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Scientology, il processo parigino: Rundown di Purificazione

Nel corso del processo che si è concluso il 16 ottobre 2013 con la condanna definitiva di due entità Scientology francesi e di 6 suoi operatori per truffa organizzata e abuso di professione, centrale al dibattimento è stata la prescrizione di dosi massicce di vitamine, da cui è scaturita l'imputazione di abuso della professione di farmacista. Va ricordato che la pratica purificatrice scientologica fu condannata già nel 1989 dalla Pretura di Modena, ed è tutt'ora al centro del programma disintossicante Narconon della Chiesa di Scientology.

Di © Jonny Jacobsen, giugno-luglio 2009.

© Traduzione a cura di Simonetta Po, novembre 2013.

 
Si vedano anche gli altri articoli relativi al processo parigino:


Il processo di primo grado di Parigi analizza il programma di purificazione di Scientology, al centro delle imputazioni per abuso della professione di farmacista.

La seconda settimana del processo parigino contro sei scientologist e due organizzazioni Scientology si è aperta con il reclamo dell'imputata Sabine Jacquart, la quale all'uscita del tribunale avrebbe subito delle molestie, fatto che i suoi avvocati hanno descritto come un inaccettabile tentativo di intimidazione.

Sophie-Hélène Château, presidente della corte, si è detta dispiaciuta di tale evento, ma ha chiarito che sono state prese tutte le precauzioni affinché il processo si svolga in condizioni di sicurezza.

Gli avvocati di tutte le parti coinvolte hanno fatto appello alla calma, anche se la difesa ha fatto notare che se le cose in aula potevano svolgersi pacatamente, fuori dal tribunale l'atmosfera era tutt'altro che serena.

Morice, legale delle parti civili, ha discusso delle due facce di questa storia. Ha ricordato come durante la fase investigativa la difesa avesse messo in dubbio l'imparzialità del magistrato inquirente.

La lettera della Jacquart è stata messa agli atti e il giudice è passata all'ordine del giorno. [1] Ha così presentato il Programma di Purificazione Scientology, da cui sono scaturite le accuse di abuso della professione di farmacista.

La Château, leggendo gli atti, ha detto che lo scopo dichiarato del programma è depurarsi dalle tossine che sovraccaricano l'organismo e impediscono il progresso spirituale. Il programma implica l'assunzione di dosi massicce di vitamine e di una soluzione di calcio e magnesio nota come Calmag, fare esercizio fisico e poi trascorrere lunghi periodi in sauna. Di solito il programma dura 15 giorni.

Prima di iniziarlo, l'iscritto doveva presentare un certificato medico che confermasse l'assenza di controindicazioni. Mentre molte persone avevano riferito i grandi benefici avuti dal Rundown di Purificazione, il ricordo di altre era del tutto diverso - opinioni che, ha detto il giudice, sembravano dividere anche gli esperti. «Ma noi non siamo qui per studiare i benefici del Programma di Purificazione», ha aggiunto. «Siamo qui per discutere l'uso di queste vitamine.»

Il giudice Château ha letto alcuni estratti di una relazione presentata da un certo Dott. Pepin, biologo a cui gli inquirenti avevano chiesto di analizzare i prodotti che Aude-Claire Malton, una delle ricorrenti, aveva dovuto assumere durante il suo programma. [2]

Le vitamine erano state acquistate da un'azienda chiamata G&G, a lei raccomandata da uno dei membri dello staff del Celebrity Centre. Il pacchetto che la donna aveva ricevuto per il Rundown conteneva vitamina A, B1, B2, B3, B5, B6, B9, B12, C, D e H, oltre che magnesio, potassio, calcio, manganese, ferro, rame e zinco.

Pepin aveva concluso che fabbricazione, distribuzione e vendita di quei prodotti era generalmente riservata ai farmacisti. In ogni caso, prima di essere messi in commercio quei prodotti richiedevano il nullaosta delle autorità francesi. Un rapporto preliminare dell'osservatorio francese sui prodotti per la salute, l'AFSSAPS, aveva raggiunto conclusioni simili. [3]

Questo è il motivo per cui il Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Farmacisti si è costituito parte civile.

