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Promesse di un mondo Scientology: Delusioni e scoperta della realtà nascosta dietro la finzione (Seconda parte)

Il lungo racconto di un adolescente entrato casualmente in contatto con Dianetics, immediatamente reclutato nello staff di Scientology e poi nella Sea Org.

Di Tom Weeks, anno 2009.

Traduzione a cura di Simonetta Po, 2009.

 

Indice:



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CONDIZIONE DI DUBBIO

Nel corso della mia breve carriera in Sea Org l'unica persona con cui abbia mai espresso qualche dubbio su Scientology fu Debbie. Una notte, mentre eravamo assieme nella nostra stanza, cominciai a speculare apertamente se la Chiesa di Scientology stesse realmente facendo del bene nel mondo. «Siamo solo una manciata di persone in un qualche anonimo edificio azzurro nel mezzo di Hollywood e non stiamo aiutando nessuno! Non stiamo salvando il pianeta e addirittura non ci conosce nessuno!».

Le cose che dissi erano gravi. Qualsiasi critica alla Chiesa di Scientology poteva essere facilmente interpretata come un atto soppressivo - il tipo più serio di trasgressione contro l'umanità. Debbie mi ascoltava attentamente.

«Sei in Dubbio» mi disse. «Devi fare la Formula di Dubbio». Era una brava scientologist che dava risposte in serie.

In Scientology essere "in Dubbio" non è una bella cosa. Viene infatti considerate una condizione inferiore di etica, ma seguendo le formule di Hubbard era possibile risalire a condizioni superiori. Per uscire da dubbio bisogna fare la "formula di Dubbio", vale a dire prendere in considerazione entrambe le parti e decidere da quale si vuole stare.

Debbie cercò di farmi ragionare: «Tutti conoscono Scientology, anche se non sanno che cos'è. Ma dentro di loro, nel profondo, ci conoscono e sanno che abbiamo ragione. Anche i vagabondi giù in strada sanno che abbiamo ragione».

«Okay» risposi mestamente, ma ero molto confuso sul perché anche lei credesse che tutti, in un qualche modo, conoscessero Scientology. Poiché sapevo che avere espresso dubbi sulla chiesa mi aveva già portato a pattinare sul ghiaccio sottile non citai il fatto che fino a un anno prima io stesso non avevo mai sentito parlare di Scientology e non avevo idea della sua esistenza. Ma la sua convinzione che tutti la conoscessero mi fece ripensare al Sea Org che mi aveva detto che tutti i tassisti sapevano dov'era la Chiesa di Scientology. Avevo scoperto subito che si sbagliava ed ero sicuro che Debbie si sbagliava sul fatto che i vagabondi di strada sapessero che avevamo ragione. Pensai che alcuni scientologist erano dentro la chiesa da così tanto tempo da essersi isolati dal mondo esterno, per cui si aggrappavano all'illusione che tutti la conoscessero.

Per un po' i miei dubbi si chetarono e lavorai come solito, ma nel profondo continuavano ad aleggiare, inciampavano nell'ombra.


Il ROSE BOWL

A volte i membri della Sea Org partono in missione, termine che significa sostanzialmente viaggio di affari. La sola volta in cui partecipai a una missione fu all'org di Pasadena, durante la parata del Rose Bowl. Il vero scopo della missione era, più di qualsiasi altra cosa, acquisire familiarità con ciò di cui dovevo fare la supervisione.

L'org di Pasadena era sul tragitto della parata del Rose Bowl e mi fornì l'opportunità per camminare parecchio tra i visitatori. L'org di Pasadena e il CLO approfittarono della cosa per concentrare i loro sforzi. Durante quella missione, infatti, non lavorai come supervisore ma mi mandarono in strada assieme agli altri staff dell'org. Distribuivamo inviti ai film introduttivi di Scientology, invitavamo il pubblico a sottoporsi al test della personalità e rispondevamo alle domande fondamentali su Scientology poste da gente curiosa.

Per me uscire un po' dal complesso della Sea Org e parlare con la gente comune fu una boccata di ossigeno. Ma percepii anche vibrazioni da alcune persone che, se non erano proprio ostili, erano comunque strane : sembravano pensare che fossi un po' tocco. Ricordo di aver distribuito inviti per il film a un gruppetto di studenti del college che sembrarono veramente entusiasti dell'offerta. Più tardi li vidi tra la folla, dopo essere stati alla chiesa a vedere il film introduttivo. Ora i ragazzi mi guardavano come se fossi un po' strano. Percepii che il loro primo incontro con Scientology aveva lasciato molto a desiderare ed ora mi guardavano con sospetto.

Un altro uomo a cui porsi un invito mi domandò se avevo visto la puntata di 60 Minutes su Scientology.

«E' andata di recente?» gli chiesi. Rispose affermativamente.

«Beh, e che cosa hanno detto?» incalzai.

«Nulla di buono» mi rispose.

La conversazione non si spinse oltre e il tizio non era per nulla interessato a Scientology, nemmeno a discutere di Scientology. Ma quel breve scambio di battute mi lasciò addosso la strana sensazione di non sapere nulla di quella puntata su Scientology di una popolarissima trasmissione televisiva. In Sea Org non guardavamo mai la TV e non ci informavano mai sulle notizie critiche in merito a Scientology. Non mi sembrava giusto che fossimo tenuti all'oscuro del dibattito, proprio noi che c'eravamo nel mezzo. Dopotutto se c'era qualcuno che sapeva se Scientology funzionava o meno era proprio la Sea Org.

Mentre stavo rientrando in org la segretaria esecutiva del pubblico mi indicò il suo ampio sorriso, ricordandomi di fare altrettanto. Il suo gesto ebbe l'effetto di rallegrarmi e mi ricordò che non dovevo gettare la spugna. Dopo aver avuto a che fare con la folla nelle strade e con il fallimento avevo assunto un aspetto stanco e confuso che aggiustai imponendomi di sorridere e raddrizzare le spalle. Mi resi conto che il lavoro di diffondere Scientology sulle strade, come queste persone facevano quotidianamente, era parecchio duro.

Mi pare che per quella notte mi avessero offerto di dormire su uno dei divani dell'org ma rifiutai per dormire alla scrivania, seduto e con il capo appoggiato sulle braccia. Quando mi svegliai guardai alcuni dei film introduttivi a cui il giorno prima avevo invitato i passanti. Erano stati diretti da L. Ron Hubbard in persona per cui pensavo valesse la pena vederli, ma non erano così buoni come mi ero aspettato. Erano ben fatti, pensai tra me, ma mi lasciarono addosso un senso di imbarazzo. Desideravo ardentemente restarne impressionato, ma non fu così. La sensazione di sentirmi imbarazzato da Scientology stava diventando sempre più familiare, in modo lento ma inesorabile.


PAGARE I CORSI CON LE CARTE DI CREDITO

Terminato il soggiorno a Pasadena rientrai alla Base di PAC grazie a un passaggio di un public. Non ricordo se stava facendo un corso oppure riceveva auditing a PAC, ma viveva a Pasadena per cui prendermi a bordo non era un problema.

Cominciammo a parlare e mi raccontò di quando si era rifiutato di dare denaro a un vagabondo. Fece l'imitazione del tizio che gli aveva detto: «Sono senza casa, a te non importa nulla dei vagabondi?» sottolineando, mentre parlava, le parole "senza casa". Poi proseguì raccontandomi come aveva trovato i soldi per comprarsi il corso "Chiave della Vita" [Key to Life].

Si trattava di un nuovo corso Scientology, rilasciato di recente. Aveva a che fare con il miglioramento dell'abilità di comunicare verbalmente e per iscritto. Non costava poco: 5000 dollari.
Il mio ospite confessò che all'inizio era perplesso su come avrebbe trovato i soldi per pagarselo. «Poi cominciai a notare tutti questi formulari per richiedere una carta di credito che ricevevo nella posta. Così attesi di averne accumulati cinque, li compilai, li spedii e vennero tutti approvati. Dopo di che andai all'org, sfoderai le mie carte di credito e pagai il corso».

Nel raccontare la storia mi trasmise la sua convinzione di essere stato davvero un genio per aver risolto così facilmente il problema. Gli risposi che la sua idea era stata grandiosa, ma dentro di me pensavo invece che fosse orribile. Non avevo molta dimestichezza con le carte di credito, ma sapevo che poi dovevi ripagarle tutte, e con gli interessi.

Quella non fu l'unica storia che sentii a proposito di scientologist che si indebitavano per corsi o servizi di Scientology. La madre di Debbie, in Svizzera, stava svendo problemi simili. Debbie ipotizzò addirittura di doversene tornare in patria e trovarsi un lavoro per aiutare la madre a saldare i suoi debiti.

Anche all'interno della comunità Scientology, nonostante cercassero di proteggersi dai commenti esterni, era cosa risaputa che una delle maggiori critiche verteva sul fatto che spesso per finanziarsi i corsi la gente prendeva a prestito grosse somme, che poi aveva difficoltà a restituire. Naturalmente era tutto giustificato dalla credenza che ricevere addestramento avrebbe aumentato la capacità di guadagnare.

