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Scientology, psichiatria, psicofarmaci e Ritalin

Traduzione a cura di Martini, febbraio 2007

 
Vai all'articolo di riferimento: "Le campagne anti-Ritalin e anti-psichiatria".




Scientology vs. Scienza

La psichiatria, dice la chiesa di L. Ron Hubbard, è responsabile del nazismo, delle sparatorie nelle scuole e anche delll'11 settembre.

Di Andrew Gumber, L.A. Citybeat, 12 gennaio 2006.

Ancora prima di cominciare a scrivere questa articolo e indipendentemente da ciò che scriverò, so già che rimprovererò gli scientologist, e lo so perché l'ho già fatto in passato. mostra CCDU

Alcuni giorni fa ho visitato il loro nuovo museo anti-psichiatria di Hollywood convinto, giustamente, che avrebbe offerto un interessante spaccato sul modo di pensare di un'organizzazione notoriamente votata alla ritrosia. Ma con un titolo come "Psichiatria: Industria di Morte" questa volta non vi sarebbe stata ritrosia alcuna sulle sue convinzioni.

Circa a metà strada della lunghissima parata di video e cartelloni - dopo essere stato informato del "progetto universale" ordito da sempre dalla psichiatria per dominare il mondo, dopo la lezione sul ruolo centrale di Adolf Hitler nel rendere realtà quel progetto, ma appena prima del tabellone che accusava la psichiatria della morte di Ernest Hemingway, Del Shannon, Billie Holiday, Kurt Cobain, Spalding Gray e di quasi ogni altra stella dell'intrattenimento non deceduta per cause strettamente naturali - un uomo con camicia grigia e cravatta in tinta mi si è avvicinato nella semi oscurità prendendomi da parte.

L'ho riconosciuto: era lo stesso che stava alla reception quando ero entrato nel palazzo e aveva accolto le cinque o sei persone entrate con me, consegnandoci le cuffie audio. Aveva anche dato una risposta davvero particolare a un passante che chiedeva se si pagava per entrare: «Entrare non costa nulla» aveva detto con voluta enfasi. Non ero riuscito a trattenermi dal commentare: «ma riuscire ad uscire è tutt'altra cosa», ma mi ero subito pentito della battuta.

«Ho visto che sta prendendo appunti» mi ha detto severamente. «È forse un giornalista?». Gli ho risposto che lo ero e gli ho dato il nome del mio giornale. Ha replicato che andava bene ma avrebbe gradito che, all'uscita, scambiassi due parole con l'addetta stampa del museo. Anche l'addetta, una donna magra e asciutta di nome Marla Filidei, aveva poi fatto un paio di rapide incursioni nella mostra. Quando alla fine io e la mia compagna ci siamo seduti con lei nella sala conferenze, ci ha chiesto che cosa pensassimo dell'esperienza.

Dopo un paio di minuti era chiaro che non le interessava minimamente conoscere la nostra opinione su come fosse stata allestita la mostra - il modo in cui avevo deciso di interpretare la sua domanda - ma ci stava bombardando di ulteriori osservazioni sui mali della psichiatria. Le ho risposto che non ero uno scienziato e non mi interessava sostenere una discussione dettagliata su benefici o rischi di farmaci che alterano l'umore; d'altra parte nemmeno lei era una scienziata e la Chiesa di Scientology non era assolutamente nella posizione di pronunciarsi su questioni mediche. La cosa l'ha chiaramente irritata, tanto che appena rientrato a casa ho trovato una sua e-mail in cui mi diceva che il nostro incontro «era stato il più bizzarro che avesse avuto con un giornalista negli ultimi 10 anni», e fondamentalmente mi redarguiva per non avere voluto ingaggiare una discussione che lei era evidentemente ansiosa di sostenere.

Nulla di tutto questo dovrebbe sorprendere chi abbia seguito i recenti scoppi di ira dell'über-scientologist Tom Cruise - la serie di stupidaggini rivolte a Brooke Shields dopo le sue dichiarazioni pubbliche sulla depressione post-partum che l'aveva colpita, o lo scontro avuto con Matt Lauer a proposito di Ritalin quando l'attore si è auto proclamato esperto di storia della psichiatria e si è reso stupido tanto quando fece saltando come un matto sul divano di Oprah. L'approssimazione di quelle argomentazioni anti-psichiatriche è intrisa di una spessa patina di paranoia. E non basta che gli scientologist esprimano il loro odio quasi patologico per la psichiatria in ogni sua forma, devono anche pensare di essere perseguitati per le loro credenze.

