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Messia o pazzo? - Capitolo 2/7: Sangue del loro corpo, sangue della loro anima

Di Bent Corydon e Ron Hubbard, Jr. (alias Ronald DeWolf)
© 1987 Lyle Stuart Inc. Secaucus, New Jersey, ISBN 0-8184-0444-2

© Traduzione in italiano a cura di Simonetta Po, 2003-2004

 
L. Ron Hubbard Jr.:
Nel 1951 papà arrivò a Phoenix, dove io vivevo con il nonno. Mi parlò della possibilità di lavorare su Dianetics con lui. Ne fui eccitatissimo. Mio padre mi faceva un'impressione tremenda perché era famoso e conosceva altri personaggi famosi. Il suo coinvolgimento nel mondo della fantascienza l'aveva portato a conoscere molti scrittori famosi. Con Dianetics aveva conosciuto numerose star e starlet, e ne aveva anche audite alcune.

Crescendo ero stato sballottato continuamente tra mia madre e il nonno, cosa che mi faceva sentire non voluto. Papà stava poco a casa, ma quando c'era non passava inosservato. Gli piaceva suonare l'ukulele e cantare, aveva una voce calda, da baritono...

Non è carino parlarne, ma aveva un pessimo carattere...

A volte la cena diventata un evento memorabile. Era molto difficile sul mangiare - non era uno che si sedeva a tavola e gli andava bene tutto. Quella sera la cena si stampò come un mosaico sulla parete. Quando succedeva mamma ne rimaneva sconvolta. Mamma era una cuoca eccellente e non riuscì mai a capire che cosa non andasse.

Comunque sia, lui non alzò mai le mani su di me o su mia sorella. Tuttavia in diverse occasioni mise del fenobarbital nella mia gomma da masticare.

Da adolescente soffrivo di un tremendo complesso di inferiorità. L'invito di papà ad assumere un ruolo importante nella sua vita per me significò tutto. E più di ogni altra cosa si presentò da me con un regalo favoloso, una Buick del 1947 e 100 dollari per la benzina. Si trattò di un evento particolarmente degno di nota poiché aveva quasi sempre dimenticato il Natale e i compleanni.

Quell'autunno tornai sulla costa del Pacifico nordoccidentale con i miei nonni per completare la scuola superiore, poi nell'agosto del 1952 andai a Phoenix con mio padre. Nel giro di poche settimane mi ritrovai a capo del neonato "Hubbard College" in veste di Direttore dell'Addestramento e Istruttore Capo. Raramente avevamo convissuto per un lungo periodo di tempo. Poi dall'oggi al domani eccomi diventato il figlio Numero Uno del Grande Saggio.

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Quanto segue è prevalentemente tratto da un articolo scritto da Ron Jr. nel 1985, e originariamente intitolato "Filadelfia":
Eravamo a Filadelfia. Era il novembre del 1952. Dianetics era stata dimenticata e Scientology, "una Nuova Scienza", aveva conquistato il centro dell'attenzione.

Ogni sera in albergo, preparando la conferenza del giorno successivo, papà camminava su e giù per la stanza eccitandosi su questo o quel passaggio degli scritti di Crowley.

Soltanto un mese prima era stato a Londra dove era finalmente riuscito a soddisfare la sua sete; a riempire il suo calice con il potere vero, nudo e grezzo della magick. La lussuria di secoli proprio ai suoi piedi.

Assaggiare l'ambiente della Grande Bestia, accarezzare libri, carte e oggetti ricordi di Crowley l'aveva riempito di estasi pura!

A Londra si era infine impadronito delle chiavi finali che gli avevano permesso di prendere posto sul "Trono della Bestia" di cui egli credeva fermamente di essere il giusto erede.

Poco dopo scaturì la tech, ed ebbe come risultato "Le conferenze del Corso di Dottorato di Filadelfia".

[All'inizio della primissima Conferenza di Filadelfia Hubbard fece una battuta sul "Principe delle Tenebre". «Chi pensate che io sia?» aveva chiesto. La platea aveva ridacchiato... Ron è proprio un mattacchione... ]
La serie di conferenze di papà si teneva in una grande sala al piano superiore. Incantava la platea creando brillanti verità che aleggiavano sulle loro teste. Superò se stesso. Era in uno dei suoi stati di ipereccitazione quando si presentarono gli agenti di polizia.

Fecero irruzione come Carrie Nation all'attacco di un saloon. Assolutamente privi di classe. In qualche modo li distraemmo per evitare che salissero al piano superiore.

Sembra che gli agenti volessero solo consegnargli un mandato di comparizione per le noie che Don Purcell stava creando a proposito dei diritti di Dianetics (Purcell diceva che erano suoi). Alla fine il mandato venne regolarmente consegnato.

Adesso era il turno di papà. Quando aprì il plico sbiancò. Odiava i tribunali, odiava Don Purcell, odiava... punto. Tutti i click nella sua testa esplosero come una scarica di fuochi di artificio. Beh... papà era psicotico come l'inferno ma non era stupido. Si prese la colpa e una multa di 5000 dollari per disprezzo della corte.

