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Lettere di Davide M. ai giornali 

Una raccolta di missive inoltrate ai giornali italiani dallo Scientologist di Torino Davide M..

Trascrizione a cura di Martini. Si veda l'articolo di riferimento.

 
 
 
 
 
 
Chi si fida degli psichiatri 

La Stampa, venerdì 17 Marzo 1995, pag. 22.

 
 
In questi giorni in America, precisamente nello Stato di New York è accaduto un fatto incredibile: "dopo 18 anni è stata ripristinata la pena di morte". Entrerà in vigore da Settembre e verrà eseguita con una iniezione anziché con la "vecchia" sedia elettrica.

Secondo le autorità questo è un ottimo deterrente per la criminalità che sta continuando ad aumentare. Non voglio discutere se questo potrebbe o meno essere vero dato che non sono un esperto di statistiche, quello che invece voglio sottolineare è un punto della nuova legge che mi ha lasciato piuttosto perplesso. "Dalla pena di morte saranno esentate le donne incinte, i ritardati mentali e i non sani di mente".

Probabilmente questa aggiunta "umanitaria" è passata inosservata, nessuno ha notato una cosa particolare: come si fa a stabilire se una persona non è sana di mente?

Non credo che tutti i malati di mente siano riconoscibili a prima vista perché gridano cose senza senso o saltano di qua e di là con i tipici comportamenti da "film di serie B".

Per riconoscere i malati di mente dunque ci si deve rivolgere ai cosiddetti "esperti" del campo: gli psichiatri. Ancora una volta la vita di una persona non dipende dal giudizio di una giuria sulla base di ciò che ha fatto ma dal giudizio di uomini che fino a poco tempo fa "friggevano" il cervello delle persone con l'elettroshock per "guarirle".

Non riesco a fidarmi troppo della cultura psichiatrica che ha come vessilli psicofarmaci "miracolosi" e manicomi falliti. Il Comitato dei Cittadini per i Diritti dell'Uomo ha fatto uscire centinaia di pubblicazioni di denuncia nei confronti delle cure psichiatriche che il più delle volte peggiorano le situazioni anziché migliorarle; questo per non parlare delle condizioni dei pazienti nei residui manicomiali.

In America, forse grazie al maggior "potere" dell'istituzione psichiatrica, le cose vanno ancora peggio. Anche ai bambini un po' troppo vivaci considerati "malati" vengono forniti gli psicofarmaci. Non riesco a fidarmi di persone che, anziché curare (forse non ne sono capaci), preferiscono tenere le persone "calme e tranquille" a forza di psicofarmaci. Invece, nonostante gli errori e gli orrori che si lascia dietro la psichiatria, la vita degli uomini è affidata ancora a loro, che con un "sì, è pazzo" potranno evitare la morte di un uomo o al contrario potranno condannarlo.

George Pataki, il governatore dello Stato di New York, non si è posto questi problemi, in fondo la giuria ha anche la possibilità di scegliere l'ergastolo...

 
 
Davide M. - Torino
 
 
 
 
 
 
Psicofarmaci e malattie mentali 

Il Giorno, lunedì 8 Gennaio 1996, pag. 7.

 
 
In Italia, durante le vacanze abbiamo avuto la più alta percentuale di suicidi degli ultimi dieci anni. I giornali hanno avvertito che in questi periodi nelle persone sole tende ad aumentare la depressione. Ma cosa è la depressione? È una vera e propria malattia a detta di psicologi e psichiatri, un misto di ansia, angoscia e svilimento. Sembra la malattia più diffusa di questo secolo che, se non curata (e a volte anche quando è curata), porta al suicidio. Se sulla patologia in sé si aprono interrogativi e dubbi, è sulla cura escogitata dai "luminari della mente" che questi si moltiplicano.

La verità, per stessa ammissione di alcuni psichiatri, è che nessuno sa di preciso come funzionino queste pillole ma solo che "sembrano" funzionare, e pertanto vengono usate.

Ottant'anni fa la depressione non esisteva, non c'erano gli psicofarmaci, i suicidi erano quasi inesistenti e con essi anche la Psichiatria. Certamente è qualcosa su cui pensare.
 

Davide M. - Torino
 

Il suo giudizio mi pare un po' troppo sbrigativo. Ottant'anni fa finivano e morivano in manicomio malati che oggi, grazie agli psicofarmaci, possono condurre una vita normale.

