In ottemperanza al provvedimento 08/05/2014 Garante per la protezione dei dati personali, si avvisa il lettore che questo sito potrebbe utilizzare cookie per fornire servizi e per effettuare analisi statistiche anonime. Proseguendo con la navigazione si accetta l'uso dei cookie.
Il mito del "Non io": Orwell e la Mente

di Margaret T. Singer, Ph.D.

Tratto da: "IDEA una tavola rotonda dedicata alle discussioni delle idee", 19 gennaio 1996.

Traduzione a cura di Martini, dicembre 2003

 
Owell, come altri prima di lui, ad esempio Defoe, Zamyatin, Huxley e Jack London, ha scritto sulle "utopie negative". Si trattava di luoghi in cui le capacità umane più importanti per ragionare in modo creativo, scientifico e compassionevole venivano gradatamente limitate fino ad essere soffocate del tutto. Non solo in "1984", ma anche nel suo saggio "La politica e la lingua inglese", Orwell enfatizzava il potere delle parole. Le parole rappresentano i pensieri, e senza la capacità di esprimere quei pensieri si perde la capacità di accedere ad essi.

Altri scrittori prima di Orwell avevano profetizzato governi centrali che utilizzavano tortura, droghe e misteriose tecniche esoteriche come temuti metodi con cui poter controllare l'uomo. Il genio di Orwell fu di intuire che la combinazione di tecniche sociali e psicologiche è più semplice, efficace e a buon mercato che il metodo coercitivo del tipo "pistola-alla-tempia". La persuasione sociale e psicologica, inoltre, attirerà meno attenzione rendendo perciò più improbabile una pronta e facile mobilitazione dell'opposizione da parte di chi viene manipolato. Orwell rifletteva sul fatto che se un governo potesse controllare tutti i media e i mezzi di comunicazione, costringendo così i cittadini a parlare un gergo controllato politicamente, esso sarebbe stato in grado di soffocare il pensiero indipendente. Se fosse stato possibile controllare il pensiero allora si sarebbero potute prevenire le azioni ribelli contro un regime.

Diversi governi totalitari controllano e censurano i media, e schiacciano i dissidenti. Forse qui e altrove nel mondo, in modo ancora più sinistro e sottile, esistono mini versioni del Grande Fratello, della Neolingua e della Polizia del Pensiero di Orwell. Dall'inizio degli anni '70 abbiamo assistito ad una forte espansione non di governi, ma di intraprendenti gruppi indipendenti che si sono impegnati nella manipolazione della mente e nel cambiamento della personalità. Sono emerse miriadi di gruppi "new age" e "new movement" alla moda, cultistici e ciarlatani che utilizzano le tecniche orwelliane di manipolazione mentale. Tali gruppi reclutano gli ingenui, le persone sole, fiduciose e altruiste. Promettono utopie intellettuali, spirituali e di auto-realizzazione laddove i pifferai magici del passato promettevano soprattutto nuovi mondi sociali e politici. I pifferai magici della new age offrono cammini verso lo sviluppo personale, l'illuminazione e l'egualitarismo. Molti di essi sottopongono i propri seguaci a trattamenti che ottundono la mente e bloccano il pensiero, e soggiogano la libera volontà in un contesto gerarchico rigidamente imposto.

Così come quasi tutti i soldati pensano che i proiettili colpiranno soltanto gli altri, a quasi tutti i cittadini piace pensare che la loro mente e i loro processi mentali siano invulnerabili. "Gli altri possono essere manipolati, ma io no", dichiarano. Alla gente piace pensare che i propri valori, opinioni e idee siano inviolati e totalmente auto regolati. Possono ammettere malvolentieri di essere leggermente influenzati dalla pubblicità. Oltre a quello, vogliono conservare il mito secondo cui gli altri sono deboli e facilmente influenzabili, ma loro sono risoluti e determinati. La gente è legata alla fantasia secondo cui i manipolatori affrontano apertamente, intimidiscono e costringono il prossimo a fare ciò che essi vogliono. Si immaginano un Grande Fratello in divisa e stivali che punta la pistola alla testa costringendo le persone a cambiare le proprie convinzioni, a modificare la propria personalità, ad accettare nuove ideologie loro malgrado. Orwell attinse alla saggezza della storia: gran parte della manipolazione avviene infatti in modo sottile e occulto. Orwell immaginò l'evoluzione, insidiosa ma riuscita, di un manipolatore di menti e opinioni. Esso sarebbe apparso con le sembianze di un Grande Fratello sorridente e apparentemente benevolo. Ma invece che un solo Grande Fratello, nel mondo attuale stiamo assistendo all'operato di intere schiere di Grandi Fratelli.

La previsione di Orwell non si è totalmente avverata, e forse non si avvererà mai, grazie alle mirabili proprietà che la mente umana conserva quando è lasciata libera di ragionare. Ma le sue idee servono da monito sulla misura in cui il pensiero può essere manipolato.

