L'abbiamo ricevuta pochi giorni fa, anonima.
Ha sorpreso un po' tutti... perché è davvero molto bella...
sincera, ben scritta, un piccolo capolavoro: uno sguardo spassionato e
assolutamente veritiero sulla vita che si svolge quotidianamente tra le
pareti del microcosmo sociale voluto da Hubbard, il nostro «più
grande amico» - questa assurda altalena di speranze e timori, "successi"
e miserie, lungo una strada di menzogne che si porta via tutto e non conduce
in alcun "paradiso".
Quel che state per leggere non è
soltanto un racconto, è soprattutto una denuncia. Ed è importante,
e grave.
Benvenuti dunque nella Scientology italiana.
I miei migliori auguri e ringraziamenti
alla persona che ha avuto la presenza di spirito e il coraggio di trascrivere
le sue esperienze, cosa niente affatto facile. Ora potranno tornare utili
ad altri, e questo è davvero prezioso.
"Chi salva una vita salva il mondo intero".
Grazie ancora. Sei una persona notevole.
Harry
Testimonianza
Questa testimonianza viene redatta in forma
anonima e tagliata di particolari che potrebbero rendere identificabili
alcune persone ancora coinvolte.
Mi rendo conto che ciò la priverà
di parte del suo valore e per forza di cose sarà incompleta, ma
avendo ancora amici all'interno della cosiddetta "Chiesa di Scientology",
ed essendo a conoscenza delle direttive di "disconnessione" che gli adepti
adottano nei confronti di chi ritengono "soppressivi" (cioè di chi,
a qualsiasi livello, dissente in tutto o in parte dal verbo del fondatore
Hubbard), non me la sento di fare diversamente. Chi ha una vaga conoscenza
di Scientology e dei suoi metodi si renderà comunque conto che la
mia testimonianza è vera.
Non sono mai stato dichiarato ufficialmente
"soppressivo" quindi posso ancora avere rapporti, seppur superficiali,
con queste persone.
Per non tagliare completamente il filo
che ci lega devo accuratamente evitare l'argomento "Scientology" e astenermi
da qualsiasi critica aperta; il legame ne risulta molto falsato perché
per loro Scientology rappresenta una parte essenziale della vita, mentre
per me si tratta in primo luogo di una truffa, e in secondo di una serie
di pratiche potenzialmente molto pericolose.
Col passare del tempo i rapporti con queste
persone, un tempo molto care, si sono andati affievolendo fino quasi a
scomparire, o comunque sono improntati ad un livello di assoluta superficialità.
La visione della vita e di come affrontare e risolvere i problemi è
ormai troppo diversa. Avere un dialogo e uno scambio aperto è praticamente
impossibile.
Loro vivono in questo stato di "apparente
non problema" perché Scientology pare averglieli risolti tutti,
non possono parlare di cose troppo personali (è vietato parlare
del proprio "caso") e nella loro scala di valori tutto quello che non è
Scientology è praticamente inutile quindi non si interessano più
alla "vita reale".
Nonostante questo, non me la sento di provocare
situazioni che porterebbero ad una rottura totale.
Immagino che altri si trovino in situazioni
analoghe o peggiori quando le persone coinvolte sono, per esempio, famigliari
stretti.
Voglio comunque portare la mia testimonianza
di ex Scientologist italiano.
Entrai in contatto con "Dianetics" attraverso
il libro "Scienza Moderna della Salute Mentale", regalo di compleanno di
un'amica Scientologist da poco. Non gli diedi molta importanza, ne lessi
qualche pagina e lo trovai molto noioso. Eravamo all'inizio degli anni
'80.
Un carissimo amico lesse tutto il libro
e si entusiasmò. Si recò ad una delle "org" italiane riportate
sul libro per saperne di più. L'org si trovava in un'altra città
a circa 2 ore da dove viviamo.
Rimase molto colpito dall'ambiente e dalla
gente, e acquistò un corso di base del valore di poche decine di
migliaia di lire che fece nel fine settimana successivo. Devo premettere
che questa persona, che chiamerò Z., è molto intelligente,
sveglio, attivo, brillante in poche parole.
Entrambi avevamo poco più di 20
anni, ma lavoravamo già in proprio e avevamo una discreta disponibilità
finanziaria. Entrambi provenivamo da un ambiente familiare piuttosto teso,
ed entrambi avevamo avuto esperienze negative in campo psicoanalitico.
Entrambi sentivamo forte il bisogno di
migliorarci, di migliorare l'ambiente che avevamo intorno, di aiutare gli
altri.
Ed entrambi eravamo abbastanza insoddisfatti
dell'ambiente culturalmente abbastanza "ristretto" della provincia in cui
viviamo, soprattutto in quel periodo di yuppismo ed "edonismo reaganiano",
esasperazione dell'immagine e dell'esteriorità che ha caratterizzato
buona parte degli anni '80.
Z. rimase molto colpito dall'atmosfera
di grande solidarietà, "fratellanza" ed "amore" che si respirava
nell'org e, finito il corso di base, non ci pensò due volte ad acquistare
un corso del valore, all'epoca, di circa 1 milione. Era veramente molto
preso, dedicava allo studio tutti i fine settimana.
In quel periodo io stavo vivendo un momento
piuttosto brutto, forte insicurezza, insoddisfazione e inizio di depressione.
Alla fine Z. mi convinse a seguirlo e ad acquistare quello che in Dianetics/
Scientology si chiama "auditing". Sapevo poco o nulla di tutta la faccenda,
avevo letto un po' di Scienza Moderna della Salute Mentale e basta, ma
Z. era così entusiasta, ed io mi fidavo talmente della sua intelligenza
e capacità di giudizio che alla fine pensai - perché no -
e acquistai due "intensivi" (25 ore di auditing) che pagai, all'epoca,
mi pare circa 2 milioni o più. Il procedimento che, dopo il test
di prammatica e un'intervista, mi fu "consigliato" si chiamava "Life Repair"
- Riparazione alla Vita.
Iniziai quindi le sedute: il mio auditor
(classe IV) era una persona veramente capace e molto simpatico, un ragazzo
un po' più vecchio di me e capace di infondere grande fiducia.
Le sedute furono tutte incentrate sul maneggiamento
del cosiddetto "PTS" o "Fonte Potenziale di Guai", cioè quella persona
che, secondo Hubbard, è collegata ad un "soppressivo". Questo collegamento
la porta ad essere fuori dal "tempo presente" e causa le cosiddette "montagne
russe", i cambi di umore, per intenderci.
Le sedute si svolgevano con me all'elettrometro
che leggevo a voce alta una serie di "bollettini tecnici" e "policy letters"
che Hubbard aveva scritto sull'argomento. Dovevo chiarire le parole di
cui non conoscevo il significato, sempre collegato all'e-meter, e quando
l'ago dava letture si percorrevano gli episodi fino a scaricarli completamente.
Per farla breve arrivai a identificare il "soppressivo" che avevo intorno
nella figura di mio padre.
Mio padre in effetti era una persona piuttosto
autoritaria e introversa, e i rapporti con lui non erano mai stati facili.
E questo, per me, non era MAI stato un mistero.
Comunque finii il procedimento in circa
16 delle 25 ore che avevo acquistato, ero veramente felicissimo, mi sembrava
di essere in un altro mondo, di camminare a mezzo metro da terra, sentivo
di avere il mondo in mano e gli amici, nel vedermi così raggiante,
mi chiedevano "che cosa avessi fatto".
