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Scientology: Sogni rubati (Cap. 3 e 4)

© Di Jeff Hawkins, 2009. Tratto da Counterfeit Dreams

© Traduzione a cura di Simonetta Po per Allarme Scientology, dicembre 2009. Tutti i diritti riservati.

 
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Glossario dei termini


Capitolo 3: Thistle Street Lane

Sentii lo sferragliare della porta del vecchio ascensore e poi il fischio del suo vetusto motore che lo tirava al secondo piano. Si fermò bruscamente a pochi centimetri da dove ero sdraiato. Il guardiano notturno incespicò nell'aprire il cancelletto di metallo e strascicò i piedi verso di noi.

«Sveglia!!! Sveglia!!!» urlò. Era un vecchio scozzese non-scientologist assunto per sorvegliare l'edificio durante la notte e, nelle mattine come questa, svegliare lo staff che durante la notte aveva dormito sul pavimento di nudo cemento o in mezzo ai cartoni di libri.

Attorno a me le forme raggomitolate iniziarono a sciogliersi e a stirarsi. Scesi al piano terra per vedere se era già arrivato il carretto delle paste. Era lì nell'androne del palazzo di Thistle Street Lane di Edimburgo, e nel prendere la tazza di tè e la pasta per la colazione avvertii il freddo pungente dell'inverno ormai prossimo.

Da quando Doreen Casey - Missionaria della Sea Org - era arrivata, le cose si erano fatte difficili. Era stata mandata direttamente dall'Apollo, inviata da L. Ron Hubbard in persona, o almeno così ci aveva detto, per prendere in mano le redini della Scientology's Publications Organization e rimetterla in carreggiata - vale a dire vendere più libri e fare più soldi. E se non avessimo raggiunto i nostri target ci avrebbe vietato di andarcene - tutto lo staff doveva restare in Org e dormire sul pavimento. Nottate come quelle erano diventate sempre più comuni.

Speravo che quella donna se ne andasse presto e che le cose sarebbero tornate come prima. Prima del suo arrivo lavorare a "Pubs", come chiamavamo l'Org, era divertente e mi ero fatto molti nuovi amici.

Kim, Zane ed io eravamo arrivati all'aeroporto Heathrow di Londra in giugno. Jerry non era riuscito a passare la dogana - aveva appresso qualche libro di Scientology e lo avevano respinto. All'epoca Scientology era oggetto di una inchiesta del Ministero dell'Interno e tutti i suoi studenti venivano respinti. Noi eravamo stati avvertiti dell'eventualità e ci eravamo presentati come semplici turisti in vacanza. Con i nostri capelli lunghi e l'aspetto trasandato sembravamo uguali alle migliaia di altri giovani che arrivavano quotidianamente per trascorrere l'estate nella patria dei Beatles e dei Rolling Stones. Eravamo riusciti ad aggirare i radar di quei dannati "SP" che stavano cercando di "distruggere Scientology".

Avevamo preso un treno per East Grinstead, in Sussex, e poi un taxi per il Saint Hill Manor, che era stata la casa di L. Ron Hubbard e ora era la sede mondiale di Scientology. Il luogo ferveva di attività, centinaia di studenti e staff affollavano gli edifici secondari del Maniero. Era in costruzione un nuovo edificio che assomigliava a un castello e in cui consegnavano il Saint Hill Special Briefing Course, all'epoca il più alto livello di addestramento disponibile della tecnologia di Scientology. Nei primi anni '60 Hubbard aveva tenuto lezioni quotidiane agli studenti del Briefing Course, ma ora il fondatore non viveva più a Saint Hill. Era infatti impegnato in una "ricerca di livello superiore" a bordo del Royal Scotman, un grande yacht che navigava in località segrete da qualche parte nel Mediterraneo.

All'arrivo ci avevano indirizzati ad uno dei piccoli edifici secondari dicendo di cercare la Receptionist. All'interno la costruzione sembrava affollata e caotica, con schedari, raccoglitori e mucchi di carta ovunque. Informammo la receptionist, una donna anziana, che eravamo arrivati per unirci allo staff della Publications Organization Worldwide. Lei ci mandò dal "Segretario dell'Ufficio di Comunicazioni Hubbard" il quale ci intervistò e cercò di farci firmare un contratto come staff di Saint Hill. Non ci disse dov'era la Publications Org, ma solo che si era trasferita e non era più a Saint Hill. Insistette per reclutarci nel suo staff.

Alla fine rifiutammo educatamente ma risolutamente l'offerta e ci mettemmo in cerca di qualcuno che potesse darci informazioni sulla Publications Organization. A furia di chiedere venimmo infine indirizzati al Maniero stesso, sede della Worldwide Organization. Lì trovammo una rossa graziosa con una seria uniforme da ufficiale della marina. Si presentò come Peggy. Una volta spiegatole che cosa volevamo fare, ci disse che la Publications Organization Worldwide si era trasferita di recente in Scozia. Telefonò immediatamente e disse di prendere il primo treno per Edimburgo.

Risultò poi che la Publications Organization Worldwide aveva sede in un vicolo di un vicolo. Trovammo senza difficoltà Queen Street, che costeggiava un parco e su cui si affacciavano case lussuose - una erano gli uffici della HAPI Scotland (Hubbard Academy of Personal Independence), l'organizzazione locale di Scientology. Dietro a Queen Street c'era un vicolo, Thistle Street, da cui si diramava un ulteriore vicolo, Thistle Street Lane. Percorrere quella stradina stretta e acciottolata era come entrare in un altro secolo. Non era insolito sentire il clop clop dei carretti trainati da cavalli. A metà del vicolo c'era una casa di legno con appeso un cartello: "Publications Organization World Wide".

Mi ero fatto l'idea che ci saremmo dovuti sottoporre alla solita trafila di chi cerca un lavoro, intervista e selezione. Avevo pronto il mio portfolio che però non sembrò attirare l'interesse di nessuno. Venimmo immediatamente accolti dal Segretario di area HCO, o HAS, un tizio grosso e barbuto di nome Al Seligman.

«Siete scientologist?» chiese incredulo. «E volete lavorare qui? Grande - benvenuti!».

Ci fece fare un giro dell'edificio. Erano quattro piani, i primi due destinati a magazzino dei libri, in modo da essere più vicini al portone che si affacciava sul vicolo. Gli executive, cioè le aree di HCO e della Tesoreria, erano al terzo piano mentre le aree di progettazione, design e produzione stavano all'ultimo. Era lì che io e Kim avremmo lavorato. Zane fu assegnato alla Tesoreria (vi lavorò per qualche mese poi ne ebbe abbastanza e tornò negli Stati Uniti).

Era venerdì e io e Kim avevamo pensato che non avrebbero avuto bisogno di noi fino al lunedì. Trascorremmo il fine settimana a zonzo per Edimburgo alla ricerca di un appartamento da affittare. Ma quando il lunedì mattina arrivammo per prendere servizio avemmo la nostra prima presentazione degli orari di lavoro degli staff di Scientology.

«Dove siete stati, ragazzi?» volle sapere l'HAS. «Non vi siete fatti vedere per due giorni e pensavamo che aveste deciso di non lavorare qui».

Rimanemmo un po' confusi. «Lavorate nei weekend?»

«Certo» ci spiegò. «Sette giorni su sette con un giorno libero ogni due settimane. Qui non lavoriamo con orari wog - c'è un intero pianeta da chiarire».

"Wog" era il termine generalista e denigratorio usato per riferirsi a tutto ciò che non era Scientology. Fuori dai confini di Scientology c'era il "mondo wog", dove circolavano "idee wog", "giustizia wog", "scienza wog", "considerazioni wog" e così via. Qualsiasi cosa non fosse Scientology veniva guardata dall'alto al basso e considerata inferiore. Gli "orari wog" erano una di quelle cose, come imparammo presto. Gli scientologist erano tosti e dedicati, non giocherellavano con gli orologi come i dilettanti wog. Noi per portare a termine il lavoro lavoravamo giorno e notte, fine settimana compresi.

