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Dico no alla droga?

Una campagna molto conosciuta che ha come testimonial squadre di calcio, gente di spettacolo e anche politici. Onlus che vanno nelle scuole a insegnare che la droga fa male - promosse e organizzate da Scientology, ma pochi lo sanno.

Di Valentina Avon, Diario, giugno 2009, pagg. 54-57.

 

Fondate un’associazione, datele un nome appropriato, tipo: "Fondazione per un mondo libero dalla droga". Procuratevi una serie di schede sulle principali sostanze psicotrope in circolazione e impaginate un opuscolo che potete intitolare: "La verità sulle droghe". Fatene stampare migliaia di copie. Con un’altra associazione, chiamata per esempio "Gli Amici della vita", o "Associazione scelte giovani", diffondete l’opuscolo fuori da scuole, centri sportivi, discoteche e centri commerciali. Ai negozi chiedete di esporre una locandina con il logo di quella che ormai è una vera e propria campagna: "Dico no alla droga, dico sì alla vita".

Presidiate con dei banchetti eventi sportivi o di spettacolo e raccogliete adesioni e "una firma contro la droga". Scrivete ai giornali per commentare qualsiasi fatto relativo alla droga, un ragazzino "morto in classe dopo aver fumato uno spinello" o l’ultima relazione Onu sul narcotraffico. Organizzate uscite nei parchi cittadini, a raccogliere siringhe usate.

Compilate comunicati stampa sulla diffusione dell’opuscolo, sulla buona accoglienza dell’iniziativa da parte di professori, genitori, commercianti, sportivi, attori, musicisti. Cominciate a farvi notare. Ai convegni vi presentate come esperti di prevenzione, a nome delle ormai note associazioni. Arrivano i primi contatti istituzionali. Buttate giù un progetto: "A scuola senza droga", vi chiamano a fare lezione nella scuola pubblica. Come dire no, a chi dice "No alla droga, sì alla vita"? E via così fino al massimo riconoscimento per una onlus: sedere al tavolo dell’Onu. Tutto con un opuscolo. Se ce l’ha fatta Scientology, potete facela anche voi.

La Foundation for a Drug-Free World ha sede a Los Angeles, la sorella Foundation for Drug Free Europe sta a Bruxelles (ma è registrata in Svezia), in Italia c’è la Fondazione un Mondo Libero dalla Droga Onlus, al telefono risponde Scientology di Milano. Sono diretta emanazione della Chiesa, come la campagna "Dico no alla droga, dico sì alla vita". I volontari scientologisti distribuiscono gli opuscoli e raccattano le siringhe. Ci credono, sono brave persone. L’associazione Scelte giovani sta in Val d’Aosta, il suo ingresso in una scuola pubblica ha provocato un’interpellanza in Regione. L’associazione è stata allontanata. L’onlus Amici della vita invece opera a Monza (in origine si chiamava Narconon amici della vita e stava nella sede di Scientology della medesima città), nelle mani di Enrico Comi, che si presenta così: "Un esperto di prevenzione. 135mila sono le persone che hanno assistito a una sua lezione di prevenzione, 60mila e oltre hanno visto un video presso istituzioni scolastiche su tutto il territorio nazionale". Il Circolo della libertà Orfeo di Milano invece lo descrive come "ex tossicodipendente ma oggi padre di famiglia e serio professionista", tanto che da un paio d’anni ha deciso di organizzare, con lui e la sua associazione, un corso che il circolo "intende portare nelle scuole medie superiori e inferiori di Milano e provincia". Comi si è "curato" al Narconon, la catena di comunità affiliata a Scientology. Come Massimo Esposito, venditore di depuratori per acqua e rappresentante locale di Narconon Sud Europa, che uscito dal tunnel della marijuana grazie a Ron Hubbard ora gira nelle scuole di Ladispoli, vicino a Roma. Quando a febbraio è entrato al Liceo Pertini, qualcuno ha protestato nel forum del Comune, la scuola ha risposto escludendo ogni proselitismo. Infatti, Fondazione e Narconon non fanno proselitismo: si accreditano.

A Pordenone quelli dell’antidroga di Scientology sono andati con telecamera da Alessandro Ciriani, allora vicepresidente della Provincia e coordinatore cittadino di Alleanza nazionale, oggi presidente e candidato alle amministrative, sempre per la Provincia, e vicecoordinatore provinciale del Partito delle libertà. Nonché testimonial internazionale di Scientology: il video è stato piazzato nella home page del super sito americano, dove un affabile Ciriani recita in inglese: «La campagna di Scientology rappresenta la chiave di volta nella costruzione di una difesa contro la cultura della morte e della droga. E rappresenta anche un passo importante per la cultura della vita».