Francamente me lo chiesi anche io, perché
in quelle sedute non avevo scoperto niente che già non sapessi.
Semplicemente avevo "dato un nome alle cose", non so come spiegarlo. Tutto
mi "sembrava molto più chiaro". Successivamente mi sono chiesto
più volte che cosa avevo veramente provato e che cosa mi aveva portato
all'EP (fenomeno finale) e all'ago libero sulla faccenda, cioè quello
che, insieme al VGI (Very Good Indicators - indicatori molto buoni) segna
la fine di quel determinato procedimento. Ricordo che leggendo quei materiali
cominciai a sentirmi molto ilare, sollevato, mi veniva da ridere e alla
fine scoppiai veramente in una fragorosa e incontenibile risata.
A posteriori ho realizzato che la cosa
che mi aveva fatto ridere era il rendermi conto, il realizzare che quanto
richiesto in quel momento era di riconoscermi nel materiale scritto, come
se Hubbard volesse indicarmi la strada. Nel momento in cui compresi l'intera
cosa semplicemente la trovai buffa, mi sentii in un qualche modo stupido
per non esserci arrivato da solo e mi misi a ridere, mi sentii come sollevato
da un peso.
Passai diversi mesi in uno "stato di grazia"
difficilmente descrivibile. Mi sembrava veramente di aver risolto tutti
i miei problemi. Ero più disponibile verso gli altri, meno nervoso
e mi innamorai perdutamente di Scientology. Avevo fatto quasi un anno di
psicanalisi che non aveva risolto niente, anzi mi sembrava di stare ancora
peggio. Non mi ero posto il problema che forse lo specialista a cui mi
ero rivolto non era adatto a me.
In quel momento ero in quella fase che
gli specialisti di controllo mentale hanno definito di "luna di miele"
e niente avrebbe potuto scalfirmi.
C'erano cose che in verità mi lasciavano
abbastanza perplesso:
La forte enfasi economica
Si veniva continuamente spinti a comprare
questo o quello indipendentemente dalle reali necessità o disponibilità
finanziarie ed era veramente difficile sottrarsi all'acquisto di qualcosa,
libri, corsi, cassette o quant'altro.
La pressione continua
Sembrava sempre che si fosse sull'orlo
della catastrofe, che solo Scientology fosse la depositaria della verità
e ci fosse quest'urgenza di "salvare il pianeta". Mi sono chiesto e ho
chiesto più volte perché, vista la fretta di "chiarire il
pianeta prima che fosse troppo tardi", semplicemente non si metteva tutta
quella meravigliosa tecnologia alla portata di tutti invece che farla pagare
cifre astronomiche che solamente pochi potevano permettersi.
La risposta era che la tech non ha prezzo,
che si deve pagare il giusto, che mandare avanti l'organizzazione costa,
che mantenere una tech standard costa, che addestrare dei professionisti
di alto livello costa ecc. ecc.
Ma io continuavo a dire che se ci avessero
fatto pagare un decimo si sarebbero moltiplicate per dieci le persone interessate,
stessi introiti e dieci volte più gente impegnata "nella salvezza
del pianeta". Inoltre mi chiedevo come un africano o un indiano si sarebbero
mai potuti permettere quelle cifre, visto che non sembravano esserci differenze
di prezzo tra primo e terzo mondo, e neanche tra Italia e Stati Uniti o
Germania o Svezia, dove il tenore di vita era innegabilmente più
alto.
Le risposte che mi davano non mi convincevano
del tutto ed erano assolutamente stereotipate.
Cominciarono a convincermi ancora meno
quanto venni a sapere che in America esistevano "Celebrity Centers" o località
tipo Flag con campi da tennis, piscine e cose assolutamente superflue alla
sanità mentale e alla salvezza spirituale, e che venivano innegabilmente
pagate con le cifre astronomiche a noi richieste.
Il fanatismo imperante
Mi resi presto conto che, nonostante Hubbard
affermasse che gli Scientologist e in modo particolare i clear sono persone
intelligenti, capaci di pensare con la propria testa, proiettati verso
l'esterno ecc. ecc. gli unici argomenti di cui si parlava erano intimamente
connessi all'attività dell'org, alle "vittorie", ai corsi ecc.;
niente vita reale, niente interessi culturali o pertinenti alla vita. Per
me che sono stato sempre intellettualmente e culturalmente attivo era una
limitazione fortissima. Nessuno sembrava in grado di mettere insieme un
concetto che esulasse da quanto diceva "Ron", da quello che succedeva nell'org
e così via.
E tutto questo era profondamente contraddittorio.
La cosa che poi mi colpì profondamente
fu che in quel periodo avevo in programma un viaggio all'estero ed ero
molto eccitato.
Ne accennai con uno staff dell'org e mi
aspettavo una totale condivisione della mia eccitazione. Rimasi colpito
quanto lo staff mi guardò un po' perplesso e mi chiese quanto mi
sarebbe costato, dicendomi che un bravo Scientologist avrebbe convertito
quei soldi in un corso che mi avrebbe sicuramente più giovato (sia
a me che all'umanità), che non c'era tempo da perdere e si offrì
di telefonare all'agenzia per disdire il viaggio e recuperare la cifra
pagata che avrebbe provveduto lui stesso a trasformare in procedimenti
o corsi.
Rimasi a dir poco senza parole.
Fin dal giorno zero non avevo fatto altro
che leggere che non si devono dare valutazioni, che non si deve invalidare
e così via. In quel momento venivo invalidato nei miei interessi
e quindi nel mio "essere" e tutto quanto veniva pesantemente valutato.
Comunque tenni per me la delusione, pensai
che quella persona era assolutamente stupida e probabilmente non era quello
che Hubbard intendeva, e partii.
Riflettei comunque su questa enorme contraddizione,
e più frequentavo l'org più le contraddizioni emergevano,
ma le "direttive" interne erano il divieto assoluto di parlare in termini
anche solo vagamente negativi e le poche volte che ci provai ricevetti
degli autentici rifiuti.
Anche Z. pareva poco propenso a discutere
di queste cose e mi diceva spesso che "col tempo avremmo capito", che "neanche
lui capiva bene" ma che l'unica cosa da fare era basare il nostro giudizio
sul benessere ricevuto e aspettare, "sospendere il giudizio" fino a maggiore
consapevolezza. E così feci, per un po'.
La mancanza di scambio verbale
Per me lo scambio di idee è sempre
stato fondamentale. Ho bisogno di parlare e di scrivere, di discutere per
analizzare veramente le cose e il divieto di parlare mi frustrava moltissimo.
Rilevavo contraddizioni e non ne potevo
parlare. Leggevo cose che mi sembravano stupidaggini e non ne potevo parlare.
Notavo cose che non mi piacevano e non ne potevo parlare.
Alla fine imparai a tenere per me ogni
giudizio o valutazione perché tanto era inutile provarci: nella
migliore delle ipotesi venivo guardato male, nella peggiore venivo mandato
a ristudiare quello che mi aveva suscitato perplessità sulla base
del pensiero Hubbardiano che l'unica cosa che impedisce la comprensione
- e quindi l'accettazione - sono le parole malcomprese. Indipendentemente
da quanto tu ti senta certo di aver compreso tutto.
