Negli ultimi giorni di vita il Dott. Gene Denk fece ad Hubbard iniezioni intramuscolo, nella natica sinistra, di Vistaril. Il farmaco, uno psicofarmaco, viene usato per calmare i pazienti frenetici o iper ansiosi. Hubbard morì il 24 gennaio 1986, otto giorni dopo il colpo apoplettico e un giorno dopo aver firmato le sue ultime volontà e il testamento. Morì in una motor home Blue Bird del 1982 a circa cinque miglia a est di Creston, California, nel remotissimo Emanuel Camp. Le unghie delle mani e dei piedi erano lunghe e trascurate. I capelli erano lunghi, sottili e molto diradati sulla fronte.
David Miscavige in persona arrivò con documenti che richiedevano non venisse eseguita l'autopsia. In seguito, 13 fotografie del suo cadavere furono distrutte su richiesta di Norman Starkey.
Quelli che seguono sono documenti pubblici disponibili presso l'Ufficio dello Sceriffo di San Luis Obispo. Il fascicolo del coroner è il numero 8936.
RVY fu attivamente coinvolto negli eventi che circondarono la morte di Hubbard, ma solo in anni recenti ha iniziato a dubitare della versione "ufficiale" degli accadimenti del gennaio 1986. In un articolo pubblicato su alt.religion.scientology ha offerto il suo intrigante racconto dell'indagine da lui condotta sulla morte di LRH.
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LA MORTE DI HUBBARD
Con la morte di Hubbard cambiò tutto. Mi recai sul luogo del decesso (il suo ranch a Creston, nei pressi di San Luis Obispo, California) la notte stessa assieme a David Miscavige e ad alcuni avvocati. Poiché nessuno di noi - nemmeno Miscavige - era mai stato sul posto, Pat Broeker ci dette appuntamento a un ristorante lungo la strada e ci condusse al ranch. Arrivammo forse alle 4 del mattino (Hubbard era stato trovato morto verso le 8 di sera. Mi venne data la notizia alle 10, partimmo da Los Angeles verso l'1 di notte. Date le circostanze non controllavo regolarmente l'orologio).
La cosa divertente nei tentativi della setta di diffamarmi è che dicono che andai al ranch assieme ad alcuni cuochi e giardinieri. È vero. Quella notte giardinieri e cuochi furono i primi a precipitarsi, prima ancora che arrivassero le autorità e che il cadavere fosse trasferito.
Creston è il luogo dove venne inventata la storia secondo cui Hubbard era proseguito sul livello successivo di ricerca, o qualsiasi sia il modo in cui hanno presentato la sua morte nell'annuncio al mondo dato al Palladium di Los Angeles. L'event fu costruito con tanta attenzione che nessuno notò la mancanza di qualcosa di veramente essenziale, ma ne parlerò tra un momento. Durante quell'event io rimasi al ranch per trattare con i media che avrebbero potuto arrivare o telefonare. Nessuno si fece vivo e meno di 48 ore dopo vi fu l'esplosione del Challenger, lo space shuttle, che mise in assoluto secondo piano la morte di Hubbard e qualsiasi domanda seria. Io tenevo monitorate le notizie con un apparecchio via satellite, vidi l'esplosione e la riferii subito. Mentre il resto del mondo era in stato di shock, DM [David Miscavige] era felice perché eravamo stati esclusi dai notiziari. Ma quello è semplicemente il modo in cui, a certi livelli, si vede e si considera il mondo.
IL RANCH DI NEWBERRY
In seguito fui trasferito in un altro ranch di proprietà di Hubbard, a Newberry Springs, a est di Barstow in California, dove restai per un paio di mesi. Hubbard non lo aveva mai visitato (per lui era semplicemente un posto di riserva) e da quel che vedo nessuno lo scoprì mai, nemmeno i media.
Il beneficio maggiore della mia permanenza a Newberry fu che smisi di fumare. Un giorno DM, Mitoff, Pat Broeker, Mike Eldridge ed io eravamo seduti attorno a un tavolo e decidemmo tutti assieme di smettere di fumare, anche se Broeker era l'unico non fumatore del gruppo. Per Mitoff fu una vera tortura e alla fine iniziò a masticare tabacco Skoal Bandits, e a sputare in un secchio ogni volta che guidava avanti e indietro da Los Angeles. Per breve tempo anche io presi quell'orrenda abitudine. Alla fine fui il solo che riuscì a smettere, il che mi fa rimpiangere di non averci scommesso qualche soldo.