Una volta sentii due Sea Org parlare di un tizio che per pagare corsi di Scientology aveva chiesto prestiti per migliaia di dollari. Una volta terminati i corsi - continuava la storia - aveva prontamente ripagato i debiti poiché proprio quei corsi gli avevano dato capacità superiori rispetto all'uomo comune. Forse l'uomo che mi diede un passaggio si aspettava proprio questo. Una volta arrivati alla Base di PAC mi fece scendere e non lo vidi mai più. Non so se l'addestramento di Scientology gli ha dato ciò che sperava, o se semplicemente è affondato nei debiti.

Riflettei sul fatto che se l'addestramento di Scientology permetteva davvero di guadagnare di più, allora le org degli Stati Uniti Occidentali e il CLO avrebbero dovuto nuotare nei soldi, ma non era certo quello il caso. Gli staff della chiesa e i membri della Sea Org facevano i corsi gratuitamente, oltre a ricevere l'addestramento per il loro lavoro in Scientology. Sapevo per mia esperienza personale a St. Louis che gli staff raggranellavano sì e no il necessario per sopravvivere, e in Sea Org io possedevo appena una uniforme, una stanza orribile in cui dormire e spesso eravamo costretti a mangiare solo riso e fagioli perché il CLO faticava a pagare le spese.


VERIFICA DI SICUREZZA PER LA UNITA' DI COMPILAZIONE LIBRI

Ad uno dei meeting generali che si tenevano regolarmente venne annunciato che si accettavano richieste per lavorare nella Unità di Compilazione Libri. Chiunque avesse talento nella scrittura era incoraggiato a presentare domanda.

L'Unità di Compilazione Libri era una unità di grande prestigio che aveva il compito di prendere le annotazioni e gli appunti di LRH e tradurli in testo. Ci spiegarono che LRH aveva lasciato una montagna di appunti che non erano ancora stati messi in formato testo. Quegli appunti avevano a che fare con argomenti ancora ignoti, terra incognita per chiunque salvo LRH - che però aveva lasciato soltanto delle annotazioni.

Compilai la richiesta, sottolineando la mia esperienza con il giornalino scolastico di cui ero stato redattore e capo.

Qualche tempo dopo venni contattato in quanto possibile candidato. Prima che la procedura di assunzione vera e propria potesse iniziare dovevo però sottopormi a una verifica di sicurezza, che era procedura standard. Durante la verifica di sicurezza mi fecero domande su qualsiasi droga o farmaco avessi mai assunto, su atti sessuali perversi in cui mi fossi mai prodotto, sui veri motivi per cui ero entrato in Sea Org ed altre domande molto intime.

Con mio grande imbarazzo fui costretto a confessare una perversione sessuale in cui mi ero impegnato in età molto precoce - verso i dieci anni. Mi sentivo molto a disagio nel ricordare l'episodio ma mi aprii un po'. L'auditor non mostrò disgusto né emise giudizi, è così che gli auditor sono addestrati a reagire. Trascrisse semplicemente quanto le avevo detto. Ad oggi non ho mai raccontato quell'episodio a nessuno - la sola persona a cui l'ho detto fu quell'auditor della Sea Org.

Quando mi interrogò sull'uso di droghe [anche farmaci - N.d.T.] il meter registrò difficoltà sull'immagine mentale che stavo vedendo. Era un'immagine di un uomo con addosso una tunica lunga, seduto in un ambulatorio medico di una stazione spaziale. In quell'uomo riconobbi me stesso, salvo che avevo un corpo diverso. Sul palmo della mia mano riuscivo a vedere alcune grosse pastiglie. Mi resi conto che i farmaci servivano per curare un avvelenamento da radiazioni. Capii anche che l'episodio era avvenuto 35.000 anni prima.

L'auditor diede un riconoscimento e convalidò l'episodio.

Il mio primo, vero ricordo di una vita precedente, pensai tra me. Se avessi dovuto ricordare episodi di tutti i 76 trilioni di anni precedenti, quella verifica di sicurezza sarebbe durata per l'eternità.

«Devo restare in questa vita?» chiesi all'auditor.

«Se puoi» fu la sua risposta.

Per cui cercai di concentrarmi sulla vita attuale e non emersero più ricordi di vite precedenti.

Prima di sapere se mi avrebbero o meno assegnato il lavoro, però, annunciai la mia intenzione di lasciare la Sea Org per cui non seppi mai se mi avevano preso nella Unità di Compilazione Libri.


LA ROTTURA

Intanto la relazione tra me e Debbie si era dissolta tra ottobre, quando ci eravamo sposati, e dicembre. Potrei incolparne la Sea Org sostenendo che non avevamo avuto abbastanza tempo per stare assieme (il che è vero) ma la realtà è che innanzitutto non ci conoscevamo abbastanza bene per fare un passo del genere. In termini di relazione amorosa non siamo mai stati più che fidanzatini - anche se eravamo legalmente sposati.

Hubbard dice che il segreto di un matrimonio di successo è COMUNICARE. Cercavamo di farlo e credo che tra di noi siano state COMUNICATE un bel po' di cattiverie. Molti dei consigli partici e concreti di Hubbard sul matrimonio funzionavano bene, quando andavamo d'accordo. All'inizio della nostra relazione io e Debbie COMUNICAVAMO in modo fantastico, ma verso la fine quel consiglio sembrava troppo ovvio e iper semplificato.

Facemmo un po' di assistenza matrimoniale Scientology ma fu un fallimento spettacolare in quanto in essa non c'era assolutamente nulla che potesse portarci a un riavvicinamento. Garantito, le cose tra di noi si erano raffreddate e una soluzione felice era davvero una possibilità remota, ma pensavo che Scientology facesse i miracoli. Mi aspettavo che ci avrebbe aiutati a chiarire alcuni punti e a trasformarci. Ma l'assistenza matrimoniale Scientology non aggiustò un bel nulla - non so se fece addirittura peggiorare le cose ma di certo non ci aiutò punto, salvo che evidenziare che era finita.

Lasciammo la stanza che dividevamo e ognuno prese alloggio nel dormitorio comune. Avevo grandi aspettative su quell'assistenza matrimoniale e avrei veramente voluto tornare assieme, ma era una causa persa.


"ORA L'E-METER È DISPONIBILE IN ROSSO!"

Quella sera ci sarebbe stato un event speciale di Scientology allo Shrine Auditorium di LA e tutti i Sea Org si misero in abiti civili e salirono sugli autobus diretti all'auditorio. All'arrivo lo trovammo parecchio affollato, c'era con un complesso che suonava musiche festose e allegre. L'event si teneva al centro esposizioni e qualcuno ballava, anche se la maggioranza se ne stava semplicemente a chiacchierare.

La serata procedette e poi sul palco arrivò David Miscavige. Era l'alto papavero di Scientology, il Presidente del Consiglio del Religious Technology Center. Si presentò in alta uniforme - simile a quella blu di un capitano di marina. Il suo modo di parlare era un po' robotico e inanimato. L'ho rivisto in altre occasioni successive ed era parecchio migliorato, ma a quei tempi era robotico. Parlava con chiarezza ma senza entusiasmo, tenendo lo sguardo fisso davanti a sé. I suoi manierismi sembravano goffi e bizzarri.

Ancora più bizzarro fu ciò di cui ci parlò. A un certo punto citò un giovane studente, un ragazzino, che aveva completato i corsi Key to Life e Life Orientation in poche ore. Tutti applaudirono. Di solito quei due corsi richiedevano mesi, almeno sei. Sembrava irreale che qualcuno li avesse terminati con tale velocità. Miscavige portò quel ragazzino come esempio di ciò a cui potevamo aspirare. Comunque, dopo di quel suo discorso non sentii mai più parlare del ragazzino.

Poi ci fece vedere su un megaschermo le statistiche in ascesa delle attività di Scientology nel mondo - prova che Scientology si stava espandendo. Alcune di quelle statistiche provenivano dagli Stati Uniti Occidentali. Sapevo che non tutte le nostre stats erano in ascesa, alcune erano addirittura in calo. In realtà il CLO era stato messo a riso e fagioli diverse volte per mancanza di risultati - ma lì venivano presentati come un grande successo. Naturalmente Miscavige sceglieva cosa mostrare ma non raccontava tutta la verità.

Il momento clou della serata venne annunciato con enorme enfasi dallo stesso Miscavige. «Ora l'E-Meter è disponibile anche nella stessa tonalità di rosso degli HCOB!!», riferendosi al colore dell'inchiostro usato dalla Sea Org per stampare i Bollettini Tecnici di Hubbard, chiamati appunto HCOB. Sostanzialmente ci stava dicendo che l'e-meter, un dispositivo essenziale per i procedimenti di Scientology, adesso era disponibile anche in rosso.