Essere mandati a ristudiare e chiarire
le parole (che eri certo di aver capito perfettamente) portava via un sacco
di tempo quindi imparai presto a tacere per evitarmi problemi.
La gente dell'Org
Si trattava in maggioranza di brave persone
tutte generalmente molto giovani, e tutte con "qualche grosso problema"
precedente all'affiliazione (come era stato per me) che era stato "meravigliosamente"
risolto da Scientology.
Sembrava che, a parte Z., non ci fossero
persone per così dire emotivamente stabili.
Z. si era avvicinato per curiosità
e suppongo ne fosse stato attratto principalmente perché aveva intravisto
un mezzo per aiutare me. Eravamo piuttosto giovani e inesperti, e fondamentalmente
ignoranti in questioni realmente filosofiche, religiose o psicologiche.
Il personale staff lavorava 12-15 ore al
giorno per uno stipendio da fame, all'epoca si aggirava sulle 25.000 L.
a settimana. Erano tutti ragazzi molto molto dedicati, molto seri.
Alcuni fin troppo, non sorridevano mai,
sembravano esausti.
Apprezzavo molto il mio auditor e il supervisore
del corso, i due con cui ero più a contatto, che erano gioviali,
brillanti, pronti alla battuta quando non si stava lavorando o studiando,
e per loro provavo un sincero affetto.
Mi chiedo che fine abbiano fatto.
Comunque nessuno dei due, pur dedicando
la vita a Scientology ed essendo dentro da parecchi anni, era clear. E
questo mi faceva pensare. Nessuno nello staff era clear.
Altri staff erano vere nullità,
in poche parole c'era un po' di tutto, come nella vita normale. Voglio
dire, niente di eccezionale.
Frequentavo poco gli altri studenti, ero
sempre di corsa, ma i rapporti erano veramente superficiali: un po' perché
sembravano non avere altri interessi oltre a Scientology, un po' perché
è vietato parlare del "caso", quindi dei problemi che ci affliggono.
Il culto della personalità
Provengo da una famiglia profondamente
antifascista che mi ha sempre messo in guardia sull'uso esasperato del
culto della personalità.
Tutto era un inno, anzi una venerazione
continua a Ron Hubbard.
Scoprii che nella nostra piccola e scalcinata
org c'era addirittura l'"ufficio personale di Ron" nel caso fosse venuto
in visita.
E poi foto, busti, gadget vari e questo
chiamarlo "Ron" come se fosse stato uno di famiglia, o addirittura "Sorgente".
La cosa mi disturbava molto, ma la liquidai
pensando che si trattasse di una delle tante "americanate".
Imparai presto a tenermi dentro le considerazioni,
a "sospendere il giudizio" e a dirmi che se quelle poche 16 ore di procedimento
mi avevano portato tanto sollievo e benessere, allora dovevo andare avanti.
Terminati i corsi di base mi dissero che
se avessi voluto proseguire avrei dovuto fare il "Purification Rundown",
il programma di purificazione da droghe e radiazioni.
Non che fosse un pre-requisito obbligatorio,
ma praticamente lo era perché avrei potuto proseguire molto più
speditamente sul "Ponte", statistiche alla mano. Quindi acquistai il programma
che all'epoca costava circa 1 milione.
Per le saune venni indirizzato ad un centro
estetico in una città più vicina alla mia i cui proprietari
erano Scientologist.
In quella città c'era una "mission"
attiva che raggruppava forse una trentina di persone tra staff e "pubblico".
Iniziai il programma. Facevo le saune dopo
il lavoro, tutti i giorni. Tra viaggio, jogging e tempo in sauna ero impegnato
circa 7 ore, tornavo a casa dopo mezzanotte. Questo per circa 25 giorni.
Anche in questa occasione accaddero cose
che mi fecero pensare.
Durante il programma informai il vice supervisore
(il supervisore vero e proprio era all'org, il suo vice sul programma comunicava
con lui telefonicamente) che avrei mancato un paio di sere perché
in quel periodo c'era un avvenimento culturale che mi interessava e che
da tempo aspettavo con vivo interesse.
Apriti cielo. NIENTE POTEVA ESSERE PIU'
IMPORTANTE DELLE SAUNE. Mancare due volte mi avrebbe messo in grave rischio,
inoltre mi ero impegnato su una cosa e la dovevo portare a termine, non
potevo abbandonare ecc. ecc. A me tutto questo suonò veramente male.
Primo perché non era mia intenzione "abbandonare" ma solamente mancare
due volte (neanche consecutive), poi perché la mia INTENZIONE era
di continuare a vivere la mia vita FUORI dall'ambiente scientologistco
e quell'avvenimento rientrava nel campo dei miei INTERESSI non valutabili
e non invalidabili che a me parevano NON MENO meritori di quello che stavo
facendo. Ma a loro evidentemente sì.
Mi sentii, ancora una volta, giudicato
nell'ESSERE e questo era una contraddizione. Mi si voleva "far credere"
a tutti i costi che queste cose arrivavano direttamente dalla mia "mente
reattiva", e in quella pressione ambientale, in quella full immersion di
fanatismo e di impossibilità di discussione cominciavo a pormi
serie domande anche io. Cominciavo ad avere qualche tentennamento sulla
mia identità e sulle mie vere intenzioni.
Qualcosa cominciava a fare breccia.
Alla fine giunsi al compromesso di mancare
solamente una volta, ma mi sentii comunque in colpa, cosa che aumentò
il mio disagio.
Un'altra cosa che mi diede da pensare era
una delle mie compagne di sauna: aveva enormi problemi e mi seppelliva
di parole senza curarsi della mia disponibilità ad ascoltarla.
Nelle lunghe ore di sauna (4/5) dovevo
dividere l'angusto spazio con questa donna che parlava a raffica e la sola
volta che espressi la mia opinione su qualcosa che aveva detto e che non
condividevo mi accusò di "valutarla", di "invalidarla", di essere
una persona spregevole che non metteva in pratica le parole di "Ron" e
via di questo passo.
Le diedi la mia interpretazione della teoria
della comunicazione di Hubbard.
Tragedia, stavo facendo tech verbale, la
stavo invalidando, avrebbe dovuto farmi rapporto e una marea di stronzate
allucinate di questo genere.
Qualche tempo dopo entrò nella Sea
Org, la elite degli staff di Scientology, mi risulta che ci sia ancora.
Questa donna era una contraddizione vivente
alle parole di Hubbard, era autoritaria, poco rispettosa, fondamentalmente
stupida e incapace di ragionare con la propria testa ed era entrata nella
"élite".
Dopo 25 giorni, senza sentirmi assolutamente
diverso da prima, "attestai" all'elettrometro, in presenza di un esaminatore,
il purification Rundown. Ero libero dagli effetti di droghe e radiazioni.
Nel frattempo ero stato "agganciato" dagli
staff della mission che avevano iniziato a propormi materiali e attività:
la pressione dell'org ora era moltiplicata per due.
Mi telefonavano quasi tutti i giorni a
casa e sul lavoro, un vero bombardamento. Una domenica pomeriggio mi telefonarono
dalla mission perché un importante ufficiale della Sea Org in missione
"doveva assolutamente vedermi".
Mi dissero che era una faccenda delicata
e se per favore potevo andare perché era della massima urgenza e
mi stava aspettando. Alla fine, convinto, feci la mezz'ora abbondante di
strada fino alla mission, in mezzo alla nebbia.