Non si chiama alla sbarra un dio, non si ridicolizza un dio. Papà giurò che non si sarebbe mai più presentato in un'aula di tribunale, per nessuna ragione. E non lo fece mai più.

La sera dopo la convocazione in tribunale schiumava ancora di rabbia. Quando era nervoso o sconvolto cominciava a urlare e inveire. Quando la sua granitica autostima veniva scossa, se la prendeva attaccando ciecamente persone e mobili.

Un'ora di urla e una bottiglia di rum l'avevano un po' calmato, ma il "Potere" si trasformava ancora in furia, sopraffacendo l'alcol. Non ho mai smesso di meravigliarmi della sua capacità di ingurgitare alcol e rimanere ritto e coerente. Per papà mezza bottiglia di rum scuro Myers era lo stesso di un paio di aspirine.

Dopo essersi ulteriormente calmato ed aver ripreso il controllo sulla sua autostima, si alzò dalla poltrona e prese alcuni libri dalla valigia. Me li gettò di fronte sul tavolino della camera d'albergo. «Avrò bisogno di ulteriore aiuto» mi disse. «Più aiuto di quanto non ne abbia ora. Sopravviverò a questo fottuto mondo, ma voglio il tuo appoggio».

«Ce l'hai, papà. Lo sai già» gli risposi.

«Lo so, lo so» mi disse con impazienza. «ma non hai cavalli potenza a sufficienza».

«Hey papà. Sto facendo le cose per bene».

Agitò le mani nell'aria: «Sei un moccioso. Non sapresti distinguere il tuo culo da un buco per terra!» picchiò la mano sui libri. «Sei solo una scoreggia nell'uragano, figliolo. Ora leggi qualcosa sul Vero Potere!»

«Questi libri e il loro contenuto devono restare un segreto per sempre» mi disse. «Rivelarli ti porterà a fulminea pazzia, ti farà a pezzi la mente, ti distruggerà. Sono segreti, tecniche e poteri che io solo ho conquistato e domato. Io solo vi ho applicato i miei principi di ingegneria, li ho raffinati, migliorati. Scienza e logica. Le chiavi! Le mie chiavi per aprire la porta della Magick, la mia magick! Il potere! Non il potere di Scientology! Il mio potere! Il vero potere di Salomone» mi disse. « e di Caligola e Alice. Il tuo passato è il tuo nemico, il nemico tra i nemici!».

Lo ascoltavo affascinato, quasi ipnotizzato. I libri... alcuni pubblicati di recente, altri vecchi di 1200 anni, The Book of the Law, La Magia Sacra di Abre-Melin, il Sesso Magico di Nono Grado dell'O.T.O... .

Papà era eccitato, timoroso e prudente. Era teso. Segreti mai rivelati, impartiti per la prima volta. Aprii i libri con l'unica intenzione di sfogliarli. Ero stupefatto e in soggezione. Io conoscevo quei libri! Come poteva essere possibile?

Papà mi rispose così: «Sono stati usati per concepirti e anche per farti nascere. Te li ho letti mentre dormivi - mentre eri drogato o ipnotizzato, per anni. Ho fatto funzionare la Magick per davvero» mi disse, «niente stupidi rituali. Ho spogliato la Magick fino alle fondamenta - vi ho avuto libero accesso.».

«Sesso a volontà» mi disse. «Amore a volontà - niente affetto, niente condivisione - niente sentimenti. Nessuno. Amore all'incontrario» continuò, «L'amore non è sesso. L'amore non è nulla di buono, ti rende effetto. Il sesso è la strada verso il potere». «Donne scarlatte! Esse sono il segreto per varcare la soglia. Usare e consumare. Banchetto. Bevi il potere attraverso di esse. Usale e gettale via».

«Scarlatte?» chiesi io.

«Sì, scarlatte: il sangue dei loro corpi; il sangue delle loro anime».

«Libera la tua volontà da ogni legame. Piega il loro corpo, piega la loro mente, piega la loro volontà, cancella il passato. Solo il presente conta. Niente conseguenze, niente senso di colpa. Nel presente non c'è nulla di sbagliato. La volontà è libera - completamente libera. Nessun sentimento, nessuno sforzo, puro pensiero - separato. La Volontà è postulare la Volontà» mi disse.

«Volontà, Sesso, Sangue, Porta, Potere, Volontà. Logica» aggiunse. «La Porta per l'Abbondanza. La Grande Porta della Grande Bestia».

Ripeté l'incantesimo, invocò l'apertura della porta verso il regno della Bestia.

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Mi sentivo nauseato, stavo male. Mi disse «Non dirlo mai a nessuno, o accadrà qualcosa di molto peggio». Annuii.

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Ero a malapena sceso dalla mia Buick del 1947 quando papà mi lanciò verso l'Arcobaleno. Era come se due minuti dopo stessi insegnando Scientology, quando in realtà riuscivo a malapena a pronunciare quella parola.
 
 
 
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