Poiché ero un designer mi assegnarono alla divisione Due, "Programmazione e Preparazione". Era la divisione dove venivano pensati e scritti gli articoli promozionali e la letteratura interna. La Publications Organization forniva materiale pubblicitario alle Organizzazioni Scientology di tutto il mondo. Ero eccitato all'idea di trovarmi al centro delle cose e in grado di usare i miei talenti per aiutare a diffondere Scientology a livello internazionale.

Il mio senior, cioè il "Segretario delle Preparazioni", era Christina, comunemente detta Tina. Era una bella mora di una ventina d'anni con un pungente senso dell'umorismo, incinta di cinque mesi. Scoprii poi che il suo ex ragazzo l'aveva lasciata per imbarcarsi sull'Apollo, dove lavorava come artista di L. Ron Hubbard e disegnava le copertine dei suoi libri. Tina sembrava pacificamente rassegnata all'idea di avere il bambino e di crescerlo da sola.

Noi due ci trovammo subito in sintonia e sul lavoro era una canzonatura continua. Una volta sbattei il ginocchio contro un cassetto aperto e lei commentò ironicamente: «Te la sei proprio pulinata » - da "pull-in" (tirarsi addosso), una credenza di Scientology secondo cui qualsiasi cosa spiacevole ti succeda è da far risalire a qualcosa di spiacevole che tu hai fatto a un altro. Fai "pull-in di un motivatore" a causa delle tue trasgressioni, cioè di "atti overt".

«No!», le contestai. «Ho fatto pull-out (tirar fuori). Ho picchiato il ginocchio perché ho aperto il cassetto» [gioco di parole tra "pull-in", attirare, e "pull-out", espellere - N.d.T.] Tina scoppiò a ridere.

Quasi tutti gli staff erano ragazzi sui vent'anni, e quasi tutti avevano capelli lunghi e arruffati come me e Kim, per cui ci sentivamo tra spiriti simili. Gli executive erano un po' più grandi - sui 30 o 40. Il capo di Pubs Org era David Ziff, un americano che assomigliava più a un professore di college che a un funzionario di Scientology. Dirigeva l'organizzazione con una specie di annoiato distacco. Judy, sua moglie, era australiana e fungeva da Segretaria Esecutiva di HCO. La Segretaria Esecutiva dell'Organizzazione era Carole Biggs il cui marito, Ron, era l'editor della rivista "The Auditor" - all'epoca la rivista internazionale degli scientologist. Carole e Ron erano inglesi. La Segretaria Esecutiva del Pubblico era Sandra Johnson, un'altra australiana. Ero impressionato dalla quantità di nazionalità diverse presenti a Pubs. E poi c'erano alcuni "veterani", in particolare John Sanborn che negli anni '50 aveva lavorato con L. Ron Hubbard. E diversi ragazzi non-scientologist scozzesi che lavoravano al Dipartimento Spedizioni. Nonostante gli orari spesso impietosi l'atmosfera era amichevole e rilassata.

Io e Kim condividevamo con una mezza dozzina di altri staff un appartamento in Torphichen Street, alla fine di Princess Street. Kim, che come un Hobbit adorava gli spazi minuscoli, si era organizzato la camera da letto nella dispensa. La mattina faceva un freddo cane e lui si alzava, accendeva tutti i fornelli, metteva su il caffè e tornava a letto. Quando la cucina era un po' più accogliente e il caffè pronto svegliava tutti quanti e noi, mezzi addormentati, ci scaldavamo le mani attorno alle tazze bollenti. Poi partivamo per una bella camminata fino al lavoro, nel gelo di Edimburgo.

Consumavamo pranzo e cena nei ristoranti della zona dove univamo i tavoli, parlavamo e ridevamo. I locali restavano perplessi da quella banda di "americani".

La sera, dopo il lavoro, ci riunivamo a parlare nella cucina di Torphichen Street. Avevo fatto amicizia con Graham, uno degli staff scozzesi di Pubs. A volte veniva da noi con i suoi amici del posto, a cui parlavamo di Scientology. Talvolta si mostravano interessati, altre ci dicevano che era un mare di scemenze e la conversazione degenerava spesso in discussione.

Una volta Graham mi portò in Rose Street, la via dei pub. L'idea era di farci una pinta da un capo all'altro della via, in ogni singolo pub - ma non riuscimmo a spingerci oltre la metà.

Il grosso del tempo, però, lo trascorrevamo al lavoro. Avevo dovuto imparare in fretta tutte le voluminose "policy letter di HCO" in cui Ron Hubbard ordinava esattamente come doveva essere strutturata la pubblicità. Qualsiasi pezzo promozionale doveva essere approvato dal "Comunicatore di LRH", il quale agiva come rappresentante di Hubbard nell'Org. La "comunicatrice" era Rosemary Delderfield, una maniaca dell'applicazione esatta delle direttive di Hubbard. Ken Delderfield, suo marito, era un noto executive già "Comunicatore LRH World Wide" e al momento era sulla nave con Hubbard.

Scientology mi emozionava e volevo trasmettere i miei sentimenti negli articoli promozionali e nella letteratura interna. Volevo spiegare Scientology agli altri ma Rosemary mi fece studiare un sacco di Policy Letter in cui Hubbard spiegava come dovevano essere fatte le cose. In una di esse, intitolata "Disseminazione", Hubbard diceva che non voleva che al pubblico nuovo venisse spiegata Scientology; voleva invece "audirlo" con promozione e letteratura - metterlo "in seduta" e indirizzarlo alle sue diverse "rovine", cioè i fallimenti sperimentati oppure le cose che si desiderava migliorare. Incoraggiava gli scientologist a "penetrare, non spiegare".

Scientology non andava spiegata e nessuno doveva farlo. Bisognava invece dire alla gente di comprare un libro e leggerlo. Poi a spiegare ci avrebbe pensato Hubbard, che spingeva a usare la "vendita dura". «Vendita dura significa insistenza affinché la gente compri» scriveva. Insegnava che nella promozione «Gli dite di iscriversi subito e di iniziare subito». Secondo Hubbard il motivo per cui bisognava fare così era che «... la gente si trova in uno stato aberrato più o meno ipnotico e reagisce ai comandi diretti dati nella letteratura e nella pubblicità».

Questo era il motivo delle strane "pubblicità" che venivano prodotte - grandi titoli che dicevano letteralmente «Compra questo libro!» oppure «Fai auditing!» o «Addestrati!». Si trattava di "comandi di vendita dura" ed erano parte del sistema di Hubbard.

Secondo Hubbard il pubblico non aveva la capacità di prendere decisioni. In una direttiva intitolata "Maneggiamento della persona del pubblico" diceva: «Abbiamo imparato a nostre spese che a un individuo del pubblico non va mai chiesto di DECIDERE o di SCEGLIERE». Bisognava solo dire che Scientology era in grado di risolvere i loro guai e di COMPRARE questo libro o FARE questo corso.

Per me erano cose del tutto nuove e cercavo di adattare i miei disegni e i miei scritti a quel modo di fare le cose. Però continuavo a chiedermi: non sarebbe invece meglio spiegare di che cosa si tratta?

