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La storia Scientology di Double Vee

Figlia di staff della Chiesa di Scientology, ha frequentato quasi unicamente scuole scientology, è stata reclutata in Sea Org a 12 anni dove si è sposata a 16. Tratto da exscientologykids.com

Traduzione a cura di Martini, novembre 2008.

 
Nota: Alcuni nomi sono stati modificati o abbreviati alle sole iniziali

Sono nata nel 1981 da genitori scientologist. Mia madre aveva da poco lasciato la Sea Org, Celebrity Center International. Credo abbia cercato di crescere me e mio fratello minore come se fossimo in Sea Org. Avevamo orari molto irreggimentati e regole severe. Per esempio, non ci era permesso mangiare nulla che lei ritenesse dannoso, il che corrispondeva praticamente a qualsiasi cosa. Iniziammo ad andare a scuola a tre anni. Mia madre non credeva in cose come le vacanze estive o pasquali. Non credeva nemmeno nei medici, per cui non ricevemmo alcuna attenzione medica, vaccini, cose del genere. Non ci diede mai l'aspirina per bambini o cose così. Non ci era permesso guardare la TV o i film, salvo qualche raro Disney. Sostanzialmente era un tipico genitore Scientology "in etica".

Mamma non ci lasciava mai andare a giocare a casa degli amici, e non permetteva che loro venissero a casa nostra salvo rarissime occasioni. Aveva standard da "guanto bianco" e noi trascorrevamo un sacco di tempo a pulire. Era un tipico genitore scientologist in quanto ci considerava "fuori scambio" di natura visto che eravamo suoi figli. Lei ci nutriva e ci vestiva per cui eravamo debitori nei suoi confronti. Mio padre era quasi sempre fuori al lavoro e quando ero piccola lo vedevo di rado. Le rare volte in cui era a casa era un vero spasso. Infrangeva segretamente le regole di mamma e ci comprava il gelato e cose del genere. Ma quando si trattava di disciplina poteva diventare veramente instabile e violento. Non era così attaccato a Scientology come lo era mamma, anche se era stato il primo dei due ad entrarci. Ma lasciava che fosse lei a crescere noi bambini, a dettare le regole, scegliere le scuole ecc. C'erano momenti fantastici, come quando andavamo a nuotare con papà o al mare (quando ero piccola vivevamo in Florida). Da piccolissima sono stata molto felice, le cose sono cambiate in seguito.

Mamma era abbastanza pazza anche per i canoni di Scientology - perdeva la pazienza e poteva diventare veramente violenta. Faceva cose del tipo sedersi su di me e sputarmi in faccia, mi dava pugni e mi offendeva con quanto fiato aveva in gola. Ci picchiava fino a che non le doleva la mano, poi si arrabbiava per questo e continuava con un mestolo o con qualsiasi cosa a portata di mano. Era veramente pazza. Adesso che ci ripenso, forse il motivo per cui non potevamo avere amici era proprio quello. Ci faceva capire chiaramente di non volere avere molto a che fare con noi. Passava un sacco di tempo a piangere senza motivo, credo soffrisse di una brutta depressione. Ma mascherava la cosa comportandosi in modo innaturalmente allegro quando era in pubblico. E noi imparammo a mentire su quanto tutto andasse a meraviglia, proprio come faceva lei.

Ci trasferivamo di continuo - almeno una volta all'anno e a volte vivevamo in una città anche solo per sei mesi. Il che contribuiva a rendere difficile sia la frequenza scolastica che il trovare amici. Io e mio fratello trascorrevamo un sacco di tempo a leggere, ignorando il resto del mondo. Cercavamo di prenderci cura l'uno dell'altra. Anche lui viveva sotto stress continuo e lo manifestava in cose come vomitare sangue senza motivo apparente. Mamma alla fine lo portò dal dottore, il quale non gli trovò nulla (smetteva quando arrivavamo dal medico). Di solito quando ci portava dal dottore erano medici scientologist dello Shaw Health Center di Los Angeles.

In Florida frequentammo la Real School, forse siamo andati brevemente anche alla Apple School [scuola scientology] ma non ricordo tutte le scuole per cui siamo passati. A volte ci andavamo solo per qualche settimana. Andammo alla Delphi [scuola scientology] di LA dal 1998 al 1990 circa. Verso il 1992 frequentammo la Gavilan Hills (una specie di cugina bastarda del Mojave Ranch - altra scuola scientology) e verso il 1994/1995 fu la volta della Learning Connection. Sono stata quella che ha voluto chiamare Neilson Academy la scuola per i più grandi. In effetti lì ebbi una buona educazione, fu quella scuola a fare la differenza. Gli insegnanti erano gentili.

Ma il più delle volte non andavamo a scuola per niente per cui non ho avuto un'educazione degna di questo nome. Non ho mai fatto una lezione di scienze o una lezione di computer, non ho mai imparato, fino a tempi recenti, a fare le moltiplicazioni o a districarmi con l'algebra. Mia madre riteneva che la scuola fosse totalmente priva di importanza. L'unica cosa di cui avevamo bisogno erano i corsi all'org. Una volta riuscii a convincerla a farmi frequentare la Scuola Superiore Cattolica per qualche mese. Fu bellissimo. Era una scuola femminile, mi sentivo tranquilla e al sicuro, le compagne erano gentili con me anche se ero sicuramente una stramba, per loro. Ero entrata anche nella squadra di atletica. Il problema è che non riuscivo a stare al passo con le lezioni. Tolto l'inglese nelle altre materie ero un disastro, non avevo gli strumenti di studio necessari. Conoscevo tutti gli strumenti per tenere il passo in una scuola scientology, ma cose come scrivere un tema mi erano del tutto sconosciute. Non avevo idea di che cosa fosse un argomento cardine, o come condurre ricerche per un compito. La matematica era tremenda, avevo voti pessimi anche nel corso di livello più basso che potevano offrire. Appena prima degli esami cominciai a spaventarmi sul serio e quando mamma mi chiese se volevo mollare risposi di sì. Me ne pento ancora oggi.

