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Perché si resta in Scientology?

Riflessioni di Bryce Terence, ex staff italiano. Tratto da free.it.religioni.scientology, ottobre 2008.

 
Come ho già avuto modo di raccontare, e come ben sanno gli ex, Scientology non si presenta per quello che è. Inizialmente sembra qualcosa di simpatico da fare: sono tutti molto gentili e disponibili (forse fin TROPPO gentili) ascoltano i tuoi problemi, ti danno consigli e soluzioni, molto spesso valide.

Aggiungiamo il fatto che, inizialmente, le pratiche di Scientology offrono qualche risultato: penso all'audting di Dianetics, ad esempio, se abbiamo la fortuna di trovare come auditor una persona dalla grande empatia e buonsenso. In aggiunta a questo, Scientology ci mostra un nuovo modo di valutare le cose, un nuovo punto di vista che mette noi stessi al centro dell'universo e quindi in grado di agire con determinazione in qualsiasi settore della nostra vita, anche quelli nei quali non dovremmo in realtà avere voce in capitolo.

Non voglio commentare o giudicare la pericolosità di questo tipo di filosofia, quello che voglio far capire è che, all'inizio, Scientology può essere anche affascinante.

Dopo qualche anno, per quanto riguarda il pubblico pagante, o dopo qualche mese, per lo staff che lavora al suo interno, ecco che si alza lentamente il sipario e Scientology inizia a mostrarsi per quello che è in realtà: un "mostro" affamato di tempo e denaro. Quello che voglio sottolineare è che la mutazione non avviene da un giorno all'altro, ma in modo estremamente graduale, passo dopo passo, e viene portata avanti contemporaneamente da tre parti: 1. la dottrina; 2. la tecnologia; 3. l'etica.

Inizialmente di etica non si parla mai, se non studiando la dottrina in corsi come "integrità personale" nei quali l'etica è presentata come uno strumento meraviglioso atto a migliorare la vita di un individuo attraverso l'applicazione delle condizioni di etica.
La scrittura di Overt (atti dannosi commessi) e Withhold (atti dannosi non rivelati) è invece uno strumento magico per alleviare la tua coscienza e farti sentire meglio. Nessuno parla di "punizione", tutti parlano di "aiuto".

Andando avanti con i corsi e con la permanenza nel gruppo ecco che si attiva il meccanismo a tenaglia utilizzato da Scientology. Da una parte c'è la dottrina: studiamo i corsi con la tecnologia di studio che mira a cancellare il nostro senso critico... (infatti chi è critico verso un materiale ha parole mal comprese) nel frattempo, dopo avere studiato, impariamo ad offrire le tecniche di Scientology ad altri ed anche su di loro, se abbiamo la fortuna di essere abbastanza abili, vedremo dei buoni risultati. Nel frattempo riceviamo anche dei servizi di auditing che ci fanno avere qualche successo o qualche miglioramento e, se questi miglioramenti non ci dovessero essere... ecco che finiremo in etica.

Etica ci verrà presentata come qualcosa per aiutarci... faremo le prime condizioni... nulla di pesante, e poi torneremo sui nostri servizi.
Se siamo staff ci viene data una statistica ed iniziamo a leggere le policy di Hubbard sul funzionamento dello staff, di come dovrebbe essere etc.
Si parla del gioco del compleanno, del fatto che siamo in competizione con altre organizzazioni e quindi bisogna fare salire la statistica per vincere la competizione. Se non ci riusciamo veniamo mandati in correzione... se ancora non va bene... in etica, anche qui tutto molto tranquillo: grandi sorrisi e pacche sulle spalle (e pochi soldi).

Passa il tempo, giorno dopo giorno e le cose cambiano. Sulle prime il cambiamento è impercettibile: inizi a vedere meno sorrisi. Gli altri staff non si sforzano più di essere diversi da quello che sono e la tensione inizia a crescere. Del gioco del compleanno si parla solo nei meeting, ma il tuo superiore vuole vedere salire quella statistica, e non c'è gioco che conti. Ormai sei "a bordo" da tempo e le moine sono terminate.