La corte ha chiamato al banco dei testimoni la Sig.ra Elisabeth Hérail, capo degli affari legali ed europei dell'AFSSAPS, la quale ha spiegato che un farmaco può essere definito in termini di presentazione e di funzioni. In base alla legge francese, se un prodotto viene presentato come in possesso di proprietà curative o preventive, allora si trattava di un farmaco per presentazione. Se viene usato per ristabilire, correggere o modificare la condizione fisiologica, allora è un farmaco per funzione.

"Un problema di dosaggio"

Il giudice Château ha voluto sapere se le vitamine sequestrate dagli investigatori nel 1999 potevano essere classificate come integratori alimentari.

Se tutti quei prodotti erano contrassegnati per uso medico, allora si trattava di farmaci per presentazione, ha risposto la Hérail. Le grandi quantità di vitamina A e E, per esempio, significavano un uso farmacologico. I dosaggi utilizzati nel Rundown di Purificazione erano di gran lunga superiori ai dosaggi normali, «È chiaro che assumere queste vitamine in quantità così consistenti può provocare effetti collaterali.»

Per esempio, solitamente i dosaggi di vitamina A assunti richiedono una prescrizione medica. La relazione della Hérail è stata appassionata: ha sorriso molto e i suoi modi verso i giudici e i diversi avvocati sono stati molto educati, ma è stata irremovibile. La difesa le ha chiesto tre volte se le vitamine in questione potevano essere considerate integratori alimentari legittimi. «È sempre una questione di dosaggio», ha risposto ogni volta.

Ma queste vitamine non potevano essere assunte come integratori alimentari legittimi? Ha chiesto la difesa. La Hérail ha risposto che, nelle società sviluppate, il consumo normale di cibo non porta a deficit alimentari. «In presenza di dosaggi che superano di dieci volte la norma, è del tutto chiaro che possono modificare la funzione dell'organo», ha aggiunto.

Le due parti hanno dibattuto sulla recente giurisprudenza in merito alla questione, entrambe sembravano conoscere la materia molto bene. Ma la Hérail si è attenuta al punto fondamentale: quando in individui sani, privi di evidenti carenze vitaminiche, si ha a che fare con dosaggi di molto superiori alla norma, allora non si parla più di vitamine in quanto integratori alimentari, ma di farmaci.

Prima di chiamare il testimone successivo, il giudice Château si è fatta portare una grossa sacca di plastica che fino a quel momento era stata tenuta fuori dalla finestra dell'aula: erano le rimanenze di polveri e pillole date a Aude-Claire Malton, una delle ricorrenti, per il suo Rundown di Purificazione. Il giudice ha spiegato che la sacca era stata tenuta fuori dalla finestra perché emanava un odore molto sgradevole. Poi l'ha posata sul banco e ha chiamato il testimone successivo. [4]

Se la relazione della Hérail era stata appassionata, il suo collega Stéphane Lange, ispettore anziano della AFSSAPS, è sembrato più riservato, almeno all'inizio.

Si è piegato sul microfono e, parlando in modo stringato, è entrato subito nei dettagli tecnici. Ha innanzitutto confermato che alti dosaggi delle vitamine in questione, come per esempio la vitamina A, possono essere tossici.

S'è poi detto d'accordo con l'avvocato delle parti civili Olivier Morice che chiunque dia consigli su un trattamento che implica una tale combinazione di vitamine, dovrebbe avere competenze mediche. Morice gli aveva descritto l'esperienza della Sig.na Malton con il Programma di Purificazione: le vampate, le eruzioni cutanee. Non si trattava di controindicazioni? Ha chiesto Morice. «Tutto può avere effetti collaterali», ha risposto Lange. «Ma qualsiasi sia il farmaco, esiste sempre il rischio di intolleranza: più di così non posso dirle.»

Ma che dire di dosi da 5000 milligrammi di Vitamina A? Ha insistito Morice. «A quel dosaggio, diventa un farmaco», ha risposto il perito. E la vitamina D? «Possono esistere overdose anche della D», ha replicato.

"Ciarlataneria"

Il giudice Château ha riportato Lange sul fatto che queste vitamine venivano assunte tutte assieme. E in questo caso, che succede?

«Possono verificarsi effetti collaterali», ha risposto il perito. Ma non essendo lui un tossicologo, non poteva spingersi oltre.

Ma di sicuro, ha ribattuto un avvocato della difesa, se si assume troppa vitamina C l'organismo la elimina. «Non necessariamente», ha riposto Lange, «Può avere effetti tossici.»

