Il regista premio Oscar per "Crash" dice addio alla setta dopo una lite sui matrimoni gay. Il testo della sua lettera al portavoce. ©Traduzione e note a cura di Simonetta Po, ottobre 2009.
MILANO - Paul Haggis dice addio a Scientology. Il regista, premio Oscar nel 2006 per la miglior sceneggiatura originale del film Crash, ha deciso di lasciare il gruppo religioso di cui faceva parte da 35 anni. L'annuncio è arrivato, nero su bianco, attraverso una lettera in cui il cineasta prende le distanze dalla posizione della setta sui matrimoni tra omosessuali. I motivi dello scontro Lo scontro è in particolare sulla cosiddetta "proposition 8", il referendum tenutosi l'anno scorso in California per mettere al bando le nozze tra persone dello stesso sesso e fortemente sostenuto da Scientology. Secondo quanto riferito dai tabloid di Hollywood la lettera sarebbe stata recapitata direttamente a Tommy Davis, che guida il centro religioso frequentato dalle celebrità a Los Angeles. Haggis accusa la setta di aver di fatto associato i suoi adepti agli estremisti cattolici. Dietro l'abbandono ci sarebbe però anche un motivo personale. Scientology avrebbe infatti chiesto alla moglie del regista, Deborah Rennard, di smettere di vedere i suoi genitori, rei di aver violato alcuni dei dogmi del gruppo.
La lettera che segue è stata pubblicata da Marty Rathbun sul suo blog, che ne aveva ricevuto copia da un destinatario terzo. Dopo averne verificato l'autenticità con il mittente, Marty ha deciso di renderla pubblica affinché l'importanza dei suoi contenuti venisse diffusa e vagliata dai lettori. Marthy spera che l'autore della missiva comprenda che renderla pubblica non vuole essere una mancanza di rispetto. È piuttosto il contrario: è il nostro profondo rispetto per la vita lavorativa e l'integrità dell'autore che ci fa credere che molte persone lo prenderanno ad esempio, altre si sentiranno giustificate, si faranno progressi nel porre fine agli abusi di cui parla la lettera.
Tommy, Come sai negli ultimi dieci mesi ti ho scritto per chiederti di rilasciare una dichiarazione pubblica che denunci le azioni della Chiesa di Scientology di San Diego. Il loro appoggio pubblico alla Proposition 8, una legge carica di odio che è riuscita a togliere i diritti civili ai cittadini gay e lesbiche della California - diritti concessi loro dalla Corte Suprema del nostro Stato - ci copre di vergogna. Ti ho telefonato, scritto e implorato affinché tu, portavoce ufficiale della chiesa, condannassi quel comportamento. Ti ho fatto notare che, in tutta coscienza, non potevo essere membro di una organizzazione che tollera la discriminazione dei gay. Nella nostra prima conversazione alla fine di ottobre dello scorso anno mi avevi detto di essere sconvolto, che saresti andato a fondo della questione e che «sarebbero volate delle teste». Avevi promesso azione. Sono trascorsi ormai dieci mesi e non c'è stata alcuna azione. Il meglio che sei riuscito a fare è stato un debole comunicato stampa con parole molto misurate in cui lodavi la chiesa [di Scientology] per la sua difesa dei diritti umani, ma che non implicava nessuna assunzione di responsabilità. Ma anche così, hai poi deciso di non pubblicarlo. Il rifiuto della chiesa di denunciare le azioni di questi fanatici, ipocriti e omofobi è vile. Non riesco a trovare un aggettivo diverso. Chi tace acconsente, Tommy. E io mi rifiuto di acconsentire. Sono entrato nella Chiesa di Scientology trentacinque anni fa. Da quando avevo vent'anni e fino alla trentina ho studiato molto e ho ricevuto molta assistenza. Anche se da anni non sono più un membro attivo ritengo che parecchio di quanto ho appreso sia stato molto utile e lo applico tutt'ora alla mia vita quotidiana. Non ho mai preteso di essere un bravo scientologist, ma ho sempre difeso apertamente e con vigore la chiesa