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Il Diario delle Molestie: Capitolo 4, l'arrivo di una disgustosa lettera diffamatoria

La giornalista Paulette Cooper, autrice del libro Lo Scandalo Scientology del 1972 (prima grande inchiesta giornalistica sul movimento dianetico), racconta le molestie subite dagli agenti dell'organizzazione di L. Ron Hubbard.

© Di Paulette Cooper, 1982. 
© Traduzione di Simonetta Po, primavera 1998.

 
Fu poco dopo l'aggressione a Joy che ricevetti la visita di due agenti dell'FBI, nonostante all'epoca non ne fossi rimasta particolarmente colpita. Mi dissero che James Meisler (Scientologist addetto alle Pubbliche Relazioni a New York, che in realtà aveva ricevuto l'incarico di maneggiarmi) aveva ricevuto delle minacce a proposito di una bomba... avevo forse qualche idea su chi potesse averle fatte? Dal momento che l'FBI mi rivelò che Meisler aveva fatto il mio nome come sospetta, immaginai che dietro ci fosse lui. Dopotutto la Chiesa aveva abbastanza nemici veri, e qualora avesse veramente ricevuto minacce, si sarebbe preoccupata e avrebbe fatto i nomi dei possibili sospetti. Pensai che i motivi per cui mi aveva tirata in ballo derivassero dall'essere uscita con le ossa rotte da un paio di interviste in cui ero stata citata insieme a lei. Ritenni pertanto che stesse cercando di ottenere un po' di comprensione e rimediare ai punti che aveva perso per incompetenza. Durante l'incontro, quando l'FBI me lo chiese, accettai anche di farmi prendere le impronte digitali. 

Le acque si mantennero abbastanza calme per circa un mese, probabilmente perché Scientology non sapeva che mi ero trasferita. Comunque mi preoccupai un po' quando ricevetti una seconda visita dagli stessi agenti dell'FBI, e venni a sapere che erano andati da Bob [il mio ragazzo]... e da quello di Joy, chiedendo loro se potevo essere il tipo da inviare minacce di attentati dinamitardi. 

Il 4 o il 9 febbraio del 1973, circa la metà dei residenti del mio nuovo palazzo (intorno alle 300 persone), ricevettero un'orribile lettera anonima che li consigliava di cacciarmi fuori, affermando che avevo una malattia venerea, che avevo molestato sessualmente una bambina di due anni e via dicendo. L'unica cosa che corrispondeva era la mia età -  di certo l'ultima cosa che desiderassi far sapere - e c'era anche un riferimento non accurato al mio avere una "lingua gonfia". Da bambina avevo la lingua rotta, e i medici pensavano fosse causata da carenza vitaminica nel cibo dell'orfanotrofio [1]

Naturalmente quella lettera mi sconvolse parecchio. Per anni avevo sognato di trasferirmi in questo palazzo, ed ero terrorizzata all'idea di esserne sbattuta fuori. Ero anche terribilmente imbarazzata, specialmente quando sentii gente che, in ascensore, parlava della nuova ragazza con la malattia venerea! 

Nello stesso giorno ricevetti una nuova e breve visita da parte di Margie Shepherd, prima che uscisse definitivamente dalla mia vita, per andare presumibilmente a Boston. Quel giorno con lei c'era una ragazza dolcissima di nome Paula Tyler, che mi raccontò una storia triste su come fosse arrivata dalla California e stuprata mentre faceva l'autostop. Mi chiesero se potevo aiutarla a trovare un appartamento in questo edificio, da un proprietario assente, a un prezzo ridotto. Lo feci, e successivamente lei e il suo amico platonico, un tipo asessuato di nome Jerry Levin, si trasferirono al piano di sopra. 

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Jerry a Paula mi venivano a trovare ogni giorno e diventammo amici, insieme all'altra amica che avevo nel palazzo (una scrittrice di nome Barbara). 

 
 
 
Note del 1982

[1] Sapevo che si trattava di Scientology per varie ragioni. In primo luogo, solamente loro avrebbero potuto inventare qualcosa di così orribile come una malattia venerea. Secondo, la "ragazzina di due anni molestata sessualmente" era un riferimento a uno dei loro "ministri" di sesso maschile, che in una occasione aveva fatto una cosa del genere - e loro erano i soli a sapere che conoscevo l'età della bambina, visto che non l'avevo riportata nel mio libro. Terzo, la lettera diceva che ero appena tornata dall'Europa, ma in realtà ero stata nei Caraibi. Tuttavia all'epoca avevano erroneamente detto a qualcuno che ero in Europa. 

 
 
 
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