Il giudice Château ha richiamato al banco dei testimoni Aude-Claire Malton, la ricorrente che aveva riferito dei problemi riscontrati con il Rundown di Purificazione. La donna aveva ordinato il pacchetto di vitamine alla G&G. Come le era stato presentato? Le ha chiesto il giudice. Era corredato di una lettera di istruzioni?

La Malton ha risposto che i prodotti le erano arrivati dentro una borsa di plastica trasparente, divisi in buste separate. Non c'erano istruzioni, solo l'elenco delle vitamine che le avevano detto di procurarsi per iniziare il Rundown. «Dovevamo prenderne alcune prima di correre, e altre prima di entrare in sauna», ha spiegato. «La responsabile della Purificazione ci dava le dosi giornaliere, che con il passare dei giorni aumentavano. Dopo alcuni giorni cominciai ad avvertire crampi allo stomaco. Lo riferii [alla responsabile] e lei mi disse che potevo prenderle in momenti diversi della giornata.»

Quindi nel pacchetto non c'erano istruzioni? Le ha chiesto il giudice Château. No, ha risposto la Malton: le avevano solo detto di portarle quando faceva il programma, ma non c'erano istruzioni su come prenderle. La donna non sapeva se tutti gli iscritti al programma assumevano le stesse dosi, ma ha detto che tutti i giorni la supervisora controllava i dosaggi presi in precedenza, poi distribuiva le compresse che aveva preparato per quel giorno. Ma, come già nel suo primo giorno di testimonianza, non era in grado di identificare tra gli imputati in aula la donna che faceva da supervisora al suo programma.

Il giudice Château si è rivolta nuovamente al farmacista Lange, che aveva ascoltato il racconto della Malton. Gli ha indicato la sacca di plastica piena di pillole e polveri e gli ha chiesto se quel tipo di imballaggio fosse normale.

«Mi sorprenderei molto se quel tipo di imballaggio fosse autorizzato», ha risposto.

E in merito alla prescrizione di vitamine, è necessaria una competenza particolare o possono farlo tutti quelli che hanno letto le istruzioni? Gli ha chiesto il giudice. «La questione non è quella», le ha risposto Lange e per un momento è sembrato che stesse per alzarsi e andarsene. Poi ha parlato di nuovo spontaneamente.

«Vuole una risposta diretta? A me sembra ciarlataneria (charlatanesque).»


Note dell'autore:

1. Nel discutere la lettera - o forse contenuto nella lettera stessa - sembrava esserci il suggerimento che anche la corte non fosse imparziale. Il giudice Château ha detto che insinuazioni di quel tipo erano "estremamente sgradevoli".

2. Si tratta probabilmente del Professore Gilbert Pepin, biologo con dottorato in farmacia e perito del tribunale di Parigi.

3. AFSSAPS: l'Agence française de sécurité sanitaire des produits de santé.

4. Quella settimana avevo un forte raffreddore e non riuscii a sentire la puzza.


***

Una cura per le radiazioni

Prima di chiamare a deporre l'imputato successivo, il giudice Sophie-Hélène Château ha riassunto l'indagine sul Rundown di Purificazione di Scientology.

Il programma, ideato dal fondatore di Scientology L. Ron Hubbard, implica forti dosaggi di vitamine, esercizio fisico (corsa) e ore in sauna. Gli scientologist del centro parigino avevano consigliato a molti iscritti al programma di acquistare le vitamine necessarie dalla G&G, che le importava dall'Olanda. Gli stessi prodotti, però, potevano essere acquistati a un prezzo inferiore in qualsiasi farmacia.

Riferendosi ai documenti agli atti, il giudice Château ha fatto notare che durante l'indagine molte delle persone sentite erano state evasive sui collegamenti che l'azienda G&G aveva con il Celebrity Centre di Parigi. Il magistrato inquirente Jean-Christophe Hullin aveva cercato di scoprire qualcosa in più sulla G&G dalle autorità olandesi, ma non avendo ricevuto risposta aveva abbandonato quella linea investigativa. [1]

La supervisora

Il giudice Château ha poi chiamato al banco dei testimoni l'imputata Aline Fabre; la donna, vestita in modo molto semplice, è sembrata tesa e nervosa. Ha risposto alle domande in modo molto stringato.

Il lavoro della Fabre al Celebrity Centre era stato anche quello di supervisione del Rundown di Purificazione, e questo è il motivo per cui è a processo per abuso di professione di farmacista.