Nei mesi trascorsi tra il ranch di Creston e quello di Newberry Pat e io diventammo buoni amici. In quegli ultimi anni finali era stato l'aiuto più vicino e fidato di Hubbard, il suo confidente. Io e Pat parlammo a lungo del fondatore, a volte eravamo gli unici due residenti al ranch perciò potevamo chiacchierare mentre badavamo ai cavalli o andavamo a fare compere in città. Iniziai ad apprendere un sacco di cose sulla vita che Hubbard aveva condotto in quegli ultimi anni, mentre si nascondeva al mondo e si spostava tra le varie città sul suo Blue Bird, per poi sistemarsi definitivamente a Creston.
INIZIA LA GUERRA - CHI SOSTITUIRA' HUBBARD?
Nel frattempo stava montando la guerra per vedere chi avrebbe preso il controllo di Scientology, e Newberry fu il luogo in cui avvennero molte delle discussioni, mentre DM stava a Los Angeles o a Hemet (Jesse [2] avrà sicuramente qualcosa da dire perché fu seriamente coinvolto nell'esplosione che seguì). Nei mesi e anni successivi alcuni se ne andarono (come Jesse) o finirono sul RPF (come me).
Elemento chiave della lotta per il potere fu l'ultimo messaggio che Hubbard aveva lasciato alla truppa. Chi era nel gruppo nel 1986-87 ricorderà sicuramente l'episodio. Si trattava di un messaggio di Hubbard emesso sotto forma di direttiva Sea Org. Diceva arrivederci a tutti, augurava ogni bene e stabiliva un nuovo rango/incarico chiamato Loyal Officer [Ufficiale Leale] abbreviato in LO (il termine è preso da OT3). Pat Broeker sarebbe stato il LO1 e sua moglie Annie doveva essere il LO2, e fondamentalmente il messaggio trasferiva a loro due il management della Sea Org. E visto che la SO dirigeva Scientology, ciò significava che i due erano le figure di massimo rilievo. La direttiva non faceva alcun cenno a DM. Essa fu successivamente distribuita a tutto lo staff - con l'autorità e l'approvazione di DM - ridotta in dimensioni e sistemata in una piccola cornice con una foto di Hubbard, doveva stare sulla scrivania di ogni membro dello staff.
Nel frattempo Pat iniziò ad assumere lentamente il controllo. Mi telefonava spesso. Non si identificava mai, retaggio forse dei lunghi anni in clandestinità, diceva semplicemente «Ciao, sono io».
Non entrerò nel dettaglio della lotta di potere che sarebbe seguita perché io ero a Los Angeles e le cose succedevano a Creston, a Newberry e a Hemet (lascio che ve lo racconti Jesse, che c'era). Ma il risultato fu la vittoria di Miscavige. E, come è tipico di qualsiasi colpo di stato politico, vi fu una purga immediata, mentre consolidava il potere. Chiunque DM ritenesse essere stato amico dei Broeker veniva visto come una minaccia e spedito all'equivalente del carcere Lubayanka o della Siberia: l'RPF. E così fu anche per me. Vi restai 16 mesi, cercai di scappare tre volte.
Ma l'interessante viene adesso.
MISCAVIGE CANCELLA IL MESSAGGIO DI HUBBARD
Mentre ero sul RPF uscì una direttiva di Miscavige che diceva che il presunto messaggio finale di Hubbard che nominava Broeker a capo di Scientology era un falso dello stesso Broeker, e veniva cancellato. Quello stesso giorno Annie Broeker arrivò al RPF. Non era la Annie che avevo imparato a conoscere. Chi barcollò nel RPF era una persona totalmente scoraggiata, finita. Era pallida, gli occhi infossati e vuoti. Nessun errore. Era stata fatta a pezzi e adesso veniva gettata via nel grande bidone della spazzatura chiamato RPF. E anche lì veniva tenuta costantemente controllata, giusto per non sbagliarsi.
