In ottemperanza al provvedimento 08/05/2014 Garante per la protezione dei dati personali, si avvisa il lettore che questo sito potrebbe utilizzare cookie per fornire servizi e per effettuare analisi statistiche anonime. Proseguendo con la navigazione si accetta l'uso dei cookie.
Il Volto Nudo del Messia - Capitolo 10: Comunisti, rapimenti e caos

© 1988 Di Russell Miller

© Traduzione in italiano a cura di Simonetta Po, 2001

 
 

A quel tempo [1970] il Governo degli Stati Uniti cercò di monopolizzare tutte le sue ricerche e costringerlo a lavorare ad un progetto "per rendere l'uomo più suggestionabile" e, quando non si dimostrò disponibile, cercarono di ricattarlo ordinandogli di tornare in servizio attivo e svolgere questo compito. Essendosi fatto molti amici, riuscì a congedarsi immediatamente dalla Marina e sfuggire alla trappola. Il Governo non lo perdonò mai e ben presto iniziò a scagliare contro il suo lavoro feroci attacchi internazionali che si dimostrarono tutti falsi e infondati.

What is Scientology?, 1978

(Il racconto di Scientology dell'anno 1950)

La California, da sempre affascinata da capricci e facili filosofie, era l'ambiente naturale per Dianetics; fu in California dove Hubbard tornò in trionfo all'inizio di agosto del 1950, venendo accolto da festanti dianeticisti che lo attendevano all'aeroporto di Los Angeles. Se n'era andato due anni prima da squattrinato scrittore di pulp fiction; tornava da celebrità con un libro saldamente ancorato in cima ad ogni classifica di vendita, e una legione crescente di seguaci che lo ritenevano sinceramente un genio.

Il suo programma di incontri era molto denso: a parte le apparizioni personali e le interviste, doveva tenere lezioni alla Hubbard Dianetic Research Foundation of California appena creata. Tutte le grandi librerie lo volevano per firmare autografi e, soprattutto, il 10 agosto doveva tenere un grande incontro allo Shrine Auditorium. L'evento prometteva di essere il momento magico di Dianetics poiché quella sera sarebbe stata annunciata l'identità del primo "clear" del mondo.

Lo Shrine era un grande edificio somigliante ad una moschea con stucchi bianchi, mura turrite ed una cupola ad ogni angolo; il critico musicale del LA Times l'aveva definito «scuola di architettura neo-penale di Baghdad». Costruito nel 1925 dal Al Malaikah Temple era il più grande auditorio di Los Angeles, e sotto il soffitto a strapiombo, progettato per ricordare una tenda del deserto, poteva ospitare quasi 6.500 persone. Quando la Hubbard Dianetic Research Foundation l'aveva affittato per l'incontro del 10 agosto, pochi si sarebbero aspettati di riempire più della metà dei posti.

Arthur Jean Cox, il giovane teletipista che aveva incontrato Hubbard alla Los Angeles Science Fantasy Society, quella sera aveva lasciato il lavoro in anticipo per assistere all'evento, ed era rimasto sorpreso dal trovare il tram tanto affollato. «Ad ogni fermata saliva tantissima gente» ha raccontato. «Non riuscivo a credere che stessero tutti andando al meeting, ma arrivati allo Shrine Auditorium scesero tutti. Ero assolutamente esterrefatto. Quando entrai trovai solo pochi posti liberi.» [1]

Il pubblico era prevalentemente composto da giovani rumorosi e di buon umore. Molti avevano copie consunte del "Libro" che speravano di farsi autografare da Hubbard, e si speculava molto sul "primo clear del mondo" e su cosa sarebbe stato in grado di fare. Decine di giornali e riviste, tra cui Life, avevano mandato cronisti e fotografi per coprire l'evento, e i cinici che avevano predetto una marea di posti vuoti guardavano attoniti le file di poltrone che si stavano velocemente riempiendo.

Quando L. Ron Hubbard apparve sul palcoscenico, seguito dal recentemente reclutato A. E. van Vogt e da altri direttori della Fondazione, dal pubblico si alzò un boato spontaneo, seguito da applausi e acclamazioni che durarono diversi minuti. Hubbard, completamente sicuro di sé e rilassato, fece scorrere lo sguardo e un largo sorriso sull'auditorio pieno zeppo, e alla fine sollevò le mani in segno di silenzio.

Ron aprì il meeting con la dimostrazione delle tecniche di Dianetics. Con l'aiuto di una bionda molto carina mostrò come indurre la reverie di Dianetic, poi come «percorrere un episodio di dolore» su una ragazza di nome Marcia. Anche se, al termine di ogni dimostrazione, la platea rispondeva obbediente ogni volta che Hubbard alzava le braccia per un applauso, tutto sembrava troppo ben costruito e ci fu un mormorio di approvazione quando qualcuno si alzò in piedi urlando: «Signori e signore, non so perché ma mi sembra che tutto questo sia stato programmato e preordinato».

Immediatamente la folla iniziò a chiedere a gran voce che Hubbard facesse una dimostrazione su qualcuno del pubblico, e quando un giovanotto saltò sul piano della buca dell'orchestra la platea iniziò a scandire «Prendi lui! Prendi lui!». Hubbard, per nulla agitato da questo cambio di scenario, lo invitò sul palco. Il giovane si presentò come un attore il cui padre aveva studiato con Freud, il che diede ad Hubbard la casuale opportunità di citare i propri collegamenti, tramite il vecchio amico "Snake" Thompson, con il grande analista.

Seduti di fronte sul palco, Hubbard fece un tentativo determinato di audire l'uomo, ma questi si dimostrò un soggetto indifferente che rispondeva in modo negativo a quasi ogni domanda. Il pubblico cominciò presto ad annoiarsi e ad urlare «Sbattilo fuori! Sbattilo fuori!». Hubbard, forse con sollievo, strinse la mano al giovanotto, che si allontanò.

Fino a quel momento l'atmosfera era rimasta perfettamente cordiale, anche se i commenti a voce alta del pubblico diventavano sempre più irriverenti. Mentre Hubbard stava spiegando la grande quantità di benefici mentali e fisici derivanti da un auditing riuscito, qualcuno urlò «le tue carie sono guarite?» provocando uno scroscio di risate.

All'avvicinarsi del momento clou della serata il senso di eccitazione e anticipazione si fece sempre più palpabile. Quando Hubbard afferrò il microfono per presentare «il primo clear del mondo», sulla platea scese il silenzio. Si trattava, disse, di una giovane donna di nome Sonya Bianca di Boston, laureanda in fisica e pianista. Tra gli attributi che aveva recentemente acquisito, disse, aveva sviluppato «il ricordo pieno e totale di ogni momento della sua vita», cosa che sarebbe stata felice di dimostrare. Ron si voltò lentamente verso un lato del palcoscenico dicendo «Ora, ti spiacerebbe venire avanti, Sonya?».

Quando una ragazza snella, ovviamente nervosa, avanzò sul palco per abbracciare Hubbard, con la luce che la seguiva dall'alto, il pubblico esplose di nuovo in un fragoroso applauso. Con voce tremante disse che Dianetics l'aveva liberata dalla sinusite e guarita da una «strana e imbarazzante» allergia alla vernice. «Quando entravo in contatto con la vernice, poi per giorni avevo questo doloroso prurito alle sopracciglia» balbettò. «Ora entrambi i disturbi sono scomparsi, e mi sento come se avessi vinto un milione di dollari». Rispose ad alcune domande di routine postele da Hubbard, che poi fece l'errore di invitare i presenti a proseguire: chiaramente si erano aspettati rivelazioni più spettacolari.

«Che cosa hai mangiato a colazione il 3 ottobre del 1947?» le chiese qualcuno. Miss Bianca sembrò comprensibilmente abbastanza allarmata, sbatté gli occhi e scosse la testa. «Che cosa c'è scritto a pagina 122 di Dianetics: The Modern Science of Mental Health?» chiese qualcun altro. Miss Bianca aprì la bocca, ma non ne uscì alcun suono. Domande simili cominciarono a piovere sempre più fitte, tra risate di scherno. In molti provarono compassione per la povera ragazza e cercarono di farle domande più facili, ma ormai era così terrorizzata che non riuscì neppure a ricordare qualche semplice formula di fisica, la sua materia di studio.

Mentre il pubblico iniziava ad alzarsi e a lasciare l'auditorio, un uomo notò che Hubbard si era girato per un momento, volgendo le spalle alla ragazza. Allora le urlò: «Ok, di che colore è la cravatta che indossa il Sig. Hubbard?». La prima "clear" del mondo strinse labbra e occhi nello sforzo di ricordare, fissò il buio ostile dell'auditorio poi si prese la testa tra le mani, in preda alla disperazione. Fu un momento terribile.

Hubbard, con la fronte imperlata di sudore, si fece avanti e portò velocemente a termine la dimostrazione. Con la sua usuale prontezza fornì una spiegazione per gli impressionanti vuoti di memoria di Miss Bianca. Il problema, dianeticamente parlando, era che quando l'aveva chiamata avanti, chiedendole di "venire, ora", quel "ora" l'aveva congelata in "tempo presente", bloccando il suo "ricordo totale". Non fu particolarmente convincente, ma fu il meglio che gli riuscì, considerate le circostanze.

Forrie Ackermann, che quella sera era andato allo Shrine per assistere allo spettacolo del suo cliente, ha riassunto le sensazioni di tanti dei presenti: «rimasi in qualche modo deluso nel non vedere una donna vibrante, in comando di se stessa e della situazione. Di sicuro non corrispondeva alla mia idea di "clear"» [2].