Cominciai a ricevere auditing a quattro anni, roba per bambini. Feci il CTCC ed altri piccoli corsi al CCI. Iniziai il "Key To Life" nel 1988, non appena lo misero fuori. Avevo appena 7 anni, mio fratello 6. Riuscimmo a fare solo l'inizio delle "Piccole Parole Comuni", era troppo difficile. Poi ci misero sul Purif, che proseguii per i due anni successivi. Continuavo a marinarlo perché lo odiavo. Finii per assumere dosi imponenti di niacina, più alte della gran parte degli adulti, e alla fine si resero conto che ero andata in "overrun". Mi dissero che l'avevo finito nelle prime due settimane. All'epoca avevo solo 9 anni. Poi mi pare di ricordare che ci misero sui TRs e gli Oggettivi, che fallii miseramente. Non riuscivo a stare due ore sul TR0 senza cominciare ad addormentarmi. Cercare di fare il TR0 per due ore era impossibile! Tutto era veramente duro. Mia madre continuava a dire a tutti che eravamo due geni, ma quella roba era veramente fuori gradiente. Non ricordo cosa facemmo dopo, so che rimbalzammo di corso in corso e a volte andavamo in auditing, sia sul campo che in org. Non mi piaceva né l'uno né l'altro. Mamma mi costringeva ad andare anche se la pregavo di non mandarmi.

Al Celebrity Center mi cacciai in qualche guaio. Ero SEMPRE in Etica: scrivere O/W, fare condizioni, cose del genere. Scalciavo e urlavo e saltavo dalle finestre cercando di fuggire, ma senza esito. Uno dei miei amici mi aveva mostrato come rubare caramelle dalla "canteen", e quella fu la cosa peggiore che abbia mai fatto. Alla fine confessai, ripagai gli 8/10 dollari dovuti e feci lavoro MEST per riparare al danno. Ripensandoci ora, non riesco a capire perché mi ritenessero una bambina così terribile. I miei me lo dicevano di continuo. Ero sempre terribilmente arrabbiata. Ma ero così perché mi ferivano di continuo. Naturalmente a quel tempo non riuscivo a spiegarmi. Non sapevo che cosa mi stava succedendo. Sapevo solo che ero arrabbiata nera.

Tra i 7 e i 9 anni frequentai la Delphi di Los Angeles. Credo che i miei genitori la amassero perché stavamo fuori casa tutto il giorno. La scuola cominciava alle 8 del mattino e finiva alle 5 del pomeriggio. A volte mamma dimenticava di venirci a prendere, si faceva vedere verso le 6 o le 7. E dopo i compiti e le incombenze domestiche andavamo a letto. Era una scuola davvero pessima. Trascorrevo un sacco di tempo in classe, ma in realtà non imparai molto. Vedete, ero già una lettrice esperta, leggevo per divertimento. Ma avevo perso talmente tanta scuola, ormai, che la matematica per me era davvero dura. Non riuscivo a capirla. I miei insegnanti mi dicevano di cercare la MU [parola malcompresa] e non mi parlavano mai a sufficienza per rendersi conto che ero "fuori gradiente".

Alla fine rinunciai e accettai il fatto che non sarei mai riuscita a superare l'esame. In quella scuola venivo mandata "in etica" spessissimo. L'ufficiale di etica dell'epoca era Diana G., la quale mi diceva di scrivere i miei O/W [overt e withhold] e mi lasciava chiusa nello spogliatoio tutto il giorno, senza pausa pranzo. Io continuavo a dirle che avevo finito e che mi sentivo meglio, ma lei rispondeva sempre «no, non hai finito» e voleva che scrivessi ancora. Iniziai semplicemente a inventarmi le cose. In quella scuola erano veramente orientati alla punizione. Diversi amici miei furono espulsi dopo aver confessato questioni/"crimini" minori, anche dopo che si erano sentiti dire che non sarebbero stati puniti e che tutto ciò che avessero detto era confidenziale. L'insegnante invece leggeva alla classe la cosiddetta "intervista confidenziale", per cui tutti noi sapevamo quanto cattivo fosse quel ragazzino, e il perché se ne era andato. La cosa mi turbava molto, oltre che spaventarmi a morte. Un giorno dissi alla mia insegnante, mi pare di ricordare che era Mrs. Hill, che non riuscivo a restare seduta perché mio padre me le aveva suonate di santa ragione. Avevo le gambe piene di lividi. Lei mi mandò dalla preside, la quale mi mandò da Diana. Ebbi la sensazione di essermi cacciata in un grosso guaio. Alla fine telefonarono ai miei genitori, il che mi mise nei pasticci anche con loro. Dopo quell'episodio non tornai più alla Delphi. Non so esattamente che cosa fosse successo, i miei dissero che papà aveva rifiutato di "fare le condizioni" per avermi picchiata, il che potrebbe anche essere vero.

