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Il Volto Nudo del Messia - Capitolo 8: Il mistero della ricerca scomparsa

© 1988 Di Russell Miller

© Traduzione in italiano a cura di Simonetta Po, 2001

 
 

Nel 1948 iniziarono a circolare privatamente gli scritti del Sig. Hubbard sulla natura della vita e della mente umana. Passando di bocca in bocca, si diffuse rapidamente parola sulle scoperte rivoluzionarie che aveva fatto...

L. Ron Hubbard, The Man and His Work, 1986

(Il racconto di Scientology degli anni 1946-49)

Dopo il matrimonio in Maryland, Hubbard e la sua giovane sposa tornarono in California, e andarono a vivere in un appartamento di Laguna Beach, località molto amata da artisti e scrittori a metà strada tra Los Angeles e San Diego. John Steinbeck vi aveva vissuto all'epoca del suo romanzo più importante, Pian della Tortilla, fattore che Ron indubbiamente prese in considerazione mentre era alla ricerca di un posto in cui sistemarsi e riprendere la carriera di scrittore.

Il problema era che non poteva sistemarsi, né scrivere. In realtà, giudicando dal voluminoso dossier dell'Amministrazione dei Veterani [VA nel testo], Ron trascorse gran parte del 1946 indirizzando il suo talento letterario al diligente inseguimento di una pensione più cospicua. Il 19 settembre si trascinò zoppicando al centro medico della VA di Los Angeles dove sciorinò la triste litania delle sue ormai familiari disgrazie: «gli occhi sono sensibili alla luce del sole e non posso leggere a lungo senza provare tremendi mal di testa... i miei problemi di stomaco mi costringono a seguire una dieta severa - posso mangiare soltanto latte, uova, carne macinata e verdure bollite... mi stanco velocemente, e quando lavoro sodo mi prende la nausea... la spalla e l'anca sinistra - in realtà l'intero lato sinistro - mi tormentano di dolori artritici - non riesco a stare seduto a lungo alla macchina da scrivere o alla scrivania...».

Ancora una volta i medici non sembrarono in grado di scoprire nulla che non andasse in quel reduce, se non una borsite calcificata, una leggera artrite alle caviglie che gli faceva assumere «un'andatura cavallina» e una «leggera deformità duodenale». Sul rapporto della visita medica venne annotato che non esistevano cicatrici, o indicazioni di ferite di arma da fuoco o di altro tipo [1].

Forse per Ron fu un bene che l'Amministrazione dei Veterani non potesse aver accesso ai suoi diari privati, poiché in essi vi veniva dipinto un quadro molto diverso. Diverse pagine erano piene di "Affermazioni" scribacchiate, molte delle quali relative alla sua salute.

Se fosse stato un po' più circospetto, sarebbe stato possibile vedere le "Affermazioni" come un coraggioso tentativo di far luce sui suoi disturbi o di curarsi con la pura forza di volontà, poiché in alcune di esse sembrava stesse cercando di autoconvincersi di stare bene:

«la tua ulcera non crea problemi, e non ti ha mai creato problemi. Puoi mangiare qualsiasi cosa.
La tua anca è perfettamente sana. Non ti fa mai male.
La tua spalla non duole mai.
I tuoi problemi di sinusite sono nulli.»

Sfortunatamente per la sua posizione verso i posteri, sceglieva spesso di elaborare. Confessò pertanto che il problema allo stomaco era uno stratagemma che aveva usato per togliersi dai guai in Marina, che l'anca sciancata era una posa, e la ferita al piede un alibi: «Quella ferita non serve più. Sei a posto. Hai piedi bellissimi e attraenti». Alcune delle sue Affermazioni erano caratterizzate dal vagamente sinistro marchio di Aleister Crowley, come ad esempio «Gli uomini sono tuoi schiavi» e «puoi essere spietato ogni volta che ne hai voglia, ed è tuo diritto essere spietato».

I medici della VA avrebbero sicuramente trovato il suo diario una lettura affascinante, se non altro per le intuizioni che forniva sulla psiche di Hubbard e sul suo atteggiamento verso l'Amministrazione:

«Quando dici alla gente di essere malato ciò non ha effetto sulla tua salute. E durante le visite dell'Amministrazione dei Veterani gli dici quanto sei malato; sembrerai malato mentre lo dici; ma tornerai in piena salute un'ora dopo la visita, e riderai di loro.

«Non importa quante bugie riesci a raccontare al prossimo, esse non hanno alcun tipo di effetto fisico su di te. Non danneggerai mai la tua salute dicendo che è cattiva. Non puoi mentire a te stesso» [2].

Verso ottobre Hubbard era di nuovo al verde, e quando un amico gli offrì un posto di lavoro come custode di una barca allo yacht club dell'Isola di Santa Catalina, colse al volo l'occasione. Dopo meno di sei settimane a Laguna Beach, Sara fece le valige senza protestare e si preparò a traslocare. Si trattava di una situazione che nei mesi successivi le sarebbe diventata fin troppo familiare.

Durante la permanenza al Catalina Island Yacht Club Ron riuscì a costringersi a scrivere un articolo sulla pesca per il Catalina Islander, il quotidiano locale, ma si trattò del suo unico lavoro pubblicato nel 1946. Il 14 novembre scrisse all'Amministrazione dei Veterani dallo Yacht Club, lamentandosi che gli ultimi due assegni della pensione non gli erano stati consegnati. «Ho bisogno di quei soldi, per quanti pochi siano, ne ho assolutamente bisogno» scriveva, «e gradirei che mi venissero inviati al più presto».

Una settimana più tardi scrisse di nuovo spiegando il motivo per cui non si era presentato alla nuova visita medica che la VA gli aveva richiesto in ottobre: «non mi è stato possibile presentarmi perché ero sia malato che al verde... spero vivamente che possiate dissipare i miei timori inviandomi la pensione, perché ultimamente ho poco da mangiare e questo lavoro che ho trovato finirà presto.» [3].

Infatti finì, e all'inizio di dicembre Ron e Sara erano a New York ospiti dell'Hotel Belvedere, sulla 48° strada. L'8 dicembre scrisse una lettera sulla carta intestata dell'hotel per accusare ricevuta dell'ordine di presentarsi per una nuova visita, spiegando il suo costoso recapito col fatto che un amico gli aveva finanziato il ritorno all'est in cambio di consigli su una spedizione che stava progettando.