Quando era stata interrogata dagli inquirenti aveva descritto il programma come un rituale religioso paragonabile al digiuno in altre religioni. Aveva poi sottolineato che in base alle leggi dell'Unione Europea, le vitamine e gli altri prodotti richiesti per il programma erano disponibili liberamente sul mercato in quanto sono degli integratori alimentari. Aveva negato ogni suggerimento che il Rundown di Purificazione potesse essere pericoloso. A ogni modo, aveva aggiunto, prima dell'inizio del programma era necessario un certificato medico.

Per quanto riguardava la sua esperienza personale, aveva detto che grazie al Rundown di Purificazione si era liberata da una specie di "nebbia mentale" che le impediva di pensare in modo chiaro. Aveva supervisionato centinaia di persone che, al termine del programma, si erano dette del tutto soddisfatte: era al corrente di due sole lamentele.

La Fabre ha sottolineato che il suo lavoro consisteva nell'assicurarsi che i partecipanti al Rundown seguissero le istruzioni delineate in Corpo Sano, mente sana, il libro di Hubbard. Ma il giudice Château le ha ricordato i problemi incontrati dalla ricorrente Aude-Claire Malton durante il programma, tra cui crampi allo stomaco e spossatezza continua. Ha citato anche le riserve della Malton sulle confezioni fatte in casa dei prodotti della G&G e il loro odore sgradevole, che l'avevano resa riluttante all'ingestione.

I controlli medici richiesti ai partecipanti comprendevano anche degli esami per verificare eventuali carenze vitaminiche? Ha chiesto il giudice.

«Prima di iniziare il programma tutti devono leggere i dettagli che lo riguardano, tra cui i dosaggi», ha risposto la Fabre. Inoltre, i partecipanti dovevano assicurarsi di avere dormito e mangiato bene. Della visita medica ha detto: «La persona va dal medico e gli spiega che cosa farà. Il dottore deve determinare l'assenza di controindicazioni.»

"Nessuno ha mai parlato di allucinazioni"

Quando il giudice Château le ha chiesto quale tipo di formazione avesse per svolgere il suo lavoro, la Fabre ha risposto di aver letto il libro Corpo sano, mente sana. (Ha aggiunto di avere una formazione in biologia animale, ma che non aveva nulla a che fare con il suo lavoro.)

I dosaggi assunti durante il Rundown erano gli stessi per tutti? Le ha chiesto il giudice.

Non era lei a decidere le dosi da distribuire, ha risposto la Fabre. Le indicazioni erano tutte nella tabella del libro di Hubbard, «ti limiti a seguire quella tabella.»

Ma nel caso in cui i partecipanti avessero riferito delle sensazioni di disagio? Le ha chiesto il giudice. «Se qualcuno aveva un crampo perché non aveva mangiato a sufficienza, allora ovviamente si rimediava», ha risposto la donna. «Ma nessuno ha mai riferito di avere avuto le allucinazioni.»

Il giudice Château è tornata alla questione dell'autorizzazione medica. Gli scientologist, ha risposto la Fabre, fornivano ai partecipanti un questionario, un elenco di possibili disturbi fisici da consegnare al proprio medico. Il dottore doveva allora spuntare tutti i disturbi rilevanti, tipo diabete o problemi epatici.

«Sono davvero sorpresa», ha detto il giudice. Come faceva il dottore a sapere che il partecipante avrebbe assunto dosaggi così elevati di vitamine?

Il partecipante poteva mostrare al medico i dosaggi come spiegati nella tabella del libro di Hubbard, le ha risposto la Fabre.

«Ma nel certificato medico era indicato che il medico ne aveva preso visione, che ne fosse a conoscenza?»

«Penso che il medico avesse già visitato parecchie persone che avevano fatto il programma», ha risposto la Fabre.