DUE OMISSIONI IMPORTANTI
Con la cancellazione del messaggio di Hubbard venivano ora a mancare due cose vitali che erano 100% Hubbard e 100% standard tech, ma nessuno sembrò accorgersene e se anche qualcuno se ne era accorto nessuno osava commentare. Ma, come aveva correttamente sottolineato Hubbard, le cose più difficili da notare sono le cose omesse.
Ciò che a qual punto mancava era 1) qualcosa di Hubbard indirizzato a tutti gli scientologist, un messaggio di saluto e le informazioni su che cosa stesse facendo e 2) qualcosa che trasferiva il suo hat, cioè uno dei principi base dell'organizzazione. Queste due cose erano mancate all'event che annunciava la sua morte ma con la cancellazione del messaggio da parte di Miscavige adesso mancavano del tutto, più che mai.
DOV'ERA IL MESSAGGIO DI HUBBARD?
Non serviva molta conoscenza di L. Ron Hubbard per sapere che non sarebbe assolutamente stato da lui andarsene semplicemente - soprattutto se la storia della sua dipartita per condurre ulteriore ricerca era vera - senza lasciare un messaggio. Perciò, se se ne fosse andato come era stato raccontato agli scientologist, dov'era il suo messaggio, se l'altro era una falsificazione?
Ma forse, ancora più importante, dov'era il trasferimento di hat? Non mi sto riferendo ai volumi di direttive e bollettini. Intendo qualcosa che dica "qui designo Mario Rossi come..." Davvero Hubbard avrebbe lasciato il pianeta senza passare il comando? Veramente difficile crederlo.
Oppure vediamola alla luce di uno dei principi più fondamentali di Hubbard: se non è scritto non è vero.
(Nota: il testamento di Hubbard poteva essere difficilmente interpretato come un passaggio di consegne e non era stato pubblicato come direttiva alla truppa).
Quindi la domanda diventò (almeno per quelli di noi che se la posero): se la direttiva dei LO era un falso, dov'era quella vera? Dov'erano i desideri SCRITTI di Hubbard?
MISCAVIGE NON EBBE NULLA DA HUBBARD
Naturalmente, DM non fornì mai nulla e nessuno osava chiederglielo e rischiare di essere mandato al RPF con il resto di noi. Miscavige aveva detto che si trattava di un falso, punto. Fine delle discussioni.
Per il resto della mia permanenza nella setta Pat Broeker non fu mai più nominato perché, nella setta, impari di che cosa non devi parlare. Pat divenne ciò che nel "1984" di Orwell è una non-persona. Venne cancellato dalla storia e tutti quelli che, come me, volevano sapere dove fosse finito venivano mandati sul RPF o interrogati (sottoposti a verifica di sicurezza) fino a quando non afferravano il concetto, vale a dire (secondo la direttiva della testa sulla picca) fare arrivare il messaggio al resto della truppa.
Perciò, senza uno straccio di prova SCRITTA di Hubbard e cancellando ciò che lui stesso inizialmente aveva accettato come originale, Miscavige deteneva ora il controllo, mentre Broeker era scomparso.
Vogliamo parlare di colpo di stato?
Ma tenete duro, ho altro da dire.
LEGGERE IL MATERIALE DA CAPO
Nel 1989 io e Stacy fuggimmo dalla setta e mi lasciai tutto alle spalle. Volevo semplicemente rientrare in possesso della mia vita e l'ultima cosa di cui avevo bisogno era ripensare a Scientology. Si erano presi abbastanza di me senza dovergliene dare ancora. Ma dopo un paio d'anni di decantazione Stacy ed io fummo invitati a dare il nostro contributo in casi legali e questo ci permise di maneggiare il materiale che una volta maneggiava noi. Adesso potevamo leggere Hubbard e COMMENTARE il materiale, cosa che all'interno viene severamente proibita. Era come svuotare un radiatore e vedere che cosa esce.
Mi imbattei in una copia della cancellazione del messaggio finale di Hubbard emessa da Miscavige e iniziai a discuterne con Stacy. E mentre parlavamo, cominciai a commentare le diverse piccole stranezze, ad iniziare dalla cancellazione stessa. Iniziai a ricordare altre cose che all'epoca avevo accantonato. Stavamo avendo una conversazione che nessuno nella Sea Org potrebbe avere, non più di quanto un comunista leale potrebbe criticare il cambio di potere al Cremlino, e per le medesime ragioni.