Tutti applaudirono e lo feci anche io ma, mentalmente, fu una specie di piccola rivoluzione. Si supponeva che la Sea Org stesse salvando il pianeta, salvando l'umanità e qual era la grande notizia della serata? Che l'e-meter era ora disponibile in rosso! Stiamo scherzando? Perché a qualcuno avrebbe dovuto interessare? Sicuramente quella novità aveva richiesto un certo sforzo ma non era certo una notizia così importante da essere annunciata con tale fanfara. Sarebbe stato diverso se Miscavige ne avesse parlato come di una cosetta di contorno, ma fece esattamente il contrario: a sentire lui era una cosa che avrebbe avuto un successo devastante per la Terra, l'avrebbe scossa alle fondamenta! Grande notizia! Non riuscivo a impedirmi di essere deluso.

Dave, il mio superiore diretto, mi aveva detto che a quell'event avremmo lavorato. Non ricordo che cosa avremmo dovuto vendere - qualcosa che aveva a che fare con la tecnologia amministrativa di Scientology per il mondo degli affari. Con un senso di urgenza Dave approntò i tavoli, vi dispose sopra i volumi e mi mise in mano dei volantini. «Valli a distribuire» mi ordinò. Dave era un tipo veramente in gamba, ammiravo la sua spinta e anche se ero insicuro delle mie capacità di venditore lasciai che il suo entusiasmo mi contagiasse e partii per la distribuzione.

Mi immersi tra la folla consegnando volantini a destra e a sinistra. Alcuni lo presero, altri rifiutarono sostenendo di essere membri della Sea Org (vale a dire che erano addestrati dalla Sea Org, per cui non dovevano comprare niente). A un certo punto porsi un volantino a una ragazza che lo rifiutò: «Siamo nella Sea Org!» esclamò. Aveva circa la mia età. Guardandola meglio la riconobbi come una Sea Org che s'era presa una mezza cotta per me. Senza l'uniforme non l'avevo riconosciuta. Immagino che ne sia rimasta offesa.

Dopo parecchie di quelle risposte, prima di porgere un volantino cominciai a chiedere se erano in Sea Org. Ogni singola persona mi rispondeva di sì, per cui smisi di distribuire. Riportai i volantini a Dave. «Qui sono tutti della Sea Org» gli dissi. Appoggiò i volantini sul tavolo, perplesso. Quella notte non vendemmo nulla.

Mi chiesi quanti scientologist del pubblico c'erano a Los Angeles. I Sea Org in abiti civili erano lì solo per dare l'idea che Scientology avesse un grosso seguito tra il pubblico? Non lo sapevo, ma per un attimo me lo chiesi. Però non c'era posto per questo "entheta", o pensieri negativi, su Scientology. Mi sarei aggrappato al mio "theta", o pensieri positivi. Cacciai gli eventi della serata in fondo alla mente e non ci pensai più. Non mi ero ancora accorto di quanto quell'angolino della mente stesse diventando sempre più grosso e affollato.


SEGUITO DALLA SICUREZZA DELLA SEA ORG

Un'esperienza significativa che mi fece riflettere sui mezzi per lasciare la Chiesa di Scientology avvenne il giorno in cui uscii dalla Base per andare a incassare un assegno che la zia mi aveva inviato. Siccome non avevo un conto corrente, per incassarlo dovevo rivolgermi a un cambiavalute e sapevo che ce n'era uno all'incrocio tra Hollywood Boulevard e Sunset. Camminai per circa sei isolati, entrai nel negozio, girai l'assegno, presi il mio documento di identità e mi misi in fila.

Ero in fila da un paio di minuti quando nella coda vicina notai un volto familiare e lo fissai. Il tipo mi restituì lo sguardo con aria preoccupata. Non c'era alcun dubbio: era proprio qualcuno che conoscevo. «Ciao!» gli dissi sorridendo a facendogli un gesto con la mano. Diede un riconoscimento al mio saluto con una mestizia sconveniente per uno scientologist, ma sapevo che lo era.

Il ragazzo era una guardia della sicurezza della Chiesa di Scientology e mi accorsi che indossava ancora i pantaloni kaki e le scarpe lucide che costituiscono la parte inferiore dell'uniforme. Mancavano la casacca, i badge e i gradi che lo identificavano come una guardia cella chiesa. Indossava invece una semplice camicia bianca infilata nei calzoni che faceva risaltare ancora di più la parte inferiore dell'uniforme. Era chiaro che si era semplicemente cambiato la camicia e si era messo in fila accanto a me per tenermi d'occhio.

Giravano molte chiacchiere sul fatto che la chiesa era una setta e immagino che la guardia non volesse che la gente si accorgesse che in realtà spiavano i loro stessi membri.

La situazione fu veramente imbarazzante. Io ero un vero scientologist e non avevo nessuna intenzione di andarmene. Stavo semplicemente incassando un assegno. E non volevo nemmeno peggiorare l'immagine pubblica di Scientology, già veramente negativa, facendo sapere ai presenti che una guardia della sicurezza della chiesa mi stava attivamente spiando. Volevo proteggere Scientology. La guardia stava cercando di aiutarmi, pensai.

Una volta resosi conto che lo avevo identificato, l'uomo sembrò altrettanto imbarazzato. A voce bassa, ma sufficiente a farmi sentire da lui, gli dissi: «Tranquillo, non me ne sto andando. Voglio solo incassare l'assegno». Lui annuì, si girò e se ne andò cercando di non farsi notare - confermandomi così oltre ogni dubbio il perché si era messo in fila accanto a me: mi stava veramente spiando. Dopotutto anche lui avrebbe potuto avere bisogno di cambiare un assegno.

Ma, cosa ancora più curiosa, quando rientrai un'altra guardia attaccò bottone dicendomi che era stato lui a mandare l'altro che avevo incontrato poco prima. Il suo tono era amichevole, per nulla sulla difensiva. Ebbi l'idea che mi stesse semplicemente informando di qualcosa di interessante accaduta quel giorno. Stava guardando i monitor della sicurezza quando si era accorto che mi stavo allontanando dal complesso e avevo girato a destra su Sunset Boulevard. «E mi sono detto: "hey, aspetta, non ha alcun motivo di andare da quella parte"». C'erano altri palazzi Scientology a ovest dalla Base PAC, ma nessuno a est. Il che lo aveva insospettito sulla mia destinazione. Non nascose nulla dell'episodio e ne parlò come se non ci fosse nulla di strano. Osservando i monitor aveva visto che mi stavo allontanando, aveva pensato che me ne stessi andando e aveva mandato qualcuno a seguirmi.

Forse lo ringraziai per l'interessamento - non ricordo. Ma pensai che fosse veramente strano che la sicurezza si impegnasse nel monitoraggio degli staff e avesse interesse nei loro movimenti, se stavano cercando di lasciare o meno la chiesa. Pensavo che fossero lì per vigilare l'edificio contro ingressi non autorizzati, furti e cose del genere. Mi chiesi se la sua fosse stata una iniziativa personale o se faceva parte dei suoi compiti.

L'esperienza comunque mi fu molto utile quando decisi davvero di andarmene senza autorizzazione. Non avrei potuto fare le valigie e uscire semplicemente dalla porta diretto alla stazione degli autobus. Non solo non avrei dovuto dire a nessuno ciò che volevo fare, ma anche evitare il personale della sicurezza.


UN RAPPROTO SIGNIFICATIVO

Quando lavoravo al CLO scoprii che la stanza vicina alla mia era piena di schedari. Quegli schedari contenevano rapporti di tutti i tipi inviati a CLO dalle org degli Stati Uniti Occidentali. Preso dalla curiosità cercai i rapporti di St. Louis e ne trovai uno relativo a Ron, proprio lo staff che mi aveva reclutato.

Il rapporto diceva che era talmente indietro con l'affitto che si era dovuto cercare un impiego esterno in un negozio di computer. E raccontava nel dettaglio come Mary, il mio ex boss e l'equivalente Scientology del responsabile del personale, lo aveva richiamato e indotto a tornare a lavorare a tempo pieno per la chiesa. Ron aveva poi fatto un accordo con il padrone di casa impegnandosi a fare qualche lavoretto per le sue proprietà in cambio dell'affitto, ad esempio pulire le grondaie.

Sapevo che i membri dello staff faticavano a pagare i conti, ma leggere di Ron che puliva grondaie in cambio dell'affitto mi colpì parecchio. Conoscevo Ron, mi aveva reclutato. Gli avevo creduto e mi aveva molto impressionato.


LA DECISIONE DI ANDARMENE

Non so bene quando decisi di lasciare la Sea Org. Mi piacerebbe ricordare il momento esatto ma non ci riesco. Ciò che ricordo è che ero ancora uno scientologist, credevo che Scientology funzionasse e che fosse l'unica speranza per l'umanità. Ma volevo lasciare il gruppo che stava cercando di diffondere Scientology nel mondo. Parte di me era semplicemente stanca di dare così tanto; ero esausto. Non avevo mai una giornata libera, alla fine del lavoro non avevo mai tempo per me e parte di me si sentiva codarda a tirarsi indietro davanti a tali nobili tentativi. Ma un'altra parte di me era disgustata dal fatto che nessuno veniva realmente aiutato dal mio sacrificio, che non serviva a niente.