ogni volta che veniva criticata, così come ho denunciato l'intolleranza quando ritenevo che la chiesa ne fosse vittima. Ho avuto alcuni disaccordi ma li ho sempre gestiti internamente. Pensavo che l'organizzazione - con tutti i suoi crescenti problemi - fosse la più debole. E ho sempre avuto un debole per i più deboli. Alcune settimane fa sono però giunto al punto da non saper più che cosa pensare. Avete permesso che il nostro nome fosse associato agli elementi peggiori della Destra Cristiana. Per evitare un potenziale "problema di PR" avete dato il nostro appoggio alla Proposition 8. Nonostante la chiesa parli di libertà e di diritti umani, il suo nome ora risulta nei documenti pubblici assieme a quello di chi promuove il fanatismo e l'intolleranza, l'omofobia e la paura. Il fatto che ad aprire il fuoco sia stata la Chiesa Mormone e che nessuno se ne sia accorto non ha importanza. Io l'ho notato. E sono stato male. Mi sono chiesto come la chiesa potesse, in buona coscienza e grazie all'azione di pochi e alla inazione della sua dirigenza, sostenere una legge che priva dei diritti civili un gruppo di cittadini. Era quello il mio stato d'animo mentre facevo ricerche in Internet, stato d'animo che è però cambiato quando mi sono imbattuto in uno spezzone di una tua intervista alla CNN. La clip durava forse dieci minuti - eravate soltanto tu e l'intervistatore. E ti ho sentito negare la direttiva della disconnessione. Hai detto pubblicamente che nella Chiesa di Scientology non esistevano disposizioni di quel tipo. Sono rimasto molto turbato, scioccato. Tutti noi sappiamo che quelle direttive esistono. Non devo fare ricerche per verificarlo - basta che mi guardi intorno nel mio ambito familiare. Forse ricorderai che mia moglie ricevette l'ordine di disconnettere dai suoi genitori per qualcosa di assolutamente insignificante che si dice loro avessero fatto venticinque anni prima, quando avevano lasciato la chiesa. I miei suoceri sono pensionati, sono una coppia squisita e non hanno mai detto una parola negativa su Scientology, né a me né a nessun altro che io conosca - è difficile pensare che siano dei maniaci furiosi o dei nemici della chiesa. In realtà sono stati loro a portare mia moglie in Scientology. Mia moglie, nonostante la profonda sofferenza della decisione, ha comunque troncato tutti i rapporti con loro. Io ho rifiutato di farlo. Non sono mai stato bravo a seguire gli ordini, in particolare quando li ritengo moralmente criticabili. Per un anno e mezzo, e nonostante le sue lamentele [con la chiesa], mia moglie non ha parlato ai genitori, che potevano vedere il loro nipote molto di rado. È stato un periodo terribile. Non è storia antica, Tommy. È successo un anno fa. Come puoi affrontare una cosa così grave ridendo quasi fosse una barzelletta? Come hai potuto dire pubblicamente che una cosa del genere non esiste? Nel vederti mentire con tale disinvoltura mi sono dovuto porre una domanda: su quanto altro stai mentendo? È stato in quel periodo che ho letto gli articoli del St. Petersburg Times [1], che mi hanno lasciato ammutolito e inorridito. Non si trattava di affermazioni di "esterni" che cercavano di rimestare nel torbido contro di noi. Erano accuse mosse da funzionari internazionali di vertice che avevano dedicato quasi tutta la loro vita alla chiesa. Dì di loro quello che vuoi, adesso, ma si tratta pur sempre di persone che per anni hanno difeso lealmente la chiesa, compreso Mike Rinder che ne è stato portavoce ufficiale per vent'anni. Tommy, se anche solo una piccola parte di quelle accuse sono vere, stiamo parlando di gravi e indifendibili violazioni dei diritti umani e civili. Per me crederci è ancora difficile. Ma considerando quanti funzionari di vertice hanno confermato quelle accuse è per me difficile credere che siano tutte bugie. E quando ti ho immaginato