AGLI SCIENTOLOGIST VIENE SERVITA UNA "VERITA' ACCETTABILE"
Nelle settimane e mesi a seguire non riuscivo a scrollarmi di dosso gli eventi che avevano circondato la morte di Hubbard e la presa di potere di Miscavige. Le piccole stranezze presero forma come tessere di un puzzle. Mi sentivo come chi viene colpito da amnesia e cerca di recuperare la memoria... che cosa ancora dovevo ricordare? Ero al ranch. Ero lì quando il corpo di Hubbard venne portato via. Ero lì quando gli exec furono convocati al ranch e gli venne detto di organizzare un event, ma non gli dissero perché. Ero lì quando gli avvocati riferirono la sua morte, e poi si affrettarono a portare il corpo dal coroner ecc. ecc. ecc. Quindi, qual era il problema? Sì, la storia del livello più alto di ricerca era il tipo di storiella che eravamo sempre soliti raccontare alla truppa, ma non era come se stessimo MENTENDO (un po' come quando Clinton ha detto che non aveva mentito in SENSO LEGALE). Anche noi non avevamo mentito in SENSO LEGALE, giusto?
Per policy di Hubbard demmo agli scientologist una «verità accettabile» in base al «maggior bene sul maggior numero di dinamiche». E il significato, in parole povere, è che se la truppa avesse pensato che Hubbard - l'OT tra gli OT, naturalmente - non era a causa sulla vita e la morte sarebbe scoppiato il panico. Se la tech non aveva potuto aiutarlo, come poteva aiutare gli altri? Era un mito che bisognava proteggere a tutti i costi, e quella fu la storia che venne raccontata nell'annunciare la sua morte. Alimentava il mito a cui tutti volevano ardentemente credere (e manteneva intatto il flusso di denaro entrante).
LAVORARE CON LE TESSERE DEL PUZZLE
Mentre ero nella setta avevo fatto molti rapporti investigativi e alcuni dei miei migliori furono quando lavorai su alcuni dei documenti sul controllo mentale della CIA, creati con il nome in codice MK ULTRA. Quando la CIA rese pubblici quei documenti molte delle loro parti erano state bianchettate e, lavorando con un team di persone scelte personalmente da Stacy, ripassammo tutti i documenti che i media avevano ignorato perché così frammentari e così pesantemente cancellati. In uno dei dossier, ad esempio, trovammo ricevute di installazione di silenziatori su una Mercury del 1953, un piccolo motore alimentato a batteria, biglietti dell'ascensore dell'Empire State Building, pinze per il naso, la ricevuta di qualcuno che aveva partecipato a una convention della Microspy eccetera.
Pezzo dopo pezzo ci demmo da fare per dar loro un significato finché un pezzo non si incastrò nell'altro, come nella decifrazione di un codice. Scoprimmo l'esperimento e lo riferimmo alla stampa, la Operation Big City in cui (attraverso i silenziatori della Mercury) erano stati diffusi nell'aria bacilli per testare la guerra batteriologica (i biglietti dell'ascensore servivano agli agenti che salivano sul palazzo per misurare la quantità di batteri). È una storia che a Scientology piace ancora citare, assieme a diverse altre a cui ho collaborato nella mia rubrica su Freedom Mag. Da allora, nella miglior tradizione orwelliana, il mio nome è stato naturalmente cancellato.
Quando iniziai a rimuginare sulle stranezze che circondavano la morte di Hubbard mi sentii esattamente come quando ero immerso in quei documenti della CIA, pesantemente cancellati. Niente di scritto da parte di Hubbard, Broeker scomparso, il fatto che Denk (medico personale di Hubbard al momento della morte) fosse anch'egli scomparso. L'apparizione di Annie sul RPF e altre cose che avevo visto e appreso al ranch.
IL FLASH BLU
Mi colpì con prepotenza. Era ciò che Hubbard chiama il flash blu, l'illuminazione improvvisa.
Hubbard non era morto. Era stato ucciso.