Arrivato in sede mi fecero accomodare e
"attendere". Dopo un'ora e mezza ero ancora lì ad aspettare. Ero
estremamente contrariato, mi avevano convinto a lasciare quello che stavo
facendo per correre come se si trattasse di vita o di morte e stavo lì
a fare anticamera. Alla fine mi stufai e me ne andai, dicendo che se l'ufficiale
aveva bisogno sapeva dove trovarmi.
Dopo circa due ore suonò alla mia
porta. Era la prima volta che vedevo un ufficiale della Sea Org in divisa
e mi fece impressione. Era sui 30 anni, accompagnato da una donna pure
in divisa. Erano veramente marziali. Non fecero un mezzo sorriso e tennero
un atteggiamento che alla fine mi fece sentire in colpa per averli "fatti
scomodare": loro stavano lavorando per il bene dell'umanità, e io
facevo i capricci.
La faccenda delicata e della massima urgenza
di cui dovevano parlarmi era l'acquisto della tessera IAS (International
Association of Scientologists).
Praticamente mi chiedevano circa un milione
e mezzo per il fondo IAS destinato a fronteggiare le cause contro Scientology
(e quindi l'umanità) intentate da "soppressivi" , e in America era
in corso un processo che avrebbe potuto causare grossi problemi, quindi
avrei dovuto anche io sostenere la causa. (La verità su quel processo
l'ho appresa solo molti anni dopo).
Era la prima volta che sentivo di processi
contro Scientology, la cosa mi lasciò perplesso. Che motivo c'era
di far causa a Scientology? L'unica cosa che mi dissero era che si trattava
di "soppressivi" e mi fecero leggere una delle tante pubblicazioni di Scientology
in cui parlavano di questi criminali contro l'umanità, senza dire
niente di interessante.
Rimasero a casa mia circa due ore e io
continuai ostinatamente a rifiutarmi.
Tutto mi sembrava così allucinante.
Alla fine, con un grandissimo sforzo di volontà, li misi alla porta.
Ricordo che una volta rimasto solo mi sentii completamente svuotato.
Non sapevo con chi parlare. Gli amici da
tempo non risparmiavano le critiche sulla mia affiliazione e parlarne con
loro non avrebbe fatto che aumentare la tensione e le discussioni sull'argomento.
Mi sembrava che "non potessero capire", che non avessero gli strumenti
per farlo. Z. era quasi fisso all'org, quindi fuori portata.
Io ero assolutamente combattuto tra l'intima
volontà di essere me stesso, difendere le mie idee e la mia razionalità
(cioè che stavo già pagando cifre esorbitanti e mettevo in
pratica quanto imparato) e i sensi di colpa per non essere un "bravo Scientologist"
che provavo ogni volta che venivo messo sotto pressione, sempre preso dalla
paura che fosse il mio "bank" a ragionare, e non il vero io.
In poche parole, cominciai a riavvertire
i sintomi della depressione, quindi a ritenere sempre più impellente
ricevere nuovo "auditing" e studiare altro materiale, perché sicuramente
ero IO a non funzionare.
Aspettai di avere abbastanza denaro e in
primavera tornai all'org. Nel frattempo avevo ricevuto telefonate quasi
quotidiane che mi spingevano a tornare, a comprare queste favolose "offerte
irripetibili" ecc.
Iniziai un nuovo corso e cominciai ad "allenare"
i compagni di studio.
Z. procedeva speditamente, aveva acquistato
un e-meter e cominciava ad audire. Era sempre più preso e si tratteneva
nell'altra città anche per diversi giorni di seguito, trascurando
il lavoro.
In quel periodo accaddero alcune cose che
mi turbarono e mi fecero riflettere, ma ancora non furono sufficienti ad
aprirmi gli occhi.
1) la sparizione ("blow") del supervisore
del corso. Praticamente un bel giorno non si presentò al lavoro.
All'interno dell'org la cosa suscitò scalpore, ma invece di chiedersi
i motivi di questa sparizione tutti erano d'accordo nel dire che se n'era
andato a causa degli "overt" (azioni dannose) commessi nei confronti dell'org.
Io la vedevo più come estrema stanchezza, un ragazzo poco più
che ventenne che da anni lavorava 7 giorni alla settimana, 12 ore al giorno
con solo mezza giornata libera ogni tanto, sempre chiuso tra le quattro
mura dell'org, praticamente uno schiavo. Tutti invece concordavano nel
dire che si trattava di overt e chissà che farabutto era, chissà
che cosa aveva fatto.
Poi un bel giorno tornò al lavoro.
Per qualche tempo lo vidi lavorare a compiti estremamente umilianti, lui
che era supervisore del corso e quindi una delle persone più importanti
dell'org. Faceva le pulizie e ridipinse completamente l'interno dell'org.
Mi faceva pena, ma nessuno sembrava farci caso. Dicevano che, secondo Hubbard,
aveva bisogno di lavoro MEST (materia, energia, spazio e tempo, materiale
in poche parole). A me sembrava una punizione eccessiva per uno bravo e
capace come lui. All'epoca avevo un paio di dipendenti e non mi sarei mai
sognato di trattarli a quel modo, avrei piuttosto cercato di capire che
cos'era veramente che non andava, e soprattutto avrei diminuito i carichi
di lavoro. Ma Hubbard la pensava diversamente.
2) si parlava molto del "soppressivo" per
eccellenza, cacciato con infamia da Ron Hubbard in persona, un pazzo criminale
che con le sue azioni malvagie aveva quasi distrutto Scientology.
Il suo nome era David Mayo.
La cosa che mi sconcertò del tutto
fu che David Mayo era stato per anni il braccio destro di Hubbard, il suo
auditor personale e una delle persone più importanti a livello internazionale.
Poi un bel giorno divenne il maligno in persona, il soppressivo-numero-uno.
Chiedevo, e mi chiedevo, come mai l'infallibile
tecnologia di Hubbard e lui stesso non fossero stati in grado di "smascherarlo"
ben prima che giungesse a quei livelli, e come mai Mayo, l'auditor che
aveva "salvato" Hubbard quando questi stava per morire di polmonite, nella
sua estrema malvagità non avesse invece approfittato della situazione
per toglierlo di mezzo definitivamente, invece di assisterlo. Ma anche
queste domande rimasero senza risposta.
3) All'epoca lo Scientologist della città
di grado più avanzato era a Flag per OTIII. Tutti noi lo guardavamo
con venerazione e invidia, e aspettavamo con ansia il suo ritorno per saperne
di più, per vederlo e "toccarlo". Non avevo mai visto un OT prima.
Questa persona tornò e non si fece
più vedere all'org: venni a sapere che aveva fatto "blow", era sparito.
Ma come? Uno con la sua conoscenza, la sua consapevolezza, uno che aveva
attraversato il "Muro del Fuoco" sparisce così? Che cosa poteva
mai essere successo?
Correva voce che non fosse riuscito a "stare
di fronte" alle verità rivelate su quel livello perché erano
troppo "potenti", "pericolose" probabilmente non era pronto a "riceverle".
E tutto questo aumentava e alimentava il mistero.
Adesso che conosco i contenuti di OTIII
capisco a che cosa non era "riuscito a stare di fronte", (Xenu, Confederazioni
Galattiche, Bombe H ecc.) e lo ammiro per avere avuto il coraggio, giunto
a quel punto e dopo aver speso tutti quei soldi, di scomparire. Chissà
che fine avrà fatto?