Naturalmente durante la permanenza newyorkese Ron cercò i suoi vecchi amici della fantascienza, ed uno di essi lo presentò a Sam Metwin, che all'epoca dirigeva il gruppo di riviste "Thrilling". «Trovai che fosse un tipo davvero spassoso» ha ricordato Metwin «e gli acquistai diversi racconti. Era davvero una sagoma. Ho sempre saputo della sua smania di fare soldi a palate - era solito dire che secondo lui il modo migliore per sfondare era fondare un culto.» [4]

Ron fece visita anche al vecchio amico e mentore John Cambell nel suo ufficio ormai familiare allo Street and Smith Building. John fu deliziato all'idea di accogliere Ron al ritorno dalla guerra; gli aveva scritto l'anno precedente [5] sollecitando contributi («Astounding è in secca. Ho bisogno - e ne ho bisogno assoluto - di racconti. Qualsiasi lunghezza»), ed ora incitò Ron a rimettersi al lavoro. Riceveva di continuo lettere dai lettori, gli disse, che chiedevano quando la rivista avrebbe ripreso a pubblicare nuovi racconti di L. Ron Hubbard. Prima di lasciare l'edificio Ron accettò l'incarico di scrivere un articolo di 5.000 parole sulle conseguenze dello sbarco dell'uomo sulla luna: sarebbe stato pubblicato da Air Trails and Science Frontiers, una nuova rivista di non-fiction che Campbell aveva lanciato di recente.

Nonostante i suoi terribili problemi alla vista, i reumatismi, l'ulcera e tutto il resto, Hubbard riuscì a mettere assieme un pezzo informativo e fantasioso. Profetizzò che il primo sbarco sulla luna sarebbe avvenuto nel giro di cinque o dieci anni, e discusse sul fatto che una base militare lunare avrebbe avuto un enorme valore strategico. «È assolutamente ragionevole pensare» scriveva, «che la nazione che ha dimostrato il coraggio, l'intelligenza e la competenza industriale necessaria a creare una base lunare governi il mondo.»

"Fortezza in Cielo", a firma del Capitano B.A. Northop, fu la storia di copertina del numero di maggio di Air Trails. Il motivo per cui Hubbard non usò il suo vero nome è da ricercare nel testo. Nonostante avesse composto l'articolo con impressionanti e autorevoli dettagli sulla composizione e l'ambiente lunare, non fu semplicemente in grado di resistere alla tentazione di auto incensarsi. Nel paragrafo in cui discusse i problemi tecnici del raggiungere la luna con un razzo scrisse: «Qui e là nel mondo, in molti hanno pensato ai razzi. Ricordo che nel 1930 L. Ron Hubbard, scrittore e ingegnere, sviluppò e testò - ma senza troppo clamore - un razzo notevolmente superiore alla propulsione V-2, e molto meno complicato.»

Campbell era ancora un editore meticoloso e attento all'accuratezza. Se davvero credette che il suo amico stesse studiando e sviluppando motori a razzo nel 1930, all'età di 19 anni, fu straordinariamente ingenuo. Più probabilmente chiuse un occhio per far felice Ron, nella speranza di farlo tornare presto alle pagine di Astounding.

Ron e Sara si fermarono a New York appena poche settimane. All'inizio del nuovo anno erano di nuovo in movimento, diretti questa volta verso la poco attraente Stroudsburg, Pennsylvania, a sud delle Pocono Mountains. Fu lì che Ron soddisfece ai desideri di Cambell scrivendo un romanzo, "Non è Ancora la Fine", sui tentativi di un giovane fisico nucleare che, per impedire la conquista del mondo, struttura un nuovo sistema filosofico. Verso la fine di quell'anno Astounding pubblicò il romanzo in tre puntate, ma non ricevette la calda accoglienza di alcuni dei precedenti lavori di Ron.

Il 14 aprile 1947 Polly, che aveva perso la pazienza, presentò istanza di divorzio a Port Orchard, Washington; i motivi erano abbandono e mancato sostentamento da parte del coniuge. Ancora non era a conoscenza che suo marito si era "risposato", non sapeva neppure che vivesse con un'altra donna. Ma la situazione doveva cambiare presto.

Tre settimane dopo che Polly aveva avviato le pratiche del divorzio, Ron scandalizzò la famiglia trasferendosi alla Vetta con Sara. «Per la madre fu una tremenda pugnalata alle spalle» ha detto zia Marnie. Hub e May disapprovarono nel modo più assoluto. La situazione era insostenibile, visto che Polly e i bambini vivevano con loro. La famiglia si chiuse a riccio e non ne fece mai accenno. «Quando Ron portò Sara alla Vetta dissi a mia sorella "abbiamo amato Ron quando era un bambino, Midgie, ma ora per noi è un perfetto estraneo"» ha ricordato Marnie. [6].

La famiglia sarebbe stata ancora più scioccata se avesse saputo che Ron aveva già sposato Sara; solo l'amico Mac Ford conosceva la verità, ma rimase zitto. «Una sera incontrai Ron, stava accompagnando i bambini al teatro di Bremerton» ha raccontato Ford. «Non ci vedevamo da prima della guerra, e chiacchierando nell'ingresso disse qualcosa a proposito del fatto che si era risposato. Pensai che era davvero strano, visto che sapevo perfettamente che non aveva divorziato da Polly, ma non dissi nulla perché non volevo immischiarmi.» [7]

Il 1 giugno Hubbard presentò il suo accordo al divorzio, e il 23 giugno venne emesso un decreto preliminare. A Polly venne affidata la custodia dei figli e alimenti per 50$ al mese. Conoscendo Ron, non si fece grosse illusioni sulla regolarità dell'assegno, ammesso che fosse mai arrivato.

In luglio Ron e Sara lasciarono la Vetta per tornare in California, dove affittarono una roulotte in un parcheggio nella parte più squallida di North Hollywood. Hubbard iniziò a scrivere il primo della popolare serie di racconti "Ole Doc Methuselah" - trame eccitanti su un Soldato della Luce e il suo devoto schiavo a quattro braccia, Hippocrates, che viaggiano nell'universo a bordo di un'astronave d'oro, salvando da morte e malattia intere civiltà e sbarazzandosi di dittatori interplanetari.