In seguito a quell'episodio venni confinata in camera mia per un anno. Leggevo i miei libri e vivevo nel mondo immaginario che avevo nella testa. A volte scappavo. Ma non sapevo dove andare, non avevo amici, le uniche persone che conoscevo vivevano chissà dove. Mia madre mi aveva accuratamente indottrinato a non fidarmi dei parenti, della polizia e di chiunque avrebbe potuto aiutarmi. Per cui me ne scappavo per un giorno, poi quando avevo fame ed ero impaurita dal buio tornavo a casa. Alla fine mio padre mise un lucchetto alla porta, e non potei più scappare. A dire il vero non ricordo se l'anno senza scuola fu prima o dopo il periodo di residenza in Arizona, dove forse ci siamo trasferiti dopo l'episodio alla Delphi.

Poi i miei si trasferirono in Arizona e io scomparvi per un anno, mandata in un collegio a Riverside (Gavilan Hills), dove in realtà non si faceva scuola per niente. Correvo semplicemente in giro nella polvere, venivo menata dai ragazzini più grandi, mi azzuffavo con quelli a cui pensavo di poterle dare, e mangiavo pochissimo. Non oso pensare alla mia igiene del periodo. In tutta la scuola c'era una sola stanza da bagno (nell'edificio principale) che non aveva mai acqua calda. Comunque nessuno degli adulti ci diceva mai di farci la doccia, per cui non la facevo, né mi lavavo i denti. A volte cadevo in qualche ruscello, ma non per lavarmi... E non avevo vestiti. Ricordo che possedevo soltanto un paio di jeans che non mi andavano neanche troppo bene, le cuciture mi irritavano le gambe. E avevo un paio di T-shirt e un paio di scarpe della misura sbagliata. Ripensandoci ora, non me ne lamentai mai con mamma e papà. Pensavo fosse inutile, e infatti lo era. Mamma mi avrebbe portata in qualche grande magazzino per adulti, come Nordstrom, e cercato di farmi indossare roba da grandi e cose che mi avrebbero fatto morire. Io avrei rifiutato e sarebbe finita a strepiti e lacrime, e saremmo tornate a casa a mani vuote. Ero determinata a sembrare un maschiaccio, e lei voleva vestirmi come una signorina di 20 anni!

Questa è la cosa più difficile da scrivere, ma fa parte della storia. Non la racconterei, ma ho letto altre storie di ragazzini e alla fine mi sono resa conto di non essere stata l'unica a subire abusi sessuali. Ma il mio stupro non avvenne nella Sea Org. Mio padre cominciò ad abusare di me quando avevo sei anni. Dopo la prima volta lo dissi a mamma (non che potessero sfuggirle i miei lividi) e lei perse il controllo. Mi disse che era colpa mia e che stavo mentendo, e che nessuno mi avrebbe creduta. So che la sua logica lascia a desiderare ma avevo sei anni e le credetti. Mi disse che la dovevo smettere di inventarmi le cose.

Credo che mio padre assumesse droghe perché era come due persone diverse. A volte era il mio migliore amico. A volte mi picchiava. Era strano. Non lo raccontai mai a nessuno. Dopo l'episodio alla Delphi e alcune altre conversazioni in cui venni fatta sentire in colpa per essere stata picchiata, sapevo che era meglio tacere. Comunque mio padre mi diceva che se lo avessi raccontato mi avrebbe uccisa. E gli credevo, ancora adesso credo che lo avrebbe fatto. Perlomeno quando era l'essere furioso che a volte mio padre diventava. Il più delle volte riuscivo a mandar giù e a fingere di dimenticare, mi comportavo come se niente fosse successo. Tutti dicevano che ero una bambina cattiva per cui non volevo che sapessero che ero veramente cattiva. Alla fine dissi tutto a un auditor, molto più avanti, ma non fece nulla. E adesso odio l'idea che quelle cose siano scritte in un PC folder dove tutti possono leggere quelle cose. Anche mia madre potrebbe guardarci dentro a suo piacimento. Questa cosa mi dà ancora molto fastidio. All'epoca mi preoccupavo che potesse telefonarmi e sgridarmi perché stato di nuovo "raccontando bugie". Ma visto che l'org non fece mai nulla, sono praticamente sicura che nessuno mi credette. Tutti conoscevano mio padre e la mia auditor era sua amica, il che mi rendeva le cose ancora più difficili. Penso che anche lei non mi avesse creduto. Poi mi rimandarono da lui, ma non sto andando con ordine.

Quando avevo circa 13 anni ci trasferimmo ad ASHO dove mia madre cominciò il Briefing Course. Tutto continuò nello stesso modo. Facevo "volontariato" per il progetto del Central File (grazie mamma!) e gli Oggettivi in HGC anche se cercavo letteralmente di fuggire ogni volta che mi mettevano in seduta. A volte mettevano addirittura una guardia davanti alla porta. Terribile. Mi piaceva molto di più fare i corsi e adoravo il co-auditing. Il mio twin era un coetaneo e andavamo molto d'accordo. Dopo essere entrata in Sea Org dovevo tenerlo d'occhio perché sua madre era pazza e faceva cose come mollarlo all'org per due settimane di fila senza cibo, soldi o posto dove vivere. All'epoca lui era sui 14 anni (finii per reclutarlo in Sea Org, sono ancora dispiaciuta. Comunque in seguito uscì anche se è ancora uno scientologist tutto di un pezzo).

Ripensandoci adesso, una delle cose che mi fanno impazzire è che continuavo a dire a quelli dell'org che i miei mi picchiavano, ma nessuno se ne preoccupava. Anzi, la cosa veniva trattata come un withhold, cioè io venivo fatta sentire colpevole. Nessuno portò mai i miei in etica, e nessuno fece mai rapporto contro di loro. Ed entrambe le cose erano contrarie alle regole di Scientology.