Ma nell’albo d’onore della campagna Dico no alla droga c’è ben di più, personalità dello sport e dello spettacolo: "Tra i nomi celebri Nek, i Nomadi, Claudio Baglioni e Tiziano Ferro, Dalla, per citarne solo alcuni", ma compaiono anche i Boney M, il Circo Togni, la Nazionale di ginnastica italiana e persino l’intero Real Madrid. Le veline di Striscia la notizia invece le hanno agganciate in un centro commerciale di Brescia un paio di settimane fa. Come dire no, a chi dice No alla droga? Anche l’Hellas Verona, storica squadra di calcio oggi in serie C, "sostiene No alla droga, Fondazione per un mondo libero dalla droga, associazione onlus il cui presidente europeo è consigliere dell’Ufficio Droga e Crimine Onu", come riporta nel suo sito, accanto alle foto che mostrano lo striscione della campagna appeso in curva.

Il presidente europeo della Foundation for Drug Free Europe è Fabio Amicarelli, già storico coordinatore degli affari pubblici e dei diritti umani di Scientology in Italia, fondatore, una ventina di anni fa della campagna Dico no alla droga, e già direttore dell’Ufficio europeo degli Affari pubblici e per i Diritti umani, sempre a Bruxelles. La Fdfe siede nel Forum sulle droghe della società civile della Commissione europea, e in quello del’Onu a Vienna. Tutto con un opuscolo e qualche dvd, una serie di conferenze di provincia, qualche adesione illustre e una mole notevole di comunicati stampa. L’ultima iniziativa della Fdfe di cui si abbia notizia è una biciclettata antidroga in Belgio, la scorsa estate, "accolta calorosamente nelle diverse città che ha attraversato, con l’attenzione delle autorità civili, sindaci e capi della polizia". Non è dato sapere cos’altro faccia la Fdfe, a parte la propaganda di se stessa. Non risultano relazioni programmatiche, studi, pubblicazioni in letteratura, sinergie con altre associazioni che non gravitino nell’area Scientology (ogni anno si premiano fra loro in seriose cerimonie), progetti di intervento che non siano distribuire volantini.

Negli opuscoli e nei comunicati stampa ricorre una citazione del "filosofo ed umanitario L. Ron Hubbard", il fondatore della chiesa: "Le droghe privano la vita delle gioie e delle sensazioni che sono comunque l’unica ragione di vivere". Se la trovate, visto che Scientology non viene citata mai, soprattutto nelle sedi istituzionali, sapete con chi avete a che fare. Ron Hubbard è il creatore di tutto: di Scientology come del metodo Narconon, usato nelle comunità come percorso di recupero. In Italia si contano una dozzina di centri, coordinati dall’Associazione per un Futuro migliore, con sede a Milano. Ognuno raccoglie una trentina o più di ospiti, che versano cadauno circa 3mila euro al mese. E poi decine di siti: tossicodipendenza.org, alcolisti.org, disintossicazionecocaina.it, infodroga.it, sos-eroina.it, ecstasy.info, recuperotossicodipendenti.it e altri ancora. Esterni a ogni circuito istituzionale, non fanno parte di alcuna consulta o rete, solo in Puglia dal 2005 sono iscritti all’albo regionale degli enti ausiliari. Le istituzioni private registrate come onlus, non pagano tasse.