In agosto, lo stesso mese in cui Astounding iniziava a pubblicare le puntate di "Non è Ancora la Fine", Ron si procurò un agente letterario. Forrest Ackerman non era un famoso agente hollywoodiano dal grosso sigaro, ma un giovanotto occhialuto profondamente appassionato di fantascienza fin da quando, all'età di nove anni, aveva posato per la prima volta gli occhi su una copia di Amazing Stories.

"Forrie" Ackerman sarebbe diventato il proprietario della più grande collezione di riviste di fantascienza esistente al mondo, e un giorno avrebbe attraversato Los Angeles a bordo della sua Cadillac rossa targata "SCI-FI" [fantascienza]. Ma nel 1947 stava ancora lottando per mettere a frutto la sua devozione al genere, cercando di convincere scrittori di fantascienza a farsi rappresentare da lui. Aveva trent'anni e conosceva Hubbard già da dieci, essendosi incontrati per la prima volta un decennio prima da Shep's Shop, libreria di usato specializzata in fantascienza su Hollywood Boulevard.

«Una sera del 1937 stavo curiosando al Shep's Shop quando iniziai a chiacchierare con questo giovanotto dai capelli rossi, che mi raccontò di aver stabilito un record mondiale con l'aliante. Mi disse di chiamarsi L. Ron Hubbard, e che aveva già pubblicato numerosi racconti di avventura in riviste pulp. Gli chiesi se si fosse mai cimentato nella fantascienza e mi rispose che no, stranamente non ci aveva mai provato. Ma proprio sul posto iniziò a tratteggiare la trama di un racconto fantascientifico ambientato in California 25.000 anni nel futuro, durante una seconda Era Glaciale. Non ho mai vista pubblicata quella storia, ma sembrò gettare un seme nella sua testa...».

Ackerman amava credere che quel primo breve incontro al Shep's Shop fosse stata la molla che aveva fatto scattare in Ron Hubbard la voglia di cimentarsi nella fantascienza. La prima cosa che fece come suo agente letterario fu organizzargli un incontro con Gordon Dewey e Peter Grainger, due imprenditori di Los Angeles che volevano diversificare gli affari tentando la strada dell'editoria. L'incontro non fu certo un successo: ci fu una svogliata discussione sull'opportunità di acquistare i diritti di alcuni dei romanzi di Ron, ma nulla di definitivo. A fine riunione Ron si offrì di accompagnare a casa Forrie, che viveva in un appartamento di New Hampshire. Ackerman non dimenticò più quel viaggio, perché lungo il tragitto Ron iniziò a raccontargli l'incredibile storia di come, durante la guerra, era morto e resuscitato sul tavolo operatorio.

«Ricordo che guidava questo catorcio, e masticava tabacco. Mentre guidava apriva la portiera e sputava sull'asfalto. Arrivati a casa mia ci sedemmo fuori e lui continuò a raccontarmi la storia. Terminò oltre le cinque del mattino, con il sole che si levava all'orizzonte.

«In sostanza mi raccontò che dopo morto si era alzato in forma di spirito e aveva osservato il corpo che lo aveva precedentemente ospitato. Da lassù aveva visto un grosso e fantastico portone con elaborate incisioni, come quelli che a volte si vedono a Bagdad o nella Cina antica. Mentre fluttuava in quella direzione il portone si era aperto, permettendogli di vedere una specie di smorgasbord intellettuale su cui era dispiega qualsiasi cosa avesse sconcertato mente umana. Tutte le domande che avevano afflitto i filosofi di ogni tempo - quando è iniziato il mondo? Esisteva Dio? Dove stiamo andando? - vi trovavano risposta. Tutte queste informazioni fluttuavano verso di lui che le assorbiva, nell'aria c'era una sorta di eccitazione e sentiva come una specie di lungo cordone ombelicale che lo tirava indietro. Lui diceva "No, no, non ancora!", ma fu risucchiato indietro. Il portone si chiuse e lui si rese conto di essere rientrato nel proprio corpo.

«Aveva aperto gli occhi e visto un'infermiera che lo guardava preoccupato. Mentre il chirurgo entrava nella stanza Ron aveva esclamato "Ero morto, vero?", al che il medico aveva lanciato un'occhiata fulminante all'infermiera come per dire "Che cosa hai raccontato a questo tizio?". Ma Ron aveva detto "No no, so che ero morto".

«La parte successiva della storia era parecchio complicata, e se fossi un regista avrei difficoltà a rappresentarla in modo realistico. Stando al suo racconto, Ron era saltato giù dal tavolo operatorio, era corso al suo capanno di Quonset, afferrato due risme di carta e un gallone di caffè bollente e, per le 48 ore successive, pestato ciecamente sui tasti scrivendo un'opera che chiamava Excalibur, o La Spada Nera.

«Bene, aveva tenuto con sé il manoscritto e una volta lasciata la Marina aveva cercato di farlo pubblicare a New York, ma era stato sempre rifiutato. Gli avevano detto che era troppo radicale, una teoria troppo avanzata. Se si fosse trattato di una variante di Freud o Jung o Adler, un po' migliorata qui e là, sarebbe stata accettabile, ma era troppo avanti rispetto a qualsiasi cosa. Mi disse poi di aver proposto il manoscritto in giro e che chi l'aveva letto era impazzito, o si era suicidato. L'ultima volta che l'aveva mostrato ad un editore si era seduto in un ufficio in attesa che il lettore desse la sua opinione. Il lettore era poi entrato nell'ufficio, aveva lanciato il manoscritto sulla scrivania e si era gettato dalla finestra.

«Ron non mi raccontò molto di Excalibur, salvo che se l'avessi letto la paura mi avrebbe completamente prosciugato. Non sono mai riuscito a capire che cosa c'era di così terribile, o perché dovesse spingere la gente al suicidio» [8].

Ackerman si mostrò francamente incredulo, ma anche impressionato dalla sincerità e convinzione con cui Ron gli aveva raccontato la storia. Come giovane agente letterario riconobbe anche che Excalibur poteva essere la cosa giusta per una nuova avventura editoriale.

