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Le interviste non pubblicate: Nancy Dincalci

Allegato a "Bare Faced-Messiah - Il Volto Nudo del Messia", biografia di L. Ron Hubbard di Russell Miller. Nancy Dincalci fu truccatrice dei film di Hubbard dal 1977 al 1979. Oakland, California, 29 agosto 1986.

© Traduzione in italiano a cura di Simonetta Po, 2001

 

Conobbi Scientology nel 1974, quando arrivai in California. Lavorai come auditor alla ASHO, entrai nella Sea Org e nel 1977 andai a La Quinta. Avevo lasciato il mio lavoro a Washington e volevo viaggiare.

Mi aspettavo di incontrare una persona molto saggia, ma con i limiti di ogni essere umano. Però l'idea di addestrarmi sotto la sua supervisione era come pensare di incontrare un semidio. Era il sogno di ogni auditor. Quando arrivammo venne giù a parlarci e ci sembrò davvero affascinante. Si nascondeva già da qualche tempo, aveva i capelli lunghi sulle spalle e una grande barba. Parlò con noi per circa un'ora, ne rimasi affascinata. Aveva i capelli grigi e indossava un cappello da cowboy. Aveva anche l'aspetto da cowboy, era vestito in modo casual.

Quando io arrivai a La Quinta il progetto dei film non esisteva ancora. Non eravamo in tanti, si stava ancora costruendo. La gente era impegnata su diversi progetti. Il nostro piccolo gruppo, eravamo forse 12, si addestrava sull'auditing. Facevamo un sacco di verifiche di sicurezza. C'erano molte esercitazioni - come comportarsi se fosse arrivato un giornalista, come comportarsi se fosse arrivato un ufficiale giudiziario con un mandato di comparizione ecc. Avevamo tutti degli alibi e delle identità diverse. Altri compagni erano impegnati in progetti di costruzione, comunicazione, costruire una casa per lui e così via.

Andò avanti così per quattro mesi. Lui andava e veniva. C'era un po' un'atmosfera di terrore. Le irruzioni del FBI [a Washington DC e a Los Angeles - ndt] avvennero in quel periodo e lui partì all'improvviso nel mezzo della notte. Passammo un sacco di tempo a ripassare ogni cosa, a tagliare e purgare ogni riferimento a lui o a Mary Sue o al GO [Guardian's Office], temevamo che avessero identificato La Quinta. Lui si diede alla macchia. Scomparve per circa 6 mesi, Mary Sue era sul posto ma lui no, quindi fu un periodo abbastanza rilassato. Gli orari erano piacevoli. C'era ancora tensione per la sicurezza, se qualcuno voleva andarsene bisognava convincerlo a non farlo.

Poi Ron tornò ed iniziò la stagione dei film. Io facevo la truccatrice. A tutti noi venne assegnato un incarico. Lui controllava tutto, non c'era un dettaglio di cui non si occupasse personalmente. Al trucco voleva decidere quale particolare sfumatura di fondotinta usare e i capelli dovevano essere un po' più arruffati ecc., insomma, voleva intromettersi in ogni aspetto della ripresa. Seduto sulla sua sedia da regista si divertiva un mondo a dare ordini a destra e a manca. Tutto quel che diceva veniva preso molto sul serio. Non era sempre cupo, c'erano anche momenti divertenti. Quando e se Ron era di buon umore ci raccontava storie oppure qualcuno raccontava barzellette e scherzava. Ma intorno a lui non potevi mai essere frivolo. C'erano quasi sempre grossi turbamenti.

Secondo me era impossibile compiacerlo. Vedeva cose inesistenti, cambiava idea. Se qualcosa era di un certo colore urlava e sbraitava chiedendo perché fosse di quel colore.

