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La storia Scientology di Choice

Figlia di una staff della Chiesa di Scientology e reclutata in Sea Org ancora bambina. Tratto da exscientologykids.com .

© Traduzione a cura di Simonetta Po, novembre 2008.

 
Sono nata in Scientology. Ho organizzato la mia storia in scansioni temporali che rappresentano aspetti diversi della mia esperienza. E' praticamente impossibile scrivere tutta la mia storia per cui mi limiterò ai ricordi più vividi.

1-5 anni

Mia madre aveva scoperto Scientology a poco più di 20 anni. Proveniva da una famiglia estremamente disfunzionale e la chiesa le aveva promesso di renderla una persona migliore e di soddisfare il suo desiderio di aiutare il prossimo. Scientology era diventata la sua famiglia. Sfortunatamente per me e mio fratello (e per i nostri futuri fratelli e sorelle) ciò ha significato che tutte le sue risorse – tempo e i pochi soldi che aveva – andavano alla chiesa invece che alla cura di noi figli.

Uno dei miei primi ricordi che ho è di essere stata raccolta dalla polizia mentre camminavo da sola, in una città nota per essere la capitale statunitense degli omicidi, verso la nursery della chiesa. Ero sui quattro anni, stavo aspettando che il semaforo diventasse verde quando un uomo mi aveva presa per un braccio e aveva fermato un'auto della polizia. Non riusciva a credere che fossi da sola e voleva assicurarsi che stessi bene. La polizia mi aveva portata alla nursery (seguendo le mie indicazioni) accertandosi che vi arrivassi sana e salva.

Mia madre era un membro dello staff di una org, sia Day che della Fondazione (giorno e sera). In quegli anni la vedevamo di rado. Io e mio fratello trascorrevamo quasi tutto il tempo alla nursery della chiesa, alla sera ci addormentavamo sulle brande in attesa che nostra madre ci venisse a prendere alle 10, 11, mezzanotte. Di sera mio fratello sgattaiolava spesso fuori dalla nursery e si avviava a piedi verso l'org per vedere nostra madre, nascondendosi dietro le macchine per non essere visto dalla polizia.

Ricordo che verso i quattro anni mio padre mi telefonò per dirmi che non sarebbe più riuscito a incontrarmi. Lui e mia madre si erano separati poco dopo la mia nascita e lui si stava per risposare. Lui e la sua fidanzata temevano la Chiesa di Scientology e aveva paura che qualsiasi tipo di mantenimento avesse girato a mia madre sarebbe finito nelle casse di Scientology invece che nella cura di noi bambini. Da allora e fino a che non ho avuto 21 anni non l'ho mai più visto né sentito.

6-10 anni

Mia madre decise di trasferirsi a lavorare presso la nursery della chiesa. Ricordo che avevo fatto qualcosa di sbagliato – anche se non ricordo cosa – e mia madre mi assegnò alla sua personale versione del RPF. Per evitare di fare quel “lavoro MEST” (nel mio caso: pulizie) a volte fingevo di dover fare i compiti, o di addormentarmi. In quegli anni venivo continuamente incaricata del controllo di diversi altri bambini. Ricordo che ero l'unica responsabile di diversi infanti alla volta, e di essermi occupata di bambini che stavano mettendo i denti. Cercavo di calmarli un po' mettendo del ghiaccio sulle gengive. Ricordo anche che mi capitò di spingere due carrozzine alla volta mentre il mio patrigno (divenuto anche lui staff della nursery) portava un gruppo di dieci o più bambini in passeggiate lunghe l'impossibile. Ricordo che non ho mai avuto una supervisione degna di questo nome e facevo “esperimenti” con gli altri ragazzini della nursery: giocavamo ai fidanzati e a marito e moglie.