Quella stessa mattina chiamò Gordon Dewey e Peter Granger, ripetendo la storia che Ron gli aveva raccontato e chiedendo se erano disponibili a dare un'occhiata al manoscritto. Il suo velato accenno al potenziale rischio servì a stimolare i loro appetiti. «Non vedevano l'ora di leggerlo» ha raccontato Ackerman. «Ricordo che Dewey esclamò "nessuna combinazione di parole, idee o filosofia potrebbe avere quell'effetto su di me!"»

Ackerman riferì la lieta novella al suo cliente, ma Hubbard, improvvisamente e insolitamente schivo, rifiutò di fornire il manoscritto. «Mi disse che si trovava in una cassetta di sicurezza in banca e lì sarebbe rimasto. Credo che fosse sincero. Sembrava come uno che avesse visto troppa gente impazzire o suicidarsi, che avesse troppo peso sulla coscienza. Non riuscii mai a vedere quel manoscritto, né mostrarlo a qualche editore. In realtà non ho mai incontrato nessuno che abbia detto di averlo visto.»

Nonostante gli sforzi di Forrie, nel 1947 Ron lo scrittore non riuscì a guadagnare abbastanza per sopravvivere. Dopo "Non è Ancora la Fine" vendette due racconti di Ole Doc Methuselah a Astounding, un romanzo breve, "La Legge del Killer", a New Detective e una novella, "The Clue Chalker", a Five Novels Monthly. Gli introiti di queste cinque storie erano a malapena sufficienti per mantenere se stesso, figuriamoci l'attuale moglie, l'ex moglie e i due figli adolescenti.

In ottobre Ron scoprì che se si fosse iscritto al college avrebbe potuto usufruire di un sussidio mensile di 90$ della VA. Si segnò immediatamente al Geller Theater Workshop, sull'angolo tra Fairfax e Wilshire, ma era ancora fermamente determinato ad ottenere una più cospicua pensione di invalidità. Due settimane più tardi compose una lettera per la VA di Los Angeles, studiata indubbiamente per toccare le corde del cuore della burocrazia; dipinse un quadro patetico di un reduce confuso e impotente, sull'orlo del collasso totale:

«Gentili Signori,

Questa mia è una richiesta di trattamento... dopo aver inutilmente cercato per due anni di riacquistare il mio equilibrio mentale nella vita civile, sono assolutamente incapace di fare qualsiasi cosa. L'ultimo medico che ho consultato mi ha detto che potrei trarre grosso giovamento da una visita o forse da una cura psichiatrica, se non dalla psicanalisi. Verso la fine del mio servizio ho orgogliosamente rifiutato ogni visita in questo senso, sperando che il tempo avrebbe riequilibrato la mia mente che, avevo ogni ragione di credere, fosse stata seriamente colpita. Ma ormai non riesco più a contare i lunghi periodi di umore tetro e di inclinazioni suicide, e recentemente sono giunto alla conclusione che prima di pensare di riabilitarmi del tutto devo soprattutto trionfare su questo mio stato.

«Non posso farmi ricoverare e lasciare la scuola o i piccoli lavori che sto facendo, ma credo che potrei essere curato come esterno, sicuramente con successo. Ma per quando mi riguarda non posso affrontare la spesa di tale trattamento.

«Potreste aiutarmi?

«Sinceramente vostro,

«L. Ron Hubbard » [9].

La VA gratificò questo drammatica richiesta di aiuto con una rapidissima risposta, ed organizzò una visita al Birmingham VA Hospital di Van Nuys. Ormai la sua cartella medica era disperatamente confusa per le numerose versioni che aveva dato sul suo stato di servizio, le sue ferite e i suoi disturbi. Colse l'occasione di questo nuovo consulto per aggiungere al dossier un ulteriore danno, e affermò che nel 1942, mentre prestava servizio su una nave chiamata USS Pennant, era caduto da una scala ferendosi schiena, anca, ginocchio sinistro e tallone destro.

In attesa del responso, rimase molto contrariato dal ricevere una richiesta della VA che lo invitava a risarcire 51 $ versati in più per il sussidio - il 14 novembre infatti Ron aveva abbandonato il college affermando di essere troppo ammalato per continuare a studiare, ma aveva incassato l'assegno fino alla fine del mese.

«Non riesco a immaginare come potrò rendervi questi 51 dollari» piagnucolava in una lettera alla VA del 27 gennaio 1948. «Sono quasi al verde e mi sono rimasti solo 28,50$ con cui dovrò arrivare alla fine del mese prossimo. Da quando ho lasciato la scuola a metà novembre ho guadagnato 115$ da varie fonti - circa 40$ dalla vendita di due racconti alla fine di novembre e l'incasso di un vecchio prestito per 75$. A questo ammonta il mio reddito a tutt'oggi, oltre alla vendita stasera della mia macchina da scrivere, per 28,50$. Le mie uscite consistono in 27$ mensili per l'affitto della roulotte, e 80$ mensili per mia moglie e me, comprendendo anche gas, sigarette e spese varie. Sono indebitato fino al collo e non sono riuscito a trovare un lavoro, ma sto cercando di riprendere il mio mestiere di prima della guerra, scrittore professionista. Sono in pessime condizioni di salute e credo che se solo riuscissi a risollevarmi finanziariamente potrei scrivere il romanzo che mi è stato commissionato, e sistemare le mie finanze. Mi occorreranno tre mesi, e anche allora non posso garantire sulla mia solvibilità. La VA non ha clausole che prevedano concessioni o prestiti o finanziamenti, in modo che possa rimettermi in piedi?»

Questa accorata richiesta non sortì purtroppo l'effetto sperato. Qualche giorno dopo giunsero gli esiti della visita medica, che non incoraggiarono molto la possibilità di vedere un aumento della pensione. Come in precedenza non fu diagnosticato nulla di serio, se non la solita artrite e borsite, e un'infiammazione al tessuto muscolare. Addirittura non esistevano più tracce dell'ulcera duodenale, e nessuna prova di tutti i danni che affermava di aver riportato dalla caduta dalla scala.

Tuttavia la burocrazia funziona in modi strani e insondabili. Nonostante le conclusioni della sua più recente visita medica, il lungo elenco di infermità denunciate da Ron e la sua ostinata determinazione ad essere invalido alla fine pagarono. Il 27 febbraio ricevette una lettera in cui l'ufficio regionale della VA gli annunciava la buona notizia che le sue invalidità combinate avevano portato ad un riconteggio del quaranta percento, e che la sua pensione era stata fissata in 55,20$ al mese [10]. Con questo il Sottotenente Hubbard, Riserva della Marina degli Stati Uniti, doveva ritenersi soddisfatto.