Io ci andavo d'accordo, ma ci furono un paio di problemi. Si arrabbiò con le messaggere per qualcosa di sbagliato che avevano fatto, così riscrisse la sceneggiatura e loro avrebbero dovuto recitare la parte di nere africane. Per loro non era molto piacevole, avevano naso e guance imbottite di ovatta. In un libro c'era il colore che avrebbe dovuto avere la loro pelle, ma io non avevo un colore del genere, non pensavo dovesse essere preso tutto alla lettera, proprio alla lettera. Fu una mezza tragedia. Il colore era sbagliato. Iniziò a dirmi «Ma sei daltonica? Ma non vedi che colore è? Ma qui... ma là... ». Lo guardai negli occhi e gli dissi «Ha ragione, mi scusi», e lui si calmò.

Di solito la gente gli si faceva intorno cercando di calmarlo.

Era davvero come un bambino piccolo, una vera peste. Solo Kima [Douglas] riusciva a prenderlo per il verso giusto.

Nessuno criticava il suo comportamento, farlo non era OK. Se lo avessi fatto qualcuno avrebbe scritto un rapporto su di te. Non sto dicendo che nessuno lo facesse mai, alcuni dei nuovi che non avevano alle spalle i nostri anni di indottrinamento facevano a volte commenti su quanto fosse eccentrico. Gli altri tenevano per sé i loro pensieri non ne discutevano mai pubblicamente.

Il giorno che ce ne andammo un'amica mi disse: «Di sicuro era un vecchio eccentrico». Rimasi scioccata nel sentirlo dire a voce alta.

Un giorno Ron si presentò con un braccio al collo - aveva una borsite alla spalla - e non gli andava bene nulla. Fu una giornata davvero brutta.

Ron scriveva le sceneggiature per i film promozionali e di addestramento del tipo "Come audire". Altri trattavano argomenti più grandiosi come "La storia dell'Uomo", un film che mostrava antichi sciamani ed egiziani che facevano questo e quell'altro. La sceneggiatura iniziava così: «Fin dall'inizio della sua storia l'uomo è andato alla ricerca della verità...».

Un altro film si intitolava "Problemi della Vita" - parlava di questa giovane coppia che non riusciva a capire che cosa fosse la vita. Andavano da uno scienziato e da uno psichiatra, ritratti come in modo estremamente caricaturale - lo psichiatra si comportava come un demente e lo scienziato sembrava un pazzo e cercava di spiegare teoremi sulla lavagna. Poi andavano da uno scientologist e scoprivano di essere arrivati nel posto giusto.

Quando lui tornava a La Quinta non ero felice. E questo per diversi motivi, tra i quali il suo modo di comportarsi. Poi iniziò il RPF, la gente veniva costretta a vivere in alloggi orrendi.

Era una persona molto abusiva e offensiva. Secondo me aveva grossi problemi personali. Sembrava instabile, squilibrato. Più di tutto mi colpiva il fatto che si potesse venire puniti in modo così brutale, ostracizzati senza un motivo logico. Non riuscivi a stargli dietro. Sapeva come tenere la gente sotto il suo controllo. Si sentiva minacciato da chi sembrava troppo indipendente. Voleva persone sottomesse, schiacciate. Chi pensava con la sua testa, chi lo metteva in dubbio non era accettabile.

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Io ero auditor di Classe VI. Ad ogni livello si apprendono diversi procedimenti: 0, comunicazione; 1, problemi; 2, turbamenti, ARC [Affinità, Realtà, Comunicazione] ecc. Al livello 6 si studiava il [Saint Hill Special] Briefing Course, cioè dovevi ascoltare un numero infinito di sue lezioni su nastro. Era una grande quantità di dati molto difficili da collegare tra loro. Alcuni erano comprensibili e di valore, ma un sacco non lo erano affatto.

Praticamente ogni dato veniva contraddetto da un altro. E praticamente potevi essere punito per qualsiasi cosa facessi.

Me ne sono andata nel marzo del 1979, soprattutto a causa del suo comportamento.

Quando arrivammo a La Quinta aveva la barba, quando tornò da Washington non l'aveva più, e i suoi capelli sembravano più rossi.

Ci faceva sembrare il mondo esterno come un luogo terrorizzante.

Per molte persone l'unico desiderio era aiutare, rendersi utili, salvare il mondo.

 
 
 
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