4) L'ultimo episodio, quello che mi toccò
più da vicino, accadde un pomeriggio alla ripresa dopo la mezz'ora
di pausa pranzo.
In quel periodo c'erano dei Sea Org in
missione e, come sempre quando erano in giro, l'ambiente era piuttosto
teso ( facevano visite periodiche, ma solo dopo ne ho appreso lo scopo:
vedere che gli staff rigassero dritto, distribuire punizioni e prelevare
gli incassi).
Stavo studiando quando un Sea Org entrò
in classe e distribuì a tutti uno scritto di Hubbard che diceva
che la persona veramente interessata in qualcosa non può mantenere
le distanze, deve farsi coinvolgere ecc., in linea di massima abbastanza
condivisibile.
Ci diede un quarto d'ora di tempo per leggere
e capire, e ci chiese se eravamo d'accordo.
Sì, risposta corale.
A questo punto distribuì ad ognuno
un pacco di inviti per il test della personalità dicendo di andare
in centro a "disseminare" e portare pubblico per il test della personalità.
La cosa mi stupì profondamente.
Non ritenevo che la "disseminazione" di
quel tipo fosse mio dovere di studente. Non ero staff.
Pagavo cifre che ritenevo altissime, passavo
parte del mio tempo ad allenare altri su corsi che avevo già fatto,
avevo tempi da rispettare in base alle "statistiche" che venivano assegnate
settimanalmente, venivo da lontano con grande sacrificio e dispendio di
energie.
Quel compito mi sembrava assolutamente
fuori luogo ed espressi il mio parere, Sea Org o no. Tragedia. Mi fece
rileggere il materiale, mi fece chiarire le parole, mi fece un controllo
all'e-meter per verificare che avessi compreso tutte le parole, mi rimise
in mano il pacco di volantini e mi disse di fare quanto richiesto.
Rifiutai di nuovo. Avevo perfettamente
capito quanto avevo letto e potevo condividerne lo spirito generale, ma
mi sembrava che costringerci ad andare a distribuire volantini fosse una
forzatura dello spirito di quel materiale.
Semplicemente non era mio dovere. Punto
e basta.
Nel frattempo gli altri erano già
andati e tornati, e l'org si stava animando di pubblico. Cominciavamo a
dare spettacolo, la discussione si fece animata.
Alla fine il Sea Org mi condusse alla scrivania
dell'"Ufficiale di Etica" e mi fece leggere un libricino chiamato "condizioni"
o qualcosa del genere.
Poi mi fece rileggere il materiale, e al
mio ennesimo rifiuto mi assegnò ad una condizione di "confusione"
credo, e mi disse di leggermi tutto il materiale relativo alle condizioni
e risalire la mia. A quel punto avevo già perso due ore di studio
e feci quel che mi diceva di fare.
Completai le formule delle condizioni richieste.
A quel punto il Sea Org mi fece leggere
il bollettino HCOB 22/7/1963 "TU PUOI AVERE RAGIONE" in cui Hubbard afferma
testualmente che:
- "...lo sforzo di aver ragione è
l'ultimo sforzo cosciente di un individuo che sta per soccombere. Io-ho-ragione-e-loro-hanno-torto
è il concetto più basso che può essere formulato da
un caso incosciente" -
e via di questo tono. In pratica, l'ufficiale
di etica mi stava dicendo che ero sull'orlo del precipizio, e continuando
nel mio sforzo di volere aver ragione a tutti i costi ero quasi da neuro-deliri.
Altro controllo all'e-meter sulle parole e quando mi rimise in mano i volantini,
era sera ormai, li presi ed andai in strada.
Vaffanculo, pensai. Feci quanto mi era
stato ordinato.
Ecco un piccolissimo esempio pratico di
come avviene la manipolazione mentale all'interno - e nella immensa pressione
sociale - di Scientology.
Ecco come, lentamente e sapientemente,
il carattere di una persona viene modificato.
Ecco come si abitua la gente ad obbedire
agli ordini, anche i più assurdi.
La cosa mi procurò una "rottura
di ARC" (una incazzatura, in termini più comprensibili) che dovetti
riparare prima di poter tornare sullo studio.
L'auditing necessario fu a mie spese, attingendo
al mio residuo di ore.
Ma volevo ancora continuare e accondiscesi.
Se ci penso ora rabbrividisco, ma all'epoca cominciavo a vedere ed accettare
quelle cose come "normalità".
L'auditing andò bene e riemersi
dalla seduta in piena forma. Fui immediatamente dirottato all'ufficio vendite
che approfittò della mia euforia e mi fece firmare un contratto
per l'acquisto di un "pacco in offerta speciale" che conteneva i "Livelli
dell'Accademia" (fino a auditor di classe IV) e ulteriori 25 ore di auditing
per la modica cifra, prezzo veramente speciale, di quasi sette milioni.
Che non avevo.
Ma quello, a sentire il registrar, non
era un problema. Bastava "postulare" e mettersi d'impegno. Alla fine usai
parte di una somma che avevo destinato alla mia attività.
Ecco come Scientology aiuta ad essere migliori,
ad essere di successo, ad essere veramente "autodeterminati".
Stavo cominciando a mettere Scientology
davanti a tutto, davanti al mio lavoro e prima del benessere dei miei dipendenti
A questo punto faccio una digressione:
alla mission avevo conosciuto una signora di una cinquantina d'anni, che
chiamerò B.
Si trattava di una persona in evidente
stato di instabilità emotiva aggravata, negli ultimi tempi, dal
divorzio. Aveva la sola licenza elementare, grosse difficoltà a capire
le cose più semplici che leggeva. Aveva iniziato a lavorare ancora
bambina e si era tirata il collo per una vita intera. Non so come fosse
finita nell'ambiente. Mi chiedeva spesso di aiutarla soprattutto sul corso
di base di grammatica, perché aveva enormi difficoltà anche
solo ad aprire un dizionario, figuriamoci a capire quello che stava leggendo.
Abitava non lontano dalla mia città e avevo passato qualche sera
da lei a darle lezioni di grammatica. La sua ignoranza era abissale, l'intelligenza
non vivissima, gli squilibri comportamentali piuttosto evidenti.
Ma era innamorata cotta di Scientology,
nell'ambiente la consideravano, le davano calore e compagnia e aveva qualche
soldino da parte.
Si affezionò molto e una sera mi
invitò a cena insieme ai suoi figli che erano di poco più
grandi di me, e in privato mi manifestarono la loro preoccupazione per
questo "invasamento" della madre. In parte condividevo il loro punto di
vista, ma li tranquillizzai sull'organizzazione. Ero fermamente convinto
che Scientology avrebbe potuto aiutarla a progredire come persona, a migliorare
la sua istruzione e a guarirla dai problemi emotivi che aveva. In pratica
li persuasi e decisero di lasciarla fare.
Nel giro di pochissimo tempo gli addetti
alle vendite la convinsero ad acquistare procedimenti fino allo stato di
"clear", che ottenne in circa due mesi pagando una cifra di circa 12 milioni,
una parte consistente dei suoi risparmi.
Lo stato di "clear", lungi dal tramutarla
in persona intelligente ed equilibrata, la precipitò in uno stato
assolutamente allucinato.