Forrest Ackerman, che di certo non si stava arricchendo con il 10% sui guadagni di Hubbard, rimase comunque in buoni rapporti con il suo cliente. Quando un pomeriggio Ron si arrampicò per le scale del suo appartamento, colando sudore dalla paglietta bianca che portava in capo, dicendogli che gli serviva urgentemente del denaro perché l'ex moglie stava arrivando a caccia di alimenti e lui doveva lasciare la città, il buon Forrie gli diede tutto ciò che aveva nel portafogli: 30$. «Per me all'epoca si trattava di una piccola fortuna» ha ricordato.

Da un po' di tempo Forrie cercava di convincere Ron a fare un'apparizione ad uno degli incontri della Los Angeles Fantasy and Science Fiction Society, di cui lui era naturalmente membro effettivo. Gli incontri si tenevano ogni mercoledì sera nel seminterrato di un piccolo hotel di South Bixel Road, in centro a Los Angeles, e spesso vi prendevano parte scrittori con un occhio alle vendite future.

Ron si fece vedere per la prima volta il 15 aprile e, in qualità di ospite d'onore, venne invitato a parlare ai convenuti. Fece un discorso breve ed estemporaneo su se stesso e il suo lavoro, dicendosi pieno di "vergogna" perché era in grado di scrivere solo cinquemila parole al giorno; accennò poi brevemente alla sua opera filosofica, Excalibur, che aveva chiuso in una cassetta di sicurezza quando si era «infine reso conto della sua pericolosità».

«La vera sorpresa della serata» si legge sulla rivista del club, «è stata quando Hubbard ha parlato del suo amico Arthur J. Burks. Qualcuno ha citato "Survival", il racconto di Burks che nel 1938, alla sua apparizione su Marvel Tales, venne giudicato il migliore dell'anno. "Survival?" ha chiesto Hubbard. "Non ricordo di averlo letto. Di che cosa parlava?" Riguardava l'invasione dell'America da parte degli "uomini gialli dell'est" gli hanno detto. "Che cosa?" ha chiesto Hubbard. "E come hanno aggirato gli ostacoli?" Rintanandosi sottoterra, hanno risposto dalla platea. Il Sig. Hubbard è rimasto molto sorpreso. Infatti ha esclamato "Buon Dio! Quel cane! Aspettate che acchiappi Burks..." Ha poi spiegato il suo scatto d'ira: "Nel 1938 scrissi una traccia per un film, una storia intitolata "Survival". Riguardava l'invasione dell'America da parte dei gialli dell'est. Fuggivano rintanandosi sottoterra! Diedi quella storia, assieme ad altre quattro, ad un agente che ne curasse la vendita. Lui le smarrì. Ed ora scopro che Burks ha scritto e venduto una storia identica a quella!» [11].

Tra gli appassionati presenti quella sera c'era anche un giovane telegrafista di nome Arthur Jean Cox. Ha raccontato che, in quel primo incontro con il famoso Ron Hubbard, aveva provato sentimenti contrastanti: «Era un uomo spassoso, vivace, molto animato e dinamico che dominava la conversazione, ma ebbi la sensazione che in quella mezz'ora al club avesse raccontato più frottole che in tutto il mese precedente. Parlò a lungo del suo passato - ho sentito decine di volte la storia dell'orso polare che gli era saltato sulla barca - ma ho pensato che si trattasse di fantasie.

«All'epoca era uno degli scrittori di fantascienza più famosi d'America, sicuramente tra i primi dieci. Gran parte dei membri del club erano molto giovani e si sentivano in soggezione, ma a me non piacque. Aveva il viso butterato, come se da piccolo avesse avuto il vaiolo, e pensai che assomigliasse a un lupo; era un uomo dall'aspetto di predatore» [12].

Due settimane più tardi Hubbard tornò alla società di fantascienza di Los Angeles per tenere un discorso sull'immortalità e il futuro della scienza medica. Si era interessato alla medicina, spiegò all'incantata platea, dopo essere "morto" per otto minuti a seguito delle ferite riportate in guerra. Era stato riportato in vita «con l'uso di severe misure di emergenza». Durante la convalescenza aveva avuto molto tempo per soddisfare la sua naturale curiosità, e si era convinto che i biochimici potessero allungare la vita fino ad una «limitata immortalità». Giuseppe Stalin era tenuto in vita, affermò misteriosamente, soltanto grazie ad un particolare siero messo a punto dai russi.

Poi Ron dimostrò un sorprendente talento come ipnotista, con un repertorio di trucchi da salotto. Ipnotizzò praticamente tutti i presenti: un ragazzo si guardò le mani con grande stupore, convinto di avere sui palmi due canguri in miniatura; un altro si tolse rapidamente le scarpe avvertendo un fortissimo calore ai piedi, e un terzo passò una decina di minuti istericamente divertenti parlando ad un telefono immaginario, e cercando di sbarazzarsi di un insistente e inesistente venditore d'automobili.

È probabile che Hubbard avesse appreso l'ipnosi da Jack Parsons, e sembrava non avere difficoltà nell'induzione della trance ipnotica - con alcune persone tutto ciò che doveva fare era contare fino a tre e schioccare le dita. Ma a volte dimenticava di fare uscire il soggetto dall'ipnosi. Disse a Bill, fratello minore di Cox, che si sarebbe addormentato ogni volta che lui [Hubbard] si grattava il naso. Sotto ipnosi Billy obbediva diligentemente. Ma più tardi quella sera Hubbard si grattò distrattamente il naso mentre si trovata al centro di un gruppo di fans, e Bill Cox collassò istantaneamente, cadendo per fortuna tra le braccia di Forrest Ackerman che gli era dietro.