A 12 anni firmai il mio primo contratto per la Sea Org, anche se non volevo firmarlo. Dave Horwedel e qualche altro tizio mi portarono in una stanzetta, quella nella lobby di ASHO che per un certo periodo è stata l'ufficio del cappellano e un tempo era SORO (dopo i restauri è diventato l'ufficio anteriore di RTC). Mi dissero che non mi avrebbero lasciata andare fino a che non avessi firmato il contratto. Non mi permisero di contattare mia madre. Alla fine firmai, ma solo per poter uscire da lì. Quando mia madre lo venne a sapere si arrabbiò e disse che non potevo entrare in Sea Org fino ai 18 anni. Ma alla fine cambiai idea e ripensandoci ora mi rendo conto che uno dei motivi fu la brutta vita che mi faceva fare mia madre. Pensai che forse le cose in Sea Org sarebbero andate meglio, o che almeno nessuno mi avrebbe picchiata. E poi volevo veramente essere adulta. Inoltre negli ultimi anni tutti quelli che avevo incontrato nelle org aveva cercato di convincermi ad entrare in Sea Org, mi dicevano che dovevo prendermi responsabilità per il pianeta Terra e cose del genere.

Per circa sei mesi lavorai come volontaria a contratto per i restauri di PAC. Collaboravo con alcune persone veramente forti del dipartimento Arti e Insegne e mi piaceva moltissimo. Sia io che mio fratello avevamo un'immagine piuttosto rosea della Sea Org, pensavamo che fosse come essere uno Jedi o qualcosa del genere. Sapete, l'élite, essere speciali, e poi le uniformi erano forti. Stacey Moxon era una mia amica e anche se non ha mai cercato di reclutarmi mi raccontava un sacco di storie fantastiche sulla Sea Org.

Mia mamma tradiva mio padre e aveva fatto venire a vivere con noi il suo boyfriend. Un tipo da far rabbrividire. Mio padre in quel periodo stava veramente male, si arrabbiava moltissimo e lasciava casa di continuo. Odiavo di tutto cuore quel modo di vivere. I miei non mi picchiavano più visto che avevo imparato a fare la bambina perfetta. Ma entrambi pestavano mio fratello, lo sbatacchiavano per la stanza, lo soffocavano per cose stupide come non voler mangiare gli spinaci. Era una cosa che odiavo. Non potevo più sopportarlo. A scuola andavo malissimo, sapevo che sarei riuscita a diplomarmi alle superiori solo con un colpo di fortuna e non avevo idea di che cosa volevo fare da grande.

Per cui un giorno entrai nell'ufficio del reclutatore e gli dissi che volevo entrare in Sea Org. Il giorno dopo mi misero sul EPF, anche se tecnicamente ero troppo giovane per farlo. Il Prodotto Zero mi piaceva. Mi tenevano occupatissima con tutto quel correre avanti e indietro e non avevo tempo per pensare, meno ancora per sentire la mancanza di mio fratello (adesso so che nella Sea Org fanno così di proposito). Andavo molto d'accordo con il Sig. G, facevo tutto quello che mi diceva, non parlavo dietro le spalle, facevo i corsi in un tempo più breve di quanto previsto dal foglio di verifica e non mi lamentai mai dei compiti grossolani che mi affidavano, come raschiare i container della spazzatura o svuotare i depositi di grasso sotto le cucine (il che mi faceva vomitare involontariamente, faceva davvero schifo!). Così il Sig. G mi voleva bene e non mi urlava mai dietro. Mi ricordava molto mio padre e con lui mi comportavo come facevo quando volevo far felice papà. Funzionava anche con lui.

Ad un certo punto un exec della SO [Sea Org] mi chiese se volevo andare a lavorare in HCO. Non sapevo che cosa fosse. Era previsto che sarei andata al TTC [Technical Training Corps]. Gli risposi che per me era uguale. In effetti lo era. Non sapevo quali incarichi fossero trattati meglio o quali org avessero più prestigio. CMO e ASHO si litigavano la mia presenza, ma per me era uguale. Si supponeva che dovessi andare a CMO e mi dicevano che sarei entrata nell'Universe Corps, visto che Stacey era la mia reclutatrice ufficiale. Ma alla fine vinse ASHOD, perché erano in missione per arrivare alle dimensioni di Saint Hill (il che comunque avvenne soltanto appena prima che me ne andassi).

Dopo circa un anno dal mio ingresso in Sea Org arrivò anche mio fratello. Ma poi i miei entrarono sulla Freewinds e FSO, per cui anche lui andò là. Ah sì, verso i 16 anni ebbi un giorno libero, e fu proprio quel giorno che mia madre mi disse che stavano per divorziare. Ma alla fine non lo fecero perché mio padre non voleva. Mia mamma lo lasciò ma lui continuò a pagarle il Ponte a tempo pieno, a mandarla sulla Freewinds ecc. Lui aveva un sacco di soldi e lei li spendeva tutti. Mia madre si cacciò in casini seri perché era andata a letto con il suo twin del Briefing Course. Ma sia lei che mio padre avevano fatto donazioni per il Superpower, per la IAS, avevano sponsorizzato una missione per cui rientrò nelle grazie.

Così andai a lavorare a HCO ASHOD, dove scoprii che la SO fa schifo. Tutti i giorni e per tutto il giorno c'era qualcuno che mi urlava dietro perché non ero una brava lavoratrice. Voglio dire, potevo tranquillamente fare qualsiasi lavoro mi ordinassero ma non riuscivo a pensare con la mia testa. Se mi dicevano "hatta gli staff" ["hatta" nel senso di "addestra"] per me era troppo vario e complicato. Ero come un robot. Ero in un tale stato di shock che restavo fuori di testa tutto il giorno. Ed ero anche stanchissima. Non dormivo mai e quando mi addormentavo soffrivo comunque di insonnia. I miei senior erano convinti che fossi "fuori 2D" ["fuori 2D" significa "impegnarsi in comportamento sessuale inappropriato"] e continuavano a farmi interviste e a urlarmi dietro. Ma ero solo una stupida ragazzina dentro al letame fino al collo.