mentre mi assicuravi che erano tutte bugie, che non era altro che un infondato e feroce attacco da parte di un gruppo di dipendenti delusi, mi spiace dire che ho visto il medesimo volto che guardava fisso in camera e negava la direttiva della disconnessione. Ho udito la medesima voce che si sentiva offesa dal nostro appoggio alla Proposition 8, che mi prometteva che l'avrebbe corretta, e che poi non ha mosso un dito. Ho letto attentamente ogni tua confutazione, ho guardato tutti i video in cui presentavi la posizione della chiesa, ho ascoltato tutte le tue argomentazioni - ogni singola parola. Vorrei poter dire che mi suonavano vere, ma non è così. Mi è rimasto dentro un senso di indignazione e, francamente, mi sono sentito uno stupido. Sensazione minore rispetto allo sconcerto che ho provato nel vederti fornire alla stampa dei dettagli provenienti da confessioni [private] nel tentativo di causare imbarazzo e di screditare gli executive che avevano parlato pubblicamente. Un prete si farebbe spedire in galera piuttosto che rivelare i segreti della confessione, indipendentemente dal prezzo che dovrebbe pagare lui personalmente o la sua chiesa. È quello il tipo di integrità che pensavo che anche noi avessimo, ma ovviamente gli standard della chiesa [di Scientology] sono molto inferiori - il rappresentante delle pubbliche relazioni può rivelare alla stampa dei segreti, se il management pensa che agire così sia giustificato. Vi siete presi la libertà di pubblicare i segreti provenienti dalle confessioni anche su Freedom Magazine - avete semplicemente evitato di dire che si trattava di segreti da confessione, forse perché sapevate che gli scientologist sarebbero inorriditi se avessero saputo con quanta facilità violate il sacro voto di fiducia con i vostri parrocchiani. Come osate utilizzare informazioni private per etichettare come "adultera" una persona? Avete preso le confessioni più intime della vita sessuale di Amy Scobee e le avete passate alla stampa, poi avete diffamato tutti quanti dalle pagine della vostra neswletter! Non conosco quella donna, ma indipendentemente da ciò che ha detto o fatto, è una donna che è entrata in Sea Org a 16 anni! Dirigeva tutto il network dei Celebrity Center ed è stata una funzionaria senior e leale alla chiesa per quanto, 20 anni? Volete controbattere alle sue accuse? Fatelo, e fatelo nei termini più duri che potete - ma il tipo di diffamazione [character assassination] che avete usato è inconcepibile, vergognosa. Ora sono dolorosamente consapevole che potresti considerare anche questa mia come un attacco, e con la stessa facilità utilizzare le mie confessioni a voi, nel corso degli anni, per diffamare me. Beh, fortunatamente non ho mai preteso di presentarmi a nessuno come un modello da seguire. Quasi tutti gli scientologist che conosco sono brave persone, sinceramente interessate a migliorare le condizioni di questo pianeta e ad aiutare il prossimo. Devo pensare che se anche loro sapessero ciò che ora so io, anche loro ne resterebbero inorriditi. Ma so quanto mi è stato facile difendere la nostra organizzazione e liquidare i critici, senza mai analizzare sul serio ciò che essi dicevano; l'ho fatto per trentacinque anni. Dopo aver scritto questa lettera sono perfettamente consapevole del fatto che qualche amico sceglierà di non frequentarmi più, in alcuni casi di non lavorare più con me. Risponderò sempre ai loro appelli, come ho sempre fatto con te e con voi. Però alla fine sono giunto alla conclusione che non posso più appartenere a questo gruppo. Francamente mi sarebbe bastato anche solo il tuo rifiuto di denunciare le istanze anti-gay della chiesa, quelle azioni indifendibili, quelle inazioni di chi, dentro l'organizzazione, giustifica quel comportamento. Mi vergogno profondamente di aver aspettato tanti mesi prima di agire.