Le premesse della mostra assomigliano un po' alla trama di Angoscia, il vecchio film con Ingrid Bergman: gli psichiatri sono praticamente l'incarnazione del personaggio di Charles Boyer che, per i suoi scellerati scopi personali, fa di tutto per far credere alla moglie di essere pazza quando in realtà è perfettamente sana. Vengono fatti continui riferimenti alle "vittime della psichiatria", alle "cavie umane inconsapevoli" della professione, ai suoi tentativi, del tutto privi di scrupoli, di "drogare in massa milioni di persone". E qual è la motivazione dietro a tutto questo? In realtà sono due: il controllo, naturalmente - il desiderio della dominazione mondiale dettata dal "progetto universale" della psichiatria - e il denaro, l'opportunità di raggranellare somme enormi creando e perpetrando la miseria altrui.

Sotto certi aspetti la psichiatria è un bersaglio facile: si va dalla terribile crudeltà delle istituzioni mentali vittoriane che facevano pagare il biglietto per potere entrare e farsi qualche risata alle spalle degli idioti lì ricoverati, al movimento eugenetico, che ebbe davvero influenze sul nazismo (e sui segregazionisti del Jim Crow South), fino a tutta la storia controversa della terapia elettroconvulsiva e della lobotomia. Al giorno d'oggi si possono sollevare moltissime critiche legittime contro lo smodato potere dell'industria farmaceutica e dei i suoi lobbisti, sull'eccesso di prescrizioni di tranquillanti e modificatori dell'umore come il Prozac o il Ritalin, esiste davvero una casistica documentata di effetti collaterali preoccupanti, a volte letali, che emergono molto dopo che la FDA ha approvato un farmaco, e così via.

Ma una cosa è affermare che in campo psichiatrico si sono verificati abusi, un'altra, e ben diversa, è dire che la professione stessa è malvagia. Il museo dell'"Industria della Morte" si spinge ancora un passo oltre sostenendo niente di meno che la psichiatria è responsabile di tutte le malvagità del mondo. È la psichiatria la vera chiave per comprendere Hitler, non il nazionalismo estremo ("nessun uomo nella storia è stato più importante per il sogno psichiatrico di dominazione mondiale..."). È la psichiatria la vera responsabile del collasso degli standard educativi degli Stati Uniti, non la mancanza cronica di fondi; ed è colpevole anche dell'aumento dei premi assicurativi delle polizze sanitarie. Dietro la recente esplosione di sparatorie nelle scuole c'è la psichiatria, che è responsabile anche dell'11 settembre. «I kamikaze sono... assassini costruiti grazie alle droghe e ai metodi psicopolitici» si legge su uno dei cartelloni. «Accurato indottrinamento e trattamento psichiatrico possono far sembrare razionale anche l'atto più barbarico».

È difficile parlare degli errori fattuali di tali affermazioni (anche se la prego signora Filidei, se lo scriva: il vice di Osama bin Laden, Ayman al-Zarkahiri, non è uno psichiatra ma un chirurgo pediatrico) quando le affermazioni stesse sono caratterizzate dalla lampante mancanza della ben che minima corroborazione fattuale. È l'armamentario classico della teoria paranoica del complotto: prendi ogni minimo fatto negativo su cui riesci a mettere le mani, scarta qualsiasi cosa puzzi di positivo, mischia il tutto e combinalo in qualcosa di più grande che sommi tutti i suoi componenti. E improvvisamente gli psichiatri diventato tutti dei demoni, il loro manuale diagnostico una bufala colossale, dall'inizio alla fine; non esiste giustificazione alla teoria che squilibri chimici provochino problemi di natura mentale; il Ritalin non è mai la cura adeguata, né per i bambini, né per gli adulti; in realtà non esiste nemmeno, in primo luogo, una cosa chiamata malattia mentale.