Un giorno, avevo sette anni, stavo andando alla scuola pubblica locale da sola quando un uomo mi prese per mano, mi condusse in un androne e mi molestò. Mi chiedevo dove mi stesse portando – ero terrorizzata ma lui era un adulto e nessuno mi aveva mai detto come comportarmi in situazioni del genere. Ricordo di aver pensato che, forse, mi stava portando da sua moglie che mi avrebbe dato dei biscotti. Ma non fu così. Io e mio fratello eravamo gli unici due ragazzini in una scuola frequentata unicamente da bambini di colore. Venni picchiata in diverse occasioni perché ero diversa, e mi prendevano in giro a causa dei miei vestiti scompagnati e molto economici. Con il passare del tempo feci amicizia con gli altri bambini e mi piaceva molto studiare- Dopo questa esperienza alla scuola pubblica locale venni mandata a una scuola Scientology, e poi istruita a casa. Ricordo che mia madre mi faceva fare ore su ore di CCH (“Controllo, comunicazione e avere”, auditing diretto alla formula di comunicazione a due sensi). E “drills”, esercitazioni – cercava sempre di farmi esercitare su qualcosa. Facevo i soliti corsi di base, e le solite ore su ore di TRs. Ma ricordo più che altro gli inesorabili “CCH”, mentre guardavo dalla finestra e desideravo di essere fuori a giocare.

Ricordo soprattutto che per tutta la mia infanzia ho lavorato. Mi occupavo degli altri bambini oppure facevo pulizie. A volte facevo la baby sitter per scientologist del pubblico. Per me il babysitting era una specie di vacanza – vedere come gli altri vivevano mi insegnava che c'erano altri modi di vivere, diversi dal mio. A casa nostra non avevamo il televisore, non c'era il telefono e non c'era mai nulla di quelle cose che i bambini adorano mangiare. Non mi permettevano di tenere il denaro guadagnato come baby sitter, ma era comunque un momento luminoso della mia vita.

11-15 anni

Alla nostra org arrivarono i reclutatori della Sea Org. Non andavo d'accordo con mia madre, mio fratello era entrato in Sea Org due anni prima e in casa veniva considerato l'eroe della famiglia. La reclutatrice mi disse che lei e il marito sarebbero stati i miei tutori personali, e che forse un giorno sarei stata autorizzata a salire “uplines” e a diventare una messaggera di LRH. Con l'incoraggiamento incondizionato di mia madre preparai la mia piccola valigia e partii per New York, dove sarei diventata una “Messaggera del Commodoro”. Poi risultò che i miei “tutori” erano tali solo sulla carta.

Qualche giorno dopo l'arrivo ebbi la mia prima dose di “realtà”. Ero sull'EPF (Prodotto Zero) con un'altra ragazzina. Dovevamo far vestire il figlio dell'Ufficiale Comandante e prepararlo in modo che lei potesse venirlo a prendere – mi pare di ricordare che dovessero andare a uno spettacolo di Broadway. Ma il figlio non era collaborativo. Noi stavamo al settimo piano, lei al primo. E la sentivo strillare da laggiù. Non ricordo che cosa dicesse ma ricordo di essere rimasta scioccata dalle sue urla e bestemmie. Il giorno dopo, in lacrime, telefonai a mia madre dicendole che volevo tornare a casa. Lei mi disse di restare e di tenere duro. Non era la prima volta che cercavo di andarmene, ma fu la volta che mi danneggiò di più perché capii di non aver alcun posto in cui rifugiarmi. E non la perdonerò mai per questo. Anni dopo affrontammo l'argomento e mi disse che temeva che se fossi tornata a casa l'avrei messa in imbarazzo. Di tanto in tanto dicevo ai miei senior che volevo uscire dalla Sea Org, ma mi intimidivano subito affincè restassi, con le solite tattiche – urla, strepiti, mi dicevano che non sarei mai sopravvissuta nel mondo wog ecc.

Restai sul EPF per un tempo discretamente lungo. E in qualche modo riuscivo sempre a cacciarmi nei guai. Cominciai a fumare (ma in modo parecchio dilettantesco – non inalavo ma mi piaceva l'esperienza nel complesso) e mi scoprirono. Mi ero confidata con un'amica che aveva subito scritto un “Rapporto per Conoscenza” contro di me. E iniziai a non fidarmi più di nessuno. In tutto il tempo trascorso in Sea Org, ogni singola volta in cui mi sono fidata di qualcuno l'ho pagata cara.