[Nota della traduttrice: ho fatto il Rundown di Purificazione nel 1984 a Modena. Prima di iniziare il programma mi fu richiesto un tracciato ECG e, mi pare, gli esami del sangue e delle urine (ma su questo non sono sicura al 100%). Non chiesi consiglio al mio medico di fiducia, ma mi rivolsi a quello consigliato dal personale Scientology, tale Ferruccio Chiavacci di Milano che veniva regolarmente a Modena per la visita preliminare degli iscritti al Purif. Per tutta la durata del programma, quasi un mese, non ho più visto al centro un solo singolo medico e restavo in sauna da sola per 4/5 ore al giorno. Mi fossi sentita male, nessuno se ne sarebbe accorto. Acquistavo le vitamine nelle comuni farmacie e viste le mie continue richieste, la farmacista di fiducia mi chiese che cosa stessi facendo e mi mise in guardia sui rischi di assunzioni così elevate. Quando si rifiutò di vendermi altre confezioni, cominciai a fare il giro delle farmacie. I dosaggi delle vitamine venivano comunicati quotidianamente per telefono dal supervisore, che stava a Milano, ai proprietari scientologist del centro estetico modenese che aveva messo a disposizione la sua sauna.]

E che cosa succedeva nel caso il medico avesse diagnosticato una carenza vitaminica? Le ha chiesto il giudice Château. Lei avrebbe modificato i dosaggi? «No», ha risposto la Fabre. «Decidere i dosaggi non era mio compito.»

«Non potrebbe essere pericoloso dare queste vitamine a dosaggi fissi, come lei ha detto, senza avere alcuna competenza farmacologica?», ha incalzato il giudice. La Fabre ha risposto che la decisione spettava al medico.

Il giudice Château ha poi parlato dell'esperienza di Eric Aubry. (Aubry è uno dei ricorrenti originali che in seguito ha raggiunto un accordo con Scientology e ha ritirato la denuncia prima dell'inizio del processo. Ma la sua testimonianza è rimasta agli atti.)

Nel corso dell'indagine preliminare, Aubry aveva riferito che durante il Rundown aveva sperimentato allucinazioni e episodi di delirio. La preoccupazione del giudice era che, nel suo libro, Hubbard sembrava suggerire di tener duro fino alla fine del programma. La Fabre aveva mai avuto modo di gestire quel tipo di stati allucinatori nei partecipanti?

«Non ne ho mai saputo nulla», ha risposto la donna. «Il Sig. Aubry non ha mai parlato di allucinazioni. Nessuno ha mai parlato di allucinazioni. Ma se qualcuno avesse avuto un problema del genere, gli avrei consigliato di farsi vedere dal medico.»

Che cosa poteva dire, le ha chiesto il giudice, delle difficoltà sperimentate da Aude-Claire Malton come crampi allo stomaco, vampate, estrema spossatezza? «Ricordo che la Sig.na Malton era molto contenta», ha risposto la Fabre. «Ha terminato il programma quando si è sentita liberata. Ricordo che era molto contenta, si sentiva molto leggera.»

La Fabre ci ha tenuto a sottolineare che le cinque ore quotidiane di sauna sono il massimo consentito. E, in ogni caso, «non si sta dentro per tutto il tempo.» I partecipanti sono liberi di uscire per degli intervalli fino a 30 minuti e di bere per reidratarsi.

Della sua personale esperienza sul programma, ha detto: «Ho avvertito un forte senso di liberazione.»

Ma il giudice ha continuato a insistere. Aude-Claire Malton ha raccontato che si sentiva completamente spossata. «Se si continua [in queste condizioni], non si corrono rischi di effetti negativi?»

«All'epoca non ho mai osservato questa spossatezza», ha risposto la Fabre. «All'epoca, la Sig.na Malton e il Sig. Aubry non hanno mai parlato di queste cose. Parlavano invece di un'enorme energia, che è infatti ciò che la gente prova.»

Una cura per le radiazioni

L'avvocato di parte civile Olivier Morice ha voluto sapere perché la Fabre avesse mandato Aude-Claire Malton e un'altra parte lesa da Marie-Anne Pasturel, rappresentante francese della G&G. La donna ha risposto di averlo fatto semplicemente perché era la persona a cui lei stessa si era rivolta quando aveva acquistato i prodotti per il Rundown, «perciò l'avevo in rubrica.»

E se tutte le istruzioni erano contenute nel libro di Hubbard, qual era il suo ruolo effettivo durante il Rundown? Le ha chiesto Morice. Mantenere in ordine i locali e fornire bevande a richiesta, ha risposto la Fabre. «A volte le persone devono comunicare qualcosa... perché è un programma spirituale», ha aggiunto.

Morice, esasperato, ha fatto notare che ogni volta in cui agli imputati si facevano domande sulle vitamine, cominciavano a parlare di spiritualità.