Ricordo che stavo alla scrivania a pensare; «La Sea Org non ha fatto nulla, non ha aiutato nessuno. Esiste fin dagli anni '50 ma quasi nessuno nel mondo reale ne ha mai sentito parlare. Che tipo di progresso è mai questo? La Sea Org stessa è un casino. Deve esserci qualcosa di veramente sbagliato, di seriamente sbagliato». Non sapevo che cos'era, non ero sveglio abbastanza per capirlo. Ma era chiaro che la Sea Org non era stata all'altezza delle mie aspettative, non ne ero rimasto impressionato. Volevo uscirne, dovevo uscirne e forse avrei avuto un po' di tempo e tranquillità per riflettere - per capire. Avrei potuto trovarmi un lavoro e ripagare la Sea Org per tutti i corsi che avevo fatto, poi avrei potuto continuare il mio addestramento in Scientology come uno scientologist del pubblico. Infine, chissà, forse sarei potuto rientrare in Sea Org ma a quel punto avrei avuto più conoscenza e più controllo - sarei stato più capace di aggiustare i guasti della Sea Org e salvare il mondo.

Ero stato gettato nella mischia troppo in fretta. Non avevo idea di come raggiungere gli obiettivi programmati per me. Mi era stata dato un incarico di funzionario ma non avevo idea di che cosa stessi facendo. Avevo il forte desiderio di apprendere, ma non mi veniva insegnato. Non sapevo che fare e rifiutavo l'idea di essere premiato o punito in base al rendimento di chi stava sotto di me. È vero, avrei dovuto dirigere le persone. Ma la gente che dirigevo aveva anni di esperienza, e io ne ero privo. Voglio dire: inviavo i telex e loro non avevano idea di che cosa stessi parlando. La verità è che le volte in cui mi sentivo imbarazzato erano più numerose di quanto volessi ammettere. Gli scritti di L. Ron Hubbard avrebbero dovuto dirmi in che modo maneggiare qualsiasi situazione - e in senso generale lo facevano, ma di rado mi fornivano i dettagli di cui avevo bisogno. Chi mi stava di sopra sarebbe dovuto essere più brillante di me, ma quanto brillanti erano davvero se mi avevano affidato un incarico esecutivo consapevoli che non avevo alcuna esperienza e che non avevo idea di come dare ordini? Nell'affidarmi quell'incarico il management si era dimostrato incompetente perché io sapevo di essere incompetente, e se loro fossero stati competenti se ne sarebbero dovuti accorgere subito.

Sapevo che alzarmi dalla scrivania, andare in cerca dello staff appropriato e dirgli che volevo andarmene avrebbe richiesto una certa forza d'animo. Mi sentivo un codardo per quel mio desiderio di mollare, ma farlo richiedeva coraggio. Le direttive, la cultura e la politica della chiesa in merito agli abbandoni erano un vero cimento. I miei colleghi scientologist non mi avrebbero lasciato andare così tranquillamente. Non sapevo se avrebbero cercato di fermarmi fisicamente, sapevo però che in un modo o nell'altro sarei stato molestato. Magari un gruppo di loro mi si sarebbe parato davanti pregandomi di fermarmi e di parlarne. Andarsene dalla chiesa senza rivolgersi ai canali appropriati era considerato un Atto Soppressivo in base alla HCO PL "AZIONI SOPPRESSIVE - SOPPRESSIONE DI SCIENTOLOGY E DEGLI SCIENTOLOGIST".

Essere trovato colpevole di un atto soppressivo significava venire "disconnesso", ovvero scomunicato dall'intero movimento Scientology perciò tutta la tecnologia riabilitativa spirituale di Scientology mi sarebbe stata negata. Volevo evitare di commettere un Atto Soppressivo. Volevo poter continuare ad accedere alla tecnologia di Scientology per potere alla fine sviluppare le abilità sovrannaturali dello spirito: trascendenza del corpo fisico, telepatia, telecinesi e un ricordo totale dei trilioni di anni delle mie vite precedenti. Per restare nelle grazie della chiesa dovevo sottopormi alla procedura standard di uscita. Lo standard richiedeva che per prima cosa affrontassi la funzionaria del personale e la informassi sulle mie intenzioni.

Ero disposto almeno a provare la procedura richiesta, ma non sapevo che cosa ne sarebbe uscito. Sapevo però che in un modo o nell'altro me ne sarei andato presto.


FACCIO L'ANNUNCIO

Il primo passo sarebbe stato informare Claire, la signora anziana che avevo visto essere umiliata dalla bambina dodicenne. Ritenevo che le signore anziane fossero deboli e umili per cui dirle che volevo uscire dalla Sea Org non era uno sfoggio di grande coraggio. Mi preoccupava invece che cosa sarebbe successo quando lei lo avesse detto agli altri della catena di comando.

La trovai nella stanza della corrispondenza. Era il luogo perfetto, in quanto un po' defilato. «Devo parlarti», le dissi.

«Okay», mi rispose sorridendo.

Le raccontai che la vita in Sea Org non faceva per me, e che volevo uscirne. «Non so qual è la procedura, ma qualsiasi essa sia vorrei che la iniziassimo».

Con mia grande sorpresa Claire mi aveva guardato tutto il tempo sorridendo ed annuendo con uno sguardo gentile e di grande comprensione. Non cercò nemmeno di convincermi a desistere, diede semplicemente un riconoscimento alla mia richiesta e, dopo averla ringraziata, tornai alla mia scrivania. Non potevo impedirmi di pensare che forse approvava la mia decisione e forse lei stessa ne aveva avuto abbastanza, ma vista l'età e la mancanza di prospettive esterne non era nella condizione di andarsene. I membri della Sea Org non hanno risparmi o conti correnti, non possiedono proprietà né patrimoni da poter vendere, non vanno in pensione, non possono ritirarsi. Non ricevono più di 20 dollari la settimana e per loro la chiesa non paga contributi o previdenza sociale. Per cui raggiunti i 65 anni i Sea Org member non possono cominciare a incassare una pensione. A livello economico dipendono totalmente dalla chiesa. E quanto più a lungo ci restano, tanto più dipendenti diventano.

Non conoscevo la situazione finanziaria di quell'anziana donna, ma è probabile che non avesse denaro, contributi pensionistici né una famiglia su cui contare fuori da Scientology. Per cui dire che aveva poche prospettive significa che le sue possibilità erano limitate a due: lavorare per la chiesa, oppure dormire per le strade di Los Angeles.

Il fatto che la funzionaria del personale non avesse cercato di convincermi a desistere era sorprendete perché ero stato testimone ed avevo sentito parlare degli sforzi fatti per impedire ai membri della Sea Org di lasciare lo staff. In base al sistema di credenze di Scientology che avevamo fatto nostro, io e i miei colleghi pensavamo che andarsene o desiderare di farlo fosse un segnale che avevi commesso azioni non etiche e, nel gergo interno, eri "fuori etica". Anche io ritenevo di avere commesso azioni fuori etica. All'epoca pensavo che il fatto che la funzionaria del personale non si fosse interessata alla mia mancanza di etica dimostrava uno stato di apatia da parte sua.

Dopo averla informata del mio desiderio di uscire dalla Sea Org ero tornato nel mio ufficio e mi ero rimesso al lavoro, in attesa di una reazione. Dovetti attendere un po', ma intanto mi ero tolto un peso dalle spalle. Ce l'avevo fatta. Almeno la prima parte.


LA REAZIONE DELLA SEA ORG

La catena di comando impiegò qualche giorno a reagire. Avevo la sensazione che stessero ignorando la mia richiesta nella speranza che avrai cambiato idea. La Sea Org si vantava di avere una reputazione di "detto e fatto" e di essere più efficiente di qualsiasi altro gruppo o azienda sul pianeta. Avevano una opinione super alta delle loro capacità. Ma dopo esservi entrato, la mia opinione della Sea Org era calata e il fatto che impiegassero tanto tempo a rispondere alla mia richiesta non aiutava a farla cambiare.

Dopo qualche giorno Cory, un collega della mia divisione, mi chiese di seguirlo in un ufficio vuoto. Mi disse che anche lui una volta aveva provato il desiderio di andarsene e quello fu il primo indizio a conferma che Claire aveva passato la mia richiesta su per le linee. Ricordò che era molto affaticato dalle condizioni di lavoro ma aveva tenuto duro e le cose erano migliorate. Ora aveva un bellissimo matrimonio (il mio era andato in frantumi di recente) e un lavoro di executive (anche io, del resto). La cosa più importante però era che lui stava aiutando la causa di Scientology - una causa a cui anche io tenevo ancora molto.