Hubbard giocò al ragazzo anche un tiro post-ipnotico crudele. Prese da parte Bill Cox dicendogli che il pomeriggio seguente alle due avrebbe abbandonato qualsiasi cosa stesse facendo, e si sarebbe precipitato ad incontrare Hubbard all'angolo tra Wilshire e Lucas. Il giorno successivo Cox si presentò all'appuntamento alle due in punto. Dietro istruzioni di Hubbard il ragazzo prima scoprì di non riuscire a togliersi le mani di tasca, poi ricevette l'ordine di afferrare una ringhiera metallica scoprendo di non riuscire più a lasciarla. Mentre lottava per mollare la presa, Hubbard gli disse che il metallo sarebbe diventato caldo fino a divenire incandescente. Sempre più angosciato Cox fremeva di preoccupazione finché Hubbard, ridendo, gli batté sulla spalla e gli disse che poteva andare a casa, e avrebbe dimenticato l'accaduto.

L'episodio venne alla luce solo perché un collega scrittore di fantascienza, A.E. van Vogt, condivideva con Hubbard l'interesse per l'ipnosi. Una sera, ad una riunione della Società, qualcuno descrisse un sogno particolarmente vivido e Hubbard disse immediatamente di esserne il responsabile, aggiungendo che si trattava di un'allucinazione che aveva provocato mentre «me ne andavo a zonzo in forma astrale».

Non che Van Vogt pensasse necessariamente che Hubbard stesse mentendo, ma gli sembrava più probabile che avesse indotto il sogno con una suggestione post-ipnotica. Con l'aiuto di un amico ipnotista professionista decise di controllare se qualche membro del club era stato ipnotizzato da Hubbard senza riuscire a ricordarlo. Iniziarono con Bill Cox: gli indussero una trance profonda e ben presto appresero del cimento a cui Ron l'aveva sottoposto. Nonostante Van Vogt disapprovasse fortemente, continuò a tenere Hubbard in alta stima.

Nel mondo della fantascienza A.E. van Vogt era considerato l'autore al vertice e fu Hubbard che, alla fine della guerra, gli chiese un incontro. Ron lo invitò a cena a casa di Jack Parsons a Pasadena, e Van rimase immediatamente colpito dalla forza della sua personalità; come chiunque altro gli stesse intorno, si ritrovò ben presto in una posizione di vaga supplica e nel giro di breve tempo si ritrovò a correre agli ordini di Ron.

«Quando ci presentarono, una mano d'acciaio strinse la mia così forte da farmi male. Fisicamente era molto forte, e in ottime condizioni di salute. Aveva comandato una cannoniera nel Pacifico. Una volta era entrato direttamente nel porto di un'isola delle Indie Orientali olandesi occupata dai giapponesi. La sua teoria era che se ammainavi la bandiera i giapponesi non sarebbero stati in grado di distinguere una nave dall'altra. Così aveva ormeggiato al molo, era sceso a terra e se n'era andato in giro per tre giorni. Tutti erano terrorizzati a morte tranne Hubbard; era un uomo coraggioso, su questo non ci sono dubbi.

«Naturalmente conoscevo il suo lavoro di scrittore e lo apprezzavo. Scriveva circa un milione di parole l'anno, direttamente alla macchina da scrivere e ad una velocità incredibile. Credo che fosse in grado di scrivere circa settanta parole al minuto. Era un fiume in piena - avevo visto dattilografi scrivere a quella velocità, ma mai uno scrittore. Un paio di volte accadde che mi trovavo nel suo appartamento e mi disse che doveva terminare un racconto; stette alla macchina da scrivere per venti minuti filati senza interruzioni e senza alzare la testa. Per me sarebbe stato assolutamente impossibile.

«Quando la sera eravamo fuori iniziava a pensare all'intreccio di una storia e a lanciare idee in giro, chiedendo ai commensali che cosa pensassero di questo o quello. Alla fine della serata aveva già tutto in mente, e quando arrivava a casa iniziava a battere a macchina, estraendo con forza i fogli dal rullo e lasciandoli cadere sul pavimento. Sara mi disse che, quando si alzava al mattino, il suo compito era raccogliere le pagine e metterle in ordine. Ron le lasciava un appunto per dirle a chi doveva spedirle, e non le guardava più.

«Non mi disse mai dove aveva appreso l'ipnosi, ma era sicuramente un grande ipnotista. Riusciva ad ipnotizzare certe persone istantaneamente. Parlava loro per qualche minuto, indirizzava la loro mente e poi diceva semplicemente "Dormi!"» [13]

Alla Società di Fantascienza gli sforzi di Hubbard di usare il suo talento in modo più costruttivo ebbero meno successo. Una volta ipnotizzò un membro del club che il giorno seguente doveva sostenere un esame al college, e gli ordinò di prendere il massimo dei voti, ma il risultato fu scadente. Un'altra volta cercò di aiutare uno che sentiva di avere un "blocco" nella compitazione, ma senza risultati. Una volta che un fan lo avvicinò chiedendogli se l'ipnosi poteva aiutarlo a risolvere i suoi problemi emotivi, Hubbard gli suggerì debolmente di leggere "Come Farsi degli Amici e Influenzale la Gente" di Dale Carnegie.

Quell'estate del 1948 portò a Ron problemi con la legge. Una serie di malcomprensioni su un assegno condussero ad un imbarazzante arresto da parte dello Sceriffo di Contea di San Luis Obipso, che gli prese le impronte e lo accusò di furto. Venne rilasciato dietro cauzione di 500$, intanto che l'Ufficio Truffe dello sceriffo conduceva indagini sul reato. Il 19 agosto 1948 venne chiamato in giudizio al Tribunale di San Gabriel, dove presentò istanza di non colpevolezza e richiese un processo con la giuria. Ma quando il processo, fissato per il 31 agosto, stava per iniziare, Hubbard si dichiarò colpevole e venne multato per 25$. Incredibilmente pagò subito [14].

Ron non accennò mai all'episodio con gli amici, e i fascicoli del tribunale vennero distrutti nel 1955; non è perciò possibile sapere di preciso che cosa avesse fatto. Ebbe inoltre la fortuna che nessuno dei cronisti del quotidiano locale era appassionato di fantascienza, così nessuno si rese conto che il L. Ron Hubbard accusato di furto a San Luis Obispo era un famoso scrittore.

Poco tempo dopo Ron e Sara lasciarono la California per trasferirsi a Savannah, Georgia, dove, come avrebbe dichiarato in seguito, si imbarcò in un'altra importante fase della sua ricerca pionieristica negli inesplorati recessi della mente umana.