In agosto David, il Direttore Esecutivo, andò a un briefing sulla nave, ora ribattezzata Apollo. Al ritorno ci disse che non poteva raccontarci niente perché era roba "confidenziale" e aveva a che fare con i materiali di OT III (Thetan Operante Livello Tre), un livello superiore. Disse soltanto che presto sulle copertine dei libri ci sarebbero stati dei disegni e dei simboli speciali tratti dai materiali di OT III, e quelle immagini avrebbero agito sul subconscio del pubblico obbligandolo ad acquistare i libri. Morivo dalla voglia di scoprire di più su questa "roba del livello superiore" ma David non ci disse altro. Avrei io stesso ascoltato la "Conferenza di Marsiglia" quando, dieci anni più tardi, anche io raggiunsi OT III.

Ogni giorno arrivava personale nuovo e tanti non erano nemmeno scientologist. Al, il Segretario di Area di HCO, adorava andarsene in giro per la città e incontrare qualche hippy con lo zaino che poi convinceva a entrare nello staff. Un giorno tornò con uno stravagante ragazzo tutto vestito di nero, cappello nero da cowboy, barba e lunghi capelli neri. Sembrava appena uscito da uno Spaghetti Western di Sergio Leone. Si chiamava Foster e saremmo rimasti ottimi amici per i successivi 35 anni.

In ottobre Tina si prese sei settimane di congedo maternità e mi ritrovai improvvisamente a prendere il suo posto di Segretario delle Preparazioni, cioè di capo divisione. Ne rimasti totalmente travolto. «Io sono un artista» mi lamentavo con Judy, la mia senior. «Non so niente del lavoro da funzionario!».

«Non preoccuparti» diceva lei rassicurante. «Farai bene e ti aiuterò».

Le cose andarono invece di male in peggio. Non avevo idea di che cosa dovevo fare e alla fine implorai Judy di rimettermi a fare il disegnatore. Era quello il mio mestiere - era quello per cui ero stato assunto, pensavo. Judy disse che avrebbe "maneggiato" lei la cosa e poco dopo mi ritrovai sulla scrivania un foglio giallo oro. Quel colore era chiamato "giallo fossa" e il foglio diceva che ero stato convocato davanti a una Commissione di Inchiesta. Fu la mia prima esperienza del sistema di Giustizia di Scientology.

«Cos'è questo?» chiesi a Judy. «Dice che sono accusato di crimini».

«Non preoccuparti» mi rispose. «È solo una formalità. Non posso toglierti dal posto senza un Comm Ev ».

Formalità o no mi ritrovai presto a dover risalire le "condizioni inferiori", una serie di passi che Hubbard prescriveva agli scientologist che non stavano in riga e non svolgevano i compiti loro assegnati.

A Edimburgo d'invero fa sera presto e con il trascorrere dei giorni anche l'atmosfera dell'Org sembrava farsi sempre più tetra e seria. Ai primi di novembre arrivò dall'Apollo una direttiva in cui Hubbard stilava i parametri della "guerra" in corso e della natura del nemico. «Abbiamo individuato e stiamo attaccando direttamente il solo nemico che abbiamo su questo pianeta» rivelava, «la Federazione Mondiale della Salute Mentale».

Poi una sera l'Org fu attraversata da un'ondata di panico. «A tutti! Tutti abbandonino ciò che stanno facendo e si presentino IMMEDIATAMENTE in HCO per un briefing. Muoversi!»

Corremmo giù alla svelta e ci accalcammo in HCO. Allungai il collo per vedere che cosa stesse succedendo e vidi una Ufficiale della Sea Org in alta uniforme seduta alla scrivania. Probabilmente un tempo era stata una donna graziosa, ma ora il suo viso era raggrinzito e troppo truccato. Una volta al suo cospetto iniziò a parlare - o piuttosto a urlare con un forte accento londinese.

«Siamo nel bel mezzo di una guerra e questa organizzazione è fiacca, fiacca, fiacca» strillò. «Tutto questo deve finire immediatamente. Il Commodoro mi ha mandata qui per raddrizzare questa organizzazione e rimetterla in carreggiata». Era appena tornata da una Missione della Sea Org chiamata "Mission International Books". Aveva ordinato agli staff di tutto il mondo di imporsi alle librerie locali affinché si rifornissero di libri di Hubbard. La missione, ci disse, era fallita solo perché Pubs non li aveva consegnati.

Aggiunse che gli Ziff sarebbero stati mandati subito sulla nave per un "maneggiamento di etica" e lei sarebbe diventata il nuovo Ufficiale Comandante di Pubs Org. Dovevamo chiamarla "Sir" ["Signore"] e obbedire ai suoi ordini immediatamente e senza esitazioni. «O siete con me al 100% o siete contro di me» ci minacciò, «nel qual caso sarete trattati di conseguenza». Aggiunse poi che non avrebbe ulteriormente tollerato quell'atmosfera "hippy" e che avevamo un'ora di tempo per andarci a tagliare i capelli e tornare in org. Avevo appena fatto la conoscenza dell'Ufficiale di Garanzia Doreen Casey.

Da quel momento in poi le cose si fecero ogni giorno più draconiane. Qualsiasi "non conformità" ai suoi ordini veniva gestita in modo duro con "assegnazione di condizioni". Se venivi messo su una "Condizione di Rischio" significava che avevi sabotato gli sforzi del gruppo e non bisognava fidarsi di te. Chiunque fosse su "Rischio" doveva indossare una tuta blu da lavoro e portare un cencio grigio legato al braccio. Quelle persone dovevano fare solo lavori umili e servili come pulire il pavimento con uno spazzolino da denti. Chi era assegnato alla "Condizione di Nemico" aveva "tradito il gruppo" e doveva perciò indossare una tuta con una catena arrugginita legata al polso. Per le trasgressioni peggiori veniva assegnata la "Condizione di Tradimento". I "traditori" venivano richiusi in un piccolo locale proprio sul fondo della tromba dell'ascensore e imprigionati fino a quando non fossero rinsaviti e avessero completato l'oscura "formula" di Tradimento - «scopri chi tu sei». Per "risalire" ognuna di quelle condizioni dovevi completare una serie di passi codificati da Hubbard. Per la formula di "Rischio" bisognava scrivere una petizione ad ogni singolo membro del gruppo a cui si chiedeva l'autorizzazione a rientrare nel gruppo.

Ogni volta che non riuscivamo a raggiungere i target assegnati, oppure facevamo qualcosa di sgradito a Doreen, venivamo trattenuti nei locali con il divieto di tornare a casa. Dormivamo sulle scaffalature dei libri o sul pavimento, ovunque si riuscisse a trovare una superficie piana in cui stendersi. Dopo un paio di giorni potevamo tornare a casa per una notte e farci il bagno. Nell'appartamento di Torphichen Street c'era una sola vasca da bagno e la usavamo a turno. Finito di lavarci si svegliava il prossimo della fila. Quando qualcuno si addormentava nella vasca, cosa non insolita, il resto della fila non riusciva a fare il bagno.

Cominciarono anche a circolare racconti sui "fuoribordo" dell'Apollo. Studenti e equipaggio che non portavano a termine l'incarico assegnato o non stavano in riga venivano gettati letteralmente oltre il parapetto della nave, nell'acqua del porto. Era un rituale mattutino: adunata dell'equipaggio sul ponte e gli studenti o il personale colpevole venivano lanciati in mare.

Doreen sviluppò presto la sua versione personale del "fuoribordo". I colpevoli venivano condotti in un cortiletto e allineati contro il muro. Un "plotone di esecuzione" di altri staff si armava di secchi d'acqua e i colpevoli si beccavano quattro o cinque secchiate piene. Non si trattava di una punizione di poco conto: l'inverno scozzese è rigido. Una volta mi ritrovai tra il "plotone di esecuzione", la condannata al "fuoribordo" era una ragazza molto giovane. Nel guardarla così tremante e singhiozzante mi sentii invadere da un'ondata di vergogna e di colpa per aver contribuito alla punizione.