Saltai sulla sedia, completamente ammutolito. In tutti quegli anni dal 1986 non avevo mai considerato quella possibilità. Anche se ero fuori da Scientology da diverso tempo e rivolgevo le mie critiche a diversi aspetti delle sue pratiche e direttive, non mi era mai passato per la mente che Hubbard potesse essere stato ucciso.
Presi un foglio e cominciai a mettere giù degli appunti, il cuore che pompava a mille, il respiro affannoso. Quella sensazione fastidiosa si era trasformata in un accesso adrenalinico che non riuscivo a spiegare.
Chi c'era al ranch di Creston quando Hubbard era morto?
Pat Broeker, missing in action.
Annie Broeker - a pezzi, sotto il loro controllo.
Due inservienti scientologist. Benché fidati per le mansioni da svolgere al ranch, mi ero comunque reso conto di quanto venissero tenuti fuori dal giro.
Gene Denk - medico personale di Hubbard (e anche mio, per inciso). Dopo la morte di Hubbard Denk era scomparso per circa un anno, il che era una delle stranezze, prima di tornare al suo ambulatorio di fronte al complesso principale di Hollywood.
Fine dell'elenco, un elenco molto breve per cui cercai di aggiungervi chi si era recato sul posto quella notte nella carovana di tre automobili che portavano a bordo DM, alcuni avvocati e un paio di noi "cuochi e giardinieri". Nessun altro.
Osservai l'elenco. Pat Broeker era l'unica possibilità, se era fuori e vivo. Per quanto ne sapevo poteva essere morto o rinchiuso da qualche parte e in uno stato mentale prossimo al budino di mele. Non c'erano altre possibilità. Se gli avessero assegnato un qualche tipo di incarico sulle linee lo avrei saputo.
IN CERCA DI BROEKER
Come avrei potuto trovare Broeker, se fosse stato vivo? Passai al setaccio la mia memoria cercando di ricordare qualche indizio che poteva avermi dato nei mesi trascorsi assieme, ma non mi venne in mente nulla. La mia tendenza a non fare mai domande sulla vita personale degli altri mi si stava ritorcendo contro. Non sapevo nemmeno qual era il suo stato di origine. Chi avrebbe potuto saperlo? Chi poteva sapere da dove veniva, o dov'era nato? Avevo bisogno di qualche indizio per iniziare la ricerca e il problema erano le misure di sicurezza che Pat usava per il suo lavoro. Mi aveva spiegato come fosse stata cancellata qualsiasi traccia di lui, per assicurarsi che nel trovare lui non avrebbero trovato Hubbard. Inoltre se Pat era fuggito era abbastanza abile da nascondersi, visto che era quanto aveva fatto per anni per nascondere Hubbard alle autorità.
Alla fine mi ricordai di un posto di cui mi aveva parlato, inviai un messaggio dicendogli di mettersi in contatto con me, ma non ricevetti risposta. Dopo alcuni mesi ne mandai un altro, e aspettai. I mesi diventarono quasi un anno e fondamentalmente avevo desistito quando un giorno squillò il telefono.
«Pronto?»
«Ciao» mi disse una voce, «Sono io».
Rimasi in silenzio.
«Pat?» dissi alla fine non senza incredulità. «Sei tu?»
«Sì», disse con quello che, ci giurerei, era un tremolio nella voce. «Come stai?»
Bella domanda.
RINDER SI SVEGLIA
Permettetemi di fare un salto in avanti, a quando stavo deponendo a Denver per il caso FACTNet. In aula era presente la solita squadra di scagnozzi, tra cui Mike Rinder, che dirige orgogliosamente il Dipartimento 20 dove vengono prodotti i bei tizi di Scientology. Rinder stava lottando in un angolo per restare sveglio mentre l'avvocato di Scientology elencava una lunga lista di nomi e voleva sapere se avessi parlato con qualcuno di loro. La testa di Rinder stava ciondolando quando l'avvocato chiese, con voce monotona: «Pat Broeker?»
Guardai Rinder, non volevo perdermi la scena.
«Sì», risposi.
Se gli avessi tirato addosso un secchio d'acqua non avrei avuto una reazione più pronta. Rinder si svegliò del tutto e mi guardò scioccato, con timore e odio. Gli sorrisi.