Sarebbe passato diverso tempo prima che Hubbard producesse un altro "clear", anche se i suoi seguaci, nel loro entusiasmo, avrebbero dichiarato spesso che i propri protégé avevano raggiunto quel fantastico stato. Una di queste fu una quindicenne con poteri talmente straordinari che si diceva fosse riuscita a farsi cadere i denti malati, e a farsi ricrescere denti nuovi [3]. Ma nessuno suggerì di presentarla ad un meeting pubblico.

La déblâcle dello Shrine fu solo un contrattempo nella crescente fortuna di L. Ron Hubbard. Quando, dopo il meeting, Ackerman fece visita al suo cliente nella suite che occupava al Frostona Hotel di Los Angeles, Hubbard gli batté la mano sulla spalla tuonando allegramente: «Beh, Forrie, farò impallidire i cachet di Clark Gable».

Era vero: il denaro stava piovendo letteralmente a secchi. Van Vogt ha ricordato come, durante le prime settimane della sua presidenza della Fondazione di Los Angeles, passasse quasi tutto il tempo ad aprire buste da cui estraeva assegni da 500$ di gente che voleva frequentare il corso da auditor [4]. Appena pochi giorni dopo il meeting allo Shrine, la Fondazione trasferì la sua sede nell'ex residenza ufficiale del governatore della California, un grande edificio circondato da palme sull'angolo tra South Lower e Adams, conosciuto come la "Casa" per il suo aspetto ispanico. Nonostante costasse ben 4,5 milioni di dollari, il denaro raccolto era stato tanto da poter versare la caparra. La Fondazione aveva aperto altre sedi a New York, Washington DC, Chicago e Honolulu.

Ma mentre il denaro entrava come un fiume in piena, altrettanto velocemente usciva, e non esisteva contabilità, non c'era organizzazione, nessuna strategia o controllo finanziario. «Un giorno mi chiamò il direttore della banca» ha raccontato van Vogt, «dicendo che Mr. Hubbard era nel suo ufficio, e voleva un assegno circolare di 56.000 dollari, e se poteva darglielo. Gli dissi "il capo è lui"». Nel tentativo di tenere tutto sotto controllo, rifiutandosi di delegare, Hubbard divenne ancora più autoritario e sospettoso di chi lo circondava. «Aveva un sacco di problemi politici ed organizzativi con chi cercava di prendere il potere» ha ricordato Barbara Kaye [pseudonimo], assistente alle pubbliche relazioni della Fondazione di Los Angeles. «Non si fidava di nessuno ed era profondamente paranoico. Pensava che la CIA gli avesse sguinzagliato dietro dei sicari. Se stavamo camminando e gli chiedevo "ma perché corri tanto?", lui si guardava alle spalle e diceva "non hai idea di che significa essere un bersaglio". Ma nessuno gli stava dietro, erano tutte illusioni».
Barbara Kaye, l'amante di Ron nel 1950

Barbara Kaye conosceva a fondo i problemi di Ron perché intratteneva una relazione con lui. Aveva appena vent'anni, era una bionda straordinariamente carina e stava per laurearsi in psicologia. «Desideravo entrare nel campo delle pubbliche relazioni, e un'agenzia di collocamento mi aveva mandata alla Fondazione. Cercavano qualcuno che rispondesse ai velenosi attacchi che la stampa stava facendo contro Dianetics. Ebbi un colloquio con Ron, che mi assunse all'istante.

«La mia prima impressione fu di un uomo rosso di capelli e roco di voce, con una grossa faccia carnosa - non certo ciò che si potrebbe definire un uomo attraente. Se l'avessi incontrato per strada non gli avrei dato una seconda occhiata, ma imparai presto che era un personaggio molto creativo, intelligente e loquace. Aveva una personalità stupenda ed era molto dinamico. In ufficio in quel periodo c'era molto da fare, e quando facevo tardi la sera mi riaccompagnava a casa. Una sera mi baciò e.. beh, una cosa tira l'altra. Ecco come è iniziata. Sapevo che era sposato, ma ero molto giovane e all'epoca non mi preoccupavo delle mogli come forse avrei dovuto fare».

Era una relazione strizzata in un orario di lavoro molto movimentato. Hubbard teneva lezioni alla Fondazione ogni giorno, sette giorni la settimana. A. E. van Vogt aveva temporaneamente abbandonato il suo lavoro di scrittore di fantascienza e tutte le mattine si svegliava alle 5,30 per andare ad aprire gli uffici alla Casa. Hubbard arrivava circa un'ora dopo e teneva un incontro quotidiano con gli istruttori dello staff, molti dei quali avevano ricevuto l'addestramento iniziale ad Elizabeth. Alle 8 arrivavano i primi studenti. Hubbard teneva lezione dalle 8 alle 9, poi dimostrazione pratica dalle 9 alle 10.»

«Avevamo un auditorio che poteva contenere 500 persone» ha raccontato van Vogt, «ma le lezioni erano sempre affollatissime. Vede, all'epoca non c'era nulla di disponibile per la gente comune, terapia intendo. Gli psicanalisti erano una causa persa perché già all'epoca facevano pagare un sacco di soldi, e noi offrivamo un corso completo per 500 dollari. Ciò che mi fece particolare impressione era l'abilità con cui Ron parlava a braccio. Ogni mattina diceva qualcosa di diverso. Mi lasciava esterrefatto. Da dove veniva tutta quella roba? Ecco che cosa continuavo a chiedermi. Le sole risposte che ebbi mai da Ron fu che aveva osservato le cose che facevano in Cina, e pensava che fossero eccellenti. Credo che avesse modificato le idee dei cinesi».

Alla sera, quando non aveva lezione, Ron trascorreva il tempo con Barbara, che ben presto si ritrovò innamorata cotta. Fremette di gioia quando lui affittò per loro un "nido d'amore" al Chateau Marmont Hotel, un falso castello sovrastante Sunset Strip e rifugio prediletto delle star del cinema. La prima notte che vi trascorsero insieme Ron sembrò volerla rassicurare sulla stabilità della loro relazione. Le pose un braccio sulle spalle e le mostrò l'appartamento. «Ecco il tuo armadio» le disse, «questo è il tuo tavolo da toeletta, e questo è il tuo spazzolino da denti...» Barbara si sentì profondamente commossa.

Due giorni più tardi arrivarono Sara e la bambina dalla Costa Orientale, e si trasferirono nel nido d'amore. Il mattino seguente, quando Barbara arrivò al lavoro, trovò sulla sua scrivania lo spazzolino da denti e alcuni oggetti personali che aveva lasciato nell'appartamento. Mentre osservata in lacrime il piccolo e patetico fagotto entrò Hubbard; le sussurrò delle scuse, dicendo che la moglie era una "cagna" e che lui non poteva farci nulla. «Mi manchi» le bisbigliò. Poi, con suo grande stupore, Ron le chiese se le sarebbe piaciuto cenare con lui e Sara, quella sera. Senza parole non poté far altro che scuotere la testa.

Nonostante si sentisse profondamente ferita, Barbara non riusciva a decidersi a interrompere la relazione. «Ero completamente infatuata. Ricordo di aver detto alla mia coinquilina - dividevamo un piccolo appartamento a Beverly Hills - "se mai dovessi dirti che sto per sposare questo tizio, voglio che tu mi leghi stretta e non mi lasci uscire da quella porta, perché è un pazzo». Ma non potrei giurato che non l'avrei fatto, perché ero incantata da lui. Stare con lui era come guardare un attore affascinante che recitava un ruolo sul palcoscenico. Con lui non mi annoiavo mai. Era un uomo delizioso, magico, grande affabulatore, molto brillante e intelligente, e un amante molto gentile, paziente e dolce.

«Allo stesso tempo, e fin da subito, mi accorsi che era anche profondamente disturbato. Alcune delle cose che mi raccontava erano davvero bizzarre, ma non sapevo mai a che cosa credere. Mi disse che sua madre era lesbica e che l'aveva trovata a letto con un'altra donna, e che era nato da un tentato aborto. Mi parlò a lungo di suo nonno, che reggeva benissimo l'alcol e suonava un violino con una testa di negro scolpita sul manico, ma non mi parlò mai del padre, e non mi disse mai di avere figli. Appresi che aveva un figlio dal giornale, un anno dopo».

Verso la fine di settembre Barbara, in veste di responsabile della Hubbard Dianetic Research Foundation, accompagnò Hubbard in un giro di conferenze nell'area di San Francisco. Con suo grande imbarazzo Sara andò a salutarli alla Union Station; diede un pomposo bacio di arrivederci al marito, guardando al contempo Barbara dall'alto al basso. Anche Hubbard era a disagio, e durante il viaggio verso nord bevve diversi alcolici nella carrozza bar del treno.

Il suo morale si sollevò molto quando arrivarono a San Francisco e scoprirono che per loro era stato organizzato un barbecue di benvenuto a casa di un dianeticista locale. Barbara, tuttavia, ebbe una serata infelice - nel corso della festa si recò in cucina e scoprì Hubbard che baciava la moglie del padrone di casa. Più tardi quella sera, quando rifiutò di dormire con lui, Ron ebbe uno scatto d'ira e urlò: «Sono tutti contro di me!». Quella notte Barbara scrisse sul suo diario «Ora lo vedo come un vanesio, un arrogante, un egocentrico incapace di tollerare le frustrazioni».