Queste sciocchezze potrebbero essere divertenti se non avessero anche un'influenza perniciosa. Il ricevimento di inaugurazione del museo, poco prima di Natale, era affollato di star, a cominciare da Anne Archer, Jenna Elfman e gran parte del gotha scientologico di Hollywood. Il museo non ha badato a spese, un astuto esercizio di propaganda destinato a una platea quanto più vasta possibile. E come recitava il raccapricciante slogan di reclutamento del video finale, «Sarai al sicuro fino a quando noi siamo qui».

Nella nostra epoca sempre più anti-razionale l'assalto degli scientologist alla psichiatria prende posto accanto al movimento anti-Darwin, al movimento anti-effetto serra globale e, in realtà, al disprezzo generale dell'amministrazione Bush verso fatti scientificamente comprovati. E tutto questo deve essere vigorosamente denunciato, come tutto il resto. La mia compagna ha probabilmente detto giusto quando, nell'uscire dal museo, ha preso a passeggiare su e giù davanti l'ingresso scandendo: «Sto prendendo il Ritalin, e mi ha cambiato la vita!». Sul Sunset i passanti sono subito scoppiati a ridere, il miglior antidoto possibile.

Andrew Gumbel è autore di Steal This Vote (Nation Books).



Si teme il dirottamento del dibattito sul Ritalin

Di Allison Lampert, The Gazette, Canada - 8 giugno 2006

Nuove polemiche circondano il tentativo di lanciare la prima causa collettiva canadese contro il Ritalin, il farmaco per il disordine da deficit di attenzione. La causa ha già scatenato il dibattito sulla possibilità che le scuole del Quebec, sul lastrico, stiano costringendo i genitori a somministrare psicofarmaci ai figli.

Il forte coinvolgimento degli scientologist sta sollevando preoccupazioni tra i difensori delle disabilità di apprendimento, i quali temono che il legittimo dibattito sul Ritalin possa essere fuorviato dalla particolare agenda anti-farmaci del movimento. Alcuni si chiedono perché gli stessi attivisti che insistono sul fatto che i genitori vengano pienamente informati sui rischi degli psicofarmaci, discutano invece raramente la loro convinzione fideistica che maledice la psichiatria e l'uso di sostanze psicotrope come il Ritalin.

Ma il presidente dell'Associazione Nazionale dei Genitori assicura che la sua battaglia affinché siano i genitori - e non le scuole - a controllare l'armadietto dei farmaci non ha nulla a che fare con le sue convinzioni religiose. «Sono molto orgoglioso di essere uno scientologist, ma qui Scientology non c'entra» ha dichiarato il presidente della NPA George Mentis, «è una questione di consenso informato».

La petizione per la causa collettiva fa seguito alle denunce di una madre di Longueuil secondo cui l'inverno scorso il figlio è stato sospeso da scuola dopo l'interruzione della somministrazione di Ritalin e Risperdal. Il Ritalin è uno stimolante che aiuta i bambini con disordine da deficit di attenzione a concentrarsi meglio, mentre il Risperdal è un antipsicotico.

Danielle Lavigueur ha riferito che il figlio Gabriel di 12 anni doveva assumere quei farmaci come parte di un progetto educativo personalizzato messo a punto dalla scuola media St. Jean Baptiste a Longueuil. Le scuole studiano programmi educativi per spiegare nel dettaglio i bisogni degli studenti disabili o a rischio, in modo che i loro progressi vengano seguiti più facilmente.

I farmaci erano stati inizialmente prescritti per trattare l'ansia e il disordine da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) diagnosticati a Gabriel, ma avevano effetti collaterali pesanti. Nel corso degli anni, ha riferito la donna, il figlio aveva sviluppato difficoltà a dormire e aveva perso peso. In marzo, dopo che Gabriel è stato ripetutamente sospeso da scuola, un'amica le ha presentato Raphael Huppe e George Mentis, due scientologist che dirigono la NPA. Secondo Mentis, il gruppo no profit di volontariato aveva già ascoltato una cinquantina di genitori che lamentavano pressioni da parte delle scuole per somministrare psicofarmaci ai bambini. Gabriel non frequenta più la scuola da marzo, e la NPA sta gestendo la causa da 11 milioni di dollari della Lavigueur.