Si credeva Dio in persona, "vedeva" le
cose, dava consigli a tutti dall'alto della sua "illuminazione", pretendeva
di dettar legge: in poche parole andò veramente fuori di testa.
La convinsero ad acquistare paccottiglia
varia tra cui un braccialetto d'argento con scritto "clear" per cui "donò",
se non ricordo male, 900.000 lire.
Ritenevo questo comportamento nei suoi
confronti assolutamente deprecabile, un approfittarsi di una persona debole,
ma continuavo a dirmi che si trattava della scorrettezza del singolo, non
dell'applicazione della tech di Hubbard come invece di fatto si tratta.
Alla fine la persuasero ad entrare nella
"Sea Org", abbandonare casa, famiglia e Italia e andare a lavorare sulla
"Nave" (la Freewinds, dove consegnano i livelli OT). MA...prima avrebbe
dovuto acquistare altri procedimenti per "stabilizzare" il suo stato di
"clear" e risolvere problemi che nel frattempo erano insorti (di fatto
era completamente fuori di testa, probabilmente se n'erano accorti anche
loro).
Questi procedimenti, visto il suo stato
di clear e la delicatezza del "caso", potevano essere consegnati solo da
auditor di classe molto alta disponibili unicamente a "Flag".
B. voleva diventare Ufficiale di Etica
(non so quanto questo suo "postulato" fosse effettivamente stato appoggiato
ed incoraggiato all'interno dell'organizzazione) perché si sentiva
veramente una sorta di Redentore che avrebbe messo in riga il mondo intero
con la sola forza del pensiero. Ma prima di iniziare i corsi da Ufficiale
di Etica doveva fare l'auditing di Flag.
Per farla breve, vendette l'appartamento
e tutti i suoi averi e partì per gli Stati Uniti.
I figli (e anche io) cercarono di dissuaderla,
non era più una ragazzina e forse era meglio andare a vedere di
che si trattava e assicurarsi che le promesse fossero messe nero su bianco
soprattutto vitto, alloggio, assistenza medica, forme assicurative e pensionistiche
o di assistenza e tutto quello di cui una persona non più giovane
si deve preoccupare.
Ma lei non aveva dubbi, stava per entrare
nell'ambiente più "mentalmente sano ed etico del pianeta."
Io invece avevo dubbi ed apprensioni derivanti
dalla consapevolezza che si trattava di una persona psicologicamente fragile
e con estreme difficoltà di apprendimento. Avvertivo responsabilità
in questa sua scelta, e mi sentivo a disagio.
Come avrebbe potuto studiare i materiali
richiesti? Come se la sarebbe cavata da sola, in America, lei che praticamente
non era mai uscita dall'orto?
Cominciavo a farmi serissime domande sull'etica
dell'organizzazione.
L'appartamento venne acquistato da un suo
parente per, mi pare, circa 150 milioni.
All'epoca esistevano norme valutarie severe
in materia di esportazione di capitali, e se non ricordo male riuscirono
a fare uscire la somma sotto forma di "cure mediche".
Dopo circa un mese senza notizie, i figli
ricevettero una telefonata disperata in cui B. chiedeva urgentemente altro
denaro perché aveva speso tutto in auditing ma il suo "caso" presentava
ancora problemi, in particolare non riusciva a studiare ed apprendere nonostante
il suo stato di "clear" e servivano ulteriori procedimenti.
B. era disperata, piangeva, un relitto.
Ma non c'era più disponibilità finanziaria.
Tornò dall'America in uno stato
pietoso, assolutamente depressa, arrabbiatissima con i suoi famigliari
che, a sentire lei, non l'avevano aiutata.
Non aveva più niente.
Il parente le diede le chiavi del suo vecchio
appartamento, ancora sfitto e ammobiliato, ma non aveva pace.
Dopo poche settimane decise di partire
per l'org avanzata di Copenhagen, dove si trattenne circa sei mesi come
staff di bassissimo livello, sguattera nelle cucine. Poi tornò.
Fortunatamente i figli riuscirono ad accordarsi
con il parente proprietario dell'appartamento.
Da allora B. non è più stata
la stessa. Ha iniziato a soffrire di parecchi disturbi tra cui uno abbastanza
grave che tuttora l'affligge, a distanza di più di 10 anni, e che
le impedisce una normale vita lavorativa. Non si è più ripresa
dall'esperienza.
Nonostante questo, nonostante Hubbard affermi
che un clear è libero da tutte le malattie e da tutti i problemi
mentali, continua ad avere piena fiducia in "Ron" e nel suo baraccone,
e continua, saltuariamente, a frequentare l'org. Non è mai riuscita
a completare un corso che andasse oltre la base, ma sono riusciti a venderle
corsi fino al livello di OT III (che, naturalmente, non ha mai fatto).
Figli e parenti hanno deciso di lasciarla
fare, ormai non ha più niente da perdere, i soldi sono finiti, ha
solo una misera pensione.
Temono che insistere nell'aprirle gli occhi
sia più danno che utile.
La sua storia completa mi è stata
raccontata poco tempo fa, e fatico a non ritenermi in parte responsabile.
Anche questo è il prodotto della
fantastica tech di Scientology e di Hubbard.
Ma torniamo a me.
- A quel punto avevo in mano un corso completo
dell'Accademia per diventare Auditor di Classe IV, cosa che non mi aveva
mai particolarmente interessato. Diventare auditor non era mai stata mia
vera intenzione. Per me Scientology era un mezzo per arrivare da qualche
parte, per stare meglio e conoscermi meglio, non certo un fine. La professione
di auditor non mi interessava, così come, quando ero entrato, non
mi interessava dedicare tutta la vita a Scientology.
- A quel punto mi trovavo parte integrante
di un'organizzazione che perseguiva uno scopo ("chiarire il pianeta") che
non era il mio scopo e neanche mi era stato prospettato all'inizio, ma
che avevo dovuto far mio per approfondire le cose che mi interessavano,
e che mi veniva sbandierato ad ogni minimo tentennamento cercando di instillarmi
gravi sensi di colpa.
- A quel punto ero parte di un "movimento
religioso" che non avevo voluto o cercato in quanto niente, quando mi ero
avvicinato a Dianetics, mi aveva fatto supporre che si trattava di una
"religione", quanto piuttosto di "scienza della salute mentale".
Per quanto leggessi la definizione di "religione"
(o filosofia religiosa applicata) che Scientology si era cucita addosso,
il dizionario italiano continuava a parlarmi di "fede", cosa che in Scientology
viene aborrita. E cosa che non rientra nel mio modo d'essere.
- A quel punto ero parte di un ingranaggio
in cui le parole di Hubbard non potevano essere discusse o messe in dubbio;
ogni errore, mancato funzionamento della tech, considerazione, richiesta
di chiarimento, tentennamento dubbio o quant'altro era da ascrivere A ME,
non a Scientology o Hubbard; la "colpa", se così vogliamo chiamarla,
era sempre e solo mia.
Riuscivo ancora a percepire queste contraddizioni,
questo cambiamento di rotta dai miei scopi iniziali, questo "pensare con
la mia testa" che di fatto non esisteva: esisteva piuttosto una cancellazione
totale della mia autodeterminazione e la sua sostituzione in toto con il
pensiero di Hubbard. Ma ancora c'erano cose che continuavano a convincermi,
ancora uscivo dalle session di auditing molto felice, in uno stato euforico
quasi irreale che proseguiva per qualche tempo.
