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Credimi, è la fine del mondo

Di Stefano Salone, L'Unione Sarda, 15 Maggio 1998. 

C'è Dio in tv. Diretta a reti unificate. Via satellite dal Paradiso. Talk show in prima serata, uno spettacolo: è la fine del mondo. Accendere per credere: disintegrati da un asteroide, contaminati da radiazioni cosmiche, sterminati dai virus spaziali, divorati da alieni affamati, arrostiti da Satana e puniti da un esercito di improbabili divinità proposte dai seguaci dei profeti biblici, specializzati in tragedie con effetti speciali. Catastrofi a scelta. 

All'alba del terzo millennio, nel palinsesto della paura, tra storie vere o costruite ad arte da chi sulla morte ci vive, c'è spazio per tutti. E, mentre a Dallas un promo di Canale 18 annuncia a mezzanotte un collegamento in esclusiva col Padreterno per discutere con gli esperti in studio i dettagli del giudizio universale, nel resto della terra aumenta il numero di guru, santoni, messia e ciarlatani «pentiti, perché la fine del mondo è vicina». Formula ricorrente per una favola nata negli Stati Uniti, dove le sette aventiste protestanti figlie dalla nuova evangelizzazione annunciano la resa dei conti con calendario e date calcolate contando i numeri biblici sull'Apocalisse di Giovanni. «C'è il boom delle religioni fai da te perché quella tradizionale non tira più», sostiene l'antropologa Cecilia Gatto Trocchi. «Viviamo nell'era dell'ateismo pratico: si cerca altro. La gente è sempre più affascinata da riti e finti culti, meglio se esoterici». 

Tutto quanto fa spettacolo, tranne quando si esagera. Perché per vicina che sia, non si può aspettare la fine del mondo nudi dentro un armadio spalmato di maionese. Seguendo uno dei dieci comandamenti dettati da quel tizio vestito con un saio di cotone giallo, sandali ai piedi e un elmo in testa che ieri ti ha fermato per strada «domani il sole potrebbe non sorgere, dammi 2 milioni per finanziare la chiesa del maestro Robin». A quel punto hai una sola alternativa: se non gli dai subito uno schiaffo per svegliarlo, diventi un suo apostolo, versi la quota di adesione e vai fuori di zucca anche tu. 

Ma c'è di peggio. «Carolina, il guru della setta "Evocris", insegna esercizi di visualizzazione», spiega l'antropologa. «Se pensi a una situazione, a furia di immaginarla si realizza, diventa vera. Io sogno di andare a letto con Di Caprio, lei con la Schiffer: se ci concentriamo bene, eccoli lì, davanti a noi». L'importante è non sbagliare. «C'è un grande bisogno di gruppo, di avere impegni fissi. Pur di non restare soli a rincoglionirsi davanti alla tv, si cercano piccole comunità in cui si ha un ruolo, magari da protagonista». E si diventa apostoli di una delle 137 sette che il ministero degli Interni mette nella lista dei cattivi dopo aver lanciato l'allarme per il Giubileo del Diavolo. «C'è un odio profondo per la Chiesa cattolica. Ho letto volantini che annunciano orge e orgasmi di gruppo, ma non c'è un vero pericolo: finirà tutto con un lancio di uova marce in piazza San Pietro. Se poi c'è qualcuno che dopo un amplesso diventa un'aquila e vola nelle Ande alla ricerca dello spirito degli antenati, beh, sono fatti suoi e del suo partner». A patto che sia adulto, consenziente e disposto a pesanti sacrifici. «L'uomo ha sempre voluto sottomettere la carne: sopportare dolore e privazioni è una sfida che dà appagamento. Se supero la prova, mi convinco di essere forte, i guru giocano soprattutto su questo: chiedono fioretti». Molti fioretti per purificare l'anima e «manomettere la natura» in un delirio di onnipotenza amplificato dalla stupidità. «I santoni non sfruttano solo povertà e ignoranza. In Italia ci sono un milione di nomadi spirituali: vagano da un gruppo all'altro, sei mesi qui, quattro li, ma è quasi tutta gente con un reddito medio, hanno auto e tv, vivono nelle grandi città, tra loro ci sono professionisti affermati e operai, spesso fanno lo stesso lavoro. In Sardegna c'è la setta "Non siamo soli", con molti seguaci tra i ferrovieri, credono nell'esistenza degli extraterrestri». L'Apocalisse arriva dallo spazio e suoi angeli viaggiano in astronave. Come quella che la notte dello scorso 9 Settembre stazionava sopra il cortile di un'azienda sulla strada tra Villacidro e San Gavino. «Un pastore», racconta Antonio Cuccu, responsabile della sezione sarda del Centro italiano studi ufologici, «è stato illuminato da un fascio di luce, si è sollevato da terra ed è stato trasportato a bordo». Contatto diretto, incontro ravvicinato del quarto tipo con testimonianza considerata «molto attendibile» da chi cerca gli alieni. «Si è aperta una porta, due entità animate molto simili a noi l'hanno preso per un braccio e accompagnato in una sala circolare. Hanno parlato per quattro ore nella nostra lingua». In dialetto? «No, in italiano. C'erano maschi e femmine, tutti giovani, niente bambini. Vestono tute aderenti color grigio metallizzato, sono belli, ma non possono avere più di due figli: hanno problemi di spazio. Non si sa bene da dove arrivino, in viaggio mangiano barrette di cibo marron e non bevono. Hanno buone intenzioni». Vengono, vanno, si fermano: 120 avvistamenti negli ultimi dieci anni solo in Sardegna per un «fenomeno sociale inesplicabile» che il governo degli Stati Uniti prende molto sul serio. E negli archivi dell'Fbi ci sono duemila pagine di documenti top secret su Ufo e dischi volanti. 