Quella non era Scientology. Hubbard parlava di affinità e di buona comunicazione, di trattare gli altri con rispetto ma quella Doreen Casey non stava per nulla applicando quei principi. Mi sentivo impotente. Il mio odio nei suoi confronti cresceva sempre di più ma decisi di aspettare che se ne andasse. Quel giorno saremmo finalmente tornati a ciò che pensavo fosse l'ambiente Scientology, fatto di comunicazione e di rispetto.

Poi arrivò un altro ufficiale Sea Org, un uomo grande e grosso di nome Bill Robertson, o "Capitano Bill". Nessuno sapeva che cosa fosse venuto a fare, il suo era un incarico "confidenziale". Nel giro di pochi giorni tutti i non-scientologist del Dipartimento Spedizioni furono licenziati. Durante un briefing il Capitano Bill ci informò che tutti quei ragazzi erano sul libro paga della "Federazione Mondiale della Salute Mentale", che lui chiamava "Smersh" come l'oscura e malvagia organizzazione dei romanzi di James Bond. In realtà erano stati ingaggiati da uno "strizzacervelli" locale per venire a Pubs Org e sabotare le linee delle spedizioni. Proprio come in un romanzo di James Bond. Tutta quella storia mi sembrava incredibile e paranoica, ma applaudimmo diligentemente il Capitano Bill per le sue gesta eroiche. Fu così che conobbi il mondo di meravigliosa follia di Bill Robertson.

Una sera il Capitano ci mandò a fare un "raid" per contrastare gli "strizzacervelli". Dovevamo recarci in quella che ci aveva detto essere la sede locale della WFMH e appendere alle pareti dei manifesti osceni che Hubbard ci aveva inviato dalla nave e che ritraevano gli psichiatri come dei lascivi teschi che terrorizzavano i cittadini innocenti. A me sembrò più che altro una goliardata da college. Poi, dopo aver sferrato un duro colpo al nemico, il Capitano Bill se ne tornò da dove era venuto.

Più o meno nello stesso periodo Tina rientrò al lavoro portandosi appresso la bambina appena nata. Si chiamava Gwendolyn, dormiva in una cesta ai piedi della scrivania e ne rimasi incantato. Non avevo mai visto una neonata così da vicino, adoravo come mi stringeva il dito e mi guardava negli occhi, come se ci conoscessimo da sempre.

Le dinamiche tra me e Tina cominciarono a cambiare. Ora, non più incinta, era snella e molto attraente e il nostro scherzoso giocare prese una piega diversa. A Natale trascorremmo assieme ad altri amici la giornata di libertà e quella notte dormimmo insieme per la prima volta.

Per quanto limitato, il tempo trascorso assieme era diventato un rifugio dalla crescente pressione e dallo stress di Pubs Org. Decisi di trasferirmi da Tina e mi trovai presto a cambiare pannolini e a prendermi cura della bambina. Camicie e giacche erano sempre più spesso macchiate di latte. Ero un "papà" e quel ruolo mi piaceva da morire. Cominciammo anche a parlare di matrimonio.

Ma ancora una volta le cose presero una piega diversa. Uno dei primi giorni di febbraio 1969 rimbombò l'ordine di adunata per tutta l'org. Ci precipitammo giù nell'area esecutiva. Doreen, il CO, aveva ricevuto ordini da Flag - cioè dalla Nave Ammiraglia Apollo su cui si trovava Hubbard.

Il Ministero dell'Interno britannico (naturalmente influenzato dagli "strizzacervelli") stava conducendo un'inchiesta su Scientology. C'era il timore di un sequestro di tutte le riserve di libri, come avevano fatto in Australia. Dovevamo trasferire fuori dal Regno Unito tutto il nostro magazzino, spedire tutto in Danimarca il cui governo veniva ritenuto più amichevole con Scientology. Le riserve vennero spedite subito a Copenhagen, e in un secondo tempo avremmo trasferito anche il resto dell'Org. La Danimarca sarebbe diventata la nostra nuova sede.

Spedire il materiale, che occupava due piani dell'edificio da pavimento a soffitto, non fu impresa da poco. I volumi - quasi tutti imballati in piccoli cartoni o in semplice carta da pacco - dovevano essere imballati in casse più grandi e trasportate al piano di sotto, poi stivate nei cinque o sei enormi container appositamente affittati e allineati su Thistle Street Lane.

Le operazioni di imballaggio iniziarono immediatamente. Io non ero abituato ai lavori di fatica e dopo sei ore filate di attività non riuscivo quasi più a muovere muscolo. Dopo altre sei ore non sentivo più il corpo e nemmeno il dolore, mi muovevo come un automa. Continuammo con quel ritmo per cinque giorni filati, senza dormire e mangiando pochissimo. Dopo tutto, il futuro di Scientology era in pericolo e dipendeva da noi spedire fuori dal paese le riserve prima che il governo avesse il tempo di agire. Ci consideravamo degli eroi votati al sacrificio, che stavano operando l'impossibile. «La prova suprema di un thetan», aveva detto Hubbard, «È l'abilità di fare andare bene le cose». E noi stavamo «facendo andare bene le cose» in modo massiccio.

Uscire per cena era vietato. Uno solo aveva l'incarico di andare a prendere da mangiare per tutti al ristorante. Una sera quel compito toccò a me. Lasciai Pubs con una manciata di banconote e un lungo elenco di chi aveva ordinato cosa e quanto aveva pagato. Sulla via del ritorno, le braccia ingombre di scatole da asporto, l'elenco mi scivolò di mano e svolazzò sulla strada coperta di neve fangosa. Entrai nel panico - quella era l'unica lista degli ordini! Posai il mio carico e inseguii il foglio, che fortunatamente riuscii a riagguantarlo dopo pochi isolati - e nessuno aveva rubato la cena!

Dopo cinque giorni di quella fatica nessuno si reggeva più in piedi. Era ormai routine trovare qualcuno addormentato sui cartoni, o caduto addirittura dentro la cassa. Una volta nel trasportarne una mi addormentai in piedi e mi svegliai quando andai a sbattere contro il muro. Kim finì dentro una porta-finestra, si fece un brutto taglio alla mano e a quel punto gli venne generosamente concesso di dormire un po', ma noi proseguimmo con il lavoro. Mi sembrava quasi che il mondo si fosse ridotto a un piccolo cerchio davanti a me, la sensazione di guardare dal lato sbagliato di un telescopio. Se mi concentravo su quel cerchietto riuscivo a mettere a fuoco i dettagli sufficienti per funzionare, ma a stento.

Alla fine riuscimmo nell'impresa. Dopo una sola notte di sonno, però, cominciammo a imballare il resto dell'Org: macchinari, scrivanie, schedari con cui riempimmo il sesto e ultimo container. Ironia della sorte proprio mentre stavamo imballando l'Org arrivò un tizio dell'Org di Scientology di Queen Street, la HAPI Scotland. Nessuno doveva sapere che stavamo lasciando i locali - era "confidenziale". HAPI aveva bisogno di una copia di "Dianetics" e la nostra Receptionist mandò via il tizio dicendogli che le avevamo "esaurite". Quelli dell'Org non trovarono strano che la International Publications Organization aveva terminato il suo titolo di maggior successo.

Ora che avevamo smontato l'intera Org e il materiale era in viaggio per la Danimarca anche per noi era venuto il momento di partire. Io e Tina impacchettammo tutto ciò che possedevamo - pochissima roba - infagottammo bene Gwennie che adesso aveva quattro mesi e salimmo su un aereo per Copenhagen, Danimarca.


Capitolo Quattro: Promozione

Casablanca non assomigliava per niente al film con Bogart/Bergman. Era una città piena di gente, rumorosa e sporca. Condomini cubici bianchi sgomitavano con antiche moschee e vecchi edifici fatiscenti. Automobili e carretti trainati da muli si facevano largo negli stretti vicoli tra le colorate bancarelle di tessuti, frutta, tappeti arzigogolati.