A dire il vero Cory non mi era mai piaciuto, mi sembrava egoista e un po' sadico, ma il suo breve discorso mi ispirò a restare. Davvero! Ero già pronto a rinunciare ai miei progetti ma lui non mi chiese di restare - disse semplicemente di riflettere su ciò che mi aveva detto. Gli risposi che lo avrei fatto e se ne andò. Restato solo mi resi conto che, evitando di parlare, avevo mantenuto la mia posizione e che se avessi voluto potevo ancora andarmene. Dopo averci pensato un po' su mi resi conto che era ancora quello il mio desiderio. Non era cambiato niente. Il giorno dopo mi dissero che chi richiede di andarsene deve fare lavoro MEST - che nel gergo scientology significa lavoro umile e manuale. MEST è l'acronimo di "materia, energia, spazio e tempo" e Hubbard scrisse che il lavoro MEST era ottimo per gli esseri in stato di confusione, in quanto era semplice e facile da capire. Per cui, tecnicamente, essere messi sul lavoro MEST non era una punizione quanto piuttosto una cura per il mio stato "confuso". Naturalmente l'assunto era che chi voleva lasciare la Sea Org doveva essere in uno stato di confusione, ma non mi importava. Avrei fatto tutto il necessario per uscire.

Venni assegnato al cantiere che stava costruendo il nuovo palazzo del CLO West US. Era proprio di fronte, non dovevo nemmeno prendere l'autobus. I lavori erano appena iniziati, non erano state nemmeno ancora posate le fondamenta.

Cercai di rendermi utile ma ricordo che non facevo granché. Parlavo spesso con un muratore che aveva iniziato ad alzare un muro. Era un non-scientologist assunto per collaborare alla costruzione. Mi fece alcune domande su Scientology ma gli raccontai solamente cose positive - proprio come dovevo fare, visto che ancora credevo in Scientology. Con gli operai lavoravano anche molti scientologist e gli chiesi che cosa ne pensasse. Mi rispose che non era molto impressionato dal modo in cui gli scientologist si relazionavano agli altri. Il problema con "quella gente", aggiunse, era che tutti volevano comandare.

Quella specifica critica non mi sembrava verosimile, ma ciò che mi colpì fu il fatto che aveva sollevato "una critica". Aveva criticato la Sea Org e l'aveva fatto senza pensarci troppo su. Anche io avevo pensieri critici sulla Sea Org ma non li avevo mai espressi verbalmente. Confermò inoltre il mio sospetto "non così strisciante" che i non-scientologist non erano affatto impressionati dai membri della Sea Org.

Può apparire strano, ma cominciai ad ammirare quel muratore. Mi resi conto che non aveva un granché di lavoro, ma almeno lo pagavano. Poteva permettersi un appartamento e un'auto. Io no. Prendevo appena 20 dollari a settimana. Non avevo mai avuto un appartamento per conto mio, ma avevo avuto la mia macchina - che avevo venduto per pagarmi il biglietto aereo per raggiungere la Sea Org. Ma, soprattutto, quel muratore aveva del tempo libero. A me piaceva scrivere e avrei voluto avere del tempo per poter coltivare la mia passione. Ma ne avevo davvero poco. Lavoravo o studiavo tutto il giorno. A fine giornata mi restava appena un'ora prima di dover andare a letto. Potevo restare alzato - ma non potevo alzarmi tardi, ecco la fregatura.


MI PRENDO UN PO' DI TEMPO LIBERO

Una volta assegnato al lavoro MEST mi resi conto che nessuno controllava la mia effettiva presenza in cantiere. In realtà, quando arrivavo dovevo importunare qualcuno per farmi assegnare un lavoro e dopo alcuni giorni smisi di andarci. Se qualcuno si fosse accorto della mia assenza, e nessuno lo fece, avrebbe pensato che ero da qualche parte con qualche Sea Org incaricato di maneggiare la mia situazione. Viceversa, i Sea Org che dovevano maneggiare la mia situazione avrebbero pensato che ero in cantiere.

Avevo ormai perso ogni rispetto per la Sea Org. Ovviamente sgattaiolare via dal lavoro come stavo facendo era un segno di disprezzo per la loro autorità. Ma non mi importava, non mi importava nemmeno ricevere vitto e alloggio senza lavorare. Pensavo che dopo tutte le ore che vi avevo dedicato, adesso me lo meritavo. Comunque sia, non avevo rimorsi. Inoltre, peggio di così che potevano farmi? Cacciarmi fuori? Per cui mi presi qualche giorno libero. La Sea Org alla fine lo scoprì, ma ci misero un po'. Fu meraviglioso.

L'essere stato seguito dalle guardie della sicurezza della Sea Org ora mi tornava utile perché sapevo che uscito dalla Base dovevo prendere la direzione di HGB. Una volta fuori vista, però, me ne andavo per i fatti miei. Prendevo l'autobus per il centro commerciale e andavo a zonzo per la Galleria. Adesso non sembra questa gran cosa, ma al tempo era come essere appena usciti di prigione. Il semplice fatto di passeggiare per le strade mi dava un profondo senso di libertà ed emozione. Avere tempo libero per pensare e per lasciare che la mia mente pensasse a ciò che voleva. Cominciavo a fare progetti su cosa avrei fatto una volta a casa.


UN CONTRATTEMPO NEL PIANO DI FUGA

Prima di parlare con Claire avevo telefonato a mia zia a St. Louis informandola che volevo andarmene. Aveva saputo gestire la conversazione con molta calma, ma sono sicuro che era entusiasta all'idea - non aveva mai capito la mia attrazione per Scientology. In tutto quel tempo avevo mantenuto buoni rapporti con la famiglia per cui non avevo difficoltà a telefonare e chiedere aiuto. Chiesi a mia zia se poteva comprarmi un biglietto aereo o di autobus - andava bene qualsiasi cosa. Lei invece telefonò a mio padre, il quale le disse che sarebbe venuto lui a prendermi a LA in macchina. Non me lo sarei mai aspettato, ma mi andava bene. Avevo detto a mia zia che volevo seguire la procedura standard di uscita e desideravo andarmene in buoni rapporti con la chiesa. Quando fu chiaro che la Sea Org stava ritardando la mia partenza in tutti i modi, telefonai a mio padre e gli dissi che ero pronto. Rispose che sarebbe arrivato nel giro di un paio di giorni.

Misi a punto un piano di fuga. Quando i miei compagni uscirono dal dormitorio non li seguii, ma cominciai a preparare i bagagli, i vestiti, i libri, la mia roba. Non presi nulla che non fosse mio.

Feci avere notizie a mio padre grazie a sua moglie: lui era già in viaggio e io avevo ormai oltrepassato il punto di non ritorno. Finita la telefonata e in mancanza di meglio da fare, me ne tornai in dormitorio. Continuavo a ripassare mentalmente i dettagli della partenza - avevo fatto un piano in base al quale nessuno mi avrebbe visto uscire. Se nessuno mi avesse visto nessuno avrebbe cercato di fermarmi. Mentre ero immerso nei miei pensieri sentii bussare. Aprii la porta, era uno dei Missionari svizzeri che, finito l'EPF, mi aveva messo sul posto al CLO. Lavorava per Int, uno degli alti ranghi direttamente al di sopra di CLO. Mi chiesi che facesse lì, era in uniforme ma non apparteneva alla mia linea di comando.

Entrò, si tolse il cappello della Sea Org e si passò le dita tra i capelli scuri. «Ci chiedevamo dove fossi finito» mi disse preoccupato. «Pensavamo che fossi al cantiere, abbiamo telefonato per parlarti ma ci hanno detto che pensavano che tu fossi da noi... per cui abbiamo cominciato a chiederci che cosa poteva esserti successo».

Non dovevo spiegare nulla visto che mi aveva beccato lì, in camera mia e senza uniforme. Ma non sapeva che progettavo di andarmene quella sera stessa.

Fece il gesto di sedersi sul mio baule e il mio viso lasciò trasparire il panico. Pensavo che se ci si fosse seduto sopra si sarebbe accorto che era pieno e avrebbe capito che me ne stavo per andare. Era un pensiero stupido - come poteva capire, al solo sedersi sopra, che avevo fatto i bagagli? Mi guardò in faccia: «Ti dispiace se mi siedo qui?» mi chiese con tono di scusa.

«No no fai pure» dissi io riprendendomi. Mi resi conto che ero paranoico all'idea di essere scoperto. Non avrebbero potuto fare nulla per trattenermi e mio padre non se ne sarebbe andato senza di me, ma volevo andarmene con la minor resistenza possibile. Nessun confronto, nessuna noiosa conversazione, nessuna tattica di pressione e non volevo nemmeno che qualcuno si cacciasse nei guai per colpa mia. Se un Sea Org avesse saputo che me ne stavo andando sarebbe stato obbligato a fare rapporto, e se non lo faceva per lui erano guai.