Ma ben presto fecero pace. In seguito Barbara scrisse sul suo diario: «Le cose a Oakland sono andate meglio. Ha affittato un attico. Ero sempre con lui, e si è nuovamente un po' innamorato di me, l'ho sentito più vicino che mai. Beveva troppo, e parlava in proporzione all'alcol che buttava giù. Per lo più storie grottesche sulla sua famiglia e l'odio per sua madre che, dice, era una lesbica e una puttana... è un uomo profondamente infelice. Ha detto che l'unico a dimostrargli affetto negli ultimi anni, prima di incontrare me, è stato Calico, il suo gatto». [5]

In ottobre Hubbard tornò per qualche giorno sulla Costa Orientale, e ad Elizabeth venne accolto dalla notizia che la Fondazione stava andando incontro ad una crisi finanziaria - le entrate mensili non potevano più neppure coprire il libro paga - e Joseph Winter, l'uomo che tanto aveva fatto per convalidare Dianetics, stava per rassegnare le dimissioni.

Winter era rimasto profondamente deluso dalla Hubbard Dianetic Research Foundation. Non era più convinto che Dianetics fosse scevra da rischi - durante l'auditing due pre-clear avevano sviluppato una psicosi acuta - ed era estremamente preoccupato dal fatto che la Fondazione continuava consapevolmente ad accettare di addestrare chiunque al mestiere di auditor.

«La gente aveva spesso dei crolli psicologici» ha raccontato Perry Chapdelaine, un dipendente della Sears Roebuck di Mason City, Iowa, che fu studente ad Elizabeth. «Tutto veniva messo a tacere prima che si scoprisse. Accadde ad un tizio del mio corso, un ingegnere chimico. Volevano allontanarlo dalla scuola e mi offrii volontario per stare con lui nell'edificio adiacente. Non mangiava e non dormiva, era in uno stato terribile e nessuno poteva fare nulla per lui, e alla fine lo portarono in un ospizio» [6].

Oltre a quelli che considerava i pericoli intrinsechi del permettere a chiunque di audire chiunque, Winter aveva anche iniziato a dubitare che lo stato di "clear" fosse realisticamente ottenibile. Alla fine si sentì frustrato perché la Research Foundation non stava facendo assolutamente alcun tentativo di ricerca scientifica seria, cosa che rientrava tra i suoi scopi dichiarati. In diverse occasioni aveva parlato apertamente delle sue preoccupazioni, solo per essere velocemente liquidato da Hubbard. Winter capì chiaramente che non aveva altre alternative se non le dimissioni [7].

Art Ceppos condivideva gran parte delle preoccupazioni di Winter, e anch'egli si dimise. La reazione di Hubbard fu, come al solito, smodata. Infuriato per ciò che considerava un tradimento da parte di due dei suoi sostenitori originali, mise in giro la chiacchiera che Winter e Ceppos stessero complottando per prendere il controllo della Fondazione, e per questo erano stati "costretti" a dimettersi [8].

Non era nello stile di Hubbard accontentarsi di oscurare semplicemente la reputazione dei nemici - voleva vendetta. L'occasione si presentò nell'odiosa veste del Senatore Joe McCarthy, l'egocentrico demagogo che, nel febbraio del 1950, aveva accusato il Dipartimento di Stato di pullulare di comunisti e di simpatizzanti comunisti. L'atmosfera di timore e sospetto generato dalla caccia alle streghe che ne seguì gettò lunghe ombre su tutta l'America; nel periodo maccartista quasi nulla era peggio dell'essere un "rosso", o di essere ritenuto tale. Il 3 novembre del 1950 il consiglio generale della Hubbard Dianetic Research Foundation di Elizabeth contattò l'FBI rivelando che Art Ceppos, presidente della Hermitage House, era un simpatizzante comunista che di recente aveva cercato di impossessarsi dell'indirizzario della Fondazione, ben 16.000 nomi, che rappresentava «un grande valore per chiunque fosse stato interessato a far circolare letteratura del partito comunista» [9].

Hubbard si trattenne ad Elizabeth meno di una settimana, facendo ben poco per cercare di risolvere la crisi finanziaria che minacciava la Fondazione. Non aveva alcun interesse nei bilanci e operava sull'ottimistica, se non irrealistica, convinzione che alla fine le cose si sarebbero in qualche modo sistemate. Al ritorno a Los Angeles sorsero altri problemi, di natura più personale: iniziò a sospettare che la moglie avesse una relazione.

Una sera aveva insistito con la bizzarra idea di uscire assieme alla moglie e all'amante. Barbara, che odiava l'idea, accettò con riluttanza di incontrare Ron e Sara in un ristorante di Los Angeles, e si fece accompagnare da Miles Hollister, uno degli istruttori della LA Foundation. «Credo che Sara sapesse» ha raccontato Barbara. «Era molto ostile. Ad un certo punto della serata stavamo parlando di pistole, e disse che sembravo il tipo da portare una Saturday night special.»

La cena ebbe un effetto contrario a quello sperato da Hubbard - l'accompagnatore dell'amante divenne l'amante della moglie. Miles Hollister aveva ventidue anni, era alto, moro e molto attraente; si era laureato al Bard College dello Stato di New York, dove era stato presidente del comitato studentesco, ed era uno sportivo di una certa fama - era stato il primo uomo a pescare un pescespada con un paranco leggero, al largo della costa della Florida. In breve, era tutto ciò che Hubbard non era: giovane, attraente, sportivo e con ottime conoscenze. Non deve certo sorprendere che Hubbard covasse una forte antipatia per il giovanotto, ed era prevedibile che si sarebbe vendicato. La sua prima mossa fu curiosamente ellittica - licenziò sommariamente due dei più cari amici di Hollister alla Fondazione, affermando che si trattava di comunisti.

Jack Horner, che all'epoca lavorava alla Los Angeles Foundation, cercò di intervenire in loro difesa. «Entrambi erano ragazzi in gamba e istruttori altamente addestrati, e cercai di toglierli dall'impiccio. Andai nell'ufficio di Hubbard e lo affrontai dicendo "non puoi licenziare quei due, non hai nessuna prova". Tuonò e inveì, camminando avanti e indietro dicendo "tu non capisci. Qui sto combattendo una battaglia. Perderò qualcuno lungo la strada, ma alla fine vincerò".

«Hubbard era capace di tutto - per lui il fine giustificava qualsiasi mezzo. Un paio di settimane più tardi si arrabbiò ferocemente con un tizio di nome Charlie Crail, che aveva collaborato alla creazione dell'organizzazione di LA. Ebbero qualche disaccordo sull'incarico che avrebbe dovuto ricoprire. Ron chiamò me e un altro nel suo ufficio, e ci disse di andare a rubare i diplomi Dianetics di Charlie. Gli dicemmo che non l'avremmo fatto, e che non poteva contare su di noi per qual tipo d'operazione. Non riusciva a capirlo. Per quanto lo riguardava, lui aveva firmato quei diplomi, quindi quei diplomi gli appartenevano. Ci furono molti episodi di questo tipo, ma di solito riuscivo ad accettarli perché pensavo che il suo genio eclissasse di gran lunga la sua follia.» [10]

Con l'aumentare dei sospetti il matrimonio di Hubbard e Sara si deteriorò rapidamente. Una notte litigarono violentemente, e Sara gli urlò «perché semplicemente non ti togli dai piedi, e passi il weekend con qualche bella ragazza?» Hubbard si precipitò fuori di casa, caricò Barbara Kaye e si diresse ad un motel di Malibu, dove passò quasi tutto il fine settimana a gonfiarsi tristemente di whisky.

«Aveva davvero il morale a terra per sua moglie» ha ricordato Barbara. «Mi raccontò come aveva conosciuto Sara. Mi disse che era andato ad una festa, si era ubriacato e al risveglio aveva trovato Sara nel suo letto. Con lei aveva un sacco di problemi. Ricordo che mi disse che ero l'unica persona che conosceva che avrebbe montato una tenda di seta bianca per lui. Rimasi davvero sorpresa quando, al ritorno a LA la domenica sera, si fermò per comprare dei fiori alla moglie».

Barbara teneva un diario meticoloso in cui analizzava e rianalizzava di continuo la sua relazione con Hubbard, speculava sul suo stato mentale e raccontava il dramma quotidiano. Lunedì 27 novembre scrisse che quel mattino Hubbard era entrato come una furia nel suo ufficio, «emotivamente molto disturbato». Le disse che durante il weekend Sara aveva cercato di suicidarsi con i sonniferi, dopo che Barbara le aveva parlato al telefono. Dava per scontato che Barbara le avesse parlato della loro relazione.

Non era vero. Barbara aveva telefonato per parlare con Hubbard di questioni relative alla Fondazione, e dopo aver appreso che Ron non era in casa, aveva scambiato con Sara solo poche parole. Hubbard non ci credeva: aveva audito Sara e "recuperato l'engram" che indicava che il suo tentato suicidio era stato scatenato dalla telefonata di Barbara.

Ne era inevitabilmente scaturita una discussione che Barbara ricostruì sul diario nei suoi punti salienti, quasi stesse scrivendo un romanzo pulp:

IO: «Anche tu hai preso l'abitudine di instillare engram, vero? Bello. Bel comportamento per il fondatore di Dianetics.»

LUI: «Per te non è eccitante essere una pedina su una scacchiera tanto grandiosa? Stai giocando per il mondo. Riesci a pensare a qualcosa di più eccitante?»

IO: «Non m'importa un accidente del mondo. Voglio solo una singola, gratificante relazione umana.»

LUI: «Beh, non puoi averla. Sei una donna ambiziosa. Sbavi per il potere. Sei una Maria Antonietta, una Cleopatra, una Lucrezia Borgia... e devi avere un Cesare, o un Alessandro.»

IO: «No, non ho bisogno di un Cesare, anche se Cesare potrebbe aver bisogno di me. Ti conosco, Ron, e in questo momento ti sono più vicina di quanto non lo sia mai stato nessuno.»

LUI: «(con la testa china) E conoscendomi, non mi ami più.»

