di volersene andare avrebbe rischiato di essere inviata al cosiddetto RPF dell'RPF, un programma ancora più duro. Per cui ricorse a una misura disperata.

«... Mandai giù un sorso di varechina, sapevo che se fossi stata considerate a rischio di suicidio si sarebbero immediatamente liberati di me. E fu così.

«Non avevo tendenze suicide, ma fu quello il punto a cui arrivai per uscire subito di lì.»

Nonostante fosse riuscita ad evadere fisicamente dal movimento, però, le ci sono voluti anni per districarsi psicologicamente.

Una volta fuori si vide consegnare il conto freeloader, la fattura che Scientology presenta per l'addestramento che dice di avere dato gratuitamente ai membri della Sea Org.

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Mark Headley nel suo intervento aveva detto che il suo ammontava a 150.000 dollari; quello della DeCrescenzo era di 120.000.

«Così dopo 13 anni di lavoro 100 ore alla settimana gli dovevo anche dei soldi - e dopo essermene andata ho effettivamente pagato 10.000 dollari...

«Mi ci sono voluti circa quattro anni per rendermi conto che si trattava di una ingiustizia e che bisognava fare qualcosa. Questo è il motivo per cui oggi sono qui, per iniziare ad aprire gli occhi della gente su quanto accade nella Sea Organization, perché non è giusto e le cose devono cambiare.»


Note dell'autore:

1. Per la direttiva Scientology sui bambini, si veda la denuncia di Claire Headley

2. Per ulteriori informazioni al proposito, si veda la denuncia di Claire Headley

3. Si veda qui per i dettagli sulla causa. Per il video dell'intervento di Laura DeCrescenzo e degli altri relatori, si veda la pagina di Mark Bunker della conferenza su xenutv.com


Jonny Jacobsen: formatosi al giornalismo alla fine degli anni '80 al Birmingham Post and Mail. Ha fatto il freelance in Scozia per molti anni prima di trasferirsi a Parigi nel 1994, dove ha frequentato il programma Giornalisti in Europa. Ha scritto il suo primo articolo investigativo su Scientology nel 1996 come cronista/produttore di Radio France International.
Sul suo blog ha coperto il processo parigino contro la Chiesa di Scientology, conclusosi in primo grado lo scorso ottobre 2009 con una storica sentenza.

 
 
 
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