In un certo senso mi sento ancora male per quanto ho frustrato le persone con cui lavoravo. Ma non sapevo fare di meglio, benché ci provassi. Parte del problema di pensare che sei responsabile della salvezza del pianeta è quanto il peso dei fallimenti pesi sulle tue spalle. Quando pensavo di avere deluso l'org mi sentivo schiacciata oltre ogni limite. È un peso veramente pesante da portare per una ragazzina, in particolare quando gli obiettivi prefissati sono impossibili da raggiungere. Nulla era mai sufficientemente buono e vivevo ogni fallimento come una dimostrazione che ero una cattiva persona. Ripensandoci ora capisco perché mi urlavano dietro a quel modo. Anche il mio capo era un'adolescente, entrata in Sea Org ad un'età ancora più giovane della mia. I suoi senior avevano urlato contro di lei e anche lei non sapeva che cosa fare, se non trasferire quelle urla su di me. Non avrebbe dovuto, ma la capisco e non sono arrabbiata con lei.

Probabilmente uno dei momenti peggiori in assoluto fu l'intervista di un tizio di RTC, perché il mio nome era saltato fuori in una questione che aveva a che fare con le "linee nemiche". Gente, se mai avessi pensato che un giorno sarei stata così a pezzi da essere disposta a confessare qualsiasi cosa, quello fu il momento. Se fossi stata a conoscenza di qualche segreto sulla Sea Org avrei spiattellato tutto. Il tizio continuava a dirmi che sarei stata dichiarata perché non riuscivo a ricordare chi aveva detto cosa. Piansi per tutto il tempo e alla fine mi inventai qualcosa, pur di dargli un nome qualsiasi. Sto male ancora adesso nel ripensarci. Questo è solo un esempio del tipo di pressione a cui vieni sottoposto.

E sì, mi sposai. Avevo 16 anni ed andammo a Las Vegas. Pensavo di essere innamorata, non sapevo nemmeno che cosa volesse dire. Ottenni l'autorizzazione dai miei genitori con il ricatto. Sapevo che se mi fossi sposata sarei stata emancipata per cui non avrebbero mai più potuto dirmi che cosa dovevo fare. Mia madre mi stava minacciando di togliermi dalla SO e di farmi tornare a casa. Ero terrorizzata all'idea. Sposai un tizio che pensavo fosse davvero fico. Era il primo ragazzo in assoluto che mi aveva chiesto di uscire. Aveva 19 anni, mi comprava le rose, mi ascoltava quando chiacchieravo di stupidaggini. Ma per qualche motivo dopo il matrimonio cambiò di 180°.

Smise di parlarmi. Non mi permetteva di sedere accanto a lui in sala mensa o di stargli accanto durante l'appello. Non mi voleva vicino nei i giorni liberi e arrivò al punto da farsi cambiare il suo in modo da avere giornate diverse. Mi spintonava, dicendo di scherzare. Ma mi faceva male. Stavamo settimane senza parlarci, solo sesso a casaccio nel mezzo della notte il che ancora oggi mi rende confusa. Si comportava quasi come se fosse costretto o cose del genere, di sicuro non era amore e neanche divertimento. Forse era colpa mia, per via della mia storia. Non lo so. Ero profondamente infelice ma continuavo a cercare di essere una buona moglie, facevo il bucato e cose del genere. Non capivo che cosa c'era che non andava, e ancora non lo capisco. Forse pensava che lo stessi tradendo? Ma non lo stavo facendo. Qualche anno dopo il divorzio cercai di parlargli nella speranza di alleviare il turbamento o di capirci qualcosa, ma lui fece finta di non vedermi e di non sentirmi. La cosa mi lascia ancora oggi perplessa e vorrei veramente avere una risposta.

Alla fine rifeci l'EPF [Prodotto Zero], che ancora una volta fu una buona esperienza. Mi sarebbe piaciuto restare sul EPF per sempre. Mi piacevano molto i lavori di costruzione, li adoravo. Il Sig. G si fidava di me e mi lasciava lavorare senza supervisione, e una volta mi affidò l'incarico di alcuni tizi piuttosto problematici. Si assicurava anche che tutti noi mangiassimo bene e dormissimo in abbondanza, indipendentemente da tutto. Se qualcuno interferiva cominciava a urlare. Per me era un bel cambiamento. Sfortunatamente però mi diplomai dal programma e andai a lavorare con il Senior HCO WUS come expeditor. Poi da lì mi distaccarono al CCI per circa un mese, dove lavorai come cameriera al servizio in camera, dormivo non più di due ore per notte e al Manor non incontravo anima viva, ero completamente isolata. Quando andavo sui corsi a studiare ero talmente stanca da addormentarmi sul dizionario. Non potevo farci niente, cercavo di restare sveglia ma riuscivo a malapena a tenere aperti gli occhi. Appena mi appoggiavo mi addormentavo. Comunque quel distaccamento finì e tornai a ASHO.

Per un certo periodo ricoprii diversi incarichi. Folder Admin e cose del genere. Gli anni passavano. Il periodo più bello fu quando lavorai ai restauri di AO oppure quando portavo la radio al Call-In degli event. Fumavo moltissimo, restavo in piedi notti su notti per gli "all hands" obbligatori, mangiavo poco, anche quando in mensa c'era cibo decente. Per qualche motivo non riuscivo a mangiare. Stavo male di continuo ma fingevo di non accorgermene. Anche quando ero così stanca da avere le allucinazioni (ridevamo tutti quando raccontavo che le piastrelle del pavimento si muovevano su e giù, e le pareti sembravano respirare).