Sarà un caso, ma Il percorso dell’utente Narconon è analogo al percorso dello scientologo comune. Si comincia con il "purif", il "rundown di purificazione": tre settimane di sauna, sei ore al giorno, esercizio fisico e una "bomba" (la chiamano così) di vitamine A, B, C, D, in dosi terapeutiche, ben oltre le consuete prescrizioni mediche, da prendere quattro volte al giorno, per tutta la durata del trattamento. Importantissima la niacina, vitamina B3, che secondo Scientology "aiuta a combattere i turbamenti mentali", prescritta fino a 4 grammi al giorno (in ambito medico, per determinate patologie, difficilmente supera il grammo al giorno). Il "purif" farebbe espellere dal corpo le droghe e in generale le sostanze tossiche, che secondo Hubbard si depositerebbero per anni nell’adipe. Non esiste alcuna validazione dei presupposti o dell’efficacia di una tale teoria, che appartiene solo a Scientology. Nei Narconon il "purif" è la fase di ingresso, nelle Chiese pure: niente "purif", niente Ponte verso la libertà totale. Durante e dopo l’astinenza gli utenti del Narconon vengono trattati con una serie di procedimenti detti "assistenze" e "oggettivi", che gli scientologisti conoscono molto bene. Un assistente mostra un oggetto alla persona in trattamento, e gli chiede di fissarlo: "Assicuratevi che capisca. Indicate un oggetto ben visibile mostrandolo col dito. Dite alla persona: ‘Osserva quella sedia’ (oppure quella finestra, o quel pavimento). Quando la persona ha eseguito quanto da voi richiesto, dite: ‘Grazie’, o ‘Okay’, o ‘Bene’, per darle un riconoscimento. Continuate a dare lo stesso comando, dirigendo l’attenzione della persona verso oggetti differenti nell’ambiente", ore e ore così. Poi ci sono i Trs, i "training routines", le "routine di addestramento": per esempio due persone che stanno sedute di fronte, a fissarsi, per ore, immobili. Poi ci sono le plastiline ovvero raffigurare parole, situazioni, accadimenti, appunto in materia. E ovviamente l’auditing, la pratica su cui si regge l’intera Scientology, descritta in "Dianetics. La scienza moderna della salute mentale", il primo libro di Hubbard (1950). Funziona così: l’auditor fa domande ripetitive e attacca e stacca con comandi tipici delle sedute di ipnosi, l’audito parla di sé, dei fatti negativi della propria esistenza, una confessione che viene ripetuta più e più volte, fino all’annientamento della "mente reattiva" che conserva il ricordo di una brutta azione o situazione. Plastiline, Trs, auditing, sono tutte prescrizioni di Hubbard, certificate Scientology.

Chiese e Narconon, stessi corsi, testi, esercizi, stesso gergo: gestire un problema si dice "maneggiare", una persona cattiva è "soppressiva", combinare casini è "inturbulare", l’ortodossia è garantita da "ufficiali di etica" e "supervisori del caso". Questi e infiniti altri sono tutti neologismi creati da Hubbard. Con una serie di prescrizioni che sono legge, all’interno di una comunità totale che usa una lingua da iniziati. Nelle chiese come nei Narconon.

Quando, nel maggio 2007, nell’Istituto Gadda di Paderno Dugnano, in provincia di Milano, morì un quindicenne e i giornali titolarono "Fuma una canna e muore" (l’autopsia rivelò poi cocaina nei polmoni), la scuola decise di fare la prevenzione che non era mai stata fatta. E chiamò gli Amici della vita onlus. Il gruppo Dico no alla droga di Cento invece è appena andato a far lezione a 30 ragazzini delle medie di Ferrara (il comunicato stampa non manca mai): "Il gruppo con questa conferenza ha dato il via a un vero e proprio tour nelle scuole ferraresi, per informare correttamente i ragazzi e far sì che non si avvicinino al tunnel della droga". E così in decine di scuole, a Como come a Terni come a Ragusa, licei, scuole medie e persino elementari, quelli di Scientology e del Narconon costruiscono la loro tautologica carriera di esperti antidroga. D’altronde come dire no a chi dice No alla droga? Senza che nessuno sappia chi sono, visto che si guardano bene dal dirlo, e senza che nessuno faccia la fatica, che dovrebbe essere dovuta in ogni caso, di alzare il telefono per un controllo: nella prevenzione non esistono verità indiscutibili, la credibilità delle associazioni non passa per un volantino o un comunicato stampa o una stretta di mano, ma è frutto del lavoro sul territorio, del confronto, delle collaborazioni le une con le altre o con le istituzioni, comprese le aziende sanitarie, che forse sulla educazione alla salute qualcosa sanno. Invece basta dire "no alla droga" e siamo tutti a posto. E se qualcuno osa dire il contrario apriti cielo.

Lo sa bene il provveditore agli studi di Como, Benedetto Scaglione (oggi in pensione), che lo scorso novembre sulle pagine di un quotidiano locale si interrogava sull’efficacia della legalizzazione della cannabis per contrastare narcotraffico e consumo, beccandosi una dura condanna pubblica del sottosegretario antidroga Carlo Giovanardi. Avrebbe fatto meglio a tacere, il provveditore. E aprire le porte della sua scuola anche a Scientology, magari dopo aver consultato un Circolo della Libertà. Il sottosegretario avrebbe applaudito?

 
 
 
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