Il missionario sapeva che volevo fare la procedura di uscita ma non aveva idea che sarei andato via quella sera stessa. «So che vuoi andartene e riesco a capirne i motivi» mi disse con tono simpatetico. «Da quando sei qui non hai avuto grosse vittorie e la tua 2D è andata a rotoli». Essendo svizzero conosceva mia moglie, stessa nazionalità. Le sue parole erano piene di comprensione, una cosa rara nella comunità Scientology. Ne rimasi sorpreso e anche toccato. Ecco l'effetto che poche parole compassionevoli facevano alla Base di PAC. Ma non sarebbe stato l'unico orecchio solidale che avrei trovato quel giorno.

Mi chiesi che cosa ne pensasse lui della Sea Org, se anche lui ne era deluso. Pensava di stare sprecando il suo tempo? Sospettava che la Sea Org non sarebbe mai riuscita a chiarire il pianeta, o anche solo a fare una minima differenza? Ma non potevo chiederglielo, sarebbe stato un rivelare i miei pensieri. Pensieri che tradivano Scientology e la Sea Org. All'epoca pensavo ancora come uno scientologist, condividevo quel suo tipo di credenza new age sulla "knowingness" e pensavo che, nel profondo, lui avesse "knowingness" [conoscenza] dei miei progetti. Dovevo togliermi quei pensieri dalla testa in modo che non potesse vederli. Ma anche io avevo una knowingness: ero stufo marcio della Sea Org.

«Il Segretario del Pubblico vuole parlarti. Devi incontrarla prima di iniziare il routing out per cui presentati da lei questa sera alle sette al HGB».

Risposi in modo positivo e il missionario se ne andò.


PIANO CONFERMATO

Quando mi incamminai sul Sunset Boulevard il sole era sceso, ma l'aria era ancora calda e avvolgente. Ero di buon umore e fiducioso del mio piano. Ma, naturalmente, ero anche preoccupato. A metà strada tra la Base e HGB mi fermai a una cabina e telefonai alla mia matrigna, la quale mi disse che mio padre era a Hollywood, non lontano dal complesso di Scientology, e si era registrato in un motel. Le chiesi se conoscesse l'indirizzo e mi rispose che lo avrebbe chiamato per farselo dire. Mi ritelefonò poco dopo alla cabina e mi diede l'indirizzo. Era proprio di fronte a me sullo stesso viale.

Attraversai Sunset e bussai alla camera di papà. Lui voleva andarsene all'istante, ma gli spiegai che il mio baule era ancora in dormitorio e non sarei riuscito a prenderlo senza destare sospetto. Ci saremmo dovuti attenere al piano che avevo escogitato - vale a dire sgusciare fuori nel mezzo della notte. Avrei voluto sincronizzare gli orologi ma lui mi disse che era una sciocchezza. Non temeva gli scientologist, nemmeno io li temevo, ma lui non era consapevole della situazione. In seguito quella notte avrei davvero voluto che avessimo sincronizzato gli orologi, ma alla fine fummo comunque fortunati.


UN INCONTRO STERILE

Se volevo che il mio piano procedesse senza destare sospetto dovevo presentarmi alla riunione con il Segretario dei Contatti con il Pubblico, il mio superiore diretto a Int. Mi pare che il suo nome fosse Denise. Era una donna matura, rossiccia di capelli. Nonostante io fossi appena un ragazzino, non percepii in lei molta sicurezza di sé ma si comportò in modo professionale. La incontrai consapevole che, qualsiasi cosa fosse successa, io quella notte me ne sarei andato, cosa che lei non poteva sapere.

Le spiegai i motivi per cui volevo uscire dalla Sea Org, non ricordo le esatte parole ma dentro di me sentivo di essere un vigliacco e un codardo. Credevo ancora in Scientology e uscire dalla Sea Org significava girare le spalle al solo gruppo che poteva salvare l'umanità. Non cercavo di indorare la pillola e giustificare me stesso - volevo uscire e alla fine, quando mi fossi sentito pronto, sarei tornato.

Il motivo fondamentale per cui mi aveva convocato uscì verso la fine della conversazione. In breve, lei avrebbe rimosso tutti gli "stop" e si sarebbe impegnata per farmi restare in Sea Org ed onorare il mio contratto da un miliardo di anni. «Beh, l'unico motivo per cui desideri andartene è perché hai una parola mal compresa sullo studio».

Il suo commento necessita di qualche spiegazione per i non iniziati. Secondo Hubbard il motivo per cui non si capisce ciò che si legge è che nel testo c'è una parola di cui non s'è capito il significato. A causa di questa mal comprensione si sviluppa ostilità o confusione sulla materia, il ché può provocare aggressività o il desiderio di abbandonarla. Per cui, secondo il pensiero di Scientology, avere una parola mal compresa sull'addestramento creava un malinteso su Scientology ed era questo il motivo per cui volevo lasciarla.

Non ero d'accordo con Denise. Dopo tutto avevo controllato la comprensione di ogni singola policy letta ed erano state fatte verifiche per assicurarsi che avessi capito il significato delle parole usate in quelle policy. Il motivo per cui volevo lasciare la Sea Org era che non mi sentivo pronto e ritenevo che se fossi rimasto non mi sarei mai sentito pronto, ma questo non glielo dissi - tanto non mi avrebbe ascoltato.

Denise continuò: «Per cui prima di poter fare il routing out dovrai rifare tutti i corsi in modo da essere sicuro di chiarire ogni parola mal compresa».

Capii immediatamente che si trattava di uno stratagemma per tenermi in Sea Org, la guardai negli occhi e le dissi «D'accordo». Ne sembrò sollevata. Dopo tutto rifare i corsi - che non erano necessariamente eccitanti - mi avrebbe impegnato per un annetto. Era come se si fosse preparata per affrontare un'accesa discussione e si aspettasse che avrei protestato vigorosamente. Ciò che non si aspettava era il mio «D'accordo».

Dopo esserci chiariti mi disse che potevo andare. L'incontro non era durato più di 30 minuti e tornai verso la Base di PAC. Avevo due alternative: o andarmene subito con mio padre, oppure trascorrere l'anno successivo e rifare tutti i corsi che avevo fatto fino a quel momento.


SCOPERTO!

Il piano messo a punto con mio padre era che a mezzanotte in punto ci saremmo incontrati al "ferro di cavallo" di PAC. Era sabato sera e i miei compagni di stanza erano fuori per qualche prezioso momento libero con i familiari o gli amici. Ero praticamente solo e parecchio agitato, non riuscivo a fare altro se non aspettare che arrivasse la mezzanotte. Devo aver gettato qualche sospetto, seduto lì a non fare assolutamente niente.

A un certo punto Donnie, uno dei miei compagni di stanza, entrò in dormitorio. Non so perché lo fece ma lo fece, e mi chiese che cosa stessi facendo seduto lì al buio.

«Sono semplicemente qui» gli risposi. Ma non ne sembrò convinto.

«Seduto qui tutto solo al buio?» mi chiese di nuovo, lentamente.

«Sì, seduto qui al buio». Non gli stavo mentendo, in effetti ERO semplicemente seduto lì. Stavo solo omettendo una parte della verità.

Mi guardò sospettoso. Mi si piazzò di fronte e mi guardò negli occhi: «Te ne stai andando, vero?»

Nella mia testa cominciò a suonale l'allarme. Come cavolo gli era potuto venire anche solo il sospetto di una cosa del genere? Knowingness. Lo sapeva - mi aveva letto nel pensiero - aveva avuto una knowingness, una consapevolezza della verità... Non volevo mentire più del necessario, già lo avevo dovuto farlo con Denise ma a Donnie un semplice sguardo era bastato per sapere che cosa stavo per fare. Restai in silenzio.

«Se è così puoi dirmelo» proseguì. «A me non importa».

Non riuscivo a credere alla sorte. Mancavano appena poche ore alla partenza e adesso mi avevano, e la sola cosa sensata che Donnie avrebbe potuto fare era allertare gli altri Sea Org.

Si fece insistente: «Se te ne stai andando puoi dirmelo, anche io vorrei farlo». Cercava di conquistarsi la mia fiducia ma quando si compromise dicendo che se ne voleva andare sentii che forse potevo dargliela. Dopo tutto io non avevo aperto bocca e lui mi stava raccontando quelle cose.

«Sono entrato in Sea Org solo perché volevo fare il corso "Key to Life". Quando lo avrò finito me ne andò» mi disse. La storia sembrava plausibile, quel corso era molto ambito ma costava 5000 dollari del 1990. «Se te ne stai andando vorrei darti una mano. Anche io voglio andarmene appena terminato il Key to Life».

Tentai la sorte. Mi sentivo come uscito da un tunnel. «Va bene, sì, me ne sto andando».

«L'avevo capito» rispose Donnie. Mi sentii sollevato dal fatto che non si fosse alzato immediatamente per correre dall'Ufficiale di Etica. Non riuscivo a credere alla sorte, ma stavolta in senso positivo. Non solo Donnie non si era precipitato a denunciarmi, non solo non stava cercando di farmi cambiare idea ma voleva addirittura aiutarmi. Era sincero. Insisteva per darmi una mano.