Le domande sul mio coinvolgimento con Broeker furono di routine; era lo stesso elenco per ogni persona che citavo ma Broeker non era routine. Dopo un po' vi fu una interruzione per la pausa dell'udienza. Da buon burattino quale è Rinder si precipitò fuori dall'aula, ovviamente per telefonare a DM (avrei assolutamente voluto vedere anche la faccia di DM). Circa un quarto d'ora dopo Rinder tornò e passò precipitosamente alcune domande all'avvocato, e la deposizione continuò. Ma non mi fecero una sola domanda su che cosa Pat avrebbe potuto dirmi sulla morte di Hubbard, nel caso ne avessero. Chiaramente non volevano che la cosa fosse messa a verbale, sotto giuramento. Lo trovai divertente, questa setta grande e potente era terrorizzata dall'argomento, per non parlare di Broeker.
Lasciate che vi dica qualcosa su Pat: sta bene, e il suo senso dell'umorismo è migliorato. Fine.
IL RAPPORTO DEL CORONER
E adesso torniamo indietro, a prima che io e Pat trascorressimo qualche giorno insieme ricordando i vecchi tempi. Ero andato a San Luis Obispo, la sede di contea dove Hubbard era morto. Un cordiale vice sceriffo mi aveva dato il rapporto completo del coroner. Scorsi le pagine e notai che nel sangue di Hubbard era stato trovato qualcosa chiamato Vistaril. Poiché la causa di morte era stata un colpo apoplettico, conclusi che si trattasse di un farmaco apposito e non mi preoccupai oltre. Diversi giorni dopo, mentre stavo studiando i documenti scritti in linguaggio specialistico, chiamai un amico medico.
«A proposito» chiesi casualmente, «Che cos'è il Vistaril?».
«È un tranquillante psichiatrico» mi rispose in due parole.
Quasi mi cadde il telefono.
«Scusami» dissi sotto shock, «che cosa hai detto?»
«Il Vistaril è un tranquillante psichiatrico, generalmente iniettato nelle natiche».
Scorsi il documento dove il coroner aveva descritto l'esame esterno del corpo di Hubbard. Lessi al mio amico la descrizione di punture da ago trovate sulla natica sinistra, sotto un cerotto. «Potrebbe trattarsi di iniezioni di Vistaril?».
«Probabilmente sì» mi rispose. «È lì che di solito si fanno».
Santa Merda, dissi tra me nel mio miglior francese.
AUTOPSIA VIETATA
Estrassi un altro documento, firmato da Hubbard. In esso si proibiva qualsiasi autopsia sul suo cadavere per motivi "religiosi", il che vincolava legalmente i funzionari di contea. DM e l'avvocato Earle Cooley lo avevano presentato al coroner per fermarlo, lasciandogli prendere soltanto campioni di sangue, che mostrarono la presenza del Vistaril.
Quindi, pensai, L. Ron Hubbard, l'uomo che dal 1950 aveva strenuamente combattuto la psichiatria e che aveva tuonato contro i pericoli di qualsiasi psicofarmaco, era morto con gli psicofarmaci nel cervello, mentre firmava un nuovo e ultimo testamento.
Anche il coroner era stato sospettoso in merito al testamento perché era stato firmato poco prima del decesso. Coincidenze del genere tendono a fare preoccupare qualsiasi coroner (mi chiedo che cosa avrebbe pensato se avesse saputo che quando Hubbard ebbe il colpo apoplettico Denk stava giocando d'azzardo al Lago Tahoe, come molti possono testimoniare. L'impressione del coroner fu che Denk stesse "assistendo" Hubbard non solo al momento della morte, ma anche quando ebbe il colpo, visto che si era trattenuto al ranch per mesi).
Mi riaccomodai sulla poltrona, cercando di riprendere fiato.
OUTPOINT? QUALI OUTPOINT?