Poi andai a lavorare a TTC. Feci i corsi di addestramento Pro Sup e Chiaritore di Parole Professionale, con tutti i pass di RTC e in tempo sul foglio di verifica. In un certo senso ne ero orgogliosa. Cercavo anche di aiutare i ragazzini più giovani del TTC che faticavano un sacco, erano cresciuti in Sea Org ed erano praticamente analfabeti (quando andai a trovarli per cercare di aiutarli rimasi inorridita. E dire che pensavo che la MIA educazione fosse pessima!). Ero molto brava ad apprendere la teoria e la risputavo fuori in modo perfetto. Ma alla fine sbattei contro un muro. Il mio problema era che non avevo fatto "Metodo 1", un pre-requisito per quei corsi, per cui non riuscivo a finire e a passare all'internato. Ma il CS non mi dava l'OK per fare il Metodo 1 e nessuno sapeva che fare. Feci anche del casino perché si presumeva che fossi una OT "life-time" ma tutti lo ignoravano. Pensavo che un sacco di problemi derivassero da questo, perché non sapevo a chi altri dare la colpa. Non era possibile, semplicemente, che in Sea Org fossi infelice! Ero molto confusa.

A quel punto si sgretolò tutto. Non riuscivo a dormire. Stavo costantemente male. Ricordo che una volta mi tennero in isolamento per oltre un mese. Tutti i giorni avevo la febbre. Poiché ci era vietato prendere qualsiasi cosa, niente medicine, niente ibuprofene, niente di niente, la febbre continuava, anche a 40°. Ad un certo punto per la febbre altissima restai sdraiata su un divano per nove ore, completamente paralizzata, incapace di parlare o di muovermi. Pensavo veramente che sarei morta. Ero terrorizzata. Tutti continuavano a girarmi intorno e a ignorarmi, credo pensassero stessi dormendo ma io semplicemente non riuscivo a muovere un muscolo. Quel giorno pensai che non ce l'avrei fatta.

Quando alla fine mi sentii meglio mi alzai e mi misurai la febbre: 40,1°. Ma non fecero nulla. Una volta andai allo Shaw Health Center. Per raggiungere quella baracca nel mezzo del nulla ci volevano circa tre ore di autobus, ci andai da sola con un'altra ragazza ammalata di circa 16 anni. All'ospedale mi dissero che senza l'autorizzazione dei miei genitori non potevano curarmi. Ma i miei genitori si erano trasferiti a Flag [La base di Terra o quartier generale di Scientology in Florida] e anzi credo che in quel momento fossero a bordo della Freewinds. Non ricordo bene. Comunque risposi di essere sposata, per cui mi mandarono nel reparto degli adulti (non avevo carta di identità o qualche altro documento che lo confermasse). Il reparto adulti però mi rimandò al reparto pediatrico e al pronto soccorso. Restai lì tutta la notte fino al giorno dopo, senza soldi e senza mangiare. Ero terrorizzata, ma fingevo di non esserlo. Alla fine un medico mi fece degli esami e mi disse che non avevo niente. Tutti continuavano a dire che non avevo niente ma io continuavo a vomitare e a svenire. Ero stressantissima. Avevo le allucinazioni, ero così stanca che riuscivo a malapena a reggermi in piedi. Continuavo a chiedere aiuto ma tutti mi dicevano di piantarla che erano solo mie fantasie. Una parte di me credeva che avessero ragione, il che mi stressava ancora di più.

[Nota a margine: Poi ho scoperto che c'era veramente qualcosa che non andava... avevo l'asma, avevo un'ulcera e problemi di tiroide. Problemi metabolici ed endocrini che avevano come conseguenza una grave astenia. Avevo danni cerebrali causati dai colpi in testa e dalle febbri alte. Il che ebbe come conseguenza perdita di udito e disordine dei processi uditivi, laddove i nervi non trasformano i suoni in parole, problemi di memoria a breve termine e altre cosette assortite. A un certo punto saltò fuori anche la mononucleosi, il che spiegava lo sfinimento. E avevo anche un bel disordine da sindrome da stress post-traumatico - completo di flashback, incubi, attacchi di panico e iperventilazione, cose del genere].

Alla fine feci "blow" ["fare blow" significa andarsene senza autorizzazione]. Una sera lasciai Hollywood a piedi, per una cittadina a una decina di miglia di distanza. Ero letteralmente terrorizzata e pensavo che in ogni macchina ci fosse qualcuno che mi stava cercando. Continuavo a chinarmi velocemente ad ogni passaggio, a nascondermi e cercavo di stare lontano dalle strade trafficate. Sapevo benissimo che se qualcuno mi avesse riconosciuta mi avrebbe gettata in macchina e portata indietro. Alla fine arrivai in un parco vicino a una casa dove avevamo vissuto. Volevo uccidermi. Avevo anche un coltello. Nella mia testa avevo programmato tutto e intendevo arrivarci in fondo. Sapevo che non potevo vivere nel mezzo, che dovevo scegliere una strada oppure l'altra. Poi arrivò l'alba, ero esausta e cambiai idea. Tornai a PAC e mi consegnai alla security. Sapevo che era idiota, ma non avevo altro posto in cui rifugiarmi. Non avevo un solo singolo amico o parente a cui chiedere aiuto. Avevo pensato di cercare mia sorella che viveva da qualche parte in Oregon, ma non avevo i soldi per il biglietto dell'autobus, e non avevo il suo numero di telefono. Così rinunciai, andai a dormire chiudendo a chiave la porta.