Tutto regolare. In un paese dove la metà degli studenti crede nella storia d'amore di Adamo ed Eva, mela e serpente compresi, e dove basta pagare una tassa di 140 dollari per aver il diritto di predicare, quella degli alieni è una setta come tante. Come la Chiesa di Scientology, 41 sedi e 7mila seguaci in Italia, mille in Sardegna: con lavori logoranti e letture forzate impone un programma di purificazione e per questo tipo di servizi si fa pagare. «Il rapporto del ministero degli Interni alimenta un clima di intolleranza e discriminazione», spiega Francesca Antonucci. «Sono responsabile degli affari pubblici: la nostra Chiesa di Nuoro festeggia i suoi vent'anni, le missioni di Cagliari, Olbia e Sassari sono in continua crescita. Tutti gli uomini hanno il diritto di scegliere e professare le proprie pratiche religiose. Ma lei sta registrando le mie parole?». Ci può giurare. Perché da un nebbia fitta di profeti, messia e sciamani sbuca sempre una querela. «Noi non facciamo il lavaggio del cervello, ricerchiamo solo l'autentica natura dell'essere: siamo una vera religione, lo dice la Cassazione». Anche se magari non è proprio così perché ha solo annullato una sentenza della Corte d'appello di Milano rinviando il processo a nuovo ruolo. 

Nessuna dogana per il pensiero diceva Martin Lutero, pellegrino a Roma per l'Anno Santo. Solo un pizzico di buon senso. Il sacro sarà anche il parente povero della stregoneria, ma quando il guru compila un calendario di suicidi per salire sulla coda della cometa Hale Boop o ordina di lanciare gas nervino nella metropolitana di Tokyo per preparare gli uomini al giudizio universale, la libertà di culto c'entra poco: si è bevuto il cervello. «I nuovi messia predicano la fine, la redenzione, l'assenza di giustizia. Sono temi popolari, non bisogna stupirsi se c'è forte partecipazione emotiva e poca ragione», sostiene lo psichiatra Vittorino Andreoli. «Si costruisce un mondo altro, si toglie significato a quello che facciamo. Allora la vita è inutile, la morte appare come unica soluzione, la soppressione non è più un crimine, ma un atto d'amore». Ti voglio un bene da morire. Anche se a crepare sono quasi sempre i seguaci delle sette e non i santoni: qualcuno dovrà pur restare sulla Terra per diffondere il verbo

Storie dell'anno Duemila, condite da paure pseudoscientifiche per imminenti catastrofi planetarie: 5 Maggio 2000, ore 8, fuso di Greenwich, pianeti in riga. Allineati dietro la Terra si troveranno in congiunzione. Un Giubileo spaziale capace di scatenare cataclismi ed estinzioni di massa nella fantasia di chi vive di angosce e sogna una fine del mondo tecnologicamente avanzata. «Non ci accorgeremo di nulla», rassicura l'astronoma Margherita Hack. «Si cerca di coprire il vuoto lasciato dalla crisi della religione tradizionale con la fede in teorie solo apparentemente scientifiche». Si parte da un'affermazione vera (l'allineamento dei pianeti) per poi volare in caduta libera. «Ormai la gente vive di balle, chi le inventa usa la fisica come vernice per lustrare idiozie che di cosmico hanno solo la grandezza». O nascono da uno scherzo degli scienziati. Come l'annunciata invasione di un virus extraterrestre capace di sterminare ogni forma di vita. «È una balla di Fred Hoyle, un valido astrofisico che scrive libri di fantascienza e si lascia prendere la mano. Se fossi giovane sarei molto più spaventata dall'idea di non trovar lavoro». Perché in attesa che un asteroide distrugga la Terra, è meglio avere la busta paga a fine mese. «Il rischio di una collisione esiste, ma è poco probabile: è molto più alto quello di dire stupidaggini». 

Qualcuno deve averne dette tante, mille anni fa, quando ha previsto la fine del mondo a mezzanotte del 999. O forse è anche questo uno scherzo: chi nell'Ottocento ha riscritto il Medio Evo con storie inventate, magari era capo di una setta. «Anch'io vorrei diventare un guru», sostiene l'antropologa Gatto Trocchi. «Cerco seguaci per fondare una comunità che ha un solo comandamento: mangiare cioccolato almeno tre volte al giorno per purificare anima e corpo dalle amarezze». E chi sceglie il fondente, si salverà in eterno. 

 
 
 
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