Per i membri del pubblico, coloro che pagano i corsi, la stretta della morsa avviene in modo diverso, ma non meno sconvolgente. Questa volta l'addetto alle iscrizioni (reg) non si accontenta di pochi centinaia di euro. E' ora che lui paghi il "pacco clear"! I tentativi di "chiusura" che prima duravano qualche minuto e si concludevano con una stretta di mano, ora iniziano a durare ore, durante le quali la persona è letteralmente intrappolata in ufficio sino a che non mette mano all'assegno. Viene usato qualsiasi metodo: i sorrisi spariscono... si inizia a parlare di eternità ed iniziano le promesse sperticate...

Procedendo le cose peggiorano ulteriormente, ma sempre in maniera graduale... non fatevi l'idea che ci siano degli scalini, perché non esistono... direi piuttosto che si tratta di una discesa dalla pendenza quasi impercettibile.
I tuoi interessi, le tue passioni... iniziano a non avere più importanza e ad essere classificate come "cazzate wog". Non andare all'Org perché vogliamo vedere dei vecchi amici o perché ci piacerebbe andare in vacanza diventa un crimine, una cosa di cui sentirsi in colpa. Che cos'è una vaganza o una serata al bowling confronto al chiarimento del pianeta? Per gli staff il tempo non basta mai, e le statistiche non sono mai alte a sufficienza e la paga inzia a diventare un vero problema. L'ottusità regna sovrana e non importa a nessuno se un auditor che ha passato la settimana precedente ad audire tutto il giorno ora non ha nessuno da audire... la colpa è SUA perché la statistica è SUA... probabilmente è fuori etica e sicuramente non ha fatto abbastanza... Avrebbe dovuto fermarsi di notte a scrivere lettere promozionali!

La morsa si chiude ancora di più: l'ottusità cieca degli idioti (che solitamente vengono messi in posti di comando, in quanto sono i primi a perdere il proprio senso critico) la fa da padrone ed a quel punto ecco arrivare i dubbi.
Ecco che ci si ferma a pensare.
Credo accada per tutti quanti, fatte salve forse due categorie di individui che spiegherò dopo. Arriva per tutti quanti il momento in cui si aprono gli occhi e ci si guarda intorno. Alcuni lo chiamano tirare le somme, alcuni lo definiscono "risvegliarsi". Un bel momento, che può variare da persona a persona, ci si guarda intorno e si scopre che Scientology non è quella che credevamo quando ci siamo entrati con entusiasmo.
Secondo il mio parere questo momento arriva dopo i primi due anni all'interno del movimento. Ovviamente per molti arriva prima, io però sto pensando alle persone che hanno ricevuto risultati, hanno trovato Scientology valida ed hanno iniziato a praticarla con interesse.

A questo punto la soluzione più logica sarebbe quella di uscire e non fare mai più ritorno e per alcuni va esattamente così. Per altri invece si attiva un forte blocco psicologico ed emotivo ed ecco che le tre leve che sono state usate per "addomesticarci" fanno sentire la loro forza. I dati che abbiamo studiato ci dicono che, se vogliamo fuggire, forse abbiamo commesso qualche atto dannoso... forse siamo fuori etica...
Se abbiamo frequentato Scientology con assiduità di sicuro ci siamo allontanati dai nostri amici ed ora ci sembra quella la nostra famiglia... ed ora... se ce ne andassimo... cosa penserebbero gli altri di noi?

A questo punto, come in una storia a bivio, ci sono molte strade da intraprendere: il routing-form di uscita per lo staff oppure il blow per il pubblico... alcuni decidono di aspettare, altri di parlare della cosa ad etica, ma la maggioranza, secondo me, ignora i propri pensieri e le proprie considerazioni, classificandoli come entheta e prosegue il proprio cammino stringendo i denti. Potremmo chiamare un'operazione del genere come "perdere il treno" e come ben sappiamo, quando nella vita si perde il treno, non si sa mai quando si può saltare di nuovo a bordo...