Il giorno dopo mi dissero di presentarmi al lavoro. Credo che l'Ufficiale Comandante di ASHO mi volesse bene, tra di noi i rapporti erano cordiali e stavano cercando di raggiungere le dimensioni di Saint Hill. Inoltre avevano investito un sacco su di me, come TTC. Mi rifiutai di tornare al lavoro, dissi che stavo male, che avevo bisogno di aiuto, si trattasse di etica, di auditing o di qualunque cosa. Mi dissero di ritirarmi di nuovo sul EPF, ma risposi che l'EPF non era per i "downstats". Così mi fecero una verifica di sicurezza.

All'inizio avevo un auditor odioso. Non ricordo chi fosse. Martellava, e martellava e martellava fino a che non scoppiavo in lacrime. Poi arrivò qualcuno che gli disse di smettere e mi assegnò un auditor diverso. Finalmente qualcuno che mi ascoltava! Per la prima volta cominciai a rilassarmi e a sentirmi meglio dopo l'auditing. Mi misero sotto controllo 24 ore al giorno, un vero tormento. Dormivo su un materasso in uno sgabuzzino dietro all'auditorium Leb Hall. Ero seguita ovunque da un'altra adolescente di cui non ricordo il nome, mi veniva dietro anche al bagno. La cosa mi faceva sentire molto degradata, del resto continuavano a ripetermelo di continuo. Non potevo parlare con nessuno, nemmeno a mio marito. Non che gli volessi parlare. La ragazza che mi faceva da guardiana era molto carina con me e le sono grata per questo.

Alla fine confessai in seduta che mi sarei tagliata i polsi. L'avevo già detto altre volte ma credo che quella volta chi osservava la seduta dalla telecamera si convinse che dicevo sul serio e si spaventò. Arrivò qualcuno a interrompere la seduta. Mi dissero che dovevo lasciare la base e di preparare i bagagli. Scrollai le spalle. Ero distrutta e apatica. Non volevo portarmi dietro nulla, progettavo di andare sulla spiaggia di Venice e trovare un modo per suicidarmi che non avesse lasciato un casino da ripulire o non avesse traumatizzato l'estraneo che avrebbe rinvenuto il mio cadavere (non riuscivo a trovare un modo adeguato). Temevo anche che se mi fossi suicidata avrei provocato "cattiva pubblicità" alla chiesa, il che sarebbe stata la cosa peggiore che potevo fare.

Forse potevo andarmene e aspettare un po' di tempo in modo da potermi uccidere senza ripercussioni negative per Scientology. Era quella la mia maggior preoccupazione il che, oggi, mi fa infuriare. Mi rinchiusero in una stanza per le interviste e mi diedero da firmare una paccata di documenti vincolanti e di contratti. Dovevo accettare di non far causa alla chiesa, di non rivelare segreti di cui ero a conoscenza e cose del genere, non so con esattezza perché non mi presi nemmeno la briga di leggerli. Non ce n'era motivo - mi avevano detto che mi avrebbero tenuta rinchiusa lì fino a che non avessi firmato e sapevo che erano molto seri. La security telefonò ai miei, che nel frattempo erano tornati a Los Angeles, e mi consegnarono a loro. Non salutai nessuno. Dall'inizio alla fine erano trascorse circa due o tre ore.

Vissi con i miei per un paio d'anni, le cose cominciarono ad andare meglio. Almeno al mattino riuscivo a mettermi in piedi. Trovai un lavoro e cominciai a mettere assieme un curriculum. Presi la patente. Vedevo pochissimo mia madre, che viveva a Flag ed era sui servizi a tempo pieno (voleva ancora divorziare). Iniziai a fare un sacco di volontariato alla mission locale, cercavo di uscire dalle condizioni inferiori. Pensavo che forse avrei dovuto tornare indietro, mi sentivo persa e non sapevo che fare di me stessa. Cercavo di rientrare nelle grazie di chiunque avessi conosciuto.

Poi mio padre si ammalò, e arrivò il Dott. Denk della Shaw. Disse che mio padre aveva un cancro e che gli restavano al massimo tre settimane, la chemio era del tutto inutile. Mio padre disse "ok", si tranquillizzò e morì. Disse che si sarebbe preso un nuovo corpo dalla scientologist incinta che conoscevamo. Erano una coppia di musicisti, ed era quello il motivo per cui li aveva scelti. Mia mamma venne a casa, e arrivò per qualche giorno anche mio fratello. Papà morì dopo quattro settimane dalla diagnosi.

Dopo la morte di papà mia madre rientrò in Sea Org. Un giorno semplicemente sparì. Dovetti occuparmi dello sgombero e mi trasferii in un appartamento tutto mio. Mi spostavo di continuo e alla fine decisi che dovevo lasciare la California. Quel posto mi turbava moltissimo. Ovunque posassi lo sguardo vedevo i fantasmi della mia infanzia, e ovunque andassi c'era gente che mi conosceva. Persi addirittura una coinquilina perché il suo capo le aveva detto che se non si fosse trasferita altrove l'avrebbe licenziata. Aveva sentito dire che ero una ex-SO. Non riuscivo ad ottenere un impiego nelle aziende Scientology perché ero una ex-SO e una "freeloader", ma fuori dalla cerchia degli scientologist non avevo un curriculum degno di quel nome. E comunque ogni tanto alla mia porta si presentava mia madre che mi urlava contro che ero un cattivo elemento. Avevo circa 21 anni. Avevo qualche amico fuori dallo stato, così mi trasferii.