Visto che io e papà non avevamo sincronizzato gli orologi, Donnie avrebbe fatto da vendetta dalla stanza del quarto piano. Io sarei stato in fondo alle scale, lontano dalle telecamere della sicurezza. Quando avesse visto il pick up di mio padre imboccare il vialetto, Donnie si sarebbe sporto dalle scale e mi avrebbe chiamato. Era il segnale per spingere fuori il mio baule e prendere il volo.

Poiché il vialetto di accesso che mio padre doveva percorrere e la parte di ingresso che io avrei dovuto attraversare con i bagagli erano controllati dalle telecamere, dovevamo muoverci molto velocemente. Dopotutto una guardia poteva sempre uscire dal suo stanzino e cercare di fermarmi. Proprio come l'altra volta, quando non avevo nessuna intenzione di fuggire. Salvo che questa volta lo stavo facendo davvero.

Secondo le direttive della chiesa ciò che stavo progettando di fare era tecnicamente un atto soppressivo. Cito dalla lettera direttiva intitolata "Atti Soppressivi: Soppressione di Scientology e degli Scientologist"... «Qualora una persona stia segretamente progettando di andarsene e in privato faccia dei preparativi in questo senso senza informare i giusti terminali dell'organizzazione, e se ne vada (faccia blow) senza ritornare entro un ragionevole lasso di tempo, sarà automaticamente emessa una dichiarazione di persona soppressiva...» Non sapevo se sarei stato o meno dichiarato. Non volevo essere dichiarato ma pensavo che la chiesa non sarebbe stata troppo dura con me, dopo tutto non mi sentivo una persona soppressiva e non me ne stavo andando per danneggiare Scientology. Volevo semplicemente andarmene da lì.

Sulle prime, quando Donnie mi aveva offerto il suo aiuto, lo avevo rifiutato perché non volevo metterlo nei guai. Aiutandomi si sarebbe reso complice di un atto soppressivo - tecnicamente parlando non esistono policy sull'argomento ma sono sicuro che sarebbe stato sufficiente per essere comunque dichiarato. Immaginavo che prima o poi sarebbe stato sottoposto a una verifica di sicurezza e sarebbe uscito che mi aveva aiutato a fuggire. Ma vista la sua insistenza glielo permisi.

Io e Donnie eravamo entrati in Scientology in modo diverso. Io dopo aver letto il libro Dianetics ed essere entrato nello staff, lui perché in Scientology ci era nato. I suoi genitori erano scientologist ed era stato cresciuto all'interno della comunità.

Una delle cose che avevo notato a proposito dei ragazzini cresciuti in Scientology era che sembravano più disposti a ignorarne le regole. Naturalmente non erano tutti uguali, alcuni di loro erano ferrei, come quelli del CMO, altri molto più disinvolti. Donnie era una via di mezzo e per me rappresentava un rebus. Valorizzava chiaramente Scientology, tanto da voler fare il corso Key to Life, ma era anche pronto a liquidare le cose su cui non si trovava d'accordo. Io non ero così, avevo accettato il pacchetto completo di Scientology e chiuso le porte a qualsiasi altra possibilità. Non capivo Donnie, ma era la mia sentinella e dovevo fidarmi.

Qualche minuto prima di mezzanotte misi Donnie di vedetta e portai il baule in fondo alle scale, fuori vista delle telecamere, in attesa davanti all'uscita di sicurezza. Ogni momento era buono... Poi sentii Donnie urlare «Eccolo!», presi il baule, aprii la porta e attraverso i vetri dell'ingresso vidi il furgone di mio padre. Oltrepassai la porta chiusa della unità di sicurezza, poi quella a vetri ed eccomi fuori, nell'aria calda della notte. Percepivo su di me l'occhio delle telecamere. Mio padre mi aiutò a caricare il baule sul furgone, entrammo in cabina e prendemmo il volo. Mi girai per vedere se qualcuno mi stava seguendo, ma era tutto a posto.

Mio padre andò subito all'hotel e dormimmo fino a mattina. Al risveglio guardai fuori per controllare se qualche Sea Org aveva scoperto dove potevo essere finito. Non c'era nessuno. Mio padre, Donnie ed io ce l'avevamo fatta. Io ero sparito. Poco dopo imboccammo l'autostrada del deserto californiano. Ci fermammo in Nevada per buttare qualche monetina nelle slot machine dei casinò, poi oltrepassammo le montagne verso Denver - che da allora è diventata la mia città.


UNO SCIENTOLOGO ALLA SCUOLA SUPERIORE

Una volta tornato nel mondo normale la mia priorità principale fu di terminare la scuola superiore. L'assistente scolastico mi informò che per finire avevo bisogno di soli cinque esami - due dei quali erano di ginnastica. Fu un semestre molto divertente, ma dentro ero ancora uno scientologist. Avevo sì perso il rispetto per la Sea Org, ma credevo ancora in LRH ed ero convinto che Scientology funzionasse. Andai anche a fare un giro all'org di Denver per acquistare una copia di "Introduzione all'Etica di Scientology", oltre all'impegno che mettevo per diffondere il mio entusiasmo per Scientology, benché mi rendessi conto che i miei amici e conoscenti lo consideravano parecchio bizzarro.

Durante quell'ultimo anno di superiori scrissi per il giornalino scolastico un articolo su Scientology in cui sostenevo che forniva risposte a ogni possibile domanda. L'insegnante di giornalismo però me lo bocciò, sottolineando che non avevo fornito sufficienti evidenze per sostenere le mie affermazioni. Chiesi alla ragazza con cui uscivo di leggere "Hai vissuto prima di questa vita?" e poi tutto eccitato volli sapere che cosa ne pensasse. Lei rispose che alcune delle storie erano interessanti ma altre sembravano inventate. La cosa mi smontò e non gliene parlai più. Una ragazza del nostro giro trovò il coraggio di intervenire in una discussione e mi chiese di smetterla di parlare sempre di Scientology. «È l'unica cosa di cui sai parlare» mi disse frustrata. La volta in cui iniziai a spiegare a un altro amico il modo in cui l'e-meter riusciva a cogliere la carica del thetan mi guardò divertito in silenzio, e quando a un altro diedi una copia di "Nuova ottica sulla vita" lo liquidò come semplice buonsenso, ma nulla di speciale.

Quasi nessuno dei miei nuovi amici aveva mai sentito nominare Scientology. Sto parlando dei primi anni '90, prima di South Park e addirittura prima di Tom Cruise (all'epoca la celebrità Scientology per eccellenza era Kirstie Alley). Voglio dire che la loro opinione non era stata influenzata dalla stampa o dai media, ma rifiutavano Scientology anche dopo le mie spiegazioni dettagliate, e dopo averne letto i libri. Per qualche ragione l'unico per cui Scientology aveva senso ero io. Era frustrante e piano piano imparai a tenere per me le mie idee su Scientology.


BLITZ MEDIATICO

Un giorno andai al 7/11 per comprare di sigarette e mi cadde l'occhio sulla copertina di Time. Il titolo recitava: "Scientology, la florida setta dell'avidità e del potere". Immaginando che sarei stato chiamato a difendere Scientology dalle accuse mosse dal settimanale, ritenni saggio leggere l'articolo e scoprire di che cosa si trattava. Ignorai le ammonizioni di LRH sulla lettura di scritti critici su Scientology. Dopo tutto ero un ex membro della Sea Org e pensavo di essere in grado di identificare le bugie. Acquistai la rivista e la lessi mentre mangiavo bastoncini di mozzarella da Denny's.

Prima ancora di aprirla mi ero fatto l'idea che si trattava di sicuro delle invenzioni di "soppressivi" che facevano di tutto per danneggiare Scientology e rivoltarle contro l'opinione pubblica. Coerentemente con la visione del mondo di Scientology, credevo che le persone soppressive rivestissero alti incarichi nel governo e negli affari, e per loro sarebbe stato facile organizzare un lavoretto diffamatorio sulla rivista Time.

Nell'articolo però non notai alcuna palese bugia. Alcune delle cose scritte mi suonavano vere - l'alto costo dei corsi e dell'auditing di Scientology, le minacce e le molestie ai critici, l'uso del sistema legale per sopraffarli e anche la guerra di Scientology contro l'IRS. Naturalmente non condividevo il loro ritratto di LRH, dipinto come un truffatore. C'erano parecchi aneddoti su gente fregata da Scientology che non potevo confermare, e non ero nella posizione di verificare quanto si diceva sui livelli OT. Ricordo che "Xenu" mi aveva lasciato confuso, non lo avevo mai sentito nominare.