Ricordo che ci sottoponevano spesso a verifiche di sicurezza. Ogni volta che veniva a mancare qualcosa la colpa era degli EPFer. Ricordo che nelle verifiche di sicurezza reggere le lattine mi faceva sentire in colpa – anche se non avevo fatto nulla di male. Quella sensazione mi è rimasta dentro per anni (ce l'ho ancora). Sentirsi in colpa per qualche motivo ignoto. Sicuramente sapevano qualcosa di me che nemmeno io sapevo. Perché sennò mi sottoponevano a verifiche di sicurezza in quel modo così duro?

Frequentai per breve tempo una scuola Scientology. Ma quasi subito mi mandarono in una scuola pubblica di New York. La adoravo. Adoravo tutto della scuola. Salvo che dovevo indossare tutti i giorni gli stessi vestiti e non avevo nemmeno un cappotto invernale. Ma avevo degli amici, ero tra le prime della classe e mi sentivo una persona normale. Beh, per quanto normale potesse essere non vedere venire i miei genitori alla giornata dei genitori. E per quanto normale potesse essere andare a lavorare per la chiesa immediatamente dopo la scuola e fino all'ora di andare a dormire. Possedevo soltanto due paia di pantaloni e a volte ne “prendevo a prestito” un paio da una ragazza più bassa di me (prendere a prestito tra virgolette, perché lei non lo sapeva...) - non riuscivo a chiudere la cerniera per cui mi mettevo sopra una felpa molto lunga.

Le mie giornate sull'EPF consistevano di studio, strofinare con uno spazzolino da denti i colletti delle camicie bianche delle divise, stirare, pulire e servire i pasti allo staff di CMO. Lo staff di CMO viveva all'ultimo piano del palazzo, in alloggi relativamente confortevoli. Una sera io e la mia compagna di stanza decidemmo di risistemare la nostra camera. Ma a metà dell'opera eravamo così stanche che ci addormentammo. E fu un errore madornale. Fummo svegliate da urla tremende e ci ordinarono di trasferirci immediatamente alle cuccette del terzo piano. Ci dissero che eravamo dei maiali e che non ci meritavamo più di vivere al settimo piano. Quella fu la mia prima esperienza in ciò che era sostanzialmente un magazzino con letti a castello di tre piani.

Per qualche motivo non riuscii mai a legare con gli altri staff di CMO New York. Mi piace pensare che fosse ribellione alla loro autorità. Non sono sicura su quando arrivò il punto di rottura, ma alla fine decisero di trasferirmi a Flag, dove rifeci l'EPF e poi venni assegnata all'incarico di assistente del Supercargo di FSO. Il mio capo, una donna, fu la prima persona veramente gentile incontrata in Sea Org e restò tale. Il resto della mia esperienza fu la solita zuppa. Ricorco che una volta cercai di ottenere una licenza per andare al funerale della nonna del mio patrigno. Lui era in visita a Flag e sua nonna morì in quei giorni. Urlarono dietro sia a lui che a me e non potei partecipare al funerale.

Nel periodo trascorso a Flag non andai praticamente mai a scuola. C'era una “scuola” interna in cui si “studiava” per un paio d'ore al giorno e poi si andava a lavorare. L'ultima classe formale di scuola che ho fatto, da ragazza, è la seconda media. Ma a quindici anni qualcosa mi schioccò nella testa. Ne avevo avuto abbastanza. Volevo andarmene, ma quella volta le urla e gli strepiti non mi avrebbero trattenuta. Venni messa a lavorare in cambusa, ma nemmeno quello mi spezzò. Il mio “fitness board” (richiesta di andarsene) prese la via di “uplines” e trascorse un sacco di tempo, ma io non cambiavo idea. Alla fine riuscii a tornare a casa.

15 anni

Tornai a casa. Da quando me n'ero andata, all'età di 11 anni, ero tornata pochissime volte. E mi erano venuti a trovare soltanto due volte. Erano passati quattro anni ma nulla era cambiato, salvo che adesso avevo due nuove sorelline. Vivevamo nel ghetto – uno dei quartieri più poveri della nazione. Mia madre e il mio patrigno davano ancora tutti i loro soldi alla chiesa. Io mi organizzai nel seminterrato, lo rimisi a posto, stesi la moquette e feci un contratto telefonico. Avevo trovato lavoro in una copisteria e mi comprai anche un televisore. Mi sentivo quasi normale.