Adattarmi al "mondo reale" fu un inferno. Non riuscivo nemmeno a parlare un inglese corretto, privo dei termini scientology. Mi avevano raccontato talmente tante storie sul mondo esterno, su come fosse terribile e pieno di crimini che mi terrorizzava. Mi terrorizzava addirittura di più che Scientology. Mio marito dice che sono una marziana, e credo sia il termine migliore per cercare di spiegare la mia situazione. È davvero come provenire da un altro pianeta. Non riuscivo a capire i riferimenti alla cultura popolare, non sapevo come fare le cose di tutti i giorni, le cose normali. Ero terrorizzata dall'immobilità o anche solo dal prendermi un momento di relax, perché ero abituata a correre di continuo e a sentirmi urlare dietro se mi fermavo. Ingurgitavo il cibo ai cento all'ora e avevo sempre paura che mi portassero via il mangiare. Quando finalmente il mio organismo capì che non avrei mai più fatto la fame, dimagrii moltissimo. Aveva smesso di trattenere ogni singola caloria che mettevo dentro. Avevo ancora problemi, avevo paura ed ero depressa. Mi venivano terribili attacchi di panico e temevo che mia madre mi avrebbe rapita per riportarmi all'org, oppure che ero una persona terribile e mi ero condannata con le mie stesse mani a un'eternità di inferno, cose del genere. Ogni volta che cominciavo a dubitare della mia decisione di andarmene mi facevo forza e pensavo a quanto stavo meglio adesso al paragone, e a quante menzogne mi avevano raccontato. Mi ci volle un po' perché cuore e pancia si allineassero con la ragione.

Circa un anno fa ho cominciato a prendere il Paxil, che ha avuto effetti immediati. Mi sono sentita benissimo, gli incubi hanno cominciato a diradarsi e non ho più attacchi di panico. Non sono più così depressa da non riuscire ad alzarmi la mattina, anzi direi che sono proprio contenta. Il farmaco non mi ha reso una persona diversa, sono semplicemente più libera di essere me stessa. Mi sono davvero dovuta sforzare per convincermi ad assumere antidepressivi. Per me è stato davvero un passo importante. Ma la mia migliore amica li prendeva e non era né pazza, né uno zombie. Sono così felice di aver deciso di prenderli. Adesso SO che mi hanno mentito per una vita intera su qualcosa che mi ha aiutato di più di tutto l'auditing mai fatto.

Poi ho incontrato un uomo molto in gamba e l'ho sposato. Non ho più nulla a che fare con Scientology e gli scientologist. Ho avuto un bambino, sto a casa e mi occupo di lui. Io e mio marito non litighiamo mai, non ci urliamo dietro. Sto frequentando il college e una volta terminato mi hanno promesso una borsa di studio in Arte all'università. La vita è migliore di quanto abbia mai SOGNATO potesse essere quando stavo crescendo. Faccio le cose per DIVERTIMENTO. Andiamo al campeggio, canto, alcuni giorni sto semplicemente seduta a guardare la TV e a non fare NIENTE. Mangio fast food e cioccolata tutte le volte che ne ho voglia. Sto imparando a cucinare roba sana E saporita (mi insegna mio marito), non sono più affamata come un lupo anche se a volte devo fare incetta di cibo e di caramelle per riuscire a rilassarmi. Parlo con chi voglio, leggo i libri che voglio, dormo quando sono stanca. Posso salire in macchina e andarmene dove mi pare, ogni volta che ho voglia di farlo. Nessuno mi urla dietro, nessuno mi sgrida, nessuno mi offende o mi umilia. In breve, la vita mi sorride.

Non parlo con mia madre. In realtà ho disconnesso da lei. So che molti storceranno il naso, ma ogni volta che parlavamo cercava di "maneggiarmi". Mi accusava di avere dei crimini nascosti e degli overt terribili. Avrebbe preferito che abortissi e che fossi tornata in Sea Org (alcuni anni fa ha pagato il mio freeloader di 68.000 dollari in modo che potessi rientrare). Adesso vorrebbe che lasciassi mio marito e tornassi in Scientology, o che almeno cominciassi a pagarmi il Ponte e ricevessi auditing. Ma non lo farò mai. Quando ero bambina non si è mai preoccupata di farmi da madre. Ad essere onesti non l'ho mai perdonata per come mi ha trattata. Spero che un giorno ne sarò capace. Alla fine le ho detto di essere stanca dei suoi tentativi di costringermi a tornare in Scientology e ho cambiato numero di telefono. Ha ancora il mio indirizzo, ma abito troppo lontano per cui non viene a bussarmi alla porta. Penso che avrei dovuto cercare di aggiustare il nostro rapporto, ma non voglio avere rapporti con lei. E sono MOLTO contenta di occuparmi della mia vita, e di non parlarle. Sono più felice se posso concentrarmi su mio marito e non pensare più a Scientology. È il periodo migliore della mia vita.

Vorrei poter incontrare mio fratello. Non sa che sono qui, che sono degli anonymous. Se lo sapesse disconnetterebbe da me. Forse un giorno cercherò di convincerlo a venirci a trovare e a vedere com'è la vita fuori dall'org, forse un giorno anche lui avrà dei bambini. Vorrei che potesse andare al college e trovarsi il lavoro che desidera, invece di uno di quelli che gli assegnano all'org. Vorrei poter rimediare ai miei fallimenti di sorella maggiore, quando eravamo piccoli. Ma non nutro molte speranze. Negli ultimi dieci anni l'ho visto soltanto due volte, una delle quali per un giorno soltanto. Non lo conosco nemmeno più. Ma è ancora mio fratello e gli voglio bene, gliene vorrò sempre.

Double Vee

 
 
 
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