Mentis, 46 anni e presidente dell'associazione, sta diventando famoso come difensore dei diritti dei genitori: lo scorso mese è stato invitato a parlare alla Prince Edward Island in merito alle preoccupazioni sollevate dall'uso illecito di farmaci. Ciò di cui Mentis raramente discute, però, è il suo lungo coinvolgimento con Scientology. Ha anche scritto articoli per Freedom, una pubblicazione di Scientology [1]. Dal 1993 al 2001 ha diretto il capitolo canadese della Citizens' Commission on Human Rights [2] [Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani, CCDU in Italia [3]], con sede a Toronto, gruppo fondato dalla Chiesa di Scientology nel 1969.

Negli anni '80 il suo omologo statunitense finanziò una causa da 150 milioni di dollari per conto di una madre che sosteneva che il suo consiglio scolastico della Georgia le aveva ordinato di somministrare Ritalin al figlio, secondo quanto riferito dal notiziario TV PBS Frontline. Mentis ha dichiarato di non sapere nulla della causa statunitense, archiviata nel 1988.

Mentis ha informato la Lavigueur delle sue credenze, ma dice che solitamente non ne discute perché le ritiene irrilevanti. La causa, ha aggiunto, riguarda la scelta parentale di somministrare farmaci ai bambini - non i farmaci stessi. «Qui non stiamo parlando di psichiatria, stiamo parlando dei diritti dei genitori».

Jean Lariviere, portavoce della Chiesa di Scientology di Montreal, è d'accordo che le credenze religiose non hanno nulla a che fare con la NPA. «Non vedo perché Mentis dovrebbe sentirsi obbligato a identificarsi come membro della Chiesa di Scientology» scrive la Lariviere in una e-mail. «Sono preoccupata che tale nozione puzzi di discriminazione perché sembra che (gli scientologist) debbano essere più trasparenti dei seguaci di altre fedi o religioni».

Ma alcuni osservatori contestano che Scientology non può essere paragonata ad altre religioni perché la critica alla psichiatria e all'uso degli psicofarmaci è una parte integrante della loro fede. «Come possono (gli scientologist) essere neutrali quando le loro credenze sono anti-farmaci?» chiede Linda Aber, educatrice del capitolo di Montreal della Associazione del Quebec delle Disabilità di Apprendimento. «Non credono nemmeno che l'ADD (deficit da disordine di attenzione) esista!»

Stephen Kent, professore di sociologia alla University of Alberta, sostiene che le battaglie degli scientologist per il consenso informato sono solo un modo per screditare l'uso di farmaci come il Ritalin. «Lo scopo di Scientology è l'eradicazione della psichiatria» dichiara Kent, studioso di Scientology da oltre 20 anni. «Storicamente, uno dei molti veicoli che gli scientologist hanno utilizzato per raggiungere quell'obiettivo è stato contestare l'uso psichiatrico di una varietà di farmaci».

Nel 2005 l'attore Tom Cruise, scientologist, si guadagnò i titoli dei giornali quando nel corso di un'intervista televisiva tacciò la psichiatria di essere una "pseudo scienza" e liquidò il Ritalin come una "droga da strada". Su un forum Internet Mentis ha difeso le affermazioni di Cruise contro la replica della American Psychiatric Association, che ha liquidato come una semplice mossa propagandistica: «Alla fine, nessuna quantità di propaganda salverà la psichiatria e l'APA dalla loro inevitabile sconfitta».

Gli scientologist sostengono che l'ADHD è un disordine fasullo, inventato dagli psichiatri come strategia di marketing per promuovere la vendita di farmaci tipo il Ritalin. Per quanto riguarda la Lavigueur, la donna ha detto di non essere interessata al fatto che Mentis pratica Scientology, una fede di cui ammette di non sapere nulla. «Mi stanno aiutando molto. Davvero, non mi interessa se sono cattolici o scientologist» ha detto la mamma single di due figli. «Io sono cattolica, e il Ritalin non mi piace».