Per L. Ron Hubbard sarebbe diventato imperativo, nel giro di un paio d'anni, abbandonare la carriera di scrittore pulp per costruirsi una più sobria reputazione di scienziato, filosofo e guru. Altri avrebbero esitato ad affrontare una metamorfosi tanto radicale ma non Ron Hubbard, che senza sforzi fece in modo di far sembrare di aver dedicato la vita intera a districare i misteri della psiche.

La storia della sua infanzia nel "selvaggio Montana", e l'adozione come fratello di sangue da parte di una tribù indiana, presentavano il ritratto di un ragazzo insolitamente in sintonia con la natura e le culture primitive. La tutela di uno "studente personale" di Freud, i suoi "vagabondaggi" nel mistico Oriente e le sue spedizioni come esploratore suggerivano educazione e carriera di dimensioni straordinarie, costantemente indirizzate alla ricerca di maggior comprensione dei misteri della vita. La scrittura di fantascienza venne degradata a nulla più che un comodo stratagemma escogitato per finanziare la sua "ricerca".

Ron dichiarò che durante "l'anno" trascorso all'Oak Knoll Naval Hospital aveva diretto la biblioteca medica, ed aveva avuto accesso alle cartelle cliniche di ex prigionieri di guerra. Aveva iniziato a fare psicanalisi sperimentale sugli ex prigionieri, utilizzando «una panchina del parco come ambulatorio»; la sua ricerca era continuata più approfonditamente negli anni del dopoguerra. Disse che a Savannah aveva lavorato come praticante volontario in una clinica psichiatrica, aiutando i pazienti indigenti che nessun altro voleva curare.

Forse nessuno aveva motivo di dubitare della veridicità della ricerca di Hubbard, ma i suoi amici devono essere rimasti sconcertati dal fatto che non ne avevano mai saputo nulla. Mac Ford, ad esempio, che negli anni '30 aveva trascorso tanto tempo con Ron sul Puget Sound e passato innumerevoli notti a discutere davanti ad una bottiglia di whisky, non si era mai accorto che l'amico fosse impegnato in ricerche di alcun tipo. Nelle infuocate discussioni a largo raggio che si tenevano nella cucina della casa di Jack Parsons a Pasadena, il forum ideale per l'esposizione delle sue teorie, Ron non disse mai una parola sulle sue ricerche. Alva Rogers l'aveva sentito spesso pestare sui tasti per l'intera notte, ma nulla indicava che stesse scrivendo cose diverse dalla narrativa. Nemmeno l'affabile Forrest Ackerman aveva idea che Ron stesse per abbandonare la fantascienza in favore della filosofia, anche se nel gennaio del 1949 aveva ricevuto una divertente lettera in cui il suo cliente avanzava la possibilità.

Rivolgendosi ad Ackerman con il solito appellativo "Quattrocchi", Ron gli scrisse da Savannah per dirgli di aver aperto un ufficio nel condominio dove viveva, su Drayton Street. Era un posto molto accogliente, scriveva, e poteva facilmente diventare un antro del vizio, «così permetto l'ingresso solo alle donne che hanno passato i 16 anni di età». Aveva comprato un dittafono su cui Sara «si spaccava la schiena» per trascrivere non solo la narrativa, ma anche il suo libro su «causa e cura della tensione nervosa» che in seguito chiamò la Spada Nera, Excalibur o Scienza della Mente. Stava scrivendo un sacco di narrativa, e Sara doveva lavorare al manoscritto a spizzichi e bocconi. «Fino ad ora, comunque» aggiunse spiritosamente, «si è facilmente ripresa da ogni capitolo».

Non si può certo incolpare Ackerman di non aver preso quella lettera troppo sul serio, visto il tono faceto generale. Ron assicurava che tra i «consigli pratici» contenuti nel libro c'erano anche informazioni su come «stuprare una donna senza che lei se ne accorga, comunicare messaggi suicidi ai nemici mentre dormono, vendere al sindaco l'autostrada Arroyo Seco in contanti, ed elaborare il modo migliore per proteggere o distruggere il comunismo». Aggiunse casualmente che non aveva ancora deciso se distruggere la chiesa cattolica, o «crearne semplicemente una nuova».

Sebbene la lettera continuasse in questa vena scherzosa, suggerendo trovate pubblicitarie come chiedere ai lettori di firmare una liberatoria all'autore nel caso fossero impazziti, era chiaro che si aspettava che il libro avrebbe avuto successo: «Ho pensato a qualche interessante prospettiva pubblicitaria. Si potrebbe accludere un impegno a pagare diecimila dollari a chiunque riesca ad ottenere risultati uguali con qualsiasi campo noto di conoscenza. Una ristampa della prefazione, comunque, è tutto ciò che serve per far arrivare ordini come se piovesse. Ha prospettive pubblicitarie e di vendita più promettenti di qualsiasi libro che conosca...».

(Nonostante le prospettive pubblicitarie, Ron non doveva sentirsi troppo fiducioso sul successo del libro, poiché dopo aver scritto a Forrie inviò una lettera al Bureau of Naval Personnel chiedendo copia del suo stato di servizio, perché era intenzionato a richiedere una patente per la marina mercantile. Pregò che la sua richiesta fosse evasa il prima possibile, poiché aveva «una cuccetta che lo attendeva» [15]).

Gli appassionati di fantascienza appresero dell'intenzione di L. Ron Hubbard di scrivere un trattato filosofico da un'intervista apparsa sul numero del gennaio 1949 della rivista Writers' Markets and Methods; in essa diceva che stava lavorando «ad un libro di psicologia». Aggiunse però di stare lavorando anche alla riscrittura di una commedia di Broadway, a non meno di dieci novelle e ad una serie per Street and Smith.

Ed ecco l'enigma: nel 1949, anno in cui la "ricerca" di Hubbard si stava presumibilmente avvicinando alla realizzazione, Ron ancora una volta iniziò a scrivere narrativa a ritmi molto sostenuti: "Gun Boss of Tumbleweed" e "Blood on his Spurs" per Thrilling Westerns, "Gunman" e "Johnny the Town Tamer" per Famous Westerns, "Plague" e "The Automagic Horse" per Astounding, "Beyond the Black Nebula" e "The Emperor of the Universe" per Startling Stories e molto altro.

