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Scientology's list

Sequestrati nella sede di Torino gli elenchi segreti della setta. Decine di fascicoli con i nomi degli adepti e anche dei nemici: politici, magistrati, giornalisti

© Di Tommaso Cerno, L'Espresso N. 22, anno LVI, 3 giugno 2010.

 
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Ufficialmente non è mai esistito. È un adepto come tutti gli altri. Un membro dello staff di Scientology che cura le anime della setta più ricca e controversa del pianeta. Ma in realtà il suo compito è più delicato. Fa parte del Dipartimento 20, una struttura parallela da cui dipende la sicurezza della chiesa fondata da Ron Hubbard. Un'organizzazione che, proprio come un servizio di intelligence, ha una sua gerarchia e risponde al quartier generale di Los Angeles.

Fino a oggi sugli 007 di Scientology circolavano solo voci, testimonianze di fuoriusciti: istruzione, appartenenze politiche, salute, orientamenti sessuali. Tutte informazioni raccolte negli anni dai "ministri di culto", che confessano i fedeli con il cosiddetto E-meter, un macchinario che dovrebbe localizzare le aree di sofferenza spirituale. Andava avanti così da decenni, finché a Torino qualcosa s'è mosso. Nove ore di perquisizione nella sede di via Bersezio hanno portato alla luce una parte di questa verità nascosta. I detective della Squadra mobile hanno sequestrato incartamenti e pc nel seminterrato, in uno sgabuzzino dove erano sistemate "decine di fascicoli".

Normali registri sui percorsi dei fedeli, ribattono i vertici di Scientology. Ma a smentirli c'è il caso del giornalista Luca Poma, che per alcuni anni frequentò la setta, al quale fu assicurata per iscritto la distruzione dei dati: "E invece il mio fascicolo era ancora là", rivela. Peccato che quei dossier non riguardassero solo adepti, ma anche estranei. Ecco perché l'indagine è delicata. Tra le ipotesi di reato c'è la violazione dell'articolo 100, che regola tutela e trattamento dei dati sensibili. Si dovrà verificare il modo in cui quelle informazioni siano state acquisite e custodite.

A cosa servono davvero quei folder? "L'espresso" è riuscito a contattare un funzionario del dipartimento segreto. Uno che ha deciso di parlare. Chiede che la sua identità resti coperta. Teme che la setta lo perseguiti come lui stesso ha fatto con altri. E che i dossier che ha raccolto si rivoltino contro di lui. Perché Torino non è un caso isolato: "In ogni città dove c'è una chiesa, c'è anche un Dipartimento 20. Serve a tenere sotto controllo persone ostili alla setta, così come coloro che potrebbero aiutarla. Ogni incontro con opinion leader o politici è descritto e corredato di informazioni. E viene archiviato per usi futuri", racconta lo 007 di Hubbard. Ed è fra politici, magistrati e giornalisti che Scientology individua quelli che in gergo sono "persone soppressive", nemici reali o potenziali.

"La raccolta avviene attraverso ricerche, confidenze di amici e conoscenti, partecipazione a eventi. Esiste anche una forma di pedinamento, ma in Italia può essere affidata a investigatori privati e non è diretta come negli Stati Uniti", continua: "Con quei dossier si ottiene denaro, visto che possono essere utilizzati per far pagare i corsi contro la "rovina", cioè la ragione per cui la vita non procede verso la direzione sperata. Ma i dossier vengono anche scremati alla ricerca di informazioni sulla vita privata nel caso si diventi ostili a Scientology".

E così sono spuntati siti Internet anonimi contro ex adepti, lettere, telefonate, incontri troppo frequenti per essere casuali. Ci sono pure casi di pressione politica, rivela il funzionario. "Uno divenne celebre come "Tell It All", un sito costruito ad hoc su ordine diretto degli Usa. Si montò ad arte una storia che riguardava presunti funzionari del ministero degli Interni e dei servizi segreti infiltrati nell'organizzazione. L'utilità era evidente: smascherare eventuali infiltrati veri e soprattutto ottenere protezione dalle istituzioni". Una protezione che le indagini ora potrebbero far vacillare.

 
 
 
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