Abbiamo quindi deciso di restare in Scientology... sperando magari in un miglioramento... considerando la tecnologia comunque valida, ma soprattutto ignorando la voce che ci urla dentro "fatemi uscire da qui". Possiamo ignorarla grazie ai dati che ci sono stati impartiti, ai TRs che ci permettono di mostrarci diversi da come siamo ed a fingere con gli altri... possiamo schiacciare il malessere con qualche procedimento e vivere giorno per giorno... almeno sino a quando riusciremo a non ascoltare quella voce.
E' più facile comportarsi così che affrontare le conseguenze di un nostro abbandono. Del resto abbiamo assistito ad altri che sono usciti ed abbiamo visto la loro "fine"... appesi con un foglio giallo in tutte le org, oppure adesso non frequentano nemmeno più abbandonando il loro futuro e la loro eternità... Certo, ci fa un po' ridere parlare di eternità... ma non è forse per questo che siamo entrati in Scientology? ...O forse non era per questo? La verità è che non ci si ricorda nemmeno più del perchè si è entrati.

Abbandonare adesso significherebbe dare ragione a quelli che ci avevano avvertito, ammettere di avere sbagliato davanti a tutti. E se non ci interessa il giudizio di quelli dell'org... cosa penseranno di noi i nostri amici e parenti ai quali durante il "maneggiamento pts" abbiamo raccontato i miracoli di Scientology? No... meglio restare dove si è. E così ecco che decidiamo di restare a fare Scientology.

Esistono molte tipologie di persone che sono in Scientology da molti anni. Alcuni sin dall'arrivo di Scientology in Italia, altri entrano nella sea-org e firmano per un miliardo di anni... mi piacerebbe classificarli in diverse tipologie:

1. Gli ottusi. In Scientology ne ho visti tanti. Poca cultura, poco senso critico. Sposano il verbo di Hubbard ed utilizzano le policy con i para-occhi. Le uniche persone che giustificano sono loro stessi, ma neanche sempre... devo ammettere, per essere onesti, che applicano irragionevolezza anche a loro stessi.

2. I fanatici. In ogni religione ci sono gli esaltati. Scientology non fa eccezione. Costoro citano sempre le giuste reference, dalle quali amano estrapolare dati "ad Hoc", decontestualizzati, per poter supportare i loro ragionamenti e le loro argomentazioni. E' curioso notare quanto i fanatici amino applicare l'etica pesante alle persone, se posti in ruoli di comando. Forse erano già pazzi prima o avevano determinate tendenze... ma è certo che Scientology non li ha aiutati, anzi...

3. Chi non ci crede. Ne esistono parecchi, così su due piedi potrei dirvene almeno dieci. Sono persone che sono in Scientology perché nella vita non avrebbero alcun successo, invece nella Sea Org girano con la divisa ...e comunque hanno due pasti al giorno garantiti ed un tetto sulla testa.
Oppure sono persone che sono entrate molto convinte ma ormai da troppi anni sanno che è tutto fumo e niente arrosto. Altri invece usano Scientology come buon mezzo per fare soldi e poco male se sanno che quell'assegno rovinerà il loro "amico" di turno, loro intanto si intascano la commissione. Altri sono in Scientology semplicemente da troppo tempo... ed anche se non ci credono più... beh... non riuscirebbero mai a trovare un buon lavoro fuori.

4. Chi ci crede. Sono persone che hanno ricevuto dall'auditing dei risultati miracolosi o comunque che hanno cambiato in meglio la loro vita. Una persona non può ignorare qualcosa che ha cambiato la sua vita da lì in avanti. Anche se dopo quell'occasione non ha più fatto nulla. Sono quelli che vanno avanti nonostante tutto e sperano con sincerità che quello che è capitato a loro succeda anche ad altri. Ogni tanto qualcuno si perde per strada... ma poi torna all'ovile. L'auditing, anche se raramente e su specifiche persone particolarmente sensibili a determinate procedure, può essere molto potente. Sono i pubblic che spendono e spandono cercando di correre sempre più in alto nel ponte, così come un drogato sempre in cerca del prossimo trip.

Spero di avervi dato un'idea del perché qualcuno decide di restare, nonostante tutto. Ho scritto questo "saggio" in diversi giorni e vi chiedo scusa in anticipo per eventuali errori o refusi.

Bryce

 
 
 
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