Ero in viaggio con Lance Davis, uno degli staff di Pubs, e con Marcus Lanciai, che una volta lavorava a Pubs ma adesso era staff dell'Org di Stoccolma. Al momento della partenza da Copenhagen non avevamo idea di quale sarebbe stata la nostra destinazione finale - era confidenziale. Prima eravamo atterrati a Madrid dove eravamo stati accolti da Geary Titus, un americano che dirigeva gli uffici spagnoli della "Operation and Transport Company", il nome di copertura dell'Ufficio di Collegamento Sea Org di Madrid. Tutto era fatto molto di nascosto, in modo coperto e sospettoso. Geary ci aveva poi messi su un aereo a elica marocchino che ci avrebbe fatto attraversare lo Stretto di Gibilterra con scalo a Tangeri, destinazione Casablanca. E un attimo prima di salire sull'aereo ci aveva dato istruzioni per raggiungere la nostra destinazione finale - Safi, in Marocco.

Ed eccoci lì, circondati dal baccano, dai colori e dalla confusione di Casablanca. Avevamo chiesto informazioni sulla corriera per Safi, che non aveva aeroporto, e alla fine ci avevano indirizzati a un piccolo autobus affollato. I sedili erano in fil di ferro e tra i nostri compagni di viaggio c'erano parecchi polli. I bagagli erano stati lanciati sull'imperiale, dove altri passeggeri avevano trovato posto.

Il viaggio di un centocinquanta chilometri per Safi durò ore, mentre la corriera si inerpicava tra colline e aridi terreni agricoli. Ci fermavamo in ogni piccolo villaggio, dove passeggeri saltavano su e giù dal mezzo portandosi dietro vari esemplari animali. Se mai quell'autobus ne aveva avuti, gli ammortizzatori erano ormai guasti da un pezzo e i sedili di ferro erano un tormento. Stava arrivando un temporale, sentivamo il rombo del tuono e all'orizzonte si scorgeva il lampeggiare dei fulmini.

Nel tardo pomeriggio, con il cielo coperto da nubi scure, arrivammo finalmente a Safi, cittadina di pescatori sulla costa atlantica del Marocco. La città sembrava priva di piano regolatore - un guazzabuglio di case ed edifici, blocchi color sabbia rovesciati dalla scatola di costruzioni di un bambino. La strada principale era fiancheggiata da palme e oltrepassammo le mura antiche di un vecchio forte. La corriera si fermò nei pressi del porto e, con le nostre valige appresso, ci facemmo strada attraverso il mercato del pesce. Poi la scorsi nello spazio tra due magazzini, legata al molo, bianca e brillante.

La Apollo.

Era il febbraio del 1971. Io, Marcus e Lance eravamo arrivati sulla nave per frequentare il Flag Executive Briefing Course - uno speciale corso di addestramento per gli executive di Scientology di tutto il mondo. Tina era già a bordo - arrivata in gennaio. Io e Lance avremmo completato la squadra dei tre executive che dovevano prendere in mano le redini della Publications Organization. Marcus avrebbe diretto l'Org di Stoccolma.

Perché mi trovavo lì? Dopo tutto ero un artista, un disegnatore, non un executive. Immagino direte: "dedizione" oppure "prendersi responsabilità", ma per me era più che altro l'ostinata determinazione a riparare ai danni fatti alla Pubs Org da Doreen Casey.

Dopo il nostro trasferimento a Copenhagen dei primi del 1969, Doreen era rimasta con noi per altri sei mesi e le condizioni avevano continuato a peggiorare. Pubs si era trasferita in un vecchio magazzino su Toldbodgade, o "via del Dazio", vicino ai moli. Occupavamo tutto il terzo piano, diviso da un muro nel senso della lunghezza. Sul lato sinistro avevamo organizzato tutti gli uffici amministrativi, il design, la produzione e gli uffici editoriali. Sul lato destro c'erano le riserve di libri, l'area spedizioni, la copiatura dei nastri e l'area di riparazione E-meter. Gli uffici dei dirigenti erano sul davanti e si affacciavano sulla strada.

Visto il breve preavviso, la ricerca di alloggi a buon mercato per gli staff era risultata in un nulla di fatto e finimmo per affittare una vecchia fattoria sulla costa settentrionale di Sjaelland, nel sonnolento villaggio di pescatori di Gilleleje. Eravamo a una ventina di chilometri dalla città e ci procurammo un pulmino per il trasporto degli staff. Farlo partire nelle mattine d'inverno era sempre un'avventura - bisognava spingerlo sull'autostrada ghiacciata e sdrucciolevole.

Io e Tina ci sposammo subito dopo l'arrivo in Danimarca. La cerimonia civile si tenne presso il locale Ufficio di Pace e poi festeggiammo in una fattoria vicina. Poco dopo facemmo una cerimonia nuziale Scientology alla nuova Org di Danimarca. Il ministro officiante fu Ron Biggs, mentre mio fratello Kim mi fece da testimone. Dopo la cerimonia tornammo alla fattoria e spendemmo un capitale per i festeggiamenti e la torta. La nostra "luna di miele" consistette nell'andare al cinema in città.

Io e Tina ci sistemammo in una grande stanza a pianterreno della fattoria, con una piccola culla per Gwennie. Era comoda e uno dei vantaggi del pendolarismo era che potevamo avere un po' di tempo per noi. A volte al sabato e alla domenica ce ne stavamo alla fattoria, in giro per i campi. Un giorno io e Tina ci sedemmo nel fienile, fantasticando sul nostro futuro, un futuro in cui avremmo avuto una casa e una vita più "normali".

Lo svantaggio di vivere in campagna era che non venivamo pagati molto e a volte restavamo senza cibo. Un fine settimana ci ritrovammo isolati in campagna, letteralmente senza nulla da mangiare. «Aspetta un attimo» dissi a Kim. «Questa era una fattoria, giusto? Là fuori deve esserci qualcosa da mangiare!». Cominciammo a frugare per i campi. Le ragazze trovarono delle bacche, che raccolsero in quantità. Io e Kim trovammo alcune piante di patate e, scavando, riuscimmo a raccogliere molti piccoli tuberi. Li affettammo e passammo tutto nel burro, rimpinzandoci in un tripudio di patate fritte e bacche.

Doreen Casey, intanto, si era installata al SAS Royal Hotel, l'albergo più costoso di Copenhagen. Dopo che noi eravamo arrivati in città nel pulmino gelato ed avevamo iniziato la giornata di lavoro, Doreen si presentava in alta uniforme e cominciava a sbraitare con le sue quotidiane richieste di produzione. Fumava sigarette costose, che naturalmente nessuno di noi si poteva permettere, e seguirla da vicino, o mettersi di fianco a lei solo per provare a fare un tiro di fumo, era diventata quasi una gag. Gli altri cercavano di trattenere le risate.

Doreen conosceva un modo soltanto per far portare a termine le cose, ed era con la forza bruta e le minacce. Sfortunatamente era anche la stessa tattica che usava con le organizzazioni di Scientology affinché comprassero libri e pagassero i conti. I suoi telex riassumevano il pieno potere del suo status di missionaria della Sea Org e minacciavano conseguenze terribili se le Org non avessero obbedito ai suoi desideri. Una volta accumulati soldi con quel sistema, aveva la faccia tosta di inviare telex per informare le Org che Pubs era ora in "Condizione di Potere", pertanto le Org dovevano "far fluire potere verso Pubs". Le conseguenze sono facili da immaginare. Ma Doreen non aveva idea di come gestire le finanze e Pubs sprofondava sempre di più nei debiti. La sua soluzione era urlare e strepitare ancora più forte. Quando alla fine se ne andò, Pubs Org era passata da una riserva in contanti di oltre 50.000 dollari prima del suo arrivo, a debiti per oltre 50.000 dollari - che all'epoca erano veramente un bel mucchio di soldi.