E che mi faceva star bene.
Fu a quel punto che decisi di abbandonare
per un po' lo studio e proseguire con l'auditing, forse sperando di acquisire
maggiore "consapevolezza" e vedermi dentro con più chiarezza.
I procedimenti prescritti dal C/S potevano
venirmi consegnati solo da un auditor di Classe VI o superiore, quindi
dovetti abbandonare la mia piccola org di Classe IV ed andare a Milano.
All'epoca la sede era un palazzone a Inganni.
Raggiungere l'org tra auto, treno e metropolitana
mi prendeva più di 3 ore, altrettante al ritorno.
Per la prima seduta mi diedero appuntamento
a metà mattina. Fino ad allora ero stato audito da due bravissimi
ragazzi della mia org.
Iniziammo con quasi due ore di ritardo,
e già aspettare mi piace poco. Ma questo tipo di insofferenza è
meglio tenerla per sé, in Scientology, tanto hai sempre torto, è
sempre il tuo "bank" che parla, tu, le tue esigenze, impegni ecc. vengono
sempre in secondo piano.
Finalmente entrai nella saletta di auditing.
L'auditor assegnatomi aveva un raffreddore
tremendo, gli occhi lucidi e tossiva continuamente, di sicuro era influenzato.
Questo mi lasciò veramente perplesso: come poteva, in quelle condizioni,
condurre una seduta "impeccabile" e "standard" come da ordini di Hubbard?
Era questa la "tech standard" che mi veniva
consegnata nell'org più importante d'Italia?
Hubbard dice chiaramente che la tech funziona
solamente quando è standard. Se non lo è non funziona. Ma
avevo imparato da un pezzo a tenere per me questo tipo di considerazioni,
se nell'org di classe VI di Milano le cose funzionavano così, allora
era giusto che funzionassero così. Io non avevo voce in capitolo.
Iniziammo il procedimento e mi resi immediatamente
conto che non era quello per cui ero venuto a Milano, non era quello per
cui avevo pagato. Avevo ormai abbastanza conoscenza per sapere che si trattava
di qualcosa di diverso.
Lo feci presente all'auditor. Lui mi "maneggiò"
come si maneggia "un'originazione del preclear", dandomi riconoscimenti
e riprendendo il procedimento. Gli feci notare ancora una volta che stavamo
facendo qualcosa di sbagliato, che non era quello per cui ero lì.
Lui consultò le sue istruzioni, "maneggiò l'originazione"
un'altra volta e ricominciò. Andammo avanti quasi mezz'ora e io
cominciavo veramente a innervosirmi. Mi sentivo trattato come uno stupido
che non sapeva quello che diceva, l'auditor di fatto non mi stava ascoltando,
aveva inserito i cosiddetti TRs; d'altra parte doveva seguire le indicazioni
che Hubbard aveva ben descritto al riguardo (come maneggiare le originazioni
del pc), e le istruzioni del C/S (supervisore del caso).
Alla fine mi resi conto che non saremmo
mai giunti a niente e abbandonai la seduta, cosa che è ASSOLUTAMENTE
deprecabile, come insegnano fin dall'inizio sulle cosiddette Routine d'addestramento,
o TRs, dove si istruisce l'auditor a controllare il preclear in seduta,
ma soprattutto a FARSI CONTROLLARE senza reagire.
L'auditor in effetti cercò di trattenermi,
ma evidentemente la mia "intenzione" era maggiore della sua e me ne andai.
Ero piuttosto sconvolto.
Mi avevano infastidito l'auditor influenzato,
l'essere venuto fino a Milano per niente, l'aver perso un sacco di tempo
e soprattutto il fatto che qualcuno, sulle "linee", avesse pesantemente
pasticciato il mio "folder" (cartella 'clinica').
Andai all'ufficio preposto per rendere
nota la cosa e fare rapporto immediato, e lì mi resi veramente conto
di essere in una gabbia di matti.
Mi fecero parlare con diverse persone prima
di trovare il "terminale" giusto. Nessuno sembrava potersi o volersi prendere
la responsabilità dell'accaduto. L'unica cosa che continuavano a
dirmi era che la mia visibile "rottura di ARC" (Affinità, Realtà,
Comunicazione = Comprensione, cioè solenne incazzatura) andava maneggiata
immediatamente perché poteva essere molto pericolosa per il mio
"caso", e dovevo tornare in session immediatamente. Chiesi chi avrebbe
pagato per quell'auditing. Mi dissero che quello era a carico mio, perché
loro non potevano ritenersi responsabili del mio "bank".
In pratica: niente aveva funzionato come
doveva, c'erano stati degli evidenti pasticci di cui io non avevo colpa,
MA, a sentir loro, non mi sarei dovuto ribellare, non avrei dovuto abbandonare
la session, in pratica non avrei dovuto reagire. Visto che l'avevo fatto,
e l'avevo fatto innegabilmente a causa della mia "mente reattiva", quella
era mia e soltanto mia quindi l'auditing era a carico mio. E dire che Hubbard
insiste molto sulla "responsabilità", ed io ero assolutamente certo
di non aver fatto niente per provocare quella situazione. Mi ero semplicemente
rifiutato di fare una cosa diversa da quella per cui avevo sottoscritto
e pagato anticipatamente. Non ero io ad aver mancato ai patti.
Mi chiedo quale sarebbe stata la reazione
"giusta" secondo la visione Hubbardiana. Probabilmente di accettare supinamente.
Si era fatta sera ormai, feci un rapporto
al "terminale" indicatomi e, nonostante gli sforzi per trattenermi, corsi
a prendere l'ultimo treno.
Il giorno seguente venni contattato dalla
mia org e mi pregarono di andare là per fare un ulteriore rapporto,
cosa che feci. Passò più di una settimana senza avere notizie
dei due rapporti, e intanto continuavo a ricevere telefonate che mi sollecitavano
a "maneggiare la situazione", cioè tornare in session. Ma io volevo
sapere CHI avrebbe pagato. Si viaggiava più o meno sulle 100.000
all'ora per quel tipo di procedimenti.
Dopo una decina di giorni venni a sapere
che il "terminale" (Ufficiale di Etica) competente della mia situazione
aveva fatto "blow" insieme a tutti i documenti in suo possesso, tra cui
i miei rapporti.
Dovetti riscrivere l'intera faccenda, e
scrissi anche in America.
Per farla breve, dopo circa un mese mi
comunicarono che mi avrebbero rimborsato la mezz'ora persa perché
c'erano stati effettivamente degli errori, ma il "maneggiamento per la
rottura di ARC" derivante da quegli errori era innegabilmente a mie spese.
Ero esterrefatto. Era questa la "responsabilità"
di cui parlava Hubbard?
Intanto avevo ricevuto una lettera dall'America
che mi informava che il mio rapporto era scritto male, conteneva "minacce"
(avevo scritto che le cose non andavano, e non avrei potuto continuare
se non ottenevo risposte soddisfacenti) e dovevo rifarlo in una "forma
corretta" (cioè senza "minacce" di andarmene) se volevo che fosse
preso in considerazione.
A quel punto interruppi i rapporti. Non
avevo ancora deciso di uscire definitivamente, ma volevo aspettare un po'
e staccarmi dall'ambiente per poter giudicare a mente serena.