Ma io e mamma non andavamo ancora d'accordo. Essere uscita dalla Sea Org era stata per lei una grossa delusione. E si sentiva ferita perché diceva che non le parlavo. Lessi un libro che, casualmente, aveva come protagonista una madre malvagia e lo prese come un fatto personale. Ma io guardavo comunque al futuro e volevo costruirmi una vita. Vedevo alla TV quelle pubblicità di scuole professionali e pensavo che forse un giorno sarei riuscita a concludere qualcosa.

Poi, un Natale, arrivò anche mio fratello, che ancora era in Sea Org. All'epoca non lo sapevo, ma mia madre e il mio patrigno si erano lamentati di me con lui. Gli avevano detto che ero “fuori scambio” e che facevo “natter” (parlavo male) sulla Sea Org. Ricordo che a un certo punto cominciò a urlarmi contro, e io feci altrettanto. Mi portò via la TV e mi rinchiuse a chiave nel seminterrato. Gli dissi che se non mi lasciava uscire immediatamente mi sarei uccisa. Non stavo dicendo su serio ma sapeva che avrebbe aperto la porta. E infatti lo fece. Poi prese a strattonarmi e a darmi degli spintoni davanti alle mie sorelline, a mia madre e al mio patrigno. Nonostante tutti gli oltraggi che avevo subito nella mia breve vita, non mi ero mai sentita così umiliata. Non riuscivo a credere che stessero lì a guardarlo mentre mi malmenava, senza far niente per fermarlo. Che cosa avevo fatto per meritarmi tutto questo? Non sapevo nemmeno di aver fatto niente di male. In quel momento mi si spezzò il cuore – seppi di essere completamente sola al mondo.

15-21 anni

Poco dopo quell'episodio mi trasferii a Los Angeles. Anche un'amica che avevo conosciuto a Flag aveva lasciato la Sea Org e si era trasferita in California con sua madre e le sorelle. La madre mi lasciò stare da loro per un paio di settimane e poi la mia amica mi trovò una coabitazione in un monolocale. La ragazza titolare dell'appartamento era una alcolizzata e nel monolocale abitavano già in tre, ma almeno avevo un tetto sopra la testa. Trovai da lavorare in un ristorante di proprietà di uno scientologist, e in seguito andai a lavorare come assistente segretaria in una ditta di proprietà di un altro scientologist. Facevo parte di quel gruppo di adolescenti e ragazzi che vivevano vicino o nei pressi dell'org e che dovevano essere autosufficienti – visto che quasi tutti i loro genitori erano dei membri della Sea Org.

Vissi per un po' nel monolocale ma dovetti trovarmi presto un'altra sistemazione perché la ragazza titolare dell'appartamento stava per trasferirsi. Per un paio di settimane mi spostai da un divano all'altro e alla fine trovai posto nell'appartamento di un'altra cameriera. Lei e il suo ragazzo occupavano la camera da letto mentre io dormivo su una sedia a sdraio in cucina. Alal fine trovai un appartamento mio e mi trovai una coinquilina. Avevo appena 15 anni e la mia famiglia non mi ha mai aiutata. Nel corso degli anni successivi mi sono spesso chiesta che cosa sarebbe successo se per un qualche motivo non fossi riuscita a pagare l'affitto. Ero terrorizzata. Vedevo le pubblicità con le tariffe settimanali dei motel e pensavo che forse potevano essere una soluzione. Non arrivai mai a quel punto ma il timore mi accompagnò sempre.

Negli anni successivi lavorai a tempo pieno e nei fine settimana frequentavo assiduamente altri giovani scientologist. Ogni tanto facevo un corso, ma mi occupavo prevalentemente dei fatti miei. Il lavoro era il mio spazio di fuga. Ero brava, apprezzata e non dovevo affrontare la mia vita personale. Durante gli anni dell'adolescenza feci molti errori, ma li tenevo per me.