Doreen tornò sulla nave come eroina conquistatrice, o ci tornò in disgrazia? Non lo scoprimmo mai. Ma se ne andò, ed era quella l'unica cosa che ci interessava. Venne sostituita da due executive inviati da Worldwide - Richard Lacey, che diventò l'ED, e Joan Schnehage, che diventò l'HCO Executive Secretary. Erano entrambi sudafricani e governavano l'org con un atteggiamento lassista e apatico che contrastava nettamente con quello di Doreen Casey.

Quell'anno la Danimarca era il focus dell'attenzione della Sea Org. A seguito dell'arrivo di Pubs giunse a Helsingor anche una delle imbarcazioni della Sea Org, la Athena, che sarebbe diventata la "Nave Stazione", gettando così le basi della presenza della Sea Org in Europa. In aprile venne aperta a Abellund, villaggio non distante da dove vivevamo noi nel Sjelland settentrionale, una Organizzazione Avanzata danese. Sembrava che la Danimarca sarebbe diventata un luogo importante per le operazioni della Sea Org.

Circa in quel periodo Kim se ne andò - o "fece blow" come si dice in Scientology, anche se in realtà non aveva firmato alcun contratto. Tornò a Los Angeles. Anche io volevo farlo - ero stanchissimo dello stress e delle privazioni di Pubs - e nemmeno io avevo firmato un contratto. Mi era stato assegnato un incarico che odiavo - responsabile per le Org della vendita ai negozi locali dei nostri libri. Prima di me il posto era stato ricoperto da Marcus Lanciai, che però era tornato in Svezia. Le Org non avevano indizi su come vendere i libri ai negozi, e nemmeno io. Andai io stesso in giro per Copenhagen per convincere i commercianti ad acquistare libri Scientology. Mi guardavano come se fossi un marziano. Naturalmente non era quello il modo di muoversi. Ma cosa dovevamo fare? Era qualcosa che avrei infine risolto dodici anni dopo a Los Angeles.

Ero stanco, esaurito, frustrato. Sembrava che tutti i miei amici se ne stessero andando - Kim era andato via, Marcus era a Stoccolma. Foster era entrato in Sea Org e si era imbarcato sulla Apollo. Io volevo lasciare l'Europa, tornare negli States, addestrarmi come auditor e intanto perseguire la mia carriera di pubblicitario. Tina però aveva idee diverse. Era dedicata a Pubs e voleva restare. Alla fine chiesi consiglio alla mia senior del tempo, Sandra Johnson. Sandra era una cara amica e mi fidavo dei suoi giudizi. Le confidai la mia frustrazione - la povertà, le condizioni di vita e soprattutto la mia enorme frustrazione per non essere in grado di perseguire i miei obiettivi creativi.

«Ascolta» mi disse Sandra. «Tutti noi siamo stati frustrati. Le cose sono state davvero dure. Ma immagina che cosa succederebbe se ce ne andassimo tutti? Che cosa accadrebbe a Pubs? Che cosa succederebbe alla fornitura di libri di Scientology internazionale?»

Me la mise giù in termini di dinamiche Scientology, le otto parti della vita che Hubbard aveva elencato: se stessi, la famiglia, i gruppi, l'umanità, le cose viventi, l'universo fisico, lo spirito, e l'Essere Supremo. I miei obiettivi personali appartenevano alla Prima Dinamica, quella relativa al sé. E le altre sette dinamiche? Che dire del gruppo? Che dire del destino dell'umanità, se Scientology non ce l'avesse fatta?

Mi sentii deluso e rattristato. Forse ero solamente un egoista, pensavo solo a me stesso, alle mie comodità e ai miei obiettivi.

«Certo che puoi perseguire i tuoi obiettivi artistici personali» sottolineò Sandra. «Ma se Scientology fallisce avrai condannato generazioni di futuri artisti a una vita di schiavitù in cui non potranno nemmeno pensare di perseguire i loro».

Un problema poteva essere affrontato in due modi, aggiunse riecheggiando di nuovo gli insegnamenti di Hubbard. «Puoi essere effetto, o puoi essere causa. Certo, puoi scappare via ma perché non diventare causa e fare davvero qualcosa per cambiare le condizioni di Pubs Org?».

Alla fine mi convinse. Le dissi che sarei rimasto e avrai lavorato per rimettere in piedi Pubs Org. In quel periodo si era liberato il posto di Segretario di Produzione e mi offrii volontario. Avrebbe significato dirigere una grande divisione, ma mi sentivo pronto. Se dovevo cominciare ad assumere un ruolo attivo per rimettere in sesto Pubs dovevo pur cominciare da qualche parte, e il posto da Capo Divisione me ne avrebbe dato la possibilità.

La Divisione Produzione comprendeva la produzione dei libri, l'aspetto editoriale, la copia dei nastri, la costruzione e riparazione degli E-meter e la produzione di film. C'era un sacco da imparare. Disponevo di un piccolo staff: una persona che si occupava della copia dei nastri, un tizio che lavorava sui Meter, un Ufficiale delle spedizioni e pochi altri. John Sanborn, il veterano che lavorava con Hubbard fin dal 1950, era l'incaricato dell'area editoriale ed eravamo diventati buoni amici. Mi raccontava storielle divertenti sui primi tempi con Ron.

Tina, frattanto, era stata assegnata al posto di Segretaria delle Qualificazioni, anche lei a capo di una divisione. La Divisione Qual si occupava dell'addestramento e dell'auditing degli staff, e anche della qualità dei prodotti.

Ma mentre il lavoro diventava sempre più duro e noi eravamo sempre più occupati, lo stato dell'Org continuava a declinare grazie alla conduzione apatica dei due sudafricani, Richard e Joan. Ben presto non ci potemmo nemmeno più permettere di vivere alla fattoria e di guidare ogni giorno il pulmino avanti e indietro. Nessuno veniva pagato così quasi tutti gli staff si trasferirono all'org, ricavando un po' di posto tra gli scaffali per stivare le loro scarse proprietà, e dormirvi durante la notte. Cominciammo a chiamare quell'angolo il "Dexion Hotel", dal nome della scaffalatura metallica. Facevamo il bagno nei lavatoi dei bagni comuni. Anche i pasti divennero un problema. Ricordo un pranzo in cui la "zuppa di cipolle" consisteva in una sola cipolla bollita in pentola - per venti persone.

A quel punto arrivò un'altra Missione Sea Org per sostituire Richard e Joan - ma stavolta era molto diversa da quella di Doreen. Si trattava di Tony e Kima Dunleavy, una bella coppia attraente e dinamica che sarebbe andata bene per la pubblicità del reclutamento in Sea Org. Tony era un veterano molto noto della Sea Org, un australiano con una bella barba curata e di gran bell'aspetto. Kima era uno schianto - una mora da sballo. Entrambi trasudavano tranquilla fiducia in se stessi e buon umore. Io e Tina facemmo amicizia con loro immediatamente.

I due istituirono misure finanziarie di buon senso e ben presto le cose cominciarono a raddrizzarsi. Potemmo ricominciare a permetterci un appartamento in affitto, io e Tina ci aggregammo ad altri e andammo a vivere in una grande casa sulla costa nella parte meridionale di Copenhagen, chiamata Greve Strand. Davanti casa passava una linea diretta dell'autobus per il centro città, per cui i trasporti erano più semplici.