IO: «Ti amo ancora, ma in modo diverso, più eccitante (Mi ha messo le mani sulle spalle e mi ha attirata a sé).»

LUI: «Non dovrei farlo (mi ha baciata).»

IO: «Mi ami ancora.»

LUI: «Come lo sai?»

IO: «Non riesci a trovare il cappello. Sei distratto.»

LUI: «E questo ti fa sentire potente, vero?»

IO: «Mi fa capire una cosa interessante. Che mi vuoi ancora.»

LUI: «Perché?»

IO: «Perché hai bisogno di me. Hai bisogno di me più di quanto io abbia bisogno di te.»

LUI: «Nel 1939 ero molto innamorato di una ragazza. Anche lei lo era. Quando ho saputo che il suo ragazzo stava salendo, l'ho aspettato in cima alle scale con una pistola, solo per un momento. Poi ho pensato che era una sciocchezza. Ho realizzato chi ero e cosa ero, e me ne sono andato. Le ho detto che la lasciavo libera di sposare un imbroglione col sigaro tra le labbra di Muncie, Indiana. Vorresti essere lasciata libera?»

IO: «L'alternativa è un imbroglione con una sigaretta Kool tra le labbra, di Elizabeth, New Jersey.»

LUI: «Sei stata molto, molto imprudente a dire questa cosa.»

Barbara scoprì quanto imprudente fosse stata quando, due giorni dopo, ricevette uno stringato messaggio a mezzo della Western Union: «Ti consiglio di dimenticarti di me e della Fondazione - Ron». «Rimasi scioccata» ha ricordato. «Ecco qui l'uomo con cui credevo di stare vivendo una grande storia d'amore che mi dice che sono licenziata.»

Frattanto A.E. van Vogt stava facendo il possibile per tenere a galla la Los Angeles Foundation. Calcolò che le sei Hubbard Dianetic Research Foundations avevano speso circa un milione di dollari, ed ne avevano circa 200.000 di debiti. All'inizio di novembre, mentre Hubbard si trovava sulla Costa Orientale, van Vogt aveva dimezzato il personale di 60 persone nel tentativo di rimanere solvibile. Hubbard andò su tutte le furie e al ritorno iniziò ad assumere indiscriminatamente: nel giro di una settimana avevano di nuovo 67 persone a libro paga. Van Vogt protestò, ma Hubbard insistette che lo staff extra era necessario per la ricerca. «Il disastro finanziario era inevitabile» ha raccontato van Vogt [11].

Uno dei progetti di ricerca per cui Hubbard provava grossa eccitazione era il programma "GUK". Si trattava di un cocktail di benzedrine, vitamine e acido glutammico che Hubbard credeva facilitasse l'auditing. «Ricordo che ad un meeting Ron parlò di questa grande svolta in Dianetics» ha raccontato Forrie Ackerman. «Disse di aver scoperto un modo chimico per audire se stessi, una cosa chiamata GUK. Era una grande quantità di vitamine che dovevi prendere ogni due ore per almeno ventiquattr'ore. Se ne prendevi a sufficienza, disse, avresti sganciato gli engram senza l'aiuto di un partner.

«La Fondazione affittò un grosso complesso sulla Rossmore, vicino alla Beverly, e frotte di dianeticisti vi si rintanarono per sottoporsi al programma GUK, ma non durò a lungo - credo fosse un vicolo cieco.»

A dicembre la rivista Look pubblicò un articolo sarcastico dal titolo "Dianetics - Scienza o Truffa?", che lasciava pochi dubbi sul pensiero dell'autore. «Mezzo milione di profani s'è bevuto la storia di questa psichiatria dei poveri...» iniziava. «Hubbard ha dimostrato ancora una volta che Barnum aveva sottostimato il tasso di nascita dei creduloni». Le decine di migliaia di persone che s'erano bevute la dottrina di Hubbard venivano descritte come «la solita frangia estremista, casalinghe frustrate passate per tutti i culti disponibili sul mercato, giovanotti i cui engram omosessuali sono fin troppo ovvi...». L'articolo faceva riferimento al «timore, paura e profondo disgusto» con cui Dianetics veniva considerata dalla professione medica, e citava un dottore della famosa Menninger Clinic di Topeka, Kansas, che ammetteva che i sofferenti di disagi mentali potevano trovare sollievo temporaneo «nell'inganno di Dianetics», così come a volte lo trovavano nell'ipnosi o nel voodoo. «Ma», aggiungeva, «il pericolo maggiore non deriva dalla cattiva natura della terapia Dianetics, ma dal fatto che li allontana da una forma di trattamento di cui potrebbero avere molto bisogno.»

L'attrazione principale di Hubbard, concludeva Look, era che questo surrogato della psichiatria era disponibile per tutti. «Costa poco. È accessibile. È un festival pubblico che può essere recitato nei club e alle feste. In un paese con soli 6.000 psichiatri professionisti, che generalmente fanno pagare 15$ l'ora, Hubbard ha introdotto metodi da produzione di massa. È da verificare se tali metodi possano effettivamente aiutarvi quando siete malati.»

Come sempre in presenza di attacchi, in particolare se provenienti dai disprezzati media, i dianeticisti dedicati rinserrarono i ranghi, e non mancarono grida di incoraggiamento alla festa di Natale della Fondazione di LA, a cui presero parte staff e studenti. Si fece viva anche Barbara Kaye, e Hubbard la invitò a ballare. «Ho bisogno di assistenza, dottore» gli sussurrò in un orecchio. «Che cosa farebbe con una pre-clear che continua a sognare di essere a letto con lei?» Lui le fece un largo sorriso rispondendo «Sto pensando di iniziare una serie di test empirici sulle conseguenze del sostituire la realtà con il sogno.» Nel giro di pochi giorni ripresero la relazione: la sera di Capodanno Ron disertò la festa a cui doveva partecipare con Sara, e passò la notte con Barbara nel suo appartamento su Dale Drive a Beverly Hills.

(Il racconto di Scientology dell'anno 1951)

Nel gennaio del 1951 il Consiglio Sanitario del New Jersey istituì un procedimento contro la Hubbard Dianetic Research Foundation di Elizabeth, accusata di tenere corsi di medicina senza autorizzazione. La Fondazione assunse un avvocato che pensava di poter sostenere la causa, ma tra i direttori si diffuse l'idea che avrebbero dovuto "passare la mano"; iniziarono le ricerche per trovare uno stato in cui fossero più benvenuti [12]. Hubbard, ritenendo che le prospettive in New Jersey fossero deprimenti, chiese a due studenti affidabili di Elizabeth - John Sanborn e Greg Hemingway, il figlio minore dello scrittore - di caricare tutti i suoi effetti personali sulla sua Lincoln nera e portarli a Los Angeles.

Frattanto, forse pensando di poter ancora salvare il matrimonio, convinse Sara e la bambina ad accompagnarlo a Palm Springs, dove aveva affittato una casa con un piccolo giardino pieno di cespugli fioriti su Mel Avenue. Voleva allontanarsi dalle distrazioni di Los Angeles, spiegò, e iniziare il seguito di Dianetics: MSMH. Si sarebbe chiamato Scienza della Sopravvivenza, e avrebbe introdotto tecniche di auditing più veloci e semplificate.
Dick de Mille e Barbara Kaye

A Palm Springs Hubbard, Sara e Alexis furono raggiunti da Richard de Mille (a destra, con Barbara Kaye), figlio del regista cinematografico Cecil B. de Mille, che di recente era stato nominato assistente personale di Hubbard. «Anche se all'epoca non ci pensavo, credo che il mio cognome c'entrasse qualcosa» ha riconosciuto de Mille. «Gli piaceva collezionare celebrità. Ero entrato in Dianetics appena possibile, dopo aver letto l'articolo su Astounding. Quando Ron mi chiese di andare con lui a Palm Springs lavoravo alla Fondazione di LA, mi occupavo della pubblicazione delle sue conferenze.

«Alla Fondazione in quel periodo c'era molta agitazione e dissenso; lui continuava ad accusare i comunisti di cercare di assumere il controllo, ed aveva difficoltà con Sara. Il loro matrimonio stava andando chiaramente a rotoli - lei era molto critica, e Ron mi disse che aveva una relazione con Hollister, e non si fidava di lei.» [13].

Come era prevedibile Sara non si trattenne a lungo a Palm Springs - la tensione era più di quanto riuscisse a sopportare. Hubbard non cercò di trattenerla e non appena moglie e figlia ebbero fatto ritorno a Los Angeles inviò un telegramma a Barbara Kaye; le disse che l'amava e aveva bisogno di lei. Il 3 febbraio Barbara prese l'autobus, e Hubbard l'andò a prendere alla stazione. «Appena lo vidi venire verso di me» ha raccontato, «capii che era malato».

La Kaye, che in seguito sarebbe diventata psicologa, ha raccontato che nelle settimane passate insieme a Palm Springs aveva fatto una diagnosi clinica di Hubbard. «Non avevo dubbi sul fatto che fosse un maniaco depressivo con tendenze paranoiche. Molti maniaci sono persone deliziose e produttive, con energia e autostima tremende. Lui era proprio così nel suo stadio maniacale - enormemente creativo, sostenuto da sentimenti di onnipotenza, parlava sempre di progetti grandiosi.