Maud Morel-Coujard, uno dei due PM, ha chiesto alla Fabre del racconto fatto da Aude-Claire Malton sul Rundown. La Malton aveva detto che la supervisora distribuiva manciate di pillole rosse, blu e gialle ai partecipanti. No, ha detto la Fabre, «si preparano le dosi da soli.» Lei si limitava ad assicurarsi che avessero tutto l'occorrente, che facessero i dovuti intervalli durante la sauna e continuassero a bere per non disidratarsi.

La Malton aveva anche raccontato come, durante la sua esperienza con il Rundown, a volte nella sauna vi fossero fino a sei persone. «Non andava bene perché l'atmosfera non era buona», aveva commentato.

La Fabre non s'è detta d'accordo. «Per me, l'atmosfera era molto buona», ha detto. Qualche volta c'erano delle discussioni, ma molto di rado. La Morel-Coujard le ha chiesto dei bambini sottoposti al Rundown. «È molto raro avere bambini», ha risposto la Fabre. Ma se un minore voleva fare il Rundown e i genitori erano d'accordo, allora potevano farlo.

Ed è indicato nel libro? Le ha chiesto il PM. No, ha risposto la donna.

C'erano stati casi in cui qualcuno era tornato senza avere l'autorizzazione medica al programma, o il medico aveva criticato il programma? Sì, ha risposto la Fabre. «Le controindicazioni sono molto rare», ha continuato, benché a volte i medici sollevassero obiezioni sulla parte relativa alla corsa.

E che margini di manovra c'erano sulla quantità di vitamine da prendere? «Se una persona ha un problema con quei dosaggi, si può aspettare qualche giorno», ha risposto la Fabre. Il PM l'ha incalzata sulla sua discrezionalità di supervisore, su quanto fosse attivo il suo ruolo sul programma. «Se qualcuno ha dei problemi, li aiuto a consultare il libro», ha risposto.

«Lei non interpreta mai?», le ha chiesto la Morel-Coujard. No, ha risposto l'altra. È vietato.

Hubbard affronta il problema dei diversi gradi di tolleranza delle persone? «È il medico a determinarli», ha risposto la Fabre. «Se si presenta un problema, la persona viene rimandata dal medico. Non spetta a me modificare alcunché.»

La Morel-Coujard le ha fatto domande sulle affermazioni di Hubbard, secondo cui il Rundown può eliminare le radiazioni dall'organismo. [2]

Sì, ha risposto la donna, «Può anche eliminare le radiazioni.» Ha poi aggiunto di avere visto i segni delle tossine eliminate dal corpo, per esempio il ricomparire della sagoma dell'abbronzatura durante le sedute di sudorazione in sauna.

François Jacquot della difesa ha ricordato alla corte che la Fabre era stata sentita su ciò che, sostanzialmente, è un rito religioso, ma che in ogni caso per iniziare il Rundown occorre un certificato medico. E mentre alcuni partecipanti avevano ordinato alla G&G i prodotti necessari, altri - almeno otto persone sentite durante l'indagine preliminare - li avevano acquistati altrove.

La Fabre ha confermato a Jacquot di essere stata supervisora del programma per 15 anni, che lei stessa lo aveva fatto e che ne aveva sperimentato personalmente gli effetti benefici. Il suo desiderio era unicamente che gli altri sperimentassero i medesimi benefici, «voglio veramente che la gente si senta bene... che raggiunga quello stato stabile che ho raggiunto io da quando l'ho fatto.»

Durante il Rundown si hanno delle vere illuminazioni, ha aggiunto. Si acquisisce consapevolezza su cose che prima non si riuscivano a capire. Ha poi descritto la sauna come un locale di 11 o 12 metri quadrati con diversi livelli di seduta, in base al calore che si riesce a sopportare.

Morice aveva chiesto se la sua cliente Aude-Claire Malton potesse essere sentita di nuovo su alcune questioni, e il giudice Château l'ha richiamata al banco dei testimoni. L'avvocato le ha quindi fatto domande sulla tabella citata dalla Fabre, quella che elencava i dosaggi di vitamine da prendere.

«Non ricordo di aver mai visto una tabella», ha risposto la Malton. Il giudice le ha chiesto quale letteratura avesse consultato per il Rundown. «Avevo un libro illustrato che spiegava il programma, ma non ricordo nessun libro con una tabella», ha risposto la donna. «La Sig.ra Fabre ci dava le vitamine e non ricordo di aver portato dei libri al medico.»