Leggere quell'articolo mi colpì parecchio, tanto che dovetti correre al bagno di Denny's dove vomitai i bastoncini di mozzarella. Ma con lo stomaco ancora sottosopra mi rituffai nuovamente nell'inchiesta e la lessi e rilessi fino a sera tardi. Ritenevo strano che i soppressivi responsabili di quell'articolo si fossero presi la briga di pubblicarlo, visto che nessuno era nemmeno al corrente dell'esistenza di Scientology. Da quando avevo lasciato la Sea Org avevo incontrato soltanto due persone che sapevano che cos'era - entrambi ne avevano parlato in modo negativo. Scientology sembrava cadere a pezzi di suo, perché farle pubblicità?


LA SEA ORG DI DENVER

Avevo deciso di arruolarmi in Marina e telefonai a Debbie per avere una copia del nostro certificato di matrimonio. «Dove sei?» fu la prima cosa che mi domandò.

«A Denver».

«Voglio il divorzio» mi disse.

Risposi che mi andava bene.

Immagino che avesse parlato a qualcuno di quella conversazione perché alcuni mesi dopo ricevetti la telefonata di due missionarie della Sea Org che in quel momento si trovavano a Denver e volevano parlarmi di persona. Immaginai che avessero avuto il mio indirizzo dall'org di Denver, dove avevo acquistato un libro di etica e a cui avevo dovuto dare nome, indirizzo e numero di telefono.

Mi recai all'org per incontrarle. Indossavano l'uniforme e per certi versi ero felice di interagire nuovamente con la Sea Org. Non ricordo con precisione come si chiamavano, forse Kay e Jane. Le conoscevo entrambe e Jane era sposata con Dave, il capo della divisione del pubblico di CLO WUS. Le chiesi come stava il marito.

«Sta avendo qualche difficoltà ma riesco a tenerlo in riga». Aveva modi bruschi e secchi che sminuivano la sua figura attraente - era la sua personalità. Mi chiesi quanti guai avesse avuto Dave a causa della mia defezione.

Kay commentò: «La tua partenza ha creato un grosso flap a CLO. All'inizio nessuno sapeva dove ti fossi cacciato, poi abbiamo scoperto che te ne eri andato. C'è stata grande confusione, è stata una cosa grossa. Il solo motivo per cui non sei stato dichiarato soppressivo è che le linee di admin sono lente.

«Siamo qui in missione e uno dei nostri obiettivi secondari è di riportarti al CLO. Se vieni con noi siamo pronte a rientrare immediatamente ».

«Mi sono arruolato il Marina. Non posso tirarmene fuori».

«Perché la Marina?»

«Forse perché voglio vedere il mondo».

«Puoi tornare in Sea Org e in quel modo vedere il mondo».

Quella era una vera fesseria, pensai tra me. La Sea Org aveva una nave soltanto e le mie possibilità di esservi assegnato erano minime. «Be, mi sono già arruolato. Se non mi presento alla data fissata mi arresteranno. Ormai è fatta».

«Puoi trovare il modo di tirartene fuori. Pensiamo di riuscire a farti ridare il tuo vecchio posto. Ti avevano affidato la missione di creare la divisione 6 e per quella missione è fondamentale che tu ritorni sul tuo vecchio incarico. Abbiamo anche parlato con Debbie e ci ha detto che sarebbe disponibile a lavorare sulla vostra 2D (matrimonio/relazione)».

«Ne dubito fortemente». Era chiaro che mi stava dicendo ciò che pensava mi sarei voluto sentir dire. Era un colpo basso e mi sentii abbastanza insultato dal tentativo di sfruttare i miei sentimenti per Debbie. «È stata molto chiara con me...»

«Devi tornare, altrimenti ti dichiareranno».

Mi sforzai di parlarle con TRs perfetti (guardandola direttamente negli occhi e scandendo le parole): «Non tornerò indietro».

Mi rispose con un'occhiataccia e divenne ostile. «Okay, abbiamo finito. Sai dov'è l'uscita».

Me ne andai.


UNA RAGAZZA CON PROBLEMI VERI

Dopo il diploma mi presentai all'ufficio della Marina. Ormai ero diventato molto reticente in merito alla mia fede in Scientology. Immaginavo che tutti quelli a cui avessi parlato della storia lunga 76 trilioni di anni del thetan avrebbero pensato che ero totalmente matto. Una volta uno dei miei nuovi amici aveva fatto una battuta su Scientology e gli avevo detto di esserne seguace. Si era scusato aggiungendo che aveva letto alcuni articoli sul Reader's Digest e aveva notato gli alti costi. Non me la presi e diventammo buoni amici. Ma non cercai di convertirlo, nemmeno di parlargli più di Scientology.

Le mie credenze vennero nuovamente messe alla prova quando Jamela, una ragazza con cui ero uscito durante l'addestramento in Virginia, si trasferì in California e venne a vivere con me. Aveva problemi di carattere mentale, per dirla chiaramente. Più nello specifico, gli psicofarmaci avevano notevolmente aiutato la sua condizione. Il che contraddiceva ciò che mi avevano detto in Scientology.

Secondo Hubbard, gli psichiatri erano persone soppressive determinate a sconvolgere la mente di chiunque su cui riuscissero a mettere le mani nel loro folle tentativo di distruggere il mondo. Non gli importava se distruggere l'umanità significava anche distruggere se stessi, e questo era emblematico di quanto pazzi e distruttivi fossero. I mezzi che usavano per sconvolgere la mente altrui erano l'elettroshock e gli psicofarmaci, come quelli che stava prendendo la mia ragazza.

Dopo aver lasciato la Sea Org avevo parlato con una ragazza che stava studiando psichiatria. Ero rimasto impressionato dalla sua gentilezza e intelligenza. Avevo cominciato a chiedermi in che modo gli studi di psichiatria potessero trasformare brava gente come lei in "persona soppressiva". Alla fine ero stato costretto a concludere che non tutti gli psichiatri, probabilmente quasi nessuno, erano dei soppressivi, e che anzi avevano in mente il miglior interesse dei loro pazienti.

Cominciai ad essere meno sospettoso della psichiatria. Lo psicologo di Jamela le aveva parlato delle convinzioni di Scientology e si era raccomandato di non smettere di prendere le medicine, anche se io avessi cercato di convincerla a farlo. Ma vedendo quanto bene le facevano, ero io che la incoraggiavo a prenderle. Lei ogni tanto prendeva in giro L. Ron Hubbard e Scientology scherzando sulla mia reverenza, il che mise alla prova la mia pazienza. Era ancora un po' pazza nonostante le medicine, ma non come lo era senza.

Una sera, quasi fosse destino, in centro a San Diego incontrammo alcuni scientologist che cercavano di diffondere il verbo di Hubbard. Ne seguì una discussione in cui dissi chiaramente che i farmaci che la mia ragazza stava prendendo l'avevano molto aiutata. Gli scientologist ribatterono sostenendo che i farmaci avevano effetto soltanto sui sintomi e non sulla causa, cosa du cui anche io ero d'accordo. Jamela e i due, invece, trovarono meno punti di contatto e cominciarono a discutere animatamente. A un certo punto Jamela tolse dalle mani di uno dei due il libro Dianetics, lo strappò a metà e gliele tirò addosso. Lo scientologist replicò freddamente: «Devi pagarmi un libro».

Sul momento lo trovai divertente, ma ripensandoci ora immagino che il fatto di aver visto quei due scientologist strapazzati dalla mia ragazza doveva avermi colpito in profondità. Forse mi ero reso conto che gli scientologist non sarebbero mai stati in grado di aiutare Jamela, non erano nemmeno riusciti a calmarla. Simbolicamente, nella mia mente quell'episodio ridusse Scientology all'impotenza. Non mancava più tanto.


I MIEI PRIMI ISTANTI DA EX SCIENTOLOGIST

Vissi i miei ultimi momenti da scientologist pochi mesi dopo la rottura con Jamela. Ero alla stazione della metro intento a leggere un giornale quando tutte le tessere si incasellarono. Era un articolo sulla genetica e sulla natura ereditaria dei tratti di personalità. La scienza stava di nuovo sostituendo Scientology nella mia mente con la vera scienza. E quella fu l'ultima goccia che fece traboccare il vaso.

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In quel momento tutto ciò che di Scientology mi aveva disturbato acquisì improvvisamente un senso. «Sono tutte scemenze», dissi a me stesso a voce alta. Scientology era un imbroglio. LRH era un bugiardo. Non avrei più dovuto combattere per razionalizzare i difetti di L. Ron Hubbard o di Scientology. Il peso del cercare di rimettere assieme i cocci di una fede infranta scivolò improvvisamente via dalle mie spalle. Non mi sarei mai più dovuto sentire in imbarazzo nel rivelare a qualcuno che ero uno scientologist. Sorrisi a me stesso. Ero libero. In tutto quel periodo il concetto di libertà non era stato altro che un pensiero fuggevole. Le magagne di Scientology e della Sea Org alla fine avevano una spiegazione. Erano tutte scemenze, lo erano sempre state. Ero libero.

Quando alzai lo sguardo dal giornale il mondo sembrava diverso. Stava arrivando il treno.

 
 
 
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