 
 
 
 
 
 
Malati, solo farmaci e elettroshock 

La Stampa, giovedì 2 Febbraio 1995, pag. 18.

 
 
Uomini nudi, come bestie. Escrementi sul pavimento, gente abbandonata, dimenticata. Corpi ai quali è stata tolta l'anima, ai quali è stato tolto ogni briciolo di umanità. Persone dimenticate, incubi di follia.

Questo è un quadro di quelli che il Comitato dei Cittadini per i Diritti dell'Uomo ha trovato durante la sua incursione nel "manicomio" di Aversa.

Per questo è stato presentato un secondo esposto alla magistratura (il primo era stato presentato nel 1993).

Ancora una volta le "incursioni" del Ccdu hanno rivelato ciò che molte persone avrebbero preferito non vedere mai.

In questi "istituti", come in molti altri, la "cura" delle malattie mentali si riduce semplicemente ad imbottire il "paziente" di psicofarmaci in modo che stia "tranquillo".

A cosa servono quindi i miliardi che ogni anno vengono dati alla ricerca psichiatrica? Per quanto ne so io, a nulla.

Si potrebbero ricoverare i malati in strutture appropriate, dove sia possibile una cura reale e non un semplice palliativo. Io personalmente mi vergogno quando sento notizie di questo genere, lasciare che questi abusi continuino significa anche esserne favorevoli. Molte delle persone ricoverate in questi "manicomi-lager" sono semplicemente persone abbandonate, senza famiglia o più frequentemente con una famiglia che li rifiuta.

Nell'antichità i malati di mente venivano uccisi o lapidati, ai nostri giorni si fa in un modo più pulito la stessa cosa: li si toglie di mezzo.

Malato di mente? Nessun problema! Abbiamo un ottimo trattamento di elettroshock che può fare al caso vostro! Vedrete, non darà più fastidio. Se non basta poi abbiamo una serie di tranquillanti che si rivelerà molto utile. Come dite? Non lo volete in casa? Va bene! Ci sono alcune nostre cliniche che, con una modesta spesa, possono...

Questo discorso che ho fatto ad alcuni può sembrare troppo grottesco ma, credetemi, per esperienza personale, non è lontano dalla realtà.
 

Davide M.

Comitato dei Cittadini per i Diritti dell'Uomo, Torino

 
 
 
 
 
 
Culti religiosi - evitiamo le persecuzioni 

La Nazione, rubrica "Dialogo con i lettori",  29 Dicembre 1995, pag. 20.

 
 
Ancora una volta è una strage a riempire le pagine dei nostri giornali.

La rabbia per quello che è successo nei pressi di Grenoble ai sedici membri del Tempio del Sole è sostituita dallo stupore e dallo sconforto.

Le motivazioni che hanno portato quelle persone a fare un gesto del genere sono e saranno incomprensibili, darsi fuoco per raggiungere la libertà è qualcosa che sfugge alla normale comprensione.

Un'altra cosa che sfugge alla comprensione sono le frasi che si trovano verso il fondo degli articoli che parlano di questa strage o nelle varie "interviste all'esperto". Frasi del tipo "bisogna controllare di più questi nuovi culti (...) bisogna attuare interventi urgentissimi" o "ci vuole una legge più severa". Da questo alla discriminazione ci vuole veramente poco. Chi paga sono poi i culti religiosi che tutti conoscono come i Testimoni di Geova, la Chiesa di Scientology, gli Arancioni, i Damanhur, che di negativo non hanno nulla se non il fatto di avere ideologie e filosofie diverse dalle religioni secolari, ma anche in questo non vi è nulla di male a meno che non si voglia negare il diritto alla libertà dì opinione.

Troppo sovente in casi come questi religioni che non hanno nulla a che fare con questi fatti vengono perseguitate e additate da persone che, con troppo fumo davanti agli occhi, fanno molto in fretta a fare di tutta l'erba un fascio.

I pericoli nel campo della religione e dell'occultismo esistono realmente, come in ogni cosa di questo mondo, ma i culti che meritano il nome di "setta" operano nell'ombra e non amano farsi vedere o farsi conoscere.

Si deve distinguere questi culti che possono risultare dannosi dalle vere e proprie religioni, spesso relativamente nuove, ma non per questo distruttive e pericolose.

 
 
Davide M. - Torino
 
 
 
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