Z. intanto continuava a studiare. Seguì
l'intera faccenda e ne rimase piuttosto turbato, ma continuava a dirmi
che si trattava dell'organizzazione, che probabilmente c'erano più
imbecilli di quanto si pensasse ma la "tech" funzionava, era meravigliosa
ecc. e lui sarebbe andato avanti.
Io non sapevo bene che fare, ma alla fine
preferii rimanerne fuori per un po'.
Un paio di mesi dopo Z. andò a Copenhagen
per "attestare" lo stato di Clear, uno dei traguardi più importanti
e più enfatizzati dell'intera operazione.
Ero molto felice per lui, pensavo che così
avrei avuto un elemento in più per decidere.
Z. mi aveva telefonato dopo aver attestato
Clear, ma era stato piuttosto vago. Praticamente non volle dirmi niente.
L'andai a prendere alla stazione la sera del suo arrivo.
Non disse una parola, solamente che era
Clear.
Da quel momento, nonostante avesse acquistato
già ulteriori corsi preparatori per OT, interruppe tutti i rapporti
con Scientology.
Nel giro di poco tempo ne eravamo fuori
entrambi.
Con perplessità, sensi di colpa
e senza voglia di parlarne.
Z., nonostante le mie ripetute domande,
non volle mai dirmi che cosa era successo a Copenhagen.
Un paio d'anni fa sono entrato in Rete
e per puro caso ho trovato informazioni su Scientology non provenienti
dalla 'chiesa'.
I media sono assolutamente assenti, in
Italia non ci sono libri sull'argomento e i pochi accenni sono troppo vaghi
e superficiali. Notizie comunque molto irreali per chi ha vissuto l'esperienza.
Ma in rete finalmente c'erano ex che parlavano,
e lo facevano con cognizione di causa.
Mi si è schiuso un universo, cose
che all'epoca non avrei mai immaginato, cose di cui non sapevo assolutamente
niente come l'RPF o il contenuto dei Livelli OT, - che se avessi conosciuto
prima mi avrebbero tenuto alla larga da Scientology e dalla pseudo filosofia
Hubbardiana, mi avrebbero risparmiato un sacco di soldi e di tempo. Scientology
mi aveva dato sì momenti di benessere, ma assolutamente effimero.
Scientology mi aveva dato invece ulteriori squilibri, incertezze, sensi
di colpa che non mi appartenevano, profonde crisi d'identità che
avevo faticato, in seguito, a risolvere.
Ho letto cose che combaciavano perfettamente
con le mie esperienze e davano un nome preciso all'enorme massa di contraddizioni
che avevo vissuto sulla mia pelle, allo squilibrio interno che avevo vissuto.
Devo dire che il primo impatto con le informazioni
critiche fu piuttosto strano. Sulle prime liquidai tutto come "bugie",
"falsità scritte da chi in realtà non ne sapeva nulla", proprio
come alcuni articoli critici che avevo letto sulle riviste italiane all'epoca
dell'inizio dell'istruttoria milanese (quando io ormai ne ero fuori).
Continuavo a comportarmi secondo gli insegnamenti
di Hubbard.
Dopo più di dieci anni il condizionamento
continuava a farsi sentire.
Ma ormai la porta era aperta e continuai
a leggere tutto quello che trovavo, in modo particolare il racconto di
Monica Pignotti "Le Mie Nove Vite in Scientology", uno spaccato preciso
del baraccone messo in piedi da Hubbard.
E poi ancora i saggi di Jon Atack, interessantissimi,
e "The Road To Xenu" di Margery Wakefield e via via tutto il resto.
Ritengo che per ex Scientologist queste
letture siano fondamentali per capire che cosa ci è veramente successo.
Per capire come siamo stati manipolati, usati e sfruttati, per capire veramente
la portata e la pericolosità di tutta l'operazione, al di là
dell'evidente frode finanziaria.
Per capire l'inganno, l'auto-inganno, il
controllo mentale che viene usato, quali sono i target di organizzazioni
del genere. E per rendersi conto, tutto sommato, della fortuna che abbiamo
avuto noi che ne siamo usciti senza troppi danni, se non materiali.
Ma le persone come B., emotivamente instabili?
Che danni può produrre Scientology
su chi è emotivamente instabile?
A che livello di sfruttamento umano e finanziario
può arrivare? A che livelli di abuso psicologico?
Penso che basti leggere qualche testimonianza
di ex membri della Sea Org per rendersene conto.
Quando ho cominciato a far avere a Z. i
materiali reperiti in rete la sua prima reazione è stata di rifiuto
netto, ancora più forte del mio. Addirittura è arrivato al
punto di dirmi di non parlargliene più. Dopo più di dieci
anni, dopo l'esperienza infelice ancora rifiutava le critiche.
Ma io, ora, avevo bisogno del confronto.
Avevo bisogno di riparlarne una volta per tutte, di analizzare i sistemi
usati, di vedere se le critiche potevano o no essere credibili. E alla
fine l'abbiamo fatto e ci siamo resi conto della portata dell'intera operazione,
e di quanto l'esperienza continuasse a condizionarci nonostante avessimo
da tempo realizzato che Scientology non era quello che diceva di essere.
Nonostante ci avesse deluso continuavamo forse a nutrire la speranza che
fosse vero, che ci fosse un fondo di verità non so come spiegarlo,
forse a causa del benessere provato dopo l'auditing.
È stato a quel punto che Z. mi ha
raccontato che cosa era successo a Copenhagen: durante l'auditing dell'"accertamento
di Clear", si era reso conto che si trattava di una buffonata, di una presa
in giro. Questa "cog" (realizzazione) gli aveva causato i cosiddetti "Fenomeni
finali" del procedimento, e aveva attestato lo stato di clear (pulito,
liberato).
L'esaminatore che doveva controllare all'e-meter
e certificare la cosa parlava poco italiano, e sapeva giusto le quattro
parole di circostanza.
Alla domanda "Come Va?" Z., sfoderando
il suo più smagliante sorriso, aveva risposto "Benissimo, gran faccia
da culo pezzo di merda, andate affanculo."
"Bene, grazie, il tuo ago è libero".
Nonostante questo, nonostante l'evidente
delusione e disaffezione, se così si può dire, aveva continuato
a razionalizzare dicendosi che Scientology non aveva funzionato "su di
lui" ma che "si trattava di una cosa molto potente gestita da imbecilli"
e non ne aveva mai parlato in termini negativi.
Abbiamo dovuto aspettare Internet per capire
completamente Scientology e Hubbard e, come tanti prima di noi, dire "se
solo avessimo saputo."
Vi ringrazio per il lavoro che state facendo,
e ringrazio tutti quelli che hanno avuto il coraggio di sfidare la potente
organizzazione di Scientology - e le molestie per cui si è resa
famosa - pur di continuare a diffondere informazioni.
Spero che altri ex Scientologist italiani
sentano l'esigenza di raccontare la loro storia, la loro esperienza in
prima persona e di dare il loro contributo.
Da noi se ne sa ancora troppo poco e le
iniziative come la vostra sono preziose in un'epoca di scarsi valori e
di rinascita di quei fenomeni New Age che quelli della mia generazione
hanno già vissuto, e da cui sono usciti con le ossa rotte facili
prede di avvoltoi senza scrupoli che fanno leva sul bisogno interiore e
legittimo di migliorarsi e di cercare risposte e serenità.