Il giudice si è chiesta su quali basi si potesse fare una valutazione corretta.

A questo punto è emerso che sebbene i candidati al Rundown fossero liberi di rivolgersi al proprio medico, molti venivano indirizzati a un dottore che conosceva molto bene il programma.

La Fabre è tornata al banco dei testimoni e Olivier Saumon, avvocato dell'Ordine dei Farmacisti, le ha chiesto se i test medici per i candidati comprendessero anche l'esame di sangue e urine. No, gli ha risposto. Quelli non erano previsti.

L'intermediaria

Il giudice Château ha quindi chiamato al banco dei testimoni l'imputata Marie-Anne Pasturel; donna molto curata di una cinquantina d'anni, sembrava sconcertata dal trovarsi in un'aula di tribunale.

«Non riesco a capire perché mi trovo qui», ha detto. La G&G le aveva proposto di fare da intermediaria e lei aveva accettato. La gente le telefonava o le lasciava un messaggio nella segreteria telefonica, e lei trasmetteva gli ordini. «Era un lavoro part-time», ha spiegato, una integrazione al suo impiego regolare come venditrice di spazi pubblicitari che le permetteva di guadagnare tra i 500 e i 2000 franchi (75-300 euro) al mese.

La Pasturel ha confermato di aver fatto lei stessa il Rundown di Purificazione e di conoscere la Fabre.

Era in possesso di qualche formazione relativa alle vitamine? Le ha chiesto il giudice. No, ha risposto. «Nessuno chiedeva mai niente, mi facevano soltanto gli ordini.»

«Quindi ha pensato che poteva vendere delle vitamine come si vendono delle patate?», le ha chiesto il giudice Château. «Io passavo soltanto gli ordini», ha replicato la Pasturel. E lei non ha mai fatto domande? L'ha incalzata il giudice. No, ha risposto.

Riferendosi agli atti, il giudice Château ha fatto notare che alcune delle pubblicità della G&G dicevano di poter curare le malattie, che i loro prodotti costituivano un "trattamento efficace". Ma in Olanda era legale, ha risposto la Pasturel.

«Ma noi siamo in Francia», le ha fatto presente il giudice. «In Olanda si può anche acquistare hashish nei coffee shop, in Francia no. Deve tenerlo a mente.»

La Pasturel ha replicato che all'epoca non aveva idea di stare facendo qualcosa che poteva essere illegale.

L'avvocato Saumon per l'Ordine dei Farmacisti le ha chiesto se non si fosse mai informata, se non avesse mai chiesto a nessuno della situazione francese. Sì, ha risposto la donna, aveva fatto qualche domanda e ha aggiunto che «per me si trattava soltanto di fare un favore a degli amici.»

«Ma era un servizio retribuito», le ha fatto presente Saumon. Sì, ha risposto la Pasturel, «ma un sacco di gente non voleva telefonare in Olanda.» Poter chiamare un numero francese li rassicurava sul fatto che non avrebbero avuto problemi di lingua: «Molte persone pensano che [in Olanda] non parlino francese.» A ulteriori domande, ha comunque ammesso che lei faceva gli ordini in francese.

Interrogata dall'avvocato Morice, ha confermato di aver cessato quel lavoro nel 1999 perché aveva pensato che sarebbe potuto diventare un problema: «Le leggi francesi sembravano confuse e non volevo correre rischi.»

Mantenendosi sulla stessa linea, il pubblico ministero Nicolas Baïetto ha chiesto alla Pasturel perché, dopo aver lavorato per la G&G dal 1993 al 1999, avesse improvvisamente cambiato idea. «Che cosa è successo che le fece rendere conto che avrebbe potuto avere dei problemi?» «Nulla in particolare», ha risposto la donna.

Dosaggi potenzialmente pericolosi

Al quinto giorno di processo, la dott.sa Véronique Brion, specialista in farmacologia clinica, è salita sul banco dei testimoni per le due parti lese, Aude-Claire Malton e Nelly Reziga. Le era stato chiesto di analizzare le vitamine date alla Malton per il Rundown di Purificazione. Dal suo punto di vista, i dosaggi erano decisamente eccessivi per rientrare nella descrizione di integratori alimentari. Presa ad alte dosi, la vitamina A poteva essere tossica. Riteneva poi che le dosi di calcio assunte assieme alle vitamine fossero potenzialmente pericolose. Non riusciva a capire come si potesse giustificare l'assunzione di vitamine ai livelli richiesti dal Rundown, in particolare perché il fabbisogno vitaminico quotidiano è ottenibile con una dieta normale.