Il mito dell'invulnerabilità della mente deve essere continuamente rimesso in discussione per evitare l'avverarsi di una realtà orwelliana. Esaminando soltanto gli ultimi cinquant'anni, il mondo ha conosciuto numerosi esempi della misura in cui le persone possono essere influenzate. Diversi di quegli esempi sono stati fenomeni nati in California.

Gli anni '30 hanno visto le purghe staliniane, alla fine degli anni '40 il mondo è stato testimone dei programmi cinesi di Riforma del Pensiero e di come essi abbiano cambiato credenze e comportamento della nazione più grande del mondo. Gli anni '50 hanno portato la guerra di Corea e l'intenso indottrinamento operato dai carcerieri nord coreani sui prigionieri di guerra delle Nazioni Unite, mostrando la portata del tentativo di conquistare convertiti alla propria causa politica. Più tardi in quello stesso decennio il Cardinale Mindszenty, capo della Chiesa Cattolica d'Ungheria e uomo di tremenda forza ed energia personale, saldezza di convinzioni e fede in Dio, finì per essere talmente manipolato e trasformato dai suoi carcerieri russi che - come avevano fatto le vittime delle purghe degli anni '30 - confessò il falso e accusò falsamente i suoi colleghi. Nell'analizzare l'esperienza di manipolazione e trasformazione subita, in seguito scrisse nelle sue memorie: "Senza essere consapevole di ciò che stava accadendo, ero diventato un'altra persona". Questi estremi di manipolazione sociale e psicologica di pensiero e condotta sono stati spesso ignorati dagli americani, poiché quegli eventi accadevano molto lontano da noi e potevano essere liquidati come semplice propaganda e azioni politiche straniere. Questo modo di pensare si basa sul mito del "non io, non a me" - "a casa nostra certe cose non possono certo succedere".

Poi abbiamo dovuto prendere coscienza di precisi eventi che stavano accadendo in California, e renderci conto che quegli estremi di influenza e manipolazione erano possibili anche qui. Charles Manson manipolò una banda di giovani della classe media fino a farli convincere e credere alla sua folle visione di "helter-skelter" [confusione, discesa a spirale] e, sotto la sua influenza, essi commisero atroci omicidi multipli. In seguito Patricia Hearst, vittima di un rapimento, fu abusata sia psicologicamente che in altri modi da un gruppo di rivoluzionari cenciosi della Bay Area. Per ottenere la sua obbedienza usarono sia metodi di manipolazione mentale orwelliana, che la classica "pistola-alla-tempia". Poi, nel 1978, Jim Jones manipolò 912 persone fino al più eclatante episodio di omicidio-suicidio di massa della storia. Da allora, il mondo ha visto altri leader cultistici come David Koresh in Texas, Luc Jouret con seguaci in Canada, Francia e Svizzera indurre i loro seguaci alla morte. Centinaia di altri leader cultistici hanno raccolto molti più seguaci di quanto avesse fatto Jones, promettendo nuove utopie psicologiche e spirituali. Essi hanno avuto successo combinando vecchissime tecniche di persuasione psicologica e sociale a un approccio morbido degno dell'atmosfera di Madison Avenue. Poiché gran parte dei loro seguaci erano poveri o giovani, si è dato poco credito ai rapporti di ex membri, famiglie e amici che raccontavano gli effetti delle tecniche di manipolazione usate da quei gruppi. Il rappresentante del Congresso Leo Ryan comprese i fenomeni manipolativi che gli venivano descritti, e perse la vita nella giungla della Guyana mentre indagava su come Jones avesse potuto "legare le menti" dei suoi seguaci.

Se George Orwell fosse vivo rimarrebbe affascinato dalla varietà di situazioni in cui, al giorno d'oggi, vengono utilizzate tecniche di manipolazione del pensiero e di "cattura della mente". Il suo genio si focalizzò su come il linguaggio, e non la forza fisica, poteva essere usato per manipolare la mente. In realtà nelle scienze comportamentali esistono evidenze sempre crescenti che dimostrano che un Grande Fratello sorridente ha più potere di influenzare il pensiero e la capacità decisionale di una persona visibilmente minacciosa. Come dicono le ultime parole del profetico libro di Orwell, "Egli amava il Grande Fratello".

Margaret Thaler Singer, Ph.D.
Professore Emerito Aggiunto, Facoltà di Psicologia

University of California, Berkeley

Copyright 169; 1996 Margaret Thaler Singer, Ph.D.

 
 
 
INDICE
 
 
 

Copyright © Allarme Scientology. L'utilizzo anche parziale dei materiali di questo sito - testi, traduzioni, grafica, immagini, digitalizzazione e impaginazione - con qualsiasi mezzo e su qualsiasi supporto, non è consentita senza il preventivo consenso scritto del gestore del sito. Per richieste e chiarimenti contattare: allarmescientology@email.it