Nel 1949 non passò mese senza che il nome di L. Ron Hubbard apparisse sulla copertina di una delle riviste pulp. Ciononostante, nell'estate del 1949 tra i suoi fan iniziarono a circolare voci sul fatto che stesse scrivendo anche un libro di filosofia, e intendesse svelare una "scienza della mente" completamente nuova. Ciò che in particolare sorprese i fan fu il fatto che Hubbard avesse trovato il tempo per produrre tale scienza, poiché da lungo tempo i devoti della fantascienza si aspettavano che prima o poi uno dei loro beniamini sarebbe uscito con qualche scoperta rivoluzionaria. Gli scrittori di fantascienza avevano previsto con inquietante accuratezza molti degli sviluppi tecnologici dei vent'anni precedenti, bomba atomica compresa. Per gli appassionati del genere era perfettamente logico pensare che la fantascienza avrebbe dato origine ad un'importante nuova scienza.

Le voci vennero suffragate dal fatto che da mesi nessuno vedeva Hubbard - non aveva partecipato ad incontri recenti della Società di Fantascienza di Los Angeles, né si era fatto vedere negli uffici delle riviste di New York. Si diceva che stesse rintanato da qualche parte nel New Jersey, e che John Campbell fosse in qualche moto coinvolto nella faccenda. Ma nessuno sapeva di preciso dove si trovasse Hubbard, o che cosa stesse facendo esattamente, o di cosa trattasse la sua nuova "scienza", anche se tutti erano d'accordo che Ron stesse lavorando a "qualcosa di grosso", qualsiasi cosa fosse.

I primi dettagli allettanti vennero rivelati in un editoriale del numero di dicembre di Astounding Science Fiction. Con un implicito senso di storia incombente, Campbell annunciò che era in preparazione un articolo su una nuova scienza chiamata Dianetics. «Il suo potere è quasi incredibile; non solo dimostra che la mente può completamente governare il corpo, ma che di fatto lo fa; seguendo le leggi fondamentali accuratamente definite e presentate, si possono curare malattie fisiche come ulcera, asma ed artrite, così come ogni altra malattia psicosomatica...». Per una curiosa coincidenza, la pagina a fronte riportava un racconto di L. Ron Hubbard intitolato "Una Lattina Piena di Vuoto": era la storia di uno scherzo innocente che finisce per diventare un'importante scoperta scientifica.

(Il racconto di Scientology dell'anno 1950)

Nel gennaio del 1950 le voci raggiunsero l'orecchio di Walter Winchell, giornalista del New York Daily Mirror. «Ad aprile arriverà qualcosa di nuovo chiamato Dianetics» scrisse il 31 gennaio nella sua rubrica. «Una nuova scienza che, nel campo della mente umana, funziona con la precisione di una scienza fisica. Tutte le indicazioni dimostrano che per l'umanità si tratta di qualcosa di rivoluzionario come lo furono scoperta e utilizzo del fuoco per gli uomini delle caverne».

Sul numero di aprile di Astounding Campbell annunciò che l'atteso articolo era finalmente pronto per la pubblicazione: «Credo che il prossimo numero porterà un'esplosione su larga scala in tutto il paese. Stiamo per pubblicare un articolo di 16.000 parole intitolato "Dianetics - Introduzione ad una Nuova Scienza" a firma di L. Ron Hubbard. Credo si tratti della prima pubblicazione di tale materiale. Vi assicuro in tutta sincerità che si tratta di uno dei più importanti articoli mai pubblicati. Basato sulla ricerca di Hubbard sulla domanda ingegneristica di come funziona la mente umana, tratta di scoperte fondamentali di immensa importanza. Tra le altre:

«È stata sviluppata una tecnica di psicoterapia che curerà qualsiasi tipo di follia non causata dalla distruzione organica del cervello;

«Una tecnica che dà all'uomo una memoria perfetta, indelebile e totale, e la capacità di calcolare senza errori i propri problemi;

«Una risposta fondamentale, e una tecnica per curare - non alleviare - ulcera, artrite, asma e molte altre malattie non batteriche;

«Una concezione completamente nuova dei veri e incredibili poteri e capacità della mente umana;

«La prova che la pazzia è contagiosa, non ereditaria;

«Non si tratta di una teoria sconclusionata. Non è misticismo. È una descrizione ingegneristica freddamente precisa su come opera la mente umana e su come recuperare un'operatività corretta, testata ed usata su circa 250 casi. E fa una sola affermazione generale: i metodi sviluppati con la logica da questa descrizione funzionano. La tecnica di stimolazione della memoria è così potente che, dopo appena 30 minuti dall'inizio della terapia, le persone ricordano dettagliatamente il momento della nascita. L'ho osservata in azione, e usata io stesso...

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«Non si tratta soltanto di un articolo fattuale di grandissima importanza: è la storia dell'avventura definitiva - l'esplorazione della più strana tra tutte le terre incognite, la mente umana. Nelle Mille e una Notte non compaiono avventure più strane di quelle sperimentate da Hubbard, con l'uso delle sue nuove tecniche, nell'esplorare la strana giungla dei pensieri distorti contenuti nella mente umana. Per scoprire, infine, che oltre a quella sfera di pazzia esiste un meccanismo di calcolo di efficienza e perfezione incredibile e definitivo».

Raramente un direttore aveva scritto una testimonianza così ardente ed esagerata. Il mondo, o almeno il mondo della fantascienza, era in attesa dell'evento con il fiato sospeso.

 

Note:

1. Esito di Esame Fisico, archivio VA, 19 settembre 1946.

2. Trascrizione di Church of Scientology contro Armstrong.

3. Fascicolo Hubbard, archivi VA.

4. Intervista con Merwin, Los Angeles, agosto 1986.

5. The John W. Campbell Letters, Vol. 1.

6. Intervista con la Sig.ra Roberts.

7. Intervista con Ford.

8. Intervista con Forrest Ackerman, Hollywood, 30 luglio 1986.

9. Fascicolo Hubbard, archivi VA.

10. Ibid.

11. Shangri-La, organo del club LASFAS, N. 6, Maggio-Giugno 1948.

12. Intervista con Arthur Jean Cox, Los Angeles, 18 agosto 1986.

13. Intervista con A.E. van Vogt, Los Angeles, 22 luglio 1986.

14. Memorandum del FBI, 13 aprile 1967.

15. Dossier della Marina su L.R. Hubbard.

 
 
 
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