«Ma quando arrivai, era in uno stato di profonda depressione. Era stato assolutamente incapace di lavorare al suo libro, che originariamente doveva essere pubblicato quello stesso mese. Ecco perché mi aveva chiamata, sperava che lo aiutassi a superare il suo blocco dello scrittore. Era molto triste e letargico, se ne andava in giro piangendosi addosso e beveva moltissimo. A volte si metteva al piano e improvvisava strane melodie di sua composizione. Pensava che Sara lo avesse ipnotizzato nel sonno, ordinandogli di non scrivere. Mi disse che quelli di Elizabeth avevano cercato di «mettergli qualcosa» nel latte, e un'altra volta avevano cercato di mettergli qualcosa negli occhi e nel cuore per cercare di impedirgli per sempre di scrivere. Quelli erano gli engram che stava percorrendo.

«Cercai di aiutarlo utilizzando una tecnica che avevo appreso al college, cioè sezionare il problema in piccoli pezzi e analizzarli uno alla volta. Presi un pacco di carta da macellaio e gli dissi "guarda, non devi scrivere. Semplicemente siediti a questo tavolo e guarda la carta, e quando non la vuoi guardare più, alzati e vai a fare un giro". Il primo giorno rimase seduto per dieci minuti, e questa cosa andò avanti per diversi giorni fino a che prese una matita e iniziò a scrivere. Il giorno seguente era di nuovo al lavoro, molto eccitato ed entusiasta di quanto stava facendo. Cantava e giocava in modo sfrenato, rideva e discuteva le sue idee in cucina fino alle tre del mattino.»

Uno degli argomenti di conversazione preferiti di Hubbard erano gli psichiatri. Una sera che stavano cenando a Mel Avenue, raccontò a Barbara di una volta in cui aveva tenuto una dimostrazione di tecniche di auditing ad un gruppo di psichiatri, e uno gli aveva detto «Stai attento perché se dici che con questa roba guarisci la gente, ti rinchiuderemo.» Poi era scoppiato in una fragorosa risata e aveva addentato una coscia di pollo farfugliando: «Hanno detto che ero paranoico, ma ti rendi conto?». Quella sera Barbara scrisse nel suo diario: «Quando ha detto quella frase mi si è gelato il sangue. È tutto quanto sono riuscita a fare per non scoppiare a piangere.» Barbara era a Palm Springs da circa tre settimane quando Ron iniziò a mostrarsi molto inquieto per «qualcosa che stava bollendo» a Los Angeles. Decise che dovevano tornare immediatamente, anche se il libro non era ancora finito.

«Rientrati a LA non lo vidi per una settimana» ha raccontato Barbara. «Poi un pomeriggio si presentò a casa mia, verso le cinque, molto sconvolto e pallido, i capelli per aria. Continuava a camminare su e giù per la stanza, e mi disse di aver scoperto Miles e Sara a letto insieme. Temeva che stessero complottando con uno psichiatra di San Francisco per farlo rinchiudere in manicomio. Sara aveva telefonato a Jack Maloney, il general manager di Elizabeth, e gli aveva detto che un medico le aveva raccomandato di farlo curare per schizofrenia paranoide. Disse che aveva scoperto delle lettere che provavano che Miles stava complottando con Ceppos e Winter per prendere il controllo della Fondazione. "Per favore, non chiedermi nulla" mi disse. "Sto molto male. Me ne andrò qualche giorno da solo nel deserto. Le cose si mettono molto male".»

Hubbard non andò da solo nel deserto. Aveva progetti diversi: avrebbe fatto rinchiudere Sara prima che Sara facesse rinchiudere lui. Ma prima doveva rapire Alexis.

Alla Casa, tra Hoover e Adams a Los Angeles. la sera di sabato 24 febbraio 1951 John Sanborn stava facendo da baby sitter ad Alexis Valerie Hubbard, di appena undici mesi. Numerosi staff, tra cui Sanborn, vivevano in una delle ali dell'edificio. Sanborn e Greg Hemingway uscivano spesso con Hank e Marge Hunter, che lavoravano al dipartimento ricerche; di solito andavano a mangiare insieme in un piccolo locale in fondo alla strada chiamato "The Bread Line". Marge, che era amica di Sara, aveva una bambina della stessa età di Alexis, e a volte Sara lasciava la figlia con Marge quando voleva uscire.

Quel particolare sabato sera Sanborn era stanco, e quando gli altri lanciarono l'idea di andarsene tutti al cinema si offrì di restare a casa e badare alle bambine. L'aveva fatto molte volte, sapeva cambiare i pannolini e districarsi con i biberon. Marge gliene fu grata, uscì con la compagnia felice di avere una serata libera, e lasciò Sanborn con la figlia Tam e "Lexie".

Verso le undici Sanborn sentì bussare freneticamente alla porta. Aprì e trovò sulla soglia Frank Dessler, uno degli assistenti di Hubbard; indossava un lungo soprabito e un cappello a tesa larga. Aveva le mani sprofondate nelle tasche, e Sanborn si convinse che impugnava una pistola. «Mr. Hubbard sta arrivando» gli disse. «È venuto a prendere Alexis». Sanborn pensò che era un'ora molto strana per una cosa del genere, ma non disse nulla.

Qualche minuto dopo entrò Hubbard, anch'egli in soprabito e cappello a larga tesa. «Siamo solo venuti a prendere Alexis» gli disse. Sanborn fece strada verso la stanza in cui le bambine stavano dormendo. Hubbard si sporse e prese un giocattolo dalla culla di Alexis. «È suo?» chiese. Sanborn annuì, e Hubbard lo gettò a terra. Mentre stavano raccogliendo le cose della bambina, Sanborn iniziò a dire «Ascolta, se si sveglia nel mezzo della notte c'è una certa routine...» ma Hubbard lo zittì. «Non mi interessa» gli disse bruscamente. «La stiamo portando a Palm Springs, e per lei ci sarà una governante.» Prese Alexis dalla culla, ancora addormentata, e scomparve di fretta nella notte.

Sanborn si chiese pigramente che stesse accadendo, ma poco dopo andò a dormire. All'una fu svegliato da qualcuno che lo scuoteva violentemente, e si alzò di scatto quando vide Miles Hollister vicino al suo letto. Se non fosse stato così addormentato sarebbe scoppiato a ridere: anche Hollister indossava un lungo soprabito e un cappello a larga tesa, e anche lui sembrava avere una pistola. «Ron dove ha portato Lexie??» gli chiese. Sanborn si sfregò gli occhi mormorando «Palm Springs». «Quando se ne sono andati?» Sanborn sembrava un po' lento a rispondere, e gli urlò: «Quando se ne sono andati?». Sanborn glielo disse e Miles corse fuori dalla stanza. Qualche minuto dopo sentì la macchina di Hollister che partiva sgommando.

Hollister lasciò la città a tutta velocità in direzione di Palm Springs, cioè precisamente quanto Hubbard desiderava che facesse. Intanto Alexis era stata affidata al servizio continuato del Westwood Nurses Registry di Los Angeles. Hubbard, fingendosi un uomo d'affari di nome James Olsen, aveva chiesto all'agenzia di trovare una governante competente che si prendesse cura della sua bambina, Anne-Marie, per circa un mese, perché la moglie si era ammalata improvvisamente e gli impegni di lavoro lo costringevano a partire immediatamente per la Costa Orientale. Melba McGonigel, titolare dell'agenzia, ebbe forti sospetti, ma accettò di prendere in affidamento la bambina di "Mr. Olsen" dopo che egli le ebbe firmato una dichiarazione "A chiunque possa interessare..." in cui sollevava l'agenzia da ogni responsabilità.

Poco dopo l'una del mattino del 25 febbraio una Lincoln nera parcheggiò davanti all'appartamento di Hubbard al 1251 di Westmoreland Avenue di West Los Angeles. Richard de Mille era al volante, Hubbard e Frank Dessler sedevano dietro. Dentro casa Sara, in camicia da notte, era seduta in lacrime vicino al telefono, in attesa di notizie di Alexis. Quando sentì girare la chiave nella toppa si alzò di scatto, allarmata, ma la paura si trasformò in rabbia quando sulla porta apparvero suo marito e Dessler. «Dov'è Lexie?» urlò. I due uomini non dissero una parola. L'afferrarono per le braccia, uno le mise una mano sulla bocca e la trascinarono fuori, oltre il marciapiede e dentro l'automobile, che partì a tutta velocità.

Sara, sul sedile posteriore, si dibatteva come una leonessa, piangendo ed urlando contro Hubbard che, da parte sua, sbraitava contro di lei. Ad un certo punto, quando la macchina si fermò ad un semaforo, Sara cercò di fuggire ma Hubbard l'afferrò per il collo quasi a strangolarla, e la lite riprese. «Era furiosa per essere stata trascinata fuori di casa, e tuonava insulti in tutte le direzioni» ha raccontato de Mille. «Era molto arrabbiata per il suo matrimonio, e per la condotta del marito. Da parte sua, Ron tuonava contro Miles Hollister e la condotta di Sara.»

Dessler venne scaricato sul confine cittadino di Los Angeles, e la Lincoln si diresse velocemente verso San Bernardino; Ron sperava di trovarvi un medico che visitasse Sara e la dichiarasse pazza. «Lei voleva ardentemente avere un parere medico simile su di lui» ha dichiarato de Mille, «ma a quel punto Ron aveva il coltello dalla parte del manico.» Ne seguì una farsa grottesca, in giro per le strade buie di San Bernardino alla ricerca di un medico, mentre Sara alternativamente inveiva e implorava di dirle dove avessero portato Alexis. Alla fine Hubbard entrò nell'ospedale di contea, mentre de Mille rimaneva in macchina, di guardia a Sara. Tornò dopo qualche minuto, evidentemente sorpreso e disgustato dal fatto che a quell'ora del mattino non ci fosse un medico disponibile a dichiarare pazza sua moglie.