Con il trascorrere del tempo cominciavo a trovare sempre più difficile non esprimere i miei dubbi su Scientology. Non esprimere dubbi e riserve mi faceva sentire disonesta. Tutti i miei amici sapevano che avevo problemi con Scientology ma ci passavano sopra. A 21 anni decisi che ne avevo avuto abbastanza. Avevo trovato un ragazzo che non era scientologist e andai a vivere con lui e la sua famiglia all'altro capo della città. Raccontai ai miei amici come mi sentivo veramente e mi trovai un lavoro presso un'azienda di non-scientologist. Troncai i rapporti, anche se non del tutto. In qualche modo ero ancora amica del gruppo di giovani scientologist con cui ero cresciuta, ma adesso c'era un certo distacco.

Dai 21 anni ad oggi

Ricordo la prima volta in cui lessi un libro anti-Scientology, penso fosse “A Piece of Blue Sky”, continuavo a guardarmi alle spalle, mi sentito del tutto vulnerabile. Fu anche la prima volta in cui vidi una foto di LRH sicuramente non lusinghiera. Restai scioccata. Era davvero soltanto un uomo: sovrappeso, trasandato, imperfetto... solo un uomo.

Trascorsi gli anni successivi a immaginare come vivere la mia vita fuori da Scientology. Cercai di aiutare le mie sorelle minori e per cinque anni l'una o l'altra vissero con me. Più tardi una di loro cominciò a manifestare una grave malattia mentale. Sono ancora molto arrabbiata per il fatto che non abbia ricevuto aiuto quando era più giovane. Non solo la sua infanzia è stata dura e la sua esperienza in Sea Org è stata durissima, ma non è mai riuscita ad avere nessun tipo di aiuto per ciò che che sarebbe potuto essere o meno una malattia mentale grave e inevitabile. Anche l'altra mia sorella non sta molto meglio.

Ho sofferto di depressione. Ne ho sofferto da sempre, da dove iniziano i miei ricordi. Alla fine sono arrivata a un punto in cui non la potevo più ignorare e ho cercato aiuto. Non riuscivo a capire come il mondo potesse essere così freddo e distante. Come potevano i tuoi genitori disinteressarti a ciò che ti capitava? Come era possibile che a 12 anni non avessi un cappotto invernale? Come era possibile che per il tuo compleanno non ti facessero nemmeno una telefonata? Come mai gli adulti della Sea Org erano stati così freddi e menefreghisti? Sono sempre stata una persona sensibile, molto facile da ferire profondamente.

Ma sono una sopravvissuta e feci quel che ho sempre fatto – lavorare sodo. Ho lavorato per mantenermi e mi sono fatta una istruzione. A 30 anni mi sono laureata. Non mi sarei arresa, non avrei mai più vissuto come avevo vissuto da bambina.

Adesso sono sposata, ho due bambini incredibili, una casa e la mia azienda. Nessuno mi dice che cosa devo fare – ed è così che mi piace. La vita non è perfetta – la vita di nessuno è perfetta. Ma più il tempo passa più mi avvicino a ciò che desideravo da bambina, quando andavo a fare la baby sitter a casa d'altri. E più mi allontano dal mondo distorto di Scientology.

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Adesso anche tutta la mia famiglia è fuori da Scientology – anche mia madre che dette avvio a tutto quanto, e mio fratello, entrato in Sea Org a 11 anni e uscito che ne aveva quasi 40. Adesso abbiamo un rapporto stretto e lo perdono per quanto accaduto in passato. In un certo senso la sua storia è addirittura peggiore della mia, ma se vuole sarà lui a raccontarvela. Per quanto riguarda mia madre e il mio patrigno, non se la stanno cavando troppo bene. Hanno divorziato, e non in termini amichevoli. Non godono dei benefici della Sicurezza Sociale perché in tutti gli anni in cui hanno lavorato per Scientology non hanno mai pagato i contributi. Non hanno risparmi, niente pensione, niente assicurazione sanitaria, e un rapporto molto distaccato con i figli. Entrambi sono stati, per oltre 20 anni, auditor di alto livello, OT e membri dedicati dello staff.

Nel corso degli anni mi è stato chiesto se ho mai pensato che la chiesa dovrebbe essere fermata. Ho sempre detto che, se succederà, sarà a causa di tutti quei bambini cresciuti in Scientology a cui non è mai stata data una possibilità. Kendra, Astra e Jenna – grazie per il vostro coraggio.

Choice (Possibilità)

 
 
 
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