Quando vivevamo lì venne a trovarci mia madre. All'epoca lei lavorava per un ente chiamato International Schools che trovava lavoro all'estero a insegnanti inglesi e americani. Era stata distaccata a Parigi per un periodo di due anni, adorava viverci e lavorarci. Stette con noi una settimana e quando io e Tina eravamo al lavoro si prendeva cura di Gwennie e la portava a spasso per Copenhagen, Giardini Tivoli e altre attrazioni.

Più tardi quell'anno io e Tina riuscimmo a prenderci una settimana di vacanza e portammo Gwennie in treno a Parigi dove fummo ospiti di mia madre. Dormivamo nel suo salotto e durante il giorno ce ne andavamo a zonzo con lei per la città. Per noi fu una vacanza di sogno.

Gwennie veniva ogni giorno all'org con noi e diventò la mascotte di Pubs. La mettevamo nel girello e lei imparò presto a sfrecciare da un capo all'altro dell'org, andando a trovare a turno tutti gli staff. Tutti le volevano bene e la tenevano d'occhio mentre esplorava i locali, toglieva i libri dagli scaffali o posava per lo staff fotografo. Fece il suo primo passo durante una adunata del personale.

Alla fine del 1970 L. Ron Hubbard annunciò che sull'Apollo si sarebbe tenuto un nuovo programma di addestramento per executive. Era il suo piano per fare esplodere Scientology a livello internazionale. Ogni org doveva selezionare tre candidati - non necessariamente tra i suoi executive, ma staff brillanti che sarebbero stati addestrati per diventare la nuova generazione di dirigenti Scientology. Hubbard li avrebbe formati personalmente nella nuova tecnologia amministrativa che aveva sviluppato, e gli studenti avrebbero ricevuto qualche nuovo Rundown di livello superiore. All'epoca nel mondo Scientology non si parlava d'altro che di quel nuovo programma.

Tony e Kima decisero di far partire subito Tina. Si sarebbe addestrata per diventare il nuovo Direttore Esecutivo di Pubs Org. Partì per la nave nel gennaio del 1971. Poi decisero che a completamento della squadra di tre persone saremmo partiti io e Lance Davis. Kima si sarebbe occupata di Gwennie mentre noi eravamo via. Si cominciò a organizzare il viaggio - saremmo partiti con il candidato al posto di Direttore Esecutivo dell'Org di Stoccolma, il mio vecchio amico Marcus Lanciai. Il giorno fissato per la partenza Marcus arrivò all'org urlando «Partiamo per Flag!!». Gli corsi incontro e lo abbracciai, poi cominciammo a saltellare come due idioti. Saremmo andati a Flag!

E fu così che alla fine ci ritrovammo sul molo della città marocchina di Safi, in contemplazione dello scafo bianco abbagliante della Apollo. Nel salire lo scalandrone vidi emergere una figura familiare. Era David Ziff, il mio vecchio boss di Pubs Edimburgo. Aveva un sorriso da orecchio a orecchio. «Benvenuti a bordo!» urlò. Ci accompagnò in un salone dove Tina ci aspettava.

Per prima cosa dovetti fare una "lista di controllo di orientamento" per familiarizzare con la nave. L'apollo era un ex cargo bestiame di 3200 tonnellate e durante la Seconda Guerra Mondiale era stata usata per il trasporto truppe. A livello del ponte si aprivano enormi "porte bestiame", ma di solito venivano tenute chiuse. La grande sovrastruttura a mezzo nave ospitava cabine, sale da pranzo e uffici, ed era sormontata da due imponenti ciminiere ognuna con l'emblema "LRH" scritto in caratteri riccioluti.

Ero stato affidato a un "amico" che doveva mostrarmi la nave ma siccome era ormai buio e stava cominciando a piovere, facemmo il giro a passo di carica, su e giù per le scale, attraverso i ponti, dentro e fuori. Mentre camminavamo mi urlava cose del tipo «Quella è l'ala Bridge, e lì c'è il Bridge, e questo è il Promo Deck, e quelli sono i salvagente, e lì c'è la Sala Ricerche del Commodoro...».

Oltrepassammo un oblò illuminato. La tendina rossa era socchiusa e, in stato di shock, intravidi i capelli rossi di un uomo che avevo visto soltanto in foto e nei filmati, e la cui voce avevo ormai sentito in innumerevoli conferenze registrate...

«... e lì c'è il Commodoro...» mi urlò la mia frenetica guida.

Gli studenti del Flag Executive Briefing Course (FEBC) erano trattati da VIP. Dopo tutto eravamo la speranza del futuro di Scientology. A me e Tina era stata assegnata una cabina sul Ponte A, mangiavamo nella sala principale assieme agli ufficiali e ai dirigenti della Sea Org. Norman Starkey, il Capitano della Apollo, aveva un tavolo a parte con i suoi ufficiali di vertice. Per l'equipaggio comune c'era invece una mensa a poppa, ciò che veniva colloquialmente definito il "Doggie Diner" (Tavola calda/canile). Facemmo conoscenza con gli altri studenti che provenivano letteralmente da ogni parte del mondo, da ogni org.

Avevo sperato di incontrare Foster, ma venni a sapere che era stato mandato in Missione Sea Org per aprire una Publications Org negli Stati Uniti. Erano insorte difficoltà nel fare arrivare i libri negli States dall'Europa, per cui i libri sarebbero stati prodotti anche localmente. Foster avrebbe diretto la US Pubs Org, mentre io e Tina ci saremmo occupati della EU Pubs - uno degli strani modi in cui le nostre vite avrebbero corso in parallelo durante la nostra lunga amicizia.

Sulla nave l'orario era serrato. Ci alzavamo presto, facevamo una colazione veloce e poi scendevamo nella Stiva Inferiore Due, riadattata a sala corsi. Avevo sentito dire che ci avrebbe dato lezione Hubbard in persona, ma risultò poi che aveva già tenuto le serie di conferenze programmate e non ce ne sarebbero state altre. Ma avevamo a disposizione i suoi nastri da ascoltare e studiare.

Prima di poter iniziare il Flag Executive Briefing Course ci fecero studiare l'Organization Executive Course, uno studio globale delle voluminose "lettere direttive" di L. Ron Hubbard. Erano fogli stampati in inchiostro verde, noti come pubblicazioni "verde su bianco". Coprivano ogni aspetto della gestione di un'organizzazione fino ai dettagli più minuti. Hubbard aveva messo per iscritto come esattamente fatturare e incassare i soldi, come gestire le finanze e fare pianificazione finanziaria, come scrivere le campagne promozionali e impaginare la pubblicità, come portare gente nuova in Scientology, come fare in modo che gli scientologist "progrediscano sul Ponte" (fare nuovi servizi). Quelle direttive erano centinaia, tutte elencate in un "foglio di verifica". Bisognava anche fare esercizi pratici, ascoltare lezioni registrate e fare "dimostrazioni in plastilina" (il metodo Hubbard per dimostrare concetti pratici e verificare se lo studente aveva capito).

L'Apollo trascorreva parte del tempo in porto e parte in mare, navigando su e giù per la costa del Marocco fino a Casablanca verso nord, fino a Agadir verso sud. Stare sul ponte mentre la nave solcava le lunghe onde dell'Atlantico era bellissimo. A volte la nave era accompagnata dai delfini che uscivano con un balzo da un'onda per tuffarsi nell'altra. Ben presto misi su "gambe di mare" e non provai più nausea. Star giù nella Stiva Inferiore Due durante la navigazione era veramente un'esperienza - un momento guardavi chi avevi di fronte dal basso all'alto, il momento dopo dall'alto al basso. I miei modelli in plastilina continuavano a ruzzolare per cui presi l'abitudine di fare i miei ometti con piedi enormi e piatti.