Cordiali saluti
PS: allego la nostra corrispondenza e-mail. A un certo punto è diventato evidente che non davi alcun peso alle mie preoccupazioni sulle tattiche della chiesa a sostegno di un emendamento che viola i diritti civili di moltissimi cittadini. Forse se aveste fatto qualche ricerca su di me il management superiore non avrebbe liquidato le mie preoccupazioni con tanta disinvoltura. Sebbene non creda molto ai premi e ai curriculum, avreste potuto scoprire su di me quanto segue:
In precedenza:
Premi per il sostegno pubblico dei diritti Umani e Civili:
E molte decine di raccolte fondi e salotti letterari a casa mia, per conto di Human and Civil Rights, the Environment, the Peace Movement, Education, Justice and Equality. Paul Haggis è il primo sceneggiatore dal 1950 ad avere scritto due film vincitori dell'Oscar: "Million Dollar Baby" (2004) diretto da Clint Eastwood e "Crash" (2005) diretto da lui stesso. Per Crash ha vinto l'Oscar per il miglior film e la miglior sceneggiatura originale. Il film ha ricevuto anche altre quattro nomination, tra cui quella a Haggins come miglior regia. Nel corso degli anni "Crash" ha vinto numerosi altri premi consegnati da associazioni quali la IFP Spirit Awards, la Screen Actors Guild e la BAFTA. Come sceneggiatore, nel 2006 Haggis ha collaborato tra gli altri con Clint Eastwood per le due produzioni "Flags of our Fathers" e "Letters from Iwo Jima". Quest'ultimo gli ha fatto conquistare la terza nomination all'Oscar come miglior sceneggiatore. Ha collaborato poi alla stesura di "Casino Royale", acclamato per aver rinvigorito la figura di James Bond, e ha curato la sceneggiatura del prossimo film sulla spia inglese, "Quantum of Solace". La regia successiva a "Crash" è stata "In the Valley of Elah", film che ha scritto, diretto e prodotto per la Warner Independent Pictures. La pellicola, che aveva tra gli interpreti Tommy Lee Jones, Charlize Theron e Susan Sarandon, è un dramma che racconta la storia di un padre alla ricerca del figlio, scomparso dopo il ritorno dall'Iraq. Per la sua performance, Jones è stato candidato all'Oscar come miglior protagonista. Più recentemente Haggis e il suo socio Michael Nozik hanno creato la "Hwy 61 films", appoggiata alla United Artists. Il loro primo lavoro è un adattamento del famoso romanzo australiano "The Ranger's Apprentice". Haggis è nato a London, Ontario, Canada e si è trasferito in California quando aveva una ventina d'anni. Per oltre due decenni ha scritto, diretto e prodotto programmi televisivi come "Thirtysomething" e "The Tracey Ullman Show", oltre a diverse collaborazioni con le sitcom di Norman Lear. Ha creato "EZ Streets" della CBS la serie molto acclamata, seppur di breve durata, che secondo il New York Times è stato uno dei programmi più influenti di tutti i tempi; il quotidiano sostiene che senza di esso «non ci sarebbero stati i Sopranos».
Haggis è molto impegnato anche nel privato e nel sociale. È cofondatore della "Artists for Peace and Justice", membro attivo del consiglio della EMA (The environmental Media Association) e supporte, tra gli altri, del gruppo "Office Of The Americas". È sposato e padre di quattro figli. Divide il suo tempo tra Los Angeles e New York.
1. Haggis fa riferimento all'inchiesta Scientology: Il Rundown della verità, pubblicati tra il 21 e il 23 giugno 2009, e ai video correlati. |
Copyright © Allarme Scientology. L'utilizzo anche parziale dei materiali di questo sito - testi, traduzioni, grafica, immagini,
digitalizzazione e impaginazione - con qualsiasi mezzo e su qualsiasi supporto, non č consentita senza il preventivo consenso
scritto del gestore del sito. Per richieste e chiarimenti contattare: allarmescientology@email.it |