Ok, mi dissi, vediamo se riusciamo a capirci qualcosa. Hubbard firma un testamento mentre gli stanno somministrando lo psicofarmaco Vistaril, e poi muore. Il coroner non può effettuare un'autopsia perché Hubbard aveva firmato un documento (anch'esso sotto l'effetto del Vistaril?) che la vietava per motivi religiosi. Il medico scientologist che lo stava assistendo (salvo quando era andato al Lago Tahoe, e Hubbard aveva avuto un colpo apoplettico) firma il certificato di morte come medico curante, poi scompare per un anno. Poi, anche se non ha in mano nessun pezzo di carta firmato, David Miscavige cancella l'ultimo messaggio di Hubbard e il trasferimento di hat al fido aiutante Broeker, che mette fuori gioco. Broeker scompare mentre sua moglie viene ridotta a un completo vegetale, lasciando il potere a Miscavige.
No, non c'è nulla di strano, pensai scherzosamente. Nessun outpoint, prendendo a prestito la parola che Hubbard usava per definire le stranezze.
Dovevo fare una passeggiata.
INIZIARE CON UN TITOLO
Non so di preciso quando sia stato, ma ricordo chiaramente un momento particolare in cui mi sedetti alla tastiera del computer. Sono uno di quelle che hanno bisogno delle parole di apertura dell'articolo, oppure, per iniziare, di un titolo su cui lavorare. Avevo un titolo su cui lavorare, non per un articolo ma per un libro e lo scrissi in bell'evidenza. Poi mi rilassai sulla poltrona, feci un profondo respiro e lo lessi. Il titolo diceva: "Chi ha ucciso L. Ron Hubbard?".
Mi appoggiai allo schienale e i miei occhi vagarono su ogni singola parola e lettera. Assimilai la domanda e poi le parole e le lettere, e poi ancora la domanda. Digerii addirittura i piccoli pixel dello schermo, quasi nella speranza che la risposta scivolasse dalla fosforescenza, ma non cambiò nulla. Il cursore nero continuava a lampeggiare, prendendosi quasi gioco di me. Sì, pensai, era una domanda pretenziosa ma era una domanda a cui dovevo cercare di dare risposta, se risposta esisteva.
Poi visualizzai il momento esatto per le parole d'apertura. Era la sera in cui Terri Balboa - ex Direttore Esecutivo della Author Services, Inc. e ora uscita da Scientology - mi aveva chiamato nell'ufficio di DM, mi aveva detto che Hubbard era morto e che sarei dovuto partire per il ranch.
INIZIA IL RACCONTO
Mi piegai sulla tastiera e cominciai a scrivere. Con mio grande stupore le parole e le scene sgorgavano senza alcuno sforzo. Non cercavo di fare letteratura, solo di catturare la scena.
Mentre il cursore correva sullo schermo iniziai a ricordare cosa era successo in quella notte e nei giorni che seguirono. C'era altro che dovevo farmi tornare alla mente, ma per il momento bastava. Lascia che si srotoli, dissi a me stesso. Lascia che scorra. Era come se mi stessi riappropriando di me stesso.
Smisi dopo circa sei ore, esausto e sufficientemente soddisfatto, per il momento. Ma anche allora faticai a prendere sonno, la mente che continuava a tornare al ranch, a Broeker, a DM, al RPF, al disastro del Challenger, a Newberry, all'ambulanza che portava via il corpo di Hubbard. Stavo cercando tessere di un puzzle che non aveva schema.
Come potevo in realtà trovare risposta alla domanda?
Essendo geneticamente poco incline alle teorie del complotto ritengo che L. Ron Hubbard sia semplicemente morto di malattia all'età di 73 anni, dopo una vita dissoluta e già segnata, negli anni precedenti, da un paio di infarti e da numerose malattie. Ovviamente fa specie che sul letto di morte gli siano stati somministrati psicofarmaci, ma da un lato è senz'altro un gesto di compassione verso un moribondo in stato di sofferenza, dall'altro non sarebbe né la prima né l'ultima volta che Scientology predica bene ma razzola male. Restano aperti gli interrogativi sulla sorte di Broeker, ma non deve stupire che anche in Scientology, come in qualsiasi altra struttura di potere e di capacità di generare ingenti quantità di denaro, si vengano a creare tensioni e lotte intestine per la conquista delle leve di comando. Nonostante Scientology predichi di essere l'ambiente "più mentalmente sano del pianeta", chi ha avuto modo di conoscerla a fondo non può fare altro che constatare che è un sistema umano come milioni di altri, soggetto alle stesse dinamiche che governano il resto del mondo.