Bob Harvey di Los Angeles era una specie di burlone della classe. Era in twin con Tina e le loro risate si attirarono più di una sgridata del Supervisore. Una volta, mentre stava facendo la dimostrazione in plastilina dei "gradienti di etica", da "commento di una "outness" [qualcosa che non va]" fino a "espulsione dalla Chiesa", Bob rappresentò l'Ufficiale di Etica con un enorme cannone e dall'altra parte della stanza il modello della sfortunata vittima, spappolata contro la paratia.

Vedevamo di rado L. Ron Hubbard, "il Commodoro". Una volta che stavo correndo in classe mi ricordai che dovevo prendere una cosa in cabina. L'entrata del Ponte A era proprio ai piedi della scala che portava alla Sala Ricerche di Hubbard. Mentre spalancavo la porta, correndo all'impazzata, eccomi improvvisamente davanti il Commodoro che parlava a un gruppo di suoi aiutanti. Mi fermai immediatamente e balbettai un "B-b-buongiorno, Signore».

Rimasi sorpreso dalla sua imponenza. Superava il metro e ottanta ed ogni cosa in lui sembrava enorme: il suo grosso busto, la grossa testa rotonda. Il volto gli si increspò in un largo sorriso. «Ehi tu, ciao!» e scoppiò a ridere. I suoi aiutanti mi fissarono - nessuno stava sorridendo. Ma non mi importava. Corsi via con un sorriso stampato in faccia. Ero stato salutato da lui in persona!

Io e Tina facemmo amicizia con la nostra futura senior, Robin Roos, che apparteneva allo Staff del Commodoro. Era la "Commodore Staff 2", incaricata di tutte le attività di disseminazione. Le Pubs Org erano sotto di lei. A volte gli studenti erano autorizzati a prendersi una pausa e visitare il porto locale, e in una di quelle occasioni Robin e il suo ragazzo, Ron Strauss, ci portarono in un ristorante di pesce di Agadir dove mangiammo divinamente.

Dopo l'OEC, l'Organization Executive Course, ci diplomammo anche nel FEBC, il Flag Executive Briefing Course. Avevamo ascoltato le lezioni FEBC di Hubbard e imparato la "tecnologia" gestionale che aveva messo a punto, chiamata "Ufficiale del Prodotto - sistema dell'Ufficiale dell'Org". In breve, l'Ufficiale del Prodotto si concentrava unicamente sul far produrre gli altri. Richiedeva solo produzione e la otteneva. Non si interessava ai limiti personali o ai "motivi per cui". Non gli importava se gli staff erano o meno addestrati. Pretendeva unicamente e risolutamente la produzione. L'"Ufficiale dell'Organizzazione" stava al di sopra dell'Ufficiale del Prodotto e si assicurava che gli staff venissero addestrati, che ci fossero le forniture e qualsiasi altra cosa necessaria per "ottenere il prodotto". Compito dell'Ufficiale dell'Org era anche il "maneggiamento" di ciò che Hubbard chiamava HE&R - "Emozione umana e Reazione" - che citava quale "barriera principale alla produzione". In altre parole, chi veniva continuamente martellato per il prodotto avrebbe potuto turbarsi. L'Ufficiale dell'Org doveva maneggiarlo usando la "Scala del Tono" Hubbard delle emozioni. Il terzo membro del Team Esecutivo era l'HAS (in seguito Ufficiale dell'Establishment) che doveva "mettere lì" l'org reclutando e "facendo hatting" (formazione al lavoro). Tutto questo veniva propagandato come il non plus ultra della tecnologia di management, qualcosa di molto più avanzato di qualsiasi cosa possedesse il mondo "wog".

Contemporaneamente allo studio venivamo anche auditi da Auditor di Classe XII, gli auditor con l'addestramento più alto al mondo - tutti formati personalmente da Hubbard. Il mio auditor era Otto Roos, un veterano olandese con la reputazione di possedere un carattere ruvido, ma andavamo d'accordo. Hubbard aveva appena sviluppato alcuni nuovi rundown chiamati "Ls" che avrebbero dovuto forgiare il super dirigente. Noi eravamo le cavie dei nuovi programmi e Hubbard faceva personalmente la supervisione dei nostri casi - le cartelle delle sedute gli venivano inviate quotidianamente. Era roba stramba - principalmente percorrere "atti overt" sulla traccia intera, vale a dire trasgressioni commesse nelle vite precedenti - centinaia, migliaia, milioni o anche miliardi di anni fa. Mi ritrovai a percorrere un sacco di episodi da "opera spaziale" - cose avvenute su altri pianeti e roba del genere.

Certi aspetti di quei procedimenti erano entusiasmanti. Una volta entrati nell'ordine di idee di avere vissuto innumerevoli esistenze, di essere stati tutti i tipi di cose dal pirata spaziale all'imperatore, al soldato semplice, allora cominciavi a considerare la tua vita attuale come un piccolo blip sullo schermo e a vedere un "gioco" molto più grande di una sola vita, di un solo pianeta.

Durante la mia permanenza sull'Apollo circolava una storiella. C'era questo membro dell'equipaggio sul ponte, il Commodoro gli aveva puntato il dito contro e gli aveva detto: «Tu sei l'ufficiale di rotta».

«Ma signore» aveva risposto il tizio, «Non l'ho mai fatto prima». Hubbard lo aveva guardato sorridendo: «Col cavolo che non l'hai mai fatto».

Era quello l'"Atteggiamento Sea Org". Non c'era nulla che non avessimo mai fatto prima, niente che tu non fossi già stato, niente che non fossi in grado di fare. Era un'idea potente, ti dava molta forza. Ben presto mi ritrovai traboccante di un'elettrica sicurezza. Certo che potevo essere un dirigente. Perché no? Probabilmente in passato avevo governato pianeti interi!

Uno ad uno gli studenti del FEBC cominciarono ad arruolarsi in Sea Org. Poi un giorno fui convocato nell'ufficio dell'HAS di Flag, una signora di nome Sue Pomeroy. Mi fece una sola domanda: «Quali sono i tuoi progetti per il prossimo miliardo di anni?»

Ripensai a tutti gli episodi che stavo percorrendo con Otto, a tutte quelle strane avventure da Opera Spaziale. «Beh, in verità non ho progetti» ammisi.

Un attimo dopo stavo anche io firmando il mio contratto da un miliardo di anni. Ero diventato un membro della Sea Organization.

Non passò molto prima che ogni singolo studente a bordo entrasse in Sea Org. Il senso di cameratismo e di scopo condiviso si intensificò. Eravamo i quadri di élite, i dirigenti Sea Org destinati a uscire nel mondo e a Salvare il Pianeta.

Alla fine io, Tina e Lance terminammo i nostri corsi e i nostri "Ls rundown", pronti a "esplodere" a Pubs. E siccome ormai eravamo membri Sea Org, saremmo ritornati come Missione Sea Org.

Fin dall'inizio avevo dato per scontato che il Direttore Esecutivo sarebbe stata Tina. Era stata mandata sulla nave per prima con quell'intento dichiarato e aveva più esperienza dirigenziale di quanta ne avessi io. Quando però andammo al "Mission Briefing" e l'Ufficiale del Briefing Maria Starkey - moglie del Capitano Starkey - ci mise in mano gli Ordini di Missione, il titolo recitava: "Jeff Hawkins - Ufficiale Comandante, Pubs Danimarca".

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«Sarò io l'Ufficiale Comandante?» le chiesi deglutendo con un senso di vertigine.

Maria mi scrutò con attenzione. «Hai dei problemi?»

Mi ripresi in fretta. «No... uh... l'abbiamo sempre chiamato Direttore Esecutivo. Ma ora capisco - siamo Sea Org, per cui è Ufficiale Comandante».

Mi fissò intensamente per un attimo poi guardò di nuovo le sue carte e continuò il briefing. Sentivo il cuore battermi in petto.

Sarei stato L'Ufficiale Comandante Sea Org di Pubs.

 
 
 
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