All'alba l'automobile si stava lasciando dietro una nuvola di polvere, diretta a est attraverso il deserto, verso il confine con l'Arizona; Hubbard aveva ordinato a de Mille di portarlo all'aeroporto di Yuma. Sul retro della macchina il feroce litigio non si era interrotto per un solo momento. Sara continuava a giurare che nel momento stesso in cui fosse tornata libera avrebbe fatto arrestare Ron per rapimento, e lui le giurò che se l'avesse fatto non avrebbe mai più rivisto Alexis. Minacce e recriminazioni reciproche continuarono, mentre Hubbard pensava a come potersi districare dalla situazione in cui si era ficcato.

Parcheggiati nella luce acquosa dell'alba, in un angolo tranquillo dell'aeroporto di Yuma, la battagliera coppia alla fine si accordò per una tregua temporanea. Hubbard promise a Sara di lasciarla andare e di dirle dove era Alexis se avesse firmato una dichiarazione in cui affermava di averlo seguito volontariamente. Sara, in lacrime, firmò, e Hubbard scarabocchiò un appunto per Dessler: «25 Feb. Per Frank - con la presente autorizzo Sara a portare Alexis a vivere con lei, quando avrà una casa. L. Ron Hubbard». Scribacchiò il nome dell'agenzia che, disse, si stava prendendo cura di Alexis - «Baby Sitters Inc, vedi elenco del telefono di Hollywood» - e aggiunse «Dai subito l'indirizzo a Sara, in modo che possa vedere la bambina.»

Hubbard e de Mille uscirono dalla macchina e Sara, ancora in camicia da notte, guidò verso Los Angeles con in mano il pezzo di carta che, pensava, le avrebbe permesso di ritrovare la figlia. Ma Hubbard non aveva alcuna intenzione di permettere tale riunione familiare. «Era convinto che fino a quando avesse avuto la bambina poteva mantenere il controllo della situazione» ha spiegato de Mille.

Mentre Sara tornava a Los Angeles, Hubbard entrò in una cabina telefonica dell'aeroporto di Yuma per dare istruzioni urgenti a Frank Dessler. Doveva fare in modo che la governante prendesse Alexis prima che Sara arrivasse da lei. Il prezzo non aveva importanza, doveva assumere subito una coppia affidabile e portare la bambina a Elizabeth, New Jersey, dove Hubbard l'avrebbe presa in consegna.

Sara non impiegò molto a scoprire che Ron l'aveva ingannata, ma quando riuscì a convincere Dessler a rivelarle dove stava effettivamente la bambina era troppo tardi. Arrivò alla Westwood nursery due ore dopo che Alexis era stata portata via. Sara presentò denuncia di rapimento al dipartimento di polizia di Los Angeles, ma Ron fu fortunato - la polizia liquidò l'incidente come una disputa domestica con cui non avevano nulla a che fare.

Hubbard non andò direttamente a Elizabeth, perché voleva evitare che Sara facesse ulteriori tentativi per farlo internare. Accompagnato dal fedele de Mille saltò su un aereo per Phoenix, e da lì a Chicago, dove Hubbard si fece visitare da uno psichiatra e da uno psicanalista, entrambi ugualmente perplessi.

«Voleva la testimonianza di un professionista che dicesse che era a posto, e che non era uno schizofrenico paranoide» ha raccontato de Mille. «Prima ci recammo da uno psichiatra che però sentì odore di bruciato. Ovviamente pensò che stessimo cercando di manipolarlo, così gli pagammo l'onorario di 10 $ e ce ne andammo.

«Poi ci presentammo ad uno psicologo diagnostico all'epoca famoso, che fece qualche test ad Hubbard e produsse un rapporto positivo e innocuo, dicendo che Ron era un individuo creativo sconvolto dai dissensi e problemi familiari, depresso per il lavoro e così via. Si trattava di una relazione piuttosto blanda, ma Hubbard ne fu deliziato. La cosa importante era che non diceva che era pazzo. In questo modo avrebbe potuto dire di aver avuto il benestare dalla professione psichiatrica.»

Prima di lasciare Chicago Hubbard chiamò gli uffici del FBI per informarli di sospettare che uno dei suoi dipendenti fosse un comunista. Il nome dell'uomo, che non ebbe alcuna difficoltà a rivelare, era Miles Hollister [14]. A quel punto Hubbard e de Mille volarono a New York e presero un taxi per Elizabeth; la Hubbard Dianetic Research Foundation era ancora operativa, anche se assediata dai creditori. Scesero in un albergo e attesero l'arrivo di Alexis.

Durante il loro soggiorno un'ulteriore complicazione si presentò nella già ingarbugliata vita privata di Hubbard: Polly Hubbard aveva presentato una richiesta di mantenimento a Port Orchard, Washington, affermando che l'ex marito aveva «promosso una setta chiamata Dianetics», era stato autore di un bestseller, possedeva proprietà di rilievo ed era in grado di far fronte al mantenimento dei suoi due figli: Nibs, all'epoca sedicenne e Katie, di 15 anni. Hubbard replicò affermando che la prima moglie non era una persona affidabile, e che non era in grado di badare ai figli perché «beve troppo ed è una dipsomaniaca.»

Il 3 marzo 1951 Hubbard, nel ruolo di cittadino patriottico, scrisse al FBI di Washington fornendo i nomi e le descrizioni di quindici «comunisti noti o sospetti» all'interno della sua organizzazione. In cima alla lista c'erano sua moglie e il di lei amante:

«SARA NORTHRUP (HUBBARD): precedentemente residente al 1003 di S. Orange Grove Avenue, Pasadena, Calif. 25 anni, altezza mt. 1,78, peso 70 chili. Attualmente scomparsa in qualche posto della California. Solo sospettata. Ha avuto amicizie con molti comunisti. Attualmente in intimità con essi, ma forse costretta. Tossicodipendente dall'autunno del 1950. Non ne sapevo nulla fino a poche settimane fa. Avanzata richiesta di separazione e di divorzio.

«MILES HOLLISTER: residente nelle vicinanze di Los Angeles. Apparentemente un personaggio importante, ma molto giovane. Circa 22 anni, mt. 1,83, 90 chili. Capelli neri. Mento aguzzo, fronte spaziosa, caratteri piuttosto slavi. Membro confesso dei Giovani Comunisti. Centro di gran parte della turbolenza nella nostra organizzazione. Licenziato [sic] in febbraio quando scoperta sua affiliazione. Attivo e pericoloso. Comunemente armato. Schiettamente sleale agli USA.»

John Edgar Hoover, direttore del FBI, rispose prontamente: «Desidero ringraziarla per le informazioni che ha messo a disposizione di questo Bureu» [15].

Quattro giorni dopo Hubbard prese un appuntamento, organizzato su sua richiesta, con un agente della Sezione di Sicurezza Interna del FBI. La sua intenzione era dare maggior rilevanza alle accuse contro Hollister, come risulta evidente dal rapporto dell'agente: «Hubbard ci ha informati di pensare che i comunisti all'interno della sua organizzazione ne stessero minando la struttura. Ha informato di aver consegnato i nomi di diversi sospetti comunisti all'ufficio FBI di Los Angeles. Hubbard riusciva a ricordare il nome di uno soltanto di questi individui. Ha affermato che Miles Hollister era uno degli individui che sospettava di avere inclinazioni comuniste. A proposito di Hollister, Hubbard ha sostenuto che ha avuto un ruolo significativo nel portare sua moglie, Sara Elizabeth Northrup, alla pazzia. Ha affermato che sua moglie, e la sua automatica calibro 45 dell'esercito, sono scomparse da diversi giorni...».

In quello stesso colloquio Hubbard rivelò che la Russia era interessata al suo lavoro. «Hubbard ha affermato di pensare seriamente che Dianetics possa essere usata per combattere il comunismo. Tuttavia ha rifiutato di elaborare sui metodi con cui lo si potrebbe fare. Ha sostenuto che i sovietici si sono evidentemente resi conto del valore di Dianetics, perché fin dal 1938 un funzionario dell'Amtorg, nel corso di una visita all'Explorers Club di New York, lo aveva contattato suggerendogli di andare in Russia, e sviluppare Dianetics laggiù.

«Nell'evidente tentativo di dare credibilità alle sue affermazioni, Hubbard ha informato di essere stato recentemente psicanalizzato a Chicago, e di essere stato trovato assolutamente normale...» [16]. L'agente del FBI che condusse il colloquio non era d'accordo: concluse che Hubbard era un «caso mentale» [17].

Nel corso della sua breve permanenza a Elizabeth Hubbard riuscì ad alienarsi il vecchio amico e mentore John W. Campbell, che si dimise dalla Fondazione andandosi perciò ad aggiungere alla sempre più lunga lista dei nemici. Secondo Campbell lavorare con Hubbard era diventato impossibile, e lo riteneva responsabile della disastrosa situazione finanziaria e della completa disorganizzazione dell'intero movimento di Dianetics (Il 9 marzo Dessler aveva scritto ad Hubbard per dirgli che da oltre due settimane nessuno del personale dello staff della Fondazione di LA riceveva lo stipendio, ma Hubbard non sembrò preoccupato).

Poco dopo l'arrivo di Alexis, Hubbard annunciò a de Mille che si sarebbero trasferiti a sud, dove il clima era migliore e avrebbe potuto proseguire con il suo lavoro. Ad Elizabeth nevicava da settimane e de Mille non era certo dispiaciuto di andarsene, anche se Hubbard gli aveva detto chiaramente che si sarebbe dovuto prendere cura della bambina.