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Aude-Claire Malton aveva riferito che durante i suoi 13 giorni di Rundown di Purificazione aveva avuto dei problemi. Secondo la Dott.sa Brion, i crampi allo stomaco, le eruzioni cutanee, la difficoltà nel dormire e la conseguente spossatezza continua lamentati dalla Malton sembravano perfettamente coerenti con quanto aveva fatto sul programma.

L'avvocato Olivier Saumon le ha chiesto un parere sul fatto che un programma di purificazione identico a quello usato in Scientology era stato istituito per i vigili del fuoco newyorkesi all'indomani dell'attacco dell'11 settembre. La difesa aveva fornito particolari teatrali sulle esperienze vissute dai pompieri durante il programma. Avevano sudato nero, blu, viola e giallo, ha ricordato Saumon. Un racconto parlava di particelle di sabbia uscite dagli occhi di un soggetto.

Saumon, che rappresenta il consiglio Nazionale dell'Ordine dei Farmacisti, parte civile nel caso, non era chiaramente in cerca di un appoggio entusiastico.

Che cosa pensava la Dott.sa Brion di questi racconti? La dottoressa è sembrata a disagio. Come scienziata le era difficile esprimere giudizi o analizzare un fenomeno che non poteva controllare, ha risposto. Non aveva però mai sentito parlare di fenomeni come quelli descritti. Tuttavia, è vero che le vitamine possono modificare il colore delle urine, perciò forse quei racconti non erano così sorprendenti.


Note dell'autore:

1. Dalla testimonianza seguente si è appreso che la G&G è un'azienda inglese con sede a East Grinstead, la cittadina più vicina alla base Scientology di Saint Hill. È stata fondata da David e Sheila Gaiman, scientologist veterani. (http://www.gandgvitamins.com/)

2. Se il pubblico ministero ha citato un riferimento, me lo sono perso. Ma Hubbard fece tali affermazioni in Tutto sulle radiazioni, un libro del 1957. In esso dava anche la formula per una miscela vitaminica chiamata Dianazene, di cui scrisse:

Il Dianazene riaccende fino alla loro eliminazione le radiazioni, o ciò che pare essere radiazione. Alza a vari livelli la resistenza di una persona alle radiazioni. Gli ho visto accendere ed eliminare il cancro della pelle. Un uomo che non pareva particolarmente predisposto al cancro della pelle (aveva solo qualche verruca) prese il Dianazene. Tutta una guancia divenne una massa cancerosa. Continuò a prendere Dianazene e dopo un po' gli sparì tutto. Mi trovavo di fronte ad un potenziale caso di cancro che avrebbe potuto verificarsi.

C'è un altro caso di una persona che aveva una lieve colite che gli dava fastidio di tanto in tanto. Dopo aver preso il Dianazene cominciò a sanguinare dall'intestino. Continuò a prendere questo preparato ed alla fine non aveva più la colite. Avrebbe potuto un giorno ritrovarsi con un tipo di colite letale, quella emorragica. Tutto sta nel prendere il Dianazene sino a che gli effetti dannosi non scompaiono.
["Tutto sulle radiazioni", prima ed. italiana 1980, pagg. 121-122.]

Fu sulla base di affermazioni di questo tipo che nel 1958 la Food and Drug Administration degli Stati Uniti fece irruzione nei locali di Scientology e sequestrò 21.000 pasticche di Dianazene (si veda A Piece of Blue Sky di Jon Atack, parte terza, capitolo cinque, "L'angolazione religiosa", qui in italiano.

Come più commentatori hanno fatto notare, non si "eliminano" le radiazioni con le vitamine, e non ci si cura nemmeno il cancro. Affermazioni di questo tipo non sono solo prive di fondamento scientifico, ma il passaggio sopra citato indica un'altra tendenza inquietante. Hubbard insiste nel proseguire il trattamento anche in presenza di sintomi avversi. Nel contesto dell'auditing, la versione Scientology della psicoterapia, si usa dire «il modo per uscirne è passarci attraverso». Nel caso del Rundown di Purificazione, programma gestito da personale privo di qualsiasi qualifica medica, è una chiara ricetta per il disastro.

 
 
 
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