Il farmaco, il cui nome scientifico è metilfenidato, è stato messo sotto accusa per il numero eccessivo di prescrizioni da parte di medici generici, che non sempre hanno il tempo o la competenza per diagnosticare adeguatamente l'ADHD. Uno studio del 1998 del consiglio regionale della salute sugli alunni delle scuole elementari scoprì che il 12% dei bambini di famiglie a carico dell'assistenza sociale stavano assumendo Ritalin, contro il 4,5% della popolazione scolastica in generale.

Alla fine di maggio Health Canada ha annunciato che i farmaci per l'ADHD avranno ora un'etichetta speciale a causa dei rischi che comportano per pazienti con pressione alta o malattie cardiache. In Quebec tra il 2000 e il 2005 il numero di pillole stimolanti per uso pediatrico è più che raddoppiato, secondo le stime dell'IMS Health Canada che traccia i trend delle prescrizioni.

Quattro patrocinatori di disabili da apprendimento contattati dalla Gazette hanno detto che genitori avevano loro riferito di aver subito pressioni dagli insegnanti affinché i figli fossero sottoposti a test per il disordine da deficit d'attenzione. Nessuno però ricordava casi di bambini sospesi da scuola per il rifiuto di assumere farmaci come il Ritalin.

La petizione, che sarà ascoltata dal Tribunale del Quebec di Longueuil il 20 settembre, identifica tre consigli scolastici della zona di Montreal che hanno presumibilmente fatto pressioni sui genitori affinché somministrassero psicofarmaci ai figli: Marie-Victorin e Riverside sulla South Shore e Marguerite Bourgeoys nella West Island.

Riverside non ha rilasciato commenti, mentre non è stato possibile raggiungere il portavoce della Bourgeoys. François Houde, segretario generale della Marie-Victorin ha riferito di avere detto alla Lavigueur, durante un incontro del 31 marzo, che il consiglio scolastico era disponibile a togliere il farmaco dal programma educativo di Gabriel. «Non siamo noi che stiamo impedendo a Gabriel Lavigueur di tornare a scuola» ha aggiunto. «Tenere a casa il ragazzo è una scelta della madre». Ha aggiunto che la causa è stata presentata dopo quell'incontro.

Da parte sua Danielle Lavigueur dice che da quando l'ha tenuto a casa da scuola il figlio è molto più felice. Mangia e dorme bene e non torna più a casa in lacrime dopo essere stato ripetutamente sospeso. Mentis ha aiutato la sua causa mettendola in contatto con l'avvocato Alan Stein, che sta prestando patrocinio gratuito. Ha aggiunto che la NPA non riceve fondi dalla Chiesa di Scientology: «ci stiamo sostanzialmente auto finanziando».

Mentis, che lavora nel campo del marketing, ha riferito di aver deciso di fondare l'associazione lo scorso anno, quando un amico di Rosemere gli aveva detto di avere subito pressioni per somministrare Ritalin al figlio. Ha anche sollevato domande sul perché la credibilità dei gruppi dei disabili di apprendimento non sia mai messa in dubbio, nonostante alcuni di essi ricevano soldi dalle case farmaceutiche che guadagnano milioni dalla vendita del Ritalin.

Micheline Claveau, vice presidente del capitolo di Montreal della Parents aptes a negocier le deficit de l'attention, ha riferito che il gruppo di sostegno ai genitori non riceve fondi dalle case farmaceutiche. Tuttavia conferma che vi sono insegnanti - con classi molto numerose e poche risorse - che fanno pressioni sui genitori affinché cerchino aiuto medico o psicologico per bambini che potrebbero semplicemente esprimersi in modo diverso. «Abbiamo sentito casi di gente che dice "La scuola vuole che (diamo il Ritalin al bambino)". Ma poi quando telefoniamo (per conto dei genitori) le scuole ci dicono semplicemente che vorrebbero che il bambino fosse visitato da qualcuno» aggiunge. «Nessuno vuole dare farmaci ai bambini. Se tutti potessimo semplicemente prendere una vitamina e far sparire il problema sarebbe meraviglioso».


Note di Martini:

1. Si veda: http://www.freedommag.org - qui la versione italiana della rivista intitolata Diritti dell'Uomo.

2. Si veda: www.cchr.org.

3. Si veda: www.ccdu.org.

 
 
 
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