I tre formavano una compagnia davvero insolita: un grosso quarantenne dall'aspetto florido, con capelli rosso fiamma e una sigaretta Kool perennemente infilata tra le labbra; il suo minuto compagno ventinovenne, piuttosto timido e in timore reverenziale dell'uomo più anziano; una gorgogliante bambina di dodici mesi col pannolino, che iniziava allora a camminare. Arrivarono a Tampa, Florida, alla metà di marzo. Presero due stanze in un piccolo hotel: Hubbard stava da solo, mentre de Mille divideva la stanza con Alexis. «Non mi passò mai neppure per la testa che la bambina dovesse stare con lui» ha raccontato de Mille. «Lui era il leader, e io il seguace. Lui dava gli ordini, io avevo il privilegio di servirlo.»

Hubbard disse che stava cercando una proprietà a Tampa, ma de Mille notò che era quasi sempre nervoso e stava male. «Una sera bussai alla sua porta e mi aprì con in mano la .45 carica. Devo averlo guardato molto sorpreso, perché mi disse "Non dovresti insinuarti in questo modo, Dick". Fino a quel momento non sapevo neanche che avesse una pistola.»

Un paio di giorni più tardi Hubbard gli disse: «Non mi piace l'atmosfera che c'è qui. Voglio trovare un posto in cui possa respirare liberamente. Ce ne andiamo all'Avana.»

All'inizio degli anni '50, prima di Castro, l'Avana era la capitale dello spasso dell'emisfero occidentale - una città-aperta corrotta, edonista, colorata dove ai turisti danarosi veniva garantito il divertimento. Per andare a Cuba gli americani non avevano nemmeno bisogno del passaporto, e nessuno si stupì vedendo arrivare dalla Florida quei due uomini in compagnia di una bambina apparentemente senza madre. Presero un taxi per il centro e scesero in un hotel di Paseo Martì, l'affaccendata via principale dell'Avana.

«Hubbard riuscì a noleggiare una vecchissima macchina da scrivere spagnola» ha ricordato de Mille, «e pestava furiosamente sui tasti per tutta la notte, mentre io mi occupavo della bambina e cercavo di dormire con i tubi dell'acqua che fischiavano nelle pareti. Dopo aver soggiornato in quel posto per un paio di notti, andammo ad una agenzia immobiliare e prendemmo in affitto un appartamento a pian terreno nel quartiere di Vedado, la Beverly Hills dell'Avana. Una volta trasferiti, assumemmo due giamaicane che si prendessero cura di Alexis, e per me fu un grande sollievo.»

Comodamente installato nell'appartamento Hubbard iniziò a lavorare intensamente al libro, dettando ad un registratore. Come d'abitudine lavorava tutta la notte, con l'unico sostegno di una bottiglia di rum che all'alba era regolarmente finita. Al pomeriggio si sedeva spesso a chiacchierare con de Mille. «Mi parlava molto di se stesso, ma come succede spesso con quel tipo di persone, non mi dava vera confidenza: mi raccontava la sua storia nel modo in cui pensava io dovessi conoscerla. Mi raccontò di Jack Parsons e di Aleister Crowley e di tutto quanto. Non si prendeva la responsabilità per i rituali di magia nera e dava tutta la colpa a Parsons, ma ammise di avervi preso parte.

«Ciò che all'epoca non capivo di lui era la mancanza di attaccamento personale. Pensava che le persone esistessero per essere usate, per servire chi le usava, e che i loro diritti non avessero alcuna importanza. Ad esempio non credo che avesse rapito Alexis con l'intenzione di tenerla con sé, la stava semplicemente usando per mantenere il controllo della situazione.

«Quando l'avevo incontrato per la prima volta al meeting dello Shrine ero rimasto molto impressionato. Pensavo che fosse un grand'uomo che aveva fatto una grande scoperta, e qualsiasi fossero i suoi difetti, dovevano essere perdonati perché lui aveva la risposta. Prometteva il paradiso. Diceva "ho la chiave per aprire la porta, vuoi andarci?" Non aveva importanza se le sue credenziali erano sospette, lui aveva la chiave. In realtà era molto colto, una specie di intellettuale autodidatta. Non credo che avesse mai fatto ricerche in senso accademico, ma sapeva un sacco di cose su Freud, l'ipnosi, l'occulto, la magia eccetera, e Dianetics era uscita da quella conoscenza.

«Non credo che Dianetics abbia necessariamente avuto successo perché era il momento giusto. Il momento non è mai sbagliato per un movimento cultistico. C'è chi presenta nuove idee che dice cambieranno il mondo, e c'è sempre un certo numero di persone che ci crede. Lenin fu l'Hubbard del 1917. Hubbard fu la Madame Blavatsky del 1950.»

La capacità di Hubbard di concentrarsi sul lavoro subì una grave battuta d'arresto quando a Cuba arrivarono i giornali di martedì 12 aprile. Alla fine Sara aveva sporto denuncia e richiesto un mandato alla Corte Superiore di Los Angeles affinché le fosse resa la bambina. I titoli riassumevano la storia: «Fondatore di culto accusato di aver rapito una neonata», «Hubbard di 'Dianetics' accusato di complotto per rapire la moglie», «L'autore di Dianetics accusato di tenere nascosta una bambina». Quasi tutti i giornali riportavano la foto della madre distrutta.

Dopo aver digerito le spiacevoli notizie Hubbard scrisse a Sara. La lettera porta la data del 15 aprile, e contiene tutto il talento dell'autore di pulp per le fantasticherie:

«Cara Sara,

Sono stato all'ospedale militare di Cuba e verrò trasferito negli Stati Uniti in segreto la settimana prossima, come scienziato al riparo da interferenze di qualsiasi tipo.

Anche se probabilmente il ricovero sarà molto lungo, Alexis è affidata in ottime mani. La vedo ogni giorno. Ha tutto ciò che le serve.

Le mie facoltà mentali non sono mai venute meno nonostante tutto quello che mi hai fatto, ma il mio corpo non ha retto. Ho il lato destro paralizzato. Spero che il mio cuore regga. Potrei vivere a lungo, ma potrei anche non farlo. Ma Dianetics vivrà 10.000 anni - perché ora ce l'hanno anche l'Esercito e la Marina.

Ho cambiato il mio testamento. Alexis avrà una fortuna. Ma se sta con te, allora non avrà nulla.

Spero di rivederti, ciao - Ti amo

RON»

Il giorno successivo Hubbard entrò a passo di marcia nell'Ambasciata americana dell'Avana, insistendo per vedere l'attaché militare e chiedendo protezione dai comunisti che, disse, stavano cercando di rubare il suo materiale di ricerca. Chiese aiuto ad un ufficiale dopo l'altro. L'attaché, chiaramente scettico, mormorò qualcosa del tipo «vediamo qual che si può fare» e inviò un cablo al FBI di Washington per «qualsiasi informazione pertinente» quel visitatore dagli occhi sbarrati. La risposta fu che il 7 marzo Hubbard aveva avuto un colloquio con un agente, il quale «aveva considerato Hubbard un caso mentale» [17].

De Mille non aveva notato la paralisi che Hubbard citava nella commovente lettera a Sara, né sapeva che fosse stato ricoverato in un ospedale militare, ma si era sicuramente reso conto del crollo umorale del suo capo. «Iniziò di nuovo ad essere molto nervoso, e si lamentava di non sentirsi bene. Disse che doveva trasferirsi in centro così sciogliemmo il contratto d'affitto e prendemmo alloggio al Packard Hotel, che si trovava di fronte al parco e dava sull'imboccatura del porto e sulla prigione. Ma continuava a stare molto male. Probabilmente era l'ulcera, ma lui disse che si trattava del farmaco ipnotico che Sara e Winter gli avevano dato in passato.»

Le notizie da Los Angeles non erano certo intese a farlo stare meglio. Il 23 aprile Sara presentò richiesta di divorzio, citando «crudeltà estrema, grande angoscia mentale e sofferenze fisiche». Le sue accuse erano sensazionali. Oltre ad accusare Hubbard di bigamia e rapimento, Sara affermava che Hubbard l'aveva assoggettata a «tortura sistematica, compreso impedirle di dormire, percosse, strangolamento ed esperimenti scientifici.» A seguito della sua «folle e pessima condotta», ora soffriva di «timore continuo sia per la sua vita che per quella della figlioletta infante, che non vedeva da due mesi.»

La richiesta di divorzio comprendeva tutti i dettagli. Sara sosteneva che quando vivevano al Chateau Marmont Ron le aveva detto che non voleva più essere sposato con lei, ma non voleva neppure il divorzio, che avrebbe influito negativamente sulla sua reputazione. Il suo suggerimento era stato che «se lo amava veramente avrebbe dovuto uccidersi». In seguito le aveva impedito di dormire per quattro giorni, poi le aveva dato dei sonniferi che «l'avevano quasi fatta morire».

Sara accusava il marito di aver cercato spesso di strangolarla; in un'occasione, poco prima del Natale 1950, era stato così violento da causarle la rottura della Tromba di Eustachio dell'orecchio sinistro. Il mese successivo, a Palm Springs, aveva messo in moto la macchina mentre lei stava uscendo, facendola cadere rovinosamente. Come conseguenza del comportamento di Hubbard, proseguiva la richiesta di divorzio, «la querelante e i suoi consulenti medici... hanno concluso che il suddetto Hubbard era assolutamente pazzo e folle, senza speranza, e non esistevano ragioni per sopportare oltre; che competenti consulenti medici avevano raccomandato che il suddetto Hubbard fosse ricoverato in un sanatorio privato per osservazione e trattamento psichiatrico di un disturbo mentale noto come schizofrenia paranoide...» [18].

Caryl Warner, lo stravagante avvocato di Hollywood di Sara, fece del suo meglio per pubblicizzare al massimo il caso di divorzio. Le croniste del LA Times e dell'Examiner che si occupavano del Tribunale del Divorzio erano entrambe donne e femministe. «Prima ancora di presentare il caso già sapevano che razza di bastardo fosse Hubbard» ha raccontato Warner. «Avevo detto loro che era un sadico, che aveva tenuta sveglia la moglie per giorni interi e l'aveva bruciata con le sigarette, e che era pazzo, pazzo furioso. Riuscirono a malapena ad attendere che presentassi la richiesta di divorzio.

«Sara e Miles mi piacevano molto. Alla fine si sposarono, presero casa a Malibu e diventammo grandi amici; ricordo che mi fecero conoscere l'erba. Credevo a Sara nel modo più assoluto, non avevo davvero dubbi. Quando era venuta da me con questa storia terribile di come il marito avesse rapito sua figlia, sentii forte la determinazione di fare di tutto per aiutarla. Telefonai all'avvocato di Hubbard ad Elizabeth e lo avvertii: "Ascolta bastardo, se non porti indietro subito la bambina ti faccio nero".» [19]

Il primo livido era stato inflitto dai compromettenti titoli dei giornali di tutto il paese il giorno successivo la denuncia di rapimento, presentata l'11 aprile (il solo imprevisto al programma accuratamente studiato da Warner fu che il Presidente Harry S. Truman scelse malauguratamente lo stesso giorno per congedare per insubordinazione in Corea il Generale Douglas MacArthur, accaparrandosi così le prime pagine). Il divorzio ebbe una copertura più ampia, e fu gestito meglio: le fotografie di una smagliante Sara vennero sostituite da quelle che ritraevano una donna affranta e piangente, confortata dal suo avvocato.

A Cuba, intanto, le condizioni di Hubbard peggioravano. «Credo che ciò che l'avesse maggiormente colpito» ha raccontato de Mille, «fosse la convinzione di stare perdendo il controllo dell'organizzazione. Ecco tutto.»

Era indubbio che le fortune di Hubbard avevano subito una revisione radicale nei dodici mesi successivi la sua esplosione come adorato fondatore di Dianetics. La sua vita personale era nel caos, le Hubbard Dianetic Research Foundations di Elizabeth e Los Angeles si stavano disintegrando, quasi tutto il denaro era stato sprecato, era in ritardo di mesi con il secondo libro ed era bloccato a Cuba con Alexis, senza alcuna idea di che cosa fare di lei.

Renderti disponibile la traduzione di questo libro ha comportato decine di ore di lavoro. Contribuisci anche tu a mantenere vivo questo sito
con una una

Ciò di cui aveva bisogno era un salvatore, preferibilmente un salvatore con una montagna di soldi. E c'era un solo potenziale candidato - Don Purcell, imprenditore di Wichita, Kansas. Non solo Mr. Purcell era un dianeticista entusiasta, si dava il caso che fosse anche milionario.

Verso la fine di aprile Hubbard gli inviò un telegramma dall'Avana, dicendogli che aveva bisogno di aiuto. A questo fece seguito una telefonata di de Mille in cui esortava Purcell a «fare qualcosa» perché Ron stava morendo. Purcell si mise in moto immediatamente. Inviò a Cuba un aereo privato con una governante diplomata per portare in Kansas Ron e Alexis (de Mille aveva ricevuto l'ordine di restare a Cuba e finire di trascrivere i nastri registrati di Ron).

Purcell, seguace di Dianetics, fu deliziato ed onorato di poter ospitare L. Ron Hubbard a Wichita. Ma era un piacere destinato a durare poco.

 

Note:

1. Intervista a Cox, e lettera a Martin Gardner, 30 aprile 1952.

2. Intervista a Ackerman.

3. Cults of Unreason, Christopher Evans, 1973.

4. Intervista a A.E. van Vogt.

5. Interviste a Barbara Kaye, Los Angeles, 28 luglio - 5 agosto 1986.

6. Intervista a Perry Chapdelaine, Nashville, 25 aprile 1986.

7. Winter, op. cit. (In italiano)

8. Lettera di Hubbard a Barbara Kaye, 21 ottobre 1951.

9. Memo del Governo degli Stati Uniti al Direttore dell'FBI, da SAC Newark, 21 marzo 1951.

10. Intervista a Horner.

11. Dianetics and the Professions, A.E. van Vogt, 1953.

12. A Factual Report on Dianetics, John W. Maloney, febbraio 1952.

13. Intervista a Richard de Mille, Santa Barbera, 25 luglio 1986.

14. Memo del Governo degli Stati Uniti al Direttore dell'FBI, da SAC Chicago, 27 aprile 1951.

15. Lettera negli archivi dell'FBI, 10 marzo 1951.

16. Memo del Governo degli Stati Uniti N. 62-116151-70, 7 marzo 1952.

17. Aerogramma all'Attaché Legale all'Avana, 27 aprile 1951.

18. Richiesta di divorzio N. D414498, 23 aprile 1951, Corte Superiore di Los Angeles.

19. Intervista a Caryl Warner, Hollywood, agosto 1986.

 
 
 

Los Angeles Times - 11 aprile 1951 - I-11:2

L'autore di Dianetics accusato di tenere nascosta una bambina

La moglie Sara sostiene che Hubbard ha complottato per tenerle nascosta la bambina di 13 mesi, scomparsa dal 23 febbraio

Ieri Mrs. Sara Northrup Hubbard, 25 anni, ha accusato il marito, L. Ron Hubbard, 40, inventore of "dianetics," un nuovo tipo di psicologia, di aver cospirato per tenerle nascosta la figlioletta.

In una petizione di nove pagine ha dichiarato di non vedere la figlia Alexis Valerie di 13 mesi dal 23 febbraio scorso, quando la bambina è stata portata via dalla sua nursery e lei stessa è stata rapita e condotta a Yuma, Arizona. L'udienza è stata fissata per lunedì prossimo davanti al giudice della Corte Superiore Mildred Lillie. Si afferma che Hubbard non è in California, ma cita Frank B. Dessler, 39 anni, funzionario della locale Hubbard Dianetics Foundation, come chi sta tenendo la bambina.

Accuse di complotto

La Sig.ra Hubbard, a mezzo del suo avvocato Caryl Warner, ha affermato che lo scorso 24 febbraio Dessler e Richard B. de Mille, 29 anni, che ha identificato come figlio del regista cinematografico Cecil B. de Mille, e il marito hanno complottato per rapire la bambina. Secondo la petizione, quella sera verso le 11 hanno preso la bambina dalla sua nursery al 2600 di S Hoover St. «senza cibo, biancheria e cambio di pannolini, e l'hanno portata a West Los Angeles.» Alexis, sotto il nome di Anne Marie Olson, è stata lasciata in affidamento ad un'agenzia di baby sitter. La direttrice dell'agenzia ha successivamente dichiarato alla polizia di Beverly Hills le circostanze sospette in cui ha accolto la bambina.

In camicia da notte

Mrs. Hubbard ha detto che stava dormendo quando la bambina è scomparsa e che gli uomini, dopo aver lasciato la bimba all'agenzia, si sono recati a casa sua e l'hanno costretta contro la sua volontà a salire su un'automobile, nonostante indossasse soltanto la camicia da notte. De Mille guidava, mentre Hubbard la sottoponeva a «una stretta che mi ha quasi strangolato, e impedito di urlare.» Dessler è rimasto nella Contea di Los Angeles con la bambina, ha dichiarato la Sig.ra Hubbard, mentre de Mille portava lei e il marito a Yuma. Ha detto di aver pregato il marito di dirle che cosa stava succedendo.

Incoraggiata ad uccidersi

La sig.ra Hubbard sostiene che il marito le ha detto che non avrebbe mai più rivisto la figlia e che «se davvero lo amava, si sarebbe dovuta uccidere per risparmiargli ulteriori scocciature.» Mrs. Hubbard ha poi dichiarato di aver informato il marito che il rapimento era un reato penale, e che doveva lasciarla andare immediatamente. A quel punto, secondo il suo racconto, Hubbard le ha detto che se avesse firmato un foglio in cui dichiarava di essere andata con lui volontariamente, l'avrebbe lasciata andare e le avrebbe reso la figlia. Alla petizione è allegata una fotografia di un appunto: «25 Feb. Per Frank - con la presente autorizzo Sara a portare Alexis a vivere con lei, quando avrà una casa. (firmato) L. Ron Hubbard. Baby Sitters Inc, vedi elenco del telefono di Hollywood. Dai subito l'indirizzo a Sara, in modo che possa vedere la bambina».

In auto verso la città

La Sig.ra Hubbard ha raccontato che Hubbard l'ha minacciata che, se avesse preso la bambina senza il suo permesso, le avrebbe «dato la caccia». A quel punto lui ha preso un aereo per l'Est, mentre lei è tornata a Los Angeles con la macchina. Ha trovato l'agenzia di baby sitter e chiesto al telefono se la bambina fosse lì. Quando le hanno risposto affermativamente, si è recata sul posto - ma solo per scoprire che due uomini l'avevano già portata via. Hubbard, il cui libro "Dianetics" l'anno scorso è diventato un best seller, e i cui laboratori di psichiatrici sono sorti in tutto il paese, lo scorso novembre fu arrestato e multato di 50 $, e condannato a sei mesi con la condizionale, per aver lasciato la figlia Alexis incustodita su un'automobile parcheggiata.

 
 
 
INDICE
 
 
 

Copyright © Allarme Scientology. L'utilizzo anche parziale dei materiali di questo sito - testi, traduzioni, grafica, immagini, digitalizzazione e impaginazione - con qualsiasi mezzo e su qualsiasi supporto, non è consentita senza il preventivo consenso scritto del gestore del sito. Per richieste